SPETTACOLI- Pagina 10

“Scomode verità”, a teatro: dall’ultimo libro di Alessandro Di Battista

Al Teatro Colosseo in scena il 15 maggio 

Dopo il grande successo teatrale di “Assange-colpirne uno per educarne cento”, Alessandro Di Battista torna sul palcoscenico con “Scomode Verità”, l’adattamento del suo ultimo libro, in scena al Teatro Colosseo di Torino giovedi 15 maggio alle ore 20.30.

In questo nuovo monologo teatrale, Di Battista conduce il pubblico in un viaggio lucido e coraggioso attraverso i conflitti che hanno segnato il nostro tempo, dalla guerra in Afghanistan fino ai drammi più recenti in Ucraina e Gaza. Un racconto crudo, militante e senza filtri che denuncia i massacri compiuti in nome della “civiltà”, le menzogne mediatiche che li hanno resi possibili e la complicità dei governi europei, e italiani in particolare, nel tradire principi costituzionali per assecondare gli interessi della grande finanza e dell’industria bellica.
La sua prosa è notevolmente coinvolgente, tribunizia, in grado di illuminare con drammatiche luci gli orrori di certi Poteri. Partendo dagli interventi militari in Iraq e Libia, fino a svelare le radici profonde del conflitto israelo-palestinese, Di Battista smonta le narrazioni belliciste di nazioni e imperi, riportandole a cosa veramente sono, analizzando, fra l’altro, il distorto ruolo dei media occidentali nella costruzione del consenso.
E’ un consenso borghese, spesso cieco, apparentemente indifferente rispetto alle situazioni sul terreno, esperite da comunità umane sconfitte da scontri epocali.
Un focus particolare è dedicato all’evoluzione dello Stato di Israele, alla strumentalizzazione dell’antisemitismo e al fenomeno del terrorismo di Stato.
Attraverso immagini e testimonianze, spesso ignorate dai canali d’informazione mainstream, al Colosseo, verrà mostrato il volto nascosto di queste guerre moderne.
Un monologo intenso di circa 85 minuti che si conclude con un invito alla speranza, all’impegno e alla partecipazione attiva: un’esortazione a schierarsi sempre al fianco dei “dannati della Terra”, quindi dalla parte giusta della Storia.

Teatro Colosseo – via Madama Cristina 71, Torino

Poltronissima € 25,00 / Poltrona € 20,00

Ferruccio Capra Quarelli

“Tutta l’Italia” per Gabry Ponte: il dj torinese in finale a Eurovision

Il torinese Gabry Ponte con “Tutta L’Italia” passa alla finale dell’Eurovision Song Contest 2025 in rappresentanza della Repubblica di San Marino. Ieri sera, in Svizzera, alla St.Jakobshalle di Basilea si è svolta la prima semifinale della oramai seguitissima manifestazione europea, ovvero il vecchio Eurofestival, una volta lo chiamavamo così, che ha visto sul podio ben tre volte l’Italia nel corso delle sue 68 edizioni (con Gigliola Cinquetti nel 1964, Toto Cutugno nel 1990 e con i Maneskin nel 2021). L’Italia quest’anno è rappresentata da Lucio Corsi che ieri sera si è esibito con il brano “Volevo essere un duro”, e pure con i sottotitoli in inglese, ma non ancora in gara perché il nostro paese come altre quattro nazioni, la Francia, la Germania, la Gran Bretagna e la Spagna accedono da anni direttamente alla finale, essendo le “Top five”, ovvero le nazioni fondatrici dell’Ebu, l’Unione Europea di Radiodiffusione che sovraintende dal 1956 la manifestazione.

Oltre a San Marino hanno passato il turno e si sono aggiudicate il passaggio alla finale di sabato sera: l’Albania, l’Estonia con l’ “Espresso macchiato” di Tommy Cash che non ha però portato sul palco come promesso le “nonnine di Ostuni”, le quali sempre ieri comunque si sono esibite nella “Città bianca” nel corso della tappa del Giro d’Italia”. E poi ancora: l’Ucraina, la Norvegia, la Polonia, la Svezia, il Portogallo e l’Olanda che per la prima volta ha presentato all’Eurovision un brano in lingua francese.

La finale di sabato 17 maggio, sempre in diretta da Basilea, per la terza volta in Svizzera dopo la prima edizione del 1956 e quella del 1989 svoltasi nella Confederazione Elvetica, perché l’anno prima aveva vinto il concorso eurovisivo con la canadese Céline Dion che ieri sera è stata omaggiata e l’abbiamo potuta vedere ed ascoltare nel corso di un videomessaggio, sarà presentata da Michelle Hunziker. Affiancherà le due presentatrici delle due semifinali, la prossima giovedì, Hazel Brugger e Sandra Studer che partecipò all’edizione italiana del 1990 svoltasi a Roma a Cinecittà cantando in gara nella nostra lingua.

