SPETTACOLI- Pagina 2

Festival delle Colline. Un anniversario e un’inaugurazione a candeline spente

 

Non è certo uscito il botto – un pampampam reiterato e sonorissimo – qualche sera fa l’anniversario dei trent’anni dal cilindro del Festival delle Colline, in cui tutti speravamo. Un bel gruppo, non indifferente, di candeline spente con tante soffiate che sapevano di fiato corto e di malinconia, di un qualcosa inserito a forza, troppo. Ma ci rifaremo. Perché questo Festival dacché lo conosciamo è sempre stato un bravo ragazzo, come da canzoncina, per questo – sempre poche sere fa – siamo entrati nella platea dell’Astra con la migliore delle speranze – o delle certezze addirittura – che ci saremmo stretti intorno a quella torta con un finale e un sorriso ben diversi. Il gruppo d’apertura era Agrupaciòn Senor Serrano, la regia e la drammaturgia affidate a Àlex Serrano in coppia con Pau Palacios, il testo ad una volenterosa Anna Pérez Moyan che se ne arriva, in canottiera e pantaloni, su un palcoscenico che sta “a metà strada tra un laboratorio e una discarica” (ci era stato detto), un paio di mucchi di sacchi d’immondizia belli gonfi da cui sempre la volenterosa “trova oggetti, resti e rifiuti generati dalla Storia dell’amore che la aiutano ad attivare la trama.”

Già, la trama, gran bella parola, di uno spettacolo che – dimenticavo: e lo scoprirà il publico? – ha per titolo “Historia del amor”. E che la trama sua vai a cercare con il lanternino, sfiduciati come quel vecchione di Diogene. Impossibile quel “compito di cercare di capire cosa sia l’amore” da parte della volenterosa – pronta a camuffarsi dopo un po’ con corpino e gonnone azzurroverdastri d’altra epoca – e noi con lei. Domande, tante, di quella filosofia puntata con gli spilli, lassù nel cielo, cercare di amare perché amiamo e perché amiamo come amiamo, e risposte, nessuna, in un’ottantina di minuti, per uscire con un certo amaro in bocca. Un excursus che non trova nessuna strada e immediatamente va a sbriciolarsi, tra epoche trascorse e l’esperienza personale della sempre volenterosa – scusatemi, ma non riesco a chiamarla attrice! non qui almeno -, frantumandosi pure quell’intenzione della drammaturgia di far trans-ferire in noi che guardiamo quel guazzabuglio di lingue di sopratitoli frettolosi ed emozioni spente, di sforzi anche comici, ma brillantemente superati, di far fronte a qualche incidente tecnico. Di espedienti che hanno tutta l’aria di raffazzonare sul momento. Si narra di antri e spelonche e tesori e giungle che nascondono, le immagini vengono allontanate da noi sino a essere un puntino lontano nel deserto del nulla, irraggiungibili. Come quell’amore? Si va su e giù per il palcoscenico, si procede a fatica, si cerca di riempire spazi e tempi che restano irrimediabilmente e deficitariamente vuoti. Tutto ha un sapore di irrisolto, di pretesto vano per una serata, di quell’”uno dei principali motori della nostra esistenza”, l’amore, che non s’è semplicemente avviato: cercavansi tracce di carburante. Resta, nella memoria, di emozionante, quella lunga sequenza di baci cinematografici messi a scorrere davanti a noi, dalla Bergman e Bogarth a DiCaprio e Winslet sul ponte estremo del Titanic, ricordi spicci per chi ama il cinema, romanzo lungo che nemmeno il maturo Totò di “Nuovo Cinema Paradiso” avrebbe guardato con occhi tanto lucidi.

Elio Rabbione

Nelle immagini, alcuni momenti dello spettacolo

Rock Jazz e dintorni a Torino: Niccolò Fabi e “Una notte per Gaza”

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Al Blah Blah si esibiscono i The Morlocks. All’Hiroshima Mon Amour è di scena Simba.

Martedì. Al Pala Gianni Asti di Torino, serata “Una Notte per Gaza”. Concerto a sostegno di Medici Senza Frontiere con tante band fra cui:Fratelli di Soledad, Persiana Jones, The Originals (Africa Unite + The Bluebeaters), Medusa, Statuto, Loscxhi Dezi, Fiori, Oh Die!, Lotta e tanti altri.

Mercoledì. Al teatro Colosseo arriva Niccolò Fabi.

All’Osteria Rabezzana si esibisce il quartetto di Lowell Levinger.

Giovedì. Allo Ziggy sono di scena i Lomsk + Duir. Il quartetto Smallable Ensemble suona alla Piazza dei Mestieri. Al Blah Blah si esibiscono i Plastic Drop +Dag. All’ Hiroshima suonano gli L’Entourloop. Al Cap 10100 è di scena Mark William Lewis. All’Off Topic si esibiscono i Frenesi.

Venerdì. Al Blah Blah è di scena Suzi Sabotage + Newdress. All’Hiroshima Mon Amour suonano i Modena City Ramblers + Mistral Kizz. Al Cap 10100 si esibiscono i Machinedrum. Al Circolino  suonano i Cavour Country Boys.

Sabato. Allo Ziggy sono di scena i Decrow +Scaglia + Emokills. Al Blah Blah si esibiscono i Klasse Kriminale. Al Folk Club suonano i Willos’.

Domenica. Allo Ziggy sono di scena Wyatt E. /Ainu.

