SPETTACOLI- Pagina 195

La bicicletta di Oreste, la pelliccia di Clitennestra

Alle Fonderie Limone “Ifigenia” e “Oreste” di Euripide, finale di stagione per lo Stabile torinese

 

In finale di stagione, Valerio Binasco mette in scena alle Fonderie Limone due tragedie di Euripide, “Ifigenia” (in Aulide, rappresentata nel 405 a. C.) e “Oreste” (del 408), in una consequenzialità d’accadimenti, 80’ ciascuna, ne prosciuga la scrittura, via il coro, via il deus ex machina ovvero gli interventi d’Apollo o di Diana o di qualsiasi altro celeste considerandoli un espediente teatrale legato ad un’epoca, ne prosciuga il luogo – lo spazio dell’azione ai lati del quale siamo allineati è mutato in un ampio e lungo corridoio, uno spazio lungo il quale camminare e correre, tra gioie e affetti traditi e disperazione, al limite del quale rintanarsi imbrattati di sangue entro un cerchio di terriccio – e gli oggetti. In “Ifigenia” è lo stallo sulle coste della Beozia delle navi che dovrebbero salpare per la piana di Troia, i venti contrari, la dea offesa che esige un sacrificio. La vittima dovrà essere la figlia di Agamennone, il comandante della spedizione, cullato nell’ambizione e vittima della sua ambiguità, pronto a guardare ai suoi doveri di soldato come ai suoi sentimenti di padre. Ma in quel momento, nel fondo della propria coscienza, forse consapevole di non riuscire ad essere né comandante né padre. Tra l’altro ha promesso Ifigenia in sposa ad un ignaro Achille: e all’arrivo della ragazza, con la madre Clitennestra e il giovanissimo fratello Oreste, i diversi pensieri s’incrociano, gli uni contro gli altri, le intenzioni e le speranze e l’infelice sì di una ragazza che avrebbe tutto il diritto di vivere e al contrario accetta il destino che altri hanno imposto. Il bagagliaio di una macchina la inghiotte, con una bella idea di regia Binasco la pone modernamente in salvo, come affascinano il divertimento in bicicletta di Oreste mentre la tragedia incombe tutt’intorno o quel lento fruscìo sul pavimento delle macchinine con cui ancora il ragazzino gioca nel finale, mentre si spengono piano piano le luci.

Più chiusa, più tetra, più ricolma d’orrore e di sangue, più statica nel disegno che Binasco ce ne offre, “Oreste”, “la tragedia dei fallimenti”. Più di vent’anni sono trascorsi da quei primi accadimenti, ora è la storia di un figlio che vendica la morte del padre, tornato a casa vincitore ma nella stessa casa tradito, assassinando la propria madre e il suo amante e facendosi giudice con la sorella Elettra e l’amico Pilade. Binasco non s’affida e non squaderna gli interventi celesti, prima Diana e Apollo poi, li chiama con un temine di oggi – “voglio assumermi tutte le responsabilità nel tutelare questa sensibilità contemporanea” -, la coscienza di ognuno, con una caterva di tormenti, molti e profondi, “non c’è nessun Apollo cui dare la colpa”. La strage che i tre ragazzi compiono, di fronte al pubblico, apertamente (anche Elena, la moglie di Menelao, ne sarà vittima, sporca di sangue, trucidata sul fondo della scena), non vuole affidarsi alla “ananke”, alla “necessità”, ma è opera del tutto loro, decidono da soli, freddamente consapevoli, non ci sarà un dio a portare un lieto fine, non ci saranno nozze finali o Elena portata in cielo, sarà una vendetta che sa di personale sentenza, decisa, finale, irrevocabile. Non c’è nulla di antico, nulla che sappia di favola e di macchinazioni, che mantenga quel tanto o poco, vera o di comodo che di religiosità c’è in Euripide, c’è la realtà contemporanea, spogliata di ogni accomodamento. Tutti i personaggi, giovani e adulti, sono chiusi al termine dentro quel cerchio, senza nessuna via d’uscita.

All’ottimo esito della serata (io ho assistito allo sviluppo unico delle due tragedie; repliche sino a domenica 12 maggio, dal martedì al venerdì a sere alterne, il sabato e la domenica la messa in scena consecutiva dei due spettacoli), alla felice, personale impronta che Valerio Binasco (il regista ha altresì ritagliato per sé l’immagine di un combattuto, altalenante Agamennone) ha impresso al discorso euripideo, concorre un eccellente gruppo d’attori. Con Giovanni Anzaldo, Giovanni Calcagno, Jurij Ferrini, Nicola Pannelli, Letizia Russo e il giovanissimo Matteo Liverano, Giordana Faggiano è una convincente Ifigenia, Giovanni Drago un sanguinario quanto determinato Oreste, Sara Bertelà una Elena che per pochi attimi lascia il segno, soprattutto Arianna Scommegna, che fa di Clitennestra, tutta pelliccia gioielli occhialoni frivolezza incredulità e disperazione, un piccolo capolavoro.

