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Marito mio vai a fare la spesa

La nostra società ha subito cambiamenti radicali negli ultimi decenni, da quando la donna ha cominciato a lavorare fuori casa, da quando la società ha suggerito e, talvolta, imposto un cambiamento radicale dei ruoli, dei privilegi e delle abitudini.

Ne sono un minimo esempio il congedo di paternità introdotto non molti anni fa e normato, per ultimo, dal D.Lgs. 105/2022 o l’affidamento congiunto dei figli minori in caso di separazione.

Esistono, tuttavia, alcune sacche di resistenza all’interno della società, in parte per comodità, in parte perché alcuni soggetti non hanno aggiornato il calendario, che mantengono divisi, anche se meno rigidamente di un tempo, i ruoli del maschio e della femmina in una famiglia.

A me personalmente piace cucinare, non ho problemi a stirare o fare un bucato, adoro fare la spesa non ritenendo siano ruoli femminili o sia disdicevole che un uomo svolga quei compiti; conosco molte donne che, vivendo sole, hanno imparato a tinteggiare la casa, contrattare la compravendita nei mercatini, riparare un rubinetto o comprare un elettrodomestico.

La causa per cui tuttora vi sono ruoli definiti ad uno o all’altro sesso è puramente culturale, dove per cultura intendo l’esempio ricevuto in casa, talvolta il divieto sotteso a praticare qualche compito perché “sono cose da donna”; nella realtà non vi è nulla che impedisca, fisicamente, intellettualmente o legalmente di svolgere gli stessi compiti per l’uomo o la donna alternandosi, eventualmente, al fine unico di far funzionare bene la casa o la famiglia.

Spesso il maschio adduce motivazioni risibili per non aiutare la compagna: “sono stanco”, “un attimo solo ché guardo il TG”, “non so come funziona la lavastoviglie” e così via.

Nelle mie conferenze avverto sempre le donne di fare molta attenzione prima di andare a convivere, prima del matrimonio, al comportamento domestico del loro compagno; le invito a riflettere sulla quantità di compiti svolti e spettanti alle donne (per prassi, non per decreto divino) tra cui fare la spesa, cucinare, apparecchiare, sparecchiare, lavare i piatti, fare il bucato, stendere, ritirare la biancheria asciutta, stirare, rifare i letti, pulire casa, rammendare i vestiti, lavare i vetri ed i pavimenti, controllare i compiti dei figli, portarli a scuola e, spesso, andarli a riprendere, passare in tintoria.

Quanti di questi compiti vengono svolti dai vostri compagni? Portare i figli a calcio ed andarli a riprendere, il motivo si commenta da sé.

In un’epoca in cui ci si aspetterebbe una completa condivisione dei compiti tra i partners e la scomparsa dei compiti di genere, in realtà la mentalità maschilista rimane, viva e florida, in troppe persone.

Io mi diverto (è un eufemismo) a guardare le persone nei supermercati, fuori dai negozi di abbigliamento, in spiaggia con la famiglia. Vi sono luoghi che sembrerebbero off limits ad un genere o ad un altro: nei supermercati i maschi solitari sono quasi sempre single (e si vede da cosa acquistano); se sono accoppiati vanno a fare la spesa con la moglie. La scelta dei prodotti è prerogativa delle mogli, non conoscendo il maschio l’uso di anticalcare, detersivi, ammorbidenti, brillantante, ecc.

Quanti uomini avete visto acquistare gli assorbenti per la compagna? E quante donne comprare i preservativi? Se per la prima domanda la risposta può dipendere dalla mancata conoscenza, da parte degli uomini, delle problematiche femminili (flusso abbondante? per la notte? con ali o senza?) per la seconda la signora verrebbe da molti, troppi, considerata una professionista del sesso (sono loro che provvedono alla dotazione).

E quanti uomini avete visto stendere il bucato? Quando ero ragazzino, dieci anni circa, avendo i genitori che lavoravano entrambi su turni spesso opposti avevo imparato a fare il bucato, stenderlo e altre incombenze domestiche. Un giorno, una signora che abitava nel cortile, disse a mia madre che mi aveva portato di esempio al marito che non la aiutava perché se lo facevo io poteva farlo anche lui.

A me è sempre piaciuto avere gente in casa, che fossero parenti o amici poco importava; ma sapendo quanto mia madre fosse stanca con il lavoro, la casa, mio fratello piccolo e tutto il resto capii che, se avessi voluto organizzare qualcosa, avrei dovuto aiutarla o presto il giocattolo si sarebbe rotto.