Pier Luigi Fuggetta

L’eleganza di Claudia Cardinale nell’abito del “Magnifico cornuto”

Al Museo del Cinema, nell’ambito della mostra dedicata ad Angelo Frontoni

Nel 1964 Antonio Pietrangeli affidava a pubblico e critica “Il magnifico cornuto”, trasposizione del testo teatrale di Fernand Crommelynck, datato 1920, racconto di gelosia, ironico, rapportato ai tempi, Armando Nannuzzi e Trovajoli rispettivamente alla fotografia e colonna sonora allargata a canzoncine dell’epoca, un giovane Gian Maria Volontè nelle vesti secondarie di un assessore. Interpreti Ugo Tognazzi (prova che qualcuno ha definito magistrale) e una florida quanto bellissima Claudia Cardinale, il successo dovuto soprattutto a loro, certo non un capolavoro di un regista che seppe fare ben di meglio, leggi “La visita” e “Io la conoscevo bene”. La quale Cardinale – scomparsa come tutti sanno nella sua casa francese il 23 settembre scorso, nelle scene finali, indossò un vestito da cocktail di shantung nero ornato con petali di seta, una creazione di Nina Ricci, Haute Couture, indossato poi in seguito pure in eventi pubblici.

Nel 2019 il Museo Nazionale del Cinema torinese si era aggiudicato l’abito a un’asta di Sotheby’s “e con questa iniziativa esso intende restituire al pubblico non solo l’immagine di una grande attrice, ma la presenza tangibile del suo lavoro, lì dove cinema e realtà sembrano toccarsi.” Con l’abito, s’allineano alcune immagini di quella occasione, durante le riprese, dovute all’obiettivo di Angelo Frontoni cui il Museo ha dedicato – si protrarrà sino al 9 marzo 2026 – la mostra “Pazza idea”, dove già il viso dell’attrice, in tutta la sua bellezza, abita, come Angelica Sedara, accanto all’altro divo Alain Delon, del “Gattopardo”, nella nicchia dedicata alla Titanus, casa di produzione di lungo corso e di larghissimo successo negli anni precedenti, che proprio a causa dell’elevato budget del capolavoro di Visconti, del 1963, perennemente sfondato, fu spinta ad abbandonare la produzione cinematografica l’anno successivo, per poi riprendere negli anni Ottanta.

e. rb.

La nona stagione di Vitamine Jazz

CON LA 474° VITAMINA SI APRE DANZANDO CON “BALLA TORINO” 

Le “Vitamine Jazz”, varate nel settembre 2017 dalla Fondazione Medicina a Misura di Donna, in accordo con la Direzione dell’AOU Città della Salute e della Scienza e l’Università degli Studi di Torino, sono il più articolato, ampio e longevo programma al mondo di esecuzioni di jazz realizzate in un ospedale. La Fondazione ha mobilitato, con la Direzione Artistica di Raimondo Cesa, le istituzioni culturali del territorio e la comunità degli artisti che hanno messo a disposizione della causa tempo e competenze in modo gratuito.
Il progetto si colloca nel percorso strategico sull’alleanza virtuosa tra “Cultura e Salute” varato dalla Fondazione nel 2011 che vede coinvolti istituzioni culturali, medici, esperti nelle scienze sociali, economisti della cultura per portare in Ospedale esperienze pilota esportabili in altri contesti.
All’Ospedale Sant’Anna di Torino, il più grande d’Europa dedicato alle donne, hanno partecipato oltre 350 jazzisti di fama nazionale e internazionale.
Le note del jazz hanno dato il benvenuto alle nuove vite nei reparti maternità, accompagnato le pazienti durante le cure chemioterapiche nel Day Hospital oncologico, ingannato il tempo dell’attesa nelle sale d’aspetto e al pronto soccorso.
Il programma si sviluppa in dialogo con il personale dei reparti coinvolti ed è stato valutato molto positivamente da pazienti e operatori sanitari che hanno partecipato a focus group condotti dalla dott.ssa Catterina Seia, Responsabile progetto “Cultura e Salute” della Fondazione Medicina a Misura di Donna, insieme al team del prof. Pier Luigi Sacco, Economista della Cultura.
Attendiamo gli appuntamenti con curiosità e meraviglia. La musica ci stimola e ci ha aperto nuovi mondi” affermano le infermiere intervistate. Gli stessi musicisti definiscono l’ospedale “un grembo armonico” e considerano l’esperienza dell’esecuzione ad personam un arricchimento personale e professionale.

Rencontres, tra il Chœur Région Sud e la Stefano Tempia

Sabato 11 ottobre, ore 21 Conservatorio di Torino

L’incontro tra due tradizionali corali tra le più prestigiose d’Europa

Il concerto che inaugura la Stagione 2025/2026 della Stefano Tempia, Rencontres, di sabato 11 ottobre, è molto più di un evento musicale: è un simbolo di dialogo culturale e di amicizia tra due tradizioni corali – quella francese e quella italiana – tra le più prestigiose d’Europa. L’incontro tra il Chœur Région Sud e il Coro dell’Accademia Stefano Tempia diventa occasione per riflettere sul valore sociale della musica come strumento di coesione e scambio, capace di superare ogni confine.

Il programma offre uno sguardo affascinante su tre opere corali emblematiche, diverse per epoca e linguaggio, ma tutte profondamente legate allo spirito del loro tempo: Missa Pontificalis di Lorenzo Perosi, Gloria di Francis Poulenc, Gallia di Charles Gounod.