 

Elio Rabbione

 

Le immagini dello spettacolo sono di Luigi De Palma

Très Court International Film Festival: a Torino, cinema ed emozioni in meno di 4 minuti

 

Lunedì 6 giugno 2022 | ore 18.00 e ore 20.45

Cinema Teatro Maffei

Via Principe Tommaso, 5, 10125 Torino

Ingresso gratuito | Tessera ARCI necessaria per l’ingresso

 


Lunedì 6 giugno si torna al cinema per scoprire e votare i brevissimi ed emozionanti cortometraggi selezionati nell’ambito della 24esima edizione del Très Court International Film Festival: l’Alliance Française di Torino, in collaborazione con il Cinema Teatro Maffei, dedica una serata al meglio della produzione audiovisiva mondiale sotto i 4 minuti. Anche quest’anno, la rassegna internazionale di “corti molto corti” Très Court viene portata dalle Alliances Françaises in Italia grazie al sostegno dell’Institut Français. Da Torino a Genova, da Bolzano a Merano, fino a Trieste: 5 città italiane si uniscono alle 10 città francesi e 40 in tutto il mondo in cui viene proiettato il festival.

Questo evento globale, che si tiene in contemporanea in tutto il mondo dal 3 al 12 giugno, raggiunge più di 15.000 spettatori in 5 continenti. Al termine del festival vengono assegnati 9 premi, tra cui un Premio Internazionale del Pubblico a cui parteciperanno anche gli spettatori torinesi.

 

A Torino, il festival è proposto in collaborazione con il Cinema Teatro Maffei, che lunedì giugno accoglierà due proiezioni (alle ore18.00 e alle ore 20.45) della Selezione Internazionaleun mosaico di 40 brevissimi film di generi diversi (sottotitolati in italiano grazie al supporto dell’Alliance Française di Trieste), provenienti da tutto il mondo, scelti fra migliaia di corti presentati al comitato di selezione. Dalla commedia al dramma, dal film di animazione al documentario, questa selezione riflette i più recenti indirizzi della creazione cinematografica contemporanea. Autori francesi, spagnoli, rumeni o turchi, voci da provenienti dagli Stati Uniti, dalla Germania e ancora dall’Iran e da tanti altri paesi vedranno le loro opere presentate l’una dopo l’altra in un’avvincente maratona della durata di poco più di due ore, in cui sarà presentato anche il cortometraggio italiano This is fine di Gianmarco Nepa.

Alla serata al Cinema Teatro Maffei, si aggiungono due proiezioni mattutine speciali al Liceo Berti di Torino il 6 e il 7 giugno, che coinvolgeranno un centinaio di studenti che con il loro voto contribuiranno ad assegnare il Premio del pubblico globale.

Très Court International Film Festival

24esima edizione / Selezione Internazionale

Film in lingua originale / Sottotitoli in italiano

Lunedì 6 giugno 2022 | ore 18.00 e ore 20.45

Cinema Teatro Maffei

Via Principe Tommaso, 5, 10125 Torino

 

Ingresso gratuito alle proiezioni dei Très Court International Film Festival

Tessera ARCI necessaria per l’ingresso

Per chi non ha la tessera ARCI, possibilità di farla alla cassa, direttamente la sera stessa al costo di:

6 euro – SOLO per i soci dell’Alliance Française di Torino

8 euro – per coloro che NON sono soci dell’Alliance Française di Torino

Tra rito e sacrificio Favino s’addentra nell’antico rione

Sugli schermi “Nostalgia” di Mario Martone

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

Negli stessi vicoli in cui un tempo amministrava la legge l’eduardiano don Antonio Barracano, torna oggi Felice Lasco, il protagonista di “Nostalgia” che Mario Martone ha liberamente tratto  – cosceneggiandolo con Ippolita di Majo, forse con qualche frammento di troppo – dal romanzo di Ermanno Rea, presentato a Cannes con i colori dell’Italia ma tornato a casa a mani vuote di Palmarès, come si sperava, non fosse per un’altra calibrata, studiatissima, affascinante interpretazione di Pierfrancesco Favino. Torna in quel rione Sanità, fatto di povertà palpabile ad ogni angolo come di una delinquenza che ha afferrato e fatta sua troppa gioventù, un misto di scorribande e scippi e droga, dopo quarant’anni ha lasciato Il Cairo, e una compagna innamorata, dove è diventato qualcuno e dove se ne era andato giovanissimo, appena quindicenne, piuttosto una fuga che non un libero abbandono. A tornare lo ha spinto la malattia della madre, la gioia per  una cura fatta di affetti forti seppur tardivi alle sue ultime ore (che Aurora Quattrocchi descrive con gli occhi e il vecchio corpo, basterebbe la scena del bagno, una sorta di Pietà michelangiolesca a personaggi capovolti, con una rara intensità); e in quelle ore Lasco torna a immergersi nel quartiere, ne coglie gli angoli e i bassi e i visi, le vite che altre zone della Napoli di oggi, eleganti, turistiche, ostentate, dimenticano. Sarebbe l’occasione per partirsene di nuovo, ma lui vi scivola dentro innocentemente, con tranquilla caparbietà. Nel suo girovagare, s’imbatte in don Luigi (Francesco Di Leva, lo avevamo applaudito nell’edizione del “Sindaco di Rione Sanità” dello stesso Martone), che con ogni mezzo cerca di allontanare dalla camorra quei ragazzini e quelle famiglie che ne diverrebbero un facile aiuto.

