STORIA- Pagina 58

Notte europea dei Musei, sabato tariffe ridotte e orario prolungato

13 MAGGIO 

ORARIO PROLUNGATO E TARIFFE SPECIALI ALLA GAM, MAO E PALAZZO MADAMA

 

Apertura straordinaria fino alle 23 e ingresso a 1€ dalle 18 alle 23 

ultimo ingresso alle 22. Visite guidate, performance e workshop in orario serale

 

 

GAMMAO e Palazzo Madama aderiscono come di consueto alla Notte Europea dei Musei organizzata dal Ministero della Cultura francese e patrocinata dall’UNESCO, dal Consiglio d’Europa e dall’ICOM.

La storica manifestazione è nata con l’intento di valorizzare l’identità culturale europea e coinvolge i musei di tutta Europa.

Sabato 13 maggio i musei saranno straordinariamente aperti fino alle ore 23 (ultimo ingresso ore 22) e, a partire dalle 18, si potranno visitare con la tariffa speciale di 1€ le collezioni permanenti e la maggior parte delle mostre in corso, e si potrà assistere dalle 20.30 alla performance Sonic Blossom di Lee Minwei al MAO.

La tariffa speciale di 1€ sarà applicata anche ai possessori di Abbonamento Musei. La Fondazione Torino Musei e Theatrum Sabaudiae propongono inoltre in ogni museo una serie di visite guidate alle collezioni e alle mostre temporanee, oltre a workshop serali.

Cosa si può visitare

 

Alla GAM | Oltre alle collezioni permanenti del ‘900 Il primato dell’opera, saranno visitabili con il biglietto unico a 1€ le mostre Ottocento Collezioni GAM dall’Unità d’Italia all’alba del Novecento, Alberto Moravia Non so perché non ho fatto il pittore e Giuseppe Gabellone Km2,6 in VideotecaGAM.

Aggiungendo 1€ si potrà visitare anche la mostra Viaggio al termine della statuaria. Scultura italiana 1940-1980 dalle Collezioni GAM.

Al MAO | Accesso con biglietto unico a 1€ alle gallerie delle collezioni permanenti, alle mostre in corso Lustro e lusso dalla Spagna islamica e Hidden flowers | Jacopo Miliani (t-space X MAO).

Tra le ore 20:30 e le 22:00 si potrà assistere e partecipare alla performance Sonic Blossom di Lee Minwei.

Aggiungendo 1€ sarà possibile visitare la mostra Buddha10 Reloaded.

A PALAZZO MADAMA | Con il biglietto a 1€ il pubblico potrà accedere alle collezioni permanenti e La porta della Città. Un racconto di 2.000 anni.

Aggiungendo 1€ si potrà visitare la mostra Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario.

Le visite guidate, performance e workshop serali

GAM

dalle 20.00 alle 20.45 – dalle 21.00 alle 21.45

LETTERE DALLA NOTTE

In occasione della Notte Europea dei Musei la GAM propone un workshop in orario serale. L’attività si svolge a flusso continuo, scandita da poche pause di un quarto d’ora durante la quale si sperimenterà la tecnica del collage. A partire da diverse immagini che riproducono opere della GAM esposte in museo e visitabili durante la serata, il pubblico è invitato a ritagliare, comporre e ibridare le diverse parti delle opere per creare una personale cartolina da portare via. Questa potrà essere spedita, conservata o donata, come testimonianza della creazione di un messaggio ‘proibito’, da custodire o donare. Il tema sarà quello della notte: da intendere in maniera figurata, ma anche come simbolo. Le opere scelte rimandano infatti a un immaginario di divertimento, di libertà e di mistero, di oscuro e inconscio, realizzate da artisti attratti da tematiche spigolose, misteriose… notturne.

Costo del workshop: 5 € (+ biglietto di ingresso 1 €)

Info e prenotazioni: 011 5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

MAO

ore 18:30

BUDDHA10 RELOADED

L’incontro con straordinarie statue buddhiste delle collezioni del MAO, alcune delle quali mai esposte al pubblico, messe in dialogo e in contrasto con alcuni esemplari provenienti dal Museo delle Civiltà di Roma e dal Museo d’Arte Orientale E. Chiossone di Genova e con significative opere di artisti contemporanei, diventa l’occasione per riflettere su temi come l’originaria collocazione e funzione delle opere, le modalità di importazione in occidente, le logiche e procedure di restauro, le complesse relazioni fra vero e falso. Questi e altri interrogativi saranno al centro della visita guidata che si propone come momento di condivisione e riflessione su questioni che si celano dietro a soggetti dalla natura e funzione essenzialmente sacra.

Costo della visita guidata: 6 € (+ biglietto di ingresso 1 €)

Info e prenotazioni: t. 011 5211788, prenotazioniftm@arteintorino.com

ore 20:30 – 22:00

SONIC BLOSSOM di LEE MINGWEI

Commissionata per l’inaugurazione del National Museum of Modern and Contemporary Art, Corea, nel 2013, e dopo essere stata presentata nelle più prestigiose istituzioni internazionali quali il Centre Pompidou di Parigi e il Metropolitan Museum of Art di New York, la performance partecipativa dell’artista taiwanese-americano LEE Mingwei arriva per la prima volta in Italia al MAO. Nelle sale del museo si avvicendano 7 cantanti della Scuola di musica vocale da camera di Erik Battaglia del Conservatorio “Giuseppe Verdi”, selezionati e formati da Lee Mingwei in collaborazione con lo stesso professor Battaglia.

Fra tutti i visitatori che incontreranno, ne sceglieranno uno a cui offrire in dono un Lied di Schubert; se questa persona accetterà l’offerta, sarà condotta nel Salone Mazzonis al primo piano e avrà inizio la performance. Tutte le informazioni

 

ore 21:00

VISITA ALLE GALLERIE DEDICATE A CINA E GIAPPONE

L’itinerario attraverso le opere esposte si trasforma in un viaggio verso l’Asia Orientale. Il percorso parte dagli oggetti d’arte della Cina antica, caratterizzati da vasellame neolitico, bronzi rituali, lacche e terrecotte – databili dal Periodo Neolitico al X secolo d.C. – per proseguire nella suggestiva galleria dedicata al Giappone, che presenta statue lignee di ispirazione buddhista, eccezionali paraventi, armature dei samurai e dipinti su rotolo verticale e xilografie policrome note come ukiyo-e, ‘immagini del mondo fluttuante’.

Costo della visita guidata: 6 € (+ biglietto di ingresso 1 €)

Info e prenotazioni: t. 011 5211788, prenotazioniftm@arteintorino.com

Palazzo Madama

ore 18:30 e ore 21:00

DA PORTA ROMANA … A CASTELLO… A MUSEO

È la Notte Europea dei Musei: un’occasione per vivere l’arte e la storia in un orario diverso. Tarda serata e fuori il buio: momento perfetto per visitare le collezioni di Palazzo Madama.

Il sito fu in origine porta romana, poi divenne fortezza medievale e castello dei principi d’Acaia, proseguendo quale residenza delle due Madame Reali e divenendo successivamente la sede del primo Senato Subalpino. Dal 1934 assume un nuovo ruolo: si inaugura la sede del Museo Civico d’Arte Antica con un patrimonio che vanta oltre 70.000 opere.

