STORIA- Pagina 109

Tesori del Marchesato di Saluzzo tra Medioevo e Rinascimento

Tre prestigiose sedi per raccontare “Arte, Storia e Cultura tra Medioevo e Rinascimento” nelle terre governate per quattro secoli dalla famiglia marchionale Del Vasto

Fino al 31 ottobre Saluzzo (Cuneo)

L’intera provincia piemontese è ricca di opere e testimonianze d’arte assolutamente preziose. Spesso ignorate. Spesso nascoste. Troppo spesso non “esibite” al grande pubblico. Un grave danno per l’immagine culturale di un territorio che andrebbe invece, sotto questo aspetto e con più attenzione, maggiomente valorizzato, anche per le indubbie ricadute economiche e turistiche legate oggi sempre più all’organizzazione di eventi espositivi capaci di attrarre visitatori e appassionati da ogni dove. Un plauso va dunque, in questo senso, alla “Fondazione Artea” di Caraglio, voluta nel 2016 dalla Regione Piemonte e oggi presieduta da Marco Galateri di Genola, il cui principale obiettivo è proprio quello di promuovere e valorizzare il patrimoni storico, artistico e culturale della provincia di Cuneo. Di qui il suo impegno nella realizzazione di una nuova mostra veramente “da lode”, sviluppata in collaborazione con Comune di Saluzzo, Fondazione Torino Musei, Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo e con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, il contributo della Fondazione CRC, Fondazione CRT, la partecipazione della Diocesi di Saluzzo, della Consulta BCE Piemonte, ed il patrocinio dell’Università degli Studi di Torino, sponsor Sedamyl. D’obbligo ricordarli tutti, poiché solo una forte ed appassionata sinergia di lavoro può superare qualsivoglia ostacolo e produrre iniziative di così alto valore. Curata da Simone Baiocco (Conservatore Arti dal XIV al XVI secolo presso “Palazzo Madama” a Torino), la mostra s’intitola “Tesori del Marchesato di Saluzzo”, un tuffo nell’arte nella storia e nella cultura tra Medioevo e Rinascimento del Saluzzese, ed è ospitata, fino al prossimo 31 ottobre, in tre prestigiose sedi della città marchionale: il “Monastero della Stella”, il “Museo Civico Casa Cavassa” e “La Castiglia”.

Fra codici miniati, dipinti su tavola, affreschi, sculture e documenti d’epoca, provenienti da alcuni dei principali musei ed enti di conservazione italiani, sono nel complesso settanta le opere esposte in cui è possibile leggere e avvicinare, con cognizione di causa, quelli che furono veramente i “secoli d’oro” della storia saluzzese. Davanti ai visitatori, nelle tre sedi espositive, autentici capolavori realizzati tra Medioevo e prima Età Moderna. Dalla mite dolcezza della tardo-gotica bizantina “Madonna col Bambino in trono”, tempera e oro su tavola (forse parte centrale di un polittico proveniente da Albenga, oggi al Civico Museo di Sant’Agostino, a Genova) realizzata nel 1478 da Tommaso Biazaci da Busca, insieme al fratello Matteo (suo collaboratore) operante a lungo anche in Liguria, alla cosiddetta “Madonna del coniglio” del fiammingo naturalizzato francese Hans Clemer, a lungo attivo in Valle Maira. Suo il ciclo di affreschi, nella Chiesa di Santa Maria Assunta di Elva, rappresentanti scene della vita di Maria e una maestosa “Crocifissione” del 1493 che gli valse il titolo di “Maestro di Elva”. Di rigorosa e teatrale imponenza, assolutamente ricca nei dei dettagli e nell’uso ben definito dei colori anche la “Madonna con il Bambino e i Santi Gerolamo e Pietro martire”, tempera su tavola databile fra fine XVI e inizi XVII secolo, realizzata probabilmente dal saviglianese Giovanni Angelo Dolce.

O comunque da artisti del suo ambito. E ancora: la stupenda “Croce processionale” di anonimo orafo francese, secondo quarto del XVI secolo, in argento fuso, sbalzato e cesellato appartenente alla chiesa parrocchiale di Barge, accanto alla copia del “Roman du Chevalier Errant”, volume manoscritto, oggi custodito al Castello di Racconigi e alla “Natività” (1530-1535 ca.) del milanese, allievo di Leonardo da Vinci, Giovan Pietro Rizzoli, detto il Giampietrino, proveniente dalla Pinacoteca dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Solo una minima parte delle meraviglie, dei “tesori” in mostra. “Con la parola ‘tesori’ – sottolinea Vittoria Poggio, assessore regionale alla Cultura – si vuole certamente evidenziare la ricchezza e l’unicità delle opere per la prima volta qui esposte. Il Piemonte, regione dall’inestimabile patrimonio di storia, arte e cultura, custodisce nella pianura saluzzese e nelle valli del Monviso le preziose testimonianze del ricco e fiorente principato alpino che dal 1142 al 1548, sotto il governo della famiglia Del Vasto, seppe concepire opere straordinarie capaci di rappresentare il prestigio e la forza della dinastia aleramica. L’auspicio è che questa mostra sia l’inizio di un percorso di valorizzazione più ampio, collettivo e condiviso, che coinvolgerà l’intero territorio”.

