SPETTACOLI- Pagina 104

Doppio appuntamento con MiTo

Con il concerto intitolato Cambridge eseguito dai King’s Singers e una serata dedicata a Prokof’ ev all’Auditorium di Intesa Sanpaolo

 

Mercoledì 13 settembre prossimo, alle ore 20, si terrà il concerto intitolato “ Cambridge” eseguito dai The King’s Singers, il cui programma sarà completato, in modo estemporaneo, con canzoni annunciate dagli artisti, oltre che con brani scelti per festeggiare i 100 anni dalla nascita della Disney. Nel 1441 re Enrico VI, dopo aver fondato a Cambridge il King’s College, stimolò la nascita del King’s Choir, che prestò servizio nella cappella del collegio.

Cinquecento anni dopo, nel 1969, nacquero i King’s Singers che, ora passati a una nuova generazione di cantori, continuano a rappresentare nel mondo la formazione vocale per eccellenza. Essi nacquero proprio quando sei giovani studenti di canto del KIng’s College di Cambridge tennero un concerto alla Queen Elizabeth Hall di Londra. Il gruppo era casualmente costituito da due controtenori, un basso, un tenore, due baritono e da allora ha sempre mantenuto questa formazione.

Sempre il 13 settembre, alle 21, all’Auditorium Grattacielo Intesa San Paolo, sarà la volta del pianoforte di Prokofiev.

Il ritmo e l’energia della sua musica arrivano al pianoforte in modo netto e lucido grazie all’ironia che fa regolarmente capolino, magari tra gesti apparentemente languidi, rendendo l’ascolto sorprendente.

Al pianoforte sarà Leonora Armellini. Di Prokof’ev verranno eseguite la Sonata n. 2 in re minore op. 14, la Sonata n. 3 op. 28, la Marcia e Scherzo da ‘L’amore delle tre melarance’ op. 33 ter e dieci pezzi da ‘Romeo e Giulietta’ op. 75.

Vincitrice del primo concorso pianistico internazionale Fryderyk Chopin di Varsavia, Leonora Armellini è la prima donna ad aver scalato le vette della competizione considerata come il vertice del pianismo mondiale. Le è stata riconosciuta la “straordinaria musicalità e bellezza del suono” già nell’edizione del 2010.

Mara Martellotta

La lunga strada di Seydou, attraverso il deserto e il mare

Nelle sale “Io, capitano”, miglior regia a Venezia a Matteo Garrone

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

“Lo cunto de li cunti” dei nostri tempi, incessante, pressoché quotidiano, fatto di approdi e di tragedie, è quello delle migrazioni. Lo ha voluto affrontare anche Matteo Garrone, arrivato alla sua decima opera, lasciando doverosamente il clima baroccheggiante e cromaticamente sfarzoso del suo “Racconto dei racconti” (sono passati otto anni) e semmai immergendosi in un realismo pieno dove trova spazio la semplicità coniugata con i soprusi e le violenze (che furono già di “Dogman”) e dove possono, come in un miraggio lattiginoso e tremolante, nascere dagli occhi di un ingenuo ragazzo sparuti sprazzi fiabeschi e leggeri, di rappacificazione con il mondo e con se stesso (come già fu in “Pinocchio”). Una vicenda lineare, prevedibile nel suo svolgersi, per quella memoria che abbiamo dalle tante cronache, qui vista dall’interno (“una sorta di controcampo, rispetto a quel che siamo abituati a vedere qui in Europa”, dice Garrone), con gli occhi dei diretti protagonisti, con le testimonianze di quanti li hanno preceduti, necessariamente riscrivendo ogni cosa il regista e i suoi collaboratori Massimo Gaudioso e Andrea Tagliaferri nonché Massimo Ceccherini, scavezzacollo della compagine pieraccioniana e già impegnato per la trasposizione del romanzo di Collodi: con la confessione, nei giorni scorsi, da parte ancora di Garrone, “racconto una grande avventura popolare e Massimo viene dal popolo, è puro, mentre io faccio parte della borghesia.” Mah!

