SPETTACOLI- Pagina 96

Le sette candeline di “Club Silencio”

 

Grande festa al Monte dei Cappuccini con un’edizione speciale di “Una notte al Museo” e, alla consolle, Samuel dei Subsonica

Venerdì 13 settembre, dalle 19

Fra le sue “chicche” più note, “Una notte al Museo”, che dal 2017 a oggi ha portato più di 280mila giovani in oltre 50 Musei tra Piemonte, Liguria e Lombardia. Una bella impresa che, da sola, potrebbe bastare per festeggiare a ragione i sette anni di attività di “Club Silencio”, Associazione culturale torinese “impegnata in progetti esperenziali rivolti a stimolare la partecipazione attiva dei giovani ‘under 35’ alla vita culturale, sociale e democratica del territorio”. Sul piatto, dal 2017 a oggi, 221 eventi in oltre 50 istituzioni culturali, 40 partner e sponsor, 253 artisticoinvolti. Le sedi più apprezzate il “Museo Egizio” (con una media di 2mila persone per serata) e i “Musei Reali” (1.800 partecipanti in media). Tra gli eventi record, l’incontro dedicato all’“Eurovision” ai “Musei Reali” del 13 maggio 2022, con ben 3.881 partecipanti, rimane un esempio di come l’Associazione sia perfettamente ed intelligentemente in grado di riuscire a fondere (come da obiettivi) “cultura” e “intrattenimento”. Cifre di tutto rispetto che ben giustificano la voglia di far festa in occasione del settennale del “Club” di corso Massimo D’Azeglio a Torino, presieduto da Alberto Ferrari.

L’appuntamento è per il prossimo venerdì 13 settembre, a partire dalle 19, con un evento speciale al “Monte dei Cappuccini”, cui parteciperà, per regalare note musicali alla festa, Samuel dei “Subsonica” impegnato alla “consolle”. E la festa “non sarà solo un momento per celebrare i numerosi successi raggiunti – spiegano gli organizzatori – ma un nuovo punto di partenza per guardare al futuro con ulteriori idee e progetti”. I motori restano accesi, per andare oltre (o, per lo meno, senza perdere di vista) i 200 giovani coinvolti finora nello staff, nella realizzazione di più di 100 attività, parallelamente all’Osservatorio “YouthLAB”, sempre ideato e promosso dall’Associazione per dare vita a momenti di ascolto ed analisi che hanno coinvolto più di 13mila giovani su tematiche legate all’attualità.

Da sottolineare ancora, oltre alla straordinaria capacità di attrarre il pubblico, la concreta sensibilità di “Club Silencio” verso importanti temi sociali e culturali, come l’evento del 25 novembre 2023, al “Museo del Risorgimento”, dedicato alla “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, che ha incluso installazioni e laboratori di sensibilizzazione o come la sua presenza a “Biennale Tecnologia 2024”, con l’organizzazione di eventi presso il “Politecnico di Torino” che hanno attirato qualcosa come 3.349 partecipanti.

“Club Silencio” ha davvero dimostrato in questi sette anni (oltre 220mila gli iscritti alla “community”) di essere “un punto di riferimento importante – sottolinea il presidente Alberto Ferrariper l’innovazione culturale”. “La risposta del pubblico– prosegue Ferrari – ci fa capire che abbiamo intrapreso una strada giusta: coinvolgere i giovani è possibile, bisogna però trovare le chiavi giuste per farlo. Per il futuro abbiamo in serbo nuove sorprese. Certo non smetteremo mai di rinnovarci.

Per info: “Club Silencio”, corso Massimo D’Azeglio 60, Torino; www.clubsilencio.it

g.m.

Nelle foto: “Una notte al Museo”, credit Federico Masini Studio; Samuel dei “Subsonica”

 

70 titoli per 70 candeline del Teatro Stabile di Torino

La stagione teatrale 2024/2025  si aprirà il 7 ottobre

 

Il teatro Stabile di Torino propone quest’anno settanta titoli, tanti quanti sono gli anni che compie.  La voglia di organizzare e di proporre spettacoli è tanta,  considerando l’incremento del 34% nella vendita degli abbonamenti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Tre i palcoscenici coinvolti, Carignano, Gobetti, Fonderie teatrali Limone, nelle quali andranno in scena 24 produzioni e coproduzione, di cui saranno 12 debutti in prima nazionale  e 46 ospitalità.  Si tratta di spettacoli, la cui metà degli autori è  vivente.