La serata si apre con la Missa Pontificalis di Lorenzo Perosi, figura centrale del rinnovamento della musica sacra italiana tra Otto e Novecento. Coevo di Puccini per anagrafe, ma spiritualmente vicino a Palestrina e al gregoriano, Perosi ha segnato con il suo stile luminoso ed estatico un’epoca di transizione, in cui la musica liturgica tornava ad affermarsi con dignità artistica. Il Gloria di Francis Poulenc, composto tra il 1959 e il 1960, è invece un’opera sorprendente, ricca di contrasti. Nello stesso brano convivono momenti di profonda devozione e slanci quasi giocosi, ironici. L’opera nasce in un clima di rinnovata spiritualità e mostra l’inconfondibile stile di Poulenc: una fusione di eleganza francese, ritmo vivace, armonie moderne e una sincera fede cattolica. A concludere il concerto, Gallia di Charles Gounod, una Lamentazione su Gerusalemme distrutta, composta nel 1871 in un momento di grande dolore per la Francia, reduce dalla sconfitta nella guerra franco-prussiana. Il testo biblico diventa allegoria della devastazione della patria: nella voce del soprano solista, nei cori accorati dalle sonorità dense di pathos, risuona il lutto di una nazione ferita. La scelta di eseguire Gallia con i due cori uniti rafforza il senso di solidarietà e memoria collettiva.

CHŒUR RÉGION SUD

Creato nel 1989 e diretto da Michel Piquemal, con il supporto odierno dei direttori di coro Nicole Blanchi e Marion Schürr, il Coro Région Sud riunisce una sessantina di cantori dai sei dipartimenti della regione e da Monaco. Si compone di due ensemble vocali, uno con sede in Provenza e l’altro in Costa Azzurra. Ogni corista beneficia di una formazione approfondita nel canto corale attraverso la pratica collettiva e il contatto con musicisti e solisti professionisti. Il Coro ha il sostegno del Consiglio Regionale Provenza-Alpi-Costa Azzurra, del Ministero della Cultura (DRAC PACA), del Consiglio Generale Bouches-du-Rhône, del Consiglio Generale delle Alpi Marittime, della Città di Aix-en-Provence, della Città di Cagnes-sur-Mer e di  SPEDIDAM.

L’ACCADEMIA CORALE STEFANO TEMPIA

Fondata nel 1875, l’Accademia Corale Stefano Tempia è la prima associazione musicale del Piemonte e l’Accademia corale più antica d’Italia.

Quando a Torino venne diffusa la circolare in cui si annunciava la costituzione della Società Accademica Corale, la notizia fu accolta con grande entusiasmo. Piacque ai torinesi l’idea di “far conoscere ai cultori dell’arte seria e al pubblico in generale le composizioni troppo poco studiate oggidì dei nostri sommi maestri italiani e stranieri, quelle in ispecie che non si possono udire eseguite nelle chiese o nei teatri”. Il Cav. Stefano Tempia, maestro di musica, direttore di canto corale nelle scuole municipali della città era riuscito dar vita al suo sogno più grande. Uomo di grande cultura e di formazione eterogenea fu influenzato dalle realtà che già esistevano altrove. In Europa venivano già divulgati i grandi repertori della musica vocale dal Cinque al Settecento e si contribuiva alla conoscenza di quelli più raramente ascoltati. Tempia abbracciò e diffuse tali novità nello studio della musica corale che all’epoca, in Italia, era offuscato dallo sviluppo della lirica e del belcanto che occupava invece molto spazio e riscontrava grandissimi successi. Stefano Tempia fu colui che in Italia dette il via alla metamorfosi dello studio del canto corale verso la sua forma attuale. Da quel momento sono passati 150 anni e l’Accademia Corale più antica d’Italia non ha mai smesso di crescere e di diffondere l’intuizione di Stefano Tempia attraverso il tempo.

Il primo saggio/concerto si tenne il 12 marzo 1876 sotto la direzione di Tempia, nella sala del Ginnasio Gioberti di Torino. Fin dalle origini ha prodotto concerti collaborando con prestigiosi direttori come Giovanni Bolzoni, Giuseppe Martucci, Lorenzo Perosi, Arturo Toscanini e ha realizzato grandi eventi culturali, tra cui la prima esecuzione in Italia del Judas Maccabeus di Haendel, il primo marzo 1885 e la prima esecuzione a Torino della Nona Sinfonia di Beethoven, il 18 marzo 1888. Nel settembre del 1900, sotto la direzione del maestro Delfino Thermignon, l’Accademia Corale Stefano Tempia si recò in trasferta a Parigi in occasione dell’Esposizione Universale per esibirsi in una delle sale del Trocadero e, in un concerto improvvisato, anche a Versailles. Da questo momento gli accademici furono impegnati in tutta Italia e in Europa in molte trasferte che portarono fama e successi all’associazione torinese. Nemmeno lo scoppio della Prima guerra mondiale fu di arresto alle produzioni dell’Accademia. Eccetto che per gli anni tra il 1942 e il 1948 in cui si riscontra un silenzio nei programmi da concerto, la voce del coro accademico non ha mai smesso di cantare. Negli anni che seguirono, l’Accademia Stefano Tempia istituì una Scuola di canto corale, annessa all’Accademia stessa, per alimentare nuove leve nel coro. Nel tempo il repertorio eseguito si è ampliato e ha toccato tutto il panorama della musica corale.