“Io, capitano” ha vinto il Leone per la miglior regia (gli altri cinque compagni allineati a Venezia da un Alberto Barbera troppo generoso sono rimasti a mani vuote) e il suo intenso interprete Seydou Sarr il Marcello Mastroianni come miglior giovane promessa. Racconta di Seydou, ragazzo sedicenne che vive a Dakar, che trasporta sacchi di cemento, che abita dignitosamente in una piccola casa con le sorelline più giovani e con la madre, e la sera se ne vanno tutti quanti a ballare per le strade della capitale. Nessuna guerra per combattere un’economia povera, nessun colpo di stato sanguinoso, sonni profondi, allegria, luci per le strade, musica. Ma il miraggio dell’Europa di tanto in tanto compare, pronto con prepotenza a coinvolgere il cugino Moussa: la madre urla no ma i ragazzi continuano a ingrossare e a nascondere il loro mucchio di soldi nella sabbia. Salire su quell’autobus è l’immagine della ragazzata incosciente, le risate, gli occhi trasognati e tranquilli si spingono sempre più oltre. Ma poi c’è la necessità di un nuovo passaporto e di nuove generalità, c’è la crudeltà che si espande dagli uomini alla natura, ci sono i brutti ceffi senza scrupoli che pretendono sempre più soldi, quelli che aiutano e invitano a collaborare “altrimenti sarete uccisi”, ci sono le botte e le torture e la corruzione, le lunghe traversate del deserto dove si può essere dimenticati a morire, la Libia delle promesse che nasconde soltanto soprusi, ci sono le lacrime e le ferite, c’è l’imposizione, ad un ragazzo di sedici anni che non sa nemmeno nuotare, a guidare una carretta del mare che dovrà portare lui e tutti i suoi compagni al di là delle acque del Mediterraneo. Ma Seydou ce la fa: “Nessuno è morto, una donna ha partorito il suo bambino, io li ho guidati sino a qui, io capitano!”

È un viaggio il film, della speranza e dell’azzardo, dell’affrontare la propria “stagione all’inferno”, è la crescita e la conquista di una coscienza di se stessi, della maturità raggiunta, della sapienza nell’affrontare le avversità. È un racconto piano, che scorre senza che si incontrino giudizi e prediche, che Garrone conduce in avanti con grande correttezza e con umana partecipazione, squarciando quella rete di crudeltà, in un paio di occasioni, con un sentimento leggero di favola, di sospensione onirica; è l’occasione per il regista, all’interno di quel vasto mare di realismo, per affidarsi a quella componente favoleggiante che gli è propria. “Io, capitano” ti riporta con la mente a certe idee e a certi momenti del “Pinocchio”, e allora il viaggio del burattino verso l’umanizzazione e la sua crescita tanto s’avvicina all’odissea sabbiosa e acquea di Seydou (attraverso la Nigeria e il Sudan e il Sahara e il mare), allora il vecchio muratore prende il posto della fata turchina che incoraggia e aiuta, i tipacci che sbarrano la strada quello del gatto e della volpe, il paese dei balocchi ha la medesima immagine delle luci che si scorgono lontane. Garrone lascia il suo ragazzo con quell’urlo in gola, gli occhi rivolti alla costa, quasi in un atteggiamento di sfida, nel disegno del suo film non c’è posto per il dopo, per i giorni e per le tante domande a venire, interrompe e preferisce non tratteggiare un approdo, un’accoglienza, un inserimento.

Con quello sguardo il viaggio fisico e morale di Seydou è terminato. Dell’interprete e del personaggio. Adesso che abbiamo visto con i suoi (loro) occhi le stazioni della lunga via crucis, ci chiediamo legittimamente se quelle luci laggiù lontane, immerse in un paese dei balocchi che proprio dei balocchi non è, non possano domani prevalere e far dimenticare le angosce del lungo viaggio. La sincerità e la genuinità di quelle lacrime che hanno accompagnato la premiazione (“grazie, grazie a tutti, sono felice, non ci sono parole”) ci spingerebbero a sognarlo perfettamente integrato: vogliamo credere che sarà così.