La stagione teatrale inaugurerà il 7 ottobre prossimo con “Cose che so essere vere” primo allestimento italiano della commedia del drammaturgo australiano Andrew Bovell. Valerio Binasco dirigerà una bravissima Giuliana De Sio, già protagonista lo scorso anno al teatro Carignano di “Agosto ad Osage County” di Tracy Letts. Valerio Binasco riprenderà anche i “Sei personaggi in cerca d’autore” di Pirandello e sarà interprete de “Il costruttore Solness” di Ibsen, diretto da Kristza Szekely.

Vi sarà una prima nazionale de “La gatta sul tetto che scotta” di Tennessee Williams, per la regia di Lidi, sarà di Filippo Dini, invece, la regia dei “Parenti terribili” di Cocteau.

Tra i titoli più richiesti tra le ospitalità “Tre modi per non morire “ di Toni Servillo. Tra gli altri protagonisti Lino Guanciale, Natalino Balasso, Sonia Bergamasco, Massimo Popolizio, Umberto Orsini, Alessandro Gassmann e Alessandro Haber.

Alle Fonderie Teatrali Limone il sipario si apre ancora prima, accogliendo il festival di Torinodanza, diretto da Anna Cremonini, con lo spettacolo “Freedom Sonata” di Emanuel Gat, primo di 15 titoli in cartellone.

 

 

Mara   Martellotta

La radio che cammina nelle periferie eccentriche

-PERFORMING MEDIA A TORINO-

Un’esperienza itinerante, teatrale e multimediale

10 – 14 settembre 2024 Torino

Teatro Mobile con Urban Experience, in collaborazione con Il Salotto di Miranda, ACMOS, Mau e Piemondo Onlus presenta un progetto speciale volto alla valorizzazione dei “paesaggi umani” delle periferie torinesi.

7 walkabout, percorsi di esplorazione urbana e spettacoli itineranti nei quartieri di Aurora e Barriera per intrecciare il racconto della città e con testi potenti, da Conrad a Ballard, messi in scena da Teatro Mobile con la regia di Marcello Cava e le elaborazioni drammaturgiche di Pina Catanzariti, per aiutarci a riflettere sul futuro di questo pezzo di Torino, perché ogni luogo è un mondo a parte e ogni mondo a parte è un luogo.
7 camminate radiofoniche a tema condotte da Carlo Infante che termineranno presso il Salotto di Miranda per il Podcast Lab durante il quale si raccoglieranno le idee e le proposte dei partecipanti che andranno ad arricchire la futura progettazione del salotto di quartiere.
5 giorni a settembre e 7 a novembre nei quali il pubblico, connesso in modulazione di frequenza, potrà riscoprire angoli di città inaspettati e godersi spettacoli teatrali site specific che Teatro Mobile metterà in scena nei percorsi urbani.

A settembre si inizia con sette spettacoli, gratuiti e con ascolto in cuffia. Gli spettacoli di Teatro Mobilesi muoveranno dal Salotto di Miranda, tra Borgo Rossini e Barriera, attraverseranno il Cimitero Monumentale, incontrando i sepolcri dei martiri del Fascismo e quelli di Silvio Pellico e Maciste. Esploreranno inoltre luoghi emblematici di quelle periferie,  tra cui il cohousing sociale Sorgente.

Si parte il martedì 10 settembre con Caligola: la follia del potere, un viaggio ossessivo sulla violenza del potere, commentato da una suite musicale dal vivo. Mercoledi 11 settembre sarà possibile seguire La Linea d’ombra: vite senza confini, le parole dal vivo e registrate si incastrano nel dialogo concitato tra i due marinai, il nuovo capitano e il vecchio ufficiale, in un flusso sonoro che permette la “visione” impossibile lungo la linea d’ombra. Giovedì 12 settembre appuntamento con Cuore di Tenebra, ancora una volta il potere, che altro non è se non follia, nel costante desiderio di annullare l’essere umano. Venerdì 13 settembre arriva Prometeo e il suo doppio, il tema fondante è il rapporto tra l’uomo e la sua natura, l’ineluttabile percorso verso un’ecologia che nega e trascende la possibilità di scegliere il bene contro il male. Sabato 14 settembre un doppio appuntamento: alle ore 17Condominium, ispirato a Ballard, introdotto dal walkabout su “le derive della città psicotropa”, un viaggio perturbante in un condominio che diventa scenario distopico, il condominio stesso si rivela come una “casa psicotropa”, per cui è psicotropo ciò che agisce sulle funzioni psichiche, per cui l’etimo di “tropo” sottende proprio questo: “ciò che volge altrove”. Infine alle ore 20.30Doppio sogno di fine estate con il walkabout su “la sospensione dell’incredulità”, tutto si mescola in un disordine cosmico, mitologico ed erotico, che affiora in un mondo onirico in cui l’amore diventa bestiale e distruttore.