Gianni Milani

 

“Tesori del Marchesato di Saluzzo”
Monastero della Stella – Casa Cavassa – La Castiglia, Saluzzo; per info www.fondazioneartea.org
Fino al 31 ottobre
Orari: ven. e sab. 10/13 e 14/18 – dom. e festivi 10/13 e 14/19

 

Nelle foto
– Giovanni Angelo Dolce (ambito di): “Madonna con il Bambino e i Santi Gerolamo e Pietro martire. tempera su tavola, fine XVI – inizio XVII secolo (?)
– Tommaso Biazaco: Madonna col Bambino in trono”, tempera e oro su tavola, 1478
– Hans Clemer: “Madonna col Bambino” detta ” Madonna del coniglio”, tempera su tavola, 1503 – 1505 ca

 

Sarajevo, la fontana e la neve di primavera

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L’appuntamento è per le venti, davanti alla fontana Sebilj. Non ci si può sbagliare: è il simbolo di Sarajevo. Situata nel bel mezzo della Baščaršija, dispensa da oltre un secolo la sua acqua potabile, circondata da un infinità di piccioni che sembra d’essere in piazza San Marco a Venezia

 

 Progettata nel 1891, sotto il protettorato austro-ungarico, ha la forma orientale di un gazebo e porta la firma dell’architetto ceco Alexander Wittek che la intese come interpretazione in chiave moderna delle fontane ottomane, prendendo a modello una fontana in pietra di Istanbul. Con il calare delle luci della sera s’accende di una luce dorata che emana un fascino straordinario. Per questa fontana vale la stessa leggenda di quella della moschea Gazi Husrev-beg: bevuta anche una sola volta la sua acqua, sarà impossibile lasciare Sarajevo per troppo tempo o non tornare ogni volta che il cuore lo desidera.Ovviamente, come ogni volta, non manco di berne una sorsata. Samir arriva, affannato, dal vicino ponte che attraversa la Miljacka. Si era recato, per una commissione, alla Sarajevska Pivara, il birrificio rosso e crema, con le grondaie in rame, dove si produce l’ottima Sarajevsko pivo. Con un quarto d’ora di ritardo arrivano anche gli altri e tutti insieme si sale in taxi, alla modica cifra di tre marchi,cioè di un euro e cinquanta centesimi, per le vie che s’inerpicano sulla collina verso il cimitero ebraico dove abbiamo prenotato il nostro aperitivo in un locale che sembra un balcone sulla città vecchia. Il tempo di due chiacchiere sorseggiando uno Spritz Rosso (ma ci sono anche le versioni azzurro,verde e giallo, in base allo stato d’animo di chi lo beve) e si ridiscende. Il taxista è un matto. Conoscerà anche le vie come le sue tasche ma si butta giù a rotta di collo per le viuzze. A tempo di record ci scarica in Mule Mustafe Bašeskije, a due passi da Sebilj. Paghiamo la corsa e scendiamo in fretta dall’auto pubblica. Samir ha prenotato per quattro la cena in una Ašćínica, i locali specializzati in zuppe e verdure ripiene che rappresentano, in assoluto, la vera cucina casalinga bosniaca. Non ce ne sono molte in città e questa – Hadžibajrić , al numero 59 di Veliki Čurčiluk – è la migliore della Baščaršija. Il menù è semplice ma gustoso: pita ripiena di spinaci, uova e kajmak, il formaggio di panna acida (la Zeljanica);punjene paprika, cioè peperoni ripieni; il ( o la, non saprei) grah, gustosa zuppa di fagioli cucinata alla moda di Mostar e cipolle ripiene, le sogan dolma. Ovviamente,per favorire la digestione,dove si va? In uno dei caffè orientali dove, con cinque marchi, si può fumare la Šiša (quello che noi, genericamente, chiamiamo narghilè) e bere i tipici tè bosniaci, ascoltando le sevdalinke, lente e malinconiche canzoni d’amore della tradizione ottomana.Siamo fortunati. In quello che scegliamo, sedendoci sugli sgabelli tra coloratissimi tappeti, si sta esibendo un duo,piuttosto attempato, che suona dal vivo il violino e il saz ,tipico mandolino orientale. L’atmosfera è di quelle giuste, da meditazione. Io non fumo, limitandomi a sorseggiare un amarognolo tè verde.La parola giusta,in questi casi,è “polako”, che significa “con calma”. Ed è con calma che Samir tira fuori dalla tasca un libro e inizia a leggere. Lui, l’italiano lo parla bene. Anche Dina se la cava mentre Goran, nonostante la buona volontà che ci mette,incespica in molte parole che a sentir lui gli “ingarbugliano la lingua”. In quanto a me, confesso la mia ignoranza: il bosniaco che si differenzia solo leggermente dal serbo e dal croato, è e rimane “arabo”, come usiamo dire spesso e impropriamente. Il brano che legge rappresenta “l’essenza della città, lo spirito notturno di Sarajevo”. E’ tratto da “Lettera del 1920″, di Ivo Andric. “A Sarajevo, chi soffra d’insonnia può sentire strani suoni nella notte cittadina.Pesantemente e con sicurezza batte l’ora della cattedrale cattolica: le due dopo mezzanotte. Passa piú di un minuto (esattamente settantacinque secondi, li ho contati) ed ecco che si fa vivo, con suono piú flebile, ma piú penetrante, l’orologio della Chiesa ortodossa, e anch’esso batte le due. Poco dopo, con voce sorda, lontana, il minareto della moschea imperiale batte le undici: ore arcane, alla turca, secondo strani calcoli di terre lontane, di parti straniere del mondo. Gli ebrei non hanno un orologio proprio che batta le ore, e solo Dio sa qual è in questo momento la loro ora, secondo calcoli sefarditi o ashkenaziti. Cosí, anche di notte, mentre tutto dorme, nella conta di ore deserte d’un tempo silenzioso, è vigile la diversità di questa gente addormentata, che da sveglia gioisce e patisce, banchetta e digiuna secondo quattro calendari diversi, tra loro contrastanti, e invia al cielo desideri e preghiere in quattro lingue liturgiche diverse. E questa differenza, ora evidente e aperta, ora nascosta e subdola, è sempre simile all’odio, spesso del tutto identica ad esso”.Terminata la lettura chiude il libro e lo rimette in tasca. Non c’è nulla da commentare perché in quelle parole c’è tutto. La musica, intanto, ci avvolge. Gli amici mi dicono che ci sono diverse traduzioni e spiegazioni per la parola “sevdah”. Alcuni giurano che viene dalla parola turca “sevda”, l’amore. Altri insistono sul termine persiano “soda”, che equivale a malinconia, oppure la parola “sawda”, che in arabo significa qualcosa di nero. Comunque la si metta, quello delle sevdalinke è un genere di nostalgia cantata e suonata, melodiosa, struggente. Si sta bene ma d’improvviso “s’incunea crudo il freddo e la città trema”,come nella canzone dei Csi. Era previsto un brusco abbassamento delle temperature ma all’improvviso quest’ariaccia fredda è scesa nel giardinetto all’aperto, sollevando polvere da terra e tovaglie dai tavolini. Dai pesanti bracieri d’ottone scintille rosse e gialle volano in aria, disegnando arabeschi infuocati nel buio. In fretta e furia due ragazzi ritirano tutto, mentre cadono le primi, pesanti gocce di pioggia. In un attimo ripassiamo davanti alla fontana di Sebilj e, ancora con un taxi, andiamo verso l’albergo, nei pressi della stazione ferroviaria. Piove a dirotto. Al mattino dopo,in un silenzio profondo,ovattato, ecco la sorpresa: nevica, e viene giù anche bene, a larghe falde. Fa freddo e nevica, a Sarajevo.

