SPETTACOLI- Pagina 164

“Qualche volta un uomo deve svegliarsi per scoprire che veramente non ha nessuno“

Music Tales, la rubrica musicale 

qualche volta un uomo deve svegliarsi per scoprire

che veramente non ha nessuno

cosi ti aspetterò… e brucerò

vedrò mai il tuo dolce ritorno?

imparerò mai?”

Questa è la storia di un artista che è entrato nelle acque del Mississippi per un rito di
purificazione e così facendo è uscito dalla storia ed è entrato nella leggenda.

JeffBuckley è bello come un sole, ma ha ereditato da suo padre il lato oscuro della luna.

Suo padre era TimBuckley, un genio assoluto, uno che fu per la voce quello che JimiHendrix fu per la chitarra, CecilTaylor per il piano e Coltrane per il sax.

Portò la voce a vette di sperimentazione mai raggiunte prima per poi scomparire a 28 anni, per overdose di eroina e alcol.

Al suo funerale c’erano tutti, ma non Jeff, che viveva con la madre e aveva visto il padre una sola volta, ma che aveva nel suo Dna le medesime
dannazioni.

Jeff Buckley adesso ha trent’anni, ha incantato il mondo con Grace, un disco commovente e bellissimo.

Sta lavorando al seguito, in uno studio di Memphis. è il 27 maggio 1997.

Tira vento, minaccia pioggia.

Jeff si ferma con un amico, Keith Foti, sulle rive del Wolf River, un affluente del Mississippi.

Lo stereo portatile trasmette “Whole Lotta Love” dei LedZeppelin.

Jeff canta a squarciagola il ritornello, poi entra in acqua.

Vestito, senza nemmeno togliersi gli stivali pesanti.

Non è la prima volta.

È come un rito di purificazione.

Gli piace sentire gli abiti che si attaccano alla pelle, camminare e poi cominciare a nuotare.
Foti rimane a riva. Passa un battello. Urla a Jeff di stare attento, poi si volta per mettere lo stereo al riparo.

Quando si gira di nuovo verso l’acqua, Jeff è scomparso.

Lo ritroveranno una settimana più tardi, impigliato nei rami di un albero, sotto uno dei ponti di Beale Street, la strada principale di Memphis, quella che aveva benedetto
mille artisti ma non lui, che aveva cercato attraverso un rito di purificazione di trovare qualcosa e invece aveva perso tutto. Per fortuna non si è persa la sua musica, rimane nell’universo, insieme a quella di chi ha lasciato un segno,

anche se per troppo poco tempo.

Povero Buckley, con la sua voce così perfettamente inarcata tra le parole, così tesa all’unità. L’unità cui alludo è quella armonica, la capacità di ricogliere il molteplice, Così, se anche l’esistenza dell’artista sfiorì in fretta tra le acque, una voce nell’armonia continua a risonare.

Lover, You Should’ve Come Over” esemplifica quanto scrivo; il brano disegna un affresco della mancanza – della tensione di Buckley verso ciò che si sottrae.

La parola colma i vuoti svelati dall’attesa, riassumendoli nell’immagine della lover evocata, ma, maledizione, mai presente.

L’unità dell’amore che lascia il passo ad una solitudine assordante.

Siamo sempre più connessi, più informati, più stimolati ma, esistenzialmente,

sempre più soli.”

Ascoltate, non associate un cosi grande artista ad una sola , trita e ritrita, canzone…sapete di che parlo.

CHIARA DE CARLO

https://www.youtube.com/watch?v=HxfE6PJmGS8&ab_channel=jeffbuckleyVEVO

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere!


Il Teatro Regio di Torino, con una stagione ricca di novità, si apre anche a un pubblico giovane

Il 2023 rappresenterà un anno particolarmente significativo per il Teatro Regio di Torino, in quanto il 10 aprile prossimo ricorrerà il cinquantesimo anniversario della sua ricostruzione e i 283 anni dalla sua fondazione.