Oggi le scelte del direttore artistico, nonché direttore del coro, Luigi Cociglio, si trovano in linea con le iniziali larghe vedute del suo fondatore e spaziano dalle composizioni dell’antichità fino ad opere contemporanee, alcune scritte ed elaborate appositamente per l’esecuzione dell’organico accademico attuale.

INFO

Sabato 11 ottobre, ore 21

Conservatorio Statale di Musica “Giuseppe Verdi”, Piazza Giambattista Bodoni, Torino

RENCONTRES

Incontri musicali tra Italia e Francia

Chœur Région Sud

Michel Piquemal, direttore

Coro dell’Accademia Stefano Tempia

Luigi Cociglio, direttore

Anna Delfino – Marion Schürr, soprani

Philippe Reymond, pianoforte

Francesco Cavaliere, organo

  1. PerosiMissa Pontificalis
  2. PoulencGloria
  3. GounodGallia

Biglietti: intero 15 euro, ridotto 10 euro (soci Tempia, under 30, enti convenzionati)

Acquisto al link: https://www.ticket.it/musica/evento/rencontres.aspx

www.stefanotempia.it

Il teatro Baretti inaugura la stagione invitando il pubblico a brindare

Venerdì 10 ottobre, dalle 18 alle 20, il Teatro Baretti inaugura la nuova stagione 2025/2026, intitolata “Aurea Familia”, una stagione dedicata a Rosa Mogliasso, figura centrale della storia e dell’anima del Baretti. Il pubblico è invitato a brindare insieme con prosecco, djset e, soprattutto, con la nuova, sorprendente opera di Donato Sansone, che vestirà di nuova luce la facciata del teatro.
Da tre anni, ogni apertura di stagione è accompagnata da un nuovo murale. Quest’anno è l’artista torinese Donato Sansone, protagonista anche di una personale al Museo Nazionale del Cinema, a donare la sua arte al quartiere di San Salvario, confermando la vocazione del teatro come spazio d’incontro tra vita urbana, comunità e arte.
“Un gesto che non solo segna l’inizio della stagione – dichiara il direttore artistico del Baretti Sax Nicosia – ma che ha ridisegnato il volto di via Baretti, rendendola una tappa del percorso urbano che intreccia arte e vita quotidiana”.

La stagione teatrale 2025/2026, curata da Nicosia, porta il titolo di “Aurea Familia”, un’espressione che indica che, nel nostro stare insieme, è sempre necessario trovare un “equilibrio aureo”: si tratta di ritrovare, nel rapporto tra palco e platea, quel rapporto che in natura e in arte rappresenta l’armonia perfetta.
La prima pièce in programma sarà uno spettacolo più che mai attuale, “Salam/Shalom. Due padri”, tratto dal romanzo “Apeirogon” di Colum McCann, con Massimo Somaglino e Alessandro Lussiana. I due padri, uno palestinese e l’altro israeliano, scelgono la pace. Seguirà “Arpagone” di Michele Santeramo, una rilettura dell’Avaro di Moliére, il “Corpo consapevole” di Annie Baker; ritorna anche quest’anno la maratona “Mozart nacht und Tag” e la festa finale fissata per il 5 giugno con “Tutto il niente che ho da perdere”.