Evidentemente, però, anche da parte delle donne c’è ancora un residuo di permissivismo che non fa loro imporre la loro volontà sulla pigrizia o sulla comodità maschile.

Io trovo estremamente gratificante poter decidere cosa acquistare quando faccio la spesa e andandoci di persona posso acquistare altro, cambiare idea, mandare un msg a casa chiedendo se questo serva, se convenga, ecc.

I maschietti che non soltanto non collaborano ma, spesso, si lamentano perché questo non piace, questo è meglio in quell’altro negozio (mi ricorda il prosciutto di Furio in “Bianco, rosso e Verdone”), “l’hai già fatto la settimana scorsa”, “dove sei stata finora che non è ancora pronto?” l’unica volta in un mese in cui la compagna incontra le amiche dopo l’ufficio, perché accettano di passare per disabili anziché, come molte altre volte fanno, non mostrano di saper fare tutto, di essere forti, resistenti e creativi? Oltretutto, alzando il sedere dal divano evitano le piaghe da decubito.

Sergio Motta

Biennale Democrazia, dal 22 marzo “Ai confini della libertà”

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Ottava edizione


Da mercoledì 22 a domenica 26 marzo 2023, a Torino. Più di 220 relatori dal mondo per oltre 100 appuntamenti  in 17 sedi in città e 4 percorsi tematici

Da mercoledì 22 a domenica 26 marzo torna a Torino Biennale Democrazia, manifestazione culturale promossa dalla Città di Torino, ideata e presieduta da Gustavo Zagrebelsky, che dal 2009 si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Giunta quest’anno all’ottava edizione, il cui titolo è Ai confini della libertà, ha come obiettivo è tornare a riflettere sul complesso rapporto fra libertà e democrazia, dentro e fuori le frontiere della nostra società. La manifestazione accoglie oltre cento incontri, più di duecentoventi ospiti italiani e internazionali, cinque mostre e il contributo di circa centocinquanta volontari. Come ogni anno, gli eventi saranno registrati e resi disponibili sul sito della manifestazione.
In cinque giorni, una riflessione a partire da quattro itinerari tematici, quattro diverse prospettive per discutere e ragionare assieme attorno ai grandi temi che riguardano la libertà, a cui quest’anno si andranno ad aggiungere le sezioni Democrazia Futura, dedicata ai giovani e alle scuole di ogni ordine e grado, e Democrazia Diffusa, realizzata in sinergia con le realtà culturali del territorio.
Per rappresentare la libertà e i suoi confini, è stata scelta l’opera Red Square, parte del progetto Spectrum, dell’artista Federica Landi, grazie alla collaborazione con CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia di Torino.Il programma di Ai confini della libertà  
L’edizione 2023 si apre mercoledì 22 marzo alle ore 17.30 al Teatro Carignano con un dialogo dal titolo Come nasce una dittatura fra la giornalista e attivista turca Ece Temelkuran e la reporter e scrittrice Francesca Mannocchi. Nella stessa giornata, Mannocchi sarà ospite presso la Casa Circondariale Lorusso e Cotugno per condividere con i detenuti la sua esperienza a Kiev. Biennale Democrazia avvia così un ciclo di incontri che pone l’attenzione sul carcere, cioè sul luogo in cui, per definizione, la libertà è limitata. La giornata inaugurale si chiude alle OGR Torino con Il giorno del giudizio, spettacolo di e con Giancarlo De Cataldo, che indaga la figura del giudice.L’ottava edizione di Biennale Democrazia prevede un programma ricchissimo che si sviluppa lungo le direttrici dei quattro percorsi tematici: Liberi tutti!, una riflessione su come le società democratiche affrontino le sfide imposte dai nuovi sconvolgimenti sociali; Conflitti di libertà, un’indagine sulle questioni geopolitiche più attuali, dentro e fuori l’Europa; La libertà come format, un ragionamento sul deterioramento del dibattito pubblico; Immaginare la libertà, un momento per ripensare al futuro attraverso l’arte e la letteratura.Tra gli ospiti internazionali, oltre la già citata Ece Temelkuran: l’esperto di politica e cyberspazio Stéphane Grumbach; Rahel Jaeggi, filosofa della scuola di Francoforte; Xavier Tabet, italianista da Parigi; Isabelle Ferreras, filosofa, autrice del Manifesto del lavoro; l’economista dell’ILO Uma Rani; lo storico e politologo Jean-François Bayart; il filosofo e storico Mikhail Minakov; lo storico Bohdan Shumylovych; e per finire l’archeologo di fama internazionale David Wengrow.