La visita rivela ogni aspetto senza nulla tralasciare, scandendo ogni passaggio che, nei secoli, in questo luogo si è verificato. Architettura, arte e apparati decorativi: venti secoli di storia da respirare in orario inconsueto.

Costo della visita guidata: 6 € (+ biglietti di ingresso 1 €)

Info e prenotazioni 011 5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

Riflessioni su Venere: dea, capolavoro, influencer

Come non discuterne?


La bella e ondosa chioma bionda è tornata a far parlare di sé dopo secoli, un tempo allegoria del rinnovamento culturale del Rinascimento, oggi forse personificazione del nostro tempo caratterizzato da una generale mancanza di logos, passando da simbolo indiscusso di bellezza e sensualità, ad una moderna sciattaicona svuotata di ogni significato, una sorta di contemporanea versione alla Andy Warhol, ma priva del senso di critica e denuncia sociale che caratterizzava le opere della Pop Art.
Quante parole e quante contestazioni intorno alla vicenda della Venere influencer, eppure penso che abbiamo ben poco di cui lamentarci, giacché, a mio modestissimo parere, questa odierna rivisitazione ce la meritiamo tutta.

Lasciate che mi spieghi.
Sul finire del 1400 precisamente tra il 1485 e il 1486- Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi, meglio noto come Sandro Botticelli (1445-1510), dona al mondo una delle opere più strabilianti della storia dellarte: un mare leggermente increspato, piccole onde che si susseguono secondo un ritmo simmetrico quasi una decorazione da carta da parati-  mentre sullacqua si riflette un cielo terso. Dal lato sinistro del quadro si sporge Zefiro, ha le guance gonfie, soffia per far giungere lavvenente Venere sulla riva, mentre la bella Clori si lascia avvolgere dal dio in un eterno abbraccio aggraziato. Dallaltro lato della tela, una fanciulla, probabilmente una delle Ore o delle Grazie- porge con gesto gentile alla dea una veste, indumento che è di per séun tripudio di decorazioni naturalistiche, le pieghe della stoffa sono riccamente ricamate con primule, rose e rami di mirto, pianta sacra alla stessa Venere e raffigurata anche nellaltrettanto celebre dipinto dello stesso autore, la Primavera.
Al centro della composizione, lo strabiliante artista, allievo di Filippo Lippi, pone Venere.  La splendida figura si staglia nuda allinterno di una conchiglia aperta, che la porta sulla marina, con un atteggiamento di timida riservatezza che tuttavia non la salvaguarda dal trasudare elegante sensualità. Lautore, che apprende le lezioni del Verrocchio e del Pollaiolo, è anche profondo conoscitore dellarte classica, motivo per cui i tratti di Venere/Afrodite  si fanno preziosi e leggiadri, ma altresì ispirati alla statuaria greca; secondo la tradizione iconografica della Venere pudica, la sempiterna fanciulla con una mano si copre il pube e con laltra il seno, mentre i lunghi capelli le incorniciano il volto e contribuiscono a coprire la nudità del corpo.
Il soggetto raffigurato è ripreso dalle Metamorfosi di Ovidio (poeta romano I a.C. – I d-C.), tematica già rappresentata nelle Stanze di Agnolo Poliziano e in generale argomento assai apprezzato e conosciuto presso la corte intellettuale della famiglia Medici.
È bene precisare che, nonostante la titolazione Nascita di Venere, il momento ritratto è lapprodo di Afrodite presso lisola di Cipro.
Come la celeberrima Primavera, anche questopera risponde al diffondersi del neoplatonismo presso la corte di Lorenzo il Magnifico, figura essenziale del Rinascimento, uomo colto e dai gusti raffinati, che amava circondarsi di artisti, filosofi ed intellettuali.
Secondo la filosofia neoplatonica lamore è principio vitale e forza del rinnovamento della natura, per tale motivo lopera del Botticelli va letta come celebrazione e allegoria della nascita di una nuova umanità, rappresentata proprio da Venere, la cui nudità diventa pura sublimazione del concetto di bellezza, esimio tentativo, da parte del pittore, di canonizzare i paradigmi estetici del pensiero di Plotino, per il quale la mimesi non è più pensata come copia del reale, ma come copia del modello ideale, ossia come idealizzazione.
Per secoli tale capolavoro si è fatto amare, senza alcuna difficoltà, perché il bello colpisce il cuore e la mente e non può che lasciare lo spettatore senza fiato.
Per secoli, appunto, fino alla nostra attualità, asettica e adiafora, ossia indifferente.
Silenzio che si è quietato giusto fino al 2020, il tempo di un battito dali duna farfalla o di una storia su instagram, quando la più che nota Chiara Ferragni ha solcato i vasariani corridoi degli Uffizi.
E poi di nuovo il nulla.
Ma ecco allimprovviso il riapparire di quella inconfondibile chioma bionda.
È la nostra Venere, solo che ora non rappresenta più lidea botticelliana, bensì la nostra. È tutta moderna, ora la bella Afrodite: alla faccia del body positive o del girl power, si presenta abbigliata da radical chic, non mostra nemmeno un centimetro dellantica perfezione e sembra sorridere inebetita accanto alla sua bicicletta ecosostenibile, mentre presenta al mondo unItalia stereotipata -che poi come sappiamo Italia non è-.
Questa tanto dibattuta Venere mondana è leffigie dellaltrettanto discussa campagna promozionale Open to meraviglia, voluta dal Ministro del Turismo Daniela Santanché e costata ben 9 milioni di euro. Le problematiche paiono essere effettivamente complesse, al punto che il caso è finito in parlamento con laccusa   di grave danno di immagine al Paese. Gli scivoloni in effetti sono molteplici, èinnegabile, e grossolani, per lo più traduzioni errate e locazioni geografiche inesatte. Solo un esempio: sul sito si legge che Palladio interviene, per ledificazione della Basilica Palladiana, sul preesistente Palazzo della Regione, in realtà Palazzo della Ragione, definizione data alledificio poiché lì si esercitava la ratio.
A far discutere sono anche le immagini da cartolina pizza e mandolino, che per altro non sono nemmeno state realizzate sul territorio. E infine questo claim ibrido e maccheronico che richiama quel Verybello voluto nel 2015 dal Ministero dei Beni culturali, espressione per altro ritenuta inadatta e poco internazionale.
Insomma questa trovata pare fare acqua da tutte le parti.
Eppure non sono tali numerosi errori a colpire la mia attenzione.
Mi pare, a guardarla bene, che sul volto della mirabile Afrodite non ci sia più un aggraziato sorriso, ma un ridere sommesso e beffardo, una smorfia celata e trattenuta da photoshop, una presa in giro rivolta a noi, noi osservatori automatici, a noi incapaci di agire attivamente e icon criterio, a noi che come s**** rimaniamo a guardare per dirla parafrasando il titolo di un film di PIF, geniale quanto veritiero.