 

Poco importa se siamo a metà aprile. Ieri c’erano diciotto gradi e poi, tutto di un colpo, dalle vette della Bjelašnica e dell’Igman è sceso il soffio gelido della retroguardia del generale Inverno, ultimo e disperato colpo di coda della stagione dei brividi. Quando raggiungo la Baščaršija un nevischio gelato che pare ghiaccio tritato ci fa rabbrividire tutti. Trema, “livida trema”, Sarajevo. Nonostante il maglione ,la giacca con il bavero alzato e la bella, calda sciarpa che ho comprato al bazar il freddo mi entra nelle ossa. Anche Goran e Samir soffrono il freddo. Dina ha le gote e le mani arrossate, sulle quali soffia un fiato che si condensa in nuvole dense al contatto con l’aria gelida che, a folate, mulina nel dedalo delle viuzze. Sembra pieno inverno, con i tetti delle case e le cupole delle moschee bianchi come i paesaggi infarinati dei presepi. Capita, non è una novità. E Sarajevo è, in tempo di pace, più bella e seducente che mai.

Marco Travaglini

Un weekend ricco ai musei della Fondazione

AGENDA APPUNTAMENTI FONDAZIONE TORINO MUSEI

3 – 9 settembre 2021

 

 

SABATO 4 SETTEMBRE

 

Sabato 4 settembre ore 16

TEA CEREMONY (produzione di SRSLYyours)

MAO –Spettacolo teatrale in lingua inglese nell’ambito del Fringe Festival

Combinando meditazioni guidate e interazione col pubblico, un performer nei panni di una geisha conduce i partecipanti in un viaggio attraverso Africa, India, Bangladesh, Medio Oriente e Sud America, alternando rapidamente estetica occidentale contemporanea e tradizione orientale, mettendo in discussione la dimensione culturale e politica del servire e dell’essere servito, la differenza tra esecutore e spettatore. Insieme al pubblico, il performer indaga, infine, la capacità dello spettatore di agire sul proprio essere umano.

Costo: € 10. Biglietti al sito https://www.tofringe.it/eventi/tea-ceremony-mao . Il biglietto dello spettacolo dà diritto a un biglietto a tariffa agevolata per il museo, esclusivamente per sabato 4 settembre 2021.

 

 

MARTEDI 7 SETTEMBRE

 

Martedì 7 settembre

SETE D’ORO

MAO – apertura rotazione di kesa e paraventi giapponesi

La nuova rotazione prevede l’esposizione di tre mantelli di fattura, epoca e iconografia differente.

Il primo è un kesa a motivi floreali, con draghi e fenici multicolori della prima metà del XIX secolo. Sullo sfondo ocra del mantello si alternano fiori di peonia e di pruno alternati a draghi avvolti ad anello tra nuvole e simboli augurali, mentre le fenici in volo riprendono il dinamismo rotatorio dei draghi grazie alle loro lunghe code piumate che ne cingono il corpo.

Il secondo tessuto, che risale al XVIII secolo, è impreziosito da minuti motivi floreali: si tratta di una stoffa di colore bruno preziosa e leggera, piuttosto sobria nonostante il largo uso di filati metallici.

Il terzo kesa esposto, risalente al XIX secolo, presenta un motivo di draghi allineati e avvolti su loro stessi a formare tanti anelli sormontati da tralci vegetali con peonie in fiore, elementi dal profondo significato beneaugurale, ulteriormente impreziositi da rade foglie di gelso ricamate in oro. Per dimensioni e fattura, possiamo ipotizzare che questo mantello sia stato ricavato da un uchikake, un kimono nuziale femminile.

Contestualmente ai kesa, saranno allestiti anche tre piccoli paraventi a due ante.

