SPETTACOLI- Pagina 33

Tutti i volti di Torino tra risate e stereotipi. Intervista a Davide D’Urso

 

Non si dovrebbe dire, ma ammettiamolo: l’abito – in qualche occasione- fa il monaco.
Passeggiando per strada, boccheggiando tra la fiumana del centro il sabato pomeriggio davvero nessuno di voi si è mai soffermato ad osservare alcune persone, pensando ad esempio: “ma quella sicuro è di Crocetta”, oppure “quelli saranno di Barriera”, fino a “vedi quelli di Parella, la zona che cartella”?
Camminate, andature, abbigliamento, modi di dire che ci rendono – tutti quanti, credetemi- stereotipi ambulanti convinti che il luogo comune non ci riguardi.
Ogni città ha le proprie suddivisioni interne, i propri quartieri che si portano appresso giudizi e dicerie, ma a Torino tale aspetto emerge più che da altre parti, quasi come se le zone urbane fossero in realtà ecosistemi indipendenti, accozzati per caso l’uno accanto all’altro, con tradizioni diverse e individui “sui generis” spesso riconoscibili ad una prima occhiata.
Lo sa bene il giovane comico torinese Davide D’Urso, che ha spopolato sui social proprio giocando sullo spiccato senso d’appartenenza dei cittadini alle proprie zone di vita.
Davide riesce a farsi conoscere dal grande pubblico partecipando alla trasmissione televisiva “Eccezionale veramente”, dove stupisce Paolo Ruffini e Diego Abatantuono che lo portano fino al termine del programma in atto. L’avventura di D’Urso continua con l’ingresso nel cast di “Colorado”, in onda su Italia1, in seguito arrivano le collaborazioni con i Pampers e i diversi spettacoli a teatro, tra cui il fortunato one man show “LIVE – É PROPRIO D’URSO”, esibizione dinamica e irriverente, in cui si alternano giochi di magia e monologhi ispirati a storie vere.
Eppure la svolta avviene per caso, dopo la pubblicazione di un post su Instagram che raggiunge nel giro di poche ore moltissime persone che da quel momento in poi iniziano a seguirlo prima sui social e poi nei teatri.
Quando lo chiamo al telefono, Davide mi risponde subito, con cortesia e gentilezza: mi colpisce la sua naturale disponibilità, qualità più che apprezzabile e tutt’altro che scontata, specie tra persone di una certa notorietà. “Ciao Ale!” mi saluta, squillante e amichevole, seguono piacevoli convenevoli, dopodiché entriamo nel merito dell’intervista. Gli chiedo subito dei suoi inizi, mi racconta a ruota libera della sua infanzia e di come in principio abbia dovuto affrontare diverse problematiche, tra cui questioni personali assai spiacevoli.
Davide: “Io nasco come mago, perché, fin da quando ero ragazzino, con dei giochi di magia riuscivo a far sorridere un po’ tutti, a farli stare meglio, e così, molti anni dopo, ho capito (non è troppo tempo che ho preso coscienza di questo fatto), che lo facevo in primis per aiutare me stesso a uscire da quel mio primo periodo triste e problematico. Ho iniziato quindi ad appassionarmi sempre più di magia, al punto che in questo ambito ho frequentato una scuola torinese: il “Circolo Amici della magia”. Diciamo che ero convinto, e speravo, di poter arrivare a un livello alla Sylvan o qualcosa di serio, ero diventato invece un Forest. Allora lì ho iniziato a scrivermi delle battute per i giochi di magia e man mano ho sempre più scritto battute e studiato meno magia, cioè mi sono reso conto che in realtà non facevo appunto magia per la magia in sé ma per far ridere la gente.”
Continua poi il racconto della sua formazione.
Davide: “Da lì mi sposto al CAB 41, che è un locale storico torinese, dove ho iniziato i cosiddetti laboratori. Per anni ho fatto il comico in questo teatro, che era un po’ un punto di riferimento, qui mi hanno cresciuto, mi hanno aiutato a stare ore e ore sul palco; certo non posso dire di essermi formato in una scuola, o in un’Accademia artistica, perché questo lavoro l’ho appreso direttamente sul campo, stando davanti alla gente. Mi esibivo lì anche 3-4 volte a settimana, presentavo i comici più famosi che venivano come ospiti e così ho iniziato a far parte del settore della comicità. Dieci anni fa, o poco più, ho conosciuto i Pampers, con i quali ho iniziato a impostare i video sui social: sono andato in tournée con loro, e così ho potuto accumulare tante esperienze. Quindi tramite il CAB, e i Pampers e diverse altre sperimentazioni, sono riuscito a partecipare anche a programmi in TV, come: “Colorado” nel 2016 e nel 2019, e posso dire con mia soddisfazione personale che sono uno dei comici più giovani ad aver presenziato a “Colorado”. Tra le mie esperienze televisive, ricordo: da Amadeus a “Comedy Central”, su La Sette “Eccezionale Veramente” con Diego Abatantuono, Ruffini, Cirilli. Tuttavia, non riuscivo ancora ad emergere, ossia non riuscivo a creare una mia specifica “identificazione”. Allora, pur non tralasciando il mio desiderio di fare spettacolo, mi sono dedicato anche ad altri lavori: il cameriere, l’agente immobiliare, il “call center”, insomma, mi sono attivato per riuscire a vivere. È stato molto faticoso. Ormai ero abbastanza rassegnato a non emergere, erano tanti anni che ci provavo, ma alla fine sono arrivati questi video su Torino, con cui è cambiato tutto. Preciso che, avendo io studiato cinema, inizialmente mi sono dedicato alla realizzazione di video il più possibile precisi dal punto di vista tecnico, ci mettevo anche un mese per crearne uno, campo, controcampo, il drone, il green screen, la proof, però mi rendevo conto che era tutto un disastro, e che quel tipo di linguaggio in realtà sui social non funzionava. Mancava qualcosa, mancava un po’ di verità, e me ne sono reso conto solo col tempo. Quella verità lì l’ho ritrovata raccontando una delle cose che amo di più al mondo, cioè la mia città.
Mi sono chiesto: che cosa conosco bene della mia città e che cosa so fare? Ecco, mi sono dato una risposta, io so percepire i dettagli della gente”.
Provo a insistere e chiedo a Davide se ci possiamo soffermare su questo punto di svolta.
Davide: “ Ma è nato veramente da solo questo format dei video su Torino. Un giorno in cui avevo delle commissioni da svolgere in varie zone, mentre camminavo sentivo che le persone avevano delle parlate e degli atteggiamenti differenti, ho tirato fuori il telefono e mi sono ripreso mentre imitavo ciò che vedevo attorno a me; quando ho finito il video, avevo aspettative zero: lo pubblico, e intanto mi guardo un film, poi riapro Instagram e vedo addirittura 200.000 visualizzazioni in due ore. Quel video è arrivato poi a 2 milioni e mezzo, figurati, e da quel momento la gente mi ha scoperto come il comico di Torino. E la cosa che fa molto ridere è che tutti quelli che mi hanno scoperto per i video, mi dicono quando mi incontrano oppure mi scrivono sui social, “senti, ma perché non fai il comico?”
Ride.
Davide: “E quindi adesso, grazie al potere del social, mi sto dedicando al mio lavoro, ossia sto facendo il comico: presento eventi importanti nella nostra città, sono considerato nelle diverse iniziative che organizzano il Comune e la Regione, insomma sono, per così dire, “tra i punti di riferimento” degli eventi cittadini. e tutto ciò mi rende straorgoglioso! E’ bello che sia nato tutto spontaneamente, questo mi lusinga molto.