Quello che penso è che questa Venere influencer ce la meritiamo.
Come la Dea botticelliana era allegoria della ratio rinascimentale, dell uomo misura di tutte le cose e della nuova umanità illuminata, questa contemporanea Venere influencer è perfetta metafora del tempo in cui stiamo vivendo.
La storica bellezza lascia spazio ad un aspetto banalizzato e standardizzato, la simbolica nudità che esaltava la perfezione del corpo è ora censurata con abile e subdolo moralismo, infine lo slogan, così tristemente scarno, riecheggia la pochezza di contenuti inculcata dalla cultura del Social.
Non è dunque lattualizzazione ironica dellicona rinascimentale, bensì una sorta di nemesi: una fanciulla vacua e vaga truccata da capolavoro, personificazione ad hoc di una società dove la leggerezza spadroneggia, i ruoli si sfaldano e nessuno vuole assumersi le proprie responsabilità.
Lo dimostrano le recenti circostanze, in particolar modo i fatti riguardanti la scuola.
Il sistema educativo si sta sgretolando, sta cedendo il luogo in cui i ragazzi vengono istruiti, in cui si concretizzano i verbi latini disco e nosco secondo le accezioni più late dei termini.
Le cose funzionavano bene fino a non troppo tempo fa. La famiglia ricopriva il suo ruolo essenziale per la crescita dei giovani, parimenti la scuola contribuiva alla formazione del futuro cittadino (secondo quanto sostenuto nel documento chiamato Patto di Corresponsabilitàtra Famiglia e Istituzione), rivestendo un ruolo chiave nella crescita dellindividuo, il quale si preparava così ad inserirsi attivamente nella collettività.
Dun tratto i due nuclei non hanno più viaggiato in parallelo, luno ha improvvisamente debordato nellaltro, che a sua volta ha perso senso di fermezza e concretezza. Di nuovo andrei a ricercare le cause in questa violenta e forzata intromissione tecnologica nelle nostre vite.
Scusate poi se mi appello a quello che è propriamente il mio campo: lo abbiamo già dimenticato il casus belli del David di Michelangelo? Una vicenda che come sempre ha acceso gli animi per qualche pomeriggio, poi è passata in sordina: Hope Carrasquilla, preside della Classical School di Tallahassee, in Florida, è costretta a rassegnare le dimissioni per aver mostrato la statua del David di Michelangelo Buonarroti durante una lezione di arte -tra laltro proprio sullarte del Rinascimento italiano- in seguito alle proteste dei genitori degli alunni, i quali hanno accusato la docente di pornografia.
Certo, è successo lontano da noi, nella stessa terra misteriosa dove la Cancel Culture vuole eliminare Dante e Omero dai programmi scolastici perché ritenuti offensivi e razzisti, nello stesso luogo in cui i grandi classici della Disney sono eliminati dalla storia della filmografia e con la stessa ignorante presunzione vengono trattati alcuni capisaldi del cinema internazionale (Via Col vento giusto per citarne uno).
Eppure è la stessa patria che guardiamo con fascinazione e adorazione, è la stessa America che vogliamo tanto imitare, quindi scusate se mi indigno e un po mi spavento.
In più vi confesso, certo non a questi assurdi livelli, ma anche nelle nostre scuole tutte italiane noi docenti dobbiamo entrare in classe in punta di piedi, non tanto per timore dei ragazzi, ma per le eventuali rimostranze che potrebbero giungere da casa.
Lo dico sorridendo, ma pensatemi mentre spiego Storia dellArte, che praticamente è tutta un nudo e quando non si parla di religione si tratta di scene di violenza! Cosa dovrei spiegare? Forse rimangono alcune opere fiamminghe, ma non possiamo soffermarci solo sul genere natura morta che poi per lo più si tratta di scene di vanitas e qualcuno potrebbe comunque sentirsi turbato allidea di sfiorire e non essere immortale-.
A me in primis era capitato qualche anno fa: una mamma mi aveva atteso fuori da scuola, per dirmi che era contraria alla consegna che avevo assegnato alla figlia (un disegno attraverso il quale i ragazzi avrebbero dovuto esprimere ciascuno le proprie emozioni): classe I media, studio delle emozioni, con tanto di spiegazione e restituzione del lavoro da parte mia ad ogni fine ora, completo di confronto attivo tra gli alunni, basato su riflessioni e raffronti. Lezioni a cui per altro lalunna in questione partecipava volentieri, senza ansie né traumi.Ricordo che la vicenda si era poi conclusa senza eccessive difficoltà, qualche delucidazione in più e una spiegazione accurata di quanto avveniva in classe avevano appianato i dubbi della madre che si era dimostrata aperta al dialogo.
Accade qualche giorno fa vicino Napoli. Alcuni genitori, membri dellAssociazione Borromeo, protestano perché la classe dei figli realizza, sotto la supervisione del docente, un film horror, attivitàche, a detta di tali individui, è di cattivo gusto  e senza un finale educativo. Il filmato però tratta tematiche importanti e di grande attualità quali il bullismo, lemarginazione, la violenza in etàadolescenziale, ma anche lamicizia e la rivalsa; inoltre gli alunni vengono preparati studiando testi specifici, quali alcuni romanzi di Stephen King, maestro per eccellenza della letteratura horrorcontemporanea, abilissimo scrittore  e uomo di grande cultura e genialità, insomma non proprio improvvisando su filmati di serie B o libri privi di messaggio come certe saghe dark che poi riscuotono pure troppo successo.
Sono davvero numerosi i casi in cui la scuola, e i componenti di tale comunità educante, devono retrocedere a favore di questa prepotenza diffusa, basata su villania e ignorantaggine.
Ad oggi non mi crea sconcerto lappunto di un signor nessuno, ma temo grandemente il fatto che queste assurde prese di posizione non solo vengano ascoltate, ma abbiano spesso la meglio sulle scelte didattiche e sulle metodologie educative impiegate del docente, che per altro è un professionista dellerudizione, pagato (molto poco) per istruire i ragazzi e prepararli alla vita, non solo allinterrogazione imminente.
Questi sono i veri atteggiamenti che sminuiscono il ruolo del Professore, non i rapporti più o meno stretti che talvolta si instaurano allinterno della classe, non gli strumenti e i metodi che gli insegnanti decidono di adottare, e non è nemmeno colpa dei banchi a rotelle o dei libri di testo digitali.
La colpa è dei padri e delle madri di questa Venere influencer.
Che poi è figlia nostra, di noi adulti, dei miei coetanei, di questa bizzarra generazione che crede di sapere tutto, che non vuole vedere i propri figli crescere perché ciò significherebbe invecchiare, che non basta a se stessa e perciò sproloquia su tutto, che non ha ancora capito i cambiamenti che ormai sono avvenuti e colpevolizza le nuove generazioni.
Questa Venere influencer non ha proprio nulla di sbagliato, al contrario.
Solo che guardarsi allo specchio talvolta può essere doloroso.

