SPETTACOLI- Pagina 173

Tutti, o quasi, i segreti di una Drag Queen

Sabato a Torino, tra carri colorati e bandiere arcobaleno sfileranno anche le Drag Queen. Ma cosa sono esattamente? O meglio chi sono? Ne abbiamo intervistata una: Barbie Bubu.

 

Sono nervosa

 

Una creatura dalla sfavillante parrucca azzurra mi guarda dall’alto del suo metro e ottanta enfatizzato da zeppe bianche vertiginose. Attorno a lei la gente balla, la ferma, le parla. In un attimo ritorna nel personaggio sicuro di sé che coinvolge e diverte. Fa battute, trascina il pubblico che ride.

 

Barbie Bubu, questo il suo nome d’arte, è una Drag Queen. Si esibisce la domenica al Senzafronzoli, una serata con aperitivo e musica sul Lungodora Napoli. Ma cos’è esattamente una Drag Queen? Cosa fa e cosa serve per diventarlo? Portiamo indietro le lancette di almeno due ore. Più precisamente alle 19 di una ormai calda domenica torinese.

 

Arrivo su Lungodora Napoli, parcheggio e la trovo già al tavolino del dehors che affaccia sul fiume. O meglio, lo trovo perché ad aspettarmi c’è Dario. Ha la valigetta dei trucchi aperta e sta già preparando il viso alla lunga trasformazione.

 

Quanto ci metti a prepararti?

Da quindici minuti a due ore, dipende da chi è presente. Se ci sono altre Drag nei paraggi devo essere perfetta. (ride)

La trasformazione avviene sotto gli occhi di tutti. Chiunque può venire, vedere come mi trucco e fare due chiacchiere.

 

Davanti a sé una valigetta piena di trucchi, che però sono sparsi anche sul resto del tavolo, e uno specchio.

 

E cosa usi per truccarti?

Pigmenti, ombretti puri che si trovano nelle profumerie. Ma prima di arrivare a questa routine ho fatto molti esperimenti. Le Drag Queen in passato usavano la colla, poi il borotalco o il sapone di Marsiglia per coprire le sopracciglia. All’inizio usavo anche i kit truccabimbi, hai presente? Quelli che si usano per dipingere i volti dei bambini.

 

E il nome Barbie Bubu come nasce?

 

Ero ad una festa del carnevale 2001 e indossavo una parrucca con nove o dieci Barbie. In cima a tutto avevo conficcato un Ken, il fidanzato di Barbie. Per tutta la sera il presentatore mi chiamò Barbie, e così è rimasto. Quella sera ci fu un concorso che vinsi. Con i mille euro del premio mi pagai l’Atelier di Teatro Fisico di Philip Radice. Provai tutte le discipline, dalla dizione al tip tap. Bubu deriva dal clown interpretato da Philip Radice che rimanda a un orso tenero e dolce. È un nome che mi hanno dato, non l’ho scelto io, però mi rappresenta a pieno.

 

Forse però dovrei chiederti come nasci come Drag Queen.

Con la voglia di fare. Che era solo mia. Dopo quella serata proseguii. Feci molti stage, l’ultimo con Eugenio Allegri, morto di recente, maestro della Commedia dell’Arte. Però la mia storia inizia ben prima, dal teatro di strada dove facevo il trampoliere. O forse dovrei andare ancora indietro nel tempo, quando facevo pattinaggio artistico a rotelle. Sono stato atleta e istruttore di pattinaggio, tesserato Coni, con cui ho anche lavorato. Poi nel 2001 iniziai a fare la Drag Queen e a un certo punto smisi. Il pubblico però mi cercava, io avrei potuto proseguire e fare il teatrante ma sono tornato a fare la Drag Queen.  

 

E invece come nasce il fenomeno Drag Queen?

Secondo me è una disciplina che deriva dalla Commedia dell’Arte, quando gli uomini si travestivano da donne perché alle donne era vietato fare spettacoli.

 

E tu hai anche una scuola in Santa Rita per diventare Drag Queen.  

Esatto, e organizziamo anche eventi di ogni tipo. Dalle serate ai workshop per aziende. E non hai idea di quanto la gente si diverta a vestire i nostri panni per un giorno o qualche ora.

 

Dimmi qualcosa di questa scuola. Cosa si insegna?

 

Tutto. Come ci si trucca, come ci si veste, come ci si atteggia e come si preparano i vestiti o le parrucche. E poi insegniamo a stare su un palco, ad avere percezione di sé stessi e degli altri. Forniamo una formazione a tutto tondo che include anche dizione, portamento, funzione della quarta parete, bilanciamento del palco. L’obiettivo della scuola è proprio quello di fornire tutto ciò che serve per fare spettacolo e intrattenimento. Tutto declinato in chiave Drag.

 

E quali sono le caratteristiche che bisogna avere?

Umiltà ma anche un forte ego, quella sensazione per cui “ti senti figa”. Che in fondo hai, altrimenti smetti di fare la Drag. Ci vogliono anche autostima e grande forza d’animo. Può sembrare un controsenso, ma quando sali su un palco da Drag Queen, ti senti nuda perché il pubblico ti giudica. La prima cosa a cui pensa è: ma è gay?

 

Ecco appunto, una Drag Queen è gay?

Non necessariamente. Ci sono eterosessuali che fanno le Drag Queen o le donne, che fanno le Bio Drag Queen. Chiunque può vestire i panni di una Drag Queen che sostanzialmente è una diva, l’esagerazione della soubrette, un’eterna Wanda Osiris.

 

Barbie, ma a livello personale ti ha creato problemi fare la Drag Queen?

Si. In passato, molte relazioni sono naufragate perché il mio partner mi diceva: o me o la Drag. Oggi fortunatamente non è più così.

 

E Torino come accoglie questo fenomeno?

La ricezione è stata positiva sin dall’inizio, ma devo dire che nei primi tempi mi esibivo in locali gay. Oggi invece porto la Drag in teatro, organizzo il concorso di Miss Drag Queen Piemonte e Valle d’Aosta e mi chiamano anche per fare la testimonial durante eventi. Ho collaborato anche con brand. Uno studio di Hair Style mi ha chiamato per fare la ragazza immagine durante la tappa di Santena del Giro d’Italia. Qualcuno mi ha fermato per dirmi che ero l’attrazione più bella dell’evento. (ride)

 

Le Drag stanno uscendo dai piccoli locali. Ora hanno persino una loro trasmissione, Drag Race da poco sbarcata anche in Italia.

E la vincitrice di Drag Race Italia sarà il nuovo Ambassador di Max Factor. Sono in molti a cercarci, avvicinarci e a seguire i nostri corsi. Grazie a Drag Race io co-conduco anche una trasmissione televisiva su Primantenna.

 

Beh, a me le Drag mettono di buonumore. Sembra di avvicinare una fata madrina.

A scuola la figura della Drag si ispira a quella dei clown. Come i clown abbiamo abiti sgargianti, parrucche, trucco marcato. Ma al posto del papillon indossiamo gioielli. E tacchi vertiginosi.

 

Ci sono stati momenti difficili?

(Fa una pausa e mi fissa per qualche secondo, poi riprende con il trucco e la chiacchierata). Molti han provato a cambiarmi. Mi dicevano di non mettere la parrucca bionda, per esempio, perché ricordavo troppo Platinette. Ma io sono rimasta fedele a me stessa. E poi la Barbie è bionda.