Alessia: “E quindi com’è il tuo rapporto con il mondo dei social? È assolutamente tutto un “pro”? Tutto idilliaco? Tutto meraviglioso?
Davide: “Io li odiavo, perché io ero il più grande hater dei social. Un po’ per frustrazione, perché per anni e anni ci provavo e non succedeva nulla. Però in seguito ho capito che il problema ero io, e nient’altro. Un rapporto di amore e odio e sono grato al social per quello che mi sta succedendo. Sono testimonianza che la TV ormai non sposta più gli equilibri come anni fa, il social ti porta tutto perché entri proprio direttamente nella vita quotidiana delle persone. Una lama a doppio taglio, che devi saper usare con assoluta precisione, devi essere sicuro che quello che dici non vada a ledere la sensibilità di nessuno e questo è davvero molto complicato.”


Alessia: “Con la questione de”politicamente corretto” diventa difficile dire qualsiasi cosa, cosa ne pensi?”

Davide: “Sì, è così. Come ti dicevo, non è facile mettersi nei panni di tutti proprio per la questione politically correct, perché una parola sbagliata può portare il pubblico a sfogarsi contro di te, che è il lato oscuro del social, dietro la tastiera tutti si credono Jason Momoa”


Alessia: “Questa attenzione così forte nei confronti del “questo lo posso dire, questo non lo posso dire” secondo te c’è sempre stata??
Davide: “No, no, basta andare a vedere i video degli youtuber o dei creator di dieci anni fa e se li riguardi oggi quasi ti stupisci. Perché una volta non c’era tutta questa attenzione alle differenze, e, se ci riflettiamo un po’ su, anche questo è un discorso che potremmo portare avanti all’infinito. Per me non ci sono differenze e quindi mi viene da scherzare su tutto, perché siamo tutti uguali, no?
È delicato dal mio punto di vista, perché faccio ironia e satira. Sai, se fai musica, basta che parli d’amore, parli d’altro. Se fai comicità, devi andare a toccare anche temi un po’ particolari, ed è complesso. Per questo io sposo la filosofia di mettere un contenuto quando è pronto e non stare dietro ai ritmi che ti chiede l’algoritmo, preferisco inserire un contenuto quando so che quel contenuto ha una certa valenza.
Ma il mio obiettivo non è vivere dei social, è vivere di teatro, quindi a me basta avere una fan base che crede in me e in quello che faccio e che viene a vedermi agli spettacoli. Questo è il mio obiettivo finale. Anzi, se arrivassi un giorno al punto in cui posso non usarli, vuol dire che è andato tutto bene.”


Alessia: “Quindi l’ambiente, il mondo che ti piace di più è quello del teatro?”
Davide: “Sì, sì
. Vorrei fare tournée, portare il mio spettacolo ovunque. E poi un domani magari sogno il cinema, però senza alcun tipo di fretta. Mi piace avere il pubblico lì a contatto, perché è un’altra cosa che nel cinema manca. E manca anche nei video, manca sempre un riscontro immediato dei commenti delle persone, averle davanti è un’altra cosa, è un’emozione inspiegabile e quindi io punto a questo aspetto in assoluto.
L’empatia a teatro sale tantissimo, anche l’ascolto, perché poi quando sei sul palco ormai il tuo copione lo sai a memoria, non pensi più a quello che devi dire, pensi a viverti il momento e a capire come adattarti al pubblico. Io ad esempio ho fatto queste due date a teatro, lo spettacolo è lo stesso, ma sono venute due serate completamente diverse, perché era diverso il pubblico”.


Alessia: “A riguardo ci sono stati dei momenti che assolutamente ti ricordi? Degli spettacoli significativi dove è capitata magari un’interazione specifica col pubblico, nel bene o nel male?
Davide: “Per fortuna sempre nel bene. Mi ricordo una volta di una ragazzina che videochiama il padre, io scendo, prendo il telefono e rispondo. Inizio questo dialogo con la ragazza dicendo che il padre in quel momento non può rispondere. Adesso non ricordo i dettagli, però è stato esilarante. Aveva tipo 15-16 anni quindi è stata anche al gioco, ed è stato incredibile.”


Alessia: “Invece riguardo a quest’idea di prendere spunto dai vari quartieri di Torino, quello che ti fa un pochino più ridere?”
Davide: “A me piace tanto imitare gli abitanti di Carmagnola, da quando andavo al liceo con il mio migliore amico e riuscivamo a imitare un papà di un nostro compagno che parlava proprio con quella cadenza. Quindi è una cosa che lego a questa storia inconsciamente e mi diverte farlo, perché per me sto ancora imitando il papà del mio compagno dopo 15 anni.
Mi metto là, scelgo un tema, Natale a Torino, immagino il Natale in tutti i quartieri e quei 5 o 6 che mi fanno più ridere li metto poi nel video. Tanti invece dicono, ma perché non fai quel quartiere lì? Perché non fai l’altro? Ah, ce l’hai con noi di Pozzo Strada perché non ci nomini mai, ce l’hai con noi di Barca, ce l’hai con noi di…. In realtà non ce l’ho con nessuno, è che il video deve durare un minuto e mezzo, non posso metterli tutti sempre.”