ALESSIA CAGNOTTO

L’autobiografia della Vedova Calabresi tra perdono e memoria storica

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Sono stato ad una presentazione del libro  “La crepa e la luce – Sulla strada del perdono” (ed. Mondadori)  di Gemma Capra, vedova del commissario Luigi Calabresi ammazzato dai sicari di Lotta continua nel 1972. La signora Calabresi coglie l’occasione per tracciare una sua autobiografia all’insegna del perdono,  essendo ormai giunta a 75 anni di età.  Incontrandola,  ho detto pubblicamente  che è riuscita a trasformare una tragedia in poesia. Ho seguito con attenzione e anche commozione le sue parole ed oggi ho letto il suo libro.  Sotto il profilo umano emerge una donna fragile e forte ad un tempo che ha trovato nella fede il superamento di ogni odio sicuramente comprensibile in una persona che perdette il marito all’età di venticinque anni.
La Signora Calabresi è mia coetanea ed è anche torinese di origine: la nostra memoria quasi coincide ed ho sentito un’attrazione sentimentale verso questa donna che è riuscita a vivere due matrimoni tanto diversi uno dall’altro. Io ho conosciuto il figlio Mario Calabresi in alcune occasioni. Venne anche al ricordo di Carlo Casalegno che tenni nel luogo in cui subì l’agguato mortale delle Br. Posso dire che la vedova di Carlo Casalegno Dedi  nutriva sentimenti  molto diversi da quelli della Signora Calabresi e di suo figlio Mario. Così debbo dire anche  di un mio carissimo amico, il maestro Massimo Coco, figlio del Procuratore Generale di Genova  Francesco Coco  freddato dai brigatisti con la sua scorta. Massimo Coco ha scritto un grande libro destinato ad entrare nella memorialistica  del Novecento “Ricordare stanca” che ho presentato in diverse occasioni in cui dice anche con chiarezza che lui non è disposto a perdonare perché gli assassini di suo padre non sono mai stati identificati. Gemma Calabresi ha cercato invece nel suo libro addirittura di identificarsi nella vita dei responsabili della morte di suo marito, pensando a gente che avrebbe potuto anche fare del bene oltre che del male. Nel libro si parla  inoltre dei suoi incontri con il pentito Leonardo  Marino e degli “esuli” francesi condannati per l’omicidio Calabresi che non hanno mai fatto un giorno di carcere  per l’accoglienza loro accordata da Mitterand e confermata di recente dalle autorità d’Oltralpe. La comprensione della vedova Calabresi è sicuramente rispettabile, ma poco condivisibile. Con lo stesso metro avrebbe accordato fiducia anche al pluriomicida Battisti.  Sofri, il mandante, il capo supremo di “Lotta continua”, e’ difficile da perdonare non fosse altro perché mando’ allo sbaraglio tanti giovani in anni in cui bastava una parola per uccidere.  Ho chiesto alla Signora Calabresi cosa pensasse del delirante ed infame manifesto pubblicato su “L’Espresso” nel 1971 che raccolse 757 firme di intellettuali o sedicenti tali, il Gotha della cultura oltre che del culturame.
Persone come Giorgio Amendola firmarono il manifesto  insieme a Bobbio che si dissociò  molto tardivamente. Natalia Ginzburg  interrogata anni dopo disse: ”Non so cosa si vuole da me , non ho niente da dichiarare“. Il famoso critico Giulio Carlo Argan disse di “non ricordare nulla e di non volerne più parlare“.
A suo tempo mi sorprese che una storica dell’arte torinese stimata Anna Maria Brizio fosse stata tra i promotori del manifesto insieme a Musatti, Paci e Salinari, quello dell’ agguato di Via Rasella.
Ho raccontato in articoli e in un libro come fosse stata carpita da Moravia a Mario Soldati  la firma.  La signora Calabresi ha minimizzato il significato dell’appello di quasi tutta la cultura italiana  che armò la mano agli assassini del marito, dicendo che molte adesioni vennero ricavate dagli indirizzari di alcune associazioni. Può essere vero, come è vero quanto scrivo io per Soldati, ma solo in pochissimi si dissociarono dopo parecchi  anni. Bobbio espresse orrore per il testo sottoscritto.
Comprendo benissimo che armare la mano degli assassini con delle parole deliranti non equivalga ad ammazzare qualcuno, ma speravo che la signora Calabresi si sarebbe espressa  in un altro modo – pur perdonando tutti – nei confronti del meglio e del peggio della cultura italiana di allora che giudicò quasi coralmente  suo marito un assassino con le mani sporche di sangue dell’anarchico Pinelli. Io non riesco a dimenticare l’infame manifesto e non posso non ricordare che Giampaolo Pansa, Marco Pannella, Alberto Asor Rosa   e Sandro Galante Garrone rifiutarono la firma: rari nantes in gurgite vasto del conformismo e della violenza che sfociò nel terrorismo armato di cui l’ammazzamento di Calabresi fu il tragico inizio.
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scrivere a quaglieni@gmail.com

Torino, gli eventi culturali nei musei della Fondazione

AGENDA APPUNTAMENTI FONDAZIONE TORINO MUSEI

5 – 11 maggio 2023

 

 

SABATO 6 MAGGIO

 

Sabato 6 maggio

SONIC BLOSSOM e BUDDHA10 RELOADED

MAO – apre la nuova mostra

Commissionata per l’inaugurazione del National Museum of Modern and Contemporary Art, Corea, nel 2013, e dopo essere stata presentata nelle più prestigiose istituzioni internazionali quali il Centre Pompidou di Parigi e il MET di New York, Sonic Blossom, la performance partecipativa dell’artista taiwanese-americano Lee Mingwei, arriva per la prima volta in Italia al MAO, dove sarà visibile per un mese.

Sonic Blossom è parte dell’evoluzione della mostra Buddha10 Reloaded, che apre al pubblico il 5 maggio profondamente rinnovata.

www.maotorino.it

Sabato 6 maggio ore 16:30

ALCHIMIE – ORO/SOLE – Creatività, fuoco, volontà

MAO – Visita guidata in collaborazione con Orchestra Filarmonica di Torino

Arte e musica: c’è alchimia migliore? Ispirati dai concerti della Stagione concertistica dell’Orchestra Filarmonica di Torino, i musei della Fondazione Torino Musei ogni sabato precedente il concerto propongono a rotazione un ciclo di visite guidate al proprio patrimonio museale.

ORO/SOLE – Creatività, fuoco, volontà

Il Dio del sole dispensa la vita

Il Dio del Sole Surya, Rahu e l’eclissi del sole, i tre passi di Vishnu, la prima festa importante dell’anno e la festa delle luci… Nelle sale che ospitano la statuaria dall’India e dal sud est asiatico, il percorso si snoda tra le rappresentazioni di divinità dell’Induismo e i racconti di miti e feste nelle quali il sole e la luce sono protagonisti e simboli potenti.