La Stagione d’Opera del teatro prenderà avvio il prossimo gennaio e si concluderà a giugno, per poter riprendere, a partire dalla stagione successiva, la cadenza classica autunno/estate. Può contare su uno dei palcoscenici migliori d’Europa, completamente rinnovato, grazie all’apporto dei lavori sulla meccanica di scena, appena conclusi.
“Sebbene sia arrivato a Torino con una visione di teatro molto chiara – spiega il sovrintendente del Teatro Regio Mathieu Jouvin – ho dedicato i primi mesi all’ascolto, perché nessun progetto viene definito a priori e serve consapevolezza per far bene le cose. Ritengo che il teatro costituisca un ecosistema comprendente strutture e funzioni specifiche e, al tempo stesso, un organismo aperto alla circolazione di idee e energie, in dialogo tra passato e futuro, in vista delle sfide del domani. Un teatro che mi piace considerare conviviale, lungo di aggregazione e partecipazione trasversale, uno spazio urbano dedicato alla socialità. Non dimentichiamo che, dopo due anni di arresto dovuto alla pandemia, tutti noi abbiamo motivazioni fortissime nella ripresa della vita relazionale”.
Il titolo scelto dal Sovrintendente Jouvin per la stagione del teatro Regio è “Passaggi”, che rappresenta per lui molto di più di un semplice titolo. Il termine deriva dal francese “passage” ed è capace di condensare in sé molti significati tra cui apertura, cambiamento, espansione, frutto di un lavoro di squadra molto lungo e complesso.
La Stagione d’Opera sarà inaugurata il 24 gennaio prossimo con “Il barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini, per la prima volta a Torino nella brillante versione firmata da Pierre Emannuel Rousseau, che mantiene l’ambientazione andalusa e propone voci e costumi vivaci ispirati all’arte di Goya, scegliendo di aumentare l’atmosfera briosa con una nota onirica e poetica.
Il maestro Diego Fasolis tornerà al teatro Regio quale riconosciuto esperto del repertorio del Settecento e del primo Ottocento, dirigendo un giovane cast pieno di talento, comprendente artisti come Santiago Ballerini, Josè Maria Lo Monaco e John Chest.
Dal 25 febbraio all’8 marzo prossimi andrà in scena “Aida” di Giuseppe Verdi nel sontuoso allestimento di William Friedkin, che ha vinto l’Oscar e si è contraddistinto per essersi ispirato alle architetture dell’antico Egitto. Dirigerà l’orchestra il maestro Daniele Gamba, con interpreti verdiani di livello assoluto, quali Angela Meade e Erika Grimaldi, Silvia Beltrami e Stefano La Colla.
Dal 31 marzo al 14 aprile sarà la volta del “Flauto Magico” di Mozart , per la prima volta realizzato in un’onirica cornice firmata da Barrie Kosky e Suzanne Andrade.
Le suggestioni mozartiane si mescoleranno alle proiezioni ispirate dal cinema muto, con le quali gli interpreti interagiranno, dando vita un’interpretazione immersiva e capace di entusiasmare il pubblico. A dirigere sarà il maestro Sesto Quadrini, accompagnato da un cast eccezionale quale Ekaterina Bakanova, Joel Prieto, Alessio Arduini e Tamara Ivanis.
Dal 13 al 23 maggio 2023 verrà presentata “La figlia del reggimento” di Gioachino Donizetti, in un nuovo allestimento coprodotto in collaborazione con il Teatro La Fenice di Venezia, che rappresenta l’inizio di un viaggio alla scoperta dei legami e degli scambi culturali tra Italia e Francia.
La regia mescola elementi reali ad altri surreali, come tipicamente avviene nelle produzioni di Barbe & Doucet. L’opera, piuttosto impegnativa, sarà diretta da Evelino Pidò, ambasciatore nel mondo del bel canto, al ritorno alla guida di un cast di eccezione costituito da Giuliana Gianfaldoni, John Osborn, Manuela Custer e Roberto De Candia.
A concludere la stagione sarà un’altra opera emblematica, “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini nell’allestimento di Damiano Michieletto. Si tratta di uno spettacolo di forte impatto estetico e emotivo, capace di mettere in evidenza la più cruda essenza dell’argomento, una vicenda di turismo sessuale ambientata in una grande metropoli asiatica.
Dmitri Jurowski, interprete universalmente riconosciuto del repertorio operistico e sinfonico del Novecento, porrà in risalto tradizioni musicali diverse.
A completamento della stagione verranno presentate due prime esecuzioni per il teatro lirico torinese, la prima è “Powder Her Face” di Thomas Ades, la cui opera si ispira alla vera storia di un divorzio scandaloso e milionario nell’Inghilterra degli anni Cinquanta. Sarà in programma al Piccolo Regio Puccini dal 10 al 18 marzo 2023.
La seconda è rappresentata da “La sposa dello Zar”, con la rigorosa partitura di Rimskij Korsakov, ricca di tinte fosche e temi popolari russi, affidata a Valentin Uryupin, interprete pluripremiato di musica slava. Sarà in programma il 26 e 28 aprile prossimi
L’8 e 9 gennaio andrà in scena la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi, opera simbolo del repertorio italiano.
Non mancheranno, come di consueto, i Concerti dell’Orchestra e Coro del Teatro Regio e della Filarmonica TRT. Il Requiem, uno dei brani sacri più toccanti della storia della musica, composto da Verdi in memoria di Alessandro Manzoni, sarà diretto da uno dei più interessanti direttori italiani, Andrea Battistoni.
Protagonisti della stagione saranno anche l’Orchestra, il Coro e il Coro di Voci Bianche del teatro Regio, diretti da Andrea Secchi e Claudio Fenoglio.
Alla compagini stabili si aggiungerà, da questa stagione, il Regio Ensemble, una comunità di giovani artisti in residence, che vivrà al teatro Regio per perfezionarsi e mettersi alla prova. Si tratta di sette artisti dai percorsi artistici e nazionalità tra loro diverse.
Il teatro Regio si apre anche ai giovani con la possibilità di accedere alle opere in una delle due prove generali da parte degli under 30 con un biglietto speciale a 10 euro.