Alessia: “E hai dei punti di riferimento diciamo reali per ogni quartiere?”
Davide: “Sì, sì, per ogni quartiere ho un punto di riferimento. E non c’è nessuno mai che ci sia rimasto male, si sia un po’ offeso, è una cosa molto divertente. Una delle battute che mi dicono di più è, no vabbè, ma sei uguale al mio amico, sei uguale alla mia amica. Incredibile. Come fai a farlo in maniera così accurata? Ecco, “accurato” è il commento che mi è stato detto di più. Accurato. Ad esempio, il mio tamarro di Mirafiori, no? Da tanti personaggi è stato realizzato il tamarro nella vita, tanti comici hanno interpretato il tamarro, però sempre sopra le righe, in maniera eccessiva. Invece a me hanno detto: tu sei proprio il mio amico, sei esattamente così, non è uno stereotipo, è proprio reale. E la cosa è assai
divertente, oppure quelli di Nichelino. Ormai gioco con i miei amici a indovinare le zone solo guardando le persone. E oh, quelli di Nichelino, non sbaglio mai, mai, perché già l’approccio è diverso. Quando mi fermano per strada arrivano dicendo, secondo te di che zona sono? Sono gli unici che lo chiedono, quindi già che mi fai la domanda, dico, ok.”


Alessia: “Quindi noi di Nichelino, abbiamo anche questo primato!”
Davide: “Sì, sì, sì. Poi è bello che ora si chiamino “sbraua” – il verso è di difficile trascrizione- tra di loro. sento la gente per strada che si chiama “sbraua”, questa roba è
fantastica, è entrato nel gergo popolare dei ragazzi.
Vado spesso anche nelle scuole a parlare ai liceali, ad esempio Primo Levi, Einstein, Alfieri, Volta. Adesso devo andare al Majorana. E quando entro parte il coro Sbraua! Quella cosa lì mi piace un sacco perché sono entrato nel loro gergo, questo è bellissimo.”


Alessia: “E com’è il pubblico? Com’è fare uno spettacolo davanti a dei ragazzi adolescenti?
Davide: “Nelle scuole vado a parlare, a fare delle interviste, quindi non è mai show. Ci sono state volte un po’ più complesse perché magari non avevano tanta voglia, se no di solito c’è molta curiosità. Ecco, ho notato che non osano comunicare. Perché quando chiedo, ragazzi, fatemi tutte le domande che volete, alzano due o tre mani. Allora ho fatto un test un giorno e ho detto scrivetemi le domande su Instagram, ok? E io le leggerò in maniera anonima, non dirò chi me le ha scritte. I ragazzi mi hanno scritto delle robe allucinanti, sia profonde sia di altro tema, insomma hai capito. Cioè, tanti ragazzi seduti davanti a me non sanno rispondere alle mie domande, poi gli dai quello strumento lì in mano, gli chiedi la stessa identica cosa e mi arrivano questioni senza filtro.. Però è bello, mi piace. Poi alla fine chiedono tutti le foto, stanno là. Magari sono timidi, quindi non si sono lanciati durante l’incontro a essere molto partecipi, però poi dopo vengono e mi chiedono un abbraccio. Se posso fare il video ai genitori. Sei l’idolo di mia nonna.. Fai un video a nonna Rosetta che ti saluta. Là capisci di essere arrivato, quando fai i video per nonna Rosetta”


Alessia: “Un’ultima domanda: i tuoi idoli?”
“Per quanto riguarda il teatro, Gigi Proietti, Aldo Giovanni e Giacomo, due mondi completamente differenti di fare comicità, però adoro entrambi. E mi piace anche molto la parodia musicale alla Checco Zalone, anche Checco, il Checco di tanti anni fa però, quello di Zelig, non quello dei film. Anche se i film sono dei cult per me, però trovo molta ispirazione nella musica e nelle storie di cantanti. La musica mi ha suscitato l’ispirazione più grande, forse. Ad esempio i Pinguini, ci conosciamo, siamo diventati amici e ora andrò a tutte e quattro le date dei loro spettacoli.”

ALESSIA CAGNOTTO

Andrea Pennacchi in: “Mio padre – Appunti sulle guerra civile”

Teatro Concordia, corso Puccini, Venaria Reale (TO) Giovedì 9 maggio, ore 21

 

 

 

Andrea Pennacchi in “Mio padre – Appunti sulla guerra civile” mette in scena il monologo su suo padre Valerio, nome di battaglia Bepi, partigiano e prigioniero nella sua Odissea di ritorno in un’Italia devastata dalla guerra.

«Domenica 6 maggio 1945, alle 10 e tre quarti, mio padre, nome di battaglia Bepi, mio zio Vladimiro e il tenente degli alpini Stelio Luconi – medaglia d’oro al valor militare in Russia – scoprono di aver vinto la Seconda Guerra Mondiale. Quando è morto mio padre, mi sono svegliato di colpo, come ci si sveglia dopo una festa in cui non ti divertivi e hai bevuto anche il profumo in bagno. È mattina, ti svegli e stai male, ma il peggio è che non ti ricordi niente e c’è un casino da mettere a posto. E tuo papà, che era bravo a mettere a posto, non c’è più. Così sono finiti i miei favolosi anni ’90. La fine di una festa, la nascita di una nuova consapevolezza. Come Telemaco, ma più vecchio e sovrappeso, mi sono messo alla ricerca di mio padre e della sua storia di partigiano, e prigioniero, ma più ancora della sua Odissea di ritorno in un’Italia devastata dalla guerra. Sperando di trovare un insegnamento su come si mettono a posto le cose».

 

ANDREA PENNACCHI – BIO

Teatrista dal 1993, il suo viaggio è iniziato col Teatro Popolare di Ricerca di Padova. Ha composto Eroi, finalista al Premio Off del Teatro Stabile del Veneto, con il supporto di Giorgio Gobbo e Sergio Marchesini. Seguito, nella trilogia della guerra da: Trincee: risveglio di primavera e Mio padre: appunti sulla guerra civile. Ha debuttato nella drammaturgia con Villan People prodotto da Pantakin, poi selezionato al festival Tramedautore del Piccolo Teatro Grassi di Milano e al Premio Fersen per la regia nel 2014.

