SPETTACOLI- Pagina 223

Sipari riaperti, riprendono gli spettacoli del Teatro Stabile

Stagione Teatrale 2019/2020 Secondo quanto disposto dal DPCM del 1 marzo 2020, si comunica che le attività del Teatro Stabile di Torino riprendono regolarmente, senza alcuna limitazione

 

Pertanto martedì 3 marzo 2020, alle ore 19.30 :

_andrà in scena al Teatro Carignano MACBETH  di William Shakespeare  per la traduzione e l’adattamento di Letizia Russo e la regia di Serena Sinigaglia . Lo spettacolo è interpretato da: Fausto Russo Alesi, Arianna Scommegna  e Giovanni Battaglia Gianluca Bazzoli Alfonso Genova Noemi Grasso Paolo Grossi Sebastiano Kiniger Stefano Orlandi Pierpaolo Preziuso Federica Quartana Sara Rosa Losilla Maria Giulia Scarcella Elvira Scorza . Le scene sono di Maria Spazzi , le luci di Gerardo Buzzanca , i costumi di Katarina Vukcevic , la colonna sonora di Sandra Zoccolan . Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile di Bolzano, resterà in scena al Carignano per la Stagione in abbonamento del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale fino a domenica 15 marzo
https://www.teatrostabiletorino.it/va-in-scena-al-carignano-di-torino-macbeth-di-william-shakespeare-per-la-regia-di-serena-sinigaglia-con-fausto-russo-alesi-e-arianna-scommegna/

 

_debutterà al Teatro Gobetti QUESTIONI DI CUORE  interpretato da Lella Costa , una lettura de Le lettere del cuore  di Natalia Aspesi ,   da un’idea di Aldo Balzanelli , con le musiche di Ornella Vanoni . La celebre rubrica di Natalia Aspesi sul “Venerdì” de La Repubblica diventa uno spettacolo, affidato al talento di Lella Costa. Lo spettacolo, prodotto da Mismaonda, resterà in scena al Teatro Gobetti per la Stagione in abbonamento del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale fino a domenica 8 marzo
https://www.teatrostabiletorino.it/lella-costa-debutta-al-teatro-gobetti-con-questioni-di-cuore-da-le-lettere-del-cuore-di-natalia-aspesi-musiche-di-ornella-vanoni/

Riprendono inoltre da

domenica 8 marzo  le rappresentazioni de IL MAGO DI OZ programmate nei weekend per le famiglie al Carignano.

Per informazioni contattare:

Biglietteria del Teatro Stabile di Torino | Teatro Gobetti ( Via Rossini 8, Torino )
dal martedì al sabato  dalle ore 13.00 alle ore 19.00 . Domenica e lunedì riposo.

 

Telefono: 0039 011 5169555  
Numero verde: 800235333  
Email: biglietteria@teatrostabiletorino.it  – info@teatrostabiletorino.it

 

www.teatrostabiletorino.it

“Un nemico del popolo”: il potere e la ragione, una lotta ieri come oggi

Quando – cinematograficamente – Steven Soderbergh non indagava ancora con Erin Brokovich sulle falde acquifere attorno a Hinkley, nella California a cavallo dei Sessanta, contaminate dal cromo esavalente o Todd Haynes non tentava di far luce in Cattive acque, attraverso un arco di venti e più anni, con un inespressivo avvocato Mark Ruffalo, sulle nefandezze della DuPont che con sversamenti nei corsi d’acqua attorno a Parkersburg di acido perfluoroottanoico, nella Virginia occidentale, aveva per anni procurato danni fisici irreparabili e tumori alla popolazione e al bestiame (il film recente, documentatissimo, si rifà ad un articolo del “New York Times Magazine” del 2016), nella sua Norvegia di 138 anni fa Henrik Ibsen faceva già opera di denuncia con Un nemico del popolo

Al centro della vicenda il dottor Stockmann, pronto a spalancare una finestra per mostrare quanto di marcio c’è in città, a denunciare la contaminazione delle acque della stazione termale della piccola città in cui vive con moglie e figlia, stazione su cui il nucleo ha poggiato l’intera sua economia, il prosperare, l’afflusso numeroso e continuo dei frequentatori.