Igino Macagno

Al carcere Lorusso e Cutugno “Ottantacinque pagine” per la regia di Claudio Montagna

Al carcere di Torino Lorusso e Cutugno è in programma dal 19 al 22 maggio la pièce teatrale dal titolo “Ottantaquattro pagine”. Protagonisti e attori sono un gruppo di detenuti- attori, guidato dalla regia di Claudio Montagna. Dopo l’anteprima a Torino, nel dicembre dello scorso anno, la rappresentazione ritorna in carcere dove testi e scenografie hanno preso vita nel laboratorio teatrale che ha coinvolto in tutto 37 detenuti, nell’ambito del progetto “PER ASPERA AD ASTRA”, supportato da ACRI e dalla Fondazione Compagnia di San Paolo,  realizzato da Teatro e Società,  con la collaborazione del Teatro Stabile di Torino- Teatro Nazionale e della Direzione e degli Operatori della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno”.

Si tratta di quattro serate aperte al pubblico esterno, tutte sold out, con un’importante presenza delle istituzioni per proporre, attraverso il teatro, una riflessione più ampia sul ruolo del carcere all’interno della comunità.

“È molto importante mantenere vivo il legame espressivo che la Città di Torino offre costantemente al carcere attraverso le iniziative teatrali. Sono momenti in cui si sperimenta una condivisione emotiva che rende tutti i presenti egualmente partecipi – spiega il Direttore della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, Elena Lombardi Vallauri – il carcere ha bisogno di essere conosciuto e la cittadinanza ha bisogno di conoscere davvero chi sono le persone che abitano l’istituto penitenziario. Chi si mette in gioco nella realizzazione di uno spettacolo teatrale offre una autentica opportunità di incontro. Per i singoli partecipare alla realizzazione di uno spettacolo teatrale, spesso esperienza inedita, avvia riflessioni e ricerche interiori fondamentali. La costruzione di uno spettacolo teatrale permette anche di coinvolgere  molteplici progetti attivi nel carcere, attivando una virtuosa collaborazione con le scuole e con i laboratori di formazione anche artigianale, ed offrendo quindi un’opportunità didattica in più legata ai mestieri del teatro. La coesione e collaborazione tra le diverse agenzie che portano il proprio contributo formativo, culturale ed educativo negli Istituti Penitenziari, è un elemento indispensabile per la migliore riuscita di ciascun progetto”.

“Ottantaquattro pagine” trae ispirazione dalla richiesta di perdono scritta in un mese di cella da un giovane detenuto ai figli della donna uccisa. A più di cento anni di distanza la lettera è riemersa dall’archivio del Museo Lombroso dell’Università di Torino per giungere all’attenzione del regista Claudio Montagna: “La lettera di 84 pagine termina con la data 4 maggio 1919, non si sa se sia servita al suo scopo. Del ragazzo non si hanno altre notizie – spiega Montagna – ma quella testimonianza, di cui ci siamo appropriati senza poter chiedere l’autorizzazione, ha ispirato la rappresentazione. Con un salto temporale di sessant’anni un vecchio che vive il tormento di non poter rimediare a un’antica colpa, perché chiedere perdono non basta, trova un’occasione.

Nella rappresentazione immaginiamo, così, che l’esile filo di un gesto oggi possa ancora opporre una traccia di  vita all’irreparabile”. Dalla lettera emergono il dolore, il pentimento,  il desiderio di spiegare la sfortunata china di un giovane che, fragile, si era perso nel buio della disonestà. Infine,  il desiderio di essere perdonato, per poi scontare tutta intera la sua pena.

La testimonianza è diventata terreno di confronto per i partecipanti del laboratorio teatrale condotto da Franco Carapelle, Elisabetta Baro e Diego Coscia e ha dato vita a pensieri e proposte, molte delle quali trasformate in poesie, da restituire al pubblico in forma di haiku, insieme a brani della lettera e videoproiezioni.

In scena assieme al gruppo di detenuti-attori, gli attori Claudio Montagna e Margherita Data- Blin, con l’accompagnamento musicale di Alberto Occhiena e Paolo Morella  e la suggestiva scenografia creata da cinque macchine teatrali per riprodurre gli eventi atmosferici: il tuono, la pioggia, la neve, il vento e il mare.

