SPETTACOLI- Pagina 2

Uno “Strappo” alle regole teatrali, il successo di Edoardo Erba

Sino a domenica (soltanto) sul palcoscenico del Gioiello

Non soltanto uno “Strappo alla regola” quello scritto e diretto da Edoardo Erba, scrittura in certo qual modo alta, sofisticata e saggia, una regia appartata e in punta di piedi e leggera, ma altresì uno “strappo al o nel teatro”, di oggi come credo di ieri. Un’idea che vive in un mondo tutto suo, appartata, già frequentata, è vero, nel cinema di Woody Allen anno 1985, con “La rosa purpurea” dove una giovane Cecilia, stanca di una vita familiare fatta di soprusi e di delusioni si rifugiava nella magia di una sala per vedere un giorno la sua passione Tom Baxter balzar fuori dallo schermo e proporle una romantica fuga d’amore. Tra queste atmosfere s’avventura, in casa nostra, con garbo e intelligenza Erba, classe 1954, diplomato al Piccolo di Milano, drammaturgo che ha dato esempi nobili di confezione teatrale (con un piede in tivù), citando per tutti “Maratona di New York” (1992) e “Margherita e il gallo” (2007) soltanto e non dimenticando i tanti titoli che se ne sono andati anche all’estero, San Pietroburgo e Los Angeles, Rio de Janeiro e Amburgo, Barcellona e Amsterdam e Budapest.

Sullo schermo – montato in palcoscenico (al Gioiello, sino a domenica 9 marzo) – proiettano un horror degli anni Settanta, di quelli che si facevano a basso costo, ambientato in quella Bellano, sulla riva del lago di Como, dove Andrea Vitali ambienta i suoi gialli e il suo imperdibile maresciallo maggiore Ernesto Maccadò: dove l’Orietta, personaggio secondario del film, è la parte femminile tutta sospiri e sguardi dolci e ti amerò per sempre (lui è Sebastiano Somma) di una coppia in visita, sotto la guida di una enigmatica Asia Argento, di una villa per cui è in vena d’acquisto. Di stanza in stanza, da cunicolo a stanzone superiore che ospita il pollaio, che può fare allora l’Orietta se a un certo punto viene misteriosamente inseguita da uno scuro essere incappucciato e armato di lungo coltello se non trovare quello “strappo” dello schermo e catapultarsi nel più tranquillo palcoscenico? Urla e chiede aiuto a gran voce, alla giovane maschera, Moira, che compare atterrita più di lei e che sorveglia il cinema di un lunedì deserto, timorosa con quell’intrusione di essere cacciata da un posto di lavoro che le offre un minimo di indipendenza da quel Calogero con cui s’è messa e che la sorveglia al cellulare in continuazione. A far la fine della vittima dello schermo è un attimo. Tenta di convincere l’Orietta a ritornare dentro il film, lei che è la prima malcapitata di quel coltellaccio e senza la quale le altre due vittime non potranno mai arrivare: nel frattempo, con una confidenza che s’alimenta pian piano, arrivano i ricordi scolastici della mancata vittima, lei è segretaria in un liceo, “non è mica una scuola media”, e le confessioni di Moira, stanca di quella relazione tossica che le ha fatto anche perdere ogni rapporto con il figlio ma da cui non riesce a uscire. Mentre sullo schermo il film gira a vuoto, continuando la cinepresa a inquadrare galline che in quel pollaio non fanno altro che becchettare e ricevere visite di giornalisti e sensitive (Marina Massironi) che provano a sbrogliare la matassa. Dovrà essere Moira a ritrovare quello “strappo” e l’Orietta a darle una mano per afferrare quella via di fuga: realtà e finzione, ancora il vecchio Pirandello a fare l’occhiolino, l’una là sullo schermo l’altra sul palcoscenico, dove l’esistenza è davvero autentica.

Garbo e intelligenza dicevamo, di scrittura e regia, che si ripetono nelle interpreti, nella delicata e trasognata Maria Amelia Monti e in Claudia Gusmano, che arrotonda quelle vocali siciliane a buttar fuori la rabbia e ancora la non arrendevolezza della sua Moira. Bravissime entrambe, un interscambio notevole di sentimenti e ribellioni, accolte dalle risate e dagli applausi di un pubblico che riempiva la sala. Insomma, un successone.

Elio Rabbione

Le foto dello spettacolo sono di Gianluca Pantaleo.

