SPETTACOLI- Pagina 173

Il senso di Laura Pompeo per la musica

L’assessore alla cultura di Moncalieri ha presentato la XXIV edizione del Moncalieri Jazz Festival che partirà il 30 ottobre con un impatto green.

“Platone diceva che la musica è per l’anima ciò che la ginnastica e per il corpo”.
“Credo che in questo periodo di attenzione a ciò che ci fa star bene ne abbiamo  messa più che in passato. Mi fa particolarmente piacere che il Moncalieri Jazz Festival tocchi anche luoghi nuovi per questa manifestazione, luoghi però in cui lavoriamo e che sono segni della rinascita post Covid.  In primis il parco Le Vallere e il Giardino delle Rose del Castello Reale, dove abbiamo realizzato due seguitissime rassegne estive.
Apprezzo particolarmente il fatto che il festival abbracci il tema del verde e si connetta così al nostro grande progetto “Moncalieri città nel verde”, nato nel 2015, in tempi “non sospetti”.
Tutto questo non può che farci star bene, non può che creare benessere. Ogni cellula ha corde che possono essere messe in risonanza dalla musica che è bellezza, armonia, equilibrio, salute. Eventi come questo ci aiutano a riposizionarci, a scoprire parti di noi, a stare meglio, a riportare valore alla musica  che ci aiuta a sognare e a creare il nostro sogno. Buon sogno a tutti!”

Così l’assessore alla cultura di Moncalieri, Laura Pompeo, apre la conferenza stampa dedicata al Moncalieri Jazz Festival.

Dal Green Jazz Day a Fred Buscaglione, da Astor Piazzolla a Dante e Beatrice gli omaggi della nuova edizione diretta da Ugo Viola che celebra il jazz dei grandi artisti in un cartellone con varie proposte e cornici musicali.
La XXIV edizione del Moncalieri Jazz Festival si svolgerà dal 30 ottobre al 14 novembre, con il sostegno della Città di Moncalieri, della Regione Piemonte, della Fondazione CRT e con  il Patrocinio del Consolato d’Italia di Basilea e il Comites di Basilea. Come di consueto la manifestazione si svilupperà su due filoni principali: Aspettando Il Festival e il Festival vero e proprio. Non sarà più La Notte Nera del Jazz a dare inizio a questa edizione, bensì il “Green Jazz Day” con un concerto ad impatto “ZERO” che utilizzerà tecnologie d’avanguardia. Questa giornata iniziale si terrà sabato 30 ottobre presso la Cascina Le Vallere, dove il gruppo  Magasin Du Cafè si esibirà in un concerto denominato “Concerto a Pedali”, ovvero autoalimentato dall’energia prodotta da un componente del gruppo, il quale pedalerà per tutta la durata del concerto, dando l’energia sufficiente ad alimentare l’audio e le luci per tutto il gruppo musicale. Domenica 31 ottobre il nostro festival è inserito all’interno della manifestazione “Fiorile” al Giardino delle Rose del Castello Reale di Moncalieri, dove si terrà un concerto aperitivo con i Rhythm and Bones e alle ore 18 si concluderà la giornata al Teatro Matteotti di Moncalieri con il Concerto di Gegè Telesforo 4tet in collaborazione con il Torino Jazz festival Piemonte. A proposito di Green, da quest’anno il MJF inizierà una collaborazione con l’Otium Pea Club all’interno del Green Pea, un grande spazio dove uno dei punti fondamentali è trasferire il valore del Rispetto dal senso del dovere a quello del piacere, sempre con libertà e leggerezza, dando energia ai tuoi pensieri. In questa location, saranno inseriti due concerti, il primo con il quartetto Doctor Jazz e il secondo con il Denitto/Conti duo. Questa collaborazione continuerà anche dopo il Festival, dando così origine ad una stagione di Concerti settimanali denominata Jazz on the Roof, che vedrà protagonista uno strumento diverso ogni mese, partendo con il Saxofono nel mese di Novembre.

Saranno questi concerti a dare il via agli appuntamenti musicali, mentre Il Festival vero e proprio, nelle serate conclusive vedrà avvicendarsi grandi nomi del jazz nazionale ed internazionale.

Questa edizione festeggerà i ventiquattro anni del Festival, traguardo che proietta il festival nel terzo decennio della manifestazione. Anche quest’anno continuerà, come nelle precedenti 23 edizioni, a stimolare, a consolidare e a sviluppare nella comunità cittadina, la conoscenza culturale e musicale. Come sempre il Moncalieri Jazz Festival si vuole contraddistinguere per la sua anima anticipatrice ed innovatrice.

Ci saranno altre 2 serate dedicate a due centenari di spicco:
“Fred Buscaglione” (nato a Torino) non solo cantante ma un musicista a 360 gradi.

“Astor Piazzolla” (figlio di emigranti italiani in Argentina), l’uomo che diede origine al “Nuevo Tango”

Per il concerto dedicato a Buscaglione con la serata “Che Notte Questa Notte!!!” saranno coinvolti Fred Chiosso e gli “AsterVjas”, gruppo musicale più rappresentativo ad interpretare il repertorio dell’artista.
Il concerto dedicato ad Astor Piazzolla invece, vedrà coinvolti tantissimi artisti, per primo il fisarmonicista Ugo Viola (nonché il Direttore Artistico del MJF), il quale, per festeggiare anche i suoi 60 anni, ha voluto invitare artisti a lui legati a vario titolo.

Il MJF 2021, oltre ai Concerti che si terranno all’Auditorium Rai di Torino, alle Fonderie Teatrali Limone, al Giardino delle Rose del Castello Reale di Moncalieri, arriverà anche in altri luoghi di interesse storico della città e nelle sedi delle associazioni che operano sul territorio comunale.

Acquisto on-line con carta di credito www.ticket.it/moncalieri
Sito ufficiale:
www.moncalierijazz.com

“Fiati all’opera”, la stagione della De Sono

Interamente riservato agli strumenti a fiato il concerto inaugurale della trentatreeesima stagione della De Sono

 

Il concerto inaugurale della stagione De Sono è  interamente riservato agli strumenti a fiato e reca il titolo “Fiati all’opera”, in programma giovedì 28 ottobre prossimo alle 20.30 al teatrotorinese Vittoria, in via Gramsci 4.

Protagonisti un gruppo di strumentisti dell’Associazione, chiamati a interpretare trascrizioni per fiati di celebri pagine operistiche e pezzi originali di Mozart, Francaix,  Bizet, Poulenc e Gershwin.

Il concerto nasce da una proposta di una ex borsista della De Sono, ora primo fagotto all’Orchestra de Chambre de  Paris, Fany Maselli, che ha desiderato dare rilievo ai fiati e creare un’occasione per far emergere le qualità espressive, l’abilità tecnica e il virtuosismo di chi suona questi strumenti.