Mara Martellotta

In scena al Teatro Erba “I Nomi e le Voci” di Roberto Mussapi

Con Miriam Mesturino, Matteo Anselmi e Roberta Belforte

Martedì 14 ottobre, alle ore 21, in prima nazionale e con replica mercoledì 15 ottobre alle ore 10, debutta al Teatro Erba di Torino “I Nomi e le Voci -monologhi in versi” di Roberto Mussapi. In scena Miriam Mesturino, Matteo Anselmi e Roberta Belforte; al pianoforte Andrea Bevilacqua, il soprano è Danae Rikos. Con la partecipazione dei G.E.T. Germana Erba’s Talents:
Matilde Dalla Verde, Gaia Del Papa, Elisa Frangelli, Miriam Iezzi Mammarella, Fiamma Laiolo, Angelo Marchianó, Simone Marietta e Matilde Tacconi. Le coreografie sono curate da Laura Fonte; le musiche sono di Maurice Ravel; aiuto regia Laura Notaro. La regia è di Girolamo Angione con la produzione di Torino Spettacoli.
Nell’ambito del 27°Festival di Cultura Classica, ideato e promosso da Torino Spettacoli. Martedì 14 ottobre sarà presente in sala l’autore e sarà quindi anche possibile condividere un pensiero con lui, con il cast e con i curatori, al termine della rappresentazione.
Eco, Enea, Didone, il tuffatore di Paestum, e ancora affascinanti personaggi femminili. Roberto Mussapi, considerato uno dei maggiori poeti italiani contemporanei, da più di trent’anni è anche autore di teatro, e spesso le due realtà, poesia e drammaturgia, si fondono nel teatro in versi. Il mito in Mussapi non è mai archeologia, ma diviene sempre una storia presente.
“Teatro in versi: diciamolo, quasi un lusso di questi tempi in cui è sempre più raro trovare drammaturghi che siano poeti – ha dichiarato il regista dello spettacolo Girolamo Angione – Roberto Mussapi lo è certamente, per lunga e comprovata esperienza e riconosciuto successo. Basti ricordare quell’affascinante monologo che è ‘La Grotta azzurra’, che
ebbi la fortuna di vedere anni fa al Festival di Borgio Verezzi, nella vibrante interpretazione di Miriam Mesturino, magicamente ambientato nelle suggestive grotte del borgo ligure. Grande teatro contemporaneo, grande teatro in versi. Oggi, Miriam Mesturino ha voluto tornare al teatro di Mussapi, partendo da un personaggio, Didone, che ha sempre amato e interpretato in più forme e a più riprese: era tempo di metterlo in scena. Così, attingendo dalla silloge I nomi e le voci, si sono scelti alcuni altri monologhi in versi, prediligendo quelli ispirati a personaggi del
mito o del mondo antico: accanto a Didone ed Enea, Arianna, Cassandra, La Ninfa Eco e il Tuffatore di Paestum. Ciascuno di loro, confinato come un’ombra nel regno dei morti evoca con toni a tratti dolenti e malinconici ma sempre profondamente umani, la propria esperienza terrena illuminata dalla forza vitale dell’amore. E di ciascun personaggio, ogni monologo esprime una profondità del sentire e una verità esistenziale che sorprende e avvince. Il verso a teatro è un lusso: per l’attore, anzitutto, che nel verso si astrae dal linguaggio prosastico e nella parola poetica trova la voce con cui dirla, l’emozione della musicalità, la misura del gesto, la vibrazione del corpo; e il disegno del personaggio, nel riverbero della poesia, s’arricchisce di nuove sfumature e rivela profondità insospettate e un respiro che dà nuova vita al suo nome stesso. Parola/Voce, Musica, Gesto: questi gli elementi di una messa in scena che si è voluta essenziale e figurata ad un tempo e in cui ciascuna componente mantiene e accresce, nella necessaria autonomia, il proprio valore assoluto; configurando però nel quadro composito d’insieme, un esito che ci proponiamo equilibrato ed armonico. La musica  (Ravel l’autore prescelto per il perfetto equilibrio formale tra emozione e intelletto) non prevarica mai la parola, ma ne amplifica, semmai, il senso più intimo, il portato affettivo e dei sentimenti. protagonista assoluto, personaggio invisibile, ombra tra le ombre nel suo viaggio di ricerca ed esplorazione, a più riprese invocato
dalle ombre che anelano a lui, è il poeta; autentico demiurgo, con l’atto creativo della sua parola, il poeta riporta quelle ombre alla luce della memoria e, per tutti noi, ridà loro la vita e la voce sulla scena del teatro e della poesia. Per questo, per la straordinaria occasione che ci offre, a Roberto Mussapi vanno tutta la nostra riconoscenza e gratitudine”.
“I heard the mighty tree”, dell’artista Teresa Maresca, nell’immagine della locandina di presentazione.
Teatro Erba – corso Moncalieri 241, Torino
MARTEDÌ 14 OTTOBRE ORE 21 E MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE ORE 10
Biglietti
Martedì sera: posto unico € 18+1 prev – rid (ov60, abbonati*, CVC, gruppi di almeno 15persone) € 12+1 ridotto speciale (under26, studenti, docenti e persone con disabilità**) € 9 no prev. Mercoledì mattina: posto unico € 9
Gian Giacomo Della Porta

L’Accademia di Sant’Uberto suona al castello di Govone

 

Per la diaspora dei Marmi dei Giardini della Venaria il 12 ottobre prossimo

L’Accademia di Sant’Uberto è itinerante grazie alla musica e proprio un percorso tra arte e musica accoglierà i visitatori del castello di Govone il 12 ottobre prossimo, alle 15.30, con in programma “La diaspora dei Marmi dei giardini della Venaria”. Le sculture seicentesche provenienti dalla fontana di  Ercole rivivranno grazie alle note dell’equipaggio della Regia Venaria, custode dell’arte dei corni da caccia e riconosciuta dall’UNESCO quale Patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
L’evento è inserito nella rassegna musicale intitolata “Cerimoniale e Divertissement 2025”, progettata dall’Accademia di Sant’Uberto  per le residenze reali sabaude. Le iniziative  musicali sono sostenute dal bando del Ministero della Cultura riservato al patrimonio immateriale UNESCO.
Il percorso musicale mette al centro le sculture e i bassorilievi che dalla Reggia di Vanaria sono pervenuti al castello di Govone, dove in parte sono ancora presenti, mentre altri sono andati dispersi nell’asta pubblica del 1898.
Le musiche che accompagnano la presentazione sono vere e proprie risonanze in grado di suscitare oggi l’emozione della vita di allora, che si svolgeva alla Venaria. Sono eseguite dai suonatori di corno da caccia dell’Equipaggio della Regia Venaria, che conserva e trasmette una pratica riconosciuta Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO dal 2020.
Le opere tuttora presenti a Govone provengono in gran parte dalla Fontana di Ercole della Venaria e costituiscono un caratteristico elemento architettonico e decorativo. Si tratta di sculture provenienti dalla seconda metà del Seicento, quando la Venaria era principalmente una residenza venatoria. L’Equipaggio della Regia Venaria proporrà alcuni brani musicali che accompagneranno l’esposizione della dispersione dei marmi.  Le musiche sono le stesse che hanno risuonato in quei luoghi nel corso delle cacce reali tra Seicento e Settecento, con la loro evoluzione performativa fino ai giorni nostri.
Per far conoscere questa arte musicale, l’Accademia ha avviato dal 2022 corsi di formazione specifici settimanali presso la sede operativa musicale della Venaria Reale, nella corte delle carrozze.
L’evento, in collaborazione con l’Associazione Govone Residenza Sabauda, è realizzato dall’Accademia di Sant’Uberto con il Consorzio Residenze Reali Sabaude.