Mara Martellotta

Memissima: Oscar a Luigi Di Maio

 Premiato a MEMISSIMA nel corso del primo oscar dei meme italiano Luigi Di Maio, come personaggio più “memato” del 2022.

Insieme all’ex Ministro degli Esteri, assegnati a OFF TOPIC, nella serata di sabato 19 novembre, anche i premi alle 10 pagine finaliste in gara con l’Oscar per ogni categoria: politica, attualità, arte e spettacolo, meme-romanzi, video, sport, metameme, everyday memes, trash / dunk.

Le pagine che hanno partecipato hanno presentato i propri meme ad una giuria composta da Valentina Tanni (Politecnico di Milano, Naba Roma), Daniele Polidoro (Wired), Alice Oliveri (the Vision) Serena Mazzini (Domani), Mattia Salvia (Icongrafie XXI), Francesco Brocca (Cose Non Cose – CNC Media), Jacopo Morini e Fabiano Pagliara (Direzione Creativa Armando Testa)

Gli oscar hanno premiato i vincitori scelti dalla combinazione tra il voto della giuria e quello dei follower della pagina dell’evento Memissima/Meme Awards attraverso la pagina  Instagram del Festival, esprimendo la propria preferenza nel corso della serata finale del 19 novembre.

Una vera e propria wave ha quindi travolto il web grazie alle pagine che hanno aderito al festival creando un flusso comunicativo ininterrotto per oltre una settimana. Non solo pagine “big” perché fino al 15 novembre, tutti i memers hanno avuto la possibilità di entrare direttamente in gara e partecipare all’evento, inviando i propri meme a @memissimafestival, il profilo Instagram dell’evento.

L’idea di un “Oscar dei meme” è nata dall’esigenza di riunire admin e addetti al settore in uno stesso luogo per creare massa critica e riflettere su questa tipologia di supporto comunicativo, il meme, ovvero le immagini che incontriamo centinaia di volte al giorno sui social, diventate ormai centrali nelle pratiche comunicative di chiunque: dal vicino di casa all’influencer, dalle aziende alla politica e alle istituzioni.

Memissima è un evento prodotto da OFF TOPIC, l’hub culturale della Città di Torino che continua a essere spazio di creazione di contenuti innovativi e contemporanei. Media partner dell’evento è Lievito Consulting. Memissima è ideato e diretto da Max Magaldi musicista e artista che, a partire dal 2018, sperimenta azioni performative digitali che intrecciano musica, arte contemporanea e hackeraggio sui social network.

MEME AWARD: LE NOMINATIONS

Categoria POLITICA

ora.et.memora

governo_del_cambianiente

hipdem

oberdansilmentava

Categoria ARTE / Spettacolo

inchiestagram

lukashardhella

mo_n_stre

tachimemina_500

Categoria MEME ROMANZI

Filosofia Coatta

giovanni_lindo_memetti

filippo tommaso meminetti

maidirememeit

Categoria Video

dickdidog

videofaketv

grande_flagello

intothecoldhell

Categoria SPORT

sereieamemeesreloaded

ermescervignano

I84_futsal

ercal_lariserva

Categoria Metameme

nonnulla.music

inchiestagram

mimetica.neolastica

fakecipollino

CATEGORIA MEME IGP

relatable_roma_memes

Kataniamp

ilchadbarese

ceo.del.pesto

Categoria EVERYDAY MEMES

fakecipollino

memeveterotestamentari

khamehamesutra

legolize

Categoria ATTUALITA’