Per anni, con la collaborazione di Arteven, ha ideato e portato in scena una serie di lezioni-spettacolo con le quali ha girato le scuole superiori del Veneto. Questi progetti dedicati alle scuole tuttora girano grazie alla compagnia Teatro Boxer da lui fondata. É direttore artistico di Terrevolute – festival della bonifica e della rassegna Odeo days. Ha recitato in cinque produzioni del Teatro Stabile del Veneto sotto la direzione di registi come Damiano Michieletto, Bepi Emiliani e Emanuele Maria Basso e Natalino Balasso. Ha inaugurato la stagione 2019/2020 del Teatro Verdi di Padova con Da qui alla luna, spettacolo scritto da Matteo Righetto e musicato da Giorgio Gobbo insieme all’Orchestra di Padova e del Veneto. Per il cinema, ha lavorato con Andrea Segre, Carlo Mazzacurati, Silvio Soldini. Per la televisione, oltre ad essere stato il Ragionier Galli ne Il paradiso delle signore, ha lavorato in Grand HotelNon Uccidere 2Don Matteo, e A un passo dal Cielo. É spalla di Paola Cortellesi in Petra, serie Sky uscita a settembre 2020.

Con il personaggio di Pojana è ospite fisso del programma Propaganda Live su LA7. Ha pubblicato due libri con People: Pojana e i suoi fratelli e La guerra dei Bepi. È uno dei protagonisti del film di Andrea Segre Welcome Venice. Il film, accolto con entusiasmo dalla critica, ha inaugurato le Notti Veneziane, lo spazio off realizzato dalle Giornate degli Autori alla Biennale del Cinema di Venezia 2021.

Giovedì 9 maggio, ore 21

Mio padre – Appunti sulla guerra civile

Di e con Andrea Pennacchi

Musiche dal vivo di Giorgio Gobbo, Gianluca Segato

Produzione Teatro Boxer/Pantakin

Biglietti: intero 18 euro, ridotto 16 euro

Al Bunker il nuovo disco di Luca Morino

Un concerto per espandere confini geografici e sentimentali, l’occasione per ascoltare per la prima volta dal vivo il nuovo disco di Luca Morino – fondatore e leader dei Mau Mau, giornalista e animatore culturale – pubblicato lo scorso marzo. Con De West Morino esplora infatti un luogo immaginario che travalica la definizione geografica dell’Alta Langa, dove tutto diventa più aspro e selvaggio e si confonde in un immaginario cinematografico e morriconiano dove i cespugli spostati dal vento rotolano fra vigne e noccioleti.

Al Bunker venerdì 10 maggio a partire dalle 21.30, nell’ambito del programma del Salone Off, Morino promette un concerto fuori dagli schemi e dal tempo, in cui i suoni analogici di chitarre elettriche, percussioni e organi Farfisa sono supportati da un’elettronica gregaria, ma presente. L’occasione dal vivo per ascoltare la nuova mezcla che lo stesso autore ha ribattezzato voodoo folk: dal canto gregoriano a Lana del Rey, da Piero Piccioni a Piero Umiliani, dall’amapiano – la nuova dance sudafricana – al chitarrista ungherese Gàbor Szabò, per citarne solo alcuni.

“Terre di frontiera, il Lontano Ovest, DeWest.
Il concerto al Bunker sarà l’occasione per portare dal vivo le ombre, i deliri e le accelerazioni di un mondo reale ma anche immaginario, grazie al riverbero dei film di Sergio Leone o di Werner Herzog.
Musica visionaria che si alternerà a momenti ritmici di forte impatto, grazie a una band potente e convinta e alle immagini animate che accompagneranno lo show.”

Insieme a Morino suoneranno Fabrizio Viscardi alle chitarre, Cristian Longitano alla batteria, Giorgio Boffa al contrabbasso, Paolo Rigotto alle tastiere, Elisa Belella ai cori. I suoni saranno affidati a Luca Biasetti mentre le immagini – parte integrante del progetto sonoro e del concept del nuovo album – sono di Licio Esposito.

De West
https://on.soundcloud.com/8ruQRpewGTJfPa298

Gina Francon, “La portinaia di Palazzo Chigi”

Teatro Concordia, corso Puccini, Venaria Reale (TO) Mercoledì 8 maggio, ore 21

Con Annagaia Marchioro

 

 

Gina Francon è la portinaia di Palazzo Chigi, ha visto gli ultimi 30 anni di storia d’Italia passarle accanto. Nata in Veneto e trasferita a Roma con un concorso truccato, come dichiara apertamente per essere onesta fino in fondo, vive tutte le difficoltà di una immigrata del nord al sud.

Un personaggio nato sui social dall’idea dell’attrice che la interpreta, Annagaia Marchioro, durante il vuoto della prima quarantena, che da allora non può più smettere di esistere. I suoi follower aumentano a vista d’occhio. In questo spettacolo Gina Francon racconta dal suo angolo della portineria le verità più scomode, i segreti più taciuti della politica italiana. Dato che lei ha aiutato il Governo nelle decisioni difficili, a volte persino per sbaglio, perché era lì, la prima ad arrivare e l’ultima ad andare via. E ha raccolto dalla pattumiera le pagine che avrebbero spiegato i dpcm all’Italia intera. In scena un tavolo, molti utensili e una piastra elettrica. Su quella piastra la protagonista cucinerà dei veri biscotti da offrire agli spettatori. Sembra che per questi biscotti siano cadute intere formazioni di governo. La Gina ha preparato il caffè a tutti e di tutti potrebbe raccontare qualcosa, considera i politici un po’ figli o figlie suoi, un po’ ex mariti da dimenticare. La sua saggezza popolare la rende intra-partes: può dire ciò che pensa come lo farebbe la zia della porta accanto.

È ecologista perché profondamente rurale, femminista in quanto matriarcale, europeista perché tutto il mondo è paese. Queste le solide basi del suo programma politico. Perché sì, Gina Francon, in un colpo di teatro finale, decide di scendere in campo, e annuncerà con sorpresa di tutti la nascita del suo partito: il Partito della Gina. Un partito squisitamente personale fondato sul carisma della Gina, leader non si sa di cosa, progressista quanto conservatore, post ideologico, post-moderno e un po’ anche post mortem (degli altri). Perché una portinaia alle volte conta più di un intero team di addetti stampa.

Mercoledì 8 maggio, ore 21

Gina Francon – La portinaia di Palazzo Chigi

Da un’idea di Annagaia Marchioro

Di Annagaia Marchioro e Gabriele Scotti

Con Annagaia Marchioro

Musiche di Flavia Ripa

Scenografia: Ze Arte

Biglietti: intero 15 euro, ridotto 13 euro (+ 2 euro prevendita)

Rock Jazz e dintorni a Torino: Vasco Brondi e i Baustelle

GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA

Lunedì. Al Lambic si esibisce Marco Carena. All’Alfieri tributo a De Andrè da parte della Pfm.

Martedì. Al Blah Blah viene sonorizzato “Stereo” di David Cronenberg a cura di Propaganda 1904 e Swanz. All’Hiroshima Mon Amour “sold out” per Vasco Brondi.