Il primo presenta una decorazione con ritratti di grandi poeti del periodo Fujiwara (898-1185): le immagini del monaco Shun’e, del cortigiano Fujiwara no Kiyosuke, del letterato Fujiwara no Mototoshi e della dama Akazome Emon, applicati sul fondo a foglia d’oro, sono poste accanto ad alcuni dei loro versi più celebri.

Gli altri due paraventi formano una coppia e raccontano scene di famosi scontri militari: sul supporto in carta spruzzata di laminette d’oro appaiono alcuni episodi celebri della battaglia di Ichinotani (1184), teatro di uno degli scontri conclusivi della lunga guerra tra i clan dei Taira e dei Minamoto, che si contesero il dominio sul Giappone alla fine dell’epoca Heian.

 

 

MERCOLEDI 8 SETTEMBRE

 

Mercoledì 8 settembre ore 16.30 – 17.30

PASSEGGIATA BOTANICA

Palazzo Madama – visita guidata al Giardino Botanico Medievale

Il curatore botanico Edoardo Santoro, con l’aiuto dei volontari del progetto Senior Civico del Comune di Torino, accompagnerà i visitatori nelle diverse aree del giardino tra rose antiche, officinali mediterranee, medicinali indigene, fiori di campo e piante dimenticate. Durante la passeggiata si scopriranno le diverse piante fiorite – Acanti, Digitali, Campanule e Sclaree – e si parlerà di tecniche di coltivazione naturale oltre che di aneddoti storici e botanici, in modo da rivivere la giornata di un giardiniere quattrocentesco, l’Hortolano Domini.

Costo: € 4 (max 10 persone)

Info: il giardino è visitabile con un biglietto dedicato (5€, gratuito Abbonamento Musei e Torino + Piemonte Card) oppure con il biglietto di ingresso al museo.

Prenotazioni: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

 

GIOVEDI 9 SETTEMBRE

 

Giovedì 9 settembre ore 17

UNA MOSCA NEL PIATTO!

Palazzo Madama – attività per famiglie

Si vedono tutti i giorni in casa e all’aperto: ronzano, zampettano e a volte diventano veramente fastidiosi! Sono mosche, coccinelle, formiche, coleotteri… Di alcuni ammiriamo i colori vivaci e l’eleganza dei movimenti, di altri proviamo ribrezzo e persino paura. Sono piccole creature, ma riescono a distrarci e a catturare la nostra attenzione. Forse proprio per questo loro potere, gli artisti hanno aggiunto gli insetti nelle loro opere.

Nel corso dell’attività i bambini saranno guidati a scovare i piccoli intrusi nelle opere di Palazzo Madama e, utilizzando silhouette, li faranno diventare i protagonisti di grandi e coloratissimi disegni.

Età consigliata: 5/10 anni.

Costo: 7 € a bambin*; biglietto ridotto a 8 € per gli adulti accompagnatori (gratuito con Abbonamento Musei). Durata 90 min.

Info e prenotazioni: 011 4429629 madamadidattica@fondazionetorinomusei.it  

Prenotazione obbligatoria

 

Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo

alle collezioni di Palazzo Madama, GAM e MAO (sabato ore 16; domenica ore 15) 

e alle mostre di GAM e MAO (giovedì ore 18; venerdì ore 16; domenica ore 16.30)

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Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

 

Scampoli d’estate ai Musei Reali

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Amate l’archeologia? La ritrattistica di corte vi incuriosisce? Preferite una passeggiata nella quiete dei Giardini Reali o un tour guidato alla scoperta della prima reggia d’Italia? Anche questa settimana le proposte dei Musei Reali vi attendono per soddisfare le vostre curiosità, tra cultura e svago.

 

Sabato 4 settembre, dalle 19.30 alle 23.30 (ultimo ingresso ore 22.30), i Giardini Reali, il Museo di Antichità e il Teatro romano saranno aperti in via straordinaria alla tariffa speciale di 2 euro.

 

Attività nei Giardini Reali

Nella rigenerante atmosfera dei Giardini Reali, venerdì 3 settembre dalle 17 alle 19 si terrà il settimo appuntamento della rassegna Chiamata alle arti. Conversazioni in giardino sui piaceri della culturaL’iniziativa, promossa dall’Archivio di Stato di Torino e dai Musei Reali, vedrà dialogare in questa occasione l’attrice Laura Curino con Enrica Pagella, Direttrice dei Musei Reali.

 

Visite speciali

Sabato 4 settembre alle ore 11 domenica 5 settembre alle ore 15.30 le guide di CoopCulture accompagneranno il pubblico alla scoperta della mostra Cipro. Crocevia delle civiltà. Un percorso emozionante alla scoperta del fascino millenario dell’isola, raccontato attraverso le collezioni del Museo di Antichità, che costituiscono un nucleo pressoché unico nel panorama dei grandi musei europei, arricchito da prestiti provenienti da illustri istituzioni straniere tra cui il British Museum di Londra e il Metropolitan Museum of Art di New York. Il costo dell’attività è di € 7 oltre al biglietto di ingresso ridotto in mostra. Biglietti online su www.coopculture.it – mail info.torino@coopculture.it.

 

Sabato 4 settembre alle ore 15.30 e domenica 5 settembre alle ore 11 le guide e gli storici dell’arte di CoopCulture condurranno inoltre la visita Benvenuto a Palazzo lungo le sale di rappresentanza del primo piano di Palazzo Reale e dell’Armeria, un percorso per scoprire o riscoprire la storia e la magnificenza della prima reggia d’Italia. Il costo della visita è di € 7 oltre al biglietto di ingresso ridotto ai Musei Reali (€ 13 ordinario, € 2 da 18 a 25 anni, gratuito under 18). Biglietti online su www.coopculture.it – mail info.torino@coopculture.it.

