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I vent’anni del museo del cinema di Torino

Inaugurato il 19 luglio 2000 e realizzato su progetto di François Confino, è diventato uno dei musei più visitati

di Marco Travaglini

Il Museo Nazionale del Cinema alla Mole Antonelliana tra qualche settimana compie vent’anni. Inaugurato il 19 luglio 2000 e realizzato su progetto di François Confino, è diventato uno dei musei più visitati di Torino e di tutto il Paese, una vera e propria istituzione culturale che ha ottenuto importanti consensi a livello internazionale.

Enzo Ghigo, il Presidente del Museo nazionale del Cinema di Torino

L’idea di un’istituzione museale partì da lontano grazie alla passione di Maria Adriana Prolo, la storica nata a Romagnano Sesia che legò il suo nome alla stagione pionieristica del cinema italiano. In una piccola annotazione contenuta in una sua agenda indica la data in cui ebbe l’intuizione: “8 giugno 1941: pensato il Museo”.

Il logo del Museo del Cinema di Torino

Per tradurla in realtà ci vollero molto tempo e tanto lavoro. Nel settembre del ’58 il museo venne inaugurato a Torino in un’ala di palazzo Chiablese al numero 2 di piazza San Giovanni, nel cuore del centro storico. La mostra dei cimeli fu allestita al piano terreno, mentre al piano superiore trovarono ospitalità una sala di proiezione, la cineteca e la biblioteca. Maria Adriana Prolo ne venne nominata direttrice a vita.

L’inaugurazione del museo a Palazzo Chiablese nel 1958

L’avventura terminò venticinque anni dopo, nel 1983, con le sale costrette a chiudere i battenti per carenza di risorse e l’impossibilità di adeguare la struttura alle nuove disposizioni di sicurezza. L’anno dopo la scomparsa della “signora del cinema”, avvenuta nel 1991, nacque la Fondazione “Maria Adriana Prolo — Museo Nazionale del Cinema” con il sostegno della Regione Piemonte, del Comune e della Provincia di Torino, della Cassa di Risparmio di Torino e dell’Associazione del Museo Nazionale del Cinema.

La Mole Antonelliana, simbolo di Torino

Otto anni dopo il Museo del Cinema risorse dalle sue ceneri come una moderna araba fenice nella nuova e attuale sede all’interno della Mole Antonelliana, monumento simbolo di Torino e “sogno verticale” del grande architetto che, quando venne portato a compimento, con i suoi 167 metri e mezzo di altezza, rappresentava l’edificio in muratura più alto d’Europa. Gli allestimenti del museo si sviluppano a spirale verso l’alto e su più livelli espositivi, dando vita a una presentazione spettacolare delle collezioni che ripercorrono la storia del cinema dalle origini ai giorni nostri.

La sala centrale del Museo del Cinema

In una cornice di scenografie, proiezioni e giochi di luce, arricchita dall’esposizione di fotografie, bozzetti, oggetti e percorsi di visita interattivi si possono scoprire i segreti della storia del cinema, dal teatro d’ombre e dalle prime affascinanti lanterne magiche che hanno costituito la preistoria della “settima arte” ai più spettacolari effetti speciali dei nostri giorni.

Le proiezioni sulla cupola della Mole

Il Museo Nazionale del Cinema è stato visitato in questi anni da più di dieci milioni di persone ed è gestito da una Fondazione — presieduta da Enzo Ghigo, ex Presidente della Giunta regionale del Piemonte che durante il suo governo, insieme all’Assessore alla cultura Giampiero Leo, figurò tra i principali artefici della realizzazione della nuova sede museale alla Mole. Il museo è così diventato una realtà culturale tra le più importanti e celebrate, vanto della città e dell’intera nazione: un’impresa importante tesa a promuovere attività di studio, ricerca e documentazione in materia di cinema, fotografia e immagine nella città dove al tramonto dell’Ottocento è nato il cinema italiano e nel 1914 venne realizzato “Cabiria” di Giovanni Pastrone, il film italiano più celebre del cinema muto e primo colossal della storia del cinema mondiale.

Maria Adriana Prolo

La Mole Antonelliana, dalla festa patronale di San Giovanni fino a lunedì 20 luglio, si è trasformata nello schermo di un cinema a cielo aperto grazie all’innovativo e avveniristico spettacolo di videomapping. Tutte le sere, dalle 21 alle 23,30, i quattro lati della cupola dell’Antonelli propongono un omaggio al cinema, alla sua culla italiana e ai grandi interpreti di tutti i tempi in un montaggio serrato e visionario realizzato da Donato Sansone grazie al supporto tecnico di Iren, sponsor dell’evento. Un’idea davvero “luminosa” per i vent’anni del Museo Nazionale del Cinema alla Mole e di Film Commission Torino Piemonte, festeggiando un doppio compleanno che sottolinea la vocazione cinematografica di Torino dagli albori alla sperimentazione dei nuovi linguaggi audiovisivi.

Nel museo dentro la Mole

In tutto questo s’avverte, tutt’ora viva e presente, l’impronta culturale della Prolo, donna eccezionale, dotata di grande tenacia, intelligenza e capacità d’intuizione. Quasi che, in omaggio all’anima esoterica della Mole e delle energie positive che irradierebbe sulla città, il suo fantasma aleggiasse nelle sale ricavate nel ventre del capolavoro dell’Antonelli, vegliando amorevolmente la sua creatura.