Dal Caligola di Camus, alla Linea d’Ombra e Cuore di Tenebra di Conrad, dal Prometeo di Eschilo e Mary Shelley fino ad Apuleio e Shakespeareper un’esperienza unica, pensata e realizzata con attenzione semantica e precisione curatoriale: i contenuti vengono infatti elaborati in simbiosi con il territorio non più inteso come contenitore ma come “contenuto”, rivelandolo poeticamente come sottotesto della drammaturgia in azione nello spazio svelato.
Spettacoli radionomadi tesi alla produzione di un nuovo ascolto e di una nuova percezione del luogo.  Opere che possono essere sviluppi di un repertorio teatrale (come quello di Teatro Mobile) con produzioni originali che estraggono il valore intrinseco dei paesaggi naturali, urbani, umani.
Tutti i percorsi sono gratuiti e condurranno al Podcast Lab del Salotto di Miranda dove, davanti a un accogliente buffet si converserà liberamente sul futuro e sul presente di questa parte di città.

“Il progetto di La radio che cammina vuole dare ai fruitori un “ascolto speciale” che consente una percezione originale del luogo prescelto per il quale viene ideata un’apposita elaborazione drammaturgica associata ad un “walkabout” (conversazione radionomade) che rende ogni evento assolutamente unico e site specific, coinvolgendo stakeholder territoriali.
Urban Experience propone il progetto per ottemperare alle finalità di inclusione e coesione sociale attraverso azioni itineranti, in particolare con i walkabout sarà possibile ritrovare il valore del “guardarsi intorno”, partendo dall’assunto che non s’impara solo su libri o su schermi ma dagli altri e dalle cose che ci circondano. Un’attività dinamica di attenzione ed elaborazione delle informazioni associate all’esperienza diretta, sul campo.  Nel contesto di ciò che definiamo “L’apprendimento dappertutto per la cittadinanza educativa”, pensando al coinvolgimento delle scuole di ogni ordine e grado,  ci si mette in cammino, conversando (attraverso il sistema whisper-radio, sussurrando) con i ragazzi, rilevando informazioni ed emozioni per viverle in un inedito e non convenzionale storytelling.”  (Carlo Infante, presidente di Urban Experience)

MiTo per la città”: un quintetto di ottoni all’ospedale Mauriziano

MiTo per la città”: un quintetto di ottoni all’ospedale Mauriziano Martedì 10 settembre, dalle ore 14,30, l’Atrio Turati dell’ospedale sarà l’insolita sede del tradizionale concerto destinato ad operatori e pazienti Martedì 10 settembre 2024, nell’ambito di “MiTo per la città”, dalle ore 14,30 l’Atrio Turati dell’ospedale Mauriziano di Torino ospiterà il quintetto di ottoni Aeris Taurinensis, che si esibirà in concerto per operatori e pazienti dell’ospedale. Anche quest’anno l’ospedale Mauriziano di Torino sostiene MiTo, il Festival Internazionale della musica che anima per tutto il mese le città di Torino e Milano. Aeris Taurinensis è un quintetto di ottoni figlio della Scuola di musica d’assieme per fiati di Guido Campana ed è formato da Igor Cessario e Giuseppe Ulloa (trombe), Stefanbo Carleo, Michele Cetino e Luca Loliva (tromboni). Il quintetto eseguirà musiche di Johann Sebastian Bach, Johann Cristoph Pezel, John Williams e Jeremiah Clarke. Gli eventi realizzati da MiTo nelle strutture sanitarie sono realizzati con l’obiettivo di integrare gli ospedali nel tessuto urbano e dare la possibilità a chi si trova nella struttura ospedaliera di partecipare alla vita culturale della città, sentendosi parte della collettività anche in momenti particolari della propria vita.

“La donna serpente”, Noseda dirige a MiTo

Concerti martedì 10 settembre MITO

 

Alle ore 20 di martedì 10 settembre, all’Auditorium RAI Arturo Toscanini, Gianandrea Noseda torna a dirigere la Filarmonica TRT, con la musica di Alfredo Casella per “La donna serpente”, uno dei titoli più significativi della sua esperienza alla guida musicale del Teatro Regio di Torino. I frammenti sinfonici, nell’opera di Casella, vengono rappresentati fra i lamenti dell’americano George Walker, dedicato alla nonna Melvina King, testimone di un’epoca in cui la schiavitù ancora vigeva negli Stati Uniti. A completamento del concerto, la Settima Sinfonia in la maggiore op.92 di Beethoven, definita da un illustre estimatore come Richard Wagner come “una danza delle sfere a misura d’uomo”.