 

Questa sera però Barbie Bubu indossa una parrucca Blu intonata ad una mise bluette e bianca. Ci siamo trasferite in camerino. Sull’abito mette una giacca dello stesso colore che era della sua mamma. La indossa per la prima volta, non senza emozione. La cosa che più mi colpisce non è solo quanto sia variegato e sfaccettato questo mondo, ma quante emozioni, anche contrastanti, riesco a percepire in lei. Ho visto la grinta, la generosità nel raccontarsi, ma anche il pudore nello svelare chi c’è sotto una maschera. E poi la sicurezza mente avanza verso il pubblico.

 

Sono le 21, la nostra chiacchierata è terminata, Barbie Bubu è pronta per entrare in scena. Sale le scale, prende un microfono, saluta il pubblico e si muove sicura tra una battuta e l’altra. Io la lascio e vado a prendere qualcosa da bere, perché quando si alza il sipario, un artista non è più tuo. È del suo pubblico.

 

La incrocio dopo un po’, continua a sorridere, ma quando le chiedo come sta, per una frazione di secondo si fa seria, quasi impaurita. E mi dice quelle parole: sono nervosa. Alla fine è tutto lì, una, nessuna e centomila. Un solo personaggio portato in scena da mille autori: l’uomo fragile, l’artista spavaldo, la diva esigente, il figlio malinconico. Puoi afferrarli? Per qualche effimero secondo si, ma solo se decidi di avvicinarti senza pregiudizi.

Loredana Barozzino

Asd dancing school, un nuovo grande successo

Dopo il grandissimo successo che ha visto esibirsi sul palcoscenico del Teatro Superga di Nichelino 80 ballerini il 3 giugno in sold out, l’ asd dancing school Lunedi’ 13 Giugno ha replicato lo spettacolo “Tra inferno e Paradiso” presso piazza Perlasca ad Orbassano

Un grandissimo successo anche questa serata vista l’affluenza e i numerosi complimenti ricevuti, l’asd Dancing school diretta da Alessandra Colucci dopo aver vinto numerose competizioni nel corso di quest’anno accademico tra cui un importante concorso internazionale che ha visto protagoniste la compagnia della scuola Experiance dance project e la solista di soli 8 anni Aurora Giannelli è adesso impegnata in un importante campionato nazionale con alcuni gruppi della scuola che si terra’ a Roma la prima settimana di Luglio.
Un altro importante traguardo per un’allieva della Asd dancing school Aurora Piazzolla (20 anni) che ha superato una pre selezione per il programma televisivo Amici di Maria De Filippi con una coreografia pluripremiata di Alessandra Colucci dal titolo “contatto” e sara’ impegnata a breve con le selezioni ufficiali presso gli studi del programma di Mediaset.

“Collisioni 2022” Ritorna ad Alba il Festival “Agrirock”

Tutto dedicato ai giovani. Inizio effervescente con l’attesissimo Blanco

Da sabato 9 a domenica 17 luglio

Alba (Cuneo)

Nei giorni scorsi la presentazione in Regione Piemonte, ancora capofila (insieme, fra gli altri, al Comune di Alba, alle Fondazioni CRC e CRT con Banca d’Alba) nella realizzazione del Festival, che fra meno di un mese, dal 9 al 17 luglio, tornerà ad accogliere il grande pubblico, in versione interamente made in Italy, in piazza Medford ad Alba. Edizione speciale speciale, “Collisioni 2022” sarà quest’anno interamente dedicata ai giovani. Ne sono attesi – dicono gli organizzatori – più di 50mila, provenienti da tutt’Italia. L’obiettivo è quello di realizzare per loro un grande happening musicale, per festeggiare finalmente la prima estate di “normalità” dopo due anni di chiusure di concerti, scuole, attività ricreative e sportive. “Verso i giovani– hanno sottolineato il presidente della Regione, Alberto Cirio, e l’assessore regionale alla Cultura e al Turismo, Vittoria Poggi – abbiamo un debito come comunità, essendo stati proprio loro i più frenati nel percorso più delicato della loro formazione durante la pandemia. E a loro diciamo grazie, così come agli organizzatori, agli sponsor e all’amministrazione per avere mantenuto alta l’asticella della qualità di questa edizione con ospiti che sapranno infiammare l’entusiasmo di un pubblico che arriverà da tutta Italia e non soltanto”. Partenza, dunque, sabato 9 luglio, allorché la line up del Festival ospiterà l’unica data estiva in Piemonte (il concerto è già sold out da giorni) dell’attesissimo Blanco, preceduto da un live di gIANMARIADomenica 10 si prosegue con i Pinguini Tattici Nucleari preceduti da La Rappresentante di Lista (ormai un tormentone la loro “Ciao ciao” presentata all’ultimo Sanremo). Mentre sabato 16 luglio, sarà la volta di “Tutto Normale”, la grande giornata del Festival, nata da un’idea degli studenti di Alba e organizzato da “Collisioni” in collaborazione con “Banca D’Alba”, per consentire a tutti i giovani presenti di assistere a 5 concerti con un solo biglietto5 ore non stop di live che vedranno susseguirsi ininterrottamente sul palco alcuni dei nomi attualmente più osannati dalle nuove generazioni, da Madame a Tananai a sangiovanni fino a Frah Quintale e Coez. In chiusura, domenica 17 luglio, il concerto-spettacolo del famoso Stand-up Comedian Valerio Lundini accompagnato ad Alba dalla band I Vazzanikki, anche loro amatissimi dai giovani. A corollario del Festival – e sempre in un’ottica di particolare attenzione ai giovani – da segnalare anche il progetto speciale “La generazione delle idee” che (con la collaborazione di Fondazione CRC, che quest’anno festeggia i suoi trent’anni) ha permesso di coinvolgere nell’ambito di “Collisioni” migliaia di studenti della provincia di Cuneo, con laboratori e incontri in presenza a partire dal mese di marzo per la preparazione di videointerviste, workshop di fotografia, Social e radioweb, per rendere protagonisti proprio gli under 30 all’interno delle giornate del Festival. “Collisioni”, infine, anche quest’anno non perderà il suo carattere di “Festival Agrirock”, ospitando le eccellenze del territorio, dal latte piemontese (“Latterie Inalpi”) distribuito in forma di Yogurt ai prodotti di filiera corta di “Confederazione Italiana Agricoltori Cuneo” fino ai vini del “Consorzio Asti Docg”, bollicina ufficiale di “Collisioni”.

I biglietti di “Collisioni” (tranne per il concerto di Blanco, ormai esauriti) sono disponibili online su “Ticketone” e sugli altri circuiti o presso i punti vendita autorizzati.

Per ulteriori infowww.collisioni.it o press@collisioni.it

g.m.

Nelle foto:

–       Blanco

–       La Rappresentante di Lista (Ph. Gabriele Giussani)

Alle Vallere Crazy magic show con il mago più alto del mondo 

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Venerdì 17 giugno alle 21.30 presso la Cascina delle Vallere, Crazy Magic Show, un vero e proprio irreality show con il mago più alto del mondo.

Primo appuntamento del Festival estivo Summerland Fest, curato da Santibriganti Teatro a Moncalieri.