Le macchine sono state realizzate dagli studenti del Padiglione B ( IPIA Piana- Casa Circondariale di Torino) per ricreare una scena teatrale d’altri tempi, seguendo le indicazioni dei classici manuali di scenotecnica, sotto la guida del responsabile della parte scenotecnica Claudio Cantele per il Teatro Stabile di Torino- Teatro Nazionale e con la collaborazione del Primo Liceo Artistico di Torino e del  IIS Giulio.

Le parole nel contesto carcerario sono diventate anche strumenti di formazione e di studio per il tirocinio su “Teatro e carcere” che ha coinvolto alcuni studenti del corso di Tecniche di Insegnamento dell’Italiano per stranieri, sotto la guida di Silvia Sordella, professoressa del Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università degli Studi di Torino.

Con “PER ASPERA AD ASTRA, come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza”, la Fondazione Compagnia  di San Paolo sostiene il teatro in carcere come strumento di crescita  personale e reinserimento sociale. Il progetto ha dato vita a una rete nazionale di 14 compagnie teatrali attive in sedici istituti di pena, che lavorano per valorizzare il teatro sia nel suo ruolo culturale ed estetico, sia nella sua funzione trattamentale.  L’iniziativa non solo favorisce il riscatto individuale attraverso l’arte, ma contribuisce anche a una più ampia riflessione sul sistema penitenziario, promuovendo un dialogo tra istituzioni, detenuti e comunità nel rispetto dei principi sanciti dall’art 27 della Costituzione italiana.

Mara Martellotta

Lingotto Musica, la nuova stagione

È stata presentata la nuova stagione 2025-2026 del Lingotto Musica alla presenza del direttore Luca Mortarotti, di Rosanna Purchia, assessora alla Cultura della Città di Torino, Andrea Bettarelli, responsabile Fundraising, Marketing e Comunicazione della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, Andrea Gavosto, consigliere delegato di Fondazione La Stampa-Specchio dei Tempi, Massimo Segre, Presidente della Fondazione Ricerca Molinette, e Paola Giubergia, presidente della Fondazione Renzo Giubergia.

La stagione 2025 – 2026 conferma l’attrattività della proposta di Lingotto Musica, offrendo un cartellone ricco e diversificato che si muove tra attesissimi esordi e il ritorno di alcuni degli interpreti più amati dal pubblico. Asse portante della proposta artistica resta la rassegna dei Concerti del Lingotto, cui si affianca, dopo il positivo esordio, il ciclo dei Pianisti del Lingotto, che completa la programmazione sinfonica offrendo al pubblico un ulteriore spazio d’ascolto dedicato al grande repertorio tastieristico. Anne-Sophie Mutter, Zubin Mehta, Grigory Sokolov, Maria João Pires, Igor Levit sono solo alcuni dei nomi che rendono conto della ricchezza di questa stagione, senza dimenticare un progetto speciale di e con Alessandro Baricco che segna un’apertura a linguaggi narrativi che ampliano lo spettro della nostra offerta.

«Forte del crescente successo all’Auditorium Agnelli e in Sala 500 – afferma il presidente Giuseppe Proto – Lingotto Musica consolida il proprio ruolo nel panorama culturale torinese e piemontese, confermando una centralità da cui nascono relazioni sempre più strette e proficue con una vasta rete di partner – enti, musei, fondazioni e residenze storiche – che rafforzano il legame con il territorio in cui operiamo. Un radicamento che si esprime anche attraverso il nuovo programma “Lingotto Musica per la Comunità” grazie al quale autorevoli charity partner avranno l’opportunità di avvalersi dei nostri concerti per accrescere la propria visibilità e promuovere la propria mission. Tutto ciò è reso possibile grazie alla fiducia costante del nostro pubblico e al fondamentale sostegno delle istituzioni, degli sponsor e dei mecenati che ci affiancano. A tutti loro va il nostro più sincero ringraziamento: insieme continueremo a trasformare la musica in occasione di incontro, bellezza e coesione sociale.

«La stagione che presentiamo oggi – afferma il direttore Luca Mortarotti – dà continuità e nuovo slancio al percorso tracciato negli ultimi anni. Reduci da due stagioni straordinarie, premiate da un sensibile incremento di pubblico, abbiamo voluto alzare ancora di più il livello della nostra proposta, costruendo un cartellone che affianca molti dei più autorevoli interpreti dei nostri giorni ad autentiche leggende del podio e del solismo internazionale. Alla consueta proposta concertistica si affianca inoltre un progetto, per noi inedito, in cui musica e parola condividono la scena con pari dignità: un passo oltre il nostro abituale perimetro d’azione, che amplia la nostra offerta e la apre a un pubblico ancora più ampio, trasversale e partecipe.