Mercoledì. Al Magazzino sul Po è di scena Scarda. Al Blah Blah suonano i The Fuzillis

Giovedì. Al Magazzino sul Po si esibiscono i The Oddzilla mentre al Blah Blah sono di scena i The Spell of Ducks. Al Bunker per “Pagella non solo rock” sono di scena Ensi e Mastafive. All’Hiroshima si esibisce Enrico Nigiotti.

Venerdì. Al Peocio di Trofarello suona il chitarrista Neil Zaza. Al Colosseo arrivano i Baustelle. Al Folk Club suona il quartetto Jin Jim. Alla Cascina Falchera sono di scena i Tiromancino. Al Blah Blah si esibiscono i Riviera. Al Capolinea 8 suona la Blues Gang di Dario Lombardo. All’Hiroshima si esibisce Piotta. Allo Spazio 211 sono di scena i Cripple Bastards. A Piazza dei Mestieri suona il sestetto di Luigi Tessarollo. Al Capodoglio si esibisce Bassolino mentre al Bunker c’é Luca Morino con il progetto “De West”.

Sabato. Al Circolo Sud suona il quintetto del clarinettista Vadim Turanosoff. Al Magazzino sul Po si esibisce Paolo Spaccamonti. Alla Cascina Falchera è di scena Dov’è Liana. Al Blah Blah suonano i Mr. Bison. Allo Ziggy si esibiscono i Syk.

Domenica. All’Off Topic canta Gabriella Martinelli. Al Combo è di scena la produttrice e dj Octo Octa. All’Inalpi Arena si esibisce Flor Bertotti.

Pier Luigi Fuggetta

Augusto Daolio, uno sguardo libero

In occasione della mostra dedicata alla figura e alle opere di Augusto Daolio, fondatore e leader di Nomadi, un fitto programma di appuntamenti e approfondimenti.
Martedì 7 maggio alle 17 allo Spazio Musa (Via della Consolata 11, ingresso gratuito) l’appuntamento è con Rosanna Fantuzzi in un incontro con il cantante e autore Luca Morino, Vito Vita e la giornalista Marinella Venegoni. Nell’occasione l’attrice Laura Curino leggerà alcuni testi di Augusto Daolio. Ma non solo: verrà proiettato il documentario “I migliori anni della vostra vita” di Armando Ceste (1987, 30′), dedicato al ventennale dell’occupazione studentesca di Palazzo Campana, a cura dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema di Torino.
Venerdì 10 maggio l’appuntamento è nei suggestivi spazi del Circolino di Flah Back Habitat (corso Lanza 76) alle 21.30 con il concerto degli Aironi Neri.
Il finissage della mostra, sabato 11 maggio, è in collaborazione con il Salone OFF e e/o. Nel salone di Spazio Musa alle 18 si terrà un interessante incontro con lo scrittore Sacha Naspini in occasione della pubblicazione di “Errore 404”. In un dialogo con Rosanna Fantuzzi e con gli interventi musicali di Alessio Marchiani Naspini, appassionato della musica di Daolio e dei Nomadi, racconta la storia del suo protagonista, dotato di uno straordinario super potere.

Il programma dal 7 al 12 maggio

Martedì 7 maggio
Spazio Musa – ore 18
Incontro con Rosanna Fantuzzi, Luca Morino, Marinella Venegoni, Vito Vita
Laura Curino legge testi di Augusto Daolio

Venerdì 10 maggio
Spazio Musa – ore 17
Incontro con ospiti presenti al Salone del Libro
Circolino Flash Back Habitat – ore 21.30
Concerto della Cover band dei Nomadi “Aironi neri”

Sabato 11 maggio – ore 17.3’.00
Spazio Musa – ore 18
Finissage della mostra con Rosanna Fantuzzi in dialogo con Sacha Naspini, con interventi musicali di Alessio Marchiani.
In collaborazione con Salone OFF

La mostra, gli incontri e i concerti sono promossi da
ICS Innovazione Cultura Società – Spazio Gerra
Associazione Augusto per la Vita

Con il patrocinio di
Città di Torino
Regione Piemonte

In collaborazione con
Salone internazionale del libro di Torino
Associazione Fan club I Vagabondi della Mole
Il Circolo dei cantautori di Torino

Con il sostegno di
Banca BTM Torino Uno
Broker Insieme
Domenico Clerico
Guido Gobino
Osteria Rabezzana        

Si ringrazia Antonella Fassio Noto per ili generoso sostegno alla mostra in ricordo di Bob

Orario della mostra
Martedì – venerdì 15.00 – 21.00
Sabato – domenica e festivi 16.00 – 21.00
Lunedì chiuso

Spazio Musa, Via della Consolata 11/E – Torino

L’Ingresso a offerta libera a favore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro. 

“Beatlemaniac”, il concerto che percorre tutte le fasi della carriera dei Fab Four

Debutto sabato 4 maggio allo Spazio Kairos, tra Aurora e Barriera di Milano

Si chiude con “Beatlemaniac“, sabato 4 maggio alle 21, il concerto che ripercorre tutte le fasi della carriera dei Fab Four, dagli esordi di “Please Please Me” alla psichedelia di “Magical Mistery Tour”, la stagione “Riflessi” organizzata da Onda Larsen.

Allo Spazio Kairos, via Mottalciata 7, ex fabbrica riconvertita in sala teatrale, saliranno sul palco i The Finger Pie, cover band dei Beatles col quale Onda Larsen aveva già prodotto lo spettacolo tra musica e teatro “Abbey Road”.

Il concerto

Protagonisti Vico Righi (chitarra e voce), Enrico Bontempi (chitarra e voce), RIccardo Mariatti (basso) e Simone Zangirolami (batteria).  Si tratta del debutto assoluto per “Beatlemaniac” che i musicisti definiscono «un sentiero musicale che si fa strada attraverso i grandi successi». Il concerto, però, vuole anche dare lustro ai pezzi meno conosciuti del repertorio dei Beatles.

Tra omaggi fedeli e libere reinterpretazioni, i Finger Pie teletrasporteranno negli Anni ’60, proprio su quei palchi che i Beatles smisero di calcare nel 1966, dopo l’ultimo tour americano.

Spazio Kairos è via Mottalciata 7.
Intero 13 euro. Ridotto (ex allievi Scuderia Onda Larsen, Over 65, studenti universitari) 10 euro.
Ridotto speciale (allievi Scuderia Onda Larsen 23/24, under 18 e disabili) 6 euro.
Biglietti online su: www.ticket.it. Necessaria la tessera Arci. Info: biglietteria@ondalarsen.org.