Elio Rabbione

Rock Jazz e dintorni a Torino. Ludovico Einaudi e Elio

GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA

Lunedì. Il sassofonista Pasquale Calò si esibisce al Cafè Des Arts.

Martedì. All’Osteria Rabezzana gli Umami celebrano la memoria di Salvador Allende. All’Hiroshima Mon Amour nel Sound Garden, i Rez eseguono canzoni ispirati a Pier Vittorio Tondelli. Al Blah Blah suonano i Los Peyotes. Al Jazz Club è di scena il trio di Emanuele Francesconi.

Mercoledì. Al Magazzino sul Po si esibisce Buck Meek. Al Blah Blah suonano i Pretty Boy Floyd  affiancati dai Midnight Devils.

Giovedì. Al Jazz Club è di scena Gabriele Rossi. Al Carignano per il vernissage “IncluSì” canta Carmen Consoli.

Venerdì. Al Blah Blah suonano gli Isaak mentre allo Ziggy si esibiscono gli Adversor. Al Circolo della Stampa per “Set in scena, “ Elio rende omaggio a Enzo Jannacci con “Ci vuole orecchio”. All’Hiroshima si esibisce Meg. Il Festival “Culto” all’Amen presentail duo Dame Area e Francesca Heart. Al Magazzino sul Po si esibisce Petrolio e Nàresh Ran.

Sabato. Allo Ziggy suona la Ghetto Blaster Orchestra. Sulla collina di Dogliani Ludovico Einaudi presenta “Piano solo in linea d’aria”. All’Hiroshima musica per beneficenza della curva Maratona con Eugenio Cesaro, Boosta, Statuto, Beba, Madaski, Sergio Berardo. Al Magazzino sul Po suona il quartetto Lechuck. Per “Culto” alla Cavallerizza con Flavia Buttinelli , a seguire al Bunker si esibiscono gli Space Drum Meditation. Al Blah Blah si esibisce il duo The Devils. Al Conservatorio per il Festival MiTo, l’Orchestra Filarmonica di Torino con le pianiste Katia e Marielle Labèque. Oltre ad eseguire composizioni di Mozart interpretano il concerto per 2 pianoforti di Bryce Dessner.

Domenica. Al Circolo della Stampa teatro musicale con Neri Marcorè con “Gaber- Monologhi e canzoni”

Pier Luigi Fuggetta

Giovedì in musica alla Gran Vigna. Con degustazioni

 

 

5 appuntamenti di apertura straordinaria con performance sonore e degustazioni firmate Gerla 1927

 

Dal 14 settembre, ogni giovedì alle 19.30

 

Tenuta Gran Vigna Borgata Grange, 27 – 10040 Almese TO

 

 

Cinque di serate per godere di un luogo unico, con musica e performance, accompagnate da degustazioni a tema firmate Gerla 1927.

Alla Tenuta Gran Vigna di Almese – storico edificio il cui impianto originale risale al 1200 – dal 14 settembre prossimo e per ogni giovedì fino al 12 ottobre, sono in programma eventi e performance che esplorano il suono e la musica nelle sue espressioni più varie. Ogni performance è accompagnata da una degustazione di petites bouchées, ideata da Gerla 1927  (gerla1927.com), in abbinamento ad un calice di vino e ad un dolce.

