Ha preso il via a Torino, a porte chiuse, il processo d’appello nei confronti di Michele Buoninconti, il vigile del fuoco accusato di aver assassinato la moglie, Elena Ceste, e di averne poi nascosto il cadavere in un torrente a poca distanza dall’abitazione, nelle colline astigiane. L’uomo era stato condannato nel 2015, in primo grado, a 30 anni dopo un rito abbreviato. In base alla sentenza da oggi al vaglio della Corte d’assise d’appello, il delitto fu commesso il 24 gennaio 2014, perchè il Buoninconti non accettava che la donna volesse evadere dalla routine familiare sottraendosi al “ruolo di madre e moglie sottomessa che le aveva imposto”. Il corpo della donna venne trovato il 18 ottobre successivo.