La Settima Sinfonia fu composta da Beethoven tra il 1811 e il 1812. Con la nuova concezione del ritmo che domina tutta la composizione e un nuovo, inedito equilibrio formale, la Settima si presenta come un’innovazione straordinaria nell’ambito della Sinfonia beethoveniana, e pone le basi di una vicenda musicale che porterà alla Nona, aprendo da quel momento le porte a tutta la sinfonia romantica. La prima esecuzione pubblica fu organizzata l’8 dicembre 1813 nella Sala dell’Università di Vienna in una serata a beneficio dei soldati austriaci e bavaresi feriti nella battaglia di Hanau dell’ottobre precedente. Da quella prima esecuzione, il secondo movimento della Settima, il celebre Allegretto, ottenne un successo strepitoso, e se ne dovette dare il bis, circostanza che si sarebbe ripetuta in ogni esecuzione dell’opera mentre il compositore era ancora in vita.

A eseguire il concerto sarà la Filarmonica TRT diretta da Gianandrea Noseda. Fondata nel 2003 su iniziativa dei professori d’orchestra del Teatro Regio di Torino, la Filarmonica TRT ha consolidato la propria posizione tra le migliori orchestre del panorama europeo, riconosciuta come istituzione di riferimento per la versatilità con cui sperimenta l’incontro tra la musica “colta” e altri generi quali il jazz, le colonne sonore e la musica popolare. Dal 2004, insieme al Teatro Regio di Torino, realizza la stagione sinfonica de “I Concerti”, inserendosi nella programmazione con proposte inerenti al proprio eclettismo musicale. Il 2024 segna una tappa importante nella storia dell’Orchestra, che festeggia i primi vent’anni di attività. Infatti il primo marzo 2024 la Filarmonica 900, in seguito divenuta Filarmonica TRT, debuttava con il suo primo concerto sul palco del Teatro Regio di Torino. Numerose le attività che la vedono protagonista neii festival internazionali, quali MITO Settembre Musica, il Berlioz di Côtes Saint André, il Programma Basf, lo Stresa Festival e il Ravello Festival. Preziose le collaborazioni con Yutaka Sado, con il quale è stato portato avanti l’importante lavoro di esecuzione dell’intero corpus di Šostakovič, del quale sono state eseguite due sinfonie: Ocenas e Under the Trees Voices, e con Gianandrea Noseda, che è stato direttore musicale dal 2015 al 2019, recentemente nominato Direttore Emerito. In campo didattico l’orchestra realizza “Obiettivo Orchestra”, master in collaborazione con la scuola APM di Saluzzo con classi strumentali e di direzione d’orchestra, e il progetto “Esperienza Orchestra” dedicato al perfezionamento della formazione di giovani musicisti selezionati attraverso audizioni, all’interno della Filarmonica TRT e sotto la guida di tutor orchestrali. Noseda è riconosciuto come uno dei più importanti direttori d’orchestra della sua generazione, tanto che nel 2023 una giuria di critici musicali tedeschi gli ha attribuito il prestigioso “Oper! Award” come miglior direttore d’orchestra. Egli vanta un rapporto storico con Torino, avendo esordito con la sua prima produzione lirica come direttore nell’ottobre 2007, dirigendo il Falstaff, e poi inaugurando la stagione del Teatro Regio con il Requiem di Verdi.

Per quanto riguarda la Sezione MITO per la città, al Teatro Vittoria, alle ore 18, verrà eseguito “L’incanto musicale di Orfeo”, musiche del Cinquecento, e “L’humana fragilità” da parte del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino. Il Conservatorio Guido Cantelli di Novara, con Jyura Okawa al pianoforte, eseguirà musiche di Franz Liszt, Sergej Rachmaninov e di Maurice Ravel.

Presso The Heat Garden, alle ore 18, promosso da Iren, si terrà un concerto su musiche di Bach e di Marin Marais con Roberto Bevilacqua alla viola da gamba e Silvia Musso all’arpa.

Gli ultimi biglietti numerati per il concerto di Noseda sono disponibili al prezzo di 15 Euro.