69cuore

lasettimanamemistica

angispermo_di_barbatus

ariana fallaci

Categoria Trash / Dunk

lacchiesa

laura_pausini_onlyfans

Lesci3

campoinduzionememetica

L’Orchestra Polledro celebra il suo decennale

Un concerto mercoledì 30 novembre al teatro delle Fonderie Limone di Moncalieri

 

L’Orchestra Polledro festeggia i suoi primi anni di attività con il “Concerto del decennale”, che coincide con il primo della stagione 2022/2023, in programma mercoledì 30 novembre prossimo alle 20.30 presso il Teatro Fonderie Limone a Moncalieri.

Realizzato in collaborazione e con il patrocinio della Città di Moncalieri vedrà sul podio Federico Bisio, direttore stabile dell’Orchestra, quale oboe solista il Maestro Carlo Romano, già primo oboe dell’Orchestra RAI e quale flauto solista Danilo Putrino.

Il programma del Concerto prevede tre brani di Franz Joseph Haydn, il Concerto in Fa Maggiore per due lire organizzate e Orchestra Hob.VII h.4, versione per oboe e flauto; il Notturno n. 7 in Fa Maggiore per due lire organizzate e Orchestra Hob. II:28, versione per oboe e flauto, con solisti Carlo Romano e Danilo Putrino.

Concluderà il Concerto la Sinfonia in Mi bemolle maggiore n.43, detta “Mercurio” Hob.I:43, con la direzione di Federico Bisio.

Haydn, intorno al 1785, ricevette l’incarico di scrivere una serie di concerti per il Re di Napoli Ferdinando IV, con una richiesta particolare, di essere concepiti per una coppia di strani strumenti, le cosiddette lire organizzate, un affascinante ibrido somigliante a una ghironda, spesso ascoltato per le strade di Napoli e molto amato dal popolo. Il carattere peculiare dei concerti, emerso dall’epistolario di Haydn, riguarda la gamma tonale ristretta di tutte le opere (Do, Fa e Sol maggiore, le uniche tonalità consentite).

Il secondo riguarda l’estensione della lira, che è paragonabile a quella di una oboe.

Il Notturno n.7 di Haydn risale alla fine del Settecento, quando egli si recò in Inghilterra, portando con sé molti “Notturni”,eseguiti nella prima serie di concerti per Salomon nel 1791 e 1792. In questa versione di “Londra” le parti solistiche sono sostenute da un flauto e da un oboe, al posto delle due lire.

La Sinfonia in Mi bemolle maggiore n. 43, denominata ‘Mercurio’, è stata composta intorno al 1771, in un periodo in cui Haydn sembrò accostarsi allo spirito dello “Sturm und Drang”, assumendo connotati preromantici.

Lo stesso titolo, “Merkur”, la collega all’alto messaggero degli dei, protettore dei traffici e dei ladri. Il soprannome, legato alla divinità greca, apocrifo, era documentato già a partire dall’Ottocento; tuttavia il lavoro non presenta elementi direttamente riconducibili al dio Mercurio.

Articolata in quattro movimenti, la Sinfonia Mercurio rivela una certa levità e spensieratezza, capaci di giocare con le aspettative del pubblico in modo sempre nuovo e originale.

Lo stile di Haydn dimostra, in questo caso, la sua notevole abilità di coinvolgere l’ascoltatore con una serie di domande e risposte musicali, tipiche della sua capacità di scherzare con il pubblico.

Un velo di malinconia sembra distendersi sull’Adagio, il cui tema è esposto dai violini con la sordina, e poi fiorito nelle successive riprese.

Segue un minuetto, che, per usare un’immagine del Carpani, brillada “tutte le facce come un diamante di miniera”.

L’ ultimo movimento presenta un brio irresistibile, dovuto al contrasto tra un tema ascendente e uno discendente.

Nella seriosità quasi religiosa di Haydn constatiamo un innesto di comicità mozartiana e rossiniana; il secondo tema, infatti, riporta alla mente un passo memorabile del “Barbiere di Siviglia”.

Il concerto ha ingresso libero fino a esaurimento posti e si terrà presso il Teatro Fonderie Limone, in via Eduardo De Filippo a Moncalieri.