Inoltre, i tanti ospiti italiani: Amedeo Balbi, Alessandro Barbero, Alice Borgna, Luca Bottura, Annalisa Camilli, Barbara Carnevali, Maria Chiara Carrozza, Matilde Cassani, Carolyn Christov-Bakargiev, Gherardo Colombo, Francesco Costa, Silvana Dalmazzone, Serena Danna, Giancarlo De Cataldo, Concita De Gregorio, Ida Dominijanni, Federico Faloppa, Marianna Filandri, Francesco Filippi, Marcello Flores, Paolo Flores d’Arcais, Francesco Frisari, Franco Gabrielli, Enrico Galiano, Ilaria Gaspari, Vera Gheno, Massimo Giannini, Daniele Giglioli, Paolo Giordano, Enrico Giovannini, Elena Granaglia, Maria Laura Lanzillo, Davide Livermore, Simona Malvezzi, Francesca Mannocchi, Massimo Mantellini, Fabrizio Maronta, Fabio Merlini, Matteo Nucci, Damiano Palano, Antonio Pascale, Valentina Pazé, Laura Pepe, Mauro Pescio, Simone Pieranni, Carlo Pietrini, Veronica Raimo, Enrica Rigo, Vanessa Roghi, Silvia Romani, Cecilia Sala, Matteo Saudino, Igiaba Scego, Simonetta Sciandivasci, Luca Scuccimarra, Antonio Scurati, Giorgia Serughetti, Walter Siti, Luca Sofri, Valdo Spini, Sofia Ventura, Paola Viganò, Stefano Visentin, Chiara Volpato, Loris Zanatta.

L’evento di chiusura dell’ottava edizione di Biennale Democrazia sarà domenica 26 marzo alle ore 21 alle OGR Torino con lo spettacolo Mosca 1966. Processo alla letteratura, di e con Ezio Mauro.

Gli spettacoli e gli eventi speciali 
Il programma di Biennale Democrazia si arricchisce anche di numerosi eventi e spettacoli. Tra i tanti, sono attesi a Torino sabato 25 marzo anche Fedez e Luis Sal, con il loro famosissimo podcast Muschio Selvaggio, che avrà come ospite speciale Gustavo Zagrebelsky. Kento, Lucariello, Oyoshe e Oltre le barre Crew si esibiranno all’Hiroshima Mon Amour in un concerto e dj set dal titolo Portami là fuori – Rap fuori le s{barre}. Al teatro Gobetti va in scena Songs of Freedom dell’Accademia dei Folli, uno spettacolo sull’intima connessione tra musica e libertà. Arriva a Torino per Biennale Democrazia anche il podcast originale RaiPlay Sound di Mauro Pescio Io ero il milanese, live a Off Topic nella serata del 23 marzo. Sabato 25 marzo, infine, il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano ospita un progetto speciale: una sonorizzazione dal vivo di Andrea Costa del film muto del 1912 I Mille di Alberto Degli Abbati, nell’ambito della mostra Hero. Garibaldi icona pop.

Il programma completo e tutte le informazioni logistiche e sui biglietti sono disponibili sul sito
www.biennaledemocrazia.it

 

Biennale Democrazia è un progetto della Città di Torino, realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino, che si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica in collaborazione con Polo del ’900, Università di Torino, Politecnico di Torino.
Main Partner: Intesa Sanpaolo; con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e di Fondazione CRT; con il contributo della Camera di commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Torino e Unione Industriali Torino.
Partner: Smat e Reale Mutua; con il sostegno delle OGR Torino, Torino Social Impact, Museo Nazionale del Risorgimento Italiano.
Media Partner: Rai Cultura, Rai Radio 3, La Stampa, Limes.
Partner Tecnico: Combo – Torino.
Charity Partner: Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus.

