SPETTACOLI- Pagina 79

Cenerentola. Rossini all’opera al Teatro Concordia

Teatro Concordia, corso Puccini, Venaria Reale (TO)

Domenica 10 dicembre, ore 16

 

Per Favole a Merenda un percorso di avvicinamento alla musica attraverso il confronto tra le forme musicali classiche e le forme narrative teatrali

 

 

Con “Cenerentola. Rossini all’opera” si entra nel mondo dell’opera, per assistere alle vicende del grande compositore Gioachino Rossini, colto nel momento in cui sta creando la sua nuova opera “Cenerentola ossia il trionfo della bontà”. Rossini viene immaginato immerso nel suo mondo musicale, nella sua quotidianità, travolto dagli impegni, ossessionato dal cibo e dalla pigrizia. In scena tre personaggi: la Musica, personificata dal maestro Rossini; le Parole, cioè il librettista Jacopo Ferretti e il Canto, ovvero una giovane ragazza di nome Angelina che sta facendo le pulizie in teatro e aiuta i due artisti ottocenteschi a unire musica, parole e canto in un’opera lirica. Tre personaggi che giocano in una girandola di emozioni, intrecciandosi come fili a comporre immagini, quadri poetici surreali e comici sulla trama della celebre fanciulla che perde la scarpetta.

Sul palco la coppia inossidabile formata dagli attori-autori Pasquale Buonarota e Alessandro Pisci. Insieme a loro l’attrice Mirjam Schiavello, giovane interprete di grande talento. La parte musicale è affidata al pianista Diego Mingolla che da anni collabora con la coppia di attori e che ha curato anche l’adattamento della partitura di Rossini. La regia è affidata a un uomo di teatro per le nuove generazioni quale Nino D’Introna, attore, autore e regista, cofondatore e responsabile artistico del Teatro dell’Angolo fino al 2004 (oggi Fondazione TRG onlus).

 

Domenica 10 dicembre, ore 16

Cenerentola. Rossini all’opera

Favole a merenda

Di Pasquale Buonarota, Nino D’Introna e Alessandro Pisci

Musiche di Gioachino Rossini

Adattamento musicale e al pianoforte Diego Mingolla

Con Pasquale Buonarota, Alessandro Pisci, Mirjam Schiavello

Regia Nino D’Introna

Scene Lucio Diana

Costumi Roberta Vacchetta

Trasformazioni a cura di Studio Mutazioni/Michele Guaschino

Creazione luci Bruno Pochettino

Tecnico audio e luci Emanuele Vallinotti/Mattia Monti

Una produzione Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani onlus

Lo spettacolo fa parte del progetto Favole in Forma Sonata

Biglietti: adulto 10 euro – bambino 7 euro

Successo per la serata benefica “Il più grande spettacolo è la ricerca”

La serata benefica di raccolta fondi organizzata in collaborazione con il Consiglio regionale a sostegno della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro al Teatro Ragazzi di Torino, è stata un trionfo di generosità, talento e solidarietà.

Coro Sunshine Gospel Choir

Il Varietà “Il più grande spettacolo è la ricerca”, condotto da Cristina Chiabotto madrina della Fondazione e Walter Rolfo presidente e CEO di Masters of Magic, ha visto la partecipazione di numerosi artisti che con performance musicali, esibizioni di cabaret e incredibili numeri di magia e di circo contemporaneo hanno reso la serata indimenticabile, evidenziando l’immenso talento presente nella comunità artistica piemontese. Sul palco si sono alternati:  Elisa Mutto del Circo Vertigo; il Collettivo de Le Canta Fino a dieci formato da Anna Castiglia; Irene Buselli e Francamente; Oscar Giammarinaro;  i Senso d’oppio, Wuoz e Vito Garofalo; Luca Barbarossa che ha inviato un contributo video; i due ricercatori di Candiolo Caterina Marchiò e Guglielmo Gazzetta; la neo miss Italia piemontese Francesca Bergesio e il Coro Sunshine Gospel Choir diretto da Alex Negro.

All’iniziativa hanno partecipato anche numerosi sponsor che hanno contribuito alla serata mettendo a disposizione nel foyer del teatro prodotti d’eccellenza. Si ringrazianoAlberto Marchetti, Ballesio cioccolato, Boutic Caffè,  Consorzio per la tutela dell’Asti, Galup, apicoltura la Margherita, Marino Fiori, Odilla chocolat, Gelati Pepino 1884, Fattoria Roggero.