L’ascesa musicale attraversata dai Beatles di Gianfranco Raffaldi

Dai Blue Star a Fausto Leali, da Peppino di Capri al San Bartolomeo Gospel Choir 

La documentazione fotografica della carriera a completamento dell’articolo pubblicato il 18-9-2021
Immagine storica dei favolosi anni ’60 con i Blue Star, primo gruppo del 1957 di Raffaldi (*1-1-1942 Fiume) al pianoforte con Emilio Evangelisti alla tromba, Zeno alla fisarmonica, Gianni Lepore al clarinetto, Ezio Cornalea alla batteria e al canto Wally Sirio.
Nel 1959 nasceva il gruppo dei Novelty con la collaborazione del fisarmonicista Giuseppe Cacciabue, educatore musicale e componente dell’Eiar di Torino, oggi Rai. Nel gruppo, rifondato nello stesso anno, si inseriva Fausto Denis, in arte Leali. Il lancio avvenne nel 1962 al Principe di Piemonte di Viareggio e nel 1964 parteciparono al mitico cantagiro di Ezio Radaelli presentato da Pippo Baudo.
Nel 1965 a Milano presentarono la  canzone “A chi” con il giornalista Giovanni Negri della Rizzoli e Iva Zanicchi. In quell’occasione venne presentato il libro “Dante e il suo secolo” di Indro Montanelli. Nel giugno dello stesso anno la grande occasione, furono scelti come supporters dei Beatles, unico tour in Italia. I concerti furono eseguiti il 24 al Velodromo Vigorelli di Milano, il 26 al palazzo dello sport di Genova, il 27-28 al teatro Adriano di Roma purtroppo snobbati dalla Rai.
Nel 1966 parteciparono al “Giro Festival” al seguito del 49° Giro d’Italia e furono ospiti della famosa trasmissione “Bandiera Gialla” di Arbore e Boncompagni. Nel 1967 ricevettero il primo disco d’oro per la canzone “A chi” sulla terrazza Martini di Milano e facevano parte del Clan Celentano Center. Nel 1968 furono ingaggiati da Peppo Vannini al Covo di nord est di S. Margherita Ligure, con il tutto esaurito in ogni serata. In quell’anno Leali lasciò i Novelty e Raffaldi entrò nel gruppo New Rockers di Peppino di Capri.
Partecipò alle tournée in Europa e negli Usa, dove si esibirono al Metropolitan di New York poi in Canada, Australia, Emirati Arabi, Venezuela e Brasile, ospitati dal musicista Roberto Carlos.
Nel 1977 Raffaldi rientrò a Vignale per motivi personali, dove attualmente risiede. Iniziò ad accompagnare con la tastiera il coro parrocchiale durante le funzioni religiose. Nel 2004 la grande idea, prese le redini del San Bartolomeo Gospel Choir eseguendo musica sacra e profana, proseguendo l’opera della fondatrice Millina Martinelli. Oggi l’ensemble esegue brani di gospel, funky, soul e blues a quattro voci, accompagnati da Andrea Rogato alle tastiere, Gigi Andreone al basso, Alberto Sempio alla chitarra e da Renato Tassiello alla batteria. Il recente tour natalizio ha visto il gruppo esibirsi a Cella Monte, Altavilla, Giarole, San Giorgio (Al), a Galliate (No), alle Torbiere di Franciacorta (BS) e a Portofino (Ge).
Armano Luigi Gozzano

“Camere con crimini”, un nodo scorsoio tra amore e brividi

All’Erba, repliche sino a domenica 9 marzo

 

Come dentro una sorta di “Plaza Suite” con i tre atti come da tradizione, solo che qui non si parla tra l’amaro e il dolce di figlie da sposare ma di delitti da compiere, qui non è l’umorismo acre di Neil Simon ma quello di un paio di amici, perennemente discoli, che giocano con le tinte noir, con il brivido e le atmosfere che trasudano a cercare il morto, che guardano con tanto di annegamenti in vasca e pistolettate e impiccagioni fai da te dentro certe “Camere con crimini”, sempre nella Grande Mela, nell’intero arco di un anno, da un natale ad un capodanno con tanto di trombette e fuochi d’artificio. Giocano alla perfezione con le risate e il divertimento. Si chiamano Sam Bobrik e Ron Clark, il primo, irriducibile mattacchione, con l’idea balzana durante il servizio militare di dar vita, unico giornalista e personale editore, a un mensile, “The Tribe Scribe”, che scavalcava in quattro e quattr’otto il politicamente corretto e mentre piaceva parecchio alle truppe era piuttosto mal visto da quelli che stavano un po’ più in alto, poi un futuro di acclamato commediografo; l’altro, autore di spettacoli per la tivù degli anni Sessanta e commedie poi e sceneggiature pronte per lo schermo.

C’è Arlene, donna confusamente alla ricerca di qualcosa di nuovo in un matrimonio che mostra ormai un po’ di ruggine, che è sposata con Paul, opaco venditore di auto usate che non ha certo più la brillantezza né di giorno né di notte dei primi anni d’unione, all’altro vertice del triangolo con tutte le carte in regola, innamorato soprattutto di sé e della sua avventura con la donna, ci sta Mitchell, il dentista della coppia, quello che ha approfittato tra una carie e l’altra. Tradimenti, sesso spento o con faville, risentimenti, complicità e vendette, preparativi e azzardate esecuzioni, tre atti e un anno per sconvolgere e ricomporre le possibili alleanze, il chi uccide chi che di volta in volta circola a meraviglia attraverso quelle camere, assassini improbabili e francamente divertenti, i colpi di scena che si susseguono e le battute a ruota, instancabili (che a volte trascinano gli stessi attori) magari di tanto in tanto aggiustate simpaticamente con aria subalpina. “Camere con crimini” è una commedia che non si racconta, va vista e pienamente gustata, di triangoli a teatro e al cinema ne abbiamo visti parecchi: ebbene questo, immerso com’è in un giusto gioco e dosaggio di amore (si fa per dire) e di una girandola in salsa gialla (o giallognola?), paradossale, pare avere qualche marcia in più.

Torino Spettacoli ha trovato in Paolo Carenzo un regista da tenere caro, confezionatore di uno spettacolo e di una regia veloci, spiritosissimi, per nulla ripetitivi, davvero eccellenti. In palcoscenico, a briglia sciolta Carlotta Iossetti pruriginosa e fantasticamente affamata Arlene ed Elia Tedesco, perfettamente vanesio; se dovessimo aggiudicare una palma, la daremmo al vitale dinamismo, alle spiritosaggini, ai tic e alle paure, alle piccole invenzioni, al non risparmio di una serata intera di Andrea Beltramo, che fa di Paul il ritratto perfetto della vittima e del ridicolo carnefice. Repliche stasera e domani alle 21, domenica 9 marzo alle 16. Carta vincente, da tenere stretta stretta in repertorio e da riproporsi a furor di popolo.