Una denuncia che tutti dicono necessaria, in primis la stampa locale, anche con l’appoggio degli interventi e dei sacrifici (tre anni di chiusura degli stabilimenti, con gli introiti tutti a scendere) che la messa a punto comporta. Insomma, la gratitudine generale ad un passo. Il sindaco tuttavia, spregiudicato quanto ambiguo fratello del guastafeste e presidente degli stabilimenti, inizia la sua opera di persuasione, viscida e forte, anche nella volontà di tenere al riparo i tanti immobili che sull’attività prosperano, raggira, convince (La voce del popolo si dice indipendente: ma quanto?), obbliga, mette a tacere, come troppa gente sbatte in primo piano il bene comune che va salvaguardato, mette i suoi concittadini di fronte ad una nuova quanto falsificata responsabilità, di modo che ognuno gira le spalle al dottore, nella convinzione ancora una volta, passato o epoca attuale poco importa, che la sicurezza economica e la prosperità che poggia sul marciume possa essere ben più significativa dello spauracchio che qualcuno ci vuol mettere davanti. Tutto va tenuto nascosto, perché dare il via ad una insicurezza che finirà con l’avvolgere tutti: il poveretto è letteralmente bandito dalla società, perde il lavoro, anche la propria famiglia ne è colpita. A lui non rimarrà che una solida solitudine (e il bellissimo, rallentato finale, con l’eroe che rimpicciolisce verso il fondo della scena, mentre alcune parti inventate da Marco Rossi cadono, va dritto in questa direzione).

Lo spettacolo (visto la settimana scorsa per la stagione dello Stabile torinese), prodotto dal Teatro di Roma, salutato con i Premi Ubu 2019 – miglior spettacolo dell’anno e miglior attrice protagonista Maria Paiato, grandioso sindaco en travesti, magistralmente in bilico, un blocco ben saldo e tenuto lontano dagli “eccessi”, quadro perfetto e disumano del potere contro cui combatte la ragione -, ha il suo eccellente punto di forza nella regia di Massimo Popolizio, che s’è ritagliato anche il ruolo di protagonista, studioso e scopritore, intellettuale messo a dura prova, simbolo d’onestà, osteggiato ma pronto a continuare la propria battaglia. Nulla gli ha vietato, giustamente, di trasportare in qualche povera zona del profondo sud degli States il suo racconto e il commento di un menestrello/ubriaco di colore (i ritmi del blues sono in sottofondo), come ha adottato per tutti (maschere di voltafaccia in abiti scuri, soltanto lui in camice bianco) un tono recitativo da caricatura, grottesco e artificioso, strettamente legato a quell’ipocrisia che tutti attraversa, esempio sfacciato di intima falsità. Il risultato è alto e godibilissimo, 110’ di ragionamenti e di divertimento (sarebbe sufficiente la scena del pubblico processo per dirci quanto questo spettacolo, per cui è davvero necessario abbinare il termine “civile”, sia importante nell’annata teatrale, quanto Popolizio abbia lavorato con intelligenza e sottigliezza): innegabile che quasi ad ogni singola battuta del testo lo spettatore, partecipe sempre, spinto a fare i conti con “la maggioranza”, si senta in obbligo di porsi a confronto con le tante realtà di oggi, presenti, innegabili, reali.

Elio Rabbione

 

Le foto di scena sono di Giuseppe Distefano

“A tutti piace Fred” 60 anni dopo

A sessant’anni dalla scomparsa dell’indimenticabile Fred Buscaglione Warner Music Italy pubblica il cofanetto

 

E’ uscito il 21 febbraio, “A Tutti Piace Fred”, il cofanetto su etichetta Warner Music Italy che celebra la carriera dell’indimenticabile Fred Buscaglione. Una raccolta di cinque dischi contenenti i suoi grandi classici, alcune fortunate cover interpretate da nomi come Mina, Brunori Sas, Lo Stato Sociale, Dente, Ornella Vanoni, e infine un album speciale con la voce narrante di Leo Chiosso, storico amico e paroliere di Fred.

 

I primi tre cd contengono i suoi grandi successi di Buscaglione con audio rimasterizzato, tra questi Guarda che luna, Che bambolaLove in PortofinoBuonasera (Signorina)Whisky facileTeresa non sparareIl dritto di ChicagoNoi duriEri piccola così e tanti altri.