Mara Martellotta

View Conference 2025, dal 12 al 17 ottobre: a Torino l’avveniristico mondo del cinema, tutto da scoprire

Torino capitale del cinema d’animazione, degli effetti speciali a cui Hollywood dà sempre più spazio e importanza, tra gaming e innovazione. Con l’apporto di chi sempre più crede nell’iniziativa, un evento di fama mondiale ormai da ben 26 anni, come la Fondazione CRT, la Fondazione Sviluppo e Crescita CRT, la Fondazione Compagnia San Paolo, la Regione Piemonte (“oltre il suo indubbio impatto culturale e formativo, la manifestazione contribuisce a rafforzare l posizionamento turistico di Torino e del Piemonte, accogliendo ogni anno un pubblico nazionale e internazionale che, attratto dalla qualità degli ospiti e dal prestigio dell’evento, ha l’occasione di scoprire anche le bellezze storiche, artistiche ed enogastronomiche della nostra regione”, dicono il presidente Cirio e l’assessore alla cultura e al turismo Chiarelli: onde per cui la felicità degli organizzatori nel sapere di alberghi pieni zeppi per il periodo) e la Camera di Commercio, in compagnia di una decina di altre realtà ben consolidate, la città ospiterà dal 12 al 17 ottobre – presso le OGR, la piazza dei Mestieri e il cinema Massimo con due proiezioni speciali – i tanti primi Oscar che negli ultimi anni hanno fatto grande e importante una sempre più fiorente industria. Come continua a credere nella propria creatura la direttrice Maria Elena Gutierrez, capace di riempire – con un manipolo di giovanissimi collaboratori pronti a ricevere un sonoro applauso durante la conferenza stampa che vede fitta la presenza di appassionati e giornalisti – un palcoscenico con oltre centocinquanta relatori provenienti dai maggiori studi del mondo del cinema. Nel passato non troppo lontano e in un presente assai più vicino a noi, si sprecano i titoli che hanno fatto il piacere e il divertimento e l’interesse di un pubblico di giovanissima età come adulta nonché le presenze dei tanti che lavorano dietro le quinte, con ricchezza d’idee, con la intelligente manipolazione della realtà, con uno sviluppo delle immagini che cresce a ogni appuntamento. “Sono davvero orgogliosa del programma che abbiamo realizzato per View Conference 2025”, sottolinea la direttrice Gutierrez. “È un vero onore accogliere oltre 150 relatori premiati nella splendida Torino, invitandoli a condividere la loro esperienza e saggezza con lo stile e la passione che sappiamo porteranno sul nostro palco dal vivo. Il pubblico potrà incontrare i propri eroi e condividere con loro i propri sogni.”

Saranno presenti la regista Pixar Domee Shi, vincitrice dell’Oscar per “Bao”, Doug Chiang (è senior vice president ed executive design director di LucasFilm, supervisore del franchise di “Star Wars” che comprende film, parchi a tema, giochi e nuovi media), premio Oscar per “Forrest Gump” e supervisore del design di “Star Wars”, Pablo Helman, tre volte candidato alla statuetta per “Munich” e “War Horse” di Spielberg come per “The Irishman” di Martin Scorsese, Hal Hickel, Oscar per “I pirati dei Caraibi – La maledizione del forziere fantasma” e Ian Hunter, due volte premiato per “Interstellar”, uno dei capolavori della magia di Christopher Nolan, e “First Man” diretto Damien Chazelle.

Come una risonanza importante avranno le anteprime, alla presenza di celebri registi. Si partirà con “Il Gatto col Cappello (“The Cat in the Hat”), una delle opere più attese di questo primo scorcio di stagione e immancabile successo (in uscita il 6 novembre) della Warner Bros. Pictures Animation, presentato dal regista Alessandro Carloni; a cui seguiranno (sarà disponibile in streaming dal 14 novembre, Sony Pictures Animation e Netflix) “In your Dreams – Continua a sognare” che allineerà il regista Alex Woo, il supervisore VFX Nicky Lavender e il capo dell’animazione dei personaggi Sacha Kapijimanga, l’attesissimo sequel “Wicked: for Good” (in uscita nelle sale il 19 novembre) con la coppia Pablo Helman e Dale Newton, il film di cui tutto il mondo già parla e che il suo regista – in qualità di direttore, cosceneggiatore, coproduttore e comontatore -, James Cameron, continua a perfezionare, “Avatar: fuoco e cenere”, tra gli interpreti Sam Worthington, Zoe Saldana (di recente applaudita con la “Stella della Mole”), Kate Winslet e Sigourney Weaver, ancora un’avventura per Jake Sully e famiglia alle prese con una nuova quanto aggressiva tribù Na’vi mentre il conflitto su Pandora s’intensifica con conseguenze disastrose, a presentare il tutto sarà lo scenografo Dylan Cole, candidato all’Oscar. E ancora “Dragon Trainer” con il supervisore VFX Christian Mänz, lo stragrande successo mondiale “Elio” arrivato nelle sale nel giugno scorso e qui con una passeggiata dietro le quinte per apprendere sogni e segreti mentre DreamWorks Animation presenterà “Troppo Cattivi 2”, raccontato dal regista Pierre Perifel e dal supervisore VFX Matt Baer, appena uscito nelle sale.