 

Le mostre in corso

Il fascino millenario di Cipro, cuore del Mediterraneo e ponte tra Oriente e Occidente, è protagonista della mostra internazionale Cipro. Crocevia delle civiltà, che si terrà fino al 9 gennaio 2022 nelle Sale Chiablese, realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino e curata da Luca Bombardieri, docente di Archeologia cipriota, ed Elisa Panero, curatrice delle collezioni archeologiche dei Musei Reali. Si tratta di un’occasione unica per lasciarsi conquistare da una delle isole mediterranee più misteriose, il cui incanto è a tutt’oggi immutato: mitica culla di Afrodite, che nasce dalla spuma del mare cipriota, l’isola è crocevia di scambi commerciali e approdo di culture differenti in cui si forma la moderna concezione del mondo mediterraneo. La mostra è aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso ore 18). I biglietti possono essere acquistati su www.museireali.beniculturali.it o su www.coopculture.it.

 

Allestita nello Spazio Scoperte al secondo piano della Galleria Sabaudafino al 7 novembre il pubblico può ammirare la mostra dossier Come parla un ritratto. Dipinti poco noti delle collezioni reali. L’esposizione presenta opere poco note della Pinacoteca e di Palazzo Reale che permettono di seguire l’evoluzione della ritrattistica di corte dal tardo Cinquecento alla metà del Settecento. Alcuni dipinti sono esposti per la prima volta dopo interventi conservativi eseguiti dalle restauratrici dei Musei Reali. Studi e ricerche sono stati condotti in collaborazione con il Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino. La visita alla mostra è compresa nel biglietto di ingresso dei Musei Reali.

 

Nel Medagliere Reale è prorogato fino al 19 settembre il percorso Il Volto delle Donne. L’altra faccia della storia. Nato da un progetto di ricerca avviato nel 2019 con il sostegno di Soroptimist Torino, questa prima tappa della ricerca mira a studiare il ruolo dei personaggi femminili attraverso la lente delle collezioni numismatiche dei Musei Reali. Si propone quindi di ritrovare e rinnovare nella memoria del pubblico l’immagine di una selezione di figure femminili, talora donne importanti nella storia antica e moderna, più spesso emblema di come la figura della donna, pur frequentemente esaltata e immortalata, sia stata molte volte un semplice simbolo ideale e immateriale che travalica la donna reale.

Il percorso è fruibile anche online sul sito dei Musei Reali: un percorso virtuale per conoscere alcune figure femminili che hanno contribuito a fare la Storia http://www.museireali.beniculturali.it

 

La Biblioteca Reale

La Biblioteca Reale è aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18, il sabato dalle 9 alle 13. Le consultazioni dovranno essere prenotate con almeno 24 ore di anticipo scrivendo all’indirizzo mr-to.bibliotecareale@beniculturali.it, indicando tutte le informazioni disponibili per la richiesta. Per conoscere le modalità di accesso e registrazione consultare la pagina www.museireali.beniculturali.it/events/biblioteca-reale-riapertura/.

 

Caffè Reale

Nella suggestiva Corte d’Onore di Palazzo Reale è possibile rigenerarsi con una pausa al Caffè Reale Torino, ospitato in una ambientazione unica ed elegante, impreziosita da suppellettili in porcellana e argento provenienti dalle collezioni sabaude. Informazioni e prenotazioni al numero 335 8140537 o via e-mail all’indirizzo segreteria@ilcatering.net.

 

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MUSEI REALI TORINO
www.museireali.beniculturali.it

 

Orari
I Musei Reali sono aperti dal martedì alla domenica, dalle ore 9 alle 19 (ultimo ingresso alle ore 18).
I Giardini Reali sono aperti con ingresso gratuito dal martedì alla domenica, dalle ore 8.45 alle 18.45.
Le Sale Chiablese, che ospitano la mostra Cipro. Crocevia delle civiltà, sono aperte dal martedì alla domenica, dalle ore 10 alle 19 (ultimo ingresso alle ore 18).
La Biblioteca Reale è aperta dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 13 e dalle 14 alle 18; il sabato dalle 9 alle 13.

Accesso con Certificazione verde Covid-19
In ottemperanza alle disposizioni governative previste per tutti i luoghi di cultura italiani (D.L. 23 luglio 2021 n. 105), dal 6 agosto 2021 è richiesta la Certificazione Verde (Green Pass) per accedere al complesso dei Musei Reali, corredata da un documento di identità valido. Le disposizioni non si applicano ai bambini di età inferiore ai 12 anni e ai soggetti con una certificazione medica specifica. In mancanza di Green Pass e di un documento valido non sarà possibile accedere ai Musei e il biglietto acquistato non sarà rimborsato. Per maggiori informazioni sulla Certificazione verde COVID-19 – EU digital COVID consultare il sito www.dgc.gov.it.
Il Green pass non è necessario per l’ingresso ai Giardini Reali e alla Corte d’Onore, salvo che in occasione di eventi in cui siano previsti accredito e prenotazione obbligatoria (concerti, serate musicali).
Rimangono in vigore le prescrizioni di sicurezza anti-Covid: è obbligatorio indossare la mascherina; lungo il percorso sono disponibili dispenser di gel igienizzante, mentre le sale hanno una capienza contingentata nel rispetto della distanza fisica prevista per la sicurezza dei visitatori.