Con questa musicista, di estrazione torinese, ma attualmente residente a Parigi, dove è docente al Conservatorio dal 2008, sarà presente un ensemble costituito da borsisti e ex borsisti della De Sono, a partire da Niccolò  usanna, che ha perfezionato lo studio del flauto con Giampaolo Pretto presso l’Associazione “Dentro il suono”, insieme all’oboista Matteo Forla, al corno Stefano Fracchia, al clarinetto Gabriele Mercandelli e alla pianista Michela Sara De Nuccio, vincitrice di vari premi in diversi concorsi e che, con il sostegno dell’Associazione, ha frequentato il Master di secondo livello presso il Koninklijk ConservatoriumBrussel e che ora segue il Master in repertorio liederistico alla Kunstuniversitat di Graz.

Di Wolfang Amadeus Mozart verrà  eseguita l’Ouverture da “Die  Zauberflote”, Il Flauto Magico, nella trascrizione  di Linckelmann, di Jean Francaix il brano intitolato “Quatuor a vent”, di Georges Bizet la Suite dall’opera Carmen, di Francis Poulenc “Sextuor”, il Sestetto per fiati e pianoforte, e di George Gershwin “An American in Paris”, nella trascrizione per fiati di F. Sibold  celeberrimo brano che, attraverso un incontro estremamente originale di stile rapsodico e sonorità  jazzistica, raffigura, meglio di qualsiasi fotografia, il fascino contraddittorio della cultura newyorkese degli anni Trenta.

Mara Martellotta 

 

La prenotazione è  obbligatoria al link di Evenbrite

https://www.eventbrite.it/e/biglietti-fiati-allopera-191105801597

 

Ingresso libero su prenotazione obbligatoria.

 

Tre Sorelle di Anton Čechov. Un viaggio ai confini del testo

Teatro Comunità 2021

 

LE SORELLE

Biografie teatrali

da Tre Sorelle di Anton Čechov

Un viaggio ai confini del testo attraverso i vissuti delle/degli interpreti

 

Regia di Maria Grazia Agricola e Duccio Bellugi Vannuccini

con la collaborazione di Céline Schlotter

 

Una co-produzione internazionale Associazione Choròs, Torino

Université Paris 8, ARTA e Théâtre du Soleil, Parigi

 

dal 27 al 31 ottobre 2021, ore 21

Teatro Marchesa, corso Vercelli 141, Torino

 

 

Con Le Sorelle, L’Associazione Choròs – TeatroComunità 2021 ha ricevuto quest’anno il riconoscimento di “Progetto Speciale” dal MiC Ministero della Cultura – Direzione Generale dello Spettacolo.

 

L’Associazione Choròs arriva al “Progetto Speciale” da un lungo viaggio teatrale nei territori che nel 2011 l’ha portata in Barriera di Milano a Torino, all’interno della cornice del Teatro Marchesa, luogo in cui poter esplorare le potenzialità della propria metodologia: il coinvolgimento dei cittadini e delle cittadine nella creazione teatrale attraverso il racconto biografico.

 

Oggi, questo importante riconoscimento, si accompagna a un ulteriore sviluppo a livello internazionale: Le sorelle è infatti una co-produzione nata dalla collaborazione con Università Paris 8, Associazione ARTA e Théâtre du Soleil di Parigi. A seguito dello stage condotto da Maria Grazia Agricola e Duccio Bellugi Vannuccini nell’ottobre 2019 a Parigi e nel gennaio 2020 a Torino, è stato avviato un processo di ricerca con un gruppo di giovani artisti italiani, francesi ed europei che vede finalmente il suo debutto ufficiale a Torino.

 

Il gruppo di lavoro, partito a gennaio 2020, prevedeva la possibilità di sviluppare il progetto in una serie di tappe, tra Torino e Parigi, durante il corso dell’anno artistico 2020-21. Fino al lockdown e al blocco delle attività artistico-teatrali dal marzo 2020. In quei mesi, nonostante il Teatro Marchesa fosse chiuso, e i partecipanti fossero in isolamento forzato, l’Associazione ha continuato a lavorare al progetto. Nonappena è stato possibile, sono ripartiti i laboratori virtuali con un intenso lavoro condotto nei luoghi della quarantena.

 

 

A ciascun partecipante è stato chiesto di scrivere storie, racconti, lettere rivolte a una persona prescelta. Scritti capaci di evocare la condizione di vita in cui ci siamo trovate/i in questi mesi. Le lettere, editate e rielaborate drammaturgicamente, sono diventate eredità-prodotto di un lavoro intenso lungo l’arco di tre mesi.

Un patrimonio drammaturgico e teatrale – le “Biografie Teatrali” – che s’intreccia in profondità con il testo di Čechov, annullando le distanze. In questa mescolanza e fluidità testuale il flusso di parole diventa un “unicum” in cui diventa impossibile riconoscere le parole delle attrici e degli attori da quelle di Čechov.

 

La drammaturgia è un lungo viaggio insieme in una periferia dell’esistenza sospesa tra sogno, speranza, momenti di felicità e disillusioni. Il passaggio continuo tra italiano e francese rende ancora più intenso ed incalzante il ritmo della scrittura scenica. L’apparente assertività di Olga, la passione delegata all’amore di Masa, l’illusione di un futuro felice di Irina, le visioni di Versinin risuonano nei racconti e nelle immagini delle persone in scena. Queste svelano, attraverso e insieme al testo di Čechov, i propri desideri e i sogni di un altrove possibile.

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TeatroComunità 2021

Le Sorelle

Biografie Teatrali

Da Tre Sorelle di Anton Čechov            

Un viaggio ai confini del testo attraverso i vissuti delle/degli  interpreti

Regia di Maria Grazia Agricola e Duccio Bellugi Vannuccini

Con la collaborazione di Céline Schlotter

In scena e autori                     Marianna Barbaro, Marie Beau, Isabelle Baron, Olivier Becker, Sara                                                       Cesaretti, Alba Galbusera, Federica Gamba, Gabriella Inglese, Olivia                                                    Kryger, Antonio Ruggiero, Céline Schlotter, Antonio Verdini

Contributo musicale                Ali Ghasemi

Disegno luci                            Cristian Perria con la collaborazione di Francesco Serra

Riprese video                          Andrea Deaglio Mu produzioni audiovisive

Fotografie                               Gaetano Toldonato

Co-produzione                        Associazione Choròs, Torino

Université Paris 8, ARTA e Théâtre du Soleil, Parigi

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INGRESSO 10 euro // ridotto 7 euro

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA

infochoroscomunita@gmail.com

345 1445550 // 346 9509347

www.choroscomunita.com

 

