PARATA MUSICALE E SPETTACOLI CON JUST FOR JOY FESTIVAL
15 spettacoli gratuiti in oltre 10 location della città, il weekend è un tripudio di circo, musica e allegria per le strade di Torino
Eventi gratuiti
Dopo il primo weekend di ottobre ricco di musica, acrobazie e spettacoli sospesi in aria, anche il secondo ed ultimo weekend di Just For Joy, il festival internazionale di teatro di strada, è un susseguirsi di appuntamenti sparsi per la città, che hanno l’obiettivo di animare le strade di Torino creando un momento di complicità, divertimento e inclusività.
15 appuntamenti -tutti gratuiti- in oltre 10 location sparse per la città, il weekend del 7-8-9 ottobre è un tripudio di circo, musica e allegria per le strade di Torino.
Il primo appuntamento è venerdì 7 ottobre alle ore 19.30 con la Parata musicale Viva la Kali, un corteo di 9 artisti internazionali (una ballerina, quattro musicisti, una santa dj e tre trampolieri) che partiranno da p.zza Castello in una sfilata di musica, colori e allegria che coinvolgerà spettatori e passanti fino a p.zza della Repubblica. Liberamente ispirata alla celebre festa dei gitani della Camargue, la parata degli artisti che arrivano dall’ Italia, Ucraina, Argentina, Cuba e Peru è un inno alla libertà con musiche rom eseguite dal vivo su basi elettroniche e marionette giganti create ad hoc per i cavalli dei trampolieri.
Una volta arrivati in piazza della Repubblica, alle ore 21, si proseguirà con Orquestra De Ermesinde, l’orchestra internazionale composta da musicisti spagnoli, portoghesi e francesi che vuole omaggiare la tradizione delle fanfare balcaniche, dal suono crudo e diretto ispirato ai classici del folklore di Serbia, Bosnia, Macedonia, ma anche di Romania e Moldavia. Il repertorio dell’orchestra Ermesinde, composta da tromba, violino, chitarra e dawul è un misto di ritmi di danza e canzoni “drink in hand”, in un tentativo umile ma determinato di promuovere uno stile di vita di un tempo dimenticato ma vicino e necessario come un vecchio amico.
Sabato 8 ottobre ore 18.30 e domenica 9 novembre ore 16.30 presso Giardino Pellegrino (p.zza Borgo Dora) appuntamento con Zania – Jamais en retraite, lo spettacolo, dolce e divertente, di Gioia Zanaboni e Anja Eberhart, che affronta con umorismo e tenerezza il tema della vecchiaia nella nostra società. Attraverso una bicicletta acrobatica e una corda molle le performer raccontano la storia di un’intramontabile amicizia tra due anziane signore e della loro battaglia contro il tempo, trasportando il pubblico in una danza del quotidiano poetica e allegra.
Sin Creación, in replica sabato 8 ottobre ore 21.30 e domenica 9 ottobre ore 17.30 presso Giardino Pellegrino (p.zza Borgo Dora), è lo spettacolo dell’artista argentina POPI, circense con un background di ginnastica ritmica. Ironico e divertente, Sin Creación sviluppa le discipline dell’Acrobazia, della Contorsione, dell’Hula Hoop e dell’Equilibrio con le Sfere in un palco “tutto aperto”, tagliato da un sipario invisibile che rende accessibile all’occhio dello spettatore la scena e il backstage, esponendo l’artista al 100% in un gioco in cui si scopre anche quello che c’è davanti ma anche dietro le quinte.
Questi solo alcuni degli eventi in programma, di seguito il calendario completo degli appuntamenti del weekend di Just for Joy.
Tutti gli appuntamenti del weekend:
VENERDÌ 7 OTTOBRE – Piazza Castello – Via Garibaldi – Piazza Della Repubblica
dalle 19.30
Parata Musicale Viva la Kali
Piazza Della Repubblica – Ore 21.00
Orquesta De Ermesinde – Concerto Musica Balcanica
SABATO 8 OTTOBRE – Borgo Dora
dalle 18.30 alle 22.30
1 Giardino Pellegrino
18.30 Zania in Jamais En Retrait
19.30 Begherè in Rendez Vous
21.30 POPI in Sin Creación
2 Piazzale Holden
21.00 Chien Barbù Mal Rasè in Il Trio Churro
22.00 Freakclown in Andemm
3 Piazza Borgo Dora
19.30 Kalù in Stripp Show
21.30 Silvia Martini in Happy Hoop
4 Ambarabar
19.30 Norina in Carillon
DOMENICA 9 OTTOBRE – Borgo Dora
dalle 15.00 alle 19.00
Giardino Pellegrino
15.30 Begherè in Rendez Vous
16.30 Zania in Jamais En Retrait
17.30 POPI in Sin Creación
Itinerante – Incursioni Artistiche al Gran Balon
Chien Barbù Mal Rasè – Freakclown – Norina – Kalù – Silvia Martini
Chiara De Carlo

Questo è il quadro profetico di “Siccità”, ultimo film di Paolo Virzì, catastrofico affresco di questa epoca catastrofica, mosso a dovere dal montaggio di Jacopo Quadri. Scritto a otto mani (con il regista, Francesca Archibugi, Francesco Piccolo e Paolo Giordano – “La solitudine dei numeri primi” – e sarebbe interessante sapere quale degli sceneggiatori abbia seguito questa traccia piuttosto che quella), il regista livornese torna a uno di quei suoi, un tempo totalmente riusciti, film corali (“Ferie d’agosto” in testa, con quei due gruppi familiari su opposte posizioni politiche aveva tutt’altro spessore, “Tutta la vita davanti” altro successo), coglie con la sua macchina da presa gli affetti bruciati e aridi, la disperazione, la miseria, l’incessante “non me ne frega più di niente”, la fatica di vivere dei suoi personaggi: che hanno in sé il pericolo o decisamente il difetto infelicemente presente di essere troppi, irrisolti, sbiaditi, confusi, approssimativi, di riempire di un peso eccessivo per colpa di un bulimico script il lungo percorso della storia. Di storie, alcune con qualche riuscita in più – i ritratti dolorosi del tassista Valerio Mastandrea, strafatto, che guida in straripante sonnolenza il suo mezzo tra le ombre dei genitori o del politico per cui ha un tempo lavorato, che ripete le chiacchiere di sempre, che glorifica un paese che al contrario sta andando allo sfascio -, della dottoressa Claudia Pandolfi, attrice matura e mai come qui incisiva o di Elena Lietti, ottima, che cerca di reinventare la propria esistenza con una nuova avventura -, altre decisamente buttate via, sciupate – penso al commerciante Max Tortora, un impermeabile lercio addosso, buttato sul lastrico, che si trascina di angolo in angolo con il suo pacchetto di fatture non pagate, pronto a denunciare ogni cosa in tivù o alla superficialissima presenza di Monica Bellucci, da cancellare in quattro e quattr’otto, mentre ci chiediamo con che misura qualcuno lo scarso maggio le abbia dato un David di Donatello alla carriera, mah! -: le intenzioni possono apparire eguali a quelle del vecchio Altman di “America oggi” o dell’insuperato “Nashville” o del Cronenberg di “Crash” o del Inarritu di “Babel”, ma in quei titoli c’era tutta la robustezza dello scavo psicologico, lo sguardo profondo e la misura giusta, appropriata, determinante per ogni personaggio, la scrittura esatta che era ben lontana dall’appesantire la vicenda o dal renderla a tratti superficiale, quadri di perfezione difficilmente raggiungibili.