Il segreto che tiene sospesa una vita intera

Sugli schermi “Confidenza”, ultima opera di Daniele Luchetti

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

C’è una sorta di filo doppio ormai a legare le esistenze e le storie di Domenico Starnone, scrittore, e Daniele Luchetti, regista, un filo doppio iniziato trent’anni fa con “La scuola” e continuato con “Lacci” (2020), oggi approdato sulle coste di “Confidenza”. Per l’ultimo titolo lo scrittore si è chiuso nella sua pagina scritta (Einaudi editore) e ha lasciato il compito di cosceneggiatore – con il regista – a Francesco Piccolo, a tratteggiare un percorso lungo la vita intera di un uomo rinserrato in due antiche parole, amore e paura, scritte un giorno sulla lavagna e capaci di muovere e condizionare un’esistenza, un professore amato dagli allievi, pronti a omaggiarlo e a dirne tutti i pregi ancor dopo che lo hanno abbandonato nel percorso dei loro studi, un professore che è anche capace di non seguire alla lettera le direttive ministeriali ma che appellandosi alla “pedagogia dell’affetto” spreme un gran bel sorriso se gli allievi lasciano la classe sotto l’ombra di una interrogazione, “tanto professore manca solo più un quarto d’ora”.

Pietro Vella trova l’amore negli occhi belli di un’ex allieva, Teresa, che un giorno gli ha scritto su un foglio “l’amore non è mai alla pari, è sempre sopraffazione”. Il che dovrebbe già essere un bel campanello d’allarme se la passione, la sicurezza di sé, l’azzardo non avessero il sopravvento e nel comportamento diviso in due di Pietro non innescassero una relazione. Difficile, altalenante, fatta di luci e di zone buie, di affetti e di ripicche, di sfide (il casuale incontro a cena con un gruppo di amici del professore, forse tra loro siede anche una ex fiamma). Di scommesse per continuare un rapporto, in un qualsiasi modo: rivelarsi l’un l’altra un segreto, di quelli veramente scomodi, “un segreto così orribile che se si sapesse ti distruggerebbe la vita per sempre”. La relazione troverà una propria conclusione, le zone buie sopraffacendo gli squarci di luce, ma Teresa, dopo anni nome famoso nel mondo per i suoi studi in campo matematico, si ritroverà sempre a due passi da Pietro, non importa il luogo, non importa l’occasione, fisicamente e nel pensiero, nelle conferenze che Pietro, ormai affermato studioso di didattica, beniamino del mondo editoriale e enfant prodige da tenersi ben stretto del ministero, tiene, complice anche una responsabile editoriale (isabella Ferrari) con cui non sarebbe male correre il rischio di un’altra sfida: ma ci si ferma in tempo. Nei pensieri di morte, anche, che Pietro giunto in tarda età culla tra sé, intervallati ai teneri giochi con i nipotini: Teresa è sempre là, a ricordare, a intimorire, a sconvolgere. Non la ferma certo neppure la nuova figura femminile accanto all’ex amante, Nadia, la moglie, la madre di sua figlia, la collega di lavoro, la donna in cui Pietro ha sperato di ritrovare un’isola di serenità, di vita normale. Senza scommesse e senza sfide. Non la ferma neppure un’ultima occasione, quella preparata davanti ad un pubblico scelto di invitati.

Un film che è la radiografia di un triangolo amoroso e sfacciato, “Confidenza”? Un thriller più o meno assopito che ti conduce verso il finale del “vediamo un po’ come va a finire”? La storia di un uomo con troppe qualità e di nessuna qualità, troppo grandioso, troppo sicuro, troppo pronto a scommettere? Sentieri individuati, accennati: ma soprattutto l’introspezione e lo sguardo da vicino dei sentimenti, degli universi maschile e femminile, delle grandi azioni e dei momenti di poco conto, degli oggetti che buttano nuove luci e nuove ombre in un percorso già controverso, delle riprese di una macchina da presa che guarda nell’intimo e ti sbilancia con gli sguardi dall’alto, del montaggio che mescola presente e passato a raccogliere i frantumi di tre esistenze. È il film, “Confidenza”, del segreto mai svelato allo spettatore ma pure detto in faccia al mondo: e allora è disperazione e sconfitta, e allora è l’urlo dell’Uomo che ricorda Munk, è la fine per Pietro dall’alto di un palazzo e per la figlia che ha preparato l’ultimo riconoscimento per papà, è il netto frantumarsi di una vita.

Materia complicata, sottile, distorta, a tratti difficile da decifrare, un percorso non facile da trasportare dalla pagina scritta alla scena, quella che è nelle mani di Daniele Luchetti, che accompagna il suo protagonista sino al suo rifugio/nascondiglio (immaginato) dei titoli di coda, narrandocelo in ogni piega con estrema sicurezza, e trovando in Elio Germano ancora una volta la conferma – e la grandezza – di quel camaleontico attore che abbiamo fino a qui conosciuto. Un ruolo non semplice “sofferto” nelle sue pieghe più intime. Come sono eccellenti – anche se forse non chiarite sino in fondo nelle loro apparizioni e nel loro percorso – le interpretazione di Federica Rosellini e di Vittoria Puccini. Tuttavia, pur conservandone il giudizio positivo, ti viene da chiederti, negli ultimi momenti della vicenda, se “Confidenza” non accusi una certa debolezza, non sopporti un peso troppo gravoso, non si perda in una storia formulata a tavolino, con quella sfida a farla troppo da padrone, a essere il centro incontrastato di una intera esistenza, con quel rincorrersi nel tempo dei personaggi che si portano dietro un segreto, anzi “il segreto”, che ha il dubbio di chiudersi (troppo) in quel momento accaduto per caso all’inizio di una storia di un amore. Che è sopraffazione.

ToVision giunge alla terza edizione. Al Pala Ruffini la finale torinese

 

Per la terza edizione del song contest ufficiale delle scuole superiori non poteva mancare la tappa torinese, dove tutto ebbe inizio. Proprio nella città che ha visto nascere il progetto nel 2022, grazie all’intuizione degli studenti Giulio Rigazio e Beatrice Periolo, si terrà la serata finale del contest torinese.