Il direttore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Gianmarco Sala ha espresso sul palco la sua profonda gratitudine a tutti coloro che hanno partecipato, contribuendo con il loro entusiasmo ad una missione sulla quale Candiolo da anni infeste risorse e professionalità.

“Il Consiglio regionale – ha ribadito il presidente del Consiglio Stefano Allasia – ha svolto un ruolo fondamentale nell’organizzazione dell’evento, dimostrando un impegno concreto nei confronti della ricerca scientifica e della lotta contro il cancro. La collaborazione tra la Fondazione e il Consiglio  ha permesso di creare un’atmosfera di condivisione e solidarietà che ha reso possibile raggiungere un risultato straordinario”.

I fondi raccolti durante la serata benefica saranno destinati a sostenere progetti di ricerca innovativi condotti dalla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro. Questi fondi contribuiranno in modo significativo alla scoperta di nuove terapie e alla promozione di studi scientifici cruciali per il progresso nella lotta contro il cancro.

Per ulteriori informazioni sulla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro e su come continuare a sostenere la causa, consultare il sito https://fprconlus.it/

 

Gospel live show, una magica serata

Teatro Concordia, corso Puccini, Venaria Reale (TO)

Sabato 9 dicembre, ore 21

 

Il sound e il ritmo del gospel più autentico e contemporaneo con il Sunshine Gospel Choir

 

 

Una magica serata sold out in attesa del Natale con il Sunshine Gospel Choir.

Fondato e diretto da Alex Negro, è da oltre 20 anni il più rappresentativo e uno dei migliori cori di musica gospel in Italia. Vincitore del Gospel Jubilee Award come “Migliore coro gospel italiano distintosi per professionalità ed impegno”. Sulla scena dal 1998, anche se le prime apparizioni della stessa formazione risalgono al 1996 con MDV Gospel Choir, ha all’attivo 8 album e un dvd, centinaia di concerti in Italia e all’estero, dove si è esibito in chiese, piazze, programmi televisivi, teatri.

 

Sabato 9 dicembre, ore 21

Gospel live show

Biglietti: intero 20 euro, ridotto 18 euro

“Una giornata particolare” al torinese “Spazio Kairòs”

Il pluripremiato film di Ettore Scola diventa spettacolo teatrale

Venerdì 8 dicembre, ore 21

Inserito nei “100 film italiani da salvare”, nonché  vincitore di un “Golden Globe” come miglior film straniero, di un “Premio Cesar”, di due “David di Donatello”, di tre “Nastri d’Argento” e candidato al “Premio Oscar” nel 1978 sia come miglior film straniero sia per il miglior attore (Marcello Mastroianni), “Una giornata particolare”, celebre lungometraggio del 1977 di Ettore Scola, regista e autore della sceneggiatura (con Ruggero Maccari e Maurizio Costanzo), diventa spettacolo teatrale, firmato dal “Teatro d’Inverno” di Sassari e portato in scena venerdì 8 dicembre (ore 21) allo “Spazio Kairòs” di via Mottalciata 7, a Torino. In scena gli attori Giuseppe Ligios (che dello spettacolo ha curato anche la regia) e Marina Serra, con la partecipazione  di Teresa Soro, lo spettacolo è inserito nella stagione organizzata dalla torinese Compagnia Teatrale “Onda Larsen” e restituisce, in linea con il film di Scola, il senso di amara angosciante “solitudine” e di “annullamento dell’individuo”, frutto di tutti i regimi dittatoriali.