Guarda che storia! Racconti per lo schermo

Adesione oltre le aspettative per la seconda edizione del progetto di “Film Commission “ e “Salone Internazionale del Libro” di Torino

Sono otto – fra romanzi gialli, thriller, commedie, fantasy e romanzi storici – le opere selezionate, da un’attenta ed esperta Giuria, per diventare, in base alle loro caratteristiche e potenzialità, “lungometraggi” o “serie tv”Otto e non sette (come previsto da bando) data l’alta, neppur prevista, adesione alla seconda edizione del progetto “Guarda che storia! Racconti per lo schermo”, organizzato da “Film Commission Torino Piemonte” “Salone Internazionale del Libro”, con lo scopo di “facilitare il dialogo tra il mondo editoriale e quello della produzione cinematografica e audiovisiva, così da permettere alle case editrici di presentare i propri libri a registi, sceneggiatori, produttori e ‘decision makers’ del settore”. Dopo la buona partenza del progetto nel 2021, la seconda edizione di “Guarda che storia!”, rivolta a romanzi o graphic novel editi tra il 2020 e il 2022, la cui “call for application” si è chiusa lo scorso 30 settembre, ha sorpreso per i grandi numeri raggiunti: 117 titoli arrivati per essere selezionati, in rappresentanza di 70 editori da tutta Italia, di cui 21 dal Piemonte.

Queste le otto case editrici e gli otto titoli selezionati da una Giuria composta da Gino Ventriglia (sceneggiatore e story editor), Graziella Bildesheim (produttrice) e Marco Pautasso (segretario generale del “Salone del Libro”): “Buendia Books”,  La foresta fossile di Cristina Converso; “Edizioni E/O”, Casa è dove fa male di Massimo Cuomo; “Fandango Libri”, Il guinzaglio di Giovanni Toscano; “Feltrinelli Editore”, Maschi e murmaschi” di Chiara Bongiovanni; “Graphot Editrice”, Il caso Lea Schiavi. Indagine sull’omicidio di una giornalista antifascista di Massimo Novelli; “I.D.E.A.”, La farfalla d’ombra di Yali Ou Ametisha; “Neos Edizioni”, Il procuratore e la bella dormiente di Giorgio Vitari e “Rizzoli Libri”, Le amazzoni di Manuela Piemonte.

Gli otto libri saranno presentati ad una platea di addetti ai lavori, ma anche al pubblico, in una “pitching session” organizzata nell’ambito di TFI Torino Film Industry – Production Days, in programma sabato 26 novembre, alle 11.30, al Circolo dei lettori di via  Bogino 9, Torino. A introdurre la presentazione delle opere saranno Paolo Manera (direttore di “Film Commission Torino Piemonte”) e Marco Pautasso (segretario generale del “Salone Internazionale del Libro di Torino”). Il pubblico interessato potrà scrivere a segreteria@salonelibro.it per richiedere di partecipare, lasciando la propria mail e il proprio numero di cellulare. La prenotazione è obbligatoria con ingresso libero fino a esaurimento posti.

In base a quanto richiesto nel bando, sono state privilegiate le storie ambientate in Piemonte, oppure collocate in altre regioni o nazioni o in luoghi non definiti, ma potenzialmente in grado di prevedere la realizzazione cinematografica e audiovisiva in Piemonte“Sono stati valutati positivamente – sottolinea la Giuria – i racconti dal fascino visivo preponderante, con una narrazione adatta a essere proposta per immagini, con un ritmo narrativo efficace e personaggi fortemente caratterizzati e particolarmente adatti ad una messa in scena cinematografica”.

“L’entusiasmo e l’elevato numero di candidature ricevute per questa seconda edizione – afferma Paolo Manera – confermano ulteriormente la centralità e l’attualità che l’adattamento per il cinema e la TV rappresenta oggi, tanto per il comparto dell’editoria quanto per quello dell’audiovisivo. Il progetto avviato lo scorso anno con il Salone del Libro dimostra di saper rispondere adeguatamente a una necessità di un mercato costantemente alla ricerca di storie originali e rappresentative: obiettivo che si può raggiungere solo mettendo in connessione i talenti che emergono da filiere culturali e produttive diverse. Con ‘Guarda che Storia!’ cerchiamo – anche per quest’anno – di favorire e agevolare questo traguardo”E a lui fa eco Marco Pautasso: “ La scelta degli otto romanzi selezionati non è stata semplice, visto il numero davvero considerevole e qualitativamente elevato delle proposte ricevute, a conferma della bontà dell’iniziativa, ma è stata presa all’unanimità, dopo un confronto approfondito, lavorando sempre con unità di intenti”.

g.m.