La Mole si “anima” per San Giovanni

Con la festività  entrano nel vivo i festeggiamenti per 20 anni del Museo Nazionale del Cinema e della Film Commission Torino Piemonte

24 giugno 20 luglio  dalle 21:00 alle 23:30

La Mole Antonelliana, sede del Museo Nazionale del Cinema, dal 24 giugno al 20 luglio 2020 diventa per la prima volta un cinema a cielo aperto, grazie a uno spettacolo di videomapping altamente innovativo, rivolto al grande pubblico e di livello internazionale.

Tutti i giorni, dalle 21:00 alle 23:30, i quattro lati della cupola della Mole si animano contemporaneamente con uno spettacolo, della durata di 20 minuti, che non ha eguali; un omaggio alla Torino cinematografica, al cinema italiano e alle grandi star internazionali di tutti i tempi, in un montaggio serrato e visionario realizzato da Donato Sansone grazie al supporto tecnico di Iren, sponsor dell’evento.

Entrano così nel vivo i festeggiamenti per celebrare i 20 anni del Museo Nazionale del Cinema alla Mole Antonelliana e di Film Commission Torino Piemonte, un doppio compleanno che ribadisce la vocazione cinematografica di Torino, culla degli albori della Settima arte, solidamente ancorata alla propria vocazione ma da sempre aperta alla sperimentazione dei nuovi linguaggi audiovisivi.

A partire dal giorno dedicato a San Giovanni, patrono della città, la Mole, gioiello architettonico progettato da Alessandro Antonelli, una sorta di “archistar” ante litteram, diventa una torre cinematografica, un inusuale faro luminoso, e grazie al contributo del Gruppo Iren per la prima volta si trasforma in uno schermo multimediale per proiettare immagini in movimento.

“È uno spettacolo studiato come momento perfetto per comunicare la ripartenza della cultura e delle idee innovative e per promuovere Torino come città del cinema – sottolinea Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema. È allo studio un sistema di diffusione della musica, e un’apposita campagna social e web, con fotografie e riprese con i droni, diffonderanno e promuoveranno a livello internazionale le immagini di una Torino ‘cinematografica’. Inoltre, il progetto entrerà a far parte, come “opera” audiovisiva, del patrimonio del Museo e potrà in futuro essere aggiornata e riproposta insieme ad altre opere di videomapping create da grandi registi ma anche giovani artisti”.

“Con questo evento la Mole Antonelliana diventa il tempio del cinema sia all’interno, con il suo spettacolare museo, che all’esterno, con il videomapping visibile da tutta la città – afferma Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema. 20 anni sono un traguardo importante, che festeggiamo consapevoli che le sfide da affrontare sono ancora tante, ma forti del sistema cinema che caratterizza Torino. La coincidenza con un momento storico non facile e assolutamente non previsto ci rende ancora più determinati nel rendere questo museo sempre più partecipativo e innovativo, vicino agli oltre 10 milioni di visitatori che in questi 20 anni hanno varcato la soglia della Mole Antonelliana per lasciarsi incantare dall’affascinante mondo della Settima Arte”.

Il presidente di Film Commission Torino Piemonte Paolo Damilano aggiunge che “oggi è ancora più importante valorizzare la storica vocazione del cinema torinese e mostrare al contempo il ruolo chiave che questo settore ricopre per il rilancio dell’industria culturale del nostro territorio. Ci congratuliamo con il Museo Nazionale del Cinema per l’ideazione di questo spettacolo che dà il via ad una serie di progetti che ci vedranno collaborare in vista del week-end del 20 luglio, quando le rispettive 20 candeline verranno spente”.

Il Gruppo Iren, da sempre attento al sostegno del patrimonio artistico e culturale dei territori in cui opera, ha voluto dare il proprio contributo per celebrare questo importante traguardo del Museo del Cinema” dichiara il presidente di Iren, Renato Boero. “In questo particolare momento storico inoltre la capacità di adattarsi ed evolversi attraverso lo sviluppo di nuove ed innovative tecnologie digitali risulta una opportunità vincente per arricchire tutte le iniziative di carattere culturale offerte dal territorio, consentendo nello stesso tempo una fruizione diffusa delle stesse ed un’ulteriore valorizzazione del patrimonio artistico collettivo.

Lo spettacolo

Il videomapping è realizzato dal Museo Nazionale del Cinema in collaborazione con Film Commission Torino Piemonte e si avvale della regia e del genio creativo di Donato Sansone. Sponsor dell’evento è Iren.

Le proiezioni alternano diversi elementi e varimateriali, molti dei quali appartenenti alle ricche e prestigiose collezioni del Museo Nazionale del Cinema: foto, manifesti e oggetti si avvicendano a sequenze e elementi di computer grafica, in un crescendo emozionale che coinvolge fino all’ultimo frame.

Si parte dall’omaggio al cinema torinese e italiano, per poi arrivare alle grandi star. Le fotografie animate dei volti bellissimi delle attrici e degli attori noti al grande pubblico – da Sophia Loren a Marcello Mastroianni, da Claudia Cardinale a Vittorio Gassman, da Massimo Troisi a Ornella Muti, da Ugo Tognazzi a Monica Bellucci – si incontrano con i manifesti che hanno scandito la storia del cinema italiano: la bellezza dei loro sguardi si interseca con il tributo al regista italiano più visionario, Federico Fellini, nell’anno del centenario della sua nascita.