 

Biglietti
Intero: 15 euro
Ridotto visitatori da 18 a 25 anni: 2 euro
Gratuito: minori di 18 anni; persone con disabilità e un loro accompagnatore; insegnanti con scolaresche e guide turistiche con gruppi; personale del Ministero della Cultura; possessori di Abbonamento Musei, Torino+Piemonte Card, tessera ICOM.
L’ingresso per i visitatori over 65 è previsto secondo le tariffe ordinarie.

 

Mostra Cipro. Crocevia delle civiltà
Intero (Cipro + Musei Reali): 25 euro
Ridotto (Gruppi con prenotazioni, insegnanti, convenzioni): 13 euro
Ridotto visitatori da 11 a 25 anni: 7 euro
Ridotto visitatori da 11 a 25 anni (Cipro + Musei Reali): 7 euro
Gratuito per i minori 11 anni, insegnanti con scolaresche, guide turistiche, personale del Ministero della cultura, membri ICOM, disabili e accompagnatori, possessori dell’Abbonamento Musei, della Torino + Piemonte Card e della Royal Card.
L’ingresso per i visitatori over 65 è previsto secondo le tariffe ordinarie.
Visite guidate disponibili in italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo. Info e prenotazioni alla mail info.torino@coopculture.it o al numero 011 19560449.

 

I biglietti possono essere acquistati su www.museireali.beniculturali.it o su www.coopculture.it.

 

Cristiani in Afghanistan, chi si ricorda di loro?

È stato detto e scritto di tutto in queste ultime settimane sul disastro afghano. Non una parola è stata spesa per gli ultimi cristiani ancora presenti sul suolo del Paese asiatico.

Certo sono pochi, anzi pochissimi su una popolazione che per il 99,9% è di religione musulmana (dati della Fondazione pontificia “Aiuto alla Chiesa che soffre”- Acs) ma ci sono e si teme per la loro vita. Una minoranza esigua, quasi invisibile, che ha sempre avuto difficoltà a vivere in Afghanistan ma che oggi, con il ritorno dei fanatici Talebani al potere, rischia di scomparire del tutto. “Stiamo vivendo giorni di grande apprensione, pregate per l’Afghanistan. L’unica dichiarazione uscita per ora da Kabul è del barnabita Giovanni Scalese, responsabile della piccolissima comunità cattolica afghana. La chiesa cattolica è presente in Afghanistan con una missione “sui iuris” con base nell’ambasciata italiana a Kabul. Nel Paese vi sono tre religiose appartenenti all’istituto Piccole Sorelle di Gesù impegnate negli ospedali, cinque religiose delle Missionarie della Carità, congregazione fondata da Madre Teresa, che aiutano orfani, bambini abbandonati e forniscono assistenza a oltre 200 famiglie povere e tre suore della comunità Pro Bambini di Kabul che si occupano di bambini disabili. I pochi cristiani sopravvissuti sono in serio pericolo, costretti a stare nascosti, a non uscire di casa, a vivere in cantina e nei sotterranei delle case. In silenzio, guai a parlare, nessuna parola deve uscire dai rifugi, se la milizia talebana impegnata in queste ore a dare la caccia alle minoranze li individua, il loro destino è segnato. Rinchiusi nelle catacombe, come avveniva qualche millennio fa. Non che prima dell’arrivo dei fondamentalisti barbuti a Kabul i cristiani vivessero meglio ma oggi la situazione rischia di peggiorare. Non si sa con precisione quanti siano i cristiani ma potrebbero essere poche migliaia, quasi tutti clandestini perché non possono praticare apertamente la loro religione. I talebani, negli scorsi decenni, punivano con la morte coloro che non pregavano Allah. Vent’anni dopo i cristiani vivono nuovamente in un clima di terrore.

In questi giorni sono tornati a vedersi segretamente. Molti vorrebbero fuggire ma non possono e sono costretti a tenere nascosta la loro fede per sfuggire alla persecuzione. “I cristiani afghani, scrive l’Acs nell’ultimo rapporto sulla libertà religiosa nel mondo, praticano il culto da soli o in piccoli gruppi, esclusivamente nelle loro case private. In tutto l’Afghanistan vi sono piccole chiese domestiche sotterranee, ognuna delle quali non conta più di dieci membri”. Prima del controllo talebano, osserva l’ong Open Doors, i cristiani avevano già enormi difficoltà a vivere la loro fede poiché dovevano tenerla segreta in famiglia per paura di essere perseguitati o perfino uccisi. Ora che gli ex “studenti coranici” sono tornati al potere, la loro vulnerabilità aumenta dieci volte tanto. L’Afghanistan è al secondo posto della World Watch List di “Porte Aperte” che riporta i primi dieci Paesi dove si opprimono di più i cristiani nel mondo.

Filippo Re

 La Tesoriera da riscoprire attraverso il suo giardino

Le proposte di Theatrum Sabaudiae 
https://www.arteintorino.com/visite-guidate-torino.html


La villa che fiancheggia lo stradone per Rivoli, oggi Corso Francia, fu realizzata sul luogo dove fin dal Seicento esisteva una cascina passata in eredità nel 1713 al Consigliere Tesoriere Generale di re Vittorio Amedeo II, Aymo Ferrero di Borgaro signore di Cocconato.
Le vicende costruttive dell’edificio lasceranno il passo ad una passeggiata botanica all’interno dell’imponente giardino, per poterne cogliere le caratteristiche progettuali e illustrarne le diverse specie che lo compongono: dalla robinia alla quercia rossa importate dall’America settentrionale, per proseguire tra i faggi, gli olmi, gli aceri e i frassini che fanno da corona al grande platano piantato nel XVIII secolo.