Torino sarà anche la cornice per un vero e proprio incontro di pensatori e leader di livello mondiale che offriranno prospettive innovative e approfondimenti unici. Per i sempre più numerosi appassionati, imperdibili gli interventi di Jeff Kember che terrà un intervento su “Beyond Prompts: Unlocking Creative Collaboration with AI Agents” mentre, sul tema dell’intersezione tra arte e tecnologia, interverrà l’esperto Matt Buehler, fondatore e CTO degli specialisti di contenuti 3D vrbn nel talk “The Purposes Creativity & Art”.

Masterclass, talk (un’occasione sarà quella di rivedere “F1: The Movie” con Brad Pitt), visioni, workshop, gaming, approfondimenti, intelligenza artificiale di cui si tratterà inevitabilmente tantissimo (una delle prime riproposte sarà “Il mago di Oz” per portare un mondo del 1939 all’interno di un’esperienza immersiva a 360°, arricchita da elementi multisensoriali come vento, nebbia, fuoco, bolle), team che sapranno illustrare i risultati raggiunti, il desiderio di apprezzare l’epica e la commedia e l’horror, le altezze raggiunte da una tecnologia che mette i brividi, tutti gli effetti visivi che mai avremmo pensato di poter vedere su uno schermo. La presenza da non dimenticare di Nate Fox, regista candidato ai Bafta, creative director di Sucker Punch Production, ospite a Torino per svelare l’incredibile lavoro creativo dietro “Ghost of Yōtei”, il sequel action-adventure del celebre video gioco “Ghost of Tsushima” del 2020, in uscita per PlayStation 5 dal 4 ottobre scorso. Non soltanto i film di successo, trascorso e sicuramente futuro, ma altresì le serie che riempiono le nostre serate attraverso le tantissime piattaforme e che fanno e hanno fatto incetta dei prestigiosi Emmy Awards. Non ultimo, View Conference 2025 offre infinite opportunità a studenti e giovani creativi di incontrare i loro eroi e mentori, mettendo i talenti emergenti a diretto contatto con professionisti di alto livello impegnati a formare la prossima generazione.

Elio Rabbione

Nelle immagini: “The Cat in the Hat” (Warner Bros. Animation) diretto da Alessandro Carloni; “In your Dreams” (Netflix e Sony Pictures Animation) che verrà presentato, tra gli altri, dal regista Alex Woo; e “Wicked: For Good” (Universal Pictures) proposto sa Pablo Helman e Dale Newton.

“BallaTorino – Social Dance”, oltre 70 appuntamenti danzanti in spazi urbani

Per il terzo anno consecutivo torna ad animare la città “BallaTorino – Social Dance”, in programma da sabato 11 a sabato 18 ottobre prossimo, con oltre 70 appuntamenti danzanti negli spazi urbani. Sulla scia del successo delle prime due edizioni, che hanno coinvolto oltre 20 mila persone tra cittadini, scuole e associazioni di ballo, la manifestazione, prodotta e coordinata da Fondazione Contrada Torino Onlus, si riaffaccia con numerosi eventi dedicati al ballo sociale. Nell’arco di otto intense giornate, eventi danzanti, flash mob e performance animeranno contesti urbani sociali, dal centro alle periferie, come piazze, portici e gallerie, musei, scuole, mercati rionali, luoghi di lavoro, discoteche e molti altri spazi.
Quest’anno la scelta per il quartiere ospite è caduta su Barriera di Milano, per valorizzare la sua multiculturalità. “BallaTorino – Social Dance” non è soltanto una vetrina d’animazione o una vetrina di stili o ritmi, ma è anche un invito aperto finalizzato all’incontro. In un momento in cui l’interazione tra le persone rischia di essere sempre più mediata e distante, l’iniziativa restituisce al ballo il suo ruolo originario, quello di un rito collettivo, di uno spazio d’incontro e scambio, espressione di un linguaggio universale”.
“Non solo spettacolo e intrattenimento – come spiegano gli organizzatori – ma riscoperta della danza come pratica sociale, come occasione per ascoltare l’altro anche quando parla una lingua diversa dalla nostra. Lo scopo è quello di creare un contenitore dinamico dove tradizioni lontane si incontrano. Danze comunitarie, tango argentino, hip hop, balli popolari e danze contemporanee dialogano e si contaminano. La manifestazione punta a consolidare la rete professionale del settore coreutico attraverso un processo di valorizzazione delle scuole di ballo, le compagnie e le organizzazioni che svolgono attività sul territorio e, al tempo stesso, ambisce a creare nuovi spazi per la sperimentazione contemporanea, trasformando la danza in un ponte tra tradizione, innovazione e comunità”.
“’BallaTorino – Social Dance’ è l’esempio di come una manifestazione possa coniugare turismo, cultura e partecipazione  – ha dichiarato l’assessore allo Sport, Turismo e Grandi Eventi della Città di Torino Domenico Carretta – un’iniziativa capace di valorizzare il volto autentico di Torino, una città che vive di piazze, incontri, momenti di comunità, anche attraverso la danza, una delle forme più potenti nell’unire persone. Torino si trasformerà in un palcoscenico diffuso e inclusivo, dove le persone potranno condividere spazi e musica”.
“Torino diventerà spazio di incontro di culture – ha dichiarato Germano Tagliasacchi, Direttore della Fondazione Contrada Onlus Torino – questo è per la città non solo una straordinaria vetrina, ma l’opportunità di mostrarsi coesa nei valori come quelli della pace, del rispetto e della cooperazione tra le persone. Un luogo ideale di incontro e di dialogo dove, attraverso il ballo, lo spazio pubblico diventa protagonista”.