Non più un giocattolo, Nora prende consapevolezza di sé

Casa di bambola” di Ibsen ha inaugurato la stagione dello Stabile, repliche sino al 31 ottobre

Pare esserci un settimo personaggio in questa ibseniana “Casa di bambola”, modernamente intesa e messa in scena (l’autore la scrisse durante un soggiorno ad Amalfi, nel 1879), diretta da Filippo Dini, con cui il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale ha inaugurato – con autentico e meritato successo – la propria stagione. Un simbolismo di troppo, quell’albero che viene a sostituirsi ad un più comune albero di Natale, il pino delle nostre infanzie, colorato di addobbi, e che affonda le proprie radici nel salotto di casa Helmer per alzarsi verso il cielo. È al centro della bella scena che il regista ha richiesto a Laura Benzi, bella e piena di tonalità bianche, di luci pronte ad accendersi per le feste, di una felicità senza pensieri che sarà presto appannata. Ma è un albero che per l’intera rappresentazione finisce col rivelarsi ingombrante, superfluo, con la pretesa di rispecchiarsi nelle parole veterotestamentarie (“dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare”), recitate all’inizio dai coniugi travestiti a mo’ di marionette, parole che gettano un velo scuro tra l’uomo e la donna. Insuperabile: e quanto lo sia, senza tentativi di ravvicinamenti, Dini ce lo mostra chiaramente, nella posizione distanziata in cui pone Nora e Torvald nella confessione di lei del finale.

È l’unica nota che ci pare stonata di un’edizione calibrata, innovativa, dove non si vuole in primo luogo sbandierare quel manifesto del femminismo – la ribellione della protagonista, la porta sbattuta, l’abbandono della casa e dei figli – caro a tanti registi, quanto piuttosto un’analisi sincera e approfondita del rapporto uomo/donna. Un rapporto che per Nora già inizia nella casa del padre, falsato, che sempre l’ha trattata come una bambina, rapporto che è continuato con e dopo il matrimonio con Thorvald. Un matrimonio felice in apparenza, una condizione economica invidiabile, ancor più adesso che lui è divenuto direttore della banca in cui lavora, la vita quotidiana dettata da un ritmo frenetico, che coinvolge tutti e che si ispessisce in un periodo che vede compere e preparativi e pacchetti piovere tra le pareti di casa. Nell’aria festosa del Natale s’allarga però una macchia scura, il ricatto dell’impiegato Krogstad, che Thorvald vorrebbe licenziare per far posto ad una vecchia amica di famiglia, al quale un tempo Nora, tacendo ogni cosa al marito e falsificando la firma paterna, aveva richiesto una ingente somma. Il denaro era stato restituito ma l’aguzzino non cede, se non verrà cancellato il suo licenziamento, racconterà tutto quanto. Nel momento culmine dello spettacolo, Dini affida alla danza sfrenata di Nora, una tarantella agitata in un costume rosso fuoco, tappa dei preparativi delle festività, il segnale della consapevolezza e della ribellione, la presa di coscienza della donna nei confronti del lungo comportamento del marito nei suoi confronti, quel suo averla considerata sempre una bambola, un giocatolo di cui servirsi. Non è questo soltanto il momento più elettrizzante ma è il momento più alto della interpretazione di Deniz Özdogan, costruita nel corso della serata per piccoli e grandi tocchi in tutto il proprio infantilismo e nella più completa vacuità, nell’accettazione di uno status che le figure maschili le hanno negli anni costruito e imposto. Scatta la ricerca di una vera identità, la volontà di una autentica affermazione, capisce che è arrivato il momento di costruire la “sua” Nora e l’attrice imbocca il nuovo percorso con una invidiabile sicurezza. Una grande prova. Dini le sta al fianco, quasi con leggera ritrosia nella prima parte, poi prepotentemente afferrando nell’atto conclusivo il suo Thorvald, pronto a salvare il proprio matrimonio e non accorgendosi come sia irrimediabilmente distrutto. Lo vivrà, solo, nel pensiero dei figli.

Con essi, si pone in risalto in maniera ottima la rabbia di Andrea di Casa come Krogstad, come le prove di Orietta Notari, Eva Cambiale e Fulvio Pepe. Un vero successo, sottolineato al termine dagli applausi finali di un pubblico ahimè non troppo numeroso in una delle repliche cui abbiamo assistito. Uno spettacolo che meriterebbe certo un seguito maggiore. Ultima settimana di repliche.

Elio Rabbione

Le foto dello spettacolo sono di Luigi De Palma

Rock Jazz e dintorni Dave Burrell e i Lou Dalfin

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 


Martedì.
Al Blah Blah si esibisce il gruppo del musicista americano Lowell Levinger.

Mercoledì. Al Polski Kot è di scena il gruppo folk Duo Gessemì.

Giovedì. Al Cafè Neruda suona il trio del percussionista Gilson Silveira. Al Circolo della Musica di Rivoli si esibisce Chris Brokaw preceduto dalla cantautrice Marta Del Grandi. Al Magazzino di Gilgamesh suona il bluesman Max Altieri. Al Polski Kot è di scena Alidè Sans.

Venerdì. Al Folk Club suona il pianista jazz Dave Burrell. A Saluzzo al Magda Olivero si esibiscono i Lou Dalfin. Al Cafè Neruda sono di scena i Derby Mates. Al Circolo della Musica di Rivoli, gli Ardecore sonorizzano il classico di Friedrich Wilhelm Murnau “ Nosferatu , Eine, Symphonie Des Grauens”. Al Blah Blah si esibisce  A Copy For Collapse.

Sabato. Inizia “Moncalieri Jazz” con il “concerto a pedali” del quartetto Magasin Du Cafè alla Cascina delle Vallere. Allo Zac di Ivrea è di scena il quartetto Tjuana  Horror Club. Al Folk Club si esibisce Davide Van De Sfroos. Al Cap 10100 è di scena La Municipàl.

Domenica. Allo Ziggy si esibiscono i Bohèmien. Per “Moncalieri Jazz “ al Teatro Matteotti è di scena Gegè Telesforo.

Pier Luigi Fuggetta

Moncalieri inCanta

Percorsi d’autore IV Edizione

Piazza Solferino Live Concert

Domenica 24 ottobre alle ore 21, al Teatro Fonderie Limone, l’Associazione Magica Torino e l’Assessorato alla Cultura della Città di Moncalieri presentano Luigi Antinucci – Piazza Solferino live concert, secondo appuntamento della rassegna “MoncalierIncanta- percorsi d’autore IV Edizione” dopo l’esordio con la prima parte lo scorso 17 luglio a Cascina Le Vallere.