Visita guidata a pagamento. Costo: 6 euro per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei Piemonte e Valle d’Aosta e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com • è possibile effettuare l’acquisto anche on-line

 

Sabato 6 maggio ore 16.30

VELLUTI, RICAMI, LAMPASSI, BANYAN E MARSINE DALLA COLLEZIONE DI PALAZZO MADAMA

Palazzo Madama – visita guidata tematica

Un viaggio fra le sete, i ricami, i damaschi e i velluti cesellati di Palazzo Madama per percorrere la complessa evoluzione della produzione tessile: dai tessuti copti ai costosi velluti rinascimentali di produzione italiana, dai ricami di Caterina Cantona, una fra le poche ricamatrici donne attive in Italia fra Cinque e Seicento, alle complesse sete lionesi del Settecento che si imposero in tutta Europa per i loro innovativi disegni e le loro inimitabili lavorazione. Parallelamente si analizzano i cambiamenti nella moda, da un raro giuppone maschile di sicura provenienza dalla corte dei Savoia, a un banyan confezionato in seta cinese sino ad un iconico abito degli anni 20, simbolo e immagine di una visione di donna e di una nuova società.

Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

 

DOMENICA 7 MAGGIO

 

Domenica 7 maggio 2023 ore 15

NUOVI EROI

GAM – attività per le famiglie

(bambini ai 5 anni in su)

Fumetti, narrazioni e film spesso catapultano noi ed i nostri bambini in un mondo di supereroi.

Ma chi o che cosa è un eroe? Sicuri che servano i superpoteri per esserlo?

Durante la visita alle collezioni della GAM andremo alla ricerca di chi, a suo modo, può essere considerato un eroe: chi nella fantasia e chi nella realtà, chi nell’arte e chi nella storia, con idee e materiali, questi personaggi hanno compiuto gesta degne di essere raccontate e tramandate. L’obiettivo è conoscere, attraverso la narrazione e l’osservazione delle opere esposte, gli “eroi” cioè gli artisti che hanno avuto il coraggio di osare.

In laboratorio adulti e bambini, divisi in due spazi dedicati avranno la possibilità di realizzare il proprio eroe, reale o fantastico, e gli attributi utili a descriverlo e definirlo.

Al termine dell’attività le famiglie potranno ritrovarsi per un momento di racconto e condivisione, riunendo i propri lavori e creando un unico mondo eroico.

Costo: Euro 7 a partecipante

Costo aggiuntivo: adulti biglietto di ingresso ridotto; gratuito per i possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Valle d’Aosta

Informazioni e prenotazioni: 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

Domenica 7 maggio ore 16.30

I FASTI DEL BAROCCO

Palazzo Madama – visita guidata tematica

Entrare a Palazzo Madama per essere accompagnati in una visita che garantirà un’ampia descrizione del periodo barocco. Nel Palazzo i fasti dell’epoca sono evidenti, roboanti, splendenti: è un vero e proprio linguaggio di lusso che rappresenta la magnificenza della Torino di Sei e Settecento. Filo rosso del racconto saranno gli artisti di corte, i viaggi, il gusto per il collezionismo e, in generale, la passione e la consapevolezza del potere dell’arte. Sarà possibile, infatti, ammirare capolavori quali le tele di Orazio Gentileschi, Bartolomeo Caravoglia, Sebastiano Conca: alcuni dei nomi di spicco esposti nelle sale auliche del museo. Opere che costituivano i sontuosi sistemi decorativi dei palazzi della nobiltà sabauda e della dinastia regnante convergendo in un racconto iconografico tutto da scoprire in una visita ad hoc.

Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

 

 

MERCOLEDI 10 MAGGIO

Mercoledì 10 maggio

BIZANTINI. LUOGHI, SIMBOLI E COMUNITÀ DI UN IMPERO MILLENARIO

10 maggio – 28 agosto 2023

anteprima stampa martedì 9 maggio ore 11

Palazzo Madama – apre la nuova mostra

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino, presenta, dal 10 maggio al 28 agosto 2023, la mostra Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario, a cura di Federico Marazzi con il contributo del MANN –  Museo Archeologico Nazionale di Napoli, di Palazzo Madama e del Ministero Ellenico della Cultura e dello Sport e la collaborazione nell’organizzazione generale di Villaggio Globale International.

L’esposizione, proposta dal 21 dicembre 2022 al 10 aprile 2023 al MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli, arriva a Torino, come seconda sede, per illustrare il “millennio bizantino” con il corpus espositivo principale integrato da una sezione dedicata al rapporto con l’area piemontese.

Oltre 350 opere – sculture, mosaici, affreschi, vasellami, sigilli e monete, straordinari manufatti in ceramica, smalti, oggetti d’argento, preziose gemme e oreficerie, pregevoli elementi architettonici – danno conto delle strutture, dei sistemi organizzativi, dei commerci e dei rituali di una complessa realtà politica, testimoniando nel contempo le eccellenze delle manifatture bizantine, gli incroci di cultura, gli stilemi e i simboli dell’Impero d’Oriente attraverso i secoli. È la creatività artistica del mondo antico che transita verso il Medioevo, con un linguaggio rinnovato dalla fede cristiana e con gli innesti del mondo orientale, in particolare della cultura iranica e araba.

Centinaia di prestiti provenienti da importanti musei italiani e da oltre venti musei greci giungono a Torino a narrare il millenario sforzo di un Impero teso al dialogo tra la cultura classica e quella orientale.

Per una Bisanzio, legata al territorio piemontese, che vedrà nel Principato d’Acaia, fin dalle origini proiettato verso l’Oriente greco e bizantino, l’origine della dinastia dei Savoia-Acaia – formatasi dal matrimonio nel 1301 tra Filippo di Savoia e Isabella di Villehardouin, principessa d’Acaia – ma anche una strettissima connessione con la dinastia dei Paleologi, ascesa nel 1261 con Michele Paleologo al trono imperiale, conservato sino al tramonto definitivo di Bisanzio nel 1453 tramite questo suo ramo occidentale, che si dimostra capace di ravvivare gli splendori della corte aleramica, rimanendo al potere fino all’ultimo discendente, Gian Giorgio, morto nel 1533.

Infowww.palazzomadamatorino.it

 

Mercoledì 10 maggio ore 16.30

PIANTE. FIORI E IMPOLLINATORI

Palazzo Madama – incontro nel Giardino Botanico Medievale con Edoardo Santoro

Insetti utili e piante che aiutano piante e fioriture da apprezzare non solo per colori e profumi, ma anche per il ruolo che svolgono nel rendere equilibrato uno spazio verde. Il tema degli organismi utili ci porta a capire meglio l’azione di insetti come api e coccinelle e a comprendere il ruolo degli organismi nocivi, per rendere le piante più forti a superare le difficoltà.

Terzo incontro del ciclo Il Giardino Medievale “anni 2000”: piante e tecniche per un giardino sostenibile.

