SPETTACOLI- Pagina 164

Anna Tatangelo racconta il matrimonio di Arianna e Livio a Montaldo

Al centro della puntata le nozze di Arianna e Livio nel Castello di Montaldo Torinese

 

Domenica 17 aprile, alle ore 14:20, su Canale 5 nuovo appuntamento con la seconda edizione di “Scene da un Matrimonio“. Anna Tatangelo racconta il matrimonio di Arianna e Livio a Montaldo Torinese.

Arianna e Livio si incontrano per la prima volta nel 2007 presso il centro estetico dove lui lavora come massaggiatore ed estetista. Lei vi si è recata per fare la prima pulizia del viso della sua vita. L’inizio promette malissimo perché Arianna si presenta con mezz’ora di ritardo e l’agenda di Livio non consente deroghe. Dopo le antipatie iniziali però capiscono che qualcosa di forte li accomuna. Da quel momento in poi,  Arianna  si apre con Livio come non aveva mai fatto con nessuno prima di allora.

Il matrimonio e il ricevimento si svolgeranno nel giardino del Castello di Montaldo Torinese.

“Scene da un Matrimonio” è un format di Gianni Ippoliti prodotto da Pesci Combattentila società di produzione di Cristiana Mastropietro, Riccardo Mastropietro e Giulio Testa. La Regia della puntata è affidata a Jovica Nonkovic. Produttore Esecutivo Pesci Combattenti Marianna Capelli. Produttore Esecutivo Mediaset Francesca Gioia.

Alla guida di Miss Italia nel Nord Ovest sarà Mirella Rocca

Titolare della Real Academy

Sarà Mirella Rocca alla guida di Miss Italia nel Nord Ovest e sarà esclusivista per l’organizzazione di eventi
in Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria.
Titolare dell’agenzia torinese Real Academy, da venticinque anni è impegnata nel settore eventi, moda e
pubbliche relazioni e ora anche nelle produzioni cinematografiche.
Nel novembre 2021 ha organizzato, insieme al compagno Domenico Barbano, a Torino una manifestazione
di alta moda, riunendo stilisti importanti del Made in Italy e lanciando del brand dell’Esercito Italiano. Ha
gestito per dieci anni un concorso per la Regione Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, seguendo tantissime
ragazze talentuose, con impegno e professionalità, fino a permettere loro la realizzazione del sogno di
diventare attrici.
“Dopo tanti anni di lavoro – esordisce Mirella Rocca – finalmente approdo a Miss Italia e si realizza, così, un
sogno che da tempo custodivo nel cassetto”. Mirella Rocca Borrelli, la signora torinese di origini calabresi,
ha lavorato a lungo nel campo della bellezza, sempre con impegno, serietà e professionalità.
“Ho un’Accademia di Moda e Cinema – spiega Mirella Rocca – che dirigo con molta diligenza. Si tratta del
CDH Cinema District Hub e sono ora orgogliosa di lavorare con Miss Italia. Ne sono veramente felice perché
ho sempre seguito, sin da piccola, questo importante evento che, per me, rappresenta un’istituzione
storica, alla quale tutti noi italiani siamo molto legati”.
Il ringraziamento di Mirella Rocca va a Patrizia Mirigliani per essere stata scelta per questo incarico che
rappresenta per lei un grande onore e la possibilità di mettere in campo il suo costante e rinnovato
impegno.
Mara Martellotta

“Play 2022” Sarà un anno tutto da giocare alla Reggia di Venaria

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Due mostre “giocose”, tanto per iniziare, in programma fino al 18 settembre

Venaria Reale (Torino)

