Lo Stato non garantisce uguale trattamento fra scuole statali e scuole paritarie. Per queste ultime dalle scuole per l’infanzia alle secondarie superiori, il massimo della spesa storica dello Stato è di 530 milioni di euro, una somma irrisoria
Con l’inizio del nuovo anno scolastico, sono arrivate le giuste polemiche legate sia all’aumento del costo dei libri di testo (nel resto d’Europa per la scuola dell’obbligo sono totalmente gratuiti!) , sia alla precarietà dei docenti , sia ai costi dei trasporti pubblici per gli studenti . Proteste sacrosante che trovano la politica nazionale e gli amministratori locali sordi ed incapaci di trovare soluzioni sensate. Anzi spesso quello che si riesce a produrre sono soluzioni e proposte a dir poco bizzarre e preoccupanti. Tra le molteplici proposte e soluzioni per ottimizzare i costi e migliorare i servizi nella scuola pubblica abbiamo selezionato le più inutili, viziate come sempre da un elevato tasso ideologico:
- • Calo continuo e sensibile del contributo pubblico alle scuole paritarie .
- • Riduzione dell’ orario scolastico con l’eliminazione del sabato mattina (dove ancora c’è) uniformando gli orari di ogni istituto comprensivo per migliorare l’offerta formativa rendendola più omogenea.
- • Aumento del costo dei buoni mensa scolastici…
In realtà, raschiando il barile cercando di raccimolare fondi per coprire inefficienze strutturali consolidate negli anni, si riduce la formazione per risparmiare in altri comparti in crisi come il trasporto pubblico. Meno giorni di scuola ed orari più uniformi si traducono in minori corse del trasporto pubblico al servizio degli studenti e quindi minor costi di carburante per le amministrazioni !
Pensare poi che continuando a diminuire il finanziamento pubblico alle scuole paritarie il servizio pubblico ne gioverebbe è un’altra leggenda. Innanzitutto occorre ricordare sempre che lo Stato Italiano non garantisce un uguale trattamento tra scuole statali e scuole paritarie. Infatti lo Stato italiano investe e finanzia le scuole paritarie con poco più dell’ 1% dell’intero bilancio del Ministero dell’Istruzione. Sono briciole se vengono paragonate a fondi investiti per le scuole paritarie dai principali stati europei che non hanno posizioni ideologiche come in Italia, pur essendo stati in certi casi più laici del nostro per tradizione. Ecco alcuni esempi:
Belgio: Lo stato paga gli stipendi del personale docente e non docente.
Francia: I contributi del governo francese alla scuola non statale variano a seconda del tipo di contratto che la singola scuola stipula con lo Stato scegliendo fra 4 possibiltà:
1) Contratto di Integrazione Amministrativa in cui lo Stato paga tutte le spese 2) Contratto di Associazione a condizione che i docenti della scuola non statale abbiano gli stessi titoli accademici degli altri docenti ed in questo caso lo Stato paga gli stipendi degli insegnanti e le spese di funzionamento, 3) Contratto semplice in cui lo stato paga solo gli stipendi degli insegnanti, 4) Contratto di massima libertà in cui lo stato non dà contributi.
Germania: Il sistema integrato Stato/Regioni paga alle scuole non statali l’85% del salario degli insegnanti, il 90% degli oneri pensionistici, il 10% delle spese di funzionamento, il 100% delle riparazioni immobiliari.
Inghilterra: Le scuole non statali si chiamano ” maintained schools” . Lo stato paga l’85% delle spese di costruzione , il 100% delle spese e delle spese di funzionamento.
Irlanda: A carico delle stato c’è il 90% delle spese di costruzione, il 100% nella scuola dell’obbligo e l’88% nelle scuole superiori
Olanda: Lo Stato paga il 100% di tutte le spese nella scuola dell’obbligo.
Portogallo: Per le Scuole Paritarie viene coperto il costo medio per alunno di scuola statale
Spagna: Lo Stato copre il 100% delle spese.
E arriviamo all’Italia:
Lo Stato non garantisce uguale trattamento fra scuole statali e scuole paritarie. Per queste ultime dalle scuole per l’infanzia alle secondarie superiori, il massimo della spesa storica dello Stato è di 530 milioni di euro, una somma irrisoria che rappresenta come già detto poco più dell’1% dell’intero bilancio del Ministero dell’Istruzione..Tuttavia negli ultimi anni non vi è stata nemmeno la certezza di questa somma. Le scuole paritarie italiane in realtà fanno risparmiare allo Stato Italiano più di 6 miliardi di Euro l’anno, tanto sarebbe la maggior spesa se tutti gli studenti paritari (oltre 1 millione) emigrassero nella statale. Spesa media per lo stato di uno studente statale: € 7319 contro una spesa media per lo stato italiano di uno studente paritario : € 476
Fatte queste dovute premesse, sta diventando veramente critica ed urgente in particolare la situazione delle scuole materne. Come abbiamo già ricordato, vi è una forte preoccupazione per il continuo calo di contributi da parte degli Enti locali (Comuni e Regioni) e del Governo Nazionale (contributi invariati dal 2000). I Popolari per l’Italia Piemonte fanno proprio quindi l’appello della FISM (Federazione italiana scuole materne) al Governo, al Presidente di Regione Chiamparino ed ai Sindaci dei comuni piemontesi di adeguare tali contributi portando il nostro Paese e la nostra Regione ad avvicinarsi ad un livello di civiltà accettabile e paragonabile almeno ai nostri partners europei.
Alberto Pernici (Coordinatore PI Biella)
Alberto Perini (Coordinatore Piemonte PI)
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