La campagna di raccolta fondi digitale lanciata dai Musei Reali e Talenti per il Fundraising
L’iniziativa, promossa dai giovani partecipanti del corso di alta formazione della Fondazione CRT sulla piattaforma Rete del Dono, finanzierà il restauro dell’opera “Amedeo VI presenta a Urbano V il patriarca di Costantinopoli”, danneggiata nell’incendio della Cappella della Sindone del 1997
Neanche il lockdown ha fermato il desiderio dei torinesi di sostenere e riscoprire il grande patrimonio culturale che ha fatto la storia della nostra città. Un segnale di ottimismo che arriva dalla collaborazione tra i Musei Reali e dieci giovani partecipanti del corso di alta formazione Talenti per il Fundraising 2020 di Fondazione CRT, che hanno avviato, con il sostegno del Rotary Club Torino Palazzo Reale, una campagna di donazioni a supporto del complesso museale. In occasione della restituzione alla cittadinanza del Giardino Ducale avvenuta lo scorso 28 giugno, era stata ideata una giornata di festa per trasformare il primo evento di raccolta fondi in un momento di incontro e di promozione delle iniziative di fundraising e dei Giardini Reali. Con la chiusura dei musei l’azione dei giovani si è trasferita in rete.
Il Grande Assente
Durante il periodo autunnale è stata lanciata la campagna di raccolta fondi digitale Il Grande Assente, nata dal desiderio di restituire alla Galleria della Sindone e alla fruizione del pubblico un quadro di grandi dimensioni in deposito da molti anni. L’opera raffigura Amedeo VI che presenta a Urbano V il patriarca di Costantinopoli (1848) e fu realizzata per Carlo Alberto dall’artista livornese Tommaso Gazzarrini. Danneggiata nel 1997 durante l’incendio della Cappella della Sindone, necessita di un impegnativo restauro.
È possibile sostenere la raccolta partecipando alla campagna Il Grande Assente, pubblicata sulla piattaforma Rete del Dono. Nell’arco di due settimane, il primo obiettivo di 3.000 Euro e i successivi rilanci a 5.000 Euro e 7.500 Euro sono stati rapidamente superati grazie al contributo di oltre 250 donatori, permettendo di fissare un nuovo obiettivo di 10.000 Euro. La campagna si concluderà il 28 novembre 2020. Per scoprire di più: www.retedeldono.it/it/progetti/rctpr/il-grande-assente
Un’altra iniziativa, parte del progetto e rivolta alle famiglie, è dedicata alla scoperta della figura di Amedeo VI di Savoia, soprannominato il Conte Verde. Si può partecipare leggendo una storia e realizzando disegni ispirati alla vita avventurosa del celebre conte di Savoia, nato nel 1334. Per maggiori dettagli è possibile consultare i canali social e il sito dei Musei Reali: www.museireali.beniculturali.it/events/mrtkids-il-grande-assente/
Riscopriamo il Grande Assente è l’evento conclusivo organizzato dai giovani corsisti che si terrà il 28 novembre sui canali social dei Musei Reali e sul sito www.donorday.it/museireali/. Durante la giornata sarà possibile partecipare a una tavola rotonda che vedrà come ospite speciale, tra gli altri, la direttrice Enrica Pagella, ma anche prendere parte a sfide virtuali e approfondimenti per conoscere meglio il dipinto grazie all’intervento di esperti dei Musei Reali. Ad accogliere i partecipanti sarà il team di Talenti per il Fundraising, disponibile a dare informazioni sull’iniziativa Il Grande Assente e sulle attività di raccolta fondi.
Dalle chiese torinesi alle abbazie scozzesi, dai castelli normanni alle cattedrali spagnole, dalle fortezze sveve in Puglia alle terre mediorientali, lo cercano ovunque ancora oggi.
Non solo, ma i Templari sarebbero stati anche i custodi della Sindone, il sudario che secondo la tradizione cristiana, avrebbe avvolto il corpo di Gesù dopo la deposizione dalla Croce, attualmente conservato nel Duomo di Torino. Il cavaliere medioevale Wolfram von Eschenbach, uno dei maggiori poeti tedeschi del Duecento, attribuì ai Templari la custodia del Graal nella sua versione del poema cavalleresco Parzival. Barbara Frale, esperta del fenomeno templare e autrice di libri sul tema, ha indagato a fondo i documenti del processo al Tempio scovati nell’Archivio Segreto del Vaticano: “sicuramente le nuove piste di ricerca, afferma la studiosa, confermano che tale convinzione può nascondere un fondo di verità. Tuttavia il cammino della conoscenza in questo senso è ancora lungo e potrà raggiungere risultati importanti solo se si manterrà ben distinto da tutta la letteratura di fantasia che ha dato all’Ordine del Tempio un volto esoterico troppo artefatto”.