Che bell’idea festeggiare un piacevole anniversario sotto il segno del “gioco”! Tanto più se gli anniversari sono due. E dunque giochi d’ogni tipo e genere, d’ogni età e provenienza, giochi “da nobili” e giochi da “comuni mortali”, giochi d’acqua e di strada o giochi sotto il tendone di un circo. Capita alla Reggia della Venaria Reale, che quest’anno festeggia i suoi primi 15 anni di apertura al pubblico e i suoi 25 dalla dichiarazione Unesco di “Patrimonio Universale dell’Umanità”. Dunque: “Reggia! Liberi tutti”, come recita lo slogan del ricco programma di iniziative riunite sotto il titolo di “Play 2022. Un anno tutto da giocare”. Del resto, si sa che, storicamente, Regge e Residenze Reali sono state (eccome!) anche paciosi “luogo di svago e loisir” oltre che centri importanti e severi di “pouvoir”. E allora, dicono i responsabili, “in un momento in cui la pandemia obbligava se non a rinunciare, almeno a ridefinire fortemente l’attività ludica, ci è parso che fosse opportuno riflettere proprio su di essa”.

In che modo? Tanto per iniziare si è pensato di partire con due, davvero suggestive, mostre – play director e voce narrante l’eterno ragazzo col ciuffo all’insù, Arturo Brachetti – visitabili nelle “Sale delle Arti” fino al prossimo 18 settembre. “Dalle piazze alle Corti. Storie di giochi e spettacoli tra ‘700 e ‘800”, la prima, e “Foto in gioco! Un racconto di 18 fotografi italiani” la seconda. Curata da Silvia Ghisotti e Andrea Merlotti – la magistrale ambientazione scenica è per entrambe, di Peter Bottazzi – in collaborazione con il “Museo Nazionale del Cinema” di Torino e la “Biblioteca del Seminario Vescovile di Asti”, la prima rassegna propone alcune significative rappresentazioni di giochi e spettacoli tra Corti, teatri e piazze da Torino capitale sabauda alla provincia, presentando rare testimonianze iconografiche del ‘700 e ‘800. Corti e piazze. In tempi di pace, il gioco non conosceva prescrizioni di spazi.

Proprio a Torino, capitale dello Stato Sabaudo, in piazza Castello, di fronte all’attuale Palazzo della Regione, capitava non di rado di assistere (allora come oggi!) all’esibizione di attori e cantanti, giocolieri e funamboli, e c’erano anche i cantastorie che recitavano nei pressi dell’antistante Palazzo Madama. Gazzette e diari dell’epoca raccontano che i più bravi ed originali potevano esser chiamati addirittura a recitare a Corte per i sovrani e per divertire i principini: un variegato universo di uomini e donne di spettacolo, raccontato in mostra utilizzando preziose opere conservate nelle “Residenze Reali Sabaude” e in collezioni pubbliche e private piemontesi.

Accanto a dipinti, provenienti da “Palazzo Madama” e dai “Castelli” di Racconigi e di Agliè, sono esposti rarissimi manifesti conservati nella “Biblioteca del Seminario Vescovile” di Asti, esemplari di quelle prime locandine pubblicitarie che acrobati, giocolieri, cavallerizzi e artisti di strada o di “circo” (che proprio allora muoveva i primi passi) affiggevano nelle città dove si esibivano.

Fra le opere esposte, ricordiamo un affollato calligrafico “Spettacolo in piazza Castello”, opera di un seguace di Giovanni Michele Graneri, un importante “teatrino di marionette” del XVIII secolo e la sezione della mostra dedicata alle “lanterne magiche”, alle “scatole ottiche” e ai “fantascopi”, provenienti dal “Museo Nazionale del Cinema” di Torino. Sono invece 120 gli scatti realizzati da 18 firme fra le più grandi della fotografia italiana degli ultimi decenni, assemblate alla Reggia nella seconda mostra “Foto in Gioco!”, curata da Giangavino Pazzola ed organizzata insieme a “CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia”. Immagini in bianco e nero e a colori, la scena resta l’Italia “ma con un salto di tre secoli” da quella dei sovrani assoluti a quella del boom economico fino al nostro presente”.

Dal fantastico “Paese dei Balocchi” di Luigi Ghirri, solo per citarne alcune, alle immagini di sapore neorealista del bolognese Nino Migliori fino all’orientaleggiante trompe l’oeil di “Super Show 2” di Giovanni Gastel o all’acrobatico “Circus 2000”della siciliana Roselena Ramistella. Ma sempre gioco é. E lo sarà per tutto l’anno, con mostre già programmate, insieme a conferenze, eventi e spettacoli che proseguiranno fino all’inverno 2022-’23.