A questi si aggiungono memorabili sequenze di film girati a Torino, da Cabiria a The Italian Job,fino alla sezione dedicata alle icone cinematografiche internazionali: da King Kong a Spiderman, dall’agente 007 a Indiana Jones, da Vito Corleone al perfido Darth Vader.

Un altro omaggio a Torino viene raccontato daglielementi chiave che la connotano: l’acqua che riempie la Mole trasformandola in acquario è un omaggio al fiume Po, in cui nuotano personaggi ironici e legati all’immaginario infantile, le automobili che si inseguono in maniera rocambolesca attorno alla Mole e infine il volo con le sequenze più vertiginose che contraddistinguono i film d’avventura.

Non poteva mancare l’amore romantico, con i più bei baci della storia del cinema, e i momenti di festa, in omaggio al doppio compleanno, con proiezione di fuochi d’artificio.

Si tratta di uno spettacolo tecnologicamente avanzato, che prevede l’utilizzo di 8 videoproiettori a led posizionati sui palazzi adiacenti che proiettano simultaneamente sui 4 lati della cupola; la sincronizzazione delle immagini che partono dalle quattro postazioni avviene con dei trasmettitori wireless che dalla Mole Antonelliana diffondono il segnale via radio e, grazie alla mappatura architettonica dell’edificio – mai fatta prima –, sarà possibile assistere a inediti giochi di luci e colori.

La proiezione sincronizzata delle immagini video è possibile grazie all’investimento tecnico di Iren,basato sull’installazione di 8 video proiettori da 20 mila Ansi Lumen, con tecnologica 3 chip DLP con lampada allo Xenon da 3000 watt. Nello specifico, ad ogni lato della cupola della Mole sono dedicati due proiettori, in grado di lavorare in stack, ossia in contemporanea, le immagini video per permettere maggiore visibilità e nitidezza delle immagini stesse.  

I proiettori sono stati posizionati a coppie sul balcone dell’Istituto Madre Cabrini delle Suore Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, sulla sommità del palazzo della Rai, sulla sommità di Palazzo Nuovo – Università degli Studi di Torino e su un balcone di una casa privata con affaccio sulla MoleAntonelliana.

Sono stati installati, inoltre, 4 media player Dataton, ossia 4 server in grado di fornire multiuscite video per permettere la riproduzione sincronizzata dei contenuti multimediali e una regia workstation posizionata all’interno della Mole. Infine, la sincronizzazione effettiva avverrà tramite l’utilizzo di 4 router LTE che, mediante una connessione a bassa latenza che permette una velocità di comunicazione superiore allo standard e un controllo in diretta dei 4 proiettori, farà comunicare tutte le macchine all’interno dello stesso network, per poter lavorare in modo sincronizzato.

L’iniziativa fa parte di ‘Torino Città del Cinema 2020’, un progetto di Città di Torino, Museo Nazionale del Cinema e Film Commission Torino Piemonte, con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, in collaborazione con Regione Piemonte, Fondazione per la Cultura Torino, partner Intesa Sanpaolo, media partner Rai.

Ecco tutti gli appuntamenti di San Giovanni

Mercoledì 24 giugno Torino, insieme a Genova e Firenze celebreranno San Giovanni mettendo in scena, a partire dalle ore 21.30, uno spettacolo comune in diretta tv su Rai Premium (canale 25 ddt), in streaming su RaiPlay e sulla piattaforma digitale www.sangiovannix3.it.

Durante la giornata di festa, molti dei musei torinesi saranno aperti al pubblico, tra questi: i Musei Reali (orario 9-19) i Giardini RealiPalazzo Madama, GAM e MAO (orario 10-20); il Museo Egizio (10-18); la Pinacoteca Albertina (orario 10–18); il Museo Nazionale del Risorgimento (orario 10–18); Camera – Centro Italiano per la Fotografia (orario 11-19); Fondazione Accorsi Ometto (10–13 e 14–19); il Museo Pietro Micca e dell’Assedio di Torino del 1706  (orario 14.30-18 e 21-23); il Museo storico nazionale d’artiglieria – Mastio della Cittadella (orario 14–22, ingresso gratuito); il Museo Nazionale della Montagna (orario 10–18); la Cupola della Basilica di Superga (orario 10.30-13.30; 14.30-18; salita in notturna 21.30-00.30); il Planetario (solo su prevendita dei biglietti orario 14-19); il MAUTC – Museo Nazionale dell’Automobile di Torino (orario 10–19, ultimo ingresso ore 18); il PAV – Parco Arte Vivente (orario 12-19); la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (orario 14–21, ingresso libero); la Palazzina di Stupinigi (orario 10–18.30, ultimo ingresso ore 18); la Reggia di Venaria (orario 10.30-18.30).

Anche il mondo del commercio intende dare un messaggio alla cittadinanza per recuperare i propri spazi di normalità: la proposta di Confesercenti è quella di tenere i negozi aperti fino a mezzanotte in centro, prima di tutto, ma anche nel resto della città.