La rassegna musicale dedicata alla canzone d’autore italiana di artisti piemontesi è curata dal cantautore e conduttore radiofonico Luigi Antinucci. Domenica Antinucci sarà sul palco insieme a:

Gianluca Fuiano – batteria

Enzo Orefice – pianoforte

Massimo Camarca – basso elettrico

Bati Bartolio – fisarmonica

Marco Roagna – chitarra

Raffaella Antinucci – Chitarra e voci

Condurrà la serata Paolo Rossi di Radio Reporter Torino.

“L’azione che Magica Torino esemplarmente porta avanti, attraverso Moncalieri inCanta,grazie all’estro e alla passione di Luigi Antinucci, merita un grande plauso per la valorizzazione del patrimonio musicale locale più recente, senza però diventare mai folklore – dichiara soddisfatta l’assessore alla Cultura Laura Pompeo – Con orgoglio sottolineiamo che è nata nella nostra città. E’ un progetto che sosteniamo convintamente come occasione di riscoperta delle tradizioni e occasione di crescita culturale, personale e sociale, in una dimensione che oggi definiremmo glocal”.

“Piazza Solferino è un omaggio a Torino, la città che mi ha adottato e che, con la sua magia, mi ha avvicinato alla musica fin dai miei primi percorsi di vita – sintetizza Luigi Antinucci – La stessa piazza, gli stessi viali che negli anni accompagnarono la mia adolescenza: le panchine, gli amici, i libri di scuola, i primi amori, la chitarra”.

INGRESSO LIBERO

info e prenotazioni

mail: info@magicatorino.it

Opera e Balletto al Regio, una Stagione lunga dodici mesi 

«È con sincera emozione che, a tredici mesi dal mio arrivo al Teatro Regio, annuncio la Stagione d’Opera e di Balletto 2022, una Stagione lunga dodici mesi che ci vedrà tornare finalmente nel nostro Teatro!» dichiara Rosanna Purchia, Commissario Straordinario del Teatro Regio, che aggiunge: «è un sollievo poter tornare al Regio e a prospettive “aperte” e “luminose”, è il nostro ritorno alla normalità, dopo il lungo periodo di angoscia, difficoltà, ma anche di duro impegno. È il nostro ritorno al 100%».

Una riapertura che non solo si realizza grazie al miglioramento della situazione epidemiologica, ma che segna anche il raggiungimento di un grande traguardo: la conclusione della prima e più importante tranche delle opere di adeguamento e rinnovamento dell’impianto scenico del Teatro, lavori che si collocano all’interno del finanziamento di 8,5 milioni di euro messo a disposizione dal Ministero della Cultura, e che porteranno il Regio, nato nel 1740 e uno dei teatri più antichi d’Europa, a essere uno dei più tecnologici del mondo.

Inoltre, tra tutti quelli emanati finora, l’ultimo Dpcm è senza dubbio il decreto più atteso e sperato, perché dà l’avvio ufficiale al ritorno alla normalità: nei teatri, nei cinema, nei musei e in tutti i luoghi della cultura, la capienza consentita di spettatori torna al 100%. Il Ministro della Cultura Dario Franceschini ha dichiarato: «un risultato importante chiesto da tutto il mondo della cultura e condiviso nel Consiglio dei Ministri. C’è una grande voglia di ripartenza, in condizioni di assoluta sicurezza. Continueremo a sostenere il mondo dello spettacolo dal vivo perché è il motore dell’Italia: ritornate a riempire teatri, cinema, musei e concerti!». Un invito che rivolgiamo anche noi del Regio.

Guido Mulè, Direttore generale, afferma: «Desidero innanzitutto ringraziare i Soci Fondatori del Teatro Regio Torino per il supporto. Intesa Sanpaolo, come da tradizione, si riconferma nostro partner per il titolo inaugurale proseguendo il proprio impegno con il Regio nel segno di una lunga collaborazione che vede la Banca accanto al Teatro nella realizzazione delle sue produzioni; e Reale Mutua, che ha scelto di sostenere la produzione del nuovo allestimento di Don Giovanni di Mozart che vedrà il ritorno al Regio del maestro Riccardo Muti. Entrambi questi sostegni assumono un significato particolare, soprattutto in un momento in cui la cultura è ingrediente fondamentale del processo di ripartenza. Senso di gratitudine anche per gli Amici del Regio, che continuano a essere con orgoglio al nostro fianco».

«Anche quest’anno Reale Mutua è al fianco del Teatro Regio di Torino, una delle realtà tra le più prestigiose e innovative del panorama artistico internazionale – dichiara Luigi Lana Presidente di Reale Mutua – La nostra Compagnia, Socio Fondatore del Regio dal 2012, ha il piacere di contribuire alla realizzazione di questa importante Stagione, quella della ripartenza, dopo il complesso periodo che il mondo della cultura ha attraversato a seguito della difficile contingenza legata al Covid.
Siamo quindi lieti di continuare a offrire concretamente il nostro sostegno a favore della tradizione lirica e dell’attività del Teatro Regio, supportando quest’anno il Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart, diretto dal Maestro Riccardo Muti».

Mimì, Norma, Turandot, Donna Anna, Santuzza, Carmen, Floria Tosca, Anna Frank, Svetlana Zakharova: sono donne forti e coraggiose le protagoniste della Stagione d’Opera e di Balletto 2022 del Teatro Regio, che apre sabato 12 febbraio con La bohème di Giacomo Puccini, la nostra opera simbolo che potremo finalmente vedere dal vivo nel nuovo allestimento – realizzato dal Teatro Regio – che unisce la regia, firmata da Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi, a scene e costumi ripresi dai bozzetti e dai figurini originali di Adolf Hohenstein, disegnati per la prima assoluta torinese del 1896 e custoditi dall’Archivio Storico Ricordi. Il maestro Pier Giorgio Morandi dirigerà l’Orchestra, il Coro e il Coro di voci bianche del Teatro Regio. Nel cast voci fresche, adattissime al ruolo, come quelle di Dinara Alieva, Valentin Dytiuk, Valentina Mastrangelo e Biagio Pizzuti. Curatrice delle scene è Leila Fteita, curatrice dei costumi è Nicoletta Ceccolini. L’opera sarà in scena per 10 recite fino al 27 febbraio. Una nuova grande inaugurazione di Stagione che si realizza grazie al sostegno di Intesa Sanpaolo.

Dal 12 marzo, per 6 recite, proporremo Norma di Vincenzo Bellini nell’allestimento, proveniente dal Teatro di San Carlo di Napoli, firmato nella regia da Lorenzo Amato, con la direzione di Francesco Lanzillotta, le scene di Ezio Frigerio e i costumi del premio Oscar Franca Squarciapino. Nel ruolo del titolo Gilda Fiume; nel cast: Dmitry Korchak, Fabrizio Beggi e Annalisa Stroppa.