Gianni Milani

 

“Play 2022. Un anno tutto da giocare”

Reggia di Venaria, piazza della Repubblica 4, Venaria Reale (Torino); tel. 011/4992300 o www.lavenaria.it

Fino al 18 settembre

Orari: dal mart. al ven. 9,30/17 – sab. dom. e festivi 9,30/1830

Nelle foto (Fonte: “Consorzio Residenze Reali Sabaude”)

–       Seguace di Giovanni Michele Graneri: “Spettacoli in piazza Castello”, olio su tela, 1750 ca.

–       Arturo Brachetti

–       Pittore bambocciante piemontese: “Spettacolo di lanterna magica”,1740-’60 ca.

–       Roselma Ramistella: “Circus 2000”, Courtesy l’artista a “Studio Trisorio”

–       Nino Migliori: “Bimbi al mare”, stampa pigmenti puri su carta, 1954, Fondazione Nino Migliori

Da Gershwin a Morricone: musiche da film per le voci dell’Opera di Torino in Osteria

Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino

Mercoledì 13 aprile, ore 21.30

Musiche da film

Da Gershwin a Morricone: musiche da film per le voci dell’Opera di Torino in Osteria

La musica della cinematografia mondiale proposta dalle voci leggere e liriche dell’Opera di Torino. Da “Cheek to Cheek” a “A woman in love”, da “Singin in the Rain” a “Moon River”, da “Stardust” a “Nature Boy”: in scaletta gli evergreen della storia del cinema, con il soprano Paola Lopopolo e il baritono Marco Tognozzi, al pianoforte il Maestro Enrico Perelli.

Ora di inizio concerto: 21,30

Ingresso:

15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena)

Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta

Info e prenotazioni

Web: www.osteriarabezzana.it

Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it

Al Regio una Turandot tra il visionario e il metafisico

Per  la regia di Stefano Poda, sarà in scena  dal 22 aprile prossimo

 

La Turandot di Giacomo Puccini viene proposta per la stagione d’opera del Teatro Regio di Torino venerdì 22 aprile prossimo alle ore 20, in un allestimento visionario e metafisico firmato da Stefano Poda, per la direzione di Jodi Bernacer, che salirà sul podio dell’Orchestra e Coro del Teatro Regio.
Stefano Poda firma regia, scene, costumi, coreografia e luci.
Nel ruolo della protagonista canterà il soprano Ingela Brimberg, il tenore Mikheil Shehaberidze vestirà i panni di Calaf, il soprano Giuliana Gianfaldoni sarà Liu e il basso Michele Pertusi interpreterà Timur.
Sul palcoscenico del Teatro Regio torna, così, una produzione di grande successo che Stefano Poda aveva già creato nel 2018 per lo stesso teatro e che venne trasmessa sulla piattaforma europea.
La scelta di partenza fu quella di fermarsi nel punto in cui Puccini depose la penna alla morte di Liu’, dove si fermò lo stesso Toscanini alla prima del 1926, il 25 aprile di quell’anno, senza il finale poi scritto da Franco Alfano.
Lo stesso compositore avvertì, d’altronde, l’immane difficoltà di concludere in maniera convincente l’opera, dopo il sacrificio di Liu’, e si era arenato, ancor prima che musicalmente, proprio sull’esito drammaturgico del finale.
Ne’ Alfano ne’, più recentemente, Berio, pur operando sugli appunti originali, sono riusciti a escogitare una soluzione convincente; il trionfo di Calaf e l’abbraccio con Turandot appaiono fuori luogo davanti al cadavere ancora caldo della fanciulla. Meglio dunque chiudere sul mesto commiato della folla “Dormi!.. Oblia! Liu’.. Poesia! “ , che rappresenta un apice emotivo e musicale dell’estremo capolavoro pucciniano, un finale che raggiunge direttamente nel segno il cuore dello spettatore.
“Lo spettatore che assiste a Turandot – afferma Stefano Poda – compie un viaggio, assiste a un processo che, prima o poi, tutti dobbiamo vivere. È quella che io definisco la storia del mistero dell’alterità, è il confronto con l’altro, con il “fuori da sé “, che può essere un processo naturale, doloroso, felice e, al tempo stesso, traumatico. C’è chi ha paura di questo confronto e questo fatto diventa quello che io chiamo poema dell’alterità. Io non offro interpretazioni, non sposto l’opera da Pechino al tempo delle fiabe o nella New York di oggi per rendere la vicenda più vicina o più comprensibile allo spettatore…Io depuro lo spazio, lavoro per sottrazione e permetto allo spettatore di vedere uno spazio nell’anima”.
“Punto di partenza – aggiunge il regista – per mettere in scena Turandot è stata per me una frase pronunciata dalle tre maschere Ping, Pong, Pang: “ Turandot non esiste”. La principessa di ‘gelo’ e, in realtà, una creazione di Calaf. Ognuno di noi costruisce un oggetto d’amore, ma poi ci accorgiamo che chi amiamo non corrisponde a ciò che abbiamo idealizzato. Sonlo attraverso il dolore, la crescita e l’accettazione nasce quello che è un grande amore. In quest’opera solo Liu’, che è una persona meno cerebrale degli altri, accetta la vita e al tempo stesso accetta di donarsi e sacrificarsi ma, forse, per arrivare a essere Liu’, bisogna essere state Turandot. Calaf ha paura, Turandot ha paura del confronto; gli enigmi costituiscono le prove, un confronto con se stessi”.
Turandot sarà in scena dal 22 aprile al 5 maggio prossimo al teatro Regio di Torino e i biglietti sono acquistabili presso la Biglietteria del Teatro Regio, piazza Castello 215, da lunedì a sabato ore 13-18.30; domenica ore 10-14; un’ora prima degli spettacoli
Tel 0118815241, 8815242
Online su www.teatroregio.torino.it o www.vivaticket.it

