Massimo Giannini è davvero un personaggio destinato ad entrare nella storia del giornalismo per il modo in cui dirige “La Stampa” che è oggi ai minimi storici nelle vendite. Si tratta di un giornale carro armato di tipo sovietico puntato contro chi non la pensa come il “direttore che ha sempre ragione”. Ovviamente il sindacato dei giornalisti tace e forse ci sono dei giornalisti che temono il loro direttore che sembrerebbe rivelarsi più autoritario del famoso Giulio De Benedetti che, almeno, era un grande direttore che prese un giornale distrutto dal Ventennio e lo porto’ ad essere una delle voci più autorevoli.
Mercoledì primo febbraio alle 20.30 al Conservatorio, per l’Unione Musicale, i Singer Pur eseguiranno musiche di Sting, van Dijk, Monteverdi, Silcher, Hassler, Corea, Gershwin, Joel. Giovedì 2 alle 20.30 e venerdì 3 alle 20, all’auditorium Toscanini , l’Orchestra Rai diretta da Fabio Luisi e con Alessandro Taverna al pianoforte, eseguirà musiche di Richard Strauss. Sabato 4 alle 18 al Teatro Vittoria, il quinto episodio de “I Bemolli Sono Blu con il Quintetto Aulos (fiati e pianoforte) e con Antonio Valentino. Martedì 7 alle 20.30 per LingottoMusica, all’auditorium Agnelli Il Pomo d’Oro diretto da Maxim Emelyanychev e con Ivan Podymov all’oboe, eseguirà musiche di Mozart. Mercoledì 8 alle 20.30 al Conservatorio per l’Unione Musicale, il pianista Bruce Liu eseguirà musiche di Chopin, Ravel e Liszt.
Sabato 11 alle 20 al teatro Vittoria, Santiago Canon-Valencia al violoncello e Naoko Sonoda al pianoforte, eseguiranno musiche di Ravel, Farr, Ginastera, Gershwin. Mercoledì 15 alle 20.30 al Conservatorio per l’Unione Musicale, Alena Baeva violino e Vadym Kholodenko pianoforte, eseguiranno musiche di Schubert, Mendelssohn, Lutoslawski, Faurè. Giovedì 16 alle 20.30 e venerdì 17 alle 20 all’auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Petr Popelka e con Marie-Ange Nguci al pianoforte, eseguirà musiche di Dallapiccola, Mozart, Strauss. Sabato 18 alle 20 al teatro Vittoria va in scena Ozmotic con Simone Bosco e Riccardo Giovinetto all’elettronica con il progetto Elusive Balance Visual -concert. Domenica 19 alle 16.30 al Teatro Vittoria, Francesco Dillon al violoncello e Emanuele Torquati pianoforte, eseguiranno musiche di Villa-Lobos, Debussy, Janacek, Prokofev. Mercoledì 22 alle 20.30 al conservatorio per l’Unione Musicale Vivian Hagner e Stephen Waarts violino, Karolina Errera e Anna Maria Wunsch viola, Mika Haknnazaryan e Eckart Runge violoncello, eseguiranno musiche di Strauss, Schonberg, Cajkovskij. Sabato 25 alle 20 al Teatro Regio, inaugurazione di Aida di Giuseppe Verdi. Opera in quattro atti. L’Orchestra del teatro Regio sarà diretta da Michele Gamba. Repliche fino all’8 marzo. Lunedì 27 alle 20 al teatro Vittoria per l’Unione Musicale, Armoniosa presenta un programma tutto dedicato a Bach. Martedì 28 alle 20.30 per LingottoMusica all’auditorium Agnelli, la Camerata Salzburg con Hèlène Grimaud al pianoforte, eseguirà musiche di Mozart e Schumann.
Pier Luigi Fuggetta
Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino
Mercoledì 1 febbraio, ore 21.30
Only pleasure swing’n’roll in quartetto
Un travolgente repertorio di canzoni famose in chiave swing’n’roll
Gli “Only pleasure swing’n’roll” presentano mercoledì 1 febbraio in Osteria Rabezzana un travolgente repertorio di canzoni famose stravolte in chiave swing’n’roll. Il gruppo, composto sta Mariagrazia Vergnano, Alberto Comune, Marco Segreto, Giulio Arfinengo, suona insieme dal 2016 ed unisce lo swing al country-blues, spaziando dal rockabilly al soul in un crossover fra generi e stili, canzoni moderne e del passato.