L’appello è rivolto sia ai commercianti sia alla loro clientela. Ai commercianti, affinché colgano l’occasione per dare un altro segno della loro volontà di ripresa; ai consumatori, affinché riscoprano il gusto dello stare insieme e frequentare vie e quartieri, nella consapevolezza che la ripresa della città passa anche attraverso la ripresa dei locali pubblici, dei negozi e dei mercati.

La tradizionale ricorrenza inizierà alle ore 10.30 con la Messa solenne in Duomo (funzione organizzata dalla Famija Turinèisa con il Duomo). Alle ore 12,15 la Sala del Consiglio Comunale a Palazzo Civico ospiterà la cerimonia di nomina di sette Ambasciatori delle eccellenze di Torino e del suo territorio: personalità che si sono distinte per le loro esperienze umane e professionali e che, a livello nazionale e internazionale, sono espressione di alte capacità imprenditoriali, di cultura, creatività, solidarietà e impegno nel campo del sociale e della giustizia. Gli ambasciatori nominati sono: Maria Lodovica Gullino, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Paolo Pininfarina, Lorenzo Sonego, Sergio Momo, Ernesto Olivero e don Luigi Ciotti

“La Notte di San Giovanni” – programma in diretta tv nazionale presentato da Arianna Ciampoli  per la regia di Duccio Forzano – prenderà il via alle ore 21.30 e durerà fino alle 23.30.

Gli artisti dello show torinese, ospitato all’interno della Mole Antonelliana (che quest’anno celebra il 20^ compleanno con un programma dedicato, ‘Torino città del cinema 2020) saranno: Luciana LittizzettoNiccolò Fabi, Eugenio in Via di Gioia, Guido Catalano, Suor Cristina l’orchestra del Teatro Regio di Torino, il Maestro Andrea Bacchetti con un omaggio a Ezio Bosso; il poeta Guido CatalanoChristian Greco, Direttore del Museo Egizio, Alessandro Barbero, il Maestro Bruno Santori e il Professor Curnis.

La serata terminerà con il dj set di Ema Stockholma, prima in diretta tv, successivamente in streaming sulla piattaforma digitale www.sangiovannix3.it sulla pagina Facebook della Città di Torino.

La luce sarà protagonista della notte del Santo patrono grazie a speciali coreografie realizzate con imponenti fasci luminosi proiettati verso il cielo in tre differenti luoghi cittadini: Superga, Monte dei Cappuccini e Lingotto.

Inoltre, dalla sera di San Giovanni, e fino al 20 luglio, la Mole Antonelliana diventerà, per la prima volta, un cinema a cielo aperto, grazie a uno spettacolo di videoproiezione altamente innovativo. Dalle ore 21.00 alle 23.30, i quattro lati della cupola si animeranno contemporaneamente con uno spettacolo, della durata di 20 minuti: un omaggio alla Torino cinematografica, al cinema italiano e alle grandi star internazionali di tutti i tempi, in un montaggio serrato e visionario realizzato da Donato Sansone.

(foto Michele D’Ottavio)

Zecchino d’Oro Casting Tour riparte online

I piccoli cantanti del Piemonte potranno inviare i propri video tramite una piattaforma dedicata

Lo Zecchino d’Oro giunge alla 63ª edizione e torna anche Zecchino d’Oro Casting Tour, alla ricerca dei solisti che interpreteranno le canzoni della prossima edizione della trasmissione.

L’ultimo interprete a rappresentare il Piemonte è stato Andrea Amelio (10 anni, di San Damiano d’Asti) con il brano “Una commedia divina”, in gara alla 58° edizione nel 2015; in tutto sono 38 i bambini della regione che, dal 1959 a oggi, hanno preso parte alla storica trasmissione. All’edizione 2020 si partecipa con una modalità tutta nuova e divertente, per giocare in famiglia da casa, tramite il sito www.zecchinodoro.org. Date le disposizioni legate all’emergenza Covid-19 Antoniano ha messo in campo, infatti, una procedura online gratuita, rivolta a tutte le bambine e i bambini tra i 3 e i 10 anni, che si sviluppa in tre fasi distinte.

In un primo momento i bambini sono chiamati a inviare tramite una piattaforma online un video della durata di un minuto in cui eseguono una canzone del repertorio dello Zecchino d’Oro, da scegliere tra i brani inclusi nella playlist intitolata “Zecchino d’Oro Casting Tour 2020” sul canale YouTube ufficiale di Zecchino d’oro e accessibile anche dal sito alla sezione dedicata. Facoltativo l’invio di un ulteriore video di presentazione, sempre tramite il sistema sul web.

Le esibizioni raccolte verranno ulteriormente esaminate dallo staff dell’Antoniano in modo da riascoltare, in una seconda fase, le bambine e i bambini selezionati. La terza fase avverrà presso l’Antoniano di Bologna – da confermare in base alle disposizioni future legate all’emergenza – con lo scopo di individuare le voci più adatte a interpretare i 12 brani inediti in gara. Tutti dettagli relativi alla partecipazione e il regolamento saranno disponibili sul sito.

L’obiettivo dello Zecchino d’Oro Casting Tour non è quello di trovare vocalità straordinarie o piccoli talenti, ma gli interpreti per i 12 brani. Si cerca infatti la personalità, l’età e la voce che siano più corrispondenti alle canzoni dell’edizione in corso, ricordando con l’#èlamusicachevince che la sfida non è tra le bambine e i bambini, ma musicale.