La vicenda narrata è nota a molti e si svolge in un palazzone romano (Palazzo Federici) nell’arco di alcune ore di una singola giornata. “Giornata particolare”, il 6 maggio 1938: data della storica visita di Adolf Hitler a Roma. Nell’enorme casermone popolare semideserto, si consuma, in un’atmosfera di triste e amaro confronto – raffronto, il dramma dei due protagonisti, la casalinga Antonietta Tiberi (interpretata da Sophia Loren nel film di Scola), madre di sei figli e moglie di una camicia nera fascista, e del giornalista ed ex-radiocronista dell’ “EIAR” Gabriele (Marcello Mastroianni), in aspettativa dal lavoro in quanto omosessuale. Le loro storie si sfiorano in un micro – cosmo “in cui sono loro malgrado prigionieri”. E mentre la radio in sottofondo rimanda l’eco dello spaccato in cui l’azione si svolge, lo storico incontro a Roma tra il Duce dell’Italia fascista Benito Mussolini e il Führer della Germania nazista Adolf Hitler, i due protagonisti si troveranno a comparare le loro vite, tanto lontane per estrazione sociale e culturale,  quanto accomunate dallo stesso sentimento di rassegnazione e voglia di riscatto davanti ad una identità negata, una resa che induce Gabriele, condannato al confino, a meditare il suicidio (perché lui– in attesa di essere condotto al confino in Sardegna – non può essere quella figura d’uomo, “marito, padre e soldato” esaltata dall’ideologia nazifascista), e Antonietta in balia dell’inesorabile deriva che la vita le ha riservato nel ruolo marginale di “moglie e madre”, in un mondo tutto al maschile, tra sei figli e un marito padrone che la tradisce regolarmente, pur se intenzionato a mettere al mondo con lei un settimo figlio per ricevere l’ambito premio riservato dal regime alle famiglie più numerose e magari “dargli nome Adolfo, in onore dell’illustre alleato”. L’incontro di questi mondi esplode lentamente aprendo i loro sguardi verso la realtà che li circonda. I due si annusano, si riconoscono: sono due umiliati, due calpestati, due ultimi. La loro la storia è sempre attuale: è quella di coloro che non hanno voce. “Ne scaturisce il disperato bisogno di rifugiarsi nell’altro per lenire l’orrore che li pervade, lasciando fluire il bisogno di amare e sentirsi amati, raccontarsi per ritrovarsi quando tutto sembra ormai privo di senso”. Un finto gioco che si perde fra sentimenti di comprensiva amicizia e di impossibili amori. Per sentirsi finalmente, illusoriamente liberi. E liberati.

g.m.

Per info: “Spazio Kairòs”, via Mottalciata 7, Torino; tel. 339/3881949 o www.ondalarsen.org

Nelle foto: “Una giornata particolare”, in scena Marina Serra e Giuseppe Ligios

A teatro i Sansoni in “Sogno a tempo determinato”

Dagli USA il Trio Detroit Sounds con la pianista, vocalist, compositrice e lyricist Irene Robbins

Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino

Martedì 5 dicembre, ore 21.30

Irene Robbins

 

Irene Robbins, pianista, vocalist, compositrice e lyricist proveniente da Detroit, presenta martedì 5 dicembre in Osteria Rabezzana tracks dal suo ultimo cd “In my Words” insieme a brani originali e standards.

Irene Robbnis ha un approccio singolare, arrangiando brani del jazz moderno di Monk, Max Roach, Corea, con testi originali dalla voce melodiosa quanto bluesy. Le sue interpretazioni mixano gli stili a lei familiari, swing, latin, funk e, laureata in direzione corale, musica classica.

Il Trio Detroit Sound è composto da Irene Robbins, Francois Laurent di Parigi, fretless bass e chitarrista classico e Stefano Calvano, batterista e percussionista creativo e virtuoso.

Ora di inizio: 21.30

Ingresso:

15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena)

Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta

Info e prenotazioni

Web: www.osteriarabezzana.it

Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it

AL TEATRO COLOSSEO “Cats” il re dei musical

Da martedì 5 a sabato 9 dicembre ore 20.30
domenica 10 dicembre ore 16
CATS
poltronissima 59,00 / poltrona 48,00 / galerial A 43,00 / galleria B 32,00 / ridotto under 16 33,00
Un’irresistibile colonia di gatti che cantano e ballano sulle rovine della Città Eterna in una magica atmosfera scandita da fantasia, dramma, romanticismo e grande musica: dopo il grande successo della scorsa stagione, “CATS”, la nuova grande produzione della PeepArrow Entertainment in collaborazione con il Teatro Sistina – su licenza esclusiva The Really Useful Group, London – firmata da Massimo Romeo Piparo, arriva al TeatroColosseoIl musical per eccellenza, il titolo che ha cambiato la storia di questo genere di spettacolo, con musiche di Sir Andrew Lloyd Webber e testi del premio Nobel Thomas Stearns Eliot, nella meraviglia di uno spettacolo che non subisce il trascorrere del tempo e che conquista il cuore del pubblico di tutte le età.

Cats – foto Gianluca Saragò

Tutte le informazioni sui  social e sul sito www.teatrocolosseo.it sui profili social del Teatro.