Elio Rabbione

Nuova edizione del Premio dedicato al grande “poeta in musica” Gianmaria Testa

A quasi nove anni dalla prematura scomparsa, alle “Fonderie Teatrali Limone” di Moncalieri

Domenica 9 marzo, ore 20

Moncalieri (Torino)

Il prossimo 30 marzo si compiranno nove anni esatti dalla scomparsa ad Alba, all’età di soli 57 anni, di Gianmaria Testa, il “cantautore ferroviere”, cuneese di  Cavallermaggiore, così soprannominato per aver svolto, fino al 2007 – già profondamente attratto e impegnato in campo musicale – il mestiere di capostazione allo scalo ferroviario di Cuneo. Tanto era il suo talento e la passione per le note in poesia, maturata con l’ascolto e la frequentazione dei grandi esponenti della musica d’autore italiana (e non solo), che, in una carriera relativamente breve, Testa riuscì a crearsi un posto di primo piano nell’ambito musicale internazionale, ricevendo nel 2007, con “Da questa parte del mare” (prodotto dalla moglie Paola Farinetti, con la direzione artistica di Greg Cohen) l’ambitissima “Targa Tenco”, come miglior album dell’anno. Schivo, non facile (anche da buon cuneese) alle lusinghe, pur meritate, del successo a Gianmaria Testa è stato dedicato un “Premio” (“Premio Gianmaria Testa – Parole e Musica”) rivolto ai giovani cantautori italiani e giunto oggi alla sua V edizione, con la serata finale in programma domenica prossima 9 marzo (ore 20), presso le “Fonderie Teatrali Limone” di Moncalieri. Sezione speciale dello storico “Premio Letterario Internazionale Città di Moncalieri” ed organizzata dalla “Città di Moncalieri” e dal “Circolo Saturnio”, in collaborazione con “Produzioni Fuorivia”, la serata rappresenta la volata finale, in piena “zona Cesarini”, di ben 142 brani, inediti o editi negli ultimi sei mesi e in arrivo da ogni parte d’Italia, selezionati da una qualificata Giuria, presieduta dal cantautore Eugenio Bennato, che dal gruppone dei partecipanti – tutti under 38 – ha estratto (compito non facile) i nomi dei cinque finalisti (tutti maschietti) giudicati meritevoli dell’ambito “Premio”. Ecco i loro nomi:  Alessandro Sipolo da Brescia, “cantautore che unisce passione per la musica e impegno sociale” con il brano “Vaniglia”Fabio Schember da Aversa, “che fonde musica e arte in un linguaggio unico” con la canzone “Loro lo sanno”, Manuel Apice da La Spezia, “che trasforma domande senza risposta in canzoni” con il brano “Africa”Alessio Alì da Roma, “che con la sua musica crea un viaggio nostalgico tra sonorità retrò e pensieri contemporanei” con “Paura di cambiare” e Mizio Vilardi, anche lui romano “con il sogno nel cassetto di scrivere canzoni per il cinema” autore di “De fiavere u mere”.

La serata di domenica 9 marzo darà la possibilità ai “magnifici cinque” di mettere in luce tutto il loro talento, ma vuole soprattutto essere un omaggio a Gianmaria Testa.  Oltre ad eseguire il proprio brano originale in gara, i finalisti interpreteranno infatti anche una sua canzone, offrendo un tributo di certo emozionante alla sua eredità artistica.

Il Premio – che si inserisce di diritto nel panorama dei più interessanti fra quelli organizzati nel nostro Paese e dedicati al cantautorato – rappresenta un’opportunità per gli autori e i musicisti che hanno partecipato da tutta Italia: il vincitore riceverà un riconoscimento economico di 1.500 euro, accompagnato da una “targa” e un “diploma” e avrà l’opportunità di esibirsi nelle più prestigiose rassegne musicali piemontesi. Tutti i brani finalisti, inoltre, saranno inseriti in un “album” prodotto da “Incipit Records” e “Produzioni Fuorivia”, distribuito da “Egea Music”, mentre un “premio speciale” di 800 euro verrà assegnato alla migliore esibizione live della serata, condotta da Chiara Buratti.

A rendere ancora più speciale l’evento saranno poi gli ospiti d’onoreStefano Bollani, geniale pianista e compositore, e la moglie Valentina Cenni, attrice e performer dalla creatività poliedrica. Nomi scelti non a caso. Bollani, infatti, è stato per moltissimi anni amico di Gianmaria Testa, collaborando con lui anche in diverse occasioni, tra cui il mitico spettacolo “Guarda che luna!” dedicato a un altro grande Fred Buscaglione, anche lui prematuramente scomparso nel 1960. E il dialogo musicale tra il pianoforte di Bollani e la presenza scenica di Valentina Cenni promette di rendere davvero magica la serata moncalierese dedicata alla memoria dell’indimenticato “cantautore ferroviere” di Cavallermaggiore che, nella sua carriera, dopo una serie di concerti in Germania, arrivò perfino a calcare le scene dell’“Olympia” di Parigi.

Per info: “Fonderie Teatrali Limone”, via Pastrengo 88, Moncalieri (Torino); tel. 011/5169555 o www.teatrostabiletorino.it

g.m.

Nelle foto: Gianmaria Testa (Ph. Pierre Terrasson); Stefano Bollani e Valentina Cenni

Riparte La cultura dietro l’angolo, musica e spettacoli a poca distanza da casa

Riparte La cultura dietro l’angolo, il progetto di Città di Torino e Fondazione Compagnia di San Paolo che porta la cultura a poca distanza da casa, per creare nuove occasioni di relazione, condivisione e partecipazione. La nuova edizione, rinnovata e ampliata nel numero di appuntamenti e istituzioni culturali che propongono le attività nei presidi diffusi su tutto il territorio, è pensata con una valenza biennale anche a seguito del riscontro più che positivo registrato negli anni precedenti.