Quando magia fa rima con Follia; Sereno Magic si destreggerà abilmente tra illusionismo e arti del varietà, il pubblico può essere sicuro di una cosa soltanto: tutto quel che accade sul palco è autenticamente falso! Prodigi improbabili e strampalate magie caleranno gli spettatori in un’atmosfera surreale, generando situazioni paradossali, da cui scaturiscono irrefrenabili risate. Lo spettacolo è scritto e realizzato da Marco Sereno, vero mattatore che si destreggia abilmente tra illusionismo e arti del varietà.

Serata ad ingresso libero, pensata per famiglie, adatta a bambini e in grado di divertire spettatori di ogni età.

Gli appuntamenti di Summerland Fest di Santibriganti Teatro proseguiranno fino al 2 settembre, al Giardino delle Rose e alla Cascina delle Vallere di Moncalieri. Spettacoli, concerti e matinée per i bambini allieteranno l’estate moncalierese. Inseriti nel grande palinsesto culturale Moncalieri Summer Experience della Città di Moncalieri. Gli eventi serali alterneranno teatro, musica, danze tradizioni, comicità e spettacoli di magia.

Nell’estate 2021 Santibriganti ci ha deliziato con Corte Palestro, quest’anno portiamo le loro produzioni al Giardino delle Rose e a Cascina Le Vallere, dove diventeranno con il cartellone Summerland Fest una parte significativa della proposta culturale complessiva che abbiamo organizzato per l’estate – sintetizza l’assessore alla Cultura Laura Pompeo – Lo spettacolo dal vivo rimane uno dei modi più belli per ritrovarsi e per passare del tempo insieme nei luoghi più belli di Moncalieri”.

Applausi per le musiche di Rolfini

Domenica scorsa, 12 giugno 2022 alle ore 16.30 presso l’auditorium del convento di “San Domenico” situato in via San Domenico n.1 a Chieri (Torino), si è tenuto il concerto per violoncello e pianoforte con le musiche composte da Antonio Rolfini. L’evento è stato organizzato dal Frate Priore Filippo Rubini in collaborazione con il gruppo artistico chierese Liber Art Life in occasione della giornata conclusiva della mostra di pittura intitolata “PERCORSI DI LUCE”. Gli esecutori (Simone Montanari al violoncello e Antonio Rolfini al pianoforte) hanno proposto un programma che ha rivelato una molteplicità di stili, (spaziando dal Tardo-Romantico al Blues, dal Newage alle sonorità contemporanee). Il numeroso pubblico presente e gli organizzatori sono rimasti molto soddisfatti: hanno dimostrato con lunghi applausi di avere ampiamente gradito l’esibizione proposta. Una giornata all’insegna dell’arte quindi, un connubio vincente tra musica e pittura che ha voluto rappresentare il germoglio di eventi futuri.

Estate a Rivoli Città Turistica

Al via il 17 giugno un fitto calendario di appuntamenti per l’ estate.

Si chiude il 24 luglio.

 

 

 

E’ in programma un’estate ricca di appuntamenti per regalare a rivolesi e visitatori giornate animate, nelle quali scegliere tra cultura, divertimento e promozione del territorio.

“Sono orgogliosa di affermare che la Città di Rivoli è finalmente diventata a tutti gli effetti una città turistica. – afferma il Vice Sindaco Laura Adduce – Una città valorizzata per il suo patrimonio artistico e culturale, ricca di appuntamenti di grande richiamo nelle varie zone del territorio cittadino. Lo sappiamo tutti, inutile negarlo, dove c’è turismo, c’è lavoro. Questo è l’obiettivo, far conoscere il nostro territorio in tutto il Piemonte e non, rilanciando sempre di più l’economia locale. Dobbiamo rendere la nostra città sempre più bella e interessante. Come potrete vedere il cartellone estivo della Città di Rivoli è sempre più ricco di appuntamenti. Vi aspettiamo in città con tante sorprese e novità!”. Il calendario è denso di iniziative che si susseguiranno a partire dal 17 giugno, fino al 24 luglio.

Le vie del centro storico di Rivoli ed alcune piazze saranno animate, dal 17 al 19 giugno, da band, artisti e musicisti itineranti che si esibiranno gratuitamente nell’ ambito della “Festa Europea della Musica” organizzata da TurismOvest.  L’ evento internazionale, giunto alla quindicesima edizione, coinvolge contemporaneamente numerose città. Non  mancheranno momenti ed angoli di degustazione enogastronomica che creeranno l’ ambientazione estiva ed il clima ospitale tipico degli eventi di strada: sarà infatti presente uno Street-Food in piazza Martiri sempre nelle giornate del 17-18-19 giugno.

Dal 17 Giugno riprenderà anche il servizio serale del trenino Rivolzonzo che nel weekend della Festa della Musica osserverà i seguenti orari: venerdì 17 giugno h. 21-23, sabato 18 giugno h. 17-19 e 21-23, domenica 19 giugno h. 17-19.

Fino al 24 luglio tornerà la spiaggia in città con Rivoli Beach. Ci saranno nei pressi di Piazza I Portici: campi da beach volley, area gioco e relax, sdraio per prendere il sole e gonfiabili per bambini. Al Parco Salvemini sarà allestita l’arena musicale e teatrale per l’animazione dei fine settimana dal 25 giugno al 24 luglio. Sul palco si esibiranno diversi artisti grazie anche alla collaborazione con l’Istituto Musicale di Rivoli e l’Associazione Campotheatro.

Anche il Parco di Palazzo Piozzo di Rosignano si trasforma in ‘teatro di eventi’ ed ospita  dal  18 giugno al 17 luglio,  la 18esima edizione di “BAM ON TOUR 2022”- Biennale d’arte moderna e contemporanea del Piemonte e di “SCULPTURA 2” (seconda edizione dedicata alle scultrici).

Vi saranno esposte con il titolo “Sculptura 2”, le opere scultoree di artiste della generazione post poverista ed altre “mid career”.

Questi i nomi:  Sarah Bowyer, Tegi Canfari, Matilde Domestico, Mavi Ferrando, Paola Malato, Marina Sasso, Marcella Tisi, Luisa Valentini e la giovane studentessa dell’Accademia Albertina Xie Xintong. Un doveroso omaggio alla creatività femminile, colonna portante ed a lungo sottovalutata dell’avanguardia artistica.

A fare da corollario della mostra, curata da Riccardo Ghirardini ed Edoardo Di Mauro, un ricco  programma di eventi collaterali: performance artistiche  e musicali, fashion shooting.

Inaugurazione: sabato 18 giugno dalle 16,00 alle 19,00 presso Parco di Palazzo Piozzo di Rosignano in via Capello 3.

Performance: sabato 25 Giugno ore 17,00.

Performance artistica: Marcella Tisi con i musicisti dell’Associazione di Promozione Sociale “MUSICA INSIEME” di Grugliasco.

Performance pittorica: Chen Li.

Fashion Shooting tra le sculture: sabato 2 luglio ore 15.00-19.00. Le artiste invitate sono: Malaika di Barbara Ebbli, Schè di Chiara Schembari, Olesea Suharenco e l’artista ucraina Ivanna Shumska.