 

Nelle foto:

–       Paolo Manera

–       Marco Pautasso

E se “Cappuccetto Rosso” si trasformasse in “Cappuzzetto Rozzo?”

Una nuova rilettura teatrale della superfamosa fiaba al torinese “Spazio Kairòs”

Domenica 20 novembre, ore 16,30

Una delle fiabe europee più popolari al mondo completamente stravolta. E attualizzata con singolare fantasia e verve da vendere. Così “Cappuccetto Rosso” (di cui, fra l’altro, esistono numerose varianti, oltre alle versioni scritte più note di Charles Perrault del 1697 e dei Fratelli Grimm del 1857) diventa bel bello “Cappuzzetto Rozzo”: nuova pièce teatrale della celeberrima fiaba riscritta e diretta da Rosalba Piras e portata in scena da  “Abaco Teatro”, compagnia teatrale di Cagliari, domenica 20 novembrealle 16,30, allo “Spazio Kairòs”, ex fabbrica di colla trasformata in teatro, in via Mottalciata 7, a Torino. L’organizzazione è di “Onda Larsen” e lo spettacolo (soprattutto rivolto alle famiglie) “vuole in primis porre l’accento sull’importanza della salvaguardia ambientale”. Narratore in scena è Pino, simpatico personaggio che vive nel bosco ed è amico di tutti gli animali. Fa conoscere ai bambini i suoi amici fiori, animali ed insetti e racconta di una bambina, prepotente e distratta, che non mostra mai alcuna attenzione verso la natura e i suoi abitanti, non ama lavarsi e non profuma certo di pulito. Per tutto questo è chiamata “Cappuzzetto Rozzo”. Lei si sente libera di fare ciò che vuole e indossa sempre la sua mantellina rossa (o meglio “rozza”!), che non toglie mai. Un giorno la sua vanitosa mamma, la incarica di portare alla nonna influenzata, un cesto pieno di tante cose buone.

Dopo varie raccomandazioni, Cappuzzetto parte per recarsi nel bosco dove abita la nonna e decide di prendere un nuovo sentiero. Durante il tragitto la bimba, finalmente libera nel bosco, si scatena e balla con musica a tutto volume fuoriuscita dal suo cellulare, senza rispetto calpesta prati e fiorilancia sassi agli uccellini con la sua fionda, mangia caramelle e merendine e getta a terra cartaplasticalattine, fino a che da un cespuglio spunta il Lupo! Che è invece, in versione contraria al tradizionale racconto, personaggio simpatico, buono e positivo. Si susseguiranno avventure, equivoci, travestimenti e la magia di un sogno rivelatore, in cui avranno la parola gli animali e Cappuzzetto capirà. Grazie al Lupo e a Pino, e con l’aiuto dei bambini, la piccola imparerà a conoscere e a rispettare la natura, entrerà nel cuore degli animali, si laverà e ripulirà il prato e il bosco dalle immondizie. Gli avvincenti incontri di Cappuzzetto saranno accompagnati da musiche e canzoni e i personaggi coinvolgeranno e sorprenderanno grandi e piccoli spettatori che avranno un ruolo fondamentale tutti insieme per un finale a sorpresa“Lo spettacolo – spiegano gli organizzatori – stimola così nei bambini la capacità di forgiare il proprio sguardo sul mondo e su di sé e li invita a sentire ciò che le fiabe hanno ancora da dire su temi che ci riguardano: la tutela e il rispetto della natura, come si diventa indipendenti, che cosa significa essere liberi e fino a che punto, come ci si difende dalle forze oscure che abitano dentro e intorno a noi, come essere protagonisti di una storia di crescita e conoscenza del Pianeta”.

Il tutto con musiche e testi delle canzoni ri-scritti per lo spettacolo e cantate dagli stessi attori: sul palco Rosalba PirasTiziano PoleseAntonio Luciano. Musiche Rap di Franco Saba e impianto scenico di Marco Nateri.

E attenzione! Possibilità di “Biglietto sospeso”: da quest’anno – ricordano allo “Spazio Kairòs” – si può regalare un biglietto a chi non può permetterselo e compiere una buona azione per avvicinare le persone al teatro.

g.m.