Dal 22 aprile al 5 maggio, per 7 recite, andrà in scena la grande “incompiuta” del Novecento: Turandot di Giacomo Puccini, nello spettacolare allestimento – realizzato dal Teatro Regio – con regia, scene, costumi, coreografia e luci di Stefano Poda, autore dalla raffinata poetica metafisica e onirica, che per il Regio ha firmato successi come ThaïsLeggenda e Faust. Sul podio salirà il maestro Jordi Bernàcer. Poda ha creato un mondo trascendentale nel quale il gelo di Turandot si scontra con l’ardente passione di Calaf. Lo spazio scenico ben evidenza questo conflitto mentre, nell’impostazione drammaturgica, il personaggio di Liù, terzo polo tra Turandot e Calaf, acquista un inedito spessore teatrale, carico di intenzioni. Nel cast spiccano grandi artisti di fama internazionale: nel ruolo della protagonista Ingela Brimberg, il tenore Mikheil Sheshaberidze nei panni di Calaf, il soprano Giuliana Gianfaldoni come Liù e il basso Michele Pertusi (Timur).

maggiodal 15 al 21, sarà eseguito per la prima volta a Torino La scuola de’ gelosi, dramma giocoso di Antonio Salieri nell’elegante, raffinato e coloratissimo allestimento del Theater an der Wien con la regia di Jean Renshaw e con le scene e i costumi di Christof Cremer. Direttore d’orchestra è Nikolas Nägele; nel cast, David Kerber, Elisa Verzier e Carolina Lippo.

La Stagione d’Opera chiude “in levare” con il grande ritorno del maestro Riccardo Muti che, dal 18 al 26 novembre, per 5 recite dirigerà Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart in un nuovo allestimento del Teatro Regio Torino in coproduzione con il Teatro Massimo di Palermo, firmato da Chiara Muti, con le scene di Leila Fteita, i costumi di Massimo Cantini Parrini e le luci di Vincent Longuemare. Protagonisti del capolavoro mozartiano saranno Luca Micheletti, Eleonora Buratto, Mariangela Sicilia, Giovanni Sala, Alessandro Luongo e Francesca Di Sauro. Siamo fieri e onorati che il Maestro Muti, come aveva promesso, abbia scelto di tornare a lavorare con noi e, questa volta, per un pubblico che lo potrà applaudire dal vivo. La nuova produzione si realizza grazie al sostegno di Reale Mutua.

Dicembre, come da tradizione, è tempo di balletto e ospiteremo la Compagnia di Balletto dell’Opera di Tbilisi per ben 16 date: dal 4 all’11 dicembre Carmina Burana, una nuova creazione su musica di Carl Orff e dal 16 al 23 Lo Schiaccianoci su musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij con la coreografia di Aleksej Fadeečev e Nina Ananiashvili, direttrice della Compagnia di Balletto. Gli spettacoli vedranno il coinvolgimento delle masse artistiche del Teatro al completo: Orchestra, Coro e Coro di voci bianche del Regio che, con i rispettivi Direttori Andrea Secchi e Claudio Fenoglio, saranno coinvolti nell’intera Stagione dimostrando così l’alto livello raggiunto.

Come è noto, da fine maggio a settembre 2022 il Teatro sarà nuovamente chiuso per la seconda tranche di lavori che coinvolgeranno la meccanica di scena inferiore del palcoscenico del Regio e la ristrutturazione degli impianti e delle luci di scena e di sala del Piccolo Regio Puccini. «Il Teatro però non si fermerà – afferma Rosanna Purchia – e ci auspichiamo di poter tornare nello splendido Cortile di Palazzo Arsenale per la seconda edizione del Regio Opera Festival. Dopo il grande successo dell’estate appena trascorsa, speriamo di poter nuovamente abitare e animare con i nostri spettacoli la suggestiva sede del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito in via dell’Arsenale, luogo di grande fascino che si è rivelato ideale come sede estiva sia per il nostro pubblico sia per gli artisti che abbiamo ospitato, e che ci ha permesso di scoprire e far scoprire ai torinesi e ai numerosi turisti una meraviglia settecentesca nel centro della città».

La seconda metà dell’800 sarà la grande protagonista dell’estate 2022. Il 7, 9 e 11 giugno apriremo il Festival con Cavalleria rusticana, il capolavoro di Pietro Mascagni con la regia di Gabriele Lavia e le scene e i costumi di Paolo Ventura. Nel cast ritroveremo Anastasia Boldyreva, Stefano La Colla, Misha Kiria e Agostina Smimmero diretti dal maestro Francesco Ivan Ciampa.

Il 21, 23 e 26 giugno presenteremo un altro capolavoro: Carmen di Georges Bizet, sul podio il graditissimo ritorno del direttore israeliano Daniel Oren alla guida di Orchestra, Coro, Coro di voci bianche del Regio e i protagonisti Ketevan Kemoklidze nel ruolo del titolo, Jean-François Borras, Rosa Feola e Zoltán Nagy. Questo allestimento, con la regia di Paolo Vettori, vedrà l’adattamento e i testi narrati a cura del nostro Direttore artistico Sebastian F. Schwarz, che descrive così l’idea: «dopo il grande successo della Butterfly, andata in scena a luglio scorso, ho deciso di riproporre l’esperienza del racconto di uno dei più grandi capolavori della storia dell’opera e per questo ho rinnovato l’invito all’attore-narratore Yuri D’Agostino, che vestirà i panni del compositore. Spesso mi sono sentito dire che l’opera è difficile, persino noiosa. Mi è capitato più volte di sentirmi chiedere quale sia l’utilità, l’attualità di questa forma d’arte. So che spesso è una domanda provocatoria, ma sono convinto che se si è disposti ad accettare la “sfida”, non è difficile dimostrare quanto l’opera, e le vicende in essa narrate, possano essere importanti e vicine alla vita di tutti noi. Occorre fornire elementi che siano comprensibili al più vasto e variegato pubblico, occorre sapersi rivolgere a tutti, sia agli appassionati sia a chi per la prima volta decide di approcciarsi all’opera lirica. Abbiamo sperimentato la scorsa estate quanto sia utile fornire brevi raccordi narrati per rendere più accessibile e vicino all’esperienza quotidiana degli spettatori un titolo che sembra lontano e avulso dalla realtà. E, si sa, la conoscenza è il primo passo verso la valorizzazione e l’apprezzamento di un’opera d’arte».

Dal 5 al 10 luglio presenteremo Tosca di Giacomo Puccini nell’allestimento del Teatro Regio realizzato in coproduzione con il Teatro Comunale di Bologna, con la regia di Daniele Abbado e la direzione d’orchestra di Stefano Ranzani. Il cast vedrà nel ruolo della protagonista la grandissima Maria Agresta, accanto a lei Giorgio Berrugi nel ruolo di Cavaradossi e Elchin Azizov in quello di Scarpia.