«In questa medesima prospettiva di crescita – prosegue Luca Mortarotti – nasce la serie denominata Lingotto Musica OFF, che riunisce sotto un’unica sigla le numerose collaborazioni attivate negli anni con importanti enti culturali del territorio. Il programma si articolerà in tre mini-rassegne per un totale di altri dieci appuntamenti che si svolgeranno presso il Museo Archivio Reale Mutua, il Museo Nazionale dell’Automobile e la Reggia di Venaria. Grazie a queste sinergie la nostra offerta stagionale tocca per la prima volta 23 eventi, cui si affiancheranno, nel corso dell’anno, ulteriori appuntamenti a vocazione educativa».

Al centro del palinsesto di Lingotto Musica è la rassegna dei Concerti del Lingotto, che si compone di otto appuntamenti in serata unica dal 2 ottobre 2025 al 22 maggio 2026 all’Auditorium Giovanni Agnelli. La pièce Tucidide. Atene contro Melo, scritta e diretta da Alessandro Baricco che annovera le attrici Stefania Rocca Valeria Solarino, un recital pianistico con Grigory Sokolov, un capolavoro sacro come lo Stabat Mater di Pergolesi affidato all’Accademia Bizantina di Ottavio Dantone e cinque concerti sinfonici che vedono i ritorni in stagione della Royal Philharmonic Orchestra con Vasily Petrenko, dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta da Manfred Honeck, della Kammerphilharmonie Bremen con Riccardo Minasi e della CAMERATA Salzburg con Giovanni Guzzo, nonché il debutto della West-Eastern Divan Orchestra con Zubin Mehta. Fra i solisti spicca la presenza dei pianisti Maria João Pires, Beatrice Rana Simon Trpčeski. Protagonisti d’eccezione anche i violinisti Anne-Sophie Mutter Alessandro Tampieri, il violoncellista Giovanni Sollima e i 100 Cellos guidati da Enrico Melozzi. Infine, spazio alle grandi voci con il soprano Suzanne Jerosme e il contralto Delp

Dopo il successo della prima edizione, torna l’appuntamento con I Pianisti del Lingotto, il ciclo cameristico consacrato al recital di piano solo che presenta cinque date dal 18 novembre 2025 al 7 aprile 2026 in Sala 500. Ospiti autorevoli virtuosi di ogni età e predilezione di repertorio – Nelson Goerner, Angela Hewitt, Igor Levit, Marie-Ange Nguci e Alexander Romanovsky – per una olimpiade che ripercorre l’evoluzione del gusto e dell’interpretazione nella letteratura per tastiera dal barocco al Novecento.

Oltre al cartellone principale, Lingotto Musica estende la sua presenza culturale sul territorio con la vivace costellazione di attività raccolte sotto l’etichetta di Lingotto Musica OFF: dieci appuntamenti cameristici con giovani ensemble e solisti ma anche artisti già affermati che portano la musica colta fuori dagli spazi abituali del Lingotto, in luoghi identitari torinesi e non solo. Dai concerti inclusi nella rassegna Un’estate al Museo promossa dal Museo Archivio Reale Mutua nel suggestivo Cortile di Palazzo Biandrate Aldobrandino di San Giorgio dal 3 al 17 luglio 2025 alle date proposte nella Piazza del Museo Nazionale dell’Automobile dal 24 al 26 settembre 2025, fino al ciclo Natale in musica ospitato nel magnifico scenario della Reggia di Venaria dal 27 al 30 dicembre 2025.

Mara Martellotta

Arturo racconta il Varietà al Torino Fringe Festival

Giovedì 15 maggio, ore 20.30

Polo del ‘900, Torino

 

Per il Torino Fringe Festival Arturo Brachetti veste i panni dello showteller in una conversazione con Matthias Martelli

 

Arturo Brachetti, il grande Maestro del trasformismo internazionale, per il Torino Fringe Festival, veste i panni dello showteller, cioè colui che racconta il mondo dello spettacolo attraverso le sue storie, nell’appuntamento speciale Arturo racconta il Varietà condotto dall’attore e amico Matthias Martelli (giovedì 15 maggio ore 20.30, Polo del ‘900).

Una conversazione dedicata al mito del varietà, ai suoi luoghi iconici (Parigi, con le luci della Tour Eiffel e il Paradis Latin) e gli incredibili personaggi che ne hanno fatto la storia, primi fra tutti Fregoli, Wanda Osiris e Petrolini tra aneddoti ed episodi che in questi anni il ciuffo più famoso d’Italia ha raccolto nei teatri di tutta Europa. Il pubblico intraprenderà un viaggio dietro le quinte, scoprendo come il varietà abbia cementato la nostra identità nazionale diventando parte integrante della vita quotidiana delle persone. Un rapporto così radicato che ancora oggi utilizziamo, spesso senza saperlo, gesti ed espressioni nati su quei palcoscenici… siamo uomini o caporali?