Mara Martellotta

La band più grande del mondo in Piazza San Carlo: sono loro a girare lo spot per Eurovision

Li avete visti in Piazza San Carlo: chitarristi, batteristi, cantanti. Una super band con strumenti e amplificatori. Sono venuti in città per girare lo spot per Eurovision Song Contest. Chi sono? Sono i Rockin1000, la band più grande del mondo nata dall’idea di un geologo marino: Fabio Zaffagnini.

Facciamo un passo indietro. Nel 2014 Fabio, studioso fuori e rocker dentro, si mette in testa di invitare i Foo Fighters, band americana guidata da Dave Grohl, a Cesena.  Poiché telefonare o inviare una mail non avrebbe probabilmente sortito alcun effetto, decide di girare un video e di sfruttare la viralità della rete. Ma per diventare virali bisogna fare qualcosa di mai visto. Inizia ad immaginare una band gigante. Diciamo un migliaio di musicisti che suonano la stessa canzone.

Un anno dopo, coadiuvato da un vero e proprio team, trova i soldi per finanziare il progetto, riunisce i musicisti, gira il video e alla fine si rivolge proprio ai Foo Fighters con la richiesta di andare a Cesena a suonare per loro. La risposta non tarda. Dave Grohl risponde con un breve video esordendo con un: “Ma che bello, che bellissimo, va bene. Stiamo arrivando, prometto. Ci vediamo presto”.

Il resto è storia. I Foo Fighters si esibiranno a Cesena e i Rockin1000 diventeranno un vero e proprio format con esibizioni in Italia e all’estero. A Torino sono proprio loro a dare ufficialmente il via agli eventi dedicati a Eurovision.

Partecipare in qualche modo all’Eurovision lo sognavamo da tempo, ma la chiamata è giunta inaspettata! Essere stati riconosciuti e scelti come portatori di valori come unità, inclusione e passione, ha per noi un significato speciale e ne siamo orgogliosi, soprattutto in un periodo come quello attuale. Il 14 maggio, giorno della finale di Eurovision, Rockin’1000 sarà fisicamente allo Stade de France di Parigi per un grande concerto dal vivo, si prevedono 50.000 spettatori, ma con il cuore seguiremo quello che succede durante Eurovision e che vinca il migliore!” – dichiara Fabio Zaffagnini, fondatore e CEO di Rockin’1000.

