"Sono stato allevato nella cultura del rapporto con la gente: ascoltare per cercare di risolvere"

Tricarico dal “golpe” di Roma al caffè in via Garibaldi

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto

L’intervista comincia, ma con una sua domanda: Perché mi vuoi intervistare? Rispondo: non ricordo di esponenti politici che si siano “naturalmente” ritirati dalla politica. Lui sorride. E’ Roberto Tricarico, eletto per la prima volta nel 1995 a soli 25 anni in consiglio comunale, segretario dei Verdi, già Assessore alla casa con Chiamparino  e poi capo di Gabinetto del sindaco di Roma, Ignazio Marino. Oggi  è socio del bar “Roberto” in via della Consolata angolo via Garibaldi, nel cuore della vecchia città. Ora tocca me.

Come mai il ritorno a Torino?

Questioni personali,  ho scelto la famiglia a cui dovevo molto anche per la mia militanza politica.

Ti piace più Roma o più Torino?

Due cose diverse. Torino “provinciale” e Roma universale e fin troppo martoriata.

Capo di Gabinetto del Sindaco di Roma. Bella esperienza?

Si, molto. Non meritava d essere interrotta dal PD… e i fatti lo stanno confermando. A settembre uscirà un film intitolato “Golpe Roma”. E poi come si dice il tempo e’ galantuomo con i galantuomini. 

Amarezza?

Sicuramente, ma Ignazio Marino ha  fatto ciò che consideravamo fosse  il nostro dovere. 

Due esempi. Primo chiudere la più  grande discarica d’Europa. Secondo, togliere l’indennità di presenza ai dipendenti del Comune, 24 mila.

Toccato interessi?

Rubo una frase di Caselli: evidentemente Ignazio Marino ha toccato interessi consolidati in Roma. 

Un lavoro prezioso.

Ti sei ritirato dalla politica?

Nell’attuale non mi riconosco più. Sono stato allevato nella cultura del rapporto con la gente: ascoltare per cercare di risolvere.  Un signore assegnatario di un alloggio popolare in via Barbaroux mi ha casualmente incontrato: venga assessore, il bagno non funziona.  In realtà da tempo non ero più assessore. L’ho ascoltato e poi con calma ho spiegato a chi rivolgersi. 

L’essere barista ti costa?

No, è anche una questione di tradizione di famiglia. Una volta,  stavo per diventare assessore nella prima giunta Chiamparino e i giornali ne parlavano. Pizza da Cecchi con la mia futura moglie e mi sentivo osservato. Pagando mi aspettavo qualche accenno. La cassiera invece  mi chiese: figlio dei gestori del Bar di Borgo vittoria?

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Tra politica e consenso. Aggiungo io che Tricarico è stato uno tra i più votati in consiglio comunale. La nostra chiacchierata è  sovente interrotta. Telefonate con richieste di consigli amministrativi, saluti e questioni di bollette da pagare. Non stai mai fermo!, gli dico. Non e’ che prosegui la tua attività politica in altre forme?

Sorride. “Ma no, mi piace  solo essere utile”. E aggiunge: Il 24 nel tardo  pomeriggio leggeremo dei brani di un libro su Pasquale Cavaliere (consigliere regionale dei Verdi che si tolse la vita nel 1999, ndr).  Vieni Patrizio, eccoti una copia”.  Lo sfoglio ricordandomi di averlo già letto. Stavolta sorrido io, convinto che Roberto stia facendo politica in altre forme ed altri modi.

Ci si vede il 24, sicuramente.