Rai Radio Kids seguirà tutto il percorso che porterà alla selezione dei piccoli cantanti, con dei contenuti speciali e dedicati, in quanto partner ufficiale di Zecchino d’Oro Casting Tour 2020.

Insieme allo Zecchino d’Oro, in questi giorni di emergenza Covid-19, va avanti anche la missione solidale dell’Antoniano che, nel pieno rispetto di tutte le disposizioni delle autorità, continua a portare avanti le proprie attività a Bologna nei confronti dei più fragili, fronteggiando anche un aumento di richieste di aiuto. Kit alimentari distribuiti nel chiostro agli ospiti della mensa francescana, assistenza telefonica per gli utenti del Centro di Ascolto, videochiamate per i piccoli pazienti del “Centro terapeutico Antoniano Insieme” e maggiore presenza sui canali digitali per offrire sostegno a chi ha bisogno di aiuto e per essere vicini alle persone. Restano attivi online i Laboratori Migranti e continuano anche il servizio di accoglienza abitativa e le attività del Centro di Ascolto dell’Antoniano.

Per ulteriori informazioni: www.zecchinodoro.org.

Quando il sound inganna

Caleidoscopio rock USA anni ’60 / Il movimento psichedelico costituì uno spartiacque di indiscutibile importanza nella storia della musica rock degli anni Sessanta negli Stati Uniti. Il suono nuovo, gli effetti di riverbero, l’uso delle distorsioni divennero segni distintivi di una rinnovata ondata che giunse a contaminare positivamente tutto ciò che in precedenza era riconducibile a rock&roll, rockabilly vintage, garage tradizionale e simili.

La contaminazione suddetta era (ed è tuttora) avvertibile pressoché da tutti, finanche dagli orecchi meno allenati e dagli ascoltatori più distratti; lo è in tal misura da essere importantissima per poter datare con una certa sicurezza un gran numero di 45 giri che (dati la settorialità delle etichette, il piccolo cabotaggio delle bands o lo scarso impatto dei brani nelle programmazioni radiofoniche) non avrebbero potuto dare appigli o indizi utili per un inquadramento temporale delle incisioni.

Ma naturalmente ci sono casi davvero complicati e infidi, specialmente quando le etichette sono piccole, magari “meteore” nate e morte con una band specifica, refrattarie alle nuove influenze musicali in arrivo o in ascesa; gli stessi studiosi della storia della musica rock statunitense si trovano in grande difficoltà in questi frangenti, quasi al punto di dover datare un 45 giri con una lancio di moneta (coin flip). Purtroppo queste situazioni di profondo dubbio non sono così rare ed isolate, proprio a causa del proliferare continuo di microetichette in tutti gli USA nella seconda metà degli anni Sessanta. Uno di questi casi è l’unico 45 giri inciso dalla band Cole and The Embers di Kirkwood (area metropolitana di St. Louis, Missouri): “Hey Girl” [Martines – Lepore] (1220; side B: “Love Won’t Hurt You”), con etichetta Star Trek records. La datazione corretta è maggio 1968 (possibile solo con l’attenta analisi dei numeri di matrice del disco), ma sfido chiunque ad affermare che il sound del disco abbia sentori del 1968… Questa infatti è proprio la fattispecie di un’etichetta microscopica a se stante rispetto ai tempi ormai mutati e al suono ormai rinnovato dalla psychedelia. La band Cole and The Embers sorse nel 1965 e dopo vari cambi di componenti si stabilizzò in Robert Lepore (V, chit), Scott Lay (V, b), Steve Starr (org), Charlie Cablish (batt). La maggior parte delle esibizioni aveva luogo in occasione di feste liceali, frat parties e soprattutto in teen clubs dell’area di St. Louis, in seguito in estensione fino a Rolla, Farmington, Lebanon e nel sud est del Missouri oltre la Mark Twain National Forest. Il raggio di azione non fu particolarmente vasto e solo in rari casi si spingeva fino a Illinois ed Indiana, per frat parties “strategici” o per incassi che almeno compensassero le spese di viaggio. La gestione manageriale era “home made” e il budget impiegato per l’incisione dell’unico 45 giri era basso, limitando il tutto ad un’unica sessione e in condizioni “estreme” (un sabato mattina alle 9, con voci precarie a seguito di un venerdì notte di gig fino a tarda ora). La band comunque non si spinse mai oltre il limite della “tenuta psicologica”, ben consapevole degli impegni negli studi e della classica “spada di Damocle” del periodo post- “high school”. D’altronde, così come regolarmente succedeva, anche Cole and The Embers si sciolsero nella fase critica del passaggio al college o all’università, vale a dire nell’estate del 1968.

Gian Marchisio

Fondazione Cosso: “Concerto d’estate da Steve Reich”

Al Castello di Miradolo, aspettando l’alba. Domenica 21 giugno, ore 4,30. San Secondo di Pinerolo (Torino)

Alle prime luci dell’alba, l’estate arriva rincorrendo la magia di “rimbalzanti” note musicali al Castello di Miradolo, sede della Fondazione Cosso.