C’è la ricerca del rione e della sua gente, ma c’è pure la ricerca delle proprie radici, quella che ti lascia riscoprire la figura di un antico amico, Oreste (un sinistro Tommaso Ragno), che ha assunto la realtà del boss e che oggi tutti riveriscono e chiamano “‘o malommo”. Un’amicizia interrotta, soprattutto rifuggita e dimenticata, nascosta nel silenzio di anni, che tuttavia si ha voglia di riportare alla luce, di riaccomodare. Tra le scorribande in moto dei due antichi ragazzi, tra i primi errori, tra la sbagliata voglia d’affermarsi, lo spettatore apprende come sia stato lui la causa della fuga di Lasco, come i due abbiano incrociato l’assassinio di un uomo, come alla voglia di vendetta alla fine non si possa sfuggire. Rione Sanità si fa palcoscenico di vita e di morte, si afferma come volontà di non ritorno, assurdamente, in una sorta di rito e di sacrificio. A cui Martone s’avvicina quasi con dolcezza, raccontando di come la strada non può essere che quella, tra emozioni e urla di ribellione, tra affermazioni di violenza e attimi brevi di speranza. Facce di una vita e di esistenze che Favino si carica sulle spalle robuste di una sempre più forte recitazione, un percorso esatto e commovente di inattesa autodistruzione: anche se una mancanza di sottotitoli non ci lascia gustare appieno, troppe sono le mancanze, il carattere robusto dei dialoghi. Sarebbe sufficiente seguire passo passo, scena dopo scena, tra l’arrivo (uno straniero) e l’addentrarsi sempre più vitale nel rione (le radici scoperte), lo studio e lo sforzo che Favino impiega per rendere appieno il vuoto che negli anni di lontananza s’è creato nel suo Lasco, non soltanto di abitudini ma pure di linguaggio, lento, fatto di opacità d’inflessioni, di ritorni alla memoria: e poi pronto ad esplodere.

Al Teatro romano il concerto per la Festa della Repubblica

 

 

Teatro Romano dei Musei Reali di Torino

Giovedì 2 giugno 2022, ore 21.00

 

 

Il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino saluta la Festa della Repubblica con un concerto d’eccezione, programmato insieme ai Musei Reali. Per l’occasione, infatti, il pubblico della città potrà vivere l’emozione di ascoltare i musicisti dell’Orchestra del Conservatorio all’interno del Teatro romano.

 

Saranno in gran parte pagine di compositori italiani a scandire la serata, da La vita è bella di Nicola Piovani a La dolce vita di Nino Rota, fino alle musiche composte dagli studenti di Composizione Alessandro Artico, Marta Cellini e Gerardo Bergamo. Protagonista della serata l’Ensemble di Ottoni e Percussioni del Conservatorio torinese, diretto dal M° Giuseppe Ratti.

 

Il Concerto del 2 giugno è un’anteprima della stagione estiva che i Musei Reali e il Conservatorio stanno programmando e che vedrà alternarsi, nello spazio dell’area archeologica del Teatro romano, musicisti e compagini orchestrali da venerdì 8 luglio fino alla fine di agosto a cadenza settimanale.

L’accesso al concerto è libero e gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili. Per l’occasione il pubblico potrà visitare il Museo di Antichità (Galleria Archeologica e sezione Archeologia a Torino).

L’ingresso avviene da Piazzetta Reale 1.

 

È consigliato indossare la mascherina chirurgica. In caso di maltempo il concerto si terrà nella Sala concerti del Conservatorio di Torino, in tal caso è obbligatorio indossare la mascherina di tipo FFP2.

 

Apertura del Museo di Antichità (Galleria Archeologica e sezione Archeologia a Torino) e del Teatro romano.

Per prenotare l’accesso e la visita al museo dalle ore 19.30 alle ore 23.30 (ultimo ingresso ore 22.30):

info.torino@coopculture.it

Ingresso: 5 €

Visita guidata + ingresso museo 10 €

Masters of Magic World Tour 2022 fa il pieno con 4 sold out

La XX edizione prosegue dal 2 al 5 giugno alla Reggia di Venaria  e dal 10 al 12 giugno a Torino Comics

4 sold out, 6000 spettatori e 1800 maghi provenienti da tutto il mondo

100 ore di magia dal vivo e i migliori illusionisti del pianeta in scena al Gran Gala Show. 

Attese 20.000 presenze tra tutti gli eventi diffusi 

 

Alla sua XX edizione, Masters of Magic World Tour 2022 fa il pieno con 4 sold out, pari a 6000 spettatori, per lo spettacolo del Gran Gala Show andato in scena al Teatro Alfieri il 28 e il 29 maggio. Un’edizione speciale per il ventesimo anno del più importante evento di magia al mondo che è tornato finalmente dal vivo a Torino, senza contare le oltre 100 ore di magia e gli incanti di 1800 maghi presenti alla Convention ospitata al Mastio della Cittadella dal 26 al 29 maggio. 