Nelle foto: immagini tratte da “Cappuzzetto Rozzo”

“Queer Picture Show” Debutto sul palco della “Soms” di Racconigi

Il nuovo spettacolo teatrale di Irene Dionisio e Francesca Puopolo

Sabato 19 novembre, ore 21

Racconigi (Cuneo)

E’ il primo appuntamento della nuova rassegna teatrale “Raccordi”, progetto selezionato dal Bando “Cortocircuito 2022” e nato dalla collaborazione fra “Piemonte dal Vivo” e “Progetto Cantoregi” come “occasione di incontro, scambio e riflessione attraverso eventi tesi ad esplorare la scena teatrale di innovazione contemporanea, non solo italiana, incentrata sui temi dell’impegno civile e sociale”. Uno spettacolo al mese. Da novembre 2022 a marzo 2023. L’appuntamento è sempre nello spazio teatrale della “Soms” (ex “Società Operaia di Mutuo Soccorso”), di via Carlo Costa 23, a Racconigi (Cuneo). E il primo titolo ad andare in scena, sabato 19 novembre, alle 21, è proprio “Queer Picture Show” delle registe torinesi Irene Dionisio e Francesca Puopolo; la prima direttrice artistica per tre anni di “Lover” (storico Festival LGBTQUI+ del “Museo Nazionale del Cinema”) e la seconda già presidente di “Arcigay Torino”. Lo spettacolo racconta in un labirinto di immagini e con i linguaggi del digitale del “New Queer Cinema”, ovvero di quella corrente cinematografica che tra la metà degli anni ’80 e i primi ’90 del Novecento ha mobilitato la comunità LGBTQI+ attorno a una serie di titoli a tematiche omosessuali e di importanti autori, cementandone l’identità. La regia di Irene Dionisio racconta tutto questo nella forma di una performance multimediale, con un narratore d’eccezione, il torinese “Premio Ubu 2010” e “Golden Graal 2012” Giovanni Anzaldo (diploma nel 2009 allo “Stabile” di Torino con Luca Ronconi e importanti presenze teatrali e cinematografiche), che si muove in un caleidoscopio visivo, tra estratti delle pellicole dei maggiori autori del periodo: dai registi americani Gus Van Sant a Todd Haynes, dall’inglese Derek Jarman al canadese Bruce LaBruce. Il progetto dell’Associazione “Altera” è realizzato con il sostegno della “Compagnia di San Paolo”, nell’ambito del Bando “ORA! Produzioni di Cultura Contemporanea” in collaborazione con “CIRMA” dell’Università degli Studi di Torino.

La rassegna “Raccordi” proseguirà fino al 18 marzo 2023. In sintesi, questi i titoli in agenda: “Sotterraneo”, con “Shakespearology” (3 dicembre), un’intervista impossibile rivolta direttamente a Sir William Shakespeare in carne e ossa sulla sua vita, la sua opera, la sua eredità culturale; “Kronoteatro” con “La fabbrica degli stronzi” (14 gennaio 2023), una provocazione surreale sul paradigma vittimario così radicato oggi nei media, nella famiglia e nel nostro modo di abitare il mondo; “Babilonia Teatri” con “Giulio Meets Ramy / Ramy Meets Giulio” (19 febbraio 2023), che parte dalla drammatica vicenda di Giulio Regeni per riflettere su cosa significhino Stato, Giustizia e Legalità, con il cantante Ramy Essam, voce della rivoluzione egiziana, dal 2014 in esilio, su cui pende un mandato di cattura per terrorismo dal parte dell’Egitto; Olivier Dubois, coreografo e ballerino di fama internazionale, con lo spettacolo di danza “My Body of Comung Forth by Day” (18 marzo 2023), un gioco di specchi per approfondire il tema dell’arte e della creatività.

Per info e prenotazioni (prenotazione non obbligatoria): tel. 349/2459042www.progettocantoregi.itinfo@progettocantoregi.it

g.m.

Nelle foto:

–       Giovanni Anzaldo

–       Irene Dionisio

–       Da “Shakespearology”, Ph. Francesco Niccolai

Il Museo Nazionale del Cinema mette la scuola in prima fila

In occasione della 40° edizione del Torino Film Festival, il Museo Nazionale del Cinema presenta l’avvio del progetto LA SCUOLA IN PRIMA FILA invitando le scuole a partecipare gratuitamente al Festival da lunedì 28 novembre a venerdì 2 dicembre.

Il programma La Scuola in Prima Fila-TFF è l’occasione per offrire agli studenti la possibilità di vivere il Festival da protagonisti, di conoscere le diverse fasi e mestieri della filiera cinematografica (produttori, registi, attori) attraverso proiezioni di film in sala, incontri  e momenti di incontro con i professionisti del settore, anche in un’ottica di orientamento professionale e di sguardo attento all’innovazione tecnologica e alle nuove produzioni di cinema VR.