Ho fatto due chiacchiere con Fabio qualche giorno fa, ecco cosa mi ha detto.

 

 

1) Fabio, intanto benvenuto a Torino. Di quanti musicisti hai bisogno a Torino per far esplodere i social di Eurovision Song Contest?
Grazie, è un piacere essere a Torino, è la prima volta che facciamo qualcosa in questa città! Gireremo alcuni contenuti speciali che andranno non solo sui social, ma anche e soprattutto in TV. In questa occasione faremo suonare 500 musicisti, il massimo ammesso nella location scelta, l’iconica Piazza San Carlo. Bisogna poi considerare che la nostra community conta oltre 26.000 iscritti in tutto il mondo che seguiranno con attenzione l’iniziativa attraverso tutti i canali disponibili!

2) Esistono dei limiti per partecipare o chiunque può unirsi?
Per entrare in Rockin’1000 le candidature sono aperte tutto l’anno e basta iscriversi su www.rockin1000.com, lasciare un video attraverso il quale siamo in grado di capire il livello del musicista. Una volta superata questa audizione online (l’asticella non è così alta!) si ha la possibilità di partecipare a tutti i nostri eventi.

3) Come si fa a dirigere delle super band come Rockin’1000?
E’ un sistema piuttosto articolato. Nei mesi precedenti gli eventi, Rockin’1000 viene gestito attraverso l’uso di una App e di una piattaforma digitale che consente di coordinare tutti gli iscritti. Grazie a queste tecnologie e ai social riusciamo a seguire i musicisti nella loro preparazione e nell’organizzazione logistica. Sul campo, durante i giorni di prove e show, entra in gioco un team di produzione piuttosto corposo, con tecnici, fonici, roadies e anche un team comunicazione che documenta tutto. Fondamentale è il supporto dei Music Guru che sono gli responsabili musicali di ogni sezione strumentale (batterie, bassi, chitarre e voci) e del Direttore d’Orchestra che coordina l’esecuzione finale dell’ensemble.

4) Immagino che per sapere cosa suonerete bisognerà aspettare i video o venire in Piazza San Carlo a ficcare il naso, ma ci dai un indizio?
Per ora posso dire che si tratta di due brani che hanno un significato speciale. Ma non mancheranno delle sorprese.

Secondo voi di che brani si tratta? Uno potrebbe essere “il cielo su Torino” dei Subsonica?

Lori Barozzino

(Foto: Gabriele Torricella, Gianni Carretta)

L’ultimo appuntamento di Lirica a Corte a Stupinigi: “Pagliacci”

Domenica 10 aprile, ore 19 / Spesso rappresentata insieme a Cavalleria rusticana, l’opera di Ruggero Leoncavallo Pagliacci (Milano, Teatro Dal Verme, 1892) rappresenta l’ideale completamento dell’esperienza verista nella musica italiana di fine Ottocento. Ambientata nel mondo del teatro di strada, la drammatica vicenda racconta di sospetti, tradimenti e rivelazioni che sfociano in un delitto d’onore, consumato tra finzioni di commedia e cruda realtà dei fatti. Una finestra spalancata sul tormento dell’animo umano che conduce all’omicidio e all’annientamento di sé.