 

Ma non solo, perché Masters of Magic World Tour non finisce qui e prosegue alla Reggia di Venaria con il Campionato Mondiale di Street Magic dal 2 al 5 giugno e con la Magic School ospite di Torino Comics, dal 10 al 12 giugno. Un festival diffuso per cui  si attendono 20.000 presenze, tra gli appassionati di magia che hanno già assistito alle performance dello scorsa settimana e coloro che parteciperanno agli appuntamenti di giugno.

 

Torino Capitale mondiale della magia prosegue quindi con un ricco calendario di eventi in programma alla Reggia di Venaria, a partire da giovedì 2 fino a domenica 5 giugno, incantando il pubblico nei giardini della residenza sabauda. Un pubblico che potrà assistere agli spettacoli più straordinari e scoprire i talenti della street magic, i segreti di nuove illusioni e personaggi che sfidano le più severe leggi della natura, vivendo mille diverse emozioni, attraverso il racconto del gioco e della magia. 

 

Passeggiando tra i giardini fioriti della Reggia si potranno ammirare i prestigi dei concorrenti in gara al Campionato del Mondo di Street Magic: una sfida all’ultima “magia”, seguita da una giuria ufficiale, che decreterà il nuovo Campione del Mondo. 

La finalissima si terrà domenica 5 giugno alle ore 18 nella Corte d’Onore della Reggia. 

 

Ogni giorno, inoltre, grandi e piccini potranno raggiungere il Magic Corner e godersi l’emozione di un prestigio one-to-one, oltre a mettere alla prova le proprie capacità visitando il Museo delle Illusioni Ottiche in compagnia del Mago Fax. Uno spazio a cielo aperto e interattivo dove toccare con mano la più grande collezione del mondo di illusioni ottiche, partire alla scoperta di affascinanti segreti sul funzionamento della nostra mente e scattare delle foto impossibili. 

Infine, i più giovani potranno sperimentare anche l’arte del riciclo in maniera originale partecipando alla Eco Magic School. Insieme ai maestri di Masters of Magic impareranno a riutilizzare il materiale da recuperare per costruire un trucco di magia e metterlo in scena. Un’esperienza divertente e formativa all’insegna della magia e della sostenibilità!

 

Al tema del gioco sono dedicate le mostre e le attività culturali della Reggia di Venaria nel 2022, non solo per i rimandi storici di una residenza che era per antonomasia luogo del loisir, del divertimento e dei momenti ludici dei sovrani, ma anche per uno sguardo puntato sul presente col desiderio di tutti di dedicarsi anche a momenti di spensieratezza. 

Il gioco nelle sue varie manifestazioni è infatti il filo conduttore della proposta culturale articolata in un calendario di attività realizzate ad hoc, tra cui spiccano i Campionati Mondiali di Street Magic.

 

Questa XX edizione del Masters of Magic World Tour 2022 ha inoltre voluto attivare per l’edizione 2022 una collaborazione speciale con Torino Comics, il cui tema sarà appunto la magia con “We believe in magic” in programma al Lingotto Fiere dal 10 al 12 giugno 2022.

 

I Maestri di Masters of Magic saranno presenti con una vera e propria Magic School ispirata a Harry Potter, a cui possono iscriversi e partecipare appassionati di ogni età. Un evento unico e assolutamente speciale nel suo genere, dove Masters of Magic allestirà tantissime attività, fra lezioni di magia ed animazioni che si terranno per l’occasione nella tre giorni di evento, che vedrà la partecipazione di Walter Rolfo, Presidente e fondatore di Masters of Magic. (https://torinocomics.com/)

 

Nasce da qui un’importante collaborazione con il territorio che proseguirà nei prossimi anni, come è da sempre nella tradizione di Masters of Magic che, anno dopo anno, cresce nell’ottica di attivare sempre nuove collaborazioni e relazioni con tutto  il territorio di Torino e Piemonte.

 

Masters of Magic World Tour 2022 è realizzato anche grazie al supporto di Regione Piemonte, Città di Torino, Camera di commercio di Torino, Turismo Torino e Provincia, e gli sponsor IREN e Queencar.

 

 

I TROFEI VINTI

 

Masters of Magic è da sempre foriera di nuovi giovani talenti che nel corso della manifestazione hanno occasione di dimostrare le proprie abilità. 

 

Ad aggiudicarsi quest’anno il prestigioso premio internazionale FISM Victor Balli, fra i più importanti riconoscimenti al mondo, è stato il giovane torinese Filiberto Selvi con il suo numero “The Violin Act”, già campione italiano a soli 17 anni.

Al secondo posto il francese Adrien Quillien, e al terzo posto il manipolatore Francesco della Bona.

 

Altro concorso del Festival è il Campionato Italiano di magia: i concorrenti, dopo esser stati selezionati durante l’anno in tutte le città d’Italia si sono infine sfidati nel Gran Finale presentando i loro incanti davanti a una giuria composta da grandi personalità del mondo della magia e membri della Fédération Internationale des Sociétés Magiques. 

 

Vincitore del titolo di Campione Italiano di Magia è Tiziano Cellai, mago toscano dallo stile curato e originale ispirato al mondo del fantasy, che ha sconfitto i migliori concorrenti grazie a una performance che ha convinto ed emozionato davvero tutto il pubblico. A salire con lui sul podio Leonardo Panetti, l’illusionista reatino ed Erik Baron, altro giovane talento piemontese.