Segue l’album tributo Lo Ricorderemo Così’, pubblicato postumo dalla Cetra, con la voce narrante di Leo Chiosso, anch’esso con audio rimasterizzato. Un duraturo legame lavorativo e affettivo quello tra Chiosso e Buscaglione che hanno scritto canzoni raccontando una Torino sospesa tra gli strascichi della crisi post bellica e l’affacciarsi della nuova società dei consumi.

A chiudere il cofanetto, un quinto disco con le cover degli special guests interpretate da artisti storici del panorama musicale italiano e da alcuni dei nomi più ascoltati della scena indipendente contemporanea. Nella tracklist sono presenti Mina in Che bambola, Brunori Sas in Nel cielo dei barsLo Stato Sociale in Teresa non sparareDente in Guarda che lunaBugo in Eri piccola così, Ornella Vanoni in Una sigaretta (feat. Gil Evans & Ron Carter), Paolo Benvegnù in Love in portofino, Statuto in Noi duriPaolo Belli in Whisky facileLouis Prima in Buona sera (signorina)Rino Gaetano, Il dritto di Chicago (Live)Naim Porfirio Villarosa.

Coronavirus, sospeso Seeyousound Festival

A tre giorni dall’inizio della VI edizione di SEEYOUSOUND International Music Film Festival, l’Associazione Seeyousound, organizzatrice del festival, è costretta a comunicare la sospensione della manifestazione, inizialmente prevista al Cinema Massimo MNC di Torino fino a domenica 1 marzo 2020.

L’“Ordinanza contingibile e urgente n. 1” emessa in data 23 febbraio 2020 dal Ministro della Salute di intesa con il Presidente della Regione Piemonte in materia di “Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019” impone la “Sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi, in luogo pubblico o privato, sia in luoghi chiusi che aperti al pubblico, anche di natura culturale, ludico, sportiva e religiosa”.

Aggiornamenti su eventuali riprese della programmazione saranno rese note non appena disponibili.

Tutto lo staff di Seeyousound ringrazia ogni singolo spettatore che ha aspettato l’inizio del festival e ha partecipato in questi giorni alle proiezioni.

 

SEEYOUSOUND Torino è organizzato da Associazione Seeyousound, con il patrocinio di Museo Nazionale del Cinema e Città di Torino, con il contributo di Regione Piemonte e Fondazione CRT.

 

INFO // www.seeyousound.org // info@seeyousound.org // facebook.com/SEEYOUSOUND

Il cinema che esalta la musica. Torna il Seeyousound

 Dal 21 febbraio al 1 marzo / Venerdì 21 al Cinema Massimo si accendono i riflettori sul Seeyousound Torino Music Film Festival, l’unico festival di cinema italiano a tematica musicale giunto alla sua sesta edizione dopo aver allargato i propri orizzonti nell’ultimo anno in altre sei città italiane

Dieci giorni in cui spaziare tra i più disparati generi musicali in un ricco programma di ospiti da tutto il mondo, anteprime assolute ed eventi live irripetibili. Nell’anno di Torino città del Cinema 2020 è il primo festival in ordine di apparizione ad aprire le danze ai festeggiamenti.

Ospite d’onore Julien Temple, leggendario regista britannico che ha dedicato la sua intera carriera allo speciale legame che unisce il cinema e la musica, firmando film culto come La grande truffa del rock’n’roll, Absolute Beginners e realizzando videoclip per le piú grandi rock star del pianeta tra cui Rolling Stones, David Bowie, Sex Pistols, Paul McCartney, Depeche Mode, Blur. E sarà proprio Temple ad inaugurare la manifestazione il 21 con l’ultimo lavoro Ibiza – The silent movie realizzato con l’aiuto del dj e produttore Fatboy Slim per ripercorrere la storia della iconica isola, capitale del clubbing internazionale. E il regista britannico sarà protagonista anche sabato 22 febbraio, per la proiezione di tre titoli della sua filmografia accomunati dalla relazione tra luoghi e musica, due dei quali per la prima volta in Italia.