Non era solo intrattenimento di qualità, ma anche satira e critica al potere (come dimenticare il Nerone di Petrolini), formazione di nuovi talenti che poi la televisione avrebbe reso giganteschi (Renato Rascel, Totò, Franca Valeri, Tognazzi, Erminio Macario per citarne alcuni, ma anche Raffaella Carrà che da ragazza era in compagnia proprio con Macario), “prove” a tu per tu con il pubblico. Il varietà era tappa obbligata per la gavetta dell’artista, fosse un ballerino o un’attrice comica.

 

Da sempre l’uomo subisce e provoca il meccanismo giocoso e mentale di poter assistere in un tempo breve a diversi contenuti. A teatro, un tempo, si chiamava Varietà ma poi è poi diventato lo zapping televisivo ed ora sono i contenuti social. Siamo attratti da sempre dal menù degustazione, dalla parata, dalla curiosità di saltare da una cosa all’altra sorprendendoci piacevolmente.

Arturo Brachetti

 

Arturo Brachetti è un artista italiano, famoso e acclamato in tutto il mondo, considerato univocamente the Legend of quick change, il grande Maestro del trasformismo internazionale. Il Guinness Book of Records lo annovera come il più veloce trasformista del mondo. Profondo conoscitore del teatro internazionale e dello spettacolo, da anni affianca a quello di artista il ruolo di showteller (letteralmente colui che racconta lo spettacolo), cioè divulgatore teatrale, con lo scopo di diffonderne la conoscenza in maniera semplice e coinvolgente. Inoltre è un regista e direttore artistico attento e appassionato, capace di spaziare dal teatro comico al musical, dalla magia al varietà. Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti nella sua carriera figurano il premio Molière (FR) e il Laurence Olivier Award (UK). Nel 2014 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo nomina Commendatore con un decreto motu proprio.

Tra i suoi libri: Le ombre cinesi (Priuli&Verlucca, 2005); Uno, Arturo, centomila. Vita, magie e salti mortali dell’uomo dai mille volti (Rizzoli, 2007); Tanto per cambiare (Baldini&Castoldi, 2015). Altri progetti: podcast Et voilà, la belle epoque! (Storielibere, 2022); audiolibro Diario di una signorina snob di Franca Valeri (Emons, 2022); serie Poltrona spiona (Mediaset Infinity, 2023). Per la seconda stagione è regista e interprete del musical Cabaret in cui ha rivestito il ruolo di Emcee; da febbraio 2025 Brachetti è nuovamente sui palcoscenici di tutta Italia con il suo one man show SOLO, considerato un classico del teatro contemporaneo.

Info:

Giovedì 15 maggio, ore 20.30

Polo del ‘900, piazzetta Franco Antonicelli, Torino

Arturo racconta il Varietà

Ingresso gratuito

Prenotazione online su www.tofringe.it

Al Teatro Regio di Torino “Hamlet” di Ambroise Thomas

Debutterà al Teatro Regio di Torino “Hamlet” di Ambroise Thomas martedì 13 maggio, alle 19.30, per il pubblico under 30. Da martedì 29 aprile, alle ore 11, la vendita dei biglietti per l’anteprima giovani del nuovo, visionario allestimento di Jacopo Spirei, che sarà un’esplorazione nella mente di Amleto e dell’animo umano.

Per la prima volta al mondo, l’opera, di matrice romantica e dal fascino immortale, che va in scena in una nuova produzione del Teatro Regio, viene rappresentata in forma scenica nella sua versione originale, con il ruolo del protagonista affidato alla voce del tenore. Thomas aveva concepito la parte del principe di Danimarca per la voce del tenore, salvo poi doverla adattare per il primo interprete Jean Baptiste Faure, e tale fu mantenuta fino ai giorni nostri. Tuttavia il recupero della versione originale, curata dall’editore Bären Reiter, restituisce al ruolo del principe di Danimarca il registro vocale tenorile. Sarà John Osborn a dare voce al tormentato principe di Danimarca, che è stato anche il primo a eseguire in forma di concerto questa versione; accanto a lui, nel ruolo di Ophélie, la straordinaria Sara Blanche, impegnata nella virtuosistica aria della Follia. Sul podio graditissimo ritorno di Jérémie Rhorer, alla guida di Orchestra e Coro del Regio, istruito da Ulisse Trabacchin. La regia è firmata da Jacopo Spirei, che debutta al Regio con un’intensa lettura psicologica della tragedia shakespeariana. Fantasmi, amore, follia e vendetta animano “Hamlet” di Thomas.