Sempre a lugliodal 26 al 30, tornano l’opera buffa e il regista Mariano Bauduin (che questa estate ci ha fatto scoprire e sorridere con La serva padrona e Pimpinone), che presenterà uno degli ultimi grandi successi della storia del genere buffo: Don Checco di Nicola De Giosa. Scopriremo come “una certa sfacciataggine sia necessaria per cavarsela nella vita”. Direttore è il maestro Francesco Ommassini, tra gli interpreti Domenico Colaianni e Michela Antenucci. Il nuovo allestimento del Regio avrà le scene di Claudia Boasso e i costumi di Laura Viglione.

New entry per il palcoscenico del Regio Opera Festival: il balletto, cui dedicheremo il mese di settembreDall’8 al 10 avremo l’onore di ospitare Svetlana Zakharova, étoile del Bol’šoj e del Teatro alla Scala, amatissima dal pubblico, celebrata dalla critica e richiesta dai maggiori teatri al mondo, che si esibirà insieme al marito Vadim Repin, acclamato violinista e direttore d’orchestra. Nello spettacolo Pas de deux for Toes and Fingers, Repin interpreterà assoli di incredibile virtuosismo, alcuni dei quali vedranno la danza della Zakharova fondersi elegantemente con la musica. Accanto alla “prima ballerina assoluta”, alcuni noti protagonisti del balletto internazionale: da Mikhail Lobukhin a Denis Savi, da Vjačeslav Lopatin a Jacopo Tissi, impegnati in coreografie di Marius Petipa e Asami Maki, Mauro Bigonzetti, Motoko Hirayama, Mikhail Fokine e Johan Kobborg su musiche di Paganini, Saint-Saëns, Händel, Monteverdi, Massenet e altri. Un mirabile spettacolo di danza e un meraviglioso concerto insieme: un’occasione unica per godere della grande musica e delle stelle internazionali del balletto.

Proprio come per il secondo appuntamento di settembre, che chiuderà il Festival dal 14 al 17, con il Béjart Ballet Lausanne impegnato ne L’uccello di fuoco, sulla suite orchestrale di Igor Stravinskij e in Tous les hommes presque toujours s’imaginent. Nella prima coreografia Maurice Béjart nutre, alimenta e rivoluziona questo grande classico del ‘900, come egli stesso affermò: «ritrovando i due elementi choc che furono alla base della creazione: Stravinskij musicista russo, Stravinskij musicista rivoluzionario. L’Uccello di fuoco, fiammante Fenice che risorge, come il Poeta/Rivoluzionario e le idee che non muoiono mai». La seconda coreografia nasce dall’incontro tra Gil Roman, direttore artistico del Béjart Ballet, e John Zorn, uno dei maggiori musicisti e compositori contemporanei americani. L’audacia e la libertà artistica e compositiva di Zorn hanno affascinato Roman che, passo dopo passo, esplora e si immerge nell’universo del geniale polistrumentista.

L’Impegno del Regio prosegue, si rafforza e si struttura. Il progetto prevede di sostenere attività specifiche promosse da enti senza scopo di lucro che operano sul territorio della Regione Piemonte e della Valle d’Aosta. In particolare, il contributo va a progetti di promozione e integrazione sociale, di supporto alle fasce più deboli, di inclusione e autonomia delle persone disabili, di impegno nell’emergenza sanitaria e di tutela ambientale. Per la Stagione 2022, le associazioni potranno fare richiesta sul sito del Teatro entro il 31 dicembre 2021; in questo modo il Regio dedicherà parte dell’incasso delle prove generali.

L’Impegno del Regio per la Stagione 2022 prevede, inoltre, due importanti appuntamenti. Il primo, il 27 e 28 gennaio in occasione del Giorno della Memoria, è Il diario di Anna Frank, un nuovo allestimento del Regio dell’opera-monologo di Grigorij Frid, dall’omonimo Diario, una prima esecuzione a Torino che vedrà Shira Patchornik nel ruolo della giovane protagonista, Giulio Laguzzi sul podio dell’Orchestra del Regio, la regia di Anna Maria Bruzzese e le scene di Claudia Boasso. La produzione si inserisce nell’ambito delle manifestazioni realizzate in collaborazione con il Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà e ha ottenuto il patrocinio della Comunità Ebraica di Torino.

Il secondo appuntamento è un progetto cui il Regio tiene molto: Falcone e Borsellino. L’eredità dei giusti, in scena il 27 e 28 maggio, realizzato nel 30° anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio: una coproduzione che vede uniti, nel segno della memoria, il Teatro Regio Torino, il Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, la Fondazione per la Cultura Torino – MITO Settembre Musica e il Teatro Massimo di Palermo. Una prima esecuzione assoluta che coinvolge il maestro Marco Tutino, autore della musica originale, Emanuela Giordano, drammaturgia e regia, gli attori del Piccolo Teatro di Milano, il maestro Alessandro Cadario sul podio dell’Orchestra e del Coro del Regio, quest’ultimo istruito dal maestro Andrea Secchi. Ha dichiarato Rosanna Purchia: «Sono felice, e credo che questa nostra sinergia su temi così importanti sia un assoluto Valore». «Sono convinto che il confronto tra i diversi autori condurrà alla nascita di un progetto forte e significativo», queste le parole del maestro TutinoEmanuela Giordano aggiunge: «sono davvero grata e felice di essere in questo progetto che vede uniti, in una bella logica di partecipazione, enti, fondazioni e teatri così importanti. Falcone e Borsellino, noi lo sappiamo, non devono solo essere ricordati, devono continuare a essere o diventare anche per le nuove generazioni, un modello, uno stimolo costante, per non arrenderci a tutto quello che degrada e umilia il nostro bellissimo Paese». Chiosa Francesco Giambrone, Sovrintendente del Massimo di Palermo: «è un grande piacere coprodurre con voi, con Mito e con il Piccolo il progetto sul trentennale delle stragi del 1992. Palermo non poteva mancare per mille ragioni e vi ringrazio di averci coinvolti». Ancora Rosanna Purchia: «Questo impegno ha trovato un entusiastico sostegno da parte degli Amici del Regio e di Green Pea, che ringrazio di cuore».

Abitualmente, in occasione della presentazione della nuova Stagione, il nostro pubblico trova una immagine rappresentativa dello spirito e dei grandi temi che in essa sono rappresentati. Quest’anno, abbiamo deciso di coinvolgere l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, e grazie al fattivo coinvolgimento della Presidente Paola Gribaudo, del Direttore Edoardo Di Mauro e all’appassionata competenza dei professori Chiara D’Aleo e Luca Porru, abbiamo appena ricevuto i progetti realizzati da dodici allievi dei corsi di Metodologia progettuale della Comunicazione visiva e di Progettazione grafica. Proposte che dimostrano non solo un grande impegno e una interessante creatività, ma anche quanto il Teatro Regio sia un punto di riferimento culturale importante per i giovani. In questi giorni si stanno valutando tutte le proposte e presto potremo svelare l’immagine della Stagione 2022.
Qualche indicazione fondamentale sugli abbonamenti e i biglietti. Per il dettaglio vi rimandiamo al nostro sito: www.teatroregio.torino.it.