Premio speciale della Giuria ad Andrea Sestieri.

 

Tra gli altri importanti premi che sono stati assegnati nei giorni del Masters of Magic World Tour 2022, da ricordare anche il prestigioso riconoscimento “Grolla d’Oro”, che consacra i migliori artisti dell’illusione al mondo, e che quest’anno è stato assegnato a Richard Wiseman, ospite a Torino venerdì 27 maggio, e Alessandro Marrazzo, regista e show designer del Gran Gala.

 

 

 

BIOGRAFIE

 

WALTER ROLFO

PRODUTTORE E DIRETTORE ARTISTICO

Ingegnere, coach ed esperto in processi percettivi. Professore all’Università di Torino e al Politecnico di Torino, è stato relatore al TedxRoma e speaker al WIRED Next Fest. È uno dei più importanti studiosi di psicologia applicata alla ricerca della felicità oltre ad essere uno dei massimi esperti al mondo di illusionismo. Autore, conduttore e produttore televisivo per Rai, Mediaset e Sky con più di mille trasmissioni all’attivo. È fondatore e CEO di Masters of Magic, multinazionale worldwide leader per eventi live e tv legati alla magia. Ha ricevuto numerosi e importanti premi internazionali e detiene 5 Guinness World Records legati alla magia. È l’autore del best-seller L’arte di realizzare l’impossibile edito da Sperling&Kupfer. Da anni insegna le strategie di felicità per supportare le aziende e i loro leader, nel raggiungimento degli obiettivi strategici, attraverso la creazione di squadre efficienti, motivate e felici. È consulente di varie multinazionali.

 

ALESSANDRO MARRAZZO

REGISTA E SHOW DESIGNER

Alessandro Marrazzo è regista, scenografo, show designer, lighting designer, sceneggiatore ed autore televisivo. È una delle grandi eccellenze nazionali: ha portato il genio creativo italiano nel mondo, ideando film, musical, grandi recital comici, opere liriche e pièces teatrali di notevole spessore e rinomanza. Il suo percorso formativo lo ha fatto diventare uno degli scenografi cinematografici più importanti del panorama internazionale (vincitore nel 2006 del premio come miglior scenografo ASC CINECITTÀ STUDIOS CHIOMA DI BERENICE). Regista di spot pubblicitari e di trasmissioni per le principali reti televisive nazionali (RAI e MEDIASET) ed europee. L’originalità del suo approccio, unico al mondo, che consiste nel creare e dirigere opere nella loro globalità, e la sua eccellente poliedricità, lo portano ad essere uno degli show-designer più ambiti e ricercati, in tutti gli ambiti dello spettacolo. 

Sito ufficiale: www.alessandromarrazzo.com

 

 

 

 

INFORMAZIONI UTILI AL PUBBLICO

 

 

MASTERS OF MAGIC ALLA REGGIA DI VENARIA

Giardini della Reggia di Venaria

2-5 giugno

Acquisto del biglietto per i Giardini della Reggia di Venaria in biglietteria o sul sito ufficiale.

 

Frank Matano: intervista al comico più amato della tv italiana

Italiano di nascita e statunitense di adozione, Frank Matano cresciuto a Carinola in Campania, ha trascorso parte della sua adolescenza negli Stati Uniti d’America dove si avvicina, fin da piccolo, alla stand-up comedy, forma di spettacolo che influenzerà, più avanti, la sua comicità.