“Essere o non essere, la più grande domanda della nostra vita – spiega il regista Jacopo Spirei, descrivendo la sua lettura di forte impatto emotivo e drammaturgico  – Cosa dobbiamo fare quando un compito più grande di noi cade sulle nostre spalle ? Dobbiamo diventare i nostri genitori ? Il loro spirito di rivalsa ? Hamlet è pieno di domande senza risposta, responsabilità troppo grandi, una realtà traumatica che genera incubi di ogni specie. Questo Hamlet è un viaggio all’interno di noi stessi, attraverso l’introspezione, la domanda e la ricerca”.

L’ingresso per l’anteprima giovani è riservato agli under 30, e i minori di 14 anni dovranno essere accompagnati da un un maggiorenne under 30.

Info e biglietti: 011 8815241

Orari di apertura: da lunedì a sabato 11-19 / domenica 10.30-15.30 / un’ora prima degli spettacoli

Mara Martellotta

Rock Jazz e dintorni a Torino: Fatoumata Diawara e Federico Sirianni

/

GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Mercoledì. All’Oratorio di Santa Pelagia arriva Boosta (il tastierista dei Subsonica), in un doppio concerto alle 18.30 e alle 21. All’Osteria Rabezzana suona il Trio Drumless. Al Jazz Club: The Chicago Blues Jam!.

Al Blah Blah si esibiscono gli MFC Chicken.

Giovedì. Al Circolo della Musica di Rivoli,  la cantante Petra Magoni accompagnata al pianoforte da Andrea Dindo, renderà un tributo a Weill, Porter e Gershwin. Alla Cascina Falchera debutta il Festival “Heroes”. Si alterneranno Davide Ambrogio, Paolo Baldini e il Duo Bottasso. Al Vinile si esibiscono i Sandera. All’Hiroshima Mon Amour suonano i C’mon Tigre. Alla Divina Commedia sono di scena i Razza Sospetta. Al Jazz Club si esibiscono i Seasons. Al Magazzino sul Po suonano i Margarita Podridas + Distorsione Armonica Totale. Al Blah Blah è di scena Ben Ottewell.

Venerdì. Per il Festival “Heroes” alla Cascina Falchera, arriva la cantante del Mali Fatoumata Diawara. Allo Spazio 211 suonano i  I Boschi Bruciano + Narratore Urbano. Al Folk Club si esibiscono : Charlie Sexton, David Grissom, Calder Allen. Al Jazz Club suonano i De Gruttola Moses. Alla Divina Commedia è di scena la Phoenix Blues Band. Al Vinile per 2 sere consecutive si esibisce il Amar Sundy & The Good G’heddo Trio. Al Blah Blah suonano i Frana + Rope.

Sabato. Alla Divina Commedia sono di scena i The Framer. Al Jazz Club : Bella Mbriana. Al Blah Blah si esibiscono i Damnation. Allo Ziggy suonano i Tons + Feral Forms. Per il Festival “Heroes” alla Cascina Falchera, canta la portoghese Ana Lua Caiano e a seguire La Nina.

Domenica. Al Jazz Club Bennato 3.0. Al Blah Blah si esibiscono i Buzz Kull + Skullstorm. Al Teatro Concordia suonano i Silent Bob & Sick Budd.

Pier Luigi Fuggetta

Musica Diffusa, l’omaggio della Filarmonica TRT a Ezio Bosso, tra biblioteche e mercati

 

Lunedì 12 maggio la Filarmonica TRT scende in strada, attraversa mercati, biblioteche e piazze, diffondendo la sua musica in tutta la città. La seconda edizione di Musica Diffusa è dedicato alla memoria di Ezio Bosso, musicista, compositore e direttore d’orchestra torinese scomparso cinque anni fa.

Siamo felici di accogliere la seconda edizione di Musica Diffusa – dichiara l’assessora alla Cultura della Città di Torino Rosanna Purchia – che quest’anno è dedicata al ricordo di Ezio Bosso, artista che ha lasciato un’impronta indelebile nella nostra città e un’eredità musicale che continua a emozionare e ispirare. Grazie alla Filarmonica TRT la sua musica arriverà nei luoghi della quotidianità, quali biblioteche, mercati e musei, e in contesti più complessi come le carceri. Spazi che per un giorno si trasformano grazie al potere del suono e dell’incontro, creando connessioni e rafforzando il legame tra arte e comunità”.

Tre ensemble attraverseranno la città, eseguendo alcuni brani tra i più emozionanti di Ezio Bosso, e amico della Filarmonica TRT che ha saputo trasformare la musica classica in un linguaggio accessibile e universale.