Sempre nei giardini di Palazzo Piozzo di Rosignano, in contemporanea, si dipanerà anche il programma intitolato “I CAFFE’ DI PALAZZO PIOZZO”  fra Musica, Arte e Socialità, organizzato  dall’ Istituto Musicale Giorgio Balmas di Rivoli. Dal 19 giugno al 15 luglio:  concerti, conferenze, presentazione libri ed esposizioni con ingresso gratuito. Gli appuntamenti in calendario avranno luogo dalle 17,30 alle 19,00.

Nel week-end dal 22 al 24 luglio, il programma degli appuntamenti estivi della Città di Rivoli si chiuderà con il “Festival d’ Estate” organizzato dalla Pro Loco di Rivoli in collaborazione con Cuochi Master in piazza Aldo Moro.

Da venerdì 22 luglio, in piazza Aldo Moro, per tre giorni, ci saranno i gazebo di Cuochi Master per proporre ai visitatori Quality Street Food (cucine dal mondo e dalle regioni d’ Italia), le giostrine ed i gonfiabili per i bambini, le bancarelle degli artigiani e spettacoli. Alla sera ci sarà lo spettacolo delle fontane danzanti e luminose.

La sera di sabato 23 luglio, la musica sarà protagonista con una Tribute band a Laura Pausini.

Domenica 24 luglio sarà possibile salire sulla Mongolfiera ed alla sera un altro concerto con Tribute Band a Zucchero.

“Hot Club ed Turin” al Torino Jazz Festival

Soavi suonano ancora le note di quel tempo antico, quello capace di cullare le tradizioni, dove musica significa casa, unione, contenuto, valenza , libertà, essenza  di popoli davvero capaci di muoversi e vincere anche grazie al virtuosismo di chi, forse persino inconsapevolmente, fa dello stesso armonia, obbiettivo di vita e di virtù.
Un po’ come faceva il grande Django Reinhardt del clan Sinti Manouche. Un musicista gitano dall’estro innato, capace di far  scuotere il cuore del suo popolo e di far   vibrare una Parigi degli anni ’20,  ’30 e ’40, fino allo scioglimento del Quintette du Hot Club de France, lo storico gruppo capeggiato dalla chitarra di Django Reinhardt e dal violino di Stephane Grappelli.  Un gruppo che rese  celebri i  palchi del  gypsy jazz manouche contaminato con il jazz americano, il più eccellente e variegato. Uno stile musicale cadenzato, in cui trovano la massima espressione gli strumenti a corda come in primis la chitarra acustica, il violino, la fisarmonica, il contrabbasso e il clarinetto, tipiche formazioni delle band gitane.
Django rimane tutt’oggi il  capostipite di una storia antica che porta il tatoo di un genere musicale inconfondibile e inaffondabile. Tanti grandi artisti  contemporanei lo hanno emulato, continuando anche oggi a comporre sui loro pentagrammi contaminazioni davvero variopinte fra di loro.
La sonorità e la creatività espressiva dello swing degli anni trenta con il filone musicale del valse musette francese ed il virtuosismo eclettico gitano, danno davvero luogo ad armonie dal sapore altamente spettacolare, capaci però di rendersi magiche alle commistioni musicali anche di altri generi, facendo nascere nuove tendenze dal sapore decisamente interessante e travolgente, in grado di far battere il cuore.
Per questo che oggi, in occasione della  manifestazione musicale di prestigio del Torino Jazz Festival, che si protrae ormai dal 2012, famosa a livello internazionale, Diego Borotti, straordinario direttore artistico del TJF, sceglie un gruppo di giovani e talentuosi musicisti che decidono di  ricreare  il mitico gruppo “Hot Club de France”. Loro, per questo particolare evento, portano il nome di “HOT CLUB ED TURIN”. Punto di riferimento del gruppo è Giangiacomo Rosso, musicista emergente, punto di riferimento della chitarra manouche a Torino e protagonista di svariati altri progetti nel mondo del jazz, che riscontra , grazie anche alla riscoperta del più puro vocabolario stilistico e sonoro di Django Reinhardt,  un grande successo sul panorama musicale gypsy jazz manouche.
Le composizioni musicali di Giangiacomo Rosso si presentano assai virtuose, eclettiche e accattivanti. Questa musica, accarezzata dall’ispirazione di Django Reinhardt  è la “sua” musica,  come gli arrangiamenti  che lui sa far balzare all’orecchio non solo dei più esperti  in materia ma anche dei neofiti di questo genere musicale. Le sue melodie variegate rammentano le tradizioni del jazz manouche più verace, ma anche di quello  contemporaneo. Lui e i suoi compagni di viaggio,  hanno davvero la capacità di sussurrare al pubblico una preparazione musicale mirabile, ma anche accompagnata dalla sensibilità di un cuore capace di trasmettere ai suoi ascoltatori una passione musicale davvero unica  nella sua integrità.
Giangiacomo Rosso, con l’Hot Club ed Turin,  si accompagna quindi oggi con una formazione davvero affiatata con la quale è nata una sinergia complice e appassionante.
Insieme a lui troveremo quindi il fidato Michele Millesimo al contrabbasso, alla ritmica delle chitarre Manuel Baudino e Andrea Bottelli, quest’ultimo veterano del genere , dal tocco swing, cullato dalle sonorità vintage degli Harlem Swing Society. Infine Stefano Ivaldi, o dovremmo dire Stephane, figlio d’arte e solista d’eccezione, che in questo contesto parlerà con un delicatissimo linguaggio puramente jazz, applicato alla carezza del suo violino.
L’Hot Club ed Turin, ci regalerà nuovamente un salto alle origini, con un romanticismo davvero sorprendente, capace di esaltare con sonorità contemporanee il vero sapore dell’ascolto, affascinandoci con la sua originalità, nell’allegria incontenibile di un ritmo sofisticato ma al tempo stesso leggero e spensierato. Durante l’ascolto di questa musica, nell’incanto della sua magia,  balzeranno alla nostra mente panorami  verdi, gioiosi e incontaminati, dove chitarre uniche nel loro genere, sfilano su bateau mouche lungo la Senna,  tra le mani di grandi e piccini,  quasi inconsapevoli della loro virtuosità , ma capaci di tramandare  con allegria la vita in musica, nella cultura colorata di una storia che ha davvero tanto da raccontare per le sue gioie e i suoi dolori.
Grazie a questa manifestazione unica nel suo genere, organizzata dall’impeccabile organizzazione del TJF (Torino Jazz Festival ) e sostenuta dalle varie Associazioni Musicali, come in questo caso quella di Torino : Associazione Jazz Manouche Django Reinhard  Torino, che senza alcun scopo di lucro, con passione e tenacia, sostengono da anni questi meravigliosi e talentuosi artisti,  Torino riesce fortunatamente ancora a mantenere la sua storia più antica, nel rispetto di una città che da anni si batte per mantenere la sua tradizione musicale e il suo valore inconfondibile, fiore all’occhiello di una notorietà che negli anni ha  davvero saputo fare la differenza.
Sosteniamo quindi tutti loro con la nostra presenza, per formare un pubblico numeroso e davvero attivo, capace di acclamarne il più autentico significato della musica, nel rispetto di un valore  imprescindibile e non solo un optional….perché la musica non è solo cultura, ma è vita!
Monica Chiusano
Gli “Hot Club ed Turin” si esibiranno, come da programma evidenziato sul sito del TJF, nella data del 15.06.2022 nel locale “Rabezzana” situato in via San Francesco D’assisi 23/C,   alle h. 19.00.