Formazione
Mariagrazia Vergnano, voce
Alberto Comune, chitarra e dobro
Marco Segreto, basso e contrabbasso
Giulio Arfinengo, batteria e percussioni
Ora di inizio: 21,30
Ingresso:
15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena)
Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta
Info e prenotazioni
Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it
Music Tales, la rubrica musicale
“Chiamo il mio ragazzo Lecca Lecca
Vi dico perché
Perché è più dolce di una torta di mele
E quando lui fa quel ballo tutto scosse
Allora non perdo l’occasione
Io lo chiamo lecca lecca”
Ci sono artisti o band che hanno carriere incredibili ed esaltanti. E poi, c’è chi, invece, riesce solo a trovare la formula giusta per un’unica canzone e a non ripeterla più. Milioni di copie vendute, tantissimo successo e poco altro: una carriera mediocre, peggio ancora, l’oblio. E se la carriera continua, nel migliore dei casi rimane lontana dal grande risultato ottenuto. Vere e proprie one-hit wonder, che diventano con gli anni un peso incredibile e un ricordo lontano. Ma per fortuna ci sono le royalties, almeno quelle servono ad assicurare la pensione.
Il pubblico, allora, si ricorderà solo di quel brano e basta. Succede, succede spesso: è successo parecchio negli anni’80 e ’90, soprattutto nel 1997 e nel 1998, forse per la potenza all’epoca dei video musicali e della visibilità che davano. Insomma, nella storia della musica non è raro. Grandi aspettative per un secondo singolo oppure un secondo album, che si infrangono miseramente. O i successi tardivi, magari grazie a una cover che nessuno era riuscito a far funzionare a dovere fino a quel momento. Ancora: il pezzo che diventa la sigla di una serie tv o s’infila nella colonna sonora di un film e ti svolta a tempo determinato la carriera. Non esiste la ricetta perfetta per il successo e, nei miei articoli prossimi, a partire da questo, vorrei dedicare qualche riga ad alcuni di questi brani eccezionali, ma “soli”, in modo che possano darvi uno spunto per andare ad ascoltare anche melodie meno fortunate
degli artisti che li hanno prodotti.
Oggi si parla di “Lollipop” (1958)
Probabilmente uno dei brani più gettonati in tv tra pubblicità e servizi vari.
Il duo pop americano Ronald & Ruby l’aveva composto molto facilmente ed è sopravvissuto al tempo devo dire.
Del resto è immediato, sta bene su tutto… il pezzo “salvavita” di ogni montatore.
In italiano “lecca – lecca”. Brano leggero dunque.
I membri del duo erano il nero Ronald Gumm (o Gumps) e il bianco Beverly “Ruby” Ross ; i gruppi pop interrazziali erano insoliti all’epoca e il gruppo non appariva in pubblico o nei principali organi di stampa e televisivi.
In precedenza avevano lavorato insieme come cantautori ; tra i loro crediti ci sono “Young and Hungry for Love”, “Frankenstein Rock”, “Fat Pat”, “Soul Mates”, “Don’t Come to My Party” e “The Ghost of Love”.
Nel 1958 pubblicarono insieme un singolo intitolato ” Lollipop “. È diventato un successo negli Stati Uniti, raggiungendo il n. 20 nella Billboard Hot 100 .
La canzone ha ottenuto un maggiore successo nelle classifiche sia interpretata da
“The Chordettes” che da “The Mudlarks”.
Hanno pubblicato molti altri singoli, incluso “Love Birds”, nessuno dei quali ha avuto alcun successo.
Ross ha continuato come cantautore, registrando quasi 200 canzoni con BMI , tra cui
” Candy Man ” (per Roy Orbison ) e ” Judy’s Turn to Cry ” (per Lesley Gore ).