portato dai Templari negli anni della soppressione dell’Ordine (1307-1312). Una delle colonne della splendida e misteriosa Cappella scozzese conterrebbe infatti uno scrigno di piombo con la Coppa nascosta al suo interno. Ipotesi quest’ultima ripresa dallo scrittore Dan Brown nel suo romanzo “Il Codice da Vinci”. I Templari erano anche in buoni rapporti con la “Setta degli Assassini” un’organizzazione esoterica sciita radicale che adorava “Bafometto”, una misteriosa divinità che per alcuni non era altro che il Graal. Prima di essere definitivamente sbaragliati gli Assassini affidarono il Graal ai Templari che lo nascosero insieme al resto del Tesoro nei sotterranei del castello templare di Gisors in Normandia. Da Torino a Castel del Monte e al duomo di Genova, anche in Italia viene segnalata la presenza del Graal portato forse dai pellegrini in giro per il continente o dai Savoia insieme alla Sindone. Nel Tempio della Gran Madre di Dio una delle sue statue ai lati del sagrato rappresenta una donna, forse la Madonna, che con la mano sinistra leva in alto un calice per indicare la presenza del prezioso Graal in chiesa.
troverebbe nel misterioso palazzo a forma di coppa ottagonale. O ancora il Graal sarebbe il calice di Antiochia o il Sacro Catino di vetro verde brillante, di manifattura islamica, conservato nel Duomo di San Lorenzo a Genova, qui portato dopo la prima Crociata. C’è chi sostiene invece che il Santo Graal sia sepolto a Glastonbury nell’Inghilterra del sud o a Notre-Dame de Lille presso Lione, insomma, come si vede, i luoghi sono innumerevoli e l’indagine continua. “Ci sono tanti giovani ricercatori al lavoro, veri professionisti, osserva Barbara Frale, che indagano con pazienza e competenza i molti punti ancora ignoti della breve ma intensa storia dell’Ordine del Tempio”. Forse la ricerca del Santo Graal è la ricerca perenne di Dio, dei suoi segreti, misteriosi e impenetrabili ed è sicuro che anche nei prossimi anni e nei prossimi decenni i Cavalieri del Tempio continueranno a spingere folle di appassionati, di studiosi e di ricercatori a cavalcare per l’Europa in lungo e in largo, dall’Italia alla Scozia, dal sud al nord del vecchio continente. Anche perchè la leggenda narra che chi tra i mortali riuscirà a trovare il famoso Calice conquisterà la felicità in terra e in cielo…
A scriverlo è stato Felice Augusto Rossi, nato a Valmacca ottantadue anni orsono, laureato in pedagogia e filosofia, oggi docente a riposo dopo aver insegnato molti anni alle scuole elementari come maestro e alle scuole medie come professore di italiano. Rossi, che vive a Valenza, dove è diacono delle parrocchie del Duomo e del Sacro Cuore, ha però mantenuto molto saldi i legami e l’abitazione con il paese di Valmacca a metà tra la città di Sant’Evasio, Casale Monferrato, e la città di San Massimo, Valenza, “A Valmacca sono nato e vivevo – racconta, rievocando una tradizione dei tempi passati – nel Rione Napoli
Tuttavia sono tanti i comuni della cintura torinese che faranno qualcosa per ricordare una delle poche date della nostra storia meritevoli di essere ricordate e celebrate. Certamente il COVID costringe a limitare e contenere la partecipazione perché i livelli di guardia raggiunti non consentono assembramenti o almeno li sconsigliano. La manifestazione nefasta di piazza Castello degenerata in violenze inaudite e quella tranquilla di piazza Vittorio si sono fatte, malgrado il divieto di assembramento. Scegliendo una piazza di grandi dimensioni tutto resta possibile purché sia mantenuto il distanziamento sociale. Se fosse per il 25 aprile tutte queste restrizioni quasi sicuramente non ci sarebbero state. Il IV novembre e’ estraneo a chi ci governa e dobbiamo esserne orgogliosi. Loro la storia non la conoscono. Ma oggi non dobbiamo discutere e dobbiamo con disciplina obbedire. Così ci hanno insegnato i soldati della Grande Guerra caduti per l’ Italia. Così ci hanno insegnato i nostri nonni che hanno combattuto nelle trincee del Piave e che oggi nessuno più ricorda. Il 4 novembre 1918 si è compiuto il sogno del Risorgimento con Trento e Trieste italiane. Ma questi signori stanno disfacendo l’Italia. Non ci vorrebbe molto per leggere il bollettino della Vittoria del generale Diaz e non certi messaggi di circostanza che non dicono nulla e sono pieni di parole melensi , anzi eunuche, come diceva il Baretti, parlando dell’ Arcadia. Ma l’idea migliore l’ha avuta il Comune di Cavour, invitando i cittadini ad esporre il Tricolore. Il Tricolore non crea assembramenti ,ma esprime dei sentimenti veri. Io quando vedo un Tricolore garrire al vento sento i brividi di quando eravamo soldati e portavo le stellette E’ un gesto che rivela patriottismo e senso della storia ,cose molto distanti dall’Italia dello sfascio di oggi che non sa trovare valori nazionali che unifichino un paese allo stremo. Oggi esporre il tricolore ha un senso ben diverso dalla primavera scorsa quando le movide e gli aperitivi si combinavano con le bandiere e le canzoni di Modugno. Il Tricolore del IV novembre è quello che sventolò a Trieste sulla Torre di San Giusto e diede orgoglio di grande Nazione all’Italia. Non dimentichiamolo mai.