La rappresentazione inizia a sipario chiuso, con un baritono che si presenta al proscenio come personificazione del Prologo, il portavoce dell’autore che ci informa sulle intenzioni e sulla poetica dell’opera. L’azione vera e propria ha come protagonista una piccola compagnia teatrale itinerante, composta dal capocomico Canio, dalla moglie Nedda e dai commedianti Tonio e Beppe, che giunge in un piccolo borgo dell’Italia meridionale per mettere in scena una commedia. Canio ignora che la moglie, assai più giovane di lui, lo tradisce con un contadino del borgo, Silvio; anche Tonio, fisicamente deforme, è innamorato di Nedda, ma ne è respinto: per vendetta, Tonio avvisa Canio del tradimento della moglie. Il capocomico scopre i due amanti che si promettono amore, ma Silvio fugge senza che Canio riesca a vederlo in viso. L’uomo vorrebbe scagliarsi contro la moglie, ma arriva Beppe a sollecitare l’inizio della commedia, perché il pubblico aspetta. Canio non può fare altro che truccarsi e prepararsi per lo spettacolo, rimuginando sul tradimento e meditando vendetta. Sulla scena della commedia, Canio interpreta Pagliaccio, un marito tradito: ma ben presto la realtà prende il sopravvento sulla finzione e Canio riprende il discorso interrotto poco prima, rinfacciando a Nedda, nei panni di Colombina, la sua ingratitudine e dicendole che il suo amore è ormai mutato in odio per la gelosia. La donna, intimorita, cerca di mantenere un tono da commedia, ma poi, minacciata, reagisce con asprezza. Beppe vorrebbe intervenire, ma Tonio, eccitato dalla situazione che ha causato con le sue rivelazioni, glielo impedisce, mentre gli spettatori, dapprima attratti dalla trasformazione della farsa in dramma, comprendono troppo tardi che ciò che stanno vedendo non è più la farsa, ma la vita reale. Davanti al rifiuto di Nedda di rivelare il nome dell’amante, Canio la accoltella, avventandosi poi su Silvio, presente tra il pubblico, che nel frattempo è corso sul palco per soccorrerla. Compiuto l’omicidio, Canio si rivolge freddamente al pubblico, dichiarando finita la commedia. Una commedia che svela il suo dramma nel sogghigno beffardo e compiaciuto dell’assassino.

Interpreti e ruoli

Dario Prola, Canio

Eugenia Braynova, Nedda

Massimiliano Fichera, Tonio/Silvio

Paolo Grosa, maestro accompagnatore

Roberto Tagliani, guida al concerto

Programma

Si può? Si può? (Prologo)

Un grande spettacolo a ventitré ore (Canio, Nedda)

Un tal gioco, credetemi, è meglio non giocarlo (Canio)

Qual fiamma avea nel guardo (Nedda)

Nedda!… Silvio! A quest’ora…! Che imprudenza! (Nedda, Silvio)

Recitar… Vesti la giubba (Canio)

Nome di Dio… quelle stesse parole… No! Pagliaccio non son (Nedda, Canio, Tonio)

Sperai, tanto il delirio (Tonio, Nedda)

 

Lirica a Corte è organizzata dal Teatro Superga in collaborazione con STM – Scuola del Teatro Musicale e Fondazione Ordine Mauriziano.

 

INFO E BIGLIETTI

Palazzina di Caccia di Stupinigi

Piazza principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino

Biglietti: 30 euro

Info e prenotazioni: 011.6279789 biglietteria@teatrosuperga.it

www.teatrosuperga.it

Pivetti&Co, un gran bel trio nell’era del proibizionismo

Sino a domenica 10 al Gioiello “Stanno sparando sulla nostra canzone”