“Per un progetto che mira alla costruzione di relazioni e occasioni di socializzazione uno a uno attraverso la cultura– spiega l’assessora alla Cultura Rosanna Purchia –, gli oltre 12 mila passaggi agli appuntamenti del programma 2024, più del doppio rispetto all’anno precedente, sono un risultato importante che testimonia il crescente interesse del pubblico per un’offerta culturale diffusa e accessibile, capace di avvicinare sempre più persone alla cultura. Nell’arco di questi tre anni, il progetto ha visto un significativo aumento del numero di tesserati e una crescente fidelizzazione del pubblico. Un successo tutt’altro che scontato, reso possibile dalla sinergia tra tutti i soggetti coinvolti, di cui siamo davvero orgogliosi.”

“La cultura ha un valore sociale inestimabile ed è un potente motore di cambiamento, che favorisce la coesione, l’inclusione e la cittadinanza attiva – ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali Jacopo Rosatelli -. Promuovere cultura significa anche aiutare a superare le disuguaglianze, abbattere le barriere sociali e combattere l’esclusione, rafforzando il senso di comunità. Ecco perché questa iniziativa, che si propone di rendere la cultura accessibile a tutte e tutti, è così importante e apprezzata sul territorio cittadino, dove rappresenta anche una preziosa occasione di incontro e partecipazione nelle Case del Quartiere, nelle biblioteche civiche, nelle sedi di enti culturali e nei numerosi spazi pubblici coinvolti”.

“Con La cultura dietro l’angolo la Compagnia di San Paolo ha promosso un modello di socializzazione attraverso la cultura, rendendola accessibile nei luoghi della quotidianità – ha affermato Elena Franco del Consiglio Generale della Fondazione Compagnia di San Paolo –. Stipulare una convenzione biennale insieme alla Città di Torino ha segnato un traguardo fondamentale: da una sperimentazione innovativa a un’azione strutturata, che potrà svilupparsi nel tempo e diventare sempre più parte integrante delle politiche culturali. Questo processo rispecchia pienamente la nostra missione: sostenere la sperimentazione, generare impatto e favorire la sistematizzazione di pratiche culturali inclusive e diffuse”.

I RISULTATI DEL 2024

Un questionario di soddisfazione, condotto telefonicamente su un campione rappresentativo di 314 partecipanti, ha rivelato un elevato gradimento per le attività proposte dell’edizione 2024 di La cultura dietro l’angolo, ottenendo un 98% di giudizi positivi, di cui il 61% “molto positivo”.

Oltre alla qualità dell’offerta culturale, il progetto ha rappresentato un’importante occasione di scoperta del territorio e di creazione di nuove relazioni sociali: il 43% dei partecipanti ha esplorato angoli della città che non conosceva, mentre il 77% ritiene che l’iniziativa abbia valorizzato il proprio tempo libero.

La cultura dietro l’angolo ha inoltre favorito nuove connessioni sociali: il 72% degli intervistati ha riscoperto il piacere dello stare in compagnia e il 57% ha mantenuto i contatti con le persone conosciute durante gli appuntamenti.

GLI ENTI COINVOLTI NEL BIENNIO 2025-2026

Per le edizioni 2025 e 2026 le istituzioni culturali e i presidi territoriali coinvolti nel progetto sono stati individuati lo scorso anno e comprendono 10 presidi territoriali, di cui 7 selezionati tramite bando pubblicato dalla Fondazione per la Cultura Torino, cui si aggiungono due biblioteche civiche e il Centro Interculturale della Città di Torino; 13 istituzioni culturali, di cui 8 selezionate tramite bando e 5 individuate da Fondazione Compagnia di San Paolo senza impegni economici a carico di Fondazione per la Cultura Torino.

I presidi territoriali coinvolti sono

  • Casa nel Parco;
  • Fabbrica delle E/Binaria;
  • Più SpazioQuattro;
  • Officine CAOS – Casa del Quartiere Vallette;
  • Beeozanam community hub;
  • Bagni Pubblici di via Agliè;
  • Casa del Quartiere di San Salvario
  • Biblioteche civiche A. Passerin d’Entrèves e Italo Calvino;
  • Centro Interculturale della Città di Torino.

Le istituzioni culturali sono:

  • Fondazione Unione Musicale
  • Associazione CentroScienza onlus
  • CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia
  • Orchestra Filarmonica di Torino
  • Fondazione Circolo dei lettori
  • Fondazione TRG
  • Museo A come Ambiente
  • Fondazione TPE – Teatro Piemonte Europa
  • Museo Egizio di Torino
  • Gallerie d’Italia – Torino
  • Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
  • GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
  • Polo del ‘900

LA PROGRAMMAZIONE 2025

Nel 2025 ciascuna delle tredici istituzioni culturali porterà tre appuntamenti nei dieci presidi individuati, per un totale di ben 390 appuntamenti, 150 in più rispetto al 2024.

Le feste di marzo e settembre

La quarta edizione de La Cultura dietro l’angolo si aprirà con una grande festa di fine inverno diffusa nei presidi territoriali, da giovedì 6 a sabato 8 marzo, alla quale parteciperanno tutti i soggetti coinvolti nel progetto.

Ogni festa nasce dalla co-progettazione di un presidio territoriale e di uno o due istituzioni culturali (dato il numero superiore di enti culturali rispetto a quello dei presidi). Le Case del quartiere, le biblioteche civiche e i presidi del territorio si animano di concerti, spettacoli teatrali, performance artistiche, giochi e appuntamenti di divulgazione scientifica, coinvolgendo la cittadinanza, che così può scoprire le opportunità offerte dal progetto e tutto il calendario di eventi in programma.

La festa di fine estate si terrà invece dal 25 al 27 settembre.

Il programma principale

La programmazione ordinaria delle attività inizierà il 10 marzo 2025, con un appuntamento a settimana in ogni presidio, e proseguirà fino a gennaio 2026. Anche quest’anno il calendario è ricco di appuntamenti gratuiti di musica, teatro, scienza, arte, storia e fotografia, ideati e prodotti dalle 13 istituzioni culturali selezionate.