Dalle biblioteche civiche F. Cognasso, C. Pavese e Villa Amoretti, alla Nuvola Lavazza; dai mercati di Piazza Foroni e Corso Sebastopoli, fino all’Istituto Minorile Ferrante Aporti, dove la musica raggiungerà i ragazzi, diventando strumento di incontro, inclusione e ascolto.

La giornata si concluderà alle ore 20 presso l’Auditorium di Palazzo San Daniele in via del Carmine 14 con un concerto realizzato in collaborazione con il Polo del ‘900 e la Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci che custodisce il fondo personale di Ezio Bosso. I tre ensemble proporranno al pubblico i diversi brani eseguiti nell’arco della giornata per celebrare non solo il musicista, ma anche il lungo rapporto di amicizia e collaborazione artistica della Filarmonica TRT con il Maestro, che nel 2010 ha dato vita alle prime esecuzioni assolute delle sue Sinfonia n.1 “Oceans” e Sinfonia n.2 “Under the Trees’ Voices”.

PROGRAMMA 

9.30 – 12.15 Istituto Minorile Ferrante Aporti
11.30 Mercato piazza Foroni
11.30 Mercato corso Sebastopoli
14.00 Nuvola Lavazza
14.30 Biblioteca Cesare Pavese
15.30 Biblioteca Francesco Cognasso
16.00 Biblioteca Villa Amoretti
20.00 Auditorium – Polo del ‘900.

I biglietti per il concerto al Polo del ‘900 saranno in vendita al costo di 5 euro da venerdì 9 maggio alla biglietteria del Teatro Regio, su Vivaticket https://www.vivaticket.com/it/ticket/omaggio-a-ezio-bosso-filarmonica-trt/266571 o la sera stessa al Polo del ‘900.

Il progetto “Musica Diffusa” è realizzato in collaborazione con la Città di Torino, il Polo del ‘900 e la Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci, con il contributo di Fondazione Compagnia di San Paolo, EY Foundation, Fondazione Zegna, Fondazione CRT e Amici della Filarmonica TRT, con il prezioso sostegno di Intesa Sanpaolo – che partecipa al progetto Esperienza Orchestra – e di Società Reale Mutua Assicurazioni. Partner tecnici Del Cambio e NHC Torino Santo Stefano.

TORINO CLICK

“Cantando sotto la pioggia”, tra ieri e oggi, un successo autentico di musiche e canzoni, di danze e recitazione. Da non perdere

All’Alfieri, repliche sino a domenica 18 maggio

Uno spettacolo a teatro come un vecchio film, compresi righe e filamenti volanti sulla pellicola, il carattere un po’ démodé delle scritte: con tanto di titoli di testa a elencare cast, costumi e scenografie, musiche, regia e produzione, quanti fecero l’impresa e quant’altro ancora. Come ai vecchi tempi, tutto a scorrere oggi sulla quarta parete del palcoscenico dell’Alfieri, per la prima nazionale – una delle tante promesse, quella dei debutti importanti, che Fabrizio di Fiore sta mantenendo nel corso delle sue nuove stagioni teatrali torinesi – di “Cantando sotto la pioggia” (repliche sino al 18), in un mese di maggio che vede quasi il termine del calendario. Un omaggio dovuto, “un sogno che si avvera nei confronti di un testo a cui ho pensato da sempre, da quando ho iniziato a fare il mestiere che faccio”, ricordava ieri sera Luciano Cannito, regista, al termine dello spettacolo con applausi davvero trionfali da parte di un pubblico certo di aver incrociato una brillante serata; e poi la eccellente ricostruzione di un clima, che continua a vivere in un’epoca ben precisa ma che allo stesso tempo ha tutti i mezzi per irrobustirsi di vita propria – con tanto di citazioni, dall’orologio di Harold Lloyd di “Preferisco l’ascensore” alle gambe più belle (e costose) del mondo, quelle di una smagliante Cyd Charisse proprio in coppia con Kelly -, di musiche e canzoni, di coreografie catturate da quelle immagini, di pericolante recitazione e di torte in faccia, di dispetti e rivalse tra primedonne, di un divertimento insomma che riempie appieno le tre ore circa dello spettacolo. Se il titolo è una pietra miliare del teatro musicale, e lo è certamente con un ristretto gruppo di non ti stanchi mai, diceva ancora Cannito in un’intervista a La Stampa, ecco che il regista si fa apprezzare per quella rinuncia alle forzature, per quegli ammodernamenti evitati, per il “rispetto” di quel “sacro che c’è dentro” anche se niente vieta di togliere “un po’ di polvere che si è depositata nel tempo”, pronta a lasciare spazio a una più calcata e pungente ironia.