 

Mara Martellotta

A Bardonecchia la Corale CorOulx con il concerto “Ritratti ”

Al Palazzo delle Feste nell’ambito dei festeggiamenti per i 70 anni della Pasticceria Ugetti

Tra gli appuntamenti di fine estate a Bardonecchia, sul prestigioso palco del Teatro al Palazzo delle Feste, si è esibita sabato sera in questo fine settimana appena trascorso la Corale CorOulx, nota realtà canora dell’Alta Val di Susa, con un concerto dal titolo “ Ritratti “ sotto la direzione artistica del Maestro Davide Motta Frè, evento questo presente nell’ambito dei festeggiamenti per il settantesimo anniversario della nascita della famosa Pasticceria Ugetti. Un’imperdibile serata, quando già l’autunno ha iniziato il suo percorso, con i suoi cieli che perdono di intensità ed il profumo di sottobosco che si fa più intenso: è questa l’atmosfera che si vive a Bardonecchia in questi giorni.

” Ritratti ” è una carrellata di musiche di famosi compositori, scelte ed armonizzate dal Maestro Motta Frè, una serie di brani famosi che ha fatto compiere un salto indietro nel tempo al numeroso pubblico intervenuto, divertito ed entusiasta e trasportato in un viaggio a ritroso tra i cantautori più noti con personaggi realmente esistiti ed altri di fantasia raccontati in musica e parole. Da Bartali di Paolo Conte a Peter Pan di Enrico Ruggeri, da Caruso di Lucio Dalla ad Alice, personaggio di fantasia di Francesco De Gregori senza dimenticare Cerutti Gino di Giorgio Gaber per poi ricordare anche i Beatles con Eleanor Rigby e naturalmente Fabrizio De Andrè con Geordie e altri ancora, tutti virtualmente presenti in una serata di grande successo. Il Coro, che annovera un ricco repertorio di musica leggera, dal pop al rock, al gospel è nato nel 2019 a Oulx da un piccolo nucleo gospel originario e sotto la direzione artistica del Maestro Davide Motta Frè, alla guida di ben cinque cori in Piemonte, ha preso vita e si è sviluppato ed oggi si compone di ben trentatré elementi, tutti dilettanti, simpatici, bravissimi e generosi della loro voce, con la passione comune per la musica ed il canto. Come ha sottolineato il Direttore artistico nella presentazione della serata si tratta di un gruppo di appassionati con all’attivo già vari concerti con più repertori da lui curati e ciò che li contraddistingue rendendo unico questo Coro, è il legame di profonda amicizia instaurato tra di loro sia nell’ambito artistico che nella vita e ciò fa la differenza anche nei risultati sul palco.

 

Il progetto del Maestro è ambizioso e punta a raggiungere i cinquanta elementi e per questo ricorda che sono aperte le iscrizioni a CorOulx di cui oggi è attiva anche la pagina Facebook. Il 2024 è un anno speciale per la Pasticceria Ugetti, un’eccellenza che da Bardonecchia ha saputo farsi conoscere ben oltre i confini della Val di Susa, raggiungendo i palati più esigenti e l’apprezzamento dei tantissimi affezionati clienti presenti in tutto il mondo grazie alla grande passione, al talento e alla creatività del Maestro del Gusto Franco Ugetti che, affiancato dalla moglie Marina e dai figli Davide e Andrea, ha saputo portare avanti una tradizione di famiglia che prese le mosse nel lontano 1954 da Papà Terenzio, a sua volta già figlio d’arte, e da Mamma Luciana. Nel cuore della Perla delle Alpi, nella centralissima Via Medail ha sede il famosissimo laboratorio e relativo negozio, una dolce e amata boutique del gusto, dove la famiglia Ugetti continua a mettersi in gioco con sempre nuove proposte e golose idee per quanti ne hanno ormai fatto una meta abituale e imprescindibile. E’ questo l’anno che li vede impegnati nei festeggiamenti per i primi settant’anni di vita di questo marchio d’eccellenza, fiore all’occhiello del made in Italy nell’Olimpo della pasticceria. Festeggiamenti che la famiglia Ugetti ha inteso offrire e condividere  con i tantissimi clienti, amici, estimatori, appassionati che li seguono da sempre con affetto e stima. Molti gli eventi in programma nell’arco dell’anno che culmineranno nel periodo natalizio.

Tra gli appuntamenti più attesi, fortemente voluto da Franco Ugetti e su suo invito, il concerto “ Ritratti ”, da poco concluso, della Corale CorOulx di cui fa anch’egli parte e che lo vede impegnato nei momenti di divertimento e di condivisione in quelle ore di pausa lontane dalla quotidianità lavorativa. Sul palco a presentare la serata, accanto al Maestro Motta Frè, che ha duettato simpaticamente con loro in uno scambio di divertenti battute, anche Franco Ugetti e suo figlio Davide, due noti figli d’arte nel tempio dell’arte bardonecchiese, lo storico Palazzo delle Feste.