““Il successo non è mai definitivo, il fallimento non è mai fatale; è il coraggio di continuare che conta.””
Buon ascolto
Chiara De Carlo
https://www.youtube.com/watch?v=dkn17PLnBfk&ab_channel=BettoRollerman
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Iniziativa patrocinata dai comuni di Porte e Villar Perosa.
GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA
Martedì. Al teatro Sociale di Pinerolo Elio interpreta Jannacci. Al cinema Massimo il regista Jim Jarmusch in veste di musicista in duo con Carter Logan, sonorizza 4 cortometraggi di Man Ray dal titolo Squrl. Al Jazz Club suona il pianista Ilardo Massimo Danilo.
Mercoledì. All’Osteria Rabezzana si esibiscono gli Only Pleasure Swing’n’Roll.
Giovedì. Al Jazz Club è di scena la cantante Yelewna Babu affiancata dai Dipinti di Blues. All’Hiroshima Mon Amour arriva il rapper Rancore. Al Cafè Neruda suona il trio di Luigi Tessarollo con il sassofonista Gianni Denitto. Al Blah Blah si esibisce Monica P. Allo Spazio 211 suona l’Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp. Al Magazzino sul Po canta Blindur.
Venerdì. Al Jazz Club si esibiscono gli Swing Folks. Al Blah Blah suonano Kadabra e Warlung. Allo Ziggy sono di scena i Rasemiliani & The Marsili Explosion. Al Magazzino di Gilgamesh suona la Blues All Stars Band. All’Off Topic si esibisce il quintetto Foja. Allo Spazio 211 è di scena Erio. Al Magazzino sul Po si esibisce Baobab!. All’Hiroshima hip hop con Mondo Marcio.
Sabato. Al Peocio di Trofarello suona il chitarrista Luca Colombo. Al Folk Club suonano i Birkin Tree con Murty Ryan. Al Blah Blah si esibisce il quartetto Magazzino San Salvario. Al Magazzino sul Po suonano i Nabat. Allo Spazio 211 sono di scena I Fasti con Narratore Urbano.
Pier Luigi Fuggetta
La torinese Elisa Liistro a Tali e Quali
Quarto appuntamento con Tali e Quali, lo show del sabato sera di Rai 1 condotto da Carlo Conti.
In questa puntata la giuria composta da Loretta Goggi, Giorgio Panariello e Cristiano Malgioglio, ha avuto il compito, con la presenza speciale del “tale e quale” Renzo Arbore interpretato da Claudio Lauretta, di giudicare tanti bravi partecipanti.
Con gli ospiti fissi, Francesco Paolantoni e Gabriele Cirilli si è esibita l’attrice ed Influencer Torinese Elisa Liistro, alla sua prima esperienza come cantante, dove nella clip di presentazione ha esaltato la sua Torino con delle bellissime riprese.
Elisa, già Miss Piemonte e Valle d’Aosta, vanta tantissimi follower che l’hanno seguita nella puntata del 28 gennaio su Rai 1 e a breve la vedremo anche su Mediaset in una famosa fiction.
Sino a oggi le repliche all’Erba di “La vita al contrario – Il curioso caso di Benjamin Button”
La prima traccia, certo la più celebre dopo che ebbe glorie cinematografiche con il film di David Fincher (2008), interpreti Brad Pitt e Cate Blanchett, tre meritatissimi premi Oscar, è quella seguita da Francis Scott Fitzgerald con il racconto “The Curious Case of Benjamin Button”, edito nel 1922 nella rivista “Collier’s” e poi inserito nei “Racconti dell’età del jazz”. Ma non la sola. Non soltanto gli appunti dell’inglese Samuel Butler, ma soprattutto i legami con il torinese Giulio Gianelli, poeta crepuscolare, che undici anni prima del “curious case” scrisse ”Storia di Pipino nato vecchio e morto bambino”: il tutto sotto l’intelligente arguzia di Mark Twain, se Fitzgerald ebbe un giorno a confermare: “Questo racconto fu ispirato da un’osservazione di Mark Twain: cioè, che era un peccato che la parte migliore della nostra vita venisse all’inizio e la peggiore alla fine. Io ho tentato di dimostrare la sua tesi, facendo un esperimento con un uomo inserito in un ambiente perfettamente normale.”