Ma gli ospiti non finiscono qui. Ce n’è per tutti i gusti. Salirà sul palco del Cinema Massimo il compositore e musicista Christophe Chassol che sonorizzerà Ludi, film da lui scritto e composto. Chassol, compositore unico nel suo genere, utilizza il metodo ultrascoring, combinazione di film-documentario, animazione ed effetti speciali in cui lo spettatore diventa protagonista della performance. I Marlene Kuntz propongono in anteprima assolutala sonorizzazione del muto anni ’30 Menschen am Sonntag; Massimo Zamboni dei CCCP e CSI, regalerà al pubblico alcuni brani live per la proiezione de La macchia mongolica; Patrizio Fariselli degli Area sarà protagonista della serata Gioia e rivoluzione che celebrerà Demetrio Stratos, durante la quale suonerà alcuni pezzi; mentre la giornalista e modella Benedetta Barzini, sarà protagonista della masterclass organizzata con IAAD ispirata alla serie Stili ribelli prodotta da Sky Arte.

Tra gli altri anche la regista Lily Rinae che presenta in anteprima internazionale il documentario Born Balearic Jon Sa Trinxa and The Spirit of Ibiza in cui racconta la scena musicale di Ibiza e la vita del “leggendario DJ di Ibiza”; il regista Simon Bird che presenterà Days of the Bagnold Summer, commedia indie con Earl Cave, figlio di Nick; A.J. Eaton autore di David Crosby: Remember My Name, prodotto da Cameron Crowe (autore di Almoust Famous); Gio Arlotta presenta per la prima volta in Italia il suo We Intend To Cause Havoc, tributo agli WITCH, rock band anni ’70 dello Zambia; Marco Porsia porta a SYS Where Does a Body End? sugli SWANS. Infine, un piccolo omaggio a Marco Mathieu, indimenticato giornalista di Repubblica e bassista dei Negazione, con il cortometraggio in anteprima assoluta de Lo spirito continua di Claudio Paletto che ripercorre la lavorazione del disco Young Till I Die dedicato a lui.

Rimangono un punto fermo le storiche rassegne: Rising Sound che ci trasporterà in Africa per scoprire dove nasce il ritmo che fa ballare il mondo, Into the groove, ogni proiezione un evento unico e irripetibile; e le quattro sezioni competitive che offriranno 44 titoli di cui 18 in anteprima italiana: i lungometraggi di finzione e documentari per Long Play Feature e Long Play Doc, i corti di 7Inch e i videoclip di Soundies. La novità di questa edizione è Frequencies, contest di sonorizzazione live lanciato nel 2019 che mostrerà i suoi primi risultati al pubblico.

Così racconta il festival il direttore Carlo Griseri: “Seeyousound numero 6, nuove date e nuovo programma. Quando si lavora con intensità a un progetto come questo, che si sviluppa quasi quotidianamente e che nell’ultimo anno ha visto un’espansione in sei città italiane, oltre a svariati altri progetti e al lavoro internazionale del network di festival tematici nato lo scorso anno proprio durante il nostro, si rischia di non accorgersi del tempo che passa. Poi metti insieme i pezzi di tutto ciò su cui hai lavorato e guardi il programma completo che siamo riusciti a costruire quest’anno: un po’ di orgoglio, inutile nasconderlo, c’è. Bentornati a Seeyousound!”

Giuliana Prestipino

Biglietti e abbonamenti su www.seeyousound.org e alla biglietteria del Cinema Massimo MNC.

facebook.com/SEEYOUSOUND // instagram.com/seeyousoundfestival // twitter.com/seeyousound

 

SYS è organizzato da Associazione Seeyousound. In collaborazione con Museo Nazionale del Cinema, Torino Città del Cinema 2020 // Regione Piemonte. Con il patrocinio di Città di Torino // Con il contributo di Fondazione CRT. L’iniziativa fa parte di ‘Torino Città del Cinema 2020. Un film lungo un anno’, un progetto di Città di Torino, Museo Nazionale del Cinema e Film Commission Torino Piemonte, con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, in collaborazione con Regione Piemonte, Fondazione per la Cultura Torino. 

www.torinocittadelcinema2020.it

 

 

I nuovi concerti di “Vitamine Jazz”

Gli appuntamenti all’Ospedale Sant’Anna per la rassegna che arriva  al centosessantaduesimo concerto e alla sua terza stagione, organizzata per la “Fondazione Medicina a Misura di Donna” e curata da Raimondo Cesa

I concerti avranno inizio dalle ore 10.00 nella sala Terzo Paradiso in via Ventimiglia 3 aperta al pubblico, dedicata alle pazienti e ai loro cari.

