Gli atleti ripresi in televisione si vedevano a barre, a scatti e, nei momenti decisivi della gara saltavano le immagini senza far vedere più nulla: un vero disastro
Si è corsa la Maratona di New York, il più grande evento di maratona su scala mondiale al quale, noi di Torino e più in generale gli italiani, siamo molto affezionati. La giornata fredda ma tersa presupponeva una trasmissione televisiva entusiasmante e mozzafiato: purtroppo non è stato così. I top runner e la grande massa di atleti chiaramente non se ne sono accorti ma noi, che guardavamo la televisione, abbiamo sofferto non poco. Al di là del giudizio sulla ripresa e sul modo di interpretare la stessa a New York, abbiamo dovuto assistere, ancora una volta, a uno scandaloso sistema di riprese che, a mala pena, ha consentito di vedere l’arrivo della terza donna. Quello che abbiamo visto nella trasmissione televisiva di New York, purtroppo, è stato l’ennesimo dramma di un modello di produzione tradizionale che ha fallito clamorosamente. Già a Venezia, lo scorso anno, gli organizzatori erano stati gravemente danneggiati da questo modello produttivo (moto, elicotteri ponte, etc.) e questa primavera, sempre per lo stesso motivo, si è ripetuta la stessa cosa.
Adesso New York! Sì, New York, che in termini di elicotteri e di mezzi messi a disposizione della produzione è sempre, in termini di quantità, superiore alla nostra maratona, ha fatto un flop audio-video e di informazione, assolutamente clamoroso. Questa, pensiamo, debba essere considerata, finalmente, l’ultima volta che una grande maratona venga trasmessa con questi sistemi tradizionali. Gli atleti ripresi in televisione si vedevano a barre, a scatti e, nei momenti decisivi della gara saltavano le immagini senza far vedere più nulla: un vero disastro. Noi siamo a disposizione di tutti coloro che vogliono conoscere e approfondire il tema legato ai nuovi modelli di comunicazione e di produzione televisiva.
Turin Marathon
Il Presidente
Luigi Chiabrera