Per celebrare il “Giorno della Memoria” arriva dall’Aquila a Monteu da Po la Compagnia “Teatro Zeta”
Sabato 27 gennaio, ore 21
Monteu da Po (Torino)
Un’esecuzione polifonica, un “canto recitato”a più voci e a più personaggi: “Cronache dalla Shoah. Filastrocche della nera luce”, su testo di Giuseppe Manfridi (autore romano, fra i massimi drammaturghi italiani), arriva, nell’ambito delle celebrazioni dedicate al “Giorno della Memoria”, sabato 27 gennaio, alle ore 21, al “Teatro Comunale” (via Municipio, 3) di Monteu da Po (40 chilometri da Torino), messo in scena dal “Teatro Zeta dell’Aquila”, per la regia di Livio Galassi. A selezionare e a proporre lo spettacolo è la Compagnia torinese “Onda Larsen”, con il contributo del Comune montuese, di Regione Piemonte ed “Eppela Crowdfunding”.
Sul palco, unico attore – e fondatore del “Teatro Zeta” – Manuele Morgese si cala nei panni di più personaggi, testimoni e narratori dei terribili episodi legati alla “Shoah” e la sua voce, attraverso le “filastrocche di nera luce”, si fonde alla musica dal vivo della tromba e del pianoforte di Giulio Spinozzi e Pablo Corradini. Lo spettacolo, in forma di “breve lettura” ha debuttato nel “Giorno della Memoria 2019” proprio ad Auschwitz e, sempre nel 2019, è diventato anche un libro(edito da “La Mongolfiera”), con prefazione dello scrittore romano Claudio Giovanardi, che, a proposito della narrazione in termini di “filastrocca”, ebbe a scrivere: “Ma come? Una materia così grave accomodata in una forma che si usa per le fiabe dei bambini? Esattamente. Di fronte agli abissi del male siamo tutti bambini e ci mettiamo in ascolto pieni di speranza e di paura”. D’altronde, è lo stesso attore Manuele Morgese a raccontare: “Se non fossi stato ad Auschwitz, a vedere coi miei occhi i resti di quell’orrore, non sarei mai riuscito a immedesimarmi nei personaggi che interpreto”. E aggiunge: “Porto avanti questo spettacolo dedicandolo a Sergio, un bambino napoletano deportato. Le SS arrivarono e chiesero ai più piccoli del lager ‘Chi di voi vuole vedere la mamma?’. Sergio, fidandosi dei soldati, alzò la manina rispondendo ‘io!’ E così fu selezionato come cavia per atroci esperimenti che lo condussero alla morte”. E, come il piccolo Sergio, sul palco (dove il monologo dell’attore è legato a filmati in bianco e nero proiettati su uno schermo laterale) si muovono e riprendono corpo le vite di diversi testimoni e vittime della crudeltà nazista: dalla bambina ebrea scampata alla morte (a differenza di Anna Frank, che appare in un filmato realizzato prima della deportazione) all’operatore di ripresa ariano, costretto a filmare il falso in favore della propaganda hitleriana. Il tutto accompagnato da celebri brani musicali che vanno da “A night in Tunisia” di Gillespie a “La vita è bella” di Piovani, fino a “Schindler’s List” di Williams, a “Pure Immagination” di Bricusse e a “The Shaadow of Your Smile” di Mandel: note immortali che “legano le memorie, l’intervallarsi delle scene, restituiscono i sentimenti e le atmosfere di uno dei momenti più bui della storia dell’Umanità”. Doloroso e difficile anche da mettere in scena, poiché più che “descrivere” deve assumersi il compito di “suggerire”: una sorta di “non scena”, sottolinea ancora Morgese “che disegna percorsi mentali, che imprigionano o si schiudono alla speranza; una recitazione prosciugata che non cerca compiacimenti né virtuosismi; una musica eletta che non cerca melodie; un tentativo di coinvolgerci tutti in un ineludibile senso di colpa”.
Per info: “Onda Larsen – Spazio Kairòs”, via Mottalciata 7, Torino; tel. 339/3881949 o www.ondalarsen.org
g.m.
Nelle foto di Federica Di Benedetto: Manuele Morgese in alcune scene dello spettacolo