“Mai cessare di dare una buona testimonianza mediante la carità a chiunque”
“Il mio augurio di Vescovo, padre e amico, raggiunga ogni casa. In particolare desidero indirizzarlo ai piccoli, agli anziani, ai malati e ai poveri; a chi ha perso di recente una persona cara e ne sente oggi particolarmente la mancanza; a chi soffre per la solitudine e l’abbandono, privo di affetti e di amicizia sinceri e accoglienti; a chi versa in difficoltà familiari per incomprensioni e rotture che sembrano insanabili; a chi è sfiduciato per la mancanza di un lavoro stabile e sicuro; a chi il lavoro l’ha perso e stenta a ritrovarlo; a chi vive questa festa, come ogni giorno, alla ricerca di un pasto caldo o di un alloggio; a chi è al lavoro per garantire servizi, serenità e sicurezza sociale. Ridurre il Natale a una festa un po’ buonista o al consumismo sfrenato è in netto contrasto con la sobrietà e la povertà della nascita di Gesù”. Sono le parole pronunciate dall’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia nell’omelia di Natale.
“Mai cessare di dare una buona testimonianza mediante la carità a chiunque, ed in ogni ambiente di vita e di lavoro. Il bene che si semina produrrà un frutto abbandonante, quando e come non lo sappiamo, ma è certo che ci sarà. E’ questa certezza che ha sempre dato alla Chiesa la forza di evangelizzare, anche in ambienti e culture che sembravano refrattarie al Vangelo, ed è questo che ha reso i cristiani di ogni tempo coraggiosi nel proporre a tutti il Vangelo della vita, che è Cristo stesso”, ha aggiunto Nosiglia.
“E’ doveroso andare controcorrente e fare concreti gesti di solidarietà verso i poveri e sofferenti della nostra società e ciò non può farci dimenticare l’altra via primaria, il rinsaldare la fede in Gesù Cristo e testimoniarla con coerenza nelle scelte morali”.