L’Associazione CentroScienza Onlus propone un percorso sul tema dell’informazione e dell’importanza dell’affidabilità delle fonti, partendo con il laboratorio “La bussola delle news”, per poi proseguire sul tema del cambiamento climatico “Che clima c’è?” e su quello delle energie rinnovabili e decarbonizzazione con “Da fossile a green“.

Fondazione TRG propone “TRAIETTORIE: Raccontare sé stessi attraverso il teatro”, un percorso di storytelling in tre appuntamenti incentrato sul raccontare sé stessi attraverso il linguaggio teatrale, di cui verrà creata una restituzione in formato audiovisivo.

Il Museo Egizio realizza un laboratorio all’incrocio tra saper fare, memoria e archeologia diviso in più momenti. “La memoria del fare” è una presentazione delle trasformazioni del museo e della nuova sezione “Materia. Forma del tempo”“Io so fare” invita i partecipanti a condividere un’abilità artigianale o la storia di un oggetto significativo. Nell’ultima fase, “Mani in pasta nell’archeologia“, i partecipanti imparano le tecniche di lavorazione dell’argilla e realizzano un oggetto ispirato ai reperti egizi.

Gallerie d’Italia – Torino propone un percorso dedicato alla fotografia articolato in tre momenti. In “Ritratti di luce” i partecipanti si calano nei panni del fotografo, del modello e del tecnico delle luci, in un vero set fotografico. In “Tracce di Blu” fotografie d’autore vengono trasformati in segnalibri personalizzati. In “Tela Versus Pixel”, sperimentando con l’uso dell’intelligenza artificiale, alcune opere della collezione pittorica delle Gallerie vengono trasformate in una raccolta fotografica contemporanea.

La proposta del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale si articola in una serie di laboratori incentrati sulla funzione del linguaggio e sul suo valore all’interno di un nucleo di cittadini, piccolo o grande che sia. A partire da alcuni testi letterari, due attori fanno emergere le storie e i significati che si celano dietro alcune delle parole su cui si fonda l’idea di cittadinanza. I partecipanti avranno la possibilità di confrontarsi e di inventare nuove espressioni e un nuovo vocabolario, come strumento indiretto per rinsaldare i legami e le relazioni.

La Fondazione TPE – Teatro Piemonte Europa propone tre laboratori teatrali intitolati “Relazioni in movimento”. Sulla percezione del corpo nelle sue dinamiche e nel suo linguaggio si incentra il laboratorio “Relazione me e me” dà spazio alla percezione del corpo, alle sue dinamiche e al suo linguaggio. “Relazione me e l’altro” esplora il rapporto con l’altro. “Relazione me e lo spazio” si focalizza sul rapporto tra geografia dei corpi e geografia dei luoghi che i corpi abitano.

Unione Musicale propone tre momenti dedicati alla condivisione della musica dal vivo. “Tutti in coro” è un concerto corale interattivo in cui i partecipanti assaporano la bellezza del cantare insieme. “Ascolta che musica” e “Ottoni per aria” sono occasioni di avvicinamento alla musica classica, per conoscerne segreti e curiosità attraverso l’ascolto di celebri brani di grandi autori e la scoperta degli strumenti della famiglia degli archi e degli ottoni.

GAM – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino presenta tre appuntamenti ispirati alla programmazione primaverile e autunnale del museo. In dialogo con la mostra “Lasciatemi divertire!”, dedicata a Fausto Melotti, l’attività “In leggerezza”, propone ai partecipanti di creare piccole sculture con fili di metallo. “Elementi differenti” prende spunto dall’esposizione dell’artista contemporanea Alice Cattaneo, suggerendo attività di composizione che interagiscono con l’ambiente. “Come d’incanto” è un’attività ispirata al nuovo allestimento del museo, che indaga il tema della notte come spazio di trasformazione.

CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia propone “Click! Impara a fotografare con lo smartphone”, un percorso in tre tappe che insegna a usare la fotocamera del telefono per raccontare storie personali mediante le immagini. Attraverso la pratica i partecipanti imparano a comporre una fotografia, a scegliere il punto di vista e a usare la luce. Il percorso concluderà con la creazione di un diario visivo personale che ogni partecipante stamperà sotto forma di fanzine.

La Fondazione Circolo dei lettori propone “Leggere insieme”, un percorso di lettura condivisa in tre tappe, con particolare attenzione alla lettura ad alta voce. Il primo incontro si concentra su metodi e tecniche per imparare questa modalità partecipata di lettura e sulla scelta del racconto da leggere nei successivi due appuntamenti. Guidati da esperti, i partecipanti condividono momenti di lettura, ma anche di dialogo, confronto e scoperta.

Il Museo A come Ambiente propone laboratori dedicati al riuso e al clima. “PlayDecide! Riuso, riutilizzo e upcycling” affronta il problema dei rifiuti e della scarsità di risorse, proponendo il riutilizzo e l’upcycling come possibili soluzioni. “La Fabbrica delle Idee Circolari” stimola la creatività, costruendo nuovi oggetti con materiali di recupero. “Calore a colori” invita a riflettere sui diversi sistemi di riscaldamento e il loro impatto ambientale. La versione che verrà proposta porrà un’attenzione particolare per le persone ipovedenti.

Il Polo del ‘900 propone un percorso laboratoriale in tre parti sul colonialismo italiano. “Storie” ripercorre le tappe e le violenze del colonialismo ed esplora le ragioni della sua rimozione dal dibattito pubblico. “Memorie” analizza come la memoria collettiva abbia spesso occultato le responsabilità coloniali italiane, riportando alla luce testimonianze e racconti sommersi. “Presente” fa emergere le tracce del colonialismo nella società contemporanea.