” La pasticceria e la musica hanno molto in comune”, ha detto Franco Ugetti con il suo abituale sorriso rivolto al Maestro Motta Frè e al pubblico in sala. “ Sia il direttore d’orchestra che il pasticciere, ha concluso, hanno in comune il tempo che scandisce il loro lavoro. Entrambi ci muoviamo in questa dimensione, con tempi di attesa, momenti di pausa scanditi in differenti movimenti. Il pasticciere è quindi il direttore d’orchestra dei sapori “.

Patrizia Foresto

I concerti di Iren a MiTo

Al via MITO Settembre Musica 2024: il Gruppo Iren, sponsor della rassegna, ospita due concerti gratuiti martedì 10 e mercoledì 18 settembre, che si terranno all’interno di The Heat Garden, il progetto architettonico dalla forte impronta green che ospita un sistema di accumulo del calore nel quartiere di San Salvario. Gli eventi sono realizzati all’interno del programma MITO per la città e vedranno ognuno come protagonista uno strumento musicale diverso. L’appuntamento del 10 settembre sarà dedicato all’arpa: a eseguire i brani di Bach e Marais sarà l’arpista Silvia Musso accompagnata dalla viola da gamba di Roberto Bevilacqua. Il 18 settembre il focus sarà, invece, sulla fisarmonica. L’ensemble I Mantici, composto da tre allievi della scuola di fisarmonica del Conservatorio di Torino, eseguirà musiche, tra le altre, di Ennio Morricone, Astor Piazzolla, Dmitrij Sostakovič e Cornell Smelser. In entrambe le occasioni i partecipanti avranno la possibilità di visitare l’impianto facendo esperienza di una contaminazione tra musica, architettura e tecnologia. Iren, oltre a promuovere gli eventi presso The Heat Garden a ingresso gratuito previa prenotazione, sostiene MITO Settembre Musica 2024 quale segno concreto di vicinanza del gruppo alle iniziative culturali e di promozione del territorio avviate dalla città di Torino. L’evento si colloca in un ampio calendario culturale a cui Iren assicura supporto nell’ottica di valorizzare gli eventi offerti dal territorio. Si tratta di una strategia che traduce la volontà di Iren nella realizzazione di un futuro sostenibile nei propri territori contribuendo a creare valore per le comunità attraverso le passioni che le animano, con un interesse particolare per gli eventi capaci di mettere in moto le persone e le città.

 

Mara Martellotta

Freedom Sonata apre Torinodanza Festival

Fonderie Limone di Moncalieri – 12, 13, 14 settembre 2024, ore 20.45

Prima nazionale

L’edizione 2024 di Torinodanza Festival, diretto da Anna Cremonini e realizzato dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, si terrà dal 12 settembre al 26 ottobre 2024. L’inaugurazione del Festival, in programma giovedì 12 settembre alle ore 20.45, alle Fonderie Limone di Moncalieri, sarà affidata a Emanuel Gat e alla sua Compagnia con lo spettacolo Freedom Sonata. Dopo il successo di Lovetrain2020, un vero e proprio musical dall’inconfondibile atmosfera anni ’80, questa nuova produzione ci guida in una miscellanea di note tra la musica di Beethoven e il rap di Kanye West. Lo spettacolo sarà in scena anche il 13 e il 14 settembre, uniche date italiane del tour, sempre alle 20.45 presso le Fonderie Limone.

Con Freedom Sonata Emanuel Gat dà vita a una composizione coreografica, musicale e drammatica in tre movimenti: un viaggio fantastico immerso nella luce, tra il bianco e il nero, che fa da contrappunto alla musica e alla danza. La coreografia, caratterizzata dalle inconfondibili composizioni di Gat, è un ritratto immaginario e delicato della luce del Mediterraneo, il cui fluire costante e la cui particolare bellezza raccontano un modo di vivere insieme: una speciale alchimia umana trascesa dalla danza e dalla musica. La relazione tra individuo e collettività e l’erosione della nozione di libertà sono il cuore di questa nuova pièce, con cui Gat celebra, insieme ai suoi danzatori, trent’anni di creazione coreografica ed esplorazione musicale.

«Freedom Sonata – dichiara il coreografo nelle sue note – è un’interpretazione libera e contemporanea della sonata classica, che si evolve in tre distinti movimenti coreografici.

La colonna sonora del lavoro è la giustapposizione di due fonti musicali: l’album del 2016 di Kanye West The life of Pablo, nella sua interezza, e il secondo movimento dalla sonata n. 32 di Beethoven, eseguita da Mitsuko Uchida e registrata nel 2006. La coreografia, così come la musica, è libera dal bisogno di basarsi su temi e concetti esterni. A mio giudizio, il lavoro coreografico non dovrebbe riguardare nessun tema in particolare, in quanto richiede un vuoto che non dovrebbe essere riempito con lo scopo di affrontare degli argomenti specifici o diventare portatore di significati.