Costo: 5€ ingresso in giardino (gratuito Abbonati Musei) + 5€ ogni incontro

Durata: 1 ora

Info e prenotazioni: tel. 011 4429629; e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

Prenotazione consigliata

Prossimi appuntamenti

Giovedì 18 (nell’ambito dell’ICOM DAY) e mercoledì 24 maggio ore 16.30: Tecniche. Il clima, l’acqua e l’influenza sulla cura delle piante

Mercoledì 7 giugno ore 16.30: Piante. Verdi e contente

Costo: 5€ ingresso in giardino (gratuito Abbonati Musei) + 5€ ogni incontro

Durata: 1 ora

Info e prenotazioni: tel. 011 4429629; e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

Prenotazione consigliata

 

Mercoledì 10 maggio ore 17

TEXTILES ARE BACK. INVENZIONE E BELLEZZA

Palazzo Madama – conferenza con Maria Paola Ruffino, conservatore Palazzo Madama

Nel XVII e XVIII secolo il tessuto in Europa tocca vertici di raffinatezza con disegni di crescente complessità e sensibilità, giocati attraverso i colori e l’intreccio dei filati. Le manifatture di Lione, al servizio del Re Sole, conquistano la palma dell’eccellenza e conducono con la loro produzione la corsa della moda. Le stoffe sviluppano sempre nuovi disegni e invenzioni decorative in funzione della loro valorizzazione nelle ricche vesti femminili e maschili, per volgere, nell’ultimo quarto del Settecento, verso la semplificazione di forme e decori ispirata dalla cultura neoclassica.

Ingresso libero

Prenotazione consigliata: t. 011.4429629 (dal lun. al ven. 09.30 – 13.00; 14.00 – 16.00) oppure scrivere a madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

GIOVEDI 11 MAGGIO

 

Giovedì 11 maggio ore 18

COME FA QUEST’OPERA D’ARTE A CONOSCERMI COSÌ BENE?

INCONTRO CON TIZIANO SCARPA

GAM – presso il Centro commensale BINARIA Via Sestriere, 34 Torino

«Come faceva Alighiero Boetti a sapere che anch’io mi incanto davanti alle cose, e che anch’io, come ha fatto lui con un rotolo di cartone, vorrei costruire la mia Torre di Babele, ma ho sì e no un rotolino di carta (per non parlare della carta igienica)? Come faceva a sapere che anch’io sogno di edificare cose enormi ma ho poco o nulla a diposizione?» «E come faceva Yves Klein a sapere che, nonostante tutto, anche io ho questa aspirazione ad essere – se non un santo – perlomeno degno di stare su uno sfondo dorato, e anche se sono inadeguato, vorrei anch’io essere fatto di cielo, per essere all’altezza di qualcosa di più grande di me?» «Come fa quest’opera d’arte a conoscermi così bene?»

Per La cultura dietro l’angolo la GAM ha invitato tre intellettuali a interrogarsi sulle ragioni per le quali varcare, magari per la prima volta, la soglia di un museo d’arte moderna e contemporanea come la GAM di Torino e scoprirne le collezioni e le esposizioni. Questa prima conversazione vede protagonista Tiziano Scarpa, scrittore, drammaturgo e poeta che in diverse occasioni si è occupato d’arte e del lavoro di artisti contemporanei. Passeggiando tra le sale del museo Scarpa si pone di fronte alle opere con un sguardo stupito, perché ritrova in ogni lavoro qualcosa di sé stesso.

Un inedito suggerimento a ognuno di noi: non è necessario essere esperti o critici d’arte per scoprire quanto le opere d’arte, anche le più incomprensibili a un primo impatto, invece ci somiglino.

Tutte le info

 

Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo

alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.

Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

Nuova vita all’Organo Reale

Dopo un attento restauro riprendono fiato le canne dell’organo costruito a metà settecento dai Fratelli Concone e conservato inalterato e in condizioni di assoluta originalità. Nessun apporto elettrico impone l ‘azionamento manuale dei mantici. Strumento di piccole dimensioni idoneo alla Cappella Regia. Grazie all’ Accademia Santo Spirito che ha organizzato tre concerti  aperti alla cittadinanza, pochi fortunati che oltre ad entrare in un luogo assolutamente fantastico,nella Cappella Reale di Palazzo Madama , hanno potuto godere del suono d’altri tempi. L’ organista Luca Ronzitti coadiuvato dagli alzamantici Pagliero e Zamboni ha interpretato un repertorio organistico e clavicembalistico di autori Frescobaldi, Scarlatti, Leo e Trofeo alternando pagine di scuola napoletana e sabauda con ritmi cadenzati dei balli tardo rinascimentale. Un’esperienza rara per gli amanti della musica barocca.

GABRIELLA DAGHERO

4 maggio 1949: la leggenda del Grande Torino

 

Sono passati 74 anni ma il ricordo di quella squadra meravigliosa è sempre vivo nel cuore di tutti gli sportivi che amano il calcio.

 

Il 4 maggio del 1949,alle ore 17.03, avvenne l’incidente che segnò la fine degli “Invincibili”, una delle più grandi squadre della storia del calcio italiano:5 scudetti consecutivi ed 1 coppa Italia. L’aereo che trasportava i giocatori si schiantò contro la basilica di Superga,posta sul colle torinese. Le vittime furono 31.
La stagione 1948/49 fu portata a termine dalla formazione giovanile del Torino. I Granata vinsero le 4 partite rimanenti contro le giovanili delle altre squadre, chiudendo il campionato al primo posto davanti all’Inter.
Lo scudetto venne assegnato egualmente prima della disputa delle gare.
Tra i tanti record del Grande Torino ricordiamo la presenza,contemporanea ,di 10 giocatori su 11 nella Nazionale Italiana:italia-Ungheria 3-2 dell’ 11 maggio 1947. Ai funerali del Grande Torino parteciparono
500mila persone:era il 6 maggio del 1949 a Palazzo Madama a Torino. Il 10 aprile del 2018 è morto Sauro Tomà, l’ultimo superstite del Grande Torino, all’età di 92 anni:non partì perché infortunato.
A detta di tutti i grandi studiosi del calcio quella squadra meravigliosa era avanti di 20 anni.