Nulla vieta che una storia dai contorni così dilatabili prenda la strada di casa nostra, intravedendo vicende ed epoca a noi più vicine. Della stessa storia, con un tour de force affatto trascurabile, si deve essere innamorato Giorgio Lupano, classe 1969, borgo natìo quel di Trofarello alle porte del capoluogo piemontese, alle spalle la scuola dello Stabile torinese diretta da Ronconi e un passato teatral/cinematografico e soprattutto televisivo capace di renderlo uno degli attori più apprezzati. Nell’elaborazione teatrale dovuta allo spirito dinamicissimo di Pino Tierno, capace di costruire i circa 90’ dell’ampio monologo (visto l’altra sera sul palcoscenico dell’Erba, ultima replica domenica 29 alle ore 16) come una sorta di fuochi d’artificio che invadono l’intera vicenda (dall’Unità sino alla metà dello scorso secolo), in un discontinuo imperativo spazio/temporale e in un continuo susseguirsi di piccoli drammi e di leggero divertimento, ogni cosa immersa in un liquido grottesco estremamente ristoratore, Lupano rende totalmente suo il personaggio. Nulla importa che in luogo di Button ci ritroviamo le peripezie di Nino Cotone, sin dalla culla virgulto italianissimo e umanamente tragicomico.
Sotto il continuo ticchettìo del tempo, nello sgranarsi di canzonette d’epoca e numeri di danza (eseguiti con grazia da Greta Arditi), a fianco la vecchia valigia da cui estrarre il bastone d’appoggio e i diversi abiti e infantili campanellini come le pagine del diario che va scrivendo, pagine che a poco a poco invadono la scena in una cascata di ricordi, Nino inizia con il guardare la propria culla, la pelle grinzosa della vecchiaia, affronta sin dai primi attimi e snocciola il significato della vita: “Capita a tutti di sentirsi diversi in un modo o nell’altro, ma andiamo tutti nello stesso posto, solo che per arrivarci prendiamo strade diverse”. Un lungo percorso ad attraversare una vita intera, Nino che affronta l’infanzia come se fosse un anziano e la vecchiaia come se fosse un bambino, “la vita al contrario” con i genitori sbigottiti a nascondere al mondo la creatura, la giovinezza e le amicizie, la diversità durante il servizio militare sotto l’occhio dei superiori, il matrimonio con Elisabetta e la nascita del figlio, il rapporto con quest’ultimo che è un diverso gioco delle parti.
Con la attenta regia di Ferdinando Ceriani, in una interpretazione dove esprimere tutta la propria bravura e una invidiabile quanto autentica maturità, Lupano si divide, oltre che nella lucidità del suo protagonista, nel fregolismo dei tanti personaggi, maschili e femminili, di più o meno lunga come di fulminea ampiezza, ben articolati nelle differenti movenze e nel gioco delle voci, acute e profonde, dialettali, rotonde e difettose, sussurrate e imponenti, in un eccellente panorama di caratterizzazioni. Una serata di vero successo, colma la sala dell’Erba di un pubblico che certo non ha lesinato gli applausi. Una trasposizione che poteva portarsi appresso ogni rischio ma che al contrario dimostra tutta la sua riuscita.
Elio Rabbione
In scena dal 27 al 29 gennaio
In scena dal 27 al 29 gennaio prossimi al Teatro Astra di Torino,“L’amica geniale”, firmata da Fanny & Alexander. Si tratta della tetralogia di Elena Ferrante, che è diventata un Best Seller mondiale. La regia è di Chiara Lagani, il progetto sonoro è curato da Luigi De Angelis insieme a Chiara Lagani e Fiorenza Menni.
Lo spettacolo, diviso in tre capitoli, si basa sulla storia dell’amicizia tra due donne, seguendo, passo passo, la loro crescita individuale, il modo di influenzarsi reciprocamente, i sentimenti, le condizioni di prossimità e di distanza che, nel corso dei decenni, nutrono il loro reciproco rapporto.