L’appuntamento (udite, udite!) in via Cardonata 2 a San Secondo di Pinerolo è nientemeno che alle 4,30 della prossima domenica 21 giugno, allorché su invito della Fondazione pinerolese si celebrerà la festa del solstizio (primo giorno) d’estate, con il consueto Concerto en plein air di inaugurazione della programmazione estiva e, idealmente, della nuova stagione. Dopo i ripetuti sold out delle precedenti edizioni, saranno ancora le note (ma quest’anno eseguite in una veste totalmente nuova) di “Music for 18 musicians”, composta dal musicista americano Steve Reich – fra i padri della corrente minimalista – a invadere il grande spazio aperto del prato centrale del Parco storico. La performance, come sempre, verrà affidata ai musicisti di “Avant-dernière pensèe”, singolare format musicale nato nel 2009 da un’idea di Roberto Galimberti, che vede il pubblico al centro della scena grazie a un inedito e innovativo sistema di ripresa e diffusione del suono, tale da permettere ai musicisti di esibirsi senza vedersi, fra di loro lontani nello spazio.

La fruizione dell’esecuzione avverrà grazie alle cuffie silent system luminose, che diverranno delle autentiche “stanze d’ascolto” in cui il pubblico potrà, in solitudine e raccoglimento, cogliere le relazioni tra lo sviluppo della partitura e i mutamenti che la natura offre all’arrivo dell’alba. “Il ruolo della tecnologia e le possibilità legate al suo utilizzo come mezzo espressivo – sottolineano gli organizzatori – possono rappresentare, in questo tempo e in continuità con la sperimentazione e la ricerca sviluppata in oltre dieci anni di attività, un importante spunto di riflessione sulle prospettive di fruizione dei linguaggi performativi offerte al pubblico”.

Al termine del Concerto sarà possibile fare colazione con le dolcezze dell’Antica Pasticceria Castino, su prenotazione. A seguire, avrà luogo una guida all’ascolto curata dallo stesso Roberto Galimberti, che dialogherà con il pubblico.

Gli esecutori: Roberto Galimberti, violino e direzione; Francesca Lanza, voce; Laura Vattano, pianoforte; Marco Pennacchio, violoncello; Alberto Occhiena, marimba.
I tecnici: Marco Ventriglia, audio e supervisione tecnica ed Edoardo Pezzuto alle luci.
Non sono disponibili sedie e il pubblico è invitato a portare un plaid da casa.
Prenotazione obbligatoria allo 0121/ 502761 o prenotazioni@fondazionecosso.it

Gli spettacoli del circo riprendono in streaming

#SpazioFLICstreaming dal 28 giugno al 19 luglio 2020

– Spettacoli e incontri trasmessi in diretta dallo Spazio FLIC di via Niccolò Paganini 0/200 a Torino
– Video realizzati nel periodo del lock-down e altri video girati in vari luoghi della Città di Torino
– Streaming in www.facebook.com/FLIC.Scuola.di.Circo | https://www.youtube.com/user/ScuolaFlic
Sito web con info di approfondimento sulla scuola > www.flicscuolacirco.it

La FLIC Scuola di Circo di Torino termina l’anomala stagione di spettacoli 2019/2020 con una rassegna trasmessa in dirette streaming che si sviluppa in otto appuntamenti con spettacoli e performance circensi degli allievi, contributi di artisti professionisti, incontri con esperti del settore, video-progetti realizzati nel periodo del lockdown e video realizzati in strade e piazze della Città di Torino, il tutto nel rispetto delle vigenti disposizioni governative.

In relazione alle nuove norme sugli spettacoli vigenti dal 15 giugno, la direzione sta valutando la possibilità di aprire gli eventi a un ristretto pubblico dal vivo.

Gli elaborati artistici degli allievi sono ideati e creati con il coordinamento del direttore artistico Stevie Boyd e con il supporto e la regia di qualificati registi esterni – Giorgio Bertolotti, Alessandro Maida, Flavio D’Andrea e Piergiorgio Milano – che doneranno al pubblico anche alcuni loro personali progetti artistici.
I video realizzati in varie location della città di Torino sono a cura di Francesco Giorda.

San Giovanni “al cubo”: una festa diversa con Genova e Firenze

Il prossimo 24 giugno i festeggiamenti di San Giovanni, a causa delle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria Covid-19, non saranno organizzati in modo tradizionale, come nelle passate edizioni, bensì come un vero e proprio palinsesto TV e digitale su scala nazionale.

Le celebrazioni dedicate al patrono, infatti, si triplicano coinvolgendo tre tra le più belle città d’Italia: Torino, Genova e Firenze.

Nel rispetto del distanziamento sociale e del divieto di assembramento, gli spettacoli saranno fruibili attraverso TV e web e grazie a una piattaforma dedicata per coprire capillarmente tutte le iniziative delle città.

San Giovanni al cubo potrà contare anche sulla media partnership con la RAI.

L’evento vedrà per la prima volta insieme, in un’unica piazza virtuale, le tre città unite dallo stesso santo protettore e rappresentate dai loro personaggi culturali, musicali e istituzionali.