Martedì 18 febbraio “Let’s Beat”

Max Ferrarini chitarra ritmica e voce
Oscar Malusa percussioni e voce
Maurizio Malano chitarra solista

I Let’s Beat! nascono a Torino nel 2005 dall’idea di tre amici nonché musicisti autori e compositori
già attivi da molti anni sulla scena musicale cittadina.
Il gruppo ha all’attivo centinaia di concerti in Italia e all’estero. In tutto questo tempo ha saputo
plasmare il progetto iniziale dandogli forma, anima e carattere fino a renderlo un suggestivo spettacolo fatto innanzi tutto di musica, la straordinaria musica dei Beatles che noi tutti conosciamo… ma anche rendendolo davvero emozionante, struggente e dolcemente nostalgico. Lo stesso spettacolo che alterna il sogno lisergico al limpido viaggio dell’anima, quello che ci riporta inesorabilmente ai meravigliosi anni ’60 di John, Paul, George e Ringo, quello che ci fa toccare con mano e ci restituisce intatte le ruvide e indelebili pieghe di un epoca straordinaria che non ritornerà mai più.
Selezionati dalla FIFA nel 2006 hanno suonato a Colonia per i campionati del mondo di Calcio a margine della partita Germania vs Inghilterra.
Tra tutte ricordiamo la loro performance a Verona prima dell’esibizione di Paul McCartney e più di recente i loro concerti al Teatro Smeraldo e al Piccolo di Milano per i festeggiamenti dei 50 anni dei Beatles in Italia. Sempre nell’ambito dei medesimi festeggiamenti nel Luglio del 2016 hanno suonato anche al Teatro
Ariston di Sanremo alla presenza di Mrs Freda Kelly la celebre segretaria dei Beatles.

Giovedì 20 febbraio “Duo Masuero-Aluffi”

Carlo Masuero chitarra
Arcangelo Aluffi percussioni

L’impianto musicale di questa formazione ha le sue radici nelle melodie e nei ritmi del Sud America, subendo anche l’influenza latina dei paesi Sud Europei. Il repertorio abbraccia un arco temporale di circa un secolo, dall’inizio del 1900 ai giorni nostri, con brani della tradizione popolare di grandi autori quali: Pixinguinha, Azevedo, Cartola e brani più moderni influenzati dalla corrente jazzistica, composti da autori come: A. C. Jobim, J.Bosco, Barroso ed altri ancora.

“Girando per Torino”, omaggio al cinema

È stato presentato alla stampa e al pubblico torinese il tour di cineturismo, un percorso composto da 20 postazioni multimediali dislocate nel centro cittadino che raccontano la storia del cinema realizzato a Torino nel corso degli anni, dalla nascita della settima arte ad oggi

In questo anno di celebrazioni che vedono il cinema al centro della programmazione culturale della Città, il progetto ha l’obiettivo di offrire ai torinesi e ai turisti la possibilità di approfondire e rivivere venti pellicole che hanno contribuito a rendere Torino meta e location privilegiata di tantissime produzioni cinematografiche.

Venti differenti postazioni nei luoghi più iconici della città, ciascuna dedicata ad una specifica pellicola: da Cabiria fino al recentissimo The King’s Man, passando attraverso Profondo RossoSanta MaradonaLa Meglio GioventùDopo MezzanotteIl Divo.

 

Nell’anno in cui il Museo Nazionale del Cinema e Film Commission Torino Piemonte compiono rispettivamente vent’anni, il tour permetterà ai visitatori di scoprire aneddoti e curiosità su ciascuno dei film individuati, evidenziando ancora una volta lo storico legame tra Torino e l’industria culturale e produttiva del cinema.

 

Ognuna delle venti postazioni è stata realizzata esternamente con grafiche ed immagini legate ad uno specifico film, alternate a pannelli riflettenti che mirano a valorizzare il contesto architettonico circostante. Internamente la postazione permetterà al pubblico di accomodarsi su sedute che richiamano quelle dell’Aula del Tempio della Mole Antonelliana per visionare video legati alla pellicola e ascoltare commenti e curiosità che hanno la voce di Steve Della Casa e Efisio Mulas, storici conduttori della trasmissione radiofonica di Radio Tre “Hollywood Party”.