Alla Biglietteria, da lunedì 25 ottobre a domenica 14 novembre, gli abbonati alla Stagione 2019-2020 del Regio possono rinnovare il proprio abbonamento a 7 spettacoli della Stagione d’Opera e di Balletto 2022 e i Gruppi possono acquistare in prelazione gli abbonamenti a 3 spettacoli. Tutti gli abbonamenti saranno messi in vendita libera a partire da lunedì 15 novembre.
biglietti e le card saranno in vendita da sabato 27 novembre alla Biglietteria e online.
Per gli under 30 è prevista una riduzione fino al 65% sugli abbonamenti e del 20% circa su biglietti e card.

Per l’acquisto degli abbonamenti, dei biglietti e delle card è possibile utilizzare i voucher ottenuti a titolo di rimborso per gli spettacoli e i concerti della Stagione 19-20 e annullati causa Covid-19.
Siamo orgogliosi di poter presentare una Stagione così ricca, lunga dodici mesi. Questo lavoro è il frutto di un articolato e assiduo lavoro collettivo, mosso dalla passione e dall’impegno di tutti noi. È stato un anno molto intenso, ma siamo “a riveder le stelle”: il nostro bilancio ha finalmente un segno positivo e proseguono gli interventi necessari ad assicurare al Teatro un rilancio duraturo nel tempo, che poggi su basi finanziarie e organizzative solide e strutturali.

A questo proposito va sottolineato l’impegno della Città di Torino, della Regione Piemonte e del Ministero della Cultura. Un ulteriore riconoscimento al nostro lavoro è dato dal fondamentale apporto dei Soci della Fondazione, dall’appoggio degli Amici del Regio e dal sostegno delle numerose Imprese che continuano a credere nel Teatro Regio.

Un doveroso e sentito ringraziamento va infine al nostro affezionato pubblico che, nonostante le difficoltà e la chiusura forzata, non ha mai smesso di essere vicino al suo Teatro e che continuerà a trovare nel Regio il luogo dove le emozioni diventano realtà.

BIGLIETTERIA
Piazza Castello 215 – Torino
Tel. 011.8815.241 – 011.8815.242
biglietteria@teatroregio.torino.it
Orario di apertura: da lunedì a sabato 13-18.30; domenica 10-14

INFORMAZIONI
Tel. 011.8815.557 – info@teatroregio.torino.it
Orario del servizio: da lunedì a venerdì 9-17.30

Per tutte le informazioni: www.teatroregio.torino.it

Ritorna al suo amato pubblico l’Orchestra della RAI diretta dal maestro Fabio Luisi

Torna a incontrare il suo affezionato pubblico l’Orchestra Sinfonica della RAI di Torino nell’Auditorium RAI “Arturo Toscanini”, aperto al cento per cento della sua capienza, inaugurando i cosiddetti “Concerti d’autunno”.

Sul podio sarà il direttore emerito Fabio Luisi, accanto alla star internazionale Hilary Hahn.

Il concerto è in programma giovedì 21 ottobre prossimo alle 20.30, trasmesso da RAI Cultura, in diretta su RAI 5, oltre che su RAI 3 e in live streaming su RAI Play.

Da martedì  19 ottobre sono in vendita i biglietti, resi disponibili con il ritorno alla capienza completa dei teatri, presso la biglietteria dell’Auditorium RAI di Torino. Il concerto verrà replicato a Torino venerdì  22 ottobre alle 20.

Protagonista della serata, in una delle sue rare apparizioni in Italia, sarà appunto la violinista statunitense Hilary Hahn, già vincitrice di tre Grammy Award, con ventuno album all’attivo.

Giovedì sera verrà  proposto il Concerto per violino e orchestra in re minore opera 47  di Jean Sibelius, che lei ha inciso all’età  di ventinove anni per la Deutsche Grammophon. La prima idea del concerto risale nella mente del compositore finlandese al 1899 e Sibelius rifletté sulla sua concezione per diversi anni, realizzando poi la maggior parte del lavoro soltanto nella seconda metà del 1903. Dapprima eseguito da Novacek, nella prima versione, nel febbraio 1904, il concerto fu poi rielaborato nella sua partitura e eseguito nella nuova versione a Berlino nell’ottobre del 1905. Il concerto si muove in un equilibrio sostanziale tra  due componenti, il materiale tematico di origine nordica e una scrittura violinistica di straordinario impegno. Sibelius si trovò  di fronte alla difficoltà  di conciliare due elementi non facilmente assimilabili,  da una parte la lunga e celebre tradizione del concerto romantico,  dall’altra il proprio personale stile compositivo.

L’idea del neoprimitivismo, della sobrietà e profondità di pensiero riflette la rivendicazione identitaria da parte di Sibelius nei confronti della sua patria, la Finlandia. Gran parte dell’originalità presentata dalla partitura è, sicuramente, legata alla sua concezione formale, capace di reinterpretare gli schemi classici secondo un orientamento fortemente personale.

Nella seconda parte del concerto il direttore Fabio Luisi proporrà la Symponie fantastiche op. 14 di Hector Berlioz, autentico banco di prova per tutte le grandi orchestre sinfoniche. Composta nel 1830 quale espressione della cocente passione per l’attrice Harriet Smithson, futura moglie di Berlioz, rappresenta il primo esempio in assoluto del genere delle composizioni sinfoniche a programma, in cui i movimenti della sinfonia sono concepiti  quali “episodi della vita di un artista”, la cui coscienza precipita in un sonno popolato di fantasmi, dopo aver assunto un’eccessiva dose di oppio.

I biglietti per il concerto, da 15 e 25 euro, sono in vendita online sul sito dell’OSN della RAI e presso la biglietteria dell’Auditorium RAI di Torino.

Mara Martellotta 

Al Tempio valdese l’Accademia Stefano Tempia apre la stagione il 23 ottobre

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IN COLLABORAZIONE CON

L’ACCADEMIA DEL RICERCARE

Il 23 ottobre alle ore 21

Presso il Tempio Valdese di Torino

in Corso Vittorio Emanuele II, 23

Ore 21

presenta

“La prima Musica da Ascoltare”

Per informazioni dal lunedì al venerdì ore 9-12.30:
segreteria@stefanotempia.it

Tel. 011 020 98 82

Concerto a pagamento : Costo 7 euro

Biglietti in prevendita su Ticket.it:
https://www.ticket.it/

Il 23 ottobre, alle ore 21, a Torino, presso il Tempio Valdese, in Corso Vittorio Emanuele II , 23, l’ACCADEMIA CORALE STEFANO TEMPIA 1875, in collaborazione con lACCADEMIA DEL RICERCARE , presenta

“La prima Musica da Ascoltare”. Ingresso con Green Pass e nel rispetto delle normative anti covid.