I cardini di San Giovanni ‘al cubo’ saranno festa, cultura e innovazione. La regia è affidata una firma eccellente a livello nazionale, Duccio Forzano, già autore di programmi e spettacoli di assoluto valore. A lui spetterà rendere armonico il ricco programma che toccherà alcuni tra i luoghi più iconici delle tre città. A Torino la Mole Antonelliana – sede del Museo Nazionale del Cinema e luogo di riferimento della manifestazione ‘Torino Città del Cinema 2020’ – e il Lingotto; a Genova i Palazzi dei Rolli – già patrimonio UNESCO – e il teatro Carlo Felice e a Firenze il Palazzo Vecchio – Salone dei Cinquecento – e l’Abbazia di San Miniato.

 

“Nonostante gli ostacoli legati alle particolari contingenze, abbiamo voluto condividere gli sforzi per disegnare un modo nuovo di celebrare il Santo Patrono – dichiarano la Sindaca di Torino, Chiara Appendino e l’Assessore all’Innovazione, Marco Pironti –. Abbiamo voluto trasformare i limiti indotti da questa emergenza in opportunità per valorizzare il patrimonio culturale e artistico torinese, facendo leva sulla vocazione innovativa che caratterizza da anni la nostra città. Siamo convinti che andare oltre la fisicità dei luoghi simbolo, cambiando prospettive e modalità di partecipazione, amplierà l’identità culturale e il senso di appartenenza dei cittadini.”

 

“Genova negli ultimi anni si è ritrovata spesso in piazza a festeggiare eventi di diversa origine e natura – affermano Marco Bucci, Sindaco e Barbara Grosso, Assessore alla Cultura –A San Giovanni non potremo celebrare le nostre ricorrenze in maniera tradizionale ma unirsi a Torino e Firenze con in progetto multimediale darà un nuovo valore ad una giornata importante. Sarà un modo di mostrarci pubblicamente al Paese intero grazie anche alla collaborazione con la Rai. Un momento di grande livello che ci auguriamo possa essere ripetuto già il prossimo anno con il coinvolgimento delle persone nelle piazze. Un ringraziamento sincero ai sindaci e assessori di Torino e Firenze per aver collaborato con noi a questo progetto innovativo!”

Una bella occasione per festeggiare San Giovanni unendo le nostre tre città nel segno della ripartenza e della rinascita – dicono il Sindaco di Firenze Dario Nardella e gli assessori alla Cultura Tommaso Sacchi e al Turismo Cecilia Del Re -. Un modo per rinnovare la tradizione attraverso l’innovazione, superando gli ostacoli legati alla pandemia e le sue limitazioni sociali, ma anche per vivere eventi live di assoluto valore attraverso i nuovi canali digitali. Un viaggio tra i simboli di Firenze e le sue evoluzioni per rilanciare una stagione duramente colpita, ma che può e deve riportare tradizioni e cultura al centro della vita cittadina”.

La festa sarà un grande spettacolo che si trasformerà in un abbraccio virtuale ‘al cubo’, mettendo insieme i contenuti artistici delle tre città che si potranno seguire attraverso un unico collegamento via streaming nel rispetto delle misure di sicurezza anti Covid-19.

Il programma completo sarà presentato nei prossimi giorni in una conferenza stampa dedicata.

Carla Bruni: la diva torinese che incantò il mondo

Bella «come una Diana cacciatrice con gli artigli di velluto», come la definì sagacemente non molti anni or sono Jacques Séguéla, leggendario pubblicitario e collaboratore di quella vecchia volpe di Nicolas Sarkozy, «noiosa», come la ricorda l’arcinota (e ben più trasgressiva) compagna di sfilate Kate Moss.

Carla Bruni, la conturbante Carlà internazionale dalle gambe chilometriche, è ancor oggi una delle top model italiane più amate e conosciute di sempre (seconda solo alla femme fatale per eccellenza, Monica Bellucci, anche lei emigrata in Francia per consolidare la sua fama di vamp ammaliatrice).

Supermodella, cantante, ex Première Dame di Francia, nonché appartenente a una delle famiglie più agiate e potenti della raffinata Torino (proprietaria, tra le altre cose, del castello di Castagneto Po), la giovane Carlà impiega poco a farsi conoscere. A 19 anni abbandona gli studi alla Sorbona di Parigi, città in cui si trasferì alla tenera età di 7 anni, per intraprendere a tempo pieno la remunerativa carriera di modella, sfilando per le più prestigiose case di moda tra cui Christian Dior, Karl Lagerfeld, Yves Saint-Laurent e Chanel, arrivando a sfiorare gli 8 milioni di guadagno all’anno. Nel 1998 calca la sua ultima passerella, preferendo alle estenuanti (senza dubbio) sessioni fotografiche una più tranquilla carriera musicale. Il talento c’è ma non si vede. Intanto a una festa conosce il futuro Presidente francese, Sarkozy, che coglie al volo l’occasione di sponsorizzarsi a livello mondiale chiedendole dopo pochi mesi di frequentazione, tra uno champagne e l’altro, di sposarlo. Carlà sembra accettarlo così com’è, gambe corte incluse. L’unica cosa a cui dovrà dire addio sono i tacchi alti. La ricca ragazzina viziata dell’alta società torinese ha scalato la vetta più alta ed è diventata Première Dame. In barba a tutte noi. A ogni modo, alla fine della fiera, non sono certo stati i suoi anni all’Eliseo a passare alla storia. Che dire di quella femminilità graffiante che esibiva senza remore sulle passerelle più importanti del mondo negli spensierati anni 90? Per rinfrescarvi la memoria, eccovi una carrellata dei suoi momenti migliori nello sfavillante e deliziosamente ipocrita mondo della moda. Un plaisir pour les yeux!