 

Una mappa cartacea – che elenca e raffigura le venti location e i venti film ad esse collegate – verrà distribuita presso gli uffici del turismo di Piazza Castello e Piazza Carlo Felice; è naturalmente possibile visionare l’intero tour sul sito di Torino Città del Cinema, ed è inoltre possibile scaricare gratuitamente e utilizzare l’App “Italy For Movies”: all’interno di quest’ultima si trova l’itinerario dedicato a Torino Città del Cinema 2020, con percorsi e itinerari turistici ideati e curati da Steve Della Casa Federica De Luca.

 

Se la postazione punta infatti alla valorizzazione dell’opera filmica, l’uso dell’applicazione – “l’App che fa CIAK”, lanciata lo scorso anno dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali- permette di valorizzare la location di riferimento, restituendo così al pubblico tanto l’anima cinematografica quanto quella turistica del progetto.

 

A supporto della promozione del tour è stata inoltre attivata una collaborazione con le Associazioni dei taxisti torinesi e con le Associazioni delle Guide Turistiche regionali, affinché conoscano e promuovano il progetto presso i rispettivi bacini d’utenza: sono infatti stati programmati due specifici momenti di incontro per fornire informazioni e materiali relativi a “Girando per Torino”.

 

Per valorizzare il risvolto turistico del progetto è stata inoltre realizzata un’articolata campagna di comunicazione composta da affissioni, videomapping, merchandise, supporti editoriali di vario tipo (brochure, cartoline, mappe), insieme alla promozione sui più importanti social e ad una pianificazione media (banner e adv sulle principali testate nazionali).

 

Le ‘opere’ – a completamento dell’installazione inaugurata lo scorso novembre in piazza Castello – sono realizzate da Fargo Film, ideate e progettate dallo Studio Loredana Iacopino Architettura.

Tutte le postazioni saranno attivate e fruibili a partire dalla giornata odierna, per l’intero anno. La postazione situata all’interno della Stazione di Porta Nuova verrà invece aperta al pubblico a partire dalla giornata di martedì 18 febbraio.Il progetto è stato curato da Film Commission Torino Piemonte e Museo Nazionale del Cinema e vede Iren come Partner Tecnico di “Girando per Torino”: in questo modo il Gruppo conferma il proprio interesse alle iniziative culturali del territorio.

 

L’iniziativa fa parte di ‘Torino Città del Cinema 2020. Un film lungo un anno’, un progetto di Città di TorinoMuseo Nazionale del Cinema e Film Commission Torino Piemonte, con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, in collaborazione con Regione PiemonteFondazione per la Cultura Torino, media partner Rai.

www.torinocittadelcinema2020.it

#TOcinema2020

Suonare ovunque

Caleidoscopio rock USA anni 60 / Sei hai un manager… ok; ma se il management è autogestito (magari da un membro della band o da un suo parente) la vita è dura e non bisogna mai lasciarsi scappare l’occasione per potersi esibire

 

Ecco che allora proprio le bands che non hanno un “gestore di date ed eventi” devono fare della flessibilità la loro bandiera:

suono adattabile alle circostanze, ai gusti, al pubblico, alla fascia d’età dei fruitori, al contesto, alla tipologia di locale o di location. Sono frequenti gli esempi di bands anni Sessanta (sovente meteore o di medio-piccolo cabotaggio) costrette ad adattarsi ai più diversi ambienti, che, nell’impossibilità di sostenere le spese dei trasferimenti, si prodigavano ad esibirsi in qualsiasi contesto utile in un raggio anche ristretto geograficamente. Altre si trovavano di fronte alla necessità (nonostante il budget limitato) di effettuare spostamenti estenuanti tra cittadine non sempre vicine e comode da raggiungere; con il risultato che le spese di viaggio superavano regolarmente gli introiti delle esibizioni e dei gigs ed era solo la passione (se non anche l’incoscienza) a sostenere l’entusiasmo e la voglia di continuare. Un esempio lampante di quest’ultima fattispecie erano i Sanz, Incorporated [o Sanz, Inc.], band dell’area di Petersburg nel sud-ovest dell’Indiana. Gli elementi erano giovanissimi, tutti tra i 14 e i 17 anni di età, con un management sostanzialmente a conduzione famigliare (famiglia Ficklin): Steve e Brent Ficklin (V), Dave Adams (chit), Larry Adams (b), Bob Ficklin (org), Ron Hale (batt). Furono in buona sostanza una band che non poteva permettersi momenti di pausa, dal momento che gli introiti non erano mai abbastanza (sebbene non avessero la “zavorra” di un manager apposito da pagare); e fu così che si vedevano costretti a muoversi ininterrottamente tra Indiana, Illinois e Kentucky (Tri-state area), tra Petersburg, Santa Claus, Evansville, Fairfield, Sullivan, Lawrenceville, Princeton, Terre Haute, Bloomington, fino ad Owensboro e Morganfield. Inoltre qualsiasi location era fattibile, senza essere choosy ed andare troppo per il sottile; i Sanz, Incorporated spaziavano da teen dance clubs a hotels, da parcheggi a drive-in bars a feste di liceo, a parties in piscina, a feste per eventi sportivi o a margine di fiere (praticamente ovunque tranne i parties universitari). Questa attività febbrile li tenne lontani dalle “Battles of the Bands”, competizioni che invece coinvolgevano regolarmente molti gruppi dell’epoca; infatti l’ingresso in sala di registrazione fu autonomo, in sordina, con mezzi semplici, niente ambizioni sfrenate e niente spinte da produttori o sponsor e portò all’incisione di due 45 giri nell’arco di un semestre con l’etichetta Skoop (Showboat records a Santa Claus, Indiana). Nel dicembre 1966: “My Baby’s Eyes” [Steve & Bob Ficklin] (1069; side B: “I’m Gonna Leave You”) e nel maggio 1967: “I Just Want You” [Steve & Bob Ficklin] (1072; side B: “I’ll Never Forget”). Specialmente i brani del primo 45 giri ricevettero una discreta accoglienza nelle programmazioni di alcune radio dell’Indiana e dell’Illinois, ma l’effetto sfumò rapidamente. Infatti i Sanz, Incorporated andarono incontro al tipico destino delle bands in età liceale; si sciolsero entro l’autunno 1967, dopo che i componenti più “anziani” raggiunsero la high school graduation (nel caso specifico il batterista Hale e il cantante Steve Ficklin).

 

Gian Marchisio

 

 

 

All’Alfieri “I soliti ignoti”, repliche sino a domenica, tra gli attori Giuseppe Zeno

Vinicio Marchioni è interprete e regista: “Vorrei che il pubblico applaudisse divertito, commosso e innamorato di questi personaggi indimenticabili”

“Adattare un classico è sempre una sfida rischiosa e difficile. Ma sono le sfide che vale la pena vivere, insieme ai miei compagni di strada”, dice Vinicio Marchioni. Perché di sfida si è davvero trattato.

 

Appropriarsi della sceneggiatura dei Soliti ignoti che nel 1958 Mario Monicelli scrisse con la insostituibile collaborazione di Suso Cecchi D’Amico e della coppia Age&Scarpelli – l’operazione di adattamento la si deve oggi ad Antonio Grosso e Pier Paolo Piciarelli -, far rivivere su di un palcoscenico l’Italia da poco uscita dalla guerra con tutta la sua miseria, con le periferie romane e il sottobosco fitto di allegre anime perse, di delinquenti da strapazzo campioni dell’arte d’arrangiarsi, portare sessant’anni dopo soprattutto la vitalità tragicomica di un cinema che s’irrobustiva in modo definitivo e cambiava registro per significare appieno una pagina nuova, quella della commedia all’italiana, capace di essere, sotto diverse angolazioni e aspirazioni, una delle facce di maggior successo del cinema di casa nostra. Si rimandavano in soffitta finalmente le tante derivazioni farsesche, del varietà e dell’avanspettacolo, il facile divertimento basato a tratti sull’improvvisazione, sull’effetto immediato e scontato, sulla scenetta dal blando doppio senso o della gag più o meno sgangherata, per porsi di fronte al gioco ondivago della quotidianità, alla necessità di affrontare una volta per tutte argomenti drammatici visti imperturbabilmente sotto la lente dell’approfondimento dei caratteri, della leggerezza e dell’ironia, di una calma comicità. Peppe er Pantera, Tiberio, Mario, Dante Cruciani che insegna ai giovani ad aprire le casseforti, Ferribotte e Capannelle, tutti a tentare il colpo a via delle Cannelle, dietro piazza Venezia, il colpo che dovrebbe cambiare per sempre la loro vita, non sono più maschere ma uomini in carne e ossa, veri, come mai autentici, per le strade e per le piazze di Roma, alla fermata del tram che li dovrebbe portare chissà dove, a fare il gran botto e, caduta una semplice parete, a ritrovarsi a guardarsi in faccia uno con l’altro, a ritrovarsi alla fine ingabbiati in un nuovo lavoro cui hanno sempre cercato di sfuggire, mantenerne la spericolata semplicità, questa era la sfida.