Il programma apre il 14 settembre con l’arpa celtica del grande Enrico Euron, compositore, ricercatore, figura fra le più importanti in Europa per questo straordinario strumento. Il 21 settembre ci si immerge nelle note dei violini del talentuoso duo d’archi composto da Sara Audenino e Lucia Caputo. Entrambe diplomate al Conservatorio di Torino, le due violiniste eseguiranno con musiche di Jean-Marie Leclair, Mozart, Bartok e altri. Si cambia completamente genere il 28 settembre, con DJ set e video di Riccardo Morra: chillout e relax, immersi nel verde del parco della Tenuta. Il 5 ottobre è la volta di Christian Stefanoni con il suo Concerto Visivo. Compositore e produttore di musica elettronica, Christian Stefanoni traduce la sua passione per la musica strumentale in sonorizzazione di elementi video, spaziando dall’ambient music alla trance. Il programma si conclude il 12 ottobre con il duo Monica Fabbrini e Davide Liberti con Continuus, Voce e Contrabbasso. Una voce e un contrabbasso si inseguono, giocano, interagiscono esplorando gli innumerevoli modi in cui far vivere la musica. Messo in scena per la prima volta al Torino Jazz Festival nel 2021, prosegue il lavoro del duo nell’esplorazione dei registri timbrici naturali con l’apporto misurato dell’elettronica. Mantenendo alta la libertà creativa, il repertorio incrocia standard jazz, melodie popolari, ballad sognanti e brani di propria composizione.

 

IL PROGRAMMA

 

14 settembre, ore 19.30

ARPA CELTICA

Enrico Euron

 

21 settembre, ore 19.30

VIOLINO

Sara Audenino e Lucia Caputo

 

28 settembre, ore 19.30

DJ SET e VIDEO

Riccardo Morra

 

5 Ottobre, ore 19.30

CONCERTO VISIVO

Christian Stefanoni

 

12 ottobre , ore 19.30

VOCE.CONTRABBASSO

Monica Fabbrini e Davide Liberti

 

Ingresso su prenotazione

Costo a persona: 40 € – Informazioni e prenotazioni: T. +39 3488799972 – Mail: eventi@lagranvigna.com

Luogo: Tenuta Gran Vigna, Borgata Grange 27, Almese (To)

Mito Settembre Musica, in piazza San Carlo Stefano Bollani con l’orchestra sinfonica nazionale della Rai

 

MITO Settembre musica ha iniziato ieri sera il proprio viaggio musicale intorno al mondo all’Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto di Torino con l’Orchestra del Teatro Regio di Torino diretta dal travolgente Wayne Marshall che ha replicato il concerto di 24 ore prima per l’overture milanese al Teatro alla Scala di Milano. A chiudere l’esibizione, alla quale hanno assistito il sindaco Stefano Lorusso con gli assessori Purchia, Carretta, Chiavarino e Tresso, un bis molto apprezzato dal pubblico trascinato in una conga.

“Città” è il tema scelto per i programmi della diciassettesima edizione del Festival che questa sera vedrà esibirsi per il grande pubblico che affollerà piazza San Carlo l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Juraj Valčuha con l’estroso pianista Stefano Bollani. New York è il filo conduttore della serata che vedrà la prima esecuzione italiana di Red da Color Field di Anna Clyne, che si è ispirata alle opere del grande pittore newyorkese Mark Rothko, accanto all’Ouverture da Candide di Bernstein, alla Rhapsody in Blue di Gershwin e alla Sinfonia Dal Nuovo Mondo di Dvořák. Il giorno prima lo stesso concerto si potrà ascoltare nella Sala Verdi del Conservatorio di Milano.

La Fiera di Carmagnola chiude con Showzer

Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola

Gli appuntamenti di domenica 10 settembre

La chiusura con Showzer alle 21 presso il Foro Boario

L’ultimo appuntamento de Il Foro Festival, domenica 10 settembre, è con Showzer, una tra le più creative realtà di spettacolo composta da cantanti, ballerini, performer e musicisti che crea spettacoli unici e coinvolgenti, pieni di energia. In piazza Sant’Agostino, invece, si chiude con “70/80 Vibes” con Franco Frassi & Piero Vallero: un salto del passato, un viaggio straordinario con la musica, i colori e le emozioni degli anni ’70 e ’80. Franco Frassi è un dj professionista sulla scena da circa quarant’anni, Piero Vallero è un sassofonista che vanta collaborazioni con Eros Ramazzotti, Ivana Spagna, Phil Collins, Pooh, Ornella Vanoni.