In Italia inizia a farsi conoscere su Youtube, nel 2008, dove posta video di scherzi telefonici sul suo canale – lamentecontorta- che gli permettono di raggiungere un grande successo sul web. Sbarca in televisione alle Iene prima e a Sky subito dopo. Da quel momento è un crescendo di successi televisivi: da Tale e quale show passando per Lol- chi ride è fuori fino ad diventare uno dei giudici più amati di Italia’s Got Talent . Oltre alla televisione, Matano riscuote successo anche al cinema, prendendo parte del cast di diverse pellicole quali Fuga di cervelli, con la regia di Paolo Ruffini (2013) fino a Una notte da dottore, con la regia di Guido Chiesa (2021). Nel 2014, Frank riesce a coronare anche uno dei suoi sogni di bambino divenendo uno dei doppiatori di South Park, particolarmente amato dal comico per lo stile irriverente e geniale.
A Torino è stato uno degli ospiti più attesi della XXXIV edizione del Salone Internazionale dei Libro, dove ha presentato il libro del collega e amico Maccio Capotonda, tra gag improvvisate e chiacchiere semiserie. Lo abbiamo intervistato al termine dell’esilarante performance, dove si è raccontato ai nostri microfoni con genuinità e franchezza.
La tua carriera è iniziata con la pubblicazione dei tuoi primi scherzi su Youtube. Come hai vissuto il tuo esordio?
In quegli anni nessuno lo faceva ed era considerato “strano”. Avevo preso una video telecamera e avevo iniziato a registrare quello che abitualmente facevo. Se ci pensi è lo stesso discorso che si può fare con i messaggi vocali di Whatsapp: inizialmente si aveva vergogna a registrare la propria voce davanti agli altri. Ben presto è sparita qualsiasi inibizione ed è diventata un’ abitudine. La stessa cosa è successo per i video: ero uno dei pochi a farlo ed era considerato diverso. Forse ho dato il via a un fenomeno ma penso che in ogni generazione cambi qualcosa nella comunicazione e si sviluppino sempre diversi linguaggi di espressione.
A tuo modo, però, sei stato un innovatore.
In realtà, vivendo in America l’anno prima in cui mi sono iscritto su Youtube, questa forma di comunicazione aveva già preso piede e il fenomeno mi ha ispirato. Quando sono arrivato in Italia, ho iniziato a realizzarli anche io: penso di essere stato al posto giusto, al momento giusto.
Il talento e la fortuna devono andare di pari passo.
Sì, è come se si allineassero i pianeti. Quando hai una forte passione prima o poi uscirà fuori. Io sono sempre stato molto timido e non avrei mai avuto il coraggio di fare un provino in maniera classica: fare i video a casa mia mi ha aiutato ad “uscire dal mio guscio”.
La timidezza è una caratteristica propria di tanti artisti. Come ha giocato nel tuo caso?
Succede a molte persone che fanno un lavoro sotto i riflettori, ed anche se è abbastanza incomprensibile dall’esterno. Però, nel mio caso, la timidezza è stata superata da un bisogno di far ridere con creatività, Ancora oggi ciò davvero mi aiuta a non imbarazzarmi davanti al pubblico è il fatto che mi diverto davvero. Però è la timidezza è lì, esiste sempre.
Tornando, invece, al tuo percorso professionale hai detto che gli anni in America ti hanno ispirato. Oltre a Youtube, quanto ha influenzato sulla tua comicità la stand up comedy?
Tantissimo. Ho conosciuto questo genere grazie a mio zio Alfredo che era molto giovane quando ero piccolo. Andavamo in vacanza insieme e mi faceva vedere tutte le stand up comedy americane. Quella forma di spettacolo, un comico da solo sta sul palco per un’ora e racconta di tutto, ti ispira per forza.

Valeria Rombolà

Romantic tour: Mario Biondi al Teatro Colosseo

TEATRO COLOSSEO
Via Madama Cristina 71 – Torino

La stagione 2021 – 2022

Lunedì 30 maggio ore 21
MARIO BIONDI
Romantic tour
poltronissima € 70,40 | poltrona A € 66,30 | poltrona B € 56,00 | galleria A € 46,00 | galleria B € 40,00

È uscito il 18 marzo “Romantic” il nuovo album di Mario Biondi dedicato all’amore in tutte le sue forme, dal legame di coppia a quello fraterno, all’amore per i genitori e i figli.
Il romanticismo inteso nelle sue varie declinazioni è il fil rouge dei 12 brani su cd e 15 brani che compongono questo nuovo progetto, nello specifico 6 inediti e 9 rivisitazioni scelte principalmente dal repertorio internazionale.

“Romantic” è fortemente caratterizzato dalla produzione curata dallo stesso Mario Biondi con Massimo Greco e David Florio: tutti i brani sono stati registrati in maniera analogica, scelta che conferisce un suono molto caldo e autentico all’intero album che richiama fortemente le sonorità degli anni ’70. Le tracce sono state registrate, come accadeva all’epoca, con take collettive in cui tutti i musicisti hanno suonato insieme nella stessa sala andando ad esaltare la magia della condivisione e l’effetto interplay. Tale direzione ha reso unica l’esperienza in studio ed è stata stabilita fin da subito per ricreare le atmosfere originali dei brani che sono stati reinterpretati.

Il crooner catanese presenta così “Romantic” che diventa anche il suo messaggio di pace:

“Questo disco in alcuni brani rispecchia il suono ed il carattere degli anni ‘70, gli anni in cui la musica ci ricordava che la guerra è solo fonte di dolore. Ognuno di noi ha una vena romantica e spera che le problematiche si risolvano con il buon senso, con l’amore per il prossimo, non con violenza o ostilità.”

Rock Jazz e dintorni I Marlene Kuntz e Brunori Sas

GLI  APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Al Teatro Toselli di Cuneo suona la Bandakadabra.Al Teatro Colosseo Mario Biondi presenta dal vivo il nuovo disco “Romantic”.

Martedì. Al Jazz Club si esibiscono i The Two. Al Magazzino sul Po è di scena Giulia Impache. Al Blah Blah suona il trio A Band Called.

Mercoledì. Al Magazzino sul Po si esibisce Zibba. Al Museo d’Arte Orientale per la mostra “Il grande vuoto” è di scena Hatis Noit. Al Blah Blah suonano i The History Of Gunpowder.

Giovedì. Al Jazz Club si esibiscono i Digiovanni. Al Blah Blah suonano i Mondo Generator.

Venerdì. Al Cafè Neruda è di scena Marco Conforti. Al Circolo della Musica di Rivoli si esibisce Chrysta Bell.All’Off Topic suona lo Swing Breath Trio. Al Blah Blah sono di scena i Proliferhate. Allo Ziggy si esibiscono i Die Today.

Sabato. Al Blah Blah per “Glam Attack” suonano i Hollywood Killerz, Brokendolls, Shameless. Al Pala Alpitour è di scena Brunori Sas.