Erminio Macario a centoventi anni dalla nascita

Erminio Macario, a centoventi anni dalla nascita, è il protagonista di numerose iniziative organizzate dall’Associazione Linguadoc e sostenute dal Consiglio regionale del Piemonte.

Uno dei momenti clou è la serata-evento: Ciak si gira, La Mole di Macario dedicato ad Erminio Macario che si terrà presso il teatro Gobetti, il 17 giugno alle ore 20.45.

“Abbiamo voluto – precisa il regista Giulio Graglia – rendere omaggio ad una delle figure più autorevoli del panorama artistico torinese. Il coinvolgimento di alcuni dei compagni di viaggio più affezionati – una fra tutti Margherita Fumero – con i loro ricordi, insieme alla condivisione con i due figli del comico – Mauro e Alberto- e al supporto istituzionale del Consiglio regionale del Piemonte, è stato il motore per fare decollare tanti momenti, uno diverso dall’altro, che hanno il compito di riportare alla luce la verve, la professionalità e la torinesità di un grande protagonista del dopoguerra. Memorabili i suoi sketch, le sue trasmissioni in RAI, i suoi spettacoli dal vivo. Ma anche il suo essere testimonial del famoso panettone (con la glassa fatta a mano alla nocciola piemontese IGP) Galup, la storica azienda pinerolese di cui quest’anno ricorre il Centenario dalla fondazione (per opera di Pietro Ferrua e sua moglie Regina)”. “Galup da sempre la parte alta del panettone” questa era una delle frasi che concludevano lo spot pubblicitario, l’allora Carosello.

Sul palcoscenico del teatro di via Rossini 8, ci saranno oltre alla FumeroArturo BrachettiValerio LiboniArturo BrachettiBruno QuarantaFranco BarberoDanilo Bruni che, coordinati dallo stesso Graglia (“avevo pochi anni quando mio padre mio accompagnò nel suo camerino, dopo uno spettacolo all’Alfieri, ci accolse e mi fece la dedica con il famoso autografo con il ricciolino. Conservo gelosamente quella foto”) faranno rivivere al pubblico la magia del varietà, il genere a cui si ispirò Macario. Filmati originali, forniti dalle Teche RAI, brani inediti e sketch live.

Ricordare Macario e la sua importanza per Torino e per il Piemonte è il desiderio del presidente del Consiglio regionale del Piemonte, che precisa come pochi nomi siano rimasti impressi nella memoria collettiva come sinonimo di ‘torinesità’ quanto quello del geniale uomo di spettacolo Erminio Macario. Un artista che ha saputo italianizzare il torinese, rendendo famosi in tutto il Paese il temperamento, i modi di dire locali e una tipica inflessione dialettale. Ma la sua versatilità va ben oltre il simpatico ruolo della ‘macchietta’, perché Macario ha saputo incarnare in sé un’ intera epoca, quella del teatro di rivista e di varietà, da lui dominato per decenni.

La serata è ad ingresso gratuito ma è necessaria la prenotazione al seguente link

https://www.eventbrite.it/e/biglietti-ciak-si-gira-omaggio-ad-erminio-macario-353857175337

Salvo disposizioni ministeriali diverse, si prega di munirsi di mascherina FFP2, obbligatoria per assistere allo spettacolo.

Linguadoc ringrazia le Teche Rai, il Centro studi del Teatro stabile di Torino, il Consiglio regionale del Piemonte e tutti gli attori e amici che si sono resi disponibili per la kermesse dedicata all’indimenticabile Erminio Macario.