Enzo Grassano

A casa dei Galli della Loggia

Non solo il Fai, anche la rassegna “Castelli Aperti” apre al pubblico le porte di palazzi, ville, castelli, parchi, musei e dimore storiche, altrimenti non visitabili, permettendo così di scoprire il vasto patrimonio storico, artistico e culturale del Piemonte. “Il Torinese” è entrato nel castello Galli della Loggia, a pochi chilometri da Torino. Oggi è una grande villa più che un castello circondata da un parco di 3 ettari con duecento piante secolari. Per centinaia di anni ha ospitato illustri famiglie piemontesi. Il proprietario della dimora accoglie i visitatori e fa da guida raccontando che nel Medioevo l’imponente edificio era una fortezza a difesa del borgo e che tra il Cinquecento e il Seicento era protetta da una torre, tuttora presente, una cerchia di mura e da un fossato con ponte levatoio.
Alla fine del Settecento è stata trasformata in villa. Nel XII secolo il feudo di La Loggia apparteneva ai Provana di Carignano e sul finire del’400 la proprietà fu venduta a Giacomo Darmelli, di un’antica famiglia di Moncalieri, che ricostruì le parti danneggiate. I suoi figli divennero i Signori di La Loggia. Nella seconda metà del Settecento entrò in scena la famiglia dei conti Galli ai quali venne assegnato il feudo di La Loggia. Nel piccolo borgo alle porte di Torino si affacciò Pietro Gaetano Galli, una figura di grande levatura intellettuale e politica. Sotto Vittorio Amedeo III venne nominato Senatore del Regno di Sardegna e Ministro dello Stato. Nel 1781 il Re gli consegnò il feudo di La Loggia. Con l’avvento di Napoleone il conte Galli si pose al servizio dell’imperatore. A quell’epoca i Galli erano la famiglia più nota e importante del paese e del territorio. Lo stemma del Comune di La Loggia rappresenta un gallo a conferma dell’impronta che il casato ha lasciato nella storia del paese. La parte nord del castello ha conservato il carattere medioevale mentre la facciata sud è stata rifatta nei primi anni del 1700. Nel 1978 morì Laura, la figlia dell’ultimo conte Galli. Con Laura, chiamata dai loggesi “la contessina”, si estinse il ramo loggese della casata Galli e il castello passò ai cugini. Il Barone Carlo D’Auvare, originario di Nizza, cugino della contessa Laura, diventò proprietario del castello e nel 2010 lo donò alla figlia Nicoletta. Dal 1996 “Castelli aperti” consente di visitare, tra la primavera e l’autunno, il ricco patrimonio culturale della nostra regione.
La rassegna di promozione dei siti storici è nata, spiega l’Associazione, grazie alla volontà della Regione Piemonte con le province di Asti, Alessandria e Cuneo e oggi si è estesa a tutto il Piemonte e anche alla Liguria, terra da sempre legata all’identità del territorio del basso Piemonte”. Per informazioni ci si può rivolgere all’Associazione Amici di Castelli Aperti, info@castelliaperti.it – telefono 339 2629368                    Filippo Re

La Grande Guerra a Torino nell’opera della Croce Rossa e non solo…

LA NOSTRA STORIA, IL NOSTRO TERRITORIO

 

Incontro con Franco Lucia

Mercoledì 3 maggio 2023
Ore 17,30

Moncalieri, Biblioteca civica Arduino, via Cavour 31
Pagina facebook @bibliomonc

Un libro per rievocare, attraverso la ricostruzione dell’operatività della Croce Rossa e di altre pubbliche istituzioni in quegli anni, il periodo della Grande Guerra ‘15/’18 a Torino. Nel suo La Grande Guerra a Torino Franco Lucia mette a fuoco, attraverso l’attenta lettura ed analisi delle singole strutture coinvolte e delle iniziative condotte da ciascuna, l’immediata ed efficace risposta che una città come Torino, già dotata di una consistente presenza ospedaliera, felicemente collegata da una capillare rete tranviaria e ferroviaria, seppe esprimere al meglio. Il libro viene presentato a Moncalieri nel prossimo incontro del ciclo La nostra storia, il nostro territorio, mercoledì 3 maggio alle 17,30 alla biblioteca civica Arduino (via Cavour 31). Torino seppe far fronte egregiamente non solo a un’immensa quantità di feriti e malati provenienti dal fronte, ma anche alla grande ondata di profughi a seguito della battaglia e della ritirata di Caporetto, nella valle dell’Isonzo dell’attuale Slovenia. Che si trattasse di residenze reali, ospedali cittadini e territoriali CRI, caserme, scuole, stabilimenti industriali, ambulatori farmaceutici, centri riabilitativi e di convalescenza, asili, manicomi, cucine e ricoveri notturni, in ogni ambito, uomini e donne con i loro mezzi e materiali, fecero la loro parte, a volte non senza sacrificare anche la propria vita. Introducono Laura Pompeo, assessore alla Cultura e Giuseppe Messina, assessore all’Istruzione e al Patrimonio. Interventi di Angelo Toppino, Romina Lauretta, Andrea Carnino e Marco Margrita. Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti e diretta facebook.

Diamo con piacere la parola a Franco Lucia nell’ambito della nostra pagina di storia del territorio – commenta Laura Pompeo, assessore alla Cultura – Un autore che conosce a fondo la storia della Croce Rossa, tanto in qualità di studioso quanto in quella di volontario nel Comitato di Torino da ben 40 anni.

Franco Lucia

Volontario della Croce Rossa Italiana nel Comitato di Torino da quarant’anni, molti dei quali impegnati in servizio presso il Corpo Militare C.R.I. come Ufficiale Commissario, è stato presente ed attivo in molti degli interventi operativi, che hanno richiesto il coinvolgimento del volontariato torinese dai primi anni ’80, fino alla recente pandemia dovuta al Covid-19.
Da una decina d’anni, conciliando i suoi precedenti studi in materia di Scienze Turistiche e le sue competenze ed esperienze di guida turistica della Regione Piemonte e di pubblicista iscritto all’Ordine Nazionale Giornalisti, nonché di appassionato per le divulgazioni di carattere storico, (oltre ad aver fondato nell’ambito della sua professione ferroviaria il Museo della Stazione F.S. di Torino Porta Nuova), si è dedicato sempre più meticolosamente nel tempo, alla preservazione e valorizzazione del patrimonio documentale e dei cimeli d’epoca appartenenti al Comitato subalpino.
Già Istruttore di Diritto Internazionale Umanitario e Cultore Italiano di Storia della Croce Rossa Internazionale, è stato nominato dal Consiglio Direttivo del Comitato C.R.I. torinese, Delegato Tecnico “Principi e Valori”, anche con mansioni di Referente del rinnovato Ufficio Storico, proseguendo con consueta passione ed entusiasmo, il suo impegno didattico d’aula, sia nei corsi d’accesso, che in occasione di seminari tematici riguardanti la storia del Movimento. Non ultimo, sempre collaborando con il Consiglio Direttivo, è alla guida anche di uno staff molto motivato, nel far sorgere un’esposizione museale permanente, all’attenzione della collettività torinese e non solo, per far apprezzare pubblicamente l’infaticabile e preziosa opera della Croce Rossa da 160 anni a questa parte.