Innanzitutto, davvero un gran bel trio. In questa black story con musiche e canzoni,
dove riempiono la scena le nebbie notturne della Manhattan anni Venti e dove si sente
un forte profumo di whiskey e di proibizionismo, le luci delle macchine della polizia e le
sventagliate dei mitra, i gangster ricattatori e i giocatori di poker dal cuore d’oro e dai
sentimenti ad alta gradazione, ideata da Giovanna Gra – che è anche regista in coppia
con Walter Mramor – c’è una ironica e sensuale e sfacciatamente talentuosa Pivetti, la
Veronica dico, qui Jenny Talento, semplice fioraia per tutti ma in realtà venditrice
d’oppio, misteriosa nei suoi négligé e nelle sue calze a rete, caschetto di capelli neri,
bella voce, eccellente ballerina e gran portamento. Il cattivo di turno, Micky
Malandrino, nomen omen, ha la faccia e il fisico scattante di Cristian Ruiz, un
personaggio e un commentatore come poteva essere il Joel Grey di “Cabaret”, un
invidiabile curriculum che arriva dalla scuola di John Strasberg, il figlio di Lee fondatore
dell’Actors’ Studio di NY, pronto ad attraversare l’Accademia dei Filodrammatici e
“Quelli di Grock” milanesi, a sfoderare un canto ad alti livelli, danza moderna con
Debbie Allen, la coreografa di “Fame”. Last but not least di certo, Brian Boccuni con il
suo innamorato Nino Miseria, uscito da prove impegnative come “Il bacio della donna
ragno”, il musical che ci accompagnava attraverso la “Divina Commedia” o “Jersey
Boys”, che dimostra grinta e grande padronanza della scena, tra il ruvido e il
sentimentale e il combattivo ben tratteggiati. I due signori uomini metteteli poi uno di
fronte all’altro, come nella scena del duello, e sarà un gran bel pezzo di teatro.
Chi vorrà (repliche sino a domenica 10 aprile nella sala del Gioiello) divertirsi con
“Stanno sparando sulla nostra canzone”, saprà delle avances di Nino e
dell’arrendevolezza di Jenny, dei bisticci e dei sentimenti, delle carognate di Micky che
reclama dalla donna la restituzione di un debito che il ragazzo ha nei suoi confronti.
Facile immaginare le strade poco ortodosse. Jenny non ha il cuore poi tanto tenero e
soprattutto è una donna che pretende di farsi strada in una vita che non deve sempre
essere legata a quei suoi pochi fiori in vendita. Questa la vicenda, questa
l’ambientazione di un secolo fa, inaspettatamente confortata da una colonna sonora
che la riporta all’oggi, con forza e convinzione: da Gianna Nannini a Gloria Gaynor, dal
Ligabue di “Certe notti” alla Marilyn di “A qualcuno piace caldo” con il suo ukulele tra
le mani, da Sinatra alla Hepburn di “Colazione da Tiffany”, a Renato Zero. Forse gli
angoli più belli e incisivi della serata (soprattutto grazie agli arrangiamenti di
Alessandro Nidi e Elio Baldi Cantù), laddove al contrario hai la sensazione che il
tessuto narrativo verso l’epilogo batta un po’ in ritirata, esprima con troppa fretta la
giravolta di un destino e sembri sgonfiare l’eccellente costruzione che è stato sino a
quel momento. Questo certo non smorza l’entusiasmo di una platea colma al massimo
come raramente si vede di questi tempi, con i tre attori/cantanti/ballerini richiamati
più e più volte. Lo spettacolo è loro, alla loro bravura, all’entusiasmo alle stelle, al loro
saper fare ogni cosa senza ombra di difetti o smagliature. Anche per i bis, che non
lesinano, al di là della fatica: quando si arriva a Morandi e all’eterna “C’era un
ragazzo”, mai così attuale come in questi temi di guerra più o meno lontana, se
possibile la partecipazione del pubblico si fa più forte e incisiva. Grande serata.
Elio Rabbione

Il nuovo Galà dei Germana Erba’s Talents (G.E.T)

Sul palcoscenico dell’Alfieri, venerdì 8 aprile

Venerdì 8 aprile alle 20.45 al Teatro Alfieri in scena il nuovo Galà dei Germana Erba’s Talents (G.E.T), una serata di musical, danza e teatro con incasso a favore delle borse di studio di questi giovani incaricati di essere ambasciatori speciali dello spettacolo dal vivo con pubblico. Il Galà è una kermesse di giovani talenti che spazia dal grande repertorio del balletto classico alla prosa, ai quadri coreografici e musicali tratti da celebri musical, al mondo dell’operetta, alla danza contemporanea.

Una brillante antologia di emozioni e momenti di spettacolo per una performance di assoluto livello, con tutto il fascino dei “Talent” (dal vivo, però!). I G.E.T. non si sono mai fermati nemmeno durante la chiusura dovuta all’emergenza sanitaria e si sono preparati con grande serietà per essere pronti a calcare nuovamente il palcoscenico sia lo scorso giugno che in estiva a Bene Vagienna che durante questa stagione teatrale, oltre a essere coinvolti in progetti artistici e di solidarietà sia dal vivo che in streaming.