Freedom Sonata è un ulteriore capitolo di uno studio che sto portando avanti sulle modalità in cui i gruppi, e gli individui che li costituiscono, funzionano, si comportano e si adoperano per raggiungere uno stato di equilibrio e realizzazione. In questo senso, è un modo di osservare la modalità in cui la società – per come la conosciamo – si organizza in vari contesti e, perciò, può essere vista come l’esplorazione di possibili modelli alternativi.

La Libertà, in quanto termine e concetto, è probabilmente la parola più abusata e incompresa che esista. La verità è che niente è più semplice di spogliare le persone da ogni tipo di libertà o diritto naturale. La creazione di una coreografia può servire come spazio per capire come risolvere la tensione interna fra l’individuale e il collettivo, quale tipo di autorità può servire come forza motrice e quale come forza distruttiva. E quindi, quando mi viene chiesto se il mio lavoro è politico, rispondo che il mio lavoro non è politico, ma lo è il modo in cui lavoro».

Gianni Amelio “sbanda” tra i bianchi letti del “suo” ospedale

Sugli schermi “Campo di battaglia”, in concorso a Venezia

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

Sono lontane le trincee, è lontana la guerra delle decimazioni e degli assalti alla baionetta, dei gas mortiferi, la Grande Guerra – siamo avvertiti: è il 1918, l’anno della vittoria -, soltanto nella scena iniziale la macchina da presa si libera a indugiare, supponiamo al termine di una battaglia cruenta, su un mucchio di cadaveri mentre un soldato li circonda per rubare una moneta o un tozzo di pane, quello che tenevano in tasca nel loro ultimo istante: mentre all’improvviso la mano di un vivo s’alza a urlare la propria vita che continua a resistere.

Non è quello il campo di battaglia che interessa a Gianni Amelio nel film presentato in concorso a Venezia e ora sugli schermi (film decisamente imperfetto ma comunque da vedere, nato dalle pagine della “Sfida” di Carlo Patriarca, sceneggiato dal regista con Alberto Taraglio, tra i produttori Marco Bellocchio), il suo “Campo di battaglia” è il claustrofobico reparto d’un ospedale, dove su lettini bianchi ben allineati si dibattono feriti gravi e quanti stanno per morire. Vi sono anche quegli autolesionisti che si sono feriti ad esempio a un piede – il trucco c’era, non rimaneva che smascherarlo – pur di non tornare a combattere tra le montagne, “vigliacchi” contro cui combatte Stefano, ufficiale medico, rampollo di una abbiente famiglia alto borghese, patriottismo calato nel sangue, un padre che dispone dall’oggi al domani tra le alte gerarchie militari, una casa elegante e una divisa impeccabile, principi di estrema obbedienza e di valori affermati, quasi un investigatore chiamato a indagare senza nessuna pietà. Valori riconquistati anche con la pena di morte, fucilazione al petto davanti a tutti i compagni schierati.

Opera anche tra quei letti bianchi Giulio, amico sin dall’infanzia di Stefano, guarda a quei malati, a tutti i malati, con occhio assai più benevolo, corpi malati nel fisico e nello spirito, li osserva con comprensione e con compassione, vorrebbe trovare per essi un aiuto (“qui non muore nessuno”). S’è ricavato un piccolo ambulatorio in una soffitta dell’ospedale, lì ha modo di riaffermare il suo amore per la biologia. C’è anche Anna, una crocerossina che fa tanto “Addio alle armi”, compagna di studi di entrambi, un’eccellenza ma non accettata, in tutta la chiusura di un’epoca, dai rappresentanti maschili ad esercitare come medico. È lei la prima ad accorgersi che qualcuno la notte agisce sullo stato di alcuni malati, lo manipola, ci si aggrava e si tende allo stesso tempo al miglioramento, si rischia di tornare a combattere e si invoca anche l’amputazione di una mano pur di poter tornare a casa.