Il 3 maggio 2024, a partire dalle 20.30, le 15 “delegazioni” scolastiche torinesi arrivate in finale si esibiranno al Pala Ruffini rappresentando la propria scuola e sfidandosi con i migliori cantanti degli altri istituti superiori di Torino e provincia, avendo come unica “arma” la propria voce. La serata sarà condotta da Tommaso Cassissa, giovane comico e YouTuber italiano che negli ultimi anni ha spopolato sui social per la sua ironia e bravura. Ad impreziosire ulteriormente la serata, l’ospite d’eccezione CLARA, cantautrice italiana vincitrice dell’ultima edizione di Sanremo giovani e attrice del cast della serie di successo “Mare Fuori”.

Quest’anno la scuola vincitrice sarà eletta dalla somma delle votazioni della giuria tecnica e delle votazioni raccolte sui social. La giuria tecnica è composta da Sarafine (vincitrice di XFactor 2023), Andrea Cerrato (cantautore e YouTuber), Annalisa Masullo (discografica e co-fondatrice di OFF TOPIC), Elena Di Giorgio (vocal coach) e Eugenio Cesaro (voce e chitarra del gruppo Eugenio in Via Di Gioia).

Motto dell’edizione 2024 del song contest è “Born this way” che, prendendo spunto dalla celebre canzone di Lady Gaga, vuole sottolineare quanto sia importante validare il talento e la passione dei ragazzi in gara che, nonostante la loro giovane età di studenti di scuole superiori, decidono di mettersi in gioco affrontando eventuali paure o insicurezze, in quanto “nati per questo”: per salire sul palco e far sentire la loro voce. L’evento, ideato e organizzato da giovani per i giovani, non vede l’età come un limite bensì come un valore: se si ha una passione e il desiderio di mettersi in gioco, bisogna essere incoraggiati e accompagnati alla scoperta dei propri talenti, non ostacolati.

In questo contesto si inserisce anche il weekend di workshop gratuiti e aperti a tutti gli studenti di Torino organizzati lo scorso febbraio con il supporto della Fondazione per la Cultura di Torino e dell’Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario.

Trovando nel progetto Torino Futura dell’assessorato alle Politiche Giovanili e dell’assessorato alla Cultura della Città di Torino la cornice perfetta per rivolgersi al target desiderato, ToVision ha organizzato un weekend di workshop sul mondo della musica, fornendo un overview generale sul settore: dalla scrittura di un brano alla sua produzione, fino al mondo della comunicazione musicale.

La serata torinese si concluderà con il ToVision Afterparty con ScuolaZoo, una novità di quest’anno, che trasformerà il Pala Ruffini nella discoteca più grande della città.

ToVision è supportato da Fondazione Compagnia di San PaoloKaplan International Languages e Satispay e vede come media partner dell’evento è RDSNEXT, la radio della GenZ, fatta dalla GenZ, per la GenZ, che racconterà l’evento sui suoi canali. Anche alcune realtà del territorio torinese hanno supportato l’iniziativa: Iren, Banca BTM, Ativa Spa, Nova Coop, Piazza Martiri, Robin Studio e Gypsy Accademy.

I biglietti ufficiali sono disponibili sul sito Biglietti TOVISION 2024 – La Finale – Torino – Pala Ruffini – 03/05/2024 – TicketSms

TORINO CLICK

“La cultura dietro l’angolo”, in tutta la città 240 eventi diffusi da maggio a Natale

La cultura dietro l’angolo, progetto della Fondazione Compagnia di San Paolo e della Città di Torino, in collaborazione con la Fondazione per la Cultura Torino, giunge alla sua terza edizione. Un programma di oltre 240 attività culturali diffuse nelle diverse circoscrizioni che, da maggio a dicembre 2024, porterà la cultura in tutta la città, grazie al coinvolgimento attivo di istituzioni culturali e presidi territoriali.

Per l’assessora alla Cultura e l’assessore al Welfare della Città, La cultura dietro l’angolo rappresenta un’opportunità davvero importante per riscoprire il valore delle relazioni umane e dei legami di vicinato e costruire, attraverso la partecipazione attiva dei cittadini e il coinvolgimento di tante realtà cittadine tra istituzioni, musei, biblioteche, presidi territoriali e reti di solidarietà, una città più inclusiva, solidale e vivace. La cultura diventa così un catalizzatore di connessioni umane e interazioni sociali, offrendo alle persone la possibilità di incontrarsi, condividere esperienze e interessi e costruire legami.

Per Alberto Anfossi, Segretario Generale della Fondazione Compagnia di San Paolo, La cultura dietro l’angolo nasce per rispondere alla sfida di portare la cultura a poca distanza da casa, creando nuove occasioni di relazione, condivisione e partecipazione ed è un’iniziativa realizzata attraverso la valorizzazione degli spazi pubblici di aggregazione della città e la costruzione di una rete di collaborazioni con alcuni dei più importanti attori pubblici e culturali torinesi. Il cambiamento diventa infatti possibile grazie ad alleanze territoriali, impegno collettivo, scambi di competenze e co-progettazione tra tutte le forze in campo.

I partner

La cultura dietro l’angolo è un progetto della Fondazione Compagnia di San Paolo e della Città di Torino, in collaborazione con la Fondazione per la Cultura Torino. L’iniziativa è sviluppata con la Fondazione Ufficio Pio, Arci Torino, la Rete Case del Quartiere, la Rete di Torino Solidale. La realizzazione del programma è resa possibile grazie alla sinergia, all’impegno collettivo e allo scambio di competenze tra queste realtà e tutti i soggetti coinvolti nella co-programmazione e nella co-progettazione, che anche quest’anno saranno Associazione CentroScienza Onlus, Museo Egizio, Unione Musicale, Fondazione TRG, TPE – Teatro Piemonte Europa, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, Gallerie d’Italia – Torino di Intesa Sanpaolo, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, coordinati dall’Associazione Abbonamento Musei, in collaborazione con dieci presidi civici territoriali: Casa nel Parco nella Circoscrizione 2; Fabbrica delle E/Binaria nella Circoscrizione 3; Più SpazioQuattro nella Circoscrizione 4; Officine CAOS – Casa del Quartiere Vallette e Beeozanam nella Circoscrizione 5; Bagni Pubblici di via Agliè, Biblioteca civica “Don Lorenzo Milani” e Centro Interculturale della Città di Torino nella Circoscrizione 6; Biblioteca civica “Italo Calvino” nella Circoscrizione 7; Casa del Quartiere di San Salvario nella Circoscrizione 8. Il programma si avvale, inoltre, del prezioso contributo di altri presidi della Rete Torino Solidale, come Cascina Roccafranca, Gruppo Abele e la Consulta per le Persone in Difficoltà.