L’Orchestra Filarmonica di Torino propone “Ascolta il colore”, un percorso laboratoriale in tre incontri che unisce musica e pittura. Di volta in volta i partecipanti imparano come la musica influenzi le emozioni e come esprimerle attraverso il disegno e la pittura, creano un’opera individuale che riflette le emozioni suscitate dalla musica e collaborano alla realizzazione di una tela collettiva che rimane in ogni presidio a ricordo dell’esperienza.

Il palinsesto OFF e le collaborazioni

All’interno del progetto trovano spazio i Gruppi di Proposta, un’opportunità di volontariato per i cittadini che desiderano mettere a disposizione della collettività passioni e competenze e un’occasione per rafforzare e allargare le relazioni con persone del territorio. I Gruppi di Proposta, uno per presidio, sono veri e propri laboratori di idee innovative che rispondono ai bisogni della comunità in modi creativi ed efficaci Si incontrano a cadenza regolare per confrontarsi e costruire un calendario di attività OFF, che si aggiungono alla programmazione ordinaria, contribuendo a mantenere attivi i legami tra i partecipanti e favorire l’integrazione e l’inclusione sociale di persone di diverse età, etnie, formazione.

Anche quest’anno, inoltre, La cultura dietro l’angolo rinnova le collaborazioni con diverse iniziative culturali della Città, come Biennale Democrazia, Torino Jazz Festival, MITO per la Città, il Programma Culturale Estate 2024/2025 e il Centro di Formazione Musicale per un’offerta ancora più ampia di esperienze artistiche e culturali.

Una sperimentazione sarà inoltre avviata alla biblioteca civica Don Lorenzo Milani, che negli scorsi anni ha visto una notevole partecipazione da parte dei cittadini del quartiere. Il programma di iniziative, costruito grazie alla sinergia di enti e realtà attive sul territorio, avrà inizio il prossimo 6 marzo con la festa di fine inverno e si protrarrà fino a gennaio 2026. Le evidenze che emergeranno da questa sperimentazione potranno essere utili a implementare il modello de La cultura dietro l’angolo per gli anni a venire.

COME SI PARTECIPA ALLA CULTURA DIETRO L’ANGOLO

Gli appuntamenti de La cultura dietro l’angolo sono gratuiti e aperti a tutte/i dietro presentazione della tessera omonima. Tesserarsi e partecipare agli eventi è semplice, basta recarsi in un presidio territoriale a scelta, iscriversi al progetto, ritirare la tessera e prendere parte alle attività. Il calendario dettagliato degli appuntamenti è consultabile sul sito www.laculturadietrolangolo.it.

I PARTNER

La cultura dietro l’angolo è un progetto di Città di Torino e Fondazione Compagnia di San Paolo, in collaborazione con Fondazione per la Cultura Torino. L’iniziativa è sviluppata con Fondazione Ufficio Pio, Arci Torino, Rete Case del Quartiere, Rete di Torino Solidale e Associazione Abbonamento Musei e realizzata grazie alla sinergia, all’impegno collettivo e allo scambio di competenze tra queste realtà e tutti i soggetti coinvolti nella co-programmazione e nella co-progettazione, che quest’anno sono: Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Unione Musicale, Fondazione TRG, Associazione CentroScienza onlus, Museo Egizio, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, Gallerie d’Italia – Torino, Fondazione TPE – Teatro Piemonte Europa, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, Museo A come Ambiente, Orchestra Filarmonica di Torino, Fondazione Circolo dei lettori, Polo del ‘900, Casa nel Parco e Biblioteca civica “A. Passerin d’Entrèves” nella Circoscrizione 2; Fabbrica delle E/Binaria nella Circoscrizione 3; Più SpazioQuattro nella Circoscrizione 4; Officine CAOS – Casa del Quartiere Vallette e Beeozanam nella Circoscrizione 5; Bagni Pubblici di via Agliè, Biblioteca civica “Don Lorenzo Milani” e Centro Interculturale della Città di Torino nella Circoscrizione 6; Biblioteca civica “Italo Calvino” nella Circoscrizione 7; Casa del Quartiere di San Salvario nella Circoscrizione 8.

“Lezioni d’amore per un figlio”, lo spettacolo di Stefano Rossi

Venerdì 7 marzo, ore 21

Teatro Concordia

corso Puccini, Venaria Reale (TO)

 

 

Stefano Rossi, psicopedagogista tra i più noti in Italia e tra i massimi esperti di infanzia e adolescenza, in “Lezioni d’amore per un figlio” fornisce suggerimenti concreti per far fiorire nei propri figli rispetto ed empatia per sé stessi, in questo tempo complesso in cui è difficile essere genitori ma, per certi versi, è ancora più difficile essere figli.

Mentre i figli di ieri avevano a che fare col peso del senso di colpa, i figli di oggi, cresciuti in una società sempre più competitiva e prestazionale, tremano sotto la spada di Damocle del senso di inadeguatezza che alimenta la “paura di non essere abbastanza”: abbastanza magri, abbastanza intelligenti, popolari. La pressione (sociale e social) a dover essere vincenti e perfetti ha fatto schizzare in pochi anni alle stelle i disturbi d’ansia, i casi di autolesionismo, le difficoltà scolastiche, ma anche i disturbi del comportamento alimentare e altri indicatori di disagio registrati, sia tra i bambini, che tra gli adolescenti. Tutti fenomeni che si possono e devono prevenire con la saggezza dell’educazione emotiva.

Stefano Rossi, tramite suggerimenti concreti (spendibili sia a casa che in classe), aiuterà a far fiorire preziose capacità per la vita: dall’autostima alla capacità di rialzarsi dalle cadute, passando per l’empatia, il senso di responsabilità, la tenacia ma, soprattutto, l’abilità più importante: “Imparare a volersi bene”. Perché solo con il rispetto e l’empatia per sé stessi si possono affrontare a testa alta le piccole e grandi sfide di oggi, ma soprattutto, quelle di domani.