Pirandello e Shakespeare ma anche gli autori dei giorni nostri

Presentata la nuova stagione del Teatro Stabile di Torino

Sono importanti i numeri, importantissimi. E si è visto con quanto orgoglio e passione la dirigenza dello Stabile torinese snoccioli i propri dinanzi alla sala del Gobetti affollata di pubblico e addetti ai lavori alla conferenza stampa di presentazione della stagione. Sono da sottolineare come vessillo di fiducia quei 440 abbonamenti già sottoscritti senza ancora conoscere quei titoli che avrebbero sviluppato il calendario; su 49 titoli programmati 31 sono scritti da autori viventi e volti ai temi del presente, 9 le produzioni esecutive (si riprenderà “La tempesta” messa in scena da Alessandro Serra per portarla a luglio ad Avignone nel programma del più importante festival teatrale del mondo, quindi in Polonia, in Ungheria, in Svizzera, in Turchia e ancora in Francia: tutto a riaffermare la volontà di esportare il proprio lavoro e di confrontarlo con quanto succede in molti paesi esteri) e 11 le coproduzioni. Saranno settecentosei le alzate di sipario in sede e in tournée, “alle attività di produzione, ospitalità, formazione e ricerca destiniamo oltre la metà del bilancio, una cifra pari a 6,5 milioni di euro; per dare una misura della ricaduta occupazionale della nostra attività, il personale dipendente e scritturato maturerà nella prossima stagione quasi trentamila giornate lavorative”, sottolineano il presidente Lamberto Vallarino Gancia e il direttore Filippo Fonsatti; senza dimenticare che “saranno coinvolti, con perfetta parità di genere, 54 dipendenti a tempo indeterminato e determinato tra impiegati e tecnici, oltre a 300 artisti, collaboratori e tecnici scritturati.
Particolarmente significativo è il dato anagrafico degli scritturati, i due terzi dei quali ha meno di quarant’anni”, come a dire che il TST si sposta sempre più verso una corroborante vena giovanile. Lavoro e traguardi che lo pongono, unico teatro italiano, a far parte di mitos21, il Gotha dei teatri europei, oltre a sedere per un secondo mandato nel consiglio direttivo della European Theatre Convention, organismo di rappresentanza di oltre cinquanta teatri del continente; “inoltre siamo felici di annunciare che il nostro progetto artistico triennale è stato riconosciuto al primo posto dal Ministero della Cultura tra quelli dei Teatri Nazionali e dei Teatri di Rilevante Interesse Culturale Italiani”.
Ma si sa, i numeri, oltre ad essere sì concreti ma tremendamente aridi, non sono tutto quando si decide di immergerli in una sala teatrale, con o senza velluti rossi, quando si ha la possibilità di rivedere le stelle e le sale piene, di gustare una tranquillità e una programmazione dove “l’anima poetica del teatro torna quindi a respirare e ritrova i suoi ritmi più regolari”, come s’illumina il direttore artistico Valerio Binasco. Siamo “Out of the blue” – la ragazzina con il suo ‘puppy’ è l’immagine che ci accompagnerà per una intera stagione, la foto è di MK Slowinski – ma il “fuori” è testimoniato da un elenco di titoli che attraversa pressoché l’intera storia del teatro, guardando ai classici paludati e a grandi importanti tappe dell’Ottocento e del Novecento per arrivare ai giorni nostri, quell’oggi dove su un fiammeggiante red carpet sfilano Romeo Castellucci e Pippo Delbono, Stefano Massini (“Storie” con improvvisazione jazz di Paolo Jannacci e Daniele Moretto) e Melania Mazzucco, Raffaele La Capria (“Ferito a morte”, premio Strega 1961, per la regia di Roberto Andò, “un diario romantico” nella Napoli del dopoguerra), Mimmo Borrelli e Francesco Niccolini, sino ai giovanissimi Liv Ferracchiati, Emanuele Aldrovandi, Matthias Martelli e Diego Pleuteri (ventitreenne, affidato alle cure di Leonardo Lidi, 34, per “Come nei giorni migliori”, ovvero dare una risposta a domande del tipo di cosa si compone un amore? che cosa significa amare? per l’occasione poste al centro di una coppia al maschile). È necessario un humus che tranquillizzi e convinca, che sia pieno di linfa, che porti in sé autori e testi di tutto rispetto, di gran peso. 
Lo sguardo s’allarga all’area angloamericana, dove troviamo Lucy Kirkwood (“The children”, un incidente nucleare coinvolge e sconvolge le vite di due scienziati, Elisabetta Pozzi e Giovanni Crippa), Patrick Marber (“Closer”, scritto nel 1997, ha avuto una trasposizione sullo schermo di successo con Mike Nichols, oggi l’interprete e regista è Fabrizio Falco; e “Don Juan in Soho”, rivisitazione del dissoluto di Molière, che nella Londra di oggi fa il dj), David Moore, Alexander Zeldin (che dirige la quasi ottantenne Marie Christine Barrault in “Une mort dans la famille”, testo da lui scritto e diretto per l’Odéon parigino) e Enda Walsh (“Lazarus”, scritto in collaborazione con David Bowie e seguito ideale di “L’uomo che cadde dalla luna”, avrà le sembianze di Manuel Agnelli); per segnalare ancora l’argentino Claudio Tolcachir con il Piccolo di Milano, il francese Daniel Pennac (“Storia di un corvo” con Giuseppe Cederna) e la bosniaca Tanja Šljivar.
Guardando alle produzioni di casa, Valerio Binasco s’è ritagliato il compito di riscoprire un testo scritto da Melania Mazzucco circa vent’anni fa per la radio e premiato al 53° Prix Italia come miglior radiodramma dell’anno, “Dulan la sposa” (la storia di una coppia in luna di miele, tormentata dal fantasma di una ragazza morta nella piscina del loro condominio) e affronta “I sei personaggi” pirandelliani, uno dei capolavori del nostro Novecento, nell’intento di scoprire quanto ancora di ignorato e di non espresso ci possa essere in quel gruppo d’attori, tra umanità e maschere, tra parole costruite e vita reale. Filippo Dini, regista residente, apre la stagione il 3 ottobre al Carignano con “Il crogiuolo” (1952) di Arthur Miller, testo poco rappresentato, dove nei personaggi delle seicentesche “streghe di Salem” si lessero in trasparenza le delazioni e le condanne dell’America maccarthista; ed esplora il continente nordamericano di oggi con “Agosto a Otage County” dello statunitense Tracy Letts, premio Pulitzer e Tony Award nel 2008, candidature Oscar per due superbe Meryl Streep e Julia Roberts nel film firmato da John Wells), uno scampolo di famiglia d’oltreoceano che avrà tra gli interpreti Giuliana De Sio. Leonardo Dini, regista associato, oltre al titolo di Pleuteri, proporrà “Il gabbiano” di Cechov e “La signorina Giulia” come spettacolo ospite. La regista ungherese Kriszta Székely, anche lei regista associata in cerchia TST, dopo un non troppo convincente, forzatamente modernizzato “Zio Vanja”, sceglie per la stagione “Riccardo III” di Shakespeare, con l’aiuto di (attesissimo, lui sì) Paolo Pierobon, in attesa noi di sapere dovrà vorrà condurci questa volta; e ci offre pure una rilettura dell’ibseniano “Hedda Gabler”, coprodotto con il Teatro Katona di Budapest.
Ancora In un panorama di albori teatrali, sulla strada tracciata in questo finale di stagione dal dittico “Ifigenia/Oreste” di Euripide, arriveranno “Orestea”, ovvero la triade Agamennone Coefore Eumenidi di Eschilo, proveniente da Siracusa per la regia di Davide Livermore, e tratto da Sofocle Gabriele Vacis proporrà “Antigone e i suoi fratelli”, simbolo di una gioventù, universale e senza tempo, capace di opporsi al potere precostituito e ai compromessi.
Tra le tante ospitalità “Servo di scena” di Ronald Harwood con Geppy Gleijeses, Maurizio Micheli e Lucia Poli, “Spettri” di Ibsen interpretato da Andrea Jonasson e diretto dal lituano Rimas Tuminas, “Il mercante di Venezia con Franco Branciaroli e “Maria Stauarda” di Schiller, diretto da Livermore, dove Elisabetta Pozzi e Laura Marinoni si scambieranno i ruoli di Maria e l’avversaria Elisabetta di sera in sera, “Uno sguardo dal ponte”, ancora Miller, interprete e regista Massimo Popolizio con il Teatro di Roma. Per le festività natalizie promessa di risate con “Mine vaganti” che Ferzan Özpetek ha tratto dall’omonimo suo film, interpreti Francesco Pannofino, Iaia Forte e Simona Marchini.
Elio Rabbione
Nelle immagini, l’immagine che accompagna la stagione; Valerio Binasco, direttore artistico del TST; momenti tratti da “Servo di scena”, “Spettri”, “Orestea” e “Mine vaganti”, durante le festività natalizie al teatro Carignano.

Torino a tempo di Jazz: 50 appuntamenti per la decima edizione del Tjf

La decima edizione del Torino Jazz Festival – un progetto della Città di Torino realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino, Main Partner Intesa Sanpaolo e Iren, con il contributo di Fondazione CRT, OGR Torino, ANCoS e Confartigianato Imprese Torino – si svolgerà dall’11 al 19 giugno.

Nove giorni di programmazione e oltre 50 eventi.

In calendario una panoramica sulle diverse declinazioni del jazz, dal mainstream ai nuovi linguaggi improvvisativi, passando per il rock, l’avanguardia, il nuovo progressive europeo e l’elettronica. Nel Main Stage si alterneranno grandi nomi internazionali, produzioni originali, prime italiane ed europee. La sezione Jazz Cl(H)UB coinvolgerà i jazz club della città, 27 gli eventi in cartellone, divisi tra esibizioni, jam session tematiche e altre forme di espressione artistica, con particolare attenzione ai musicisti emergenti.

Non mancheranno incontri, le conferenze, i Jazz Blitz che porteranno il jazz a chi non può raggiungere i luoghi di concerto, coinvolgendo giovani allievi delle scuole di musica e del Conservatorio e, infine i Torino Jazz Meetings, punto di incontro e scambio di esperienze. I luoghi del TJF saranno le Officine Grandi Riparazioni, il Conservatorio Giuseppe Verdi, l’Auditorium del grattacielo Intesa Sanpaolo, il Teatro Vittoria, il Tempio Valdese e i jazz club della città.

Diretto dai musicisti Diego Borotti e Giorgio Li Calzi, il festival, ormai tra i più importanti a livello  internazionale, ha visto aumentare di anno in anno il consenso del pubblico e, anche in questa edizione, continuerà a dedicare ampio spazio a produzioni originali create appositamente per l’occasione, che daranno modo agli spettatori di assistere a eventi unici, oltre, naturalmente a concerti, in prima nazionale, di star del jazz.