“Le Cosmicomiche” di Italo Calvino

Domenica 10 settembre dalle 17.30 alle 18.30 alla Terrazza Belvedere di San Maurizio andrà in scena lo spettacolo “Le Cosmicomiche” di Italo Calvino, un evento da non perdere con Marco Guglielmi e gli Indiivia, un duo musicale emergente,composto dai fratelli Agnese e Tommaso Mulatero,giovani talenti dal grande passato sportivo ed un luminoso presente e futuro musicale. Agnese eccezionale protagonista nell’atletica leggera italiana nella specialità dei 100 ostacoli.Tommaso ottimo e quotato calciatore nell’ambito regionale Piemontese,col ruolo di terzino sinistro. I due fratelli hanno deciso di intraprendere un progetto musicale insieme nel 2021 unendo, sapientemente,la passione per il canto di Agnese e quella per il pianoforte e la composizione di Tommaso.Il duo spazia,con ottimi risultati ,nei vari generi musicali definendosi,noi aggiungiamo l’aggettivo bellissima,”insalata musicale”. Enzo Grassano

Annullato per motivi di salute il concerto di Francesca Michielin

Si comunica che il concerto di Francesca Michielin è stato annullato per motivi di salute dell’artista. I biglietti già acquistati saranno rimborsati, info su www.ritmika.it.

A chiudere la 27esima edizione di Ritmika, sabato 9 settembre, Mobrici, ex frontman e compositore dei Canova, in un concerto ad ingresso gratuito. Alternandosi tra chitarra e piano e con una scaletta che spazia da canzoni più intime a brani vivaci di denuncia sociale, Mobrici, dopo due date sold out a Roma e Milano e l’uscita del secondo album da solista Gli anni di Cristo, dà vita a un set che va ben oltre la semplice esibizione musicale.

La dichiarazione di Francesca Michielin:

«Nell’ultimo anno ho capito che non sempre possiamo avere il controllo su tutto, anzi: ho capito, o meglio, ho accettato che spesso la vita ci chiede di lasciare andare, anche quando le domande sono più delle risposte, ma ancora di più, ho compreso che dobbiamo dare dignità e abbracciare i nostri corpi anche e soprattutto nei momenti di “imperfezione”, di profonda insicurezza e vulnerabilità, anche e soprattutto quando non ci possono sostenere come vorremmo. Vi scrivo questo perché proprio un anno fa ho scoperto di avere un problema fisico. Ho cercato di conviverci, continuando a fare la mia vita, nonostante la presenza costante del dolore, ma l’ho fatto perché amo il mio lavoro e amo condividerlo con voi, e mi sono così scoperta molto più forte di quanto pensassi, proprio nel coabitare con la mia fragilità. Sia chiaro: ci sono problemi ben più gravi del mio, ero e sono una persona molto fortunata e ho affrontato questo disagio con lo spirito più propositivo possibile, e il tour, in modo particolare, con la vostra presenza, mi ha dato un’energia incredibile. Purtroppo in questi dodici mesi, nonostante diversi tentativi, il problema non è rientrato, anzi: ho dovuto fare un intervento abbastanza invasivo – un mese fa – perché non avevo alternative. Ma, anche se a malincuore, l’ho accettato, proprio perché a quanto pare era questo l’unico percorso percorribile per tornare a stare meglio. Come vi avevo scritto ho dovuto interrompere il tour per un mese in modo da tornare in forma. L’intervento è fortunatamente riuscito benissimo grazie a un personale medico eccellente a cui non smetterò mai di essere grata e, anche se diverso dal solito, è stato un agosto ricco di affetto, creatività, lentezza, natura, e le vostre good vibes che sono arrivate tutte con la vostra costante premura e attenzione. Negli ultimi dieci giorni, come da “protocollo”, sono tornata, lentamente, a fare musica. Provando a fare il consueto training vocale, ho avvertito dei dolori addominali sempre più importanti, che si sono intensificati e sono diventati insostenibili. Pensavo sarebbero rientrati, che era tutto normale, ma ogni giorno stavo sempre peggio.