 

Cinema Greenwich – Via Po 30, Torino

Museo Nazionale del Cinema – Mole Antonelliana – Via Montebello 20, Torino

Aula Magna-Itis AVOGADRO– Corso San Maurizio 8, Torino

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA – ENTRO MARTEDI’ 22 NOVEMBRE – PARTECIPAZIONE GRATUITA

Per accedere alle proiezioni e incontri gratuitamente compilare l’apposita scheda di pre-iscrizione. La conferma di partecipazione sarà comunicata tramite e-mail

“Le mille e una Bruna” Sul palco del “Gobetti” a San Mauro Alessandro Riccio

Fra i più noti e amati trasformisti italiani

Venerdì 18 novembre, ore 21

San Mauro Tor.se (Torino)

Fiorentino di nascita, classe ’72, in Toscana (ma non solo) è una vera star. Attore comico, trasformista eclettico e instancabile – nonché autore, regista ed attore di molti dei suoi spettacoli – Alessandro Riccio arriva in Piemonte, dove venerdì 18 novembre (ore 21) al “Teatro Gobetti” di San Mauro Tor.se, in via Martiri della Libertà 17, porta in scena “Le mille e una Bruna”, accompagnato dal fedele Alberto Becucci, con cui condivide la scrittura, la regia e la presenza scenica. Lo spettacolo nasce dopo “Bruna e la notte”, che dal 2014 ha inanellato una serie infinita di repliche e sold out. Per rispondere alle continue richieste di chi voleva saperne di più su questa “donna inusuale, scorbutica e fragile”, su cosa pensa, su dove abita, su come conduce la propria esistenza, ecco arrivare l’idea di un “secondo capitolo” della sua storia, con la produzione di “Tedavì 98”, casa di produzione fondata dallo stesso Riccio nel 1998..

Ecco dunque la nuova proposta – seguito de “Le mille e una Bruna”, una “commedia lirica e sboccata, amara e leggera”, per continuare a far vivere quello che è ormai un personaggio ben conosciuto dal pubblico, e perennemente con la sigaretta in bocca. Personaggio interpretato da Riccio, un artista unico nel panorama fiorentino, che molto ha da dire anche sul piano nazionale e che propone nuove canzoni e nuove poesie consolidando la coppia comica che forma con Alberto Becucci. Quest’ultimo è invece Franchino, silenzioso e timido, perennemente ridicolizzato dall’apparentemente spavalda Bruna che ama apostrofarlo con il nomignolo di “pissero”, che proprio un complimento non é nel dialetto toscano.


Le luci della ribalta si riaccenderanno così su Bruna, che molti hanno paragonato ad Alda Merini, e Franchino: lei è l’anziana cantante dal passato turbolento e lui il suo timido e riservato pianista. Un impresario è interessato alla Signora di San Frediano, vuole scritturarla, ma … riuscirà la debordante Bruna a contenere la sua vitalità esplosiva e non spaventarlo troppo? E sarà vero che un tempo calcava, da vera diva, gli scintillanti palchi della Versilia, e che usciva con Domenico Modugno e cantava con Aretha Franklin?  Sul palco un viaggio nella turbinosa vita di una donna che incarna lo spirito popolare tra barzellette e versi immortali, piena di semplicità e saggezza ma soprattutto di musica eterna che cavalca gli anni, dai Platters a Gabriella Ferri.

 “Bruna – racconta lo stesso Riccio – è un coacervo di dettagli di persone che ho conosciuto, da mia nonna a Carlo Monni(famoso attore toscano, il “Vitellozzo” in “Non ci resta che piangere”, al fianco di Roberto Benigni e Massimo Troisi). È una fiorentina vera, volgare, spesso grezza nelle sue manifestazioni più delicate. Ha quella tendenza a bubare e la genuinità caustica che era caratteristica di Monicelli e che è nel DNA della fiorentinità. E tuttavia c’è un’ambivalenza in lei, perché è in fondo anche dolce, intelligente, lucidissima quando meno ce lo aspetteremmo, e per questo stupisce sempre, in una spiazzante alternanza di registri”.

Per info: www.cinemateatrogobetti.it. Possibilità di prenotazione via Whatsapp al: 392/6405385

g.m.

Nelle foto: Alessandro Riccio e Alberto Becucci in alcune immagini di scena