Antifascismo, anticomunismo, antitotalitarismi

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Gian Luca Favetto su “Repubblica” ha scritto un articolo dal titolo  “Il 25 aprile: un verso di passione, colori, memorie e profumi “ in cui ad un certo punto ha  scritto quanto segue:  “Il 25 aprile deve sventolare fiero contro tutti i fascismi, nazismi, totalitarismi“. Nunzio dell’Erba mi ha segnalato l’articolo che mi era sfuggito.
In tutto il suo appassionato pezzo, che rivela il  valore del critico letterario capace, ma non certo dello storico, non compare mai la parola anticomunismo. A Fratelli d’Italia si imputa la colpa di non voler mai pronunciare la parola antifascismo, ma Favetto e tanti militanti e dirigenti della Sinistra non  si dicono mai  anticomunisti, commettendo  un identico errore. Il comunismo non è stato da meno del Nazismo, anzi dal 1917 al crollo del Muro di Berlino ha seminato milioni di morti, per non parlare della Cina  maoista e post maoista. Non basta prendere le distanze dallo stalinismo perché Krusciov che era antistalinista, invase l’Ungheria. C’è nel comunismo un’anima totalitaria che lo collega al giacobinismo della Rivoluzione francese, inasprito dalla visione marxista – leninista. Nella  ideologia totalitaria di Lenin ed anche di Trotsky c’è  il naturale ricorso alla violenza e al terrore  come armi di conquista e di mantenimento del potere. Stalin non fu una degenerazione di Lenin, ma la necessaria conseguenza, la normalizzazione di un regime che non poteva vivere in una “rivoluzione permanente“. Portare il socialismo in Russia stravolse tutti gli schemi utopistici di Marx che comunque, come colse subito  molto bene Mazzini, portava in sé una carica anche prussiana  di autoritarismo negatore di ogni  libertà individuale. Come vide Croce, non era possibile passare dalla dittatura del proletariato  del socialismo alla libertà del comunismo.
Dopo l’ esperienza dei dissidenti russi, da Solzeniskcin  a Sacharov, che hanno scoperchiato il vaso di Pandora del comunismo, non è più possibile non dirsi anticomunisti. Girare attorno a questo tema come fanno molti ex missini con l’ antifascismo è un atto di ipocrisia intellettuale e politica. Certo basterebbe una  chiara condanna comune nei confronti dei totalitarismi del Novecento, purché non sia un modo elegante per occultarne una parte come fa Favetto. Riccardo Lombardi arrivo’ a teorizzare l’acomunismo, prendendosi la severa critica filosofica  di Nicola Abbagnano; ci sono intellettuali novecenteschi che vennero accusati di afascismo, mentre molti  loro colleghi si fecero comprare dal regime e ne cantarono le lodi , salvo poi diventare comunisti dopo il 25 aprile 1945. L’ elenco sarebbe lungo. A tanti anni dalla caduta del regime forse anche definirsi afascisti potrebbe avere un senso, ma oggi la polemica politica incandescente richiede chiarezza assoluta. In ogni caso non devono essere i politici a scrivere o a riscrivere la storia, ma debbono essere gli storici. E se ci mettiamo su un piano storico il discorso non  appare  più riguardare il presente, ma il passato. E in questa dimensione può essere collocato anche il discorso di una possibile riconciliazione nazionale come sul terrorismo degli anni di piombo in parte si è realizzato.

Ramelli e Borsani due vittime della violenza cieca

IL COMMENTO Di Pier Franco Quaglieni 

Che il presidente del Senato La Russa sia andato a rendere omaggio nell’anniversario della sua uccisione al giovane Sergio Ramelli ammazzato a Milano nel 1975  da colpi di chiavi inglesi di giovani  di estrema sinistra allora studenti di medicina destinati a far carriera, e’ cosa che non fa notizia. La Russa ha sempre celebrato Ramelli. Meno scontata è stata la partecipazione del Sindaco di Milano Sala che ha anche parlato di riconciliazione se non di pacificazione. Gli anni di piombo sono stati terribili e io nel 1975 alle prime armi nell’insegnamento conobbi forme di intolleranza e di violenza all’istituto “Guarrella” di Torino che prima della contestazione era un serio e prestigioso istituto per tessili e tintori. Io fui destinato alla succursale di via Figlie dei Militari, un vero e proprio soviet in cui la linea veniva dettata da un professore della CGIL affiancato arbitrariamente ad un preside incaricato vicino al “Manifesto“ che dopo tanti anni transito’ dal PCI a Forza Italia. In via Figlie dei Militari accaddero delle cose che qualcuno avrebbe dovuto avere il coraggio di denunciare, ma fummo intimiditi da un conformismo fazioso e plumbeo che costrinse tutti a chinare la testa, anche qualche professore di sinistra che non condivideva l’andazzo insostenibile. Per mesi la scuola venne occupata per iniziativa di un esagitato figlio adottivo di due Partigiani comunisti che poi per  altri  gravissimi motivi ebbe delle conseguenze penali non da poco.  Il Collegio docenti doveva  tenere le riunioni con il voto palese e non con il prescritto voto segreto persino sulle elezioni di persone, e ci fu impedito di  fare lezione perché ci vennero imposti dei ridicoli gruppi di studio  studenteschi che ebbero come vittime primarie gli studenti. Una professoressa disse che lei aveva persino dimenticato cosa significasse far lezione perché il futuro della scuola rinnovata era collettivo. Avemmo obbligo di adottare libri alternativi ai testi scolastici. Fu una  follia alla quale non mi perdono ancora oggi di non aver tentato, con la necessaria energia, di porre fine. Dissentii in silenzio. Forse con un nome fittizio scrissi una lettera ad un giornale che non mi pubblico’. Quel clima da soviet fu un costante atto di violenza e di intimidazione che magari in futuro racconterò nei dettagli, una delle pagine più vergognose della scuola torinese. Non a caso eravamo nel clima esaltato dalla vittoria della sinistra in tutte le grandi città’ che fece credere ai comunisti di aver ottenuto il potere in Italia.
Il clima della scuola milanese era ancora peggiore e l’omicidio di un estremista di destra  ne e’ la prova. Ai fascisti non doveva essere consentita la frequenza di una  scuola e uccidere un fascista non era considerato un reato, ma una benemerenza politica. Gli estremisti non erano neppure dei “compagni che sbagliano”. Che oggi il Sindaco di Milano si sia mosso è un buon segno, ma non basta.
A Milano il 29 aprile 1945 venne ucciso con un colpo alla nuca il cieco di guerra e medaglia d’oro al Valor Militare Carlo Borsani,  un poeta che scelse di stare con i ragazzi di Salo’ per usare l’espressione di Luciano Violante.
Borsani ritenne l’8 settembre 1943 un tradimento e accetto’ la presidenza dei Mutilati e Invalidi di Guerra ricoperta fino ad allora da Carlo Delcroix che rimase fedele alla Monarchia. Nella Rsi diresse per sei mesi un giornale dal quale venne allontanato perché la sua costante preoccupazione era la pacificazione, la riconciliazione  tra italiani, espressa in un discorso da Giovanni Gentile, un discorso che gli costerà la vita a Firenze nel 1944.
Borsani venne ammazzato selvaggiamente da partigiani comunisti senza processo e il suo  cadavere venne fatto girare per Milano su un carro della spazzatura. Suo figlio Carlo, nato mesi dopo l’omicidio del padre, venne insultato da una professoressa di scuola media che si accanì contro di lui. Borsani salvò anche la vita di ebrei  che sarebbero stati deportati e venne  lanciata nel 2005,  senza esito positivo la proposta di ricordarlo con un albero nel Giardino dei Giusti di San Siro. L’ex sessantottino e grande studioso di storia Gabriele  Nissim, presidente di Gariwo, la foresta dei giusti, accetto’ l’idea, dicendo che “i buoni non stanno da una parte sola“, ma poi questo atto simbolico venne bloccato dalla faziosità di altri.
C’è da augurarsi che in futuro il Sindaco di Milano si ricordi di Borsani e che qualcosa in sua memoria venga posto, ad esempio, in piazza Susa a Milano dove avvenne la sua esecuzione. Con il poco fiato che gli rimaneva in gola grido’ “Viva l’Italia“ , stringendo la prima scarpetta di sua figlia .  Sarebbe un atto di umanità e di riconciliazione come la lapide che ricorda il ragazzo ucciso nel 1975.