Questa terza edizione segna un vero upgrade che va oltre i numeri: non solo con un calendario fitto che si svolge in tutta la città, alimentato dall’energia delle persone, ma un orizzonte più ampio con la preziosa opportunità di riflessione e confronto, in particolare con il primo convegno nazionale sulla danza sociale urbana, dal titolo “Le città danzano il futuro”, patrocinato da ANCI e organizzato dalla Fondazione Contrada Torino Onlus, in collaborazione con la Presidenza del Consiglio Comunale di Torino, curato da Elisa Guzzo Vaccarino, Alessandro Pontremoli e Luigi Ratclif. BallaTorino sceglie così di farsi laboratorio di ricerca per lanciare alle altre città un messaggio di cooperazione su questi temi. L’incontro è in programma giovedì 16 ottobre, alle ore 10, nella Sala Colonna di Palazzo Civico, e avvierà una conversazione aperta tra alcune delle principali esperienze italiane che lavorano sulla danza sociale urbana con progetti di ricerca. Un evento inedito avrà luogo mercoledì 15 ottobre, alle ore 17, quando la Sala Colonne si trasformerà in una sala da ballo, ospitando dipendenti e funzionari che si ritroveranno sullo stesso ritmo per la sezione “Il ballo nei luoghi di lavoro”.

L’apertura della kermesse è fissata sabato 11 ottobre prossimo, a partire dalle ore 15, in piazza Castello, con l’evento “Balli dal mondo”, organizzato in collaborazione con il Centro Interculturale della città e l’Ufficio Pastorale dei Migranti, in sinergia con il Festival della Missione, che vedrà la partecipazione delle comunità straniere che abitano a Torino. Un appuntamento che vuole promuovere il dialogo sulla pace in un tempo segnato da tensioni e incertezze. La chiusura della prima giornata sarà un vero salto nella recente storia della città: il MAUTO, a 65 anni dall’inaugurazione della sede di corso Unità d’Italia, alle ore 21 ospiterà l’evento “1960. Così ballavamo”, organizzato in collaborazione con l’Archivio Storico della Città di Torino e l’associazione Amici di Italia ’61. Senza alcuna vena nostalgica, la serata, all’insegna dell’energia e del divertimento, invita a rivivere le atmosfere degli anni Sessanta, quelli del boom economico e dell’avvento della musica leggera, un’occasione da ballare sulle selezioni musicali di Marco Basso.

Il fascino del tango avvolgerà le piazze di Torino a partire da domenica 12 ottobre, alle ore 17.30, con la “Milonga pirata” della galleria San Federico. Lunedì 13 ottobre sarà la volta di “1 km di tango”, lungo via Po, che unirà storia e movimento, mentre giovedì 16 ottobre, alle 21.30, andrà in scena “Mondo latino. Abbracciamoci nel tango”, la grande festa dedicata all’America Latina, Paese ospite 2025. Lo spettacolo si terrà presso il Dancing Le Roi Music Hall, con artisti, ballerini e professionisti, oltre ai dj Giacomo Bombonato e Aurora Fornuto, e la musica dal vivo di Miguel Angel Acosta del sul “Che Tango Trio”. Sabato 18 ottobre, presso la galleria Umberto I, verrà ospitata la “Milonga all the people”, con la collaborazione di Milonga Queer, Tango Jar e Tango Borgo Dora.

“L’ora di ballo”, promosso da Carlotta Salerno, assessora alle Politiche Educative e Giovanili della Città di Torino, vede moltiplicarsi gli incontri riservati agli studenti, e porterà le lezioni di Flamenco, Urban Dance, Swing, Folklore argentino e Tango tra i banchi di cinque istituti scolastici cittadini.

Dall’8 al 30 ottobre, dalle 18 alle 22, nei portici di via Nizza tra il civico 7 e il civico 19, si vedrà la proiezione di opere di videodanza provenienti dal contest internazionale “La danza in 1 minuto”, a cura di Coorpi, in collaborazione con Spazio Portici Percorsi Creativi. I musei accoglieranno interventi danzanti con azioni e performance di realtà prestigiose come Dance Well, alla GAM, sabato 11 ottobre, e al Museo del Risorgimento, martedì 14 ottobre, qua do approderà il Balletto Teatro di Torino e la Compagnia EgriBiancoDanza. Sempre martedi 14 le performance approderanno all’ospedale Sant’Anna, e lo stesso giorno BallaTorino sarà presso il centro riabilitativo psichiatrico Faber, in via Nomis di Cossilla.

Gran finale al Circolino di Flashback, che sarà il ritrovo per tutti i protagonisti della manifestazione per salutare insieme il pubblico e celebrare l’energia condivisa durante questi giorni, scanditi dal ritmo della musica e del movimento. Il progetto BallaTorino si sviluppa anche attraverso iniziative editoriali pensate per documentare e valorizzare la scena della danza in città. Il primo di questi progetti è l’Atlante del Ballo a Torino, che sarà disponibile online e offrirà informazioni utili per mappare la rete professionale e i suoi protagonisti. Il secondo prende forma come volume dedicato alle immagini e alle voci della Torino che danza, un’idea progettuale che punta a raccontare, attraverso immagini e parole, la vitalità della città in movimento.

Mara Martellotta