Con un bel ritmo, che potrà ancora crescere con l’avanzare delle repliche, lo spettacolo guarda gioiosamente al film del ’52 diretto da Stanley Donen e Gene Kelly, quest’ultimo come ognuno sa nel ruolo anche del protagonista Don Lockwood, l’epoca della vicenda è il tramonto del cinema muto, quando immagini in bianco e nero rendevano attori anche approssimativi costretti a costruire facce di circostanza, a strabuzzare occhi fuor di misura, ad atteggiarsi in movenze a dir poco ridicole. Il teatro, quello era l’autentico mondo della recitazione, ma non era pane per tutti. Non per quelle attricette di poco conto che non avrebbero mai potuto prestare la loro voce stridula alle tavole di un palcoscenico, le riprese erano lì a salvarle senza che il pubblico, già allora ai bordi del red carpet, si ponesse tante domande. È quanto succede alla acclamata quanto vanesia, vanitosissima, Lina Lamont, che fa coppia con Don in mediocri film di cappa e spada: senonché quel mondo di non più sopportabile cartapesta, dopo disastrosi tentativi di adattamento, pare scoppiare quando il 6ottobre 1927 “Il cantante di jazz” con Al Jolson appare sugli schermi a inaugurare il cinema sonoro – una rivoluzione, come quella che a Hollywood fu dodici anni dopo con la risata della Garbo per “Ninotchka” – e quelle voci sgraziate avrebbero avuto vita breve. All’orizzonte di “Cantando” appare Kathy Selden, viso notato dal produttore che vede lontano, bella presenza e voce da sogno, semplicità e pochi grilli per la testa, che con l’aiuto di Don, nuovo compagno di lavoro e di vita, e dell’impareggiabile funambolico Cosmo penserà a smascherarla e a metterla in ridicolo, con buona pace di una improbabile carriera.

Legatissimo e mai un attimo che accusi sghembature o rallentamenti che siano lì a intaccarne il ritmo, smagliante, divertente, il vecchio libretto di Betty Comden e Adolph Green rispolverato a dovere secondo la promessa registica, le canzoni di Nacho Herb Brown e Arthur Freed (dal “Mago di Oz” giù giù sino a “Gigi” una delle più belle firme di Hollywood), qui con la traduzione di Cannito e di Laura Caligani, a tornare sempre piacevolmente in mente, le scene di Italo Grassi e soprattutto i costumi di Silvia Califano (un cognome che è una garanzia), che spazia con le sue invenzioni da “Sherazade” a Shakespeare per il festival veronese, dall’Aterballetto al “Lago dei cigni” per il Roma City Ballet Company, non ultimo il disegno luci curato da ValerioTiberi, ogni apporto rende “Cantando” un’occasione da non perdere. Metteteci ancora un corpo di ballo di quindici elementi, di quelli che si cercano e si trovano da chi ha parecchio fiuto alle spalle, che all’occorrenza canta e recita, metteteci degli attori in gran forma e avrete la sembianza esatta del successo o del successone. Senza se e senza ma. Lorenzo Grilli, cresciuto nel teatro di Proietti e nel cinema di Roberta Torre, è un valido Don che sfugge con padronanza alle incertezze del debutto e si irrobustisce, passo dopo passo, mattatore assoluto, davvero efficace, nel momento “in the rain” sotto scrosci non indifferenti d’acqua con voce e salti e zompi invidiabili sui lampioni di scena. Martina Stella e Flora Canto, su due diversissimi versanti, sono due belle attrici, che convincono, un ritrattino tutto sale e pepe di ocaggine agguerrita nel non voler cedere lo spazio che s’è guadagnato la prima, anche capace di mettere in secondo piano, con lodevole convinzione, una vera bellezza; grintosa “my fair lady” del palcoscenico la seconda, pienamente disponibile ad un percorso di tutto rispetto. Folletto della serata, autentico artista, versatile, pronto a mettere in scena per quanti non lo conoscono, autentica scoperta, e a ribadire per i molti altri una insolita bravura che ha preso forma negli anni, e nelle tante tappe, nella danza (tap, modern e acrobatica), nel musical e nelle arti circensi, Vittorio Schiavone, che passa attraverso il Teatro alla Scala e guarda a Michael Jackson: il suo Cosmo, per certi tratti, in coppia con il protagonista o negli assolo, ha tutta la magia dell’inafferrabile, del campione che non hai ancora incrociato, dell’uomo di palcoscenico abituato a sgusciare, a lanciare piccoli e grandi guizzi e a colpire a segno, del nome che per il futuro non potrà di certo sfuggirti e che dovrai essere tu a dover tenere d’occhio.

Elio Rabbione

Le immagini di “Cantando sotto la pioggia, regia di Luciano Cannito, sono di Valerio Polverari.