Domenica. Per la giornata Mondiale dell’Ambiente al Museo Nazionale del Cinema, i Marlene Kuntz presentano “ Karma Clima Experience”. Al Pala Alpitour si esibisce Gazzelle.

Pier Luigi Fuggetta

L’Ignota di Pirandello, un fitto intrigo e un mancato approfondimento

Al Carignano, “Comme tu me veux” prodotto dal parigino Théâtre de l’Odeon

 

Una donna, con un passato di ballerina nei più malfamati locali berlinesi ed un presente diviso tra la passione dello scrittore Salter e quella della figlia di lui Mop, viene un giorno riconosciuta dal fotografo Boffi come la moglie di un suo amico, Bruno Pieri, scomparsa da dieci anni. Malgrado le proteste di chi ancora la vorrebbe legata a sé (Salter tenta anche il suicidio), la donna, presa la decisione di seguire Boffi per poter rivedere il preteso consorte, si ritrova tra le pareti di una grande villa presso Udine a rivivere il “suo” passato attraverso le parole di zia Lena e di zio Saverio: il marito, al ritorno dalla guerra aveva trovato la villa distrutta e la moglie scomparsa, l’aveva cercata certo nei suoi pensieri che, oltraggiata dai soldati di passaggio, fosse fuggita in preda alla disperazione e alla vergogna. L’Ignota, come è chiamata la donna sempre avvolta da un velo di urticante ambiguità, pare aver trovato tra quelle persone una propria dimensione, ristabilita seppur precaria: sino a quando Salter annuncia con una lettera di aver ritrovato la vera Cia, la vera moglie scomparsa, in un manicomio di Vienna, e di essere disposto a condurla in villa per dimostrare a tutti che l’Ignota non ha nulla a che fare con quella triste vicenda. All’apparire della povera Demente che continua a ripetere un solo nome, “Lena”, tutti restano increduli e sconvolti, mentre l’Ignota – “un corpo senza nome” – confessa la propria impostura, nell’auspicato raggiungimento di un’esistenza serena, andandosene ancora una volta con Salter, ricacciando la certezza dell’essere e appropriandosi dell’apparire, legandosi alla realtà non come ci appare ma come ognuno di noi vorrebbe che fosse, all’interno di se stesso. Disseminando ancora certezze e più o meno percettibili ambiguità che certamente non sgombrano il campo dai dubbi.

In “Comme tu me veux”, che il parigino Odéon – Théâtre de l’Europe porta per la regia (e la scenografia) di Stéphane Braunschweig, per sole tre recite all’interno della stagione dello Stabile di Torino – Teatro Nazionale (lo spettacolo è in lingua francese con soprattitoli in italiano), c’è tutta “la filosofia” di Luigi Pirandello che è passato in un lungo percorso di novelle e drammi attraverso, solo per citare due tappe, “Il fu Mattia Pascal” e “Così è (se vi pare)” – siamo ormai nel 1930, l’Ignota è di diritto Marta Abba che lo rappresentò per la prima volta -, che ha posto le radici del dramma dentro lo svolgimento del caso Bruneri-Casella, che appassionò l’Italia intera, che ha visto nascere e crescere il nazismo hitleriano e il fascismo di Mussolini. In un’Italia che è uscita dalle rovine della Grande Guerra e che s’è incamminata verso un ventennio di altre distruzioni e di altri lutti, di discorsi roboanti dinanzi a folle oceaniche e plaudenti (il quadro ci è offerto attraverso immagini e filmati d’epoca). Braunschweig, mentre cadono i veli verdi che abbracciavano l’inizio della sua messinscena e si prepara una sala della villa che, con buona pace delle ampie indicazioni dell’autore di Girgenti, si riduce “all’ingombro” di tre divani, dove passeranno a fatica gli attori, con poca fantasia e con qualche momento di vera noia, ci tiene a porci visivamente di fronte alle macerie del prima e del dopo, di quella terra che l’Ignota ha lasciato un tempo per farvi ritorno poi, nella speranza di una nuova vita. “Come tu mi vuoi”, nelle mani di Pirandello – mani che per l’occasione non hanno forse saputo snellire e districare una materia che si costruisce per grandi blocchi (l’interminabile, compatto inizio del secondo atto, a soli due personaggi, a spiegarci con troppa ricchezza l’antefatto della vicenda: a rimpiangere, in altre parole la frammentazione e l’esatta geometricità della signora Frola e del signor Ponza, il cicaleccio furiosamente curioso del gruppo), che s’affida troppo, dall’interno, alle parole della protagonista – diventa un thriller, una ricerca della verità fine a se stessa, nel fitto intrigo di violenze, di interessi, di ricordi sfocati e costruiti, di ambiguità e su questo versante pare volgersi soprattutto l’attenzione del regista.