“Tu non mi possiedi, non sono uno dei tuoi tanti giochi…”

Music Tales, la rubrica musicale

“Tu non mi possiedi, non sono uno dei tuoi tanti giochi

Tu non mi possiedi, non dire che non posso andare con altri ragazzi

E non dirmi cosa fare

E non dirmi cosa dire

E per favore, quando esco con te

Non mettermi in imbarazzo, perché

Tu non mi possiedi, non provare a cambiarmi in nessun modo

Tu non mi possiedi, non legarmi perché non ci starei mai

Oh, io non ti dico cosa dire

Io non ti dico cosa fare

Quindi lasciami essere me stessa

È tutto quello che ti chiedo”

Cresciuta a Tenafly, nel New Jersey da genitori ebrei, Lesley Gore è stata scoperta nell’età dell’adolescenza.

Il suo primo singolo, uscito quando aveva 16 anni, fu “It’s My Party”, forse ancora uno dei pezzi più famosi, col quale raggiunse nel 1963 la prima posizione nella Billboard Hot 100 per due settimane ed il 9º posto in Gran Bretagna.

 Nonostante Gore non avesse dichiarato nulla fino al 2005, la sua omosessualità non era propriamente un segreto, e lei stessa dichiarò che, nei circoli di divertimento, il suo orientamento sessuale era ben conosciuto.

Dichiarò inoltre che non sapeva del suo orientamento fino all’età di 20 anni, e quando scoprì di essere omosessuale, non pensò mai di rivelarlo pubblicamente, ma allo stesso tempo non si preoccupò di nasconderlo.

La canzone scelta per voi da me oggi, in un momento di particolare sensibilità all’argomento femminicidio, è
“You don’t own me” canzone che è stata definita una anticipazione del femminismo.

Il brano si rivolge a un fidanzato possessivo e rivendica l’indipendenza delle donne.

Sottolinea a voce discreta la non appartenenza a nessun uomo.

E’ stata vista come una dichiarazione contro la nozione di un uomo che “possiede” una donna e contro i sistemi di disuguaglianza radicati oramai nei secoli.

“In un amore tossico scivoli da un girone dell’Inferno a un altro, sempre più in basso, sempre più nel buio e nell’umiliazione.

E ogni volta che incontri il tuo custode infernale continui a scambiarlo per un angelo.”

Vi invito all’ascolto ed attendo le vostre impressioni sul brano:

Buon ascolto

(8) You Don’t Own Me – YouTube

CHIARA DE CARLO

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere!

 

I dieci anni di carriera del musicteller Federico Sacchi in un secolo di black music

Black HITstory Revisited. Tra storytelling, musica e teatro, l’esperienza d’ascolto di Federico Sacchi feat. SLWJM con Willie Peyote, Gianni Denitto, Simone Garino, Barbara Menietti e altri

5 e 6 dicembre 2023, ore 21

Teatro Gioiello, Torino

 

Consiste Entertainment, per celebrare i dieci anni di carriera del Musicteller Federico Sacchi, porta sul palco del Teatro Gioiello di Torino, martedì 5 e mercoledì 6 dicembre, con Federico Sacchi, la backing band degli SLWJM e ospiti d’eccezione: Willie Peyote, Gianni Denitto, Simone Garino, Barbara Menietti e altri per un viaggio in un secolo di black music tra storytelling, musica e teatro, alla ricerca dei brani che hanno colpito e cambiato il nostro immaginario collettivo.

Dal blues di Blind Willie Johnson e il jazz di Billie Holiday fino all’Hip-Hop di J Dilla e Common, passando per Miles Davis, John Coltrane, Nina Simone, James Brown, Marvin Gaye, Stevie Wonder, la disco, la techno di Detroit e la House di Chicago. Black HI(T)story Revisited è l’esperienza di ascolto di Federico Sacchi, il narratore di musica e sound designer che ha animato il red carpet dell’ultima edizione della Festa del Cinema di Roma, unita al future jazz soul screziato di elettronica degli SLWJM.