Sullo sfondo si pone la coralità di una città/mondo, Napoli, popolata di personaggi archetipici e indimenticabili, dilaniata dalle contraddizioni del passato, del presente e del futuro, i cui feroci confini faticano ancora a delinearsi con nettezza. La biografiadelle due donne e la storia particolare della loro amicizia si intreccia con la Storia di un paese travagliato dalle sue metamorfosi, una sorta di agone narrativo, che procede per epifanie improvvise.
Nel romanzo in quattro parti della Ferrante, “Un’amicizia”, era il titolo del libro che, a posteriori, raccontava le vicende del rapporto tra le due donne; qui “Storia di un’amicizia” diventa il titolo di un racconto in forma di spettacolo che Elena Greco (Chiara Lagani) compone a partire dalle vicende di una vita che la legano a Lina Cerullo (Fiorenza Menni), la sua amica geniale. Nel primo tempo, tutto dedicato all’infanzia, le due amiche bambine gettano per reciproca sfida le loro bambole nella profondità di un nero scantinato e, quando vanno a ricercarle, non le trovano più. Sono convinte che Don Achille, l’orco della loro infanzia, le abbia rubate e, un giorno, trovano il coraggio di andarle a reclamare. Le due attrici si fanno fisicamente attraversare dal testo della Ferrante e narrano la storia attraverso i loro corpi. Essa lascerà su di loro un’impronta indelebile, fino a trasformarle in una strana, doppia e ibrida identità, che porta su di sé l’impronta della bambina, della donna e, al contempo, della bambola. Il secondo tempo risulta diviso in due parti e vede una delle due protagoniste, Lina, sposarsi, acquistare un nuovo cognome che la separa da un’intera fase della sua vita.
La terza parte è dedicata alla maternità . Anche la seconda protagonista, Elena, nel frattempo, si è sposata e ha avuto due figlie con un brillante compagno di università e si è allontanata dal rione per studiare e scrivere. Questo fatto l’ha portata lontano anche da Lila, reduce dalla fine del suo matrimonio.
MARA MARTELLOTTA
Biglietti e abbonamenti su fondazionetpe.it
Biglietteria Teatro Astra: Via Rosolino Pilo, 6
Telefono: 0115634352
Orari: martedi – sabato dalle 16:00 alle 19:00
Venerdì 27 gennaio ore 21
Sabato 28 gennaio ore 19.30
Domenica 29 gennaio ore 17.
Torna dal 24 febbraio al 2 marzo al cinema Massimo Seeyousound. Il festival in cui si fondono musica e immagini, giunge alla nona edizione.
I numeri prevedono 79 film con cinque sezioni in concorso, tra documentari, lungometraggi, videoclip e corti. Due sezioni fuori concorso( Into the Groove e Rising Sound). Il film che inaugurerà la rassegna venerdì 24 febbraio sarà “Tchaikovsky’Wife” del dissidente russo Kirill Serebrennikov sulla moglie del compositore russo. Da segnalare sabato 25 “Cesària Evora” di Ana Sofia Fonseca sulla grande cantante portoghese. Lunedì 27 “Il mondo è troppo per me” di Vania Cauzillo. Domenica 25 “Miucha, The voice of Bossa Nova” regina della bossa nova brasiliana.
Giovedì 2 marzo “In The Court Of The Crimson King: King Crimson at 50” sulla mitica band progressive. Vi sarà anche parecchia musica dal vivo con Gnu Quartet, The Wends, Rodrigo D’Erasmo e Roberto Angelini. Festa finale allo Spazio Musa giovedì 2 marzo.
Pier Luigi Fuggetta
Venerdì 27 gennaio alle ore 21:00 va in scena al Teatro Le Serre di Grugliasco lo spettacolo 8 passi tra il fumo dei campi, il lavoro teatrale tratto dal delicato e intenso testo di Alfonso Cipolla, realizzato per la Giornata della Memoria e che unisce sullo stesso palco le maestranze di Viartisti 2.0 Camaleonte, Associazione Musica Insieme, Compagnia Mixit e Istituto per i beni marionettistici e il teatro popolare. L’evento è a ingresso gratuito.