Amelio guarda a questa umanità, in questa prima parte, a questi orrori di una guerra – di tutte le guerre – con mano estremamente sicura, piccoli frammenti che vengono a comporre una tragedia intera, la macchina da presa che fruga tra visi e corpi, tra ferite e bende sporche di sangue, costruisce un altro “campo” che tuttavia ci riporta con la memoria, allo stesso modo, al cinema potente di Rosi e di Avati, persino a quello insuperato, tragicissimo nei suoi risvolti che tutti abbiamo ammirato, del Monicelli della “Grande Guerra”. Una prima parte serrata, carica di punti a cui guardare, su cui pensare. Però a questo punto il film sbanda su una scrittura innanzitutto per nulla convincente, allorché un morbo cattura non soltanto i militari ma altresì centinaia e centinaia di civili tra questi piccoli paesi sperduti su al nord. La spagnola (circolano le mascherine: passato e presente ci mettono poco a mescolarsi) mostra i suoi primi effetti: ma viene a indebolire e a pasticciare di parecchio quanto di solido si è in precedenza costruito e portato avanti per più di un’ora di racconto: pecche non da poco, non ultima la morte troppo teatrale tanto da suonare falsa di Giulio, non ultime le parole, “qui non muore nessuno”, di cui Anna si impadronisce, mentre tranquillizza un povero ragazzino terrorizzato da quanto gli sta succedendo intorno. Un corpo estraneo, un qualche cosa di posticcio, quasi un’altra storia. Posticcio come quel pranzo di fidanzamento in casa di Stefano, che ci poteva proprio essere risparmiato.

Alla prima parte, ai propri aspetti più che positivi, appartiene la gran babele dei dialetti che circola tra quei feriti, alle loro storie, ai loro desideri di fuga, alle paure, al loro non essere comprensibili, un disperato tentativo di trincerarsi davanti al potere dei maggiori, appartengono i disegni e le interpretazioni di Alessandro Borghi (Giulio) e Gabriel Montesi (Stefano), forse questi ancor più bravo del suo collega, un militare d’altro tempo ancorato alle tradizioni e alle leggi, un muoversi e un agire esattissimi, un attore che ci auguriamo di vedere di più sul grande schermo. Appartiene la rappresentazione muta di quella guerra che sentiamo ma che rimane tragicamente “fuori”.

In piazza San Carlo le note di Ludovico Einaudi risuonano per MiTo

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Le note di Ludovico Einaudi risuoneranno in piazza San Carlo domenica 8 settembre per Mito Settembre Musica

Sabato 7 settembre al teatro Carignano alle ore 17 si è tenuto per Mito Settembre Musica “Drink Jazz Suite, una mitologia alcoolicaMartini & Rossi, di e con Stefano Massini, accompagnato da Emanuele Cisi al sassofono, Eleonora Strino  alla chitarra, Marco Micheli al contrabbasso e Enzo Zirilli alle percussioni. Stefano Massini, scrittore, drammaturgo e narratore,  è l’unico autore italiano ad aver vinto un Tony Award, premio Oscar del teatro americano. i suoi testi sono tradotti in più  di trenta lingue e sono messi in scena dalla Cina alla Corea, dal Sud Africa al Cile, l’Iran, l’Austria. Lo spettatore italiano lo ha scoperto in TV a Piazzapulita e in altri programmi televisivi come Ricomincio daRai tre, che ha condotto  per due stagioni sulla RAI. Emanuele Cisi, nato a Torino nel 1994, è stato al primo posto nella categoria “Nuovi talenti” nella top Jazz di Musica Jazz, Eleonora Strino è membro dei quartetti di Dado Moroni e Emanuele Cisi, del trio di Greg Cohen e del gruppo The Great Guitarist con Ulf Wakenius e Martin Taylor. Mentre Marco Micheli si è diplomato in contrabbasso al Conservatorio di Lucca, Enzo Zirilli, nato a Torino, studia pianoforte e percussioni nel conservatorio subalpino, ma il suo percorso inizia  con il jazzofonista Larry Nocella.

Importante appuntamento domenica sera, alle ore 21, in piazza San Carlo, con “ In a time reimagened” con Ludovico Einaudi al pianoforte.

“Ho pensato in a Time Lapse – spiega Ludovico Einaudi- un po’ per il decennale1994ena festeggiato e un po’ perché credo sia un progetto ancora molto attuale, con diversi brani diventati miei classici, come “Experience” che suono spesso. A seconda dell’organico con cui scelgo di suonare, lo ricucio e lo reinventoogni volta “ afferma il compositore.

Suonare in piazza San Carlo assumerà un  significato particolare per Ludovico Einaudi perché questa piazza fa parte della storia del suo rapporto con Torino. È una delle sue piazze preferite per quanto riguarda l’architettura pulita e lo stile. Ludovico Einaudi è  un artista fra i più pop di Mito Settembre Musica,  ma ha sempre mantenuto ottimi rapporti con la musica classica, in particolare barocca e non è  da escludere che un suo prossimo progetto sia quello di suonare lungo le rive del Po.

Mara Martellotta