Black HI(T)story Revisited è una produzione Consiste Entertainment

 

Federico Sacchi, MUSICTELLER

Autore, regista e interprete della performance originale L’esperienza d’ascolto, veri e propri documentari dal vivo che fondono storytelling, musica, teatro, video e nuove tecnologie. Nei suoi spettacoli racconta intrecci tra musica e vita di artisti e dischi che hanno generato o ispirato rivoluzioni e movimenti culturali. Nel 2016 ha creato, in collaborazione con l’associazione DocAbout, il format di divulgazione musicale crossmediale reDISCOvery. Opera professionalmente nel campo musicale da più di tre lustri svolgendo l’attività di divulgatore musicale, organizzatore di eventi, mercante di dischi, presentatore, cantante, produttore, critico e consulente musicale.

Ha collaborato con Teatro Stabile Torino, Fondazione Cinema per Roma, MonfortinJazz Festival, Jazz:Re:Found Festival, Lovers Film Festival, SeeYouSound International Music Film Festival, Compagnia di San Paolo, Galleria Campari (per cui ha curato nel 2016 la sezione musica della mostra Bittersweet Symphony) Salone del Libro, Circolo dei Lettori e L’Indice dei Libri del Mese. Dal 2013 al 2016 è stato consulente musicale e organizzatore per il FuoriLuogo Festival. Dal 2017 è socio fondatore e consulente musicale del centro culturale FuoriLuogo.

SLWJM (SlowJam)

Quartetto future jazz soul di musicisti piemontesi (con base Asti) attivo dalla fine degli anni ’10. Nel 2018 pubblicano l’EP “Undone I” definito dal cantante e divulgatore Gegè Telesforo “una delle uscite più interessanti del 2018”. Nel 2021 pubblicano l’album “Mega” (Bunya Records) che raccoglie ottime recensioni sulla stampa nazionale e internazionale.

Consiste srl è una società che opera nel mondo della musica, dell’entertainment, dei grandi eventi a forte impatto culturale. Ha da poco curato CASA TENNIS, CASA GUSTO, LA NOTTE DEL TENNIS e gli EVENTI DIFFUSI durante le ATP FINALS 2023. Ha curato la regia e la co-direzione artistica dell’EUROVISION VILLAGE di TORINO e la cerimonia di chiusura delle UNIVERSIADI INVERNALI 2023 a (Lake Placid – New York). In parallelo la società si occupa del restauro di spazi culturali, edifici storici e spazi urbani. Fondata da Stefano Pesca, direttore artistico, regista e show designer, attivo nel campo a livello internazionale dal 2003, e dall’Arch. Simone Massimilla, che dal 1995 si occupa di restauro architettonico e di beni tutelati. La Consiste srl ha l’obiettivo di generare impatto sociale tramite la riqualificazione degli spazi e la proposta di eventi artistici unici e tailor made.

INFO

5 e 6 dicembre 2023, ore 21

Teatro Gioiello, via Cristoforo Colombo, 31, Torino

Un’esperienza d’ascolto (con band live) di Federico Sacchi

Regia: Federico Sacchi

Federico Sacchi, Musictelling/voce

Leonardo Barbierato, basso/contrabbasso

Paolo Longhini, voce/chitarra

Davide Mancini, batteria/percussioni

Lorenzo Morra, piano, keyboards

Ospiti:

Willie Peyote, voce

Gianni Denitto, sax contralto

Barbara Menietti, danza

Simone Garino, sax alto e sax baritono

Biglietti: 32 euro + prevendita

Prevendita su Ticketone

www.teatrogioiellotorino.it

Il 41mo TFF a luci spente, premi e dubbi

A luci spente, il 41mo TFF lo si guarda lasciando riaffiorare – forse troppo impietosamente – i difetti che sono serpeggiati attraverso questi otto giorni di proiezioni. Forse il ritorno alla direzione di Steve Della Casa lo scorso anno e le scelte fatte per il concorso e fuori avevano mandato la testa di ognuno in piena euforia, l’aria allegra del quarantennale, il mantenimento del popolare e del colto era ancora una volta riuscito, l’imbarazzo tra una proiezione o l’altra, persino le code e i panini mangiati al volo erano benedetti. Quest’anno, anche cogliendo chiacchierate qua e là, scambi d’idee tra amici e vecchie conoscenze, di pubblico e di addetti ai lavori, è parso che un po’ di magia e di smalto si siano persi per strada e che l’entusiasmo generale abbia difettato, che anche le proiezioni per la stampa al Centrale non abbiano mai visto le resse, che le code all’ingresso delle sale si siano fatte desiderare. Forse un po’ di ripetitività, forse un po’ di stanca, forse la vana ricerca di prime e di anteprime capaci di incuriosire e di farsi inseguire come era capitato negli scorsi anni.