  • DURATA: 90 MINUTI
    DATE VISITE INDIVIDUALI: VENERDÌ 17 SETTEMBRE ORE 18.30
    RITROVO: 15 MINUTI PRIMA ALL’INGRESSO DI CORSO FRANCIA, 186

  • Il tour può essere annullato in caso di mancato raggiungimento del numero minimo di partecipanti, per motivi meteorologici

  • COSTO VISITA GUIDATA: 10€ INTERO | 9€ RIDOTTO POSSESSORI ABBONAMENTO MUSEI TORINO PIEMONTE

 

Unione Valcerrina e Curtatone, intesa nel segno dei Gonzaga

Martedì scorso nel municipio del Comune di Curtatone nella località Montanara, sui luoghi dove si combattè la storica battaglia della Prima Guerra di Indipendenza, il consigliere alla Cultura e Turismo dell’Unione dei Comuni della Valcerrina, insieme al presidente di Progetto Gonzaga, Paolo Bertelli, ha incontrato il Sindaco di Curtatone Paolo Bottani.

Unione Valcerrina e Curtatone da alcuni anni hanno siglato un protocollo d’intesa che alla base ha i legami storici tra Mantova ed il Monferrato tramite i Gonzaga.

Iaretti ha consegnato al sindaco Bottani alcuni pieghevoli del Santuario di Crea e dei Comuni della Unione Valcerrina (che verranno veicolati dall’Ufficio turistico in località Grazie) e il Sindaco Bottani, a sua volta ha consegnato al consigliere Iaretti del materiale illustrativo di Curtatone per i sindaci dell’Unione.

Infine Comune di Curtatone, Progetto Gonzaga e Unione Valcerrina hanno analizzato alcune prospettive di collaborazione futura, che coinvolgano in particolare i due luoghi di Fede, ovvero le Grazie di Curtatone ed il Santuario di Crea ed i territori nei quali si trovano.

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La Madonna delle Partorienti dalle Grotte Vaticane e Ritratti d’oro e d’argento: ultimi giorni

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica Piazza Castello 

Lunedì 30 agosto 2021 chiudono le mostre La Madonna delle Partorienti dalle Grotte Vaticane e Ritratti d’oro e d’argento. Reliquiari medievali in Piemonte, Valle d’Aosta, Svizzera e Savoia, allestite nelle sale di Palazzo Madama, che hanno avuto un grande successo di pubblico.

La Madonna delle Partorienti dalle Grotte Vaticane (ultimo decennio del XV sec.), il prezioso affresco realizzato da Antoniazzo Romano (1435-1508) alla vigilia del Giubileo del 1500, presentato per la prima volta al pubblico dopo un lungo e complesso restauro, si trovava in origine nel transetto meridionale della vecchia basilica, sopra l’altare della cappella Orsini. Durante i lavori per la costruzione del nuovo San Pietro, l’affresco fu staccato dalla parete e nel 1574 fu collocato in una nicchia dietro un altare a ridosso del muro che divideva l’antica chiesa dal cantiere del nuovo San Pietro. Qui continuò a raccogliere la devozione dei fedeli e, soprattutto, delle donne in attesa del parto. Rimosso anche da questo luogo nel 1605, venne poi portato nelle Grotte Vaticane e nel 1616 trovò definitiva collocazione in una cappella appositamente ricavata sotto il pavimento della basilica. L’immagine della Madonna delle Partorienti – o “degli Angeli” –  come veniva chiamata nel Cinquecento – venne allora ridotta di dimensione, perdendo l’originaria mandorla con variopinte figure di cherubini, che tuttavia si possono ammirare nell’inedita e attendibile proposta ricostruttiva presentata in mostra.

La mostra Ritratti d’oro e d’argento, a cura di Simonetta Castronovo, espone una galleria di busti reliquiario dal Trecento al primo Cinquecento, provenienti da tutte le diocesi del Piemonte e raffiguranti santi legati alle devozioni del territorio e alle titolazioni di determinate chiese locali, oltre ad alcuni esemplari dalla Svizzera e dall’Alta Savoia. Documentati già dall’XI secolo per contenere la reliquia del cranio di certi santi, i busti sono a tutti gli effetti dei ritratti in oreficeria, solitamente in rame o in argento dorato, spesso arricchiti da pietre preziose, vetri colorati e smalti. Una produzione   specificatamente medievale, in cui convivono il gusto per il ritratto di tradizione classica e le pratiche devozionali teorizzate da alcuni ecclesiastici e filosofi del XII secolo, secondo cui la contemplazione dell’immagine di un santo, realizzata con materiali preziosi, poteva condurre il fedele verso l’elevazione spirituale. I busti e le teste reliquiario si configurano quindi come opere di valenza doppia: sia opere d’arte sia ricettacolo delle reliquie dei santi che rappresentano e in quanto tali oggetto della venerazione dei fedeli.

Prosegue fino al 26 settembre 2021 la sezione della mostra allestita al Museo del Tesoro della Cattedrale di Aosta.

Chi non avesse ancora avuto l’opportunità di visitare le due esposizioni a Palazzo Madama, può farlo in quest’ultima settimana di apertura.

 

Orari e info:

lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21

Prevendita: TicketOne

Prenotazioni: Theatrum Sabaudiae via email ftm@arteintorino.com  o al numero +39 011 5211788  www.arteintorino.com

La biglietteria chiude un’ora prima.

Chiuso il martedì

Le modalità di accesso al museo sono regolamentate secondo le disposizioni normative vigenti.