Ilaria Losapio

immortal-beauties.com

Carla Bruni: the diva from Turin who enchanted the world.

Beautiful like «Diana the huntress with velvet claws», as cleverly claimed few years ago Jacques Séguéla, legendary advertiser and collaborator of that wily old fox Nicolas Sarkozy, «boring», as described by the well known (and far more transgressive) colleague Kate Moss. Carla Bruni, the seductive model with neverending legs, is still nowadays one of the most famous and most beloved Italian top models (along with the femme fatale par excellence, Monica Bellucci, who moved to France to strengthen her fame of charmer vamp). Supermodel, singer, former First Lady of France, also belonging to one of the richest and most powerful families of the refined Turin, in Northern Italy (owner of Castagneto Po’s castle), the young Carla reached fame quite quickly. At 19 she abandoned the studies at the Sorbonne of Paris to start a very profitable modeling career, working for some of the most prestigious couturiers like Christian Dior, Karl Lagerfeld, Yves Saint-Laurent and Chanel, earning millions of dollars per year. In 1998 she walked her last runway, preferring a career in music to the chaotic fashion industry. There’s talent but you can’t see it. Meanwhile, at a party, she meets the future President of France, Sarkozy, who immediately seizes the opportunity to gain global visibility by asking her to marry him. Carla seems to accept him as he is, short legs included. She’s only asked to stop wearing high heels. The rich, spoiled girl from Turin’s high society has finally reached the top of the mountain becoming First Lady. A lesson to us all. Anyway, eventually, she didn’t pass into history for her years at the Élysée Palace. What about that scathing femininity she showed off without hesitation on the most important runways during the carefree 90s? To refresh your memory, we have collected for you some of her best moments in the sparkling and delightfully hypocritical world of fashion.
Un plaisir pour les yeaux!

 

Nelle foto:

Carla by Steven Meisel, 1993

Karen mulder, Linda Evangelista e Carla Bruni con Gianni Versace, primavera-estate 1992. Bertrand Rindoff Petroff/Getty Images

foto di Helmut Newton, agosto 1992 

Condé Nast archive

I vent’anni del museo del cinema di Torino

Il Museo Nazionale del Cinema alla Mole Antonelliana compie vent’anni. Inaugurato il 19 luglio 2000 e realizzato su progetto di François Confino, è diventato uno dei musei più visitati di Torino e di tutto il Paese. Una vera e propria istituzione culturale che ha ottenuto importanti consensi a livello internazionale.

Quella del Museo in realtà è una seconda vita poiché l’idea parte da lontano grazie alla passione di Maria Adriana Prolo, la storica nata a Romagnano Sesia che legò il suo nome alla stagione pionieristica del cinema italiano, immaginando e fondando il museo.

Una storia importante che nasce da una piccola annotazione contenuta in un agenda di questa donna dalla straordinaria intelligenza e dalla vasta cultura cinematografica: “Otto giugno 1941: pensato il Museo”. Per tradurre in realtà quel pensiero di vollero un po’ di tempo e tanto lavoro . Nel settembre del ‘58  il museo venne inaugurato  a Torino in un ala di palazzo Chiablese e la Prolo ne fu nominata direttrice a vita. L’avventura terminò venticinque anni dopo, nel 1983, con le sale costrette a chiudere i battenti per carenza di risorse e l’impossibilità di adeguare la struttura alle nuove disposizioni di sicurezza. Quasi un decennio dopo la scomparsa della Prolo, avvenuta nel 1991, il Museo del Cinema risorse dalle sue ceneri come una moderna araba fenice nella nuova e attuale sede all’interno della Mole Antonelliana, monumento simbolo di Torino e “sogno verticale” del grande architetto che quando venne portato a compimento, con i suoi 167 metri e mezzo di altezza, era  l’edificio in muratura più alto d’Europa. Gli allestimenti del museo si sviluppano  a spirale verso l’alto e su più livelli espositivi, dando vita a una presentazione spettacolare delle collezioni  che ripercorrono la storia del cinema dalle origini ai giorni nostri. In una cornice di scenografie, proiezioni e giochi di luce, arricchita dall’esposizione di fotografie, bozzetti, oggetti e  percorsi di visita interattivi si possono scoprire  i segreti della storia del cinema , dal teatro d’ombre e le prime affascinanti lanterne magiche che hanno costituito la preistoria della “settima arte”, ai più spettacolari effetti speciali dei nostri giorni. Il Museo Nazionale del Cinema è stato visitato in questi anni da più di dieci milioni di persone ed è gestito da una Fondazione – presieduta da Enzo Ghigo, ex Presidente della Giunta regionale del Piemonte, che durante il suo governo (con l’assessore alla cultura Giampiero Leo) fece appunto realizzare la nuova sede del Museo alla Mole –  con lo scopo di promuovere attività di studio, ricerca e documentazione in materia di cinema, fotografia e immagine. Una realtà importante, vanto della città e dell’intera nazione, che annovera tra i soci fondatori la Città di Torino, la Regione Piemonte, la Compagnia di San Paolo e la Fondazione CRT, l’ Associazione Museo Nazionale del Cinema e la GTT.

Marco Travaglini