Con l’anno prossimo ci sarà l’arrivo di Giulio Base (prodotto del nuovo corso politico: ma anche chi va spesso al cinema mi chiedeva in questi giorni “chi è?”), già guardato malamente e con occhio “sinistro” prima che ancora metta piede in città, e neppure troppo a torto – anche se sarebbe ed è parecchio ingiusto e gratuito buttargli la croce addosso con dodici mesi d’anticipo -, visto il completo digiuno di festival, della presenza di una filmografia un pochino sbiadita, di una perseveranza nei salotti romani e della presenza di una consorte che favoleggia e instaura eventi mondani e che vorrà ben volentieri dare una mano. Il colto e il popolare, da sempre cifre dominanti del TFF, spariranno o per lo meno avranno una brusca virata? Vedremo davanti al Regio o al Lingotto i tappeti rossi, tanto per scimmiottare, con i nostri poveri fichi secchi, Venezia o Roma? Saliranno verso le Alpi manipoli di cinematografari romani, stelline d’alto lignaggio, fior di nomi che si muovono soltanto a certe regole? I finanziamenti, soprattutto, individueranno le strade giuste per poter lievitare? Dovrà lavorare, il Base, far quadrare i conti, magari dovrà scegliere percorsi nuovi che non siano, per le retrospettive, né l’horror della Martini né il western di Della Casa, magari sarà capace di buttare all’interno quella ventata d’aria fresca che rinnovi un po’ il festival.

Viene il forte dubbio, a scorrere i premi che chiudono il concorse di questo 41mo Torino Film Festival che il momento storico che stiamo attraversando, l’Europa in prima linea, abbia forzato un po’ la mano ai giurati, tra i quali i nomi italiani di Lyda Patitucci ed Elisabetta Sgarbi. Delle quattordici opere in concorso, suddivise secondo leggi vigenti (!) non sempre condivisibili tra sette registi e sette registe, il miglior film è stato giudicato “La palisiada” dell’ucraino Philip Sotnychenko, con una motivazione che, in sottotraccia, nella sua estrema stringatezza, pare lasciar intravedere una decisione politicamente corretta e sbrigativa: “Film complesso, di grande libertà registica nella costruzione delle scene che, concatenandosi trovano il loro senso autonomo. Il regista, alla sua opera prima, dimostra assoluta padronanza di mezzi”. Film complesso, perché? Per quali ragioni? Sicuri che quella affermata concatenazione sia la forza del film e la sua superiorità? Sicuri che i due colpi di pistola che dovrebbero far da specchio al passato – del 1996, quando sta per essere abolita la pena di morte – e al presente – ma la guerra attuale non c’entra – dell’Ucraina siano cinematograficamente chiariti, che il cammino tra rastrellamenti e sommari processi porti in tutta chiarezza alla sbrigativa esecuzione del finale? Che la ricostruzione della polizia e la rappresentazione di una realtà falsata siano rese in maniera approfondita e concreta? Le zone buie rimangono, senza negare al giovane regista una sua personale ricerca. Per chi scrive, con la convinzione dell’indomani, assai più coerente, narrativamente potente, capace di tratteggiare con estrema padronanza i vari caratteri della storia, “Le ravissement” della francese Iris Kaltenbäck (una motivazione che non fa una grinza o un piccolo dubbio: “film armonicamente riuscito, dove tutto concorre all’ottimo risultato finale. Iris Kaltenbäck, con la complicità degli interpreti Hafsia Herzi, Alexi Manenti e di tutto il cast, realizza un’opera prima matura e coinvolgente”). Che aggiunge il premio alla migliore attrice (la Herzi: mentre per la nostra Barbara Ronchi, sempre più matura e convincente nell’assolo di “Non riattaccare” di Manfredi Lucibello si è dovuto inventare una Menzione speciale); il premio per il migliore attore all’argentino Martìn Shanly, protagonista (e regista ricco di pretese) del dimenticabile “Arturo a los 30”.

Elio Rabbione

Nelle immagini: “La palisiada” di Philip Sptnychenko, premiato miglior film al 41mo TFF; “Le ravissement” di Iris Kaltenbäck, premio speciale della giuria e miglior attrice a Hafsia Herzi (a sinistra); un intenso primo piano di Barbara Ronchi, menzione speciale per “Non riattaccare” di Manfredi Lucibello.