Veniamo a oggi, venerdì: i medici, dopo diverse visite, mi hanno detto che mi devo fermare più del tempo inizialmente suggerito. E non immaginate la tristezza e la frustrazione che mi ha provocato questa notizia. Non è secondo loro il momento opportuno di tornare sul palco e ho bisogno di prendermi ancora qualche settimana per tornare a fare il mio lavoro, che mi permette di connettermi con voi e di stare (davvero) bene. Quindi sono qui per scusarmi con voi, con tutta me stessa, perché mi trovo costretta ad annullare anche le ultime date del tour estivo e i prossimi impegni. Volevo raccontarvi con grande trasparenza quello che mi è successo, e spero possiate comprendere quanto sia affranta nel non poter tornare sul palco. E spero, soprattutto, che rimarrete al mio fianco, perché forse, oggi, ne ho bisogno più che mai. Vi prometto che presto torneremo a cantare e a vivere “senza gradi di separazione.” Come sempre, negli ultimi dieci anni».

Prende il via MiTo Settembremusica con due appuntamenti

Venerdì 8 settembre, l’uno al Conservatorio Giuseppe Verdi alle 17:00, l’altro all’Auditorium Giovanni Agnelli alle ore 20:00

 

Duplice appuntamento venerdì 8 settembre, per l’avvio dell’edizione 2023 di MiTo Settembre Musica.

Alle ore 17:00, al Conservatorio Giuseppe Verdi, la città di Gerusalemme sarà protagonista dell’affascinante brano intitolato “Jerusalem Mix” di Avner Dorman, che riscopre l’organico inusuale utilizzato da Mozart al quale si è ispirato anche Beethoven. Il programma prevede, oltre alla prima esecuzione in Italia di questo brano di Dorman, anche quello del “Quintetto in mi bemolle maggiore” per pianoforte e fiati K452 di W.A. Mozart, e del “Quintetto in mi bemolle maggiore op.16” di Beethoven.

A eseguirlo l’ “Ensemble 4.1″ costituito da Jörg Schneider all’oboe, Alexander Glücksmann al clarinetto, Sebastian Posch al corno, Christopf Knitt al fagotto e Thomas Hoppe al pianoforte.

L’Ensemble, in brevissimo tempo, è stato invitato in numerosi Paesi quali Pakistan, Turchia, Cina, Stati Uniti, Olanda e Canada. Inoltre ha avuto la possibilità di incidere per “Easy Rider”.

Oltre ai celebri lavori del periodo mozartiano e beethoveniano, è orientato all’esplorazione di opere rare quasi del tutto sconosciute al pubblico e alla critica.

La stessa sera, alle 20, all’Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto, avrà luogo un concerto con Orchestra e Coro del Teatro Regio dedicato all’indimenticabile musical di Bernstein, dal titolo “Wonderful Town”, in forma di concerto. Narra la storia di due sorelle che dall’Ohio arrivano al Greenwich Village di New York per cercare fortuna in una città che sprizza swing da tutti i pori. La versione in forma di concerto con sovratitoli in italiano, che vedrà impegnati l’Orchestra e il Coro del Teatro Regio, sarà diretta dal maestro Wayne Marshall. Maestro del Coro sarà Ulisse Trabacchin; nel ruolo del soprano Eileen Sherwood sarà Lora Lee Gayer; in quello del baritono Robert Baker l’interprete sarà Ben Davis; in quello del tenore Chick Clark sarà Ian Virgo.

I concerti, realizzati con il patrocinio di Intesa Sanpaolo, prevedono posti numerati a venti e venticinque euro.

MARA MARTELLOTTA