 

STEFANO ROSSI, BIO

Psicopedagogista tra i più noti in Italia è tra i massimi esperti del nostro Paese nel campo dell’educazione emotiva. Dopo 20 anni di lavoro “occhi negli occhi” con genitori, bambini e adolescenti ha creato un approccio educativo, scientificamente fondato, per preparare i figli alle sfide di un mondo sempre più incerto.

Sugli strumenti educativi del dott. Rossi sono state formate più di 800 scuole e 90mila insegnanti, genitori ed educatori. È autore di numerosi libri, tra cui il bestseller Mio figlio è un casino (2022 Feltrinelli) e il nuovo Lezioni d’amore per un figlio (2023 Feltrinelli), che sono tra i libri più venduti e amati dai genitori italiani. Scrive per diverse riviste e ha una rubrica su Focus Junior dove parla di emozioni ai suoi giovani lettori. È spesso ospite di RTL 102.5 per commentare i fatti di attualità alla luce dell’educazione emotiva. La sua pagina Facebook “Stefano Rossi Didattica Cooperativa” è un punto di riferimento per migliaia di insegnanti e genitori. È una delle colonne portanti dalla pagina di “i nostri figli”, la più grossa Social Community legata all’educazione con oltre 600mila follower. Interviene spesso ai microfoni di Radio Capital, Rai Radio e RTL 102.5 per parlare di genitori e adolescenti.  

Info

Teatro della Concordia, corso Puccini, Venaria Reale (TO)

Venerdì 7 marzo, ore 21

Lezioni d’amore per un figlio

Stefano Rossi

Biglietti: intero 18 euro, ridotto 16 euro

www.teatrodellaconcordia.it

011 4241124 – info@teatrodellaconcordia.it

Il Teatro Regio entra in carcere e va in scena con il Rigoletto

Per la prima volta all’interno della casa circondariale “Lorusso e Cutugno” lunedì 10 marzo, per l’adattamento di Vittorio Sabadin

Per la prima volta il Teatro Regio va in scena all’interno di un penitenziario, la casa circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino, lunedì 10 marzoalle ore 16.30, con una rappresentazione speciale di Rigoletto in una versione curata da Vittorio Sabadin. Un’iniziativa che mira a promuovere la partecipazione e il dialogo tra dentro e fuori, attraverso la cultura. Il teatro si fa ponte tra la del comunità penitenziaria e la società civile, dimostrando come la bellezza e l’arte possano migliorare la qualità della vita anche nei contesti più difficili. Questo progetto rappresenta un primo passo, un progetto pilota che il Regio auspica possa ampliarsi nel tempo. Si realizza in sinergia con la Fondazione Compagnia di San Paolo, il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e con la casa circondariale torinese nel solco del più ampio progetto nazionale “Per aspera ad astra – come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza”.

“Assisterò a questa prima del Regio con particolare piacere – dichiara il Sindaco e Presidente della Fondazione Teatro Regio Stefano Lo Russo – perché credo davvero che rappresenti un’idea di città che come amministrazione abbiamo in mente. Una città in cui la cultura deve svolgere un ruolo di primo piano e accessibile a tutti e a tutte. Questa iniziativa ha un valore davvero speciale perché è l’occasione per ribadire che il carcere deve avere un ruolo di educazione e riabilitazione, oltre che di semplice punizione, mettendo al primo piano l’importanza e il rispetto per le persone che non devono mai essere persi di vista. Un ringraziamento va alla Fondazione Compagnia di San Paolo e a tutte le persone del Teatro Regio e Teatro Stabile e quelle detenute che hanno lavorato alla rappresentazione, che è già un successo prim’ancora che si apra il sipario”.

Rigoletto andrà in scena lunedì 10 marzo, alle ore 16.30, presso il teatro della casa circondariale “Lorusso e Cutugno” contestualmente alle recite in teatro, che hanno fatto registrare il tutto esaurito, e al termine delle recite dedicate al pubblico delle scuole del 6 e 7 marzo. Questa nuova produzione del Regio, tratta dal melodramma Rigoletto di Verdi, su libretto di Francesco Maria Piave, basata sul dramma “Le Roi s’amuse” di Victor Hugo, va in scena in una versione a cura di Vittorio Sabadin. Gli interpreti sono tutti artisti del Regio Ensemble: Janusz Nosek, nei panni di Rigoletto, Albina Tonkikh, nei panni di Gilda, Daniel Umbelino, nelle vesti del Duca di Mantova, Sipho Kazi Molteno, nei panni di Maddalena e Tyler Zimmerman che interpreta Sparafucile e il Conte di Monterone. Nel cast anche l’attrice Chiara Buratti. La direzione musicale è l’accompagnamento al pianoforte sono affidate al maestro Giulio Laguzzi, la regia a Riccardo Fracchia, le scene a Susi Ricauda Aimonino e i costumi a Laura Viglione.

Oltre alla rappresentazione, il progetto assume una forte valenza sociale grazie al coinvolgimento diretto della comunità carceraria. I detenuti hanno costruito le scenografie realizzando praticabili, sgabelli, pedane e oggetti in scena in legno e dipingendo i periacti. Uno spettacolo che diventa anche esperienza capace di unire formazione e partecipazione attiva.

Mara Martellotta

Torna il Lovers Film Festival diretto da Vladimir Luxuria

Dal 10 al 17 aprile presso il Cinema Massimo avrà luogo il Lovers Film Festival, lo storico festival italiano  che indaga i temi LGBTQI+ ( lesbici, gay, bisessuali, trans, queer e intersessuali) diretto da Vladimir Luxuria e fondato da Giovanni Minerba e Ottavio Mai.

L’immagine dell’edizione 2025 sarà dedicata alla capacità del cinema di essere specchio di tanti modi di vivere, e di vedere il presente e alla omogenitorialità, e sarà firmata da Andrea Maresca, in arte Spif, artista napoletano che dipinge i luoghi dimenticati e che, con I suoindisegni, prende posizione sull’identità e le sue tante declinazioni. Un’immagine, quella scelta, poetica ma anche dalla forte valenza politica e sociale.