Il concerto apre ufficialmente la stagione autunnale dell’Accademia Corale Stefano Tempia.  

L’ingresso è di 7euro. Per informazioni dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12.30, scrivere a segreteria@stefanotempia.it oppure telefonare 011 020 98 82

Biglietti in prevendita su Ticket.it:
https://www.ticket.it/

La prima Musica da Ascoltare

Il primo compositore inglese a dedicarsi con intenti esplicitamente artistici al repertorio strumentale fu William Byrd, autore oggi conosciuto soprattutto per la sua raffinata produzione sacra, concepita sia per il rito cattolico sia per la nuova chiesa anglicana fondata da Enrico VIII. Byrd seppe spingersi oltre l’eclettica tradizione di danze popolari in gran parte improvvisate che era fiorita sull’isola fino a quel momento, sia nelle sue opere per organo e clavicembalo sia nelle sue splendide fantasie per consort di viole da gamba, il cui stile riecheggia spesso modelli francesi e italiani, con una agile scrittura imitativa che venne adottata da molti compositori delle due generazioni successive, tra cui il grande John Dowland.

A differenza di Byrd, compositore cattolico tollerato dall’anglicana Elisabetta I per eccezionali meriti artistici, tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo molti musicisti inglesi furono costretti a lasciare la patria per sfuggire alle persecuzioni religiose o , più semplicemente, per cercare un’occupazione più remunerativa. Tra di essi vi era William Brade, che approdò in Germania intorno al 1590 e passò da una corte all’altra spinto da un carattere inquieto e un’indole dissoluta, come ci è stato testimoniato da una lettera del conte di Bückeburg, che lo descrive come «un frequentatore di cattive compagnie».

John Adson (ca.1585 – 29 giu 1640)

Courtly Masquing Ayres -1,2,3,4.

Johann Hermann Schein (1586 -1630)

Suite n. 13 il sol minore (Il Banchetto musicale)

Suite n.15 in sol maggiore (Il Banchetto musicale)

William Brade (1560 -1630)

Canzone

Paduana e Galliarda 8-a,b

Paduana e Galliarda 12-a,b

Johann Rosenmüller (1619 -1684)

Sonata da camera n. 4

Sinfonia – Allemanda – Corrente – Ballo – Sarabanda

Sonata da camera n. 6

Allegro – Adagio – AllemandeCorrenta – Ballo – Sarabanda

Silvia Colli, Aki Takahashi, violini

Luca Taccardi, Eleonora Ghiringhelli, viole da gamba

Antonio Fantinuoli, violoncello

Massimo Sartori, violone

Luisa Busca, Lorenzo Cavasanti, flauti dolci

Manuel Staropoli, traversa e cornamuse rinascimentali

Gianfranco Saponaro, Roberto Terzolo, cornamuse

Claudia Ferrero, clavicembalo

Luca Casalegno, percussioni

Pietro Busca, direttore e concertatore

Stoccolma

Antonio Mocciola ritorna sulle scene dopo la pandemia con un nuovo atto unico, “Stoccolma”, che rivisita lapalissianamente il mito della Sindrome di Stoccolma.

Finalista al premio Annoni, dedicato ai testi a tematica LGBTI, i protagonisti sappiamo già che sono gay o esploreranno questa corporeità e questa affettività, anche solo perché, adolescente negli anni ’90, Mocciola scrive di questo nei suoi libri, articoli ed opere teatrali.

Gli anni ’90, l’apocalisse dell’AIDS, la nascita delle associazioni LGBTI in Italia, dopo la falsa partenza negli anni ’70, la visibilità di un mondo che in Italia è sempre vissuto in modo scisso, nascosto o espresso, a Napoli, da figure effeminate e stereotipate, come i femminielli.

Ed è fondamentalmente un giovane degli anni ‘90 che viene rappresentato, con una consapevolezza matura, un orgoglio portato all’eccesso, che diventa violento in una trama misteriosa, che parte da un colpo di scena e termina con una luce Caravaggesca che avvolge per un istante i protagonisti finalmente riconciliati.

Stoccolma, sapranno i lettori, è la sindrome che crea un legame d’affetto tra la vittima e il suo carnefice. Ne abbiamo vista una rappresentazione in casi di cronaca esasperanti quando il recupero di una cooperante alta bionda e con gli occhi azzurri ci ha fatto scoprire che era diventata modesta, velata e profondamente islamica.

In questo caso osserviamo nel dettaglio la violenza che, nei tempi teatrali, colpisce attraverso le sue nudità in scena ed i corpi assenti di due personaggi di contorno, nelle parole e nei gesti usati e nei significanti tra le righe, non detti, o nelle azioni presenti o passate, dette, ma avvenute rigorosamente fuori scena.

Stoccolma tra uomini, dove l’età della vittima è la protagonista, perché crea una seconda tensione, quella del legame padre figlio e la esplora attraverso tutti e quattro i personaggi citati, attraverso tutte le possibili sfumature, secondo linee emotive e comportamentali tipiche, anche in questo caso, degli anni ‘90.

I movimenti di liberazione LGBTI hanno prodotto mutazioni notevoli, anche in Italia, nelle relazioni dei giovani con i propri genitori e con le figure adulte di riferimento, nel loro farsi presto accettare o meno da amici, partner e familiari. La generazione degli anni Novanta, come quella mia e di Mocciola, quella rivissuta dal giovane protagonista, è quella, invece, che ha avuto bisogno di superare i vent’anni per essere libera di esprimersi.

I legami padre figlio sono cambiati da allora, moltiplicandosi le esperienze possibili ed anticipandosi alla prima adolescenza il Coming Out, mentre in scena si esplora, grazie al testo di Mocciola, una profondità scomoda e dolorosa, che speriamo sia divenuta rara.

Mocciola non ammette di averlo studiato, ma se da bravi psicoterapeuti voleste leggere Isay “Essere Omosessuali” vi scoprireste, nelle estensioni di una disamina psicanalitica rigorosa, tutte quelle sfumature della relazione padre figlio che “Stoccolma”esplora e lentamente scioglie.

La bravura degli attori e della regia nel rendere un testo breve ma così profondo, sono ovviamente essenziali, come la pazienza di aspettare che arrivi in qualche piccolo teatro di essay nella vostra città o magari richiederlo direttamente alla compagnia di Antonio Mocciola.

Manlio Converti