Tutte le info: www.palazzomadamatorino.it

Biglietti: intero € 10, ridotto € 8 con accesso alle collezioni permanenti del museo

Possibilità di visite guidate a cura di Theatrum Sabaudiae

 

29 agosto 1706, la notte di Pietro Micca

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Fra le eredità di «Italia 61» c’è il Museo Pietro Micca. Fu inaugurato il 14 maggio 1961 nel clima festoso delle celebrazioni per il centenario dell’Unità d’Italia. Sono passati sessant’anni, un compleanno importante per il Museo dedicato alla vittoriosa resistenza di Torino durante l’Assedio francese del 1706ricorda il generale Franco Cravarezza, direttore del museo Pietro Micca, nel presentare i prossimi appuntamenti di questo anno speciale.

Nel 2021 il museo celebra i suoi primi 60 anni e anche i 315 anni di quegli eventi che videro Torino e il Piemonte, la sua popolazione i governanti, l’amministrazione, i religiosi, i comandanti e i soldatitutti come determinanti protagonisti della riconquista e dell’ampliamento dei propri territori edell’elevazione del ducato a regno riconosciuto tra le potenze d’Europa e credibile riferimento militare e politico per tutti gli altri Stati della Penisola.

Se il tricentenario del 2006 fu celebrato come “L’Alba di un regno”, merita intitolare simbolicamente questo 315° anniversario come «Aurora d’Italia», così implicitamente riconosciutagià nel Centenario dell’Unità con la realizzazione da parte del Comitato Italia 61 di Torino del museo Pietro Micca nel ricordo dell’eroe popolare simbolo del Risorgimento, cui dedicarono anche la altrettanto simbolica cartolina con la Bandiera italiana sventolante sulla sua testa e su Torino alle spalle “culla del Risorgimento”. (cartolina celebrativa di Italia 61 con Pietro Micca simbolicamente in evidenza)

Nel ricordo della nascita del museo il 14 maggio,che coincideva anche con l’inizio dell’assedio di Torino del 1706, la Città di Torino invita alle celebrazioni della sua liberazione di trecento quindici anni fa con un nutrito programma di eventi e appuntamenti dal 28 agosto all’11 settembre. Dalla notte di Pietro Micca alla battaglia di Borgo Vittoria, alla rievocazione storica per le vie e piazze della città per concludersi con il concerto della Fanfara alpina Taurinense in Piazzetta Reale. Momento, anche, di riconoscimenti per il museo civico Pietro Micca che riceve il Premio internazionale per il Patrimonio e il Premio Giovanni Graglia 2021.

Il primo appuntamento significativo sarà la Notte di Pietro Micca che il museo celebra a partire da sabato 28 agosto ore 17,30 con la conferenza tematica curata dallo storico e scrittore Piergiuseppe Menietti nella quale saranno presentati i nuovi allestimenti sui Minatori e la simpatica «mascotte» del museo uscita dalla fertile penna di Vittorio Pavesio, cofondatore di Torino Comics.

A seguire una domenica di opportunità quella del 29 agosto, con le visite gratuite al museo dalle 10,30 a mezzanotte, momento del gesto eroico di Pietro Micca, e anche del Rivellino degli Invalidi(corso Galileo Ferraris 14) e del Pastiss (via Papacino 1) dalle ore 15 alle 18.

Priorità alle prenotazioni a info@museopietromicca.it e 011 01167580.

   Una giornata speciale con la scenografia dei Rievocatori del Gruppo Storico Pietro Micca della Città di Torino che dedicano la giornata al reclutamento per tutti gli interessati alla particolare esperienza di coinvolgimento storico-rievocativo.

A loro punta il dito la Mascotte Pietro Miccia, realizzata per il museo da Vittorio Pavesio che sarà presente domenica con i suoi prodotti in esposizione e con la cartolina e l’annullo postale del 60° e con la penna “Aurora d’Italia”, della serie Collezione Torino, prezioso e speciale ricordo del 60° del museo e del 315° della battaglia di Torino.

Accoglie eccezionalmente il “Journalier”, diario manoscritto in unica versione dell’assedio di Torino, scritto all’epoca dei fatti da un anonimo testimone oculare dell’assedio, probabilmente combattente delle forze ducali, in prestito temporaneo dalla Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino.

Si potrà rivivere la storia e realtà dei Minatori del 1706, cui il museo dedica un nuovo sito di approfondimento con i reperti, appena restaurati,scoperti nel sito di scoppio della scala di Pietro Micca. Tra questi, per la prima volta esposti al pubblico, anche quelli umani analizzati con le moderne tecnologie del radiocarbonio daiProfessori Pierluigi Baima Bollone, Giacomo Giacobini e Carlo Torre, che testimoniano la difficile ed efficace azione esplosiva di Pietro Micca.

Occasione anche per condividere l’esperienza della costruzione degli originali plastici del museo dalla diretta voce del loro ideatore 60 anni fa (dall’ottobre 1960 all’aprile 1961) l’Architetto Franco Carminati, esperto di fortificazioni e delegato dell’Associazione Vauban per l’Italia.

E, soprattutto, provare l’emozione di percorrere legallerie di contromina che tornano ad essere animate dal rumore della battaglia e di rivivere l’atto tecnico di Pietro Micca nel dare “fuoco alle polveri”.

Informazioni sul sito www.museopietromicca.it e percorsi di approfondimento sulle pagine social dedicate (Facebook, Instagram e YouTube) del museo con tutte le news su “1706 – L’Aurora d’Italia”.

Prenotazioni per la conferenza e le visite: Tel. 011 01167580 e e-mail info@museopietromicca.it