Scriveva Strehler nelle note di regia che accompagnavano la sua messinscena dell’aprile 1992 in omaggio ad Andrea Jonasson: “Pirandello, già tra gli anni Venti e gli anni Trenta, ci parlava di incomunicabilità, di senso del relativo, di rovesciamento dei valori: e di tutto questo, invece di farne un gioco o una moda, come talvolta è avvenuto in seguito, ha profondamente sofferto. Con lui l’individualismo borghese, cioè la riduzione del singolo uomo nella società borghese alla più estrema solitudine, arriva a un punto disperato, al punto che la stessa consistenza della personalità del singolo si disperde, e uno può essere, per usare un titolo pirandelliano, nessuno e centomila.” È proprio l’approfondimento di quella “personalità”, “la volontà di capire se esiste una realtà umana autentica”, il gioco della realtà e della finzione, l’avventura della maschera che gli altri ci impongono e che noi ci costruiamo di fronte agli altri, ad apparire debolmente dalla regia di Braunschweig, più attento a raccontare che non a calarsi con autentica attenzione nel mondo di Pirandello; si mantiene del descrittivo e i suoi attori sono spinti a fare altrettanto se si eccettuano il bisturi di coraggio e veemenza che Chloé Réjon usa sulla sua Ignota e il grande mestiere di un’attrice come Annie Mercier, che sta veramente un gradino al di sopra dei suoi colleghi come zia Lena (e non mi si chieda per quale ragione il personaggio del cognato della protagonista, il Masperi, debba essere affidato ad un attore di colore: proprio non saprei sconsolatamente rispondere). Claude Duparfait è il troppo giullaresco scrittore Salter, il giovane Pierric Plathier è il consorte Bruno Pieri, che di quella ricomparsa s’era anche fatto bene i conti in tasca. Spettacolo imperfetto ma una buona occasione comunque per vedere un assaggio di quel che succede in Francia. Si replica ancora sabato alle 20,45 e domenica, nel pomeriggio alle 15,30.

 

Elio Rabbione

 

Le immagini dello spettacolo sono di Simon Gosselin e Juliette Parisot

“Alla ricerca di Vivian Meier”, il documentario al Cinema Massimo

TORINO | CINEMA MASSIMO (via Verdi 18)
DOMENICA 29 MAGGIO 2022, ORE 18.15

PROIEZIONE DEL DOCUMENTARIO ALLA RICERCA DI VIVIAN MAIER
(Finding Vivian Maier)
DI JOHN MALOOF E CHARLIE SISKEL

Introduce la serata Edoardo Accattino.

 

In occasione della mostra Vivian Maier. Inedita, allestita fino al 26 giugno 2022, alle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino, domenica 29 maggio, alle ore 18.15, il Cinema Massimo (via Verdi 18, Torino) ospita la proiezione del documentario Alla ricerca di Vivian Maier (Finding Vivian Maier) di John Maloof e Charlie Siskel, già candidato al Premio Oscar nel 2015.

La serata, organizzata dal Museo Nazionale del Cinema e Ares srl, sarà introdotta da Edoardo Accattino.

Alla ricerca di Vivian Maier (84’) – proposto in versione originale sottotitolata in italiano – è il cine-ritratto della storia privata e professionale di Vivian Maier, raccontato attraverso immagini inedite, filmati e interviste. Da New York alla Francia a Chicago, John Maloof e Charlie Siskel indagano il mistero di questa donna, giramondo e fotografa autodidatta: i ricordi discordanti delle famiglie per cui aveva lavorato come bambinaia, il lato oscuro di una donna che in vita aveva scelto di celare se stessa e la propria arte.

Ingresso: € 5.00; è possibile prenotarsi online al sito: www.vivianmaier.it

La rassegna Vivian Maier. Inedita si prefigge di raccontare aspetti sconosciuti o poco noti della misteriosa vicenda umana e artistica di Vivian Maier, approfondendo nuovi capitoli o proponendo lavori finora inediti, come la serie di scatti realizzati durante il suo viaggio in Italia, in particolare a Torino e Genova, nell’estate del 1959.

La mostra, curata da Anne Morin, è co-organizzata da diChroma e dalla Réunion des Musées Nationaux – Grand Palais, prodotta dalla Società Ares srl con i Musei Reali e il patrocinio del Comune di Torino, e sostenuta da Women In Motion, un progetto ideato da Kering per valorizzare il talento delle donne in campo artistico e culturale. L’esposizione presenta oltre 250 immagini, molte delle quali inedite o rare, come quelle a colori, scattate lungo tutto il corso della sua vita. A queste si aggiungono dieci filmati in formato Super 8, due audio con la sua voce e vari oggetti che le sono appartenuti come le sue macchine fotografiche Rolleiflex e Leica, e uno dei suoi cappelli.

Catalogo Skira.

Torino, maggio 2022

Proiezione del documentario
Alla ricerca di Vivian Maier (Finding Vivian Maier)
Torino, Cinema Massimo (via Verdi 18)
Domenica 29 maggio 2022, ore 18.15

Ingresso: € 5.00

Informazioni e prenotazioni: www.vivianmaier.it

Mostra
VIVIAN MAIER. INEDITA
Torino, Musei Reali | Sale Chiablese (piazza san Giovanni 2)
Fino al 26 giugno 2022

Orari:
dal martedì al venerdì dalle 10.00 alle 19.00; sabato e domenica dalle 10.00 alle 21.00
Informazioni:
Tel. 338 169 1652; info@vivianmaier.it
www.vivianmaier.it

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