Le feste di maggio e di settembre

La terza edizione inaugurerà con una grande festa diffusa nei dieci presidi territoriali, da giovedì 2 a sabato 4 maggio, alla quale parteciperanno tutti i soggetti coinvolti nel progetto. Ognuna delle dieci feste nasce dalla co-progettazione di un ente culturale e di un presidio territoriale e sarà un’occasione per promuovere e far scoprire alla cittadinanza tutti gli eventi e le opportunità in programma, in cui le case del quartiere, le biblioteche civiche e i presidi del territorio si animeranno di concerti, spettacoli teatrali, performance artistiche, giochi, appuntamenti di divulgazione scientifica e molto altro. Da lunedì 13 maggio partirà invece la programmazione ordinaria delle attività, che prevede un appuntamento settimanale fisso in ogni presidio e che proseguirà fino a dicembre, con un’interruzione soltanto nel mese di agosto. Un altro grande momento di incontro e condivisione saranno le feste d’autunno, da giovedì 12 a sabato 14 settembre.

Il programma della terza edizione

Anche quest’anno La cultura dietro l’angolo propone un ricco calendario di appuntamenti gratuiti di musica, teatro, scienza, arte, storia e fotografia che copre un periodo prolungato, da maggio a dicembre, con ben 240 appuntamenti diffusi in tutta la città, gratuiti e a cadenza settimanale e due grandi momenti di festa.

L’associazione CentroScienza onlus propone tre laboratori. “La scienza sotto il lavello!” insegnerà ai partecipanti a leggere le etichette dei prodotti che utilizziamo quotidianamente, come saponi e detersivi, per riconoscere le sostanze di cui sono composte e imparare a utilizzarli al meglio per non causare danni alle persone e all’ambiente. “Il cammino del cibo” è invece un percorso che spiega il funzionamento del nostro apparato digestivo e come avere cura del nostro stomaco, fegato e intestino attraverso un’alimentazione sana. Infine “Googlare” è il laboratorio che si concentra sulla ricerca di informazioni in rete e a riconoscere e distinguere le notizie vere da quelle false, cercando le fonti di informazione più affidabili.

La Fondazione TRG propone “Ritratti”, un laboratorio in cui si cercherà di dare risposta a domande quali Cosa vuol dire abitare? Perché condividere? Esiste un luogo dove trovare la felicità? per costruire il mosaico di punti di vista che sarà il punto di partenza per la realizzazione di un podcast.

Tre i laboratori di Gallerie d’Italia. “Gesti sulla mappa” si propone di creare un collage collettivo dei gesti storici e di quelli dei giorni nostri a partire dalle mappe dei quartieri della nostra città, utilizzando anche le foto dell’Agenzia Publifoto. Sempre dall’archivio Publifoto saranno tratte le immagini utilizzate nel laboratorio “Paesaggi di quartiere”, per riflettere sull’evoluzione del paesaggio e creare un piccolo libro a fisarmonica in cui ognuno potrà realizzare il proprio paesaggio di quartiere. “Ritratti musicali” è invece un laboratorio che ripercorre le canzoni più belle ed emozionanti del Festival di Sanremo.

“L’ho scelto perché…” del Museo Egizio è il laboratorio che cerca di spiegare la curiosa attrazione che proviamo di fronte ai reperti dell’antichità e come la nostra storia personale possa connettersi con gli oggetti risalenti a migliaia di anni fa conservati al Museo.

Il Teatro Stabile Torino – Teatro Nazionale mette in campo i suoi attori, che guideranno i partecipanti alla scoperta della forza delle parole usate da Dante Alighieri nei versi più celebri della Divina Commedia attraverso i laboratori “UNDICI – Viaggi e meraviglie della Commedia”, “UNDICI – Vizi e virtù nella Commedia” e “UNDICI – Il gioco della Commedia”.

TPE propone invece il ciclo di laboratori teatrali “Fantasmi”, un viaggio di esplorazione di ciò che non è manifesto, attraverso corpo, movimento, voce e parola.

Unione Musicale realizzerà tre progetti: “Tutti in coro” è un concerto interattivo in cui i partecipanti potranno assaporare la bellezza del cantare insieme; “Ascolta che musica” e “Ottoni per aria” sono invece momenti di avvicinamento alla musica classica, attraverso l’ascolto di celebri brani e la scoperta degli strumenti ad arco e a fiato.

Partendo da immagini tratte dalle sue collezioni, la  GAM – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, con il progetto “La Natura dell’Arte” affronterà il tema del paesaggio inteso sia come rappresentazione della natura, sia come espressione dell’interiorità, sia come spazio di relazione tra luoghi e persone. Tre laboratori dal titolo “Paesaggio Cromatico / luce/spazio/materia” con quattro opere ogni volta differenti dall’Ottocento al Contemporaneo, permetteranno di immergersi nella Natura dell’Arte, sperimentando tecniche differenti: l’acquerello, il collage e la pittura materica.

La connessione con i festival cittadini

Con la terza edizione, La cultura dietro l’angolo rafforza ulteriormente la sinergia con le tante iniziative culturali in città, come il Torino Jazz Festival e MITO per la Città. A partire da quest’anno, poi, anche i vincitori dei più recenti bandi indetti dalla Città di Torino per l’assegnazione dei fondi del Ministero della Cultura per le attività di spettacolo dal vivo e per la programmazione culturale estiva saranno coinvolti nella programmazione degli eventi del palinsesto de La cultura dietro l’angolo, una novità che permetterà di ampliare ulteriormente l’offerta culturale, offrendo alle comunità locali una gamma ancora più ampia di esperienze artistiche e culturali.

La card

Per partecipare alle attività de La cultura dietro l’angolo basterà recarsi in uno dei dieci presidi territoriali, dove verrà rilasciata una tessera, che permette anche di accedere gratuitamente o a prezzi scontati a preziose proposte e occasioni culturali. La card consente infatti di visitare gratuitamente le collezioni permanenti del Museo Egizio, della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino e delle Gallerie d’Italia – Torino di Intesa Sanpaolo fino alla fine dell’anno e di usufruire di riduzioni sul prezzo dei biglietti per concerti, spettacoli e incontri delle stagioni di Unione Musicale, TPE – Teatro Piemonte Europa, Fondazione TRG, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e Associazione CentroScienza Onlus. I biglietti, in numero limitato per ciascuno spettacolo, sono acquistabili esclusivamente recandosi nei diversi presidi territoriali muniti di card. La lista completa delle opportunità offerte è consultabile sul sito www.laculturadietrolangolo.it.

(foto archivio)