Lo spettacolo è firmato dai coreografi Antonio Della Monica, Niurka De Saa, Marisa Milanese, Gianni Mancini e Maria Elena Fernandez, dai registi Luciano Caratto, Simone Moretto, Elia Tedesco e dai vocal coach Mariacarmen Antelmi, Simone Gullì e Gabriele Bolletta.

Il Liceo Germana Erba è un Istituto di eccellenza e in oltre vent’anni di attività ha diplomato oltre 800 allievi tra i quali portano lustro in giro per il mondo Federico Bonelli al Royal Ballet, Leonardo Cecchi a Los Angeles, Haroun Fall su Netflix! Senza parlare degli allievi che ancora stanno frequentando e che già sono impegnati in importanti attività artistiche, come Christian Scifo, ora in Canada, già scritturato al Ballet du Québec; segnalando ancora Bianca Zoe Mantelli, selezionata dalla Wishfully per essere la voce principale di un video distribuito in oltre un miliardo di licenze!

Scuola di eccellenza per l’arte e lo spettacolo, il Liceo Paritario Germana Erba si caratterizza per la formazione culturale e professionale di giovani con attitudini per la danza, il teatro, il musical, l’arte, la scenografia e lo spettacolo in tutte le sue forme. Insieme a una regolare istruzione di II grado, il corso di studi fornisce una specifica preparazione nelle discipline artistiche prescelte, creando figure professionali dotate di buone basi per un inserimento diretto nel mondo del lavoro in qualità di danzatori, attori, cantanti, conduttori, registi, coreografi, scenografi, scenotecnici e addetti alla comunicazione e per l’accesso a qualsiasi Facoltà Universitaria, agli Istituti AFAM (Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica) e alle Accademie di Belle Arti. Il Liceo Germana Erba offre due indirizzi: Coreutico, primo e “pioniere” in Italia, che si avvale della metodologia della Scuola Nazionale di Cuba, ed è convenzionato con l’Accademia Nazionale di Danza; Teatrale, unico in Italia, che collabora con il Teatro Stabile Privato “Torino Spettacoli”.

Prezzi Biglietti GALA’ G.E.T.: posto unico: € 18+1

ridotto (gruppi, abbonati, convenzionati, under 26, over 60): € 14+1

Informazioni e acquisto biglietti: Biglietterie Torino Spettacoli: Teatro Erba, corso Moncalieri 241, tel 011/6615447; Teatro Gioiello, via Colombo 31, tel. 011/5805768; Teatro Alfieri, piazza Solferino 4 – tel 011/5623800
Acquisto diretto online al sito www.torinospettacoli.it e anche attraverso il circuito Ticketone.

Nelle immagini, nell’ordine, Christian Scifo, Lorenzo De Liso e Ludovica Tondodonati

“Via i sagrin!”, musica popolare di qualità su Sestarete

 CANALE 16 DEL DIGITALE TERRESTRE

L’intenzione degli autori è chiara, e la si evince dal titolo del nuovo programma televisivo  “Via i sagrin!”.  
Sagrin in piemontese vuol dire  dispiaceri, preoccupazioni, l’obiettivo è infatti quello di   scacciarli via, per quanto possibile, grazie ai poteri terapeutici della musica… Paola Caramella e Piero Mortara, ideatori e conduttori del nuovo format, che va in onda ogni venerdì alle ore 21 su Sestarete, canale 16 del digitale terrestre,  (sabato alle 22; domenica alle 23; lunedì alle 10), c’invitano nel loro salotto, un salotto fatto di musica, aperto ad amici, parole, note e sorrisi. Una mezzora per parlare, cantare, suonare, per scoprire tante cose, sugli strumenti e sulla loro storia. Molti grandi ospiti, musicisti e non, hanno accettato l’invito a giocare nel salotto di Paola e Piero ogni settimana per affrontare un tema diverso legato alla musica come pretesto per fare musica, che è magia e cura insieme. “Via i sagrin!” Un programma di Sestarete realizzato da Beacom e Caramella Photo