“Ci sono dei film che segnano la nostra vita e I soliti ignoti per me è uno di questi -, prosegue Marchioni, oggi quarantacinquenne, divenuto famoso con il Freddo nel televisivo Romanzo criminale di Sollima, preziose collaborazioni al cinema con Valeria Golino, Paolo Genovese (The place), Donato Carrisi e Ivano Di Matteo (Villetta con ospiti, tuttora al cinema, un curriculum teatrale di tutto rispetto, da Ronconi ad un non dimenticato Kowalsky nel Tram di Williams per la regia di Latella ad una personale rivisitazione di Cecov (Uno zio Vanja). “Come uomo mi sono divertito e commosso di fronte alle peripezie di questo gruppo di scalcinati ladri. Come attore mi sono esaltato davanti alla naturalezza con cui recitano mostri sacri come Mastroianni e Gassman. Come regista ho amato il perfetto equilibrio con cui Monicelli rende un argomento drammatico in modo leggero”. Marchioni ha guardato ad una storia, immersa ormai nel passato, e ne ha esaltato le tematiche eterne che la possono avvicinare a noi, considerando ad esempio quella povertà che aveva le proprie radici nel dopoguerra ma che è ancora presente, sebbene sotto altre forme, in tante zone d’Italia; ha riconsiderato la “vitalità indistruttibile” – anche a percorrere binari che non portano da nessuna parte – di un gruppo di uomini, con la loro arruffata sfrontatezza, con gli sbagli, con gli amori sinceri e no che s’intrecciano lungo la storia, con le risate e con le paure, con il divertimento e la commozione di un tempo che ancora oggi possono coinvolgerci (“spero che gli spettatori possano uscire da teatro con gli stessi sentimenti che provo io dopo una visione del film: divertiti, commossi e perdutamente innamorati di quei personaggi indimenticabili”).

Con lui e l’amico Giuseppe Zeno, sul palcoscenico dell’Alfieri da stasera (ore 20,45, domani sabato ancora stesso orario) a domenica (ore 15,30), sono Augusto Fornari, Salvatore Caruso, Vito Facciolla, Antonio Grosso, Ivano Schiavi e Marilena Anniballi; le scene sono di Luigi Ferrigno, i costumi di Milena Mancini, le musiche di Pino Marino.

 

Elio Rabbione

 

La foto di Vinicio Marchioni è di Valeria Mottaran; la foto di Giuseppe Zeno è di Azzurra Primavera; mentre quella di scena è di Lanzetta-Capasso

I vestiti del grande cinema in mostra alla Mole

 

La Sartoria Annamode è un’autentica  eccellenza torinese del Made in Italy dagli anni Cinquanta a oggi nel realizzare abiti per il cinema

Alla Mole, il Museo Nazionale del Cinema inaugura venerdì 14 febbraio la mostra ‘Cinemaddosso, i costumi di Annamode da Cinecittà a Hollywood’, curatrice  Elisabetta Bruscolini.

 

Sono esposti 100 costumi per 40 film. Nel percorso  ogni abito è esposto come un’opera d’arte e corredato da brani di film, citazioni, e pannelli touch. Passeggiando sui 280 metri della rampa sotto la volta dell’edificio  dell’Antonelli si rivivono  70 anni della storia imprenditoriale al femminile delle sorelle Anna e Teresa Allegri, che hanno reso celebre la Annamode in tutto il mondo.

 

“La mostra – sottolinea  il presidente del Museo del Cinema, Enzo Ghigo (nella foto ) – è il primo grande evento organizzato dal Museo nell’ambito delle celebrazioni di Torino Città del Cinema 2020″.

Sarà  visitabile fino al 15 giugno. Esposti  costumi di film come Guerra e Pace di King Vidor (1956), Matrimonio all’italiana di Vittorio De Sica (1964),  Marie Antoinette di Sofia Coppola (2006).