“Sirene, sireni e tritoni sono l’emblema della mia città e della mia identità – commenta Spif – le ho disegnate da sempre, fin da bambino, e una parte di me è convinta che esistano. Napoli, racconta la leggenda, sia stata fondata sulla tomba di Partenope morta per amore e l’amore universale, senza gabbie, barriere e pregiudizi”.

A Lovers verrà proiettato “Prima di tutto” di Marco Simon Puccioni (Italia, 2012), il documentario che racconta la storia di una coppia di gay italiani divenuti padri di due gemelli grazie all’aiuto di due donne americane, che li hanno accompagnati nel percorso di gestazione per altri, o surrogacy. Il loro viaggio è raccontato in prima persona dal regista, che decide di affrontare questa esperienza di vita così particolare come narratore protagonista e compagno di un altro uomo, Gianpietro Preziosa, con cui ha deciso di intraprendere il lungo ed emozionante percorso che li ha portati a diventare padri in California e poi a vivere in Italia come famiglia omogenitoriale. Oltre al regista e al suo compagno, sarà eccezionalmente a Torino la “gestante per altri” Cynthia Kruk, grazie alla quale Marco e Gianpietro hanno potuto diventare genitori. Ancora oggi le famiglie omogenitoriali, in Italia, non sono riconosciute, e non hanno gli stessi diritti civili di altre famiglie, e la presenza di Cynthia Kruk, insieme al marito che condivide le sue scelte, consentirà di dare voce a coloro che quasi mai vengono ascoltate e che quasi mai hanno modo di offrire la propria testimonianza, le gestanti per altri.

“’To emerge’ non è solo l’infinito del verbo emergere, ma anche Torino emerge – commenta la direttrice artistica Vladimir Luxuria – i quarant’anni del festival e la storia del nostro movimento, sono stati caratterizzati dalla necessita di emergere: dal buio dell’ignoranza, da ogni forma di discriminazione, dall’omobitransfobia, dalla violenza fisica e verbale, dalla solitudine. L’immagine 2025 raffigura due sireni con una sirenetta in braccio tra onde di celluloide per affrontare tra gli altri il tema della omogenitorialità. Così come il cinema ha il pregio di farci conoscere le storie degli altri, anche noi vogliamo farvi conoscere, invitandola al festival, la storia di Cynthia Kruk, una donna californiana che anni fa ha deciso di essere gestante per una coppia italiana, che ne ha fatto un bellissimo documentario. Si parla molto di gestazione per altri, ma alle gestanti per altri raramente si è chiesto di parlare: noi lo faremo senza censure. Torino, città dei diritti, anche del diritto di parola”.

Il Lovers Film Festival è realizzato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino e si svolge con il contributo del MIC, della Regione Piemonte e del Comune di Torino.

Mara Martellotta

“Accanto” al teatro Astra per la stagione “Fantasmi”

A cura della Fondazione TPE

“ACCANTO”, creazione e regia di Barbara Altissimo, produzione LiberamenteUnico, è il titolo dello spettacolo frutto di una lunga attività di formazione in dieci presidi civici territoriali diffusi in tutta la città per il progetto “La cultura dietro l’angolo”, promosso dalla Fondazione Compagnia di San Paolo e dalla Città di Torino, in collaborazione con la Fondazione per la Cultura Torino. Il progetto di formazione è stato coordinato dalla Fondazione TPE, che ospita lo spettacolo nella stagione 2024-2025 “Fantasmi”, presso il Teatro Astra di Torino, il 14 marzo alle ore 21 e il 15 marzo alle ore 16, in una replica dedicata alla rete dei presidi civici che hanno partecipato al progetto, e alle ore 19 per tutto il pubblico.

“Il percorso è iniziato nel 2024 con incontri periodici ai quali hanno partecipato centinaia di persone per lavorare intorno alle domande ‘Quale è il tuo fantasma? Chi, che cosa ti cammina Accanto?’, arrivando ad una riflessione collettiva, incontrando e riconoscendo i propri fantasmi e intessendo insieme una trama – ha spiegato la regista Barbara Altissimo – una grande generosità nel raccontarsi è stata la cifra che ha contraddistinto questo cammino. Ci sono stati regalati piccoli frammenti di vite, dolori e gioie che appartengono a tutti noi e che costituiscono la trama della nostra identità emotiva. Storie, testimonianze, ricordi e memoria sono stati raccolti, condivisi e trasformati in una narrazione teatrale”.

I protagonisti sono donne e uomini comuni, persone che abitualmente non vivono il palcoscenico, rappresentanti dei presidi civici e delle comunità incontrate in mesi di attività, che hanno camminato accanto ai loro fantasmi.

La creazione di Altissimo, che ancora una volta mette in scena le individualità, ciascuna con la propria unica ed irripetibile cifra emotiva, si completa con la drammaturgia di Emanuela Currao, il disegno luci e lo spazio scenico di Massimo Vesco, gli elementi scenici di Jasmine Pochat, i costumi di Gualtiero Scola e l’assistenza alla regia di Fabio Castello, e disegna un gioco di specchi in cui è possibile trovare un riflesso di esperienza, appartenenza e condivisione. L’organizzazione è curata da Nadia Frola.

Sul palco Franco Albanese, Laura Brunetta, Martina Caruso, Loredana Casorio, Francesca Catania, Tommy Crosara, Emanuela Currao, Alessandro Dichirico, Allegra Florioli, Alessia Garombo, Rosaria Giangreco, Salvatore Loiodice, Francesco Piarulli, Raffaella Pitrolo, Amalia Piumatti, Stefania Savelli, Renato Scarpato, Amalia Scotti, Stefano Tubia.

Gian Giacomo Della Porta