“TJF 2022, nella sua decima edizione, rilancia la socialità intorno al grande jazz, riproponendo il format dei cinque palinsesti tra loro integrati, interrotto nei due anni trascorsi – dichiara Diego Borotti –. L’attività dei Main Stage propone un’alternanza di grandi nomi internazionali, produzioni originali, prime italiane ed europee e focus stilistici. Una programmazione lontana dalle logiche dell’heavy-rotation e attenta alle eccellenze artistiche del nostro Paese. Il palinsesto Jazz Cl(H)UB produrrà 27 eventi divisi tra concerti, jam session tematiche, incroci multidisciplinari con altre forme d’arte. Gli incontri, le conferenze, i progetti speciali proporranno chiavi di lettura guidate alla storia e all’estetica del jazz, agli innesti con altre arti o tecnologie, alle implicazioni antropologiche e sociali di una forma d’arte profondamente connessa alla realtà da cui è generata. I Jazz Blitz contribuiranno a combattere l’isolamento culturale valorizzando al contempo i giovani allievi delle migliori scuole jazz cittadine. I Meeting metteranno in scena una giornata di conferenza regionale e una nazionale, dedicata in questa edizione all’incontro con MIDJ. Sarà di nuovo possibile creare il proprio percorso di lettura stratificata che permetterà di entrare e uscire dai 5 palinsesti scegliendo il percorso che si preferisce per attinenza o per opposizione. Improvvisando un gioco dalle mille possibilità, come la pratica costitutiva del jazz analizzata da Alessandro Bertinetto nella conferenza ‘Filosofia dell’Improvvisazione’ si potrà partire, per esempio, dal tema generazionale dei gruppi di ventenni di Mixtape o di Always Know Quartet e, per opposizione, arrivare ai decani Milton Nascimento e Buster Williams, che lega la sua presenza a ‘Mingus 100’ celebrato con quattro eccellenti ‘bass solo concert’, sfidando l’ilare luogo comune. Da qui, in tema di grandi maestri scomparsi, il viaggio potrebbe passare dal concerto ‘The Golden Age’ della Torino Jazz Orchestra che ha per oggetto la grande musica di Armando Trovajoli, il quale potrebbe guidarci verso il tema delle grandi formazioni come la CFM Big Band, la JCT Big Band o la FFM Jazz Faculty che celebra Cesare Pavese e, in tema di cultura americana, conoscere il sound di Chicago di Chanda Rule o Tad Robinson. Auguro quindi a ciascuno di provare a generare il proprio ‘filo rosso’, di cercare nel programma la declinazione stilistica alla quale è più affezionato e di lasciarsi incuriosire da altre mai considerate prima. Buon TJF 2022!”.

 

“Ci si chiede sempre di più, sbigottiti davanti a drammatici eventi che ci rendono improvvisamente fragili, se i nostri lavori siano utili o no e, nello specifico, quale può essere il senso di un festival musicale in condizioni così totalizzanti come quelle che stiamo vivendo da qualche anno dichiara Giorgio Li Calzi –. Mi piace pensare, rispondendomi, che i lavori di tutti noi rientrino in un contesto globale di responsabilità etica e che l’arte abbia un ruolo curativo, per la meraviglia che suscita, per il rito della visione o dell’ascolto, per il bagaglio che un libro o una musica lasciano in noi. Anche solo questi pochi momenti basterebbero a fermare per un attimo una società e un’economia autolesionista, frutto di umane competizioni. Il jazz ha sempre rappresentato la libertà e la fusione tra le comunità e le culture. E proprio questa è la nostra filosofia, per riuscire a vivere con consapevolezza e partecipazione un pianeta drammaticamente e meravigliosamente vivente. La nuova edizione del Torino Jazz Festival cerca di approfondire alcuni elementi che stanno intorno a noi, anche quelli extra-musicali che potranno rivelarsi cardini di nuove musiche. Proprio per questo il programma ha sempre un carattere contemporaneo e cerca di non chiudersi in un genere, ma è aperto a cambiamenti, differenze e ascolti. Qualcuno potrebbe chiedersi che attinenza ci può essere tra il jazz e una poetessa e rapper come Kae Tempest, un reporter di guerra e giornalista come Domenico Quirico, in dialogo con John Vignola, uno scrittore come Jonathan Coe in concerto con Artchipel Orchestra, una danzatrice come la canadese Sandy Silva insieme ai torinesi Ananasnna, un organista contemporaneo come il norvegese Ståle Storløkken, una big band di Helsinki, la UMO, con Jimi Tenor, e un incontro con artisti afroitaliani curato dallo scrittore Fabio Geda. Tutto questo rappresenta una piccola fetta socio-culturale di un mondo che ci piace raccontare anche se facciamo un festival di jazz, ma anche questo è jazz, cioè un linguaggio attuale in costante mutamento. Insieme all’unicità degli spettacoli, produzioni originali, primi concerti italiani e europei, l’attenzione per il territorio, per il sociale, per le scuole di musica e per gli operatori della nostra città che resistono per tutto l’anno anche senza di noi, ma noi siamo con loro, il prezzo popolare dei biglietti…. tutto questo fa la decima edizione di un festival internazionale e cittadino, il Torino Jazz Festival 2022”.

 

Torino Jazz Festival, in questa edizione, ricorda, a cento anni dalla nascita, la figura di uno dei giganti della storia del jazz, Charles Mingus (1922-1979), contrabbassista, pianista, scrittore e compositore, un maestro capace di lasciare un segno indelebile nella cultura del Novecento.

Per celebrare un personaggio complesso come Mingus, sono in calendario concerti con quattro maestri assoluti del suo strumento d’elezione, il contrabbasso, oltre che appuntamenti con la letteratura, graphic novel e teatro.

Tra i tantissimi eventi e concerti si segnalano, sabato 11 giugno, nella giornata inaugurale del Festival, oltre al ricordo mingusiano i concerti nei jazz club tra cui un’originale rilettura di un grande classico della musica contemporanea, “In C” di Terry Riley rielaborato da un quartetto di musicisti torinesi, Berts, Chirico, Dellapiana, Mazza, ai sintetizzatori modulari.

Inoltre, in collaborazione con Fondazione Circolo dei lettori e Salone internazionale del Libro Torino, si potrà assistere all’incontro con lo scrittore inglese Jonathan Coe che racconta al pubblico la sua doppia passione per la letteratura e la musica intervistato dallo scrittore torinese Giuseppe Culicchia.

Domenica 12 giugno continuano gli appuntamenti e i concerti dedicati a Mingus, al Conservatorio Giuseppe Verdi, Jonathan Coe, in versione musicista e compositore, ospite alle tastiere, della Artchipel Orchestra, diretta da Ferdinando Faraò, mentre tra i concerti nei club, quello di Tad Robinson, uno degli esponenti di punta del soul blues contemporaneo.

Lunedì 13 giugno al Conservatorio Giuseppe Verdi, in prima italiana, in collaborazione con la Reale Ambasciata di Norvegia, l’incontro tra il trio norvegese Elephant 9 di Ståle Storløkken, pianista preferito di Terje Rypdal, membro dei gruppi Supersilent e Motorpsycho, con il celebre chitarrista svedese Reine Fiske dei Dungen scatena una miscela esplosiva di prog contemporaneo, jazz e avant rock. Continuano anche in questa giornata i tanti concerti nei club.

Martedì 14 giugno un interessante Jazz Talk nei Laboratori di Barriera con la presentazione degli esiti di una ricerca condotta sul pubblico di MiTo SettembreMusica e Torino Jazz Festival e il concerto, in prima nazionale, nel Tempio Valdese di Ståle Storløkken, in un’insolita esibizione all’organo liturgico.

Mercoledì 15 giugno alle OGR è in programma uno degli appuntamenti più attesi del Torino Jazz Festival 2022, la prima data europea del tour One Final Music Session di Milton Nascimento, un eroe assoluto della musica brasiliana, un cantautore celebrato nel mondo per la potenza espressiva con la quale ha rinnovato il ricco repertorio del suo paese. Una grande festa, per il suo addio ai palchi, che riunisce un gruppo di musicisti affiatati, ancora una volta stretti intorno al suo talento indiscusso. Mentre, all’Auditorium grattacielo Intesa Sanpaolo, Chanda Rule, prima nazionale, l’ennesima gemma prodotta da quella autentica miniera di talenti vocali rappresentata dal Southside di Chicago. La sua voce ammaliante riprende standard jazz e brani di New Orleans in chiave contemporanea. Di notevole interesse, al Circolo dei lettori, il Jazz Talk, ‘La Luce e i Buio’, la musica e i grandi temi della contemporaneità, con Domenico Quirico, giornalista, scrittore,  inviato de La Stampa, che conversa con John Vignola, giornalista, critico musicale e conduttore radiofonico di Radio1.

Giovedì 16 giugno, alle OGR, la Torino Jazz Orchestra rende omaggio alla musica di Armando Trovajoli e alla sua vocazione per il jazz. La big band diretta da Fulvio Albano con gli arrangiamenti di Franco Piana, ci regala un’inedita versione per orchestra jazz dell’opera di Trovajoli, che pone in risalto la sua vena creativa. Completano la formazione Dino e Franco Piana: due importanti solisti, amici e collaboratori storici di Trovajoli, ideali interpreti della sua musica. Sempre alle OGR, Buster Williams, uno dei maestri del contrabbasso contemporaneo. Ha collaborato con Herbie Hancock, Art Blakey, Herbie Mann, McCoy Tyner, Dexter Gordon, Roy Ayers sensibile con grandi voci quali Bobby McFerrin, Sarah Vaughan, Nancy Wilson e Betty Carter. Si presenta al TJF, alla guida di un quartetto affiato dove spicca la presenza di una autentica star della batteria come Lenny White.

Venerdì 17 giugno, alle OGR, produzione originale, quattro artisti che hanno saputo ritagliarsi un proprio spazio attraverso un linguaggio unico: Jan Bang è il ‘signore delle macchine’, producer tra i più amati al mondo, Arve Henriksen, caposcuola del sound norvegese, alla tromba evoca gli echi dei fiordi mentre i timbri originali di Roberto Cecchetto fanno di lui un elemento essenziale al gruppo. Il gesto, l’azione e il silenzio sono tratti caratterizzanti del percussionista e del performer totale Michele Rabbia. Sempre alle OGR, Jason Lindner con Now Vs Now, in questa occasione, appositamente ideata per il TJF 2022, il trio ospita il chitarrista, polistrumentista e compositore Kurt Rosenwinkel, collaboratore tra gli altri di Brad Meldhau e Donald Fagen insieme al talento in ascesa della producer e songwriter partenopea LNDFK.

Sabato 18 giugno, alle OGR, il TJF accende i riflettori su Trixie Whitley, giovane cantante, batterista, bassista, tastierista e autrice di talento, già front-woman del gruppo di culto Black Dub di Daniel Lanois e figlia del songwriter Chris Whitley, con cui ha debuttato da bambina, suonando dal vivo e registrando in molti suoi album. Ha collaborato con star della musica internazionale da Robert Plant a Marianne Faithfull, passando per Me’shell Ndegeocello. Per la sua ‘prima’ italiana porta a Torino il suo songwriting venato di mille influenze, tra elettronica blues, rock e jazz. Sempre alle OGR, un evento imperdibile, Kae Tempest, performer, rapper, writer, voce riconosciuta delle inquietudini giovanili, ha vinto numerosi premi per le sue opere poetiche, narrative e musicali (Leone d’argento nel 2021 alla Biennale Teatro di Venezia). Il suo romanzo d’esordio The Bricks That Built the Houses è stato un bestseller del Sunday Times e i suoi album sono stati nominati per il Mercury Music Prize. Kae Tempest a Torino presenta in prima nazionale il nuovo album, TheLine Is A Curve, un lavoro che si interroga a fondo sul senso della vita.

Domenica 19 giugno il Torino Jazz Festival chiude l’edizione 2022 con un’escursione al Castello di Rivoliin Collaborazione con Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea -. Il trombettista e compositore Ramon Moro, suona in solo una composizione originale, ideale colonna sonora per le opere esposte al III piano Manica Lunga, parte della mostra Espressioni con frazioni. alle OGR, grande chiusura con un’altra prima nazionale, Jimi Tenor e UMO Helsinki Jazz Orchestra.

Jimi Tenor è un talento eclettico. Il compositore e polistrumentista finlandese suona sassofoni, flauti, tastiere, strumenti di propria invenzione ed è contemporaneamente fotografo, regista, disegnatore di moda. Tenor aggiorna costantemente gli ingredienti mescolando il tecno jazz degli esordi all’elettronica dalle sfumature pop dei dischi successivi, fino all’afrobeat.

La UMO in Finlandia è un’istituzione: dal 1975 ha registrato 60 album, agisce come una sorta di orchestra nazionale di jazz e collabora con oltre cento artisti ogni anno, proponendo un repertorio vario, trasversale. Quando la UMO e Tenor si incontrano accade sempre qualcosa di straordinario.

Lunedì 20 giugno, infine, un evento speciale al Cinema Massimo, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema, The Migration Dance Film Project di Marlene Millar e Sandy Silva (Canada).

Il Migration Dance Film Project nasce dalla settennale collaborazione creativa tra due artiste pioniere nel rompere le convenzioni proprie alle rispettive pratiche artistiche: la regista di film di danza Marlene Millar e la coreografa di danza percussiva Sandy Silva. Un’esplorazione attraverso 7 cortometraggi, con una trama ancorata al tema della migrazione, che seguono un cast di dieci danzatori-cantanti in cui lo spettatore viene avvolto da canto, ritmo e movimento in un viaggio poetico, musicale, fisico e visivo.

La visione dei film è introdotta da un incontro con le autrici a cura dell’Associazione COORPI.

Il Festival terminerà con il TJF PARTY JAM all’Amen bar.

 

 

 

 

 

BIGLIETTERIA:

c/o Urban Lab piazza Palazzo di Città 8/F

da sabato 14 maggio lunedì/sabato 10.30/18.30 chiusa giovedì 2 giugno aperta tutti i giorni da lunedì 6 a domenica 19 giugno

tel + 39.011.01124777 nei giorni e negli orari di apertura della biglietteria

 

Sono previste formule di abbonamento

 

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