“Respect”: a scuola di “Rispetto” / Facce da scuola 2

Quarant’anni fa, a Vallette… I “migliori” anni della mia scuola

Gianni Milani

Seconda mattinata alla “Levi”. Dove si era rimasti? Ricordate? Già: una quarantina d’occhi mi sfidavano… E anche oggi, seconda mattinata, continuavano a sfidarmi. Dalla mia, non più di un poker di alunni. Misi subito, in atto, la carta dell’attacco. La prima che mi uscì dal mazzo. Lasciai sedia e cattedra e cominciai ad addentrarmi, nella fitta spianata di banchi. O di quello che restava del parco banchi, disseminati a caso per la classe e diventati quasi tutti estroversi tazebao di varia letteratura e tavole confessionali su cui imprimere le alte voci di imperituri e straripanti amori, così come di fedi calcistiche inossidabili. A terra zaini e zainetti, scarpe da ginnastica che in larga parte avevano conosciuto tempi e aromi migliori, fogli e qualche libro sparsi a caso, perfino con una certa geniale creatività. Al termine della teatrale “passeggiata”, all’ultimo banco un giovincello dall’aria guascona, capelli a spazzola, non alto e cicciotello, leader incontrastato –s’era subito capito – della classe, se ne stava bello spaparanzato, schiena al muro su sedia caracollante e incollata non si sa come a un povero pavimento in legno che, dopo anni di ingiurie vandaliche, gridava solo misericordia.  Al banco di fianco, un’altra “dolce creatura”, capelli alle spalle e pacchetto di sigarette in bella vista nel taschino di una camiciola da cui uscivano muscoli da palestra e corporatura da ripetente felicemente e caparbiamente incallito.

Seppi poi che il suo nome era Matteo e, in certo senso, rappresentava il “braccio armato” del giovinducetto di cui sopra. Silenzio “da non volava una mosca”. Una vocina dentro: prof buttati, adesso o mai più. Fisso e sfido il giovin ducetto. E con lui tutta la classe. Oggi voglio insegnarvi una parola che, da queste parti, mi pare sia poco conosciuta…caro Cosimo, detto Mimmo. Wow, mi ero rivolto proprio a lui. Il suo nome me l’aveva indicato il collega look english che mi aveva accompagnato il giorno prima alla classe. Il ragazzotto trasalì, nel mutismo imbarazzato dei compagni. Cosimo? Mimmo? Come avevo osato pronunciare cotanto nome “invano”? E per giunta con quel diminutivo “Mimmo”, in uso solo – per sua strettissima volontà – agli amici e ai fedelissimi? E quel “caro” poi di fronte al “Cosimo”. Mimmo (diventammo in seguito amici e “permise” anche a me di chiamarlo così ) si lasciò cadere di botto con un moto d’ira malcelato sulle quattro gambe della sedia.  Era ormai sfida a due. Dalla mia, stranamente sentivo però di aver recuperato l’interesse (parlare di stima era ancora presto) di buona parte della classe. Ora dovevo cavalcare l’onda. Un lampo. Ritornai alla cattedra e scrissi alla lavagna, a caratteri cubitali, sottolineati e con tanto di esagerati due punti esclamativi, la parola RISPETTO!! Stetti un attimo ad osservare con puro compiacimento quel parolone scritto bello grande, bianco su nero, poi mi girai di botto verso la classe. Prima lezione, dunque. Un misto di grammatica italiana e di educazione civica. E perfino, come vedremo, di Educazione Musicale. Rivolto ai ragazzi – Mimmo aveva ripreso la posizione standard “sedia al muro”, aria di assoluta indifferenza e rabbia non ancora del tutto sopita – Rispetto – declamai – sostantivo maschile. Primitivo, astratto. Parola magica, capace di miracoli impensati, ma assai poco tenuta in considerazione, purtroppo, nel mondo in cui viviamo e perfino in questa classe, mi pare di avere intuito. Silenzio totale. Cerchiamo allora di fare un po’ di chiarezza. Cosa significa per voi la parola ‘Rispetto’? Dài forza, sentiamo qualche risposta. Una mano alzata. La parola “Rispetto”, prof, mi mancano le parole ma mi fa venire in mente il titolo di una canzone inglese… che a casa mio fratello mi fa ascoltare a palla! Lui è fissato con ‘sto Rhytm and Blues e guai a chi glielo tocca, che s’inc…., s’incavola come una belva! Magnifico. Respect! gridai. Capelli nerissimi, frangetta sulla fronte. Quella vocina arrivava come una benedizione da un “piccoletto”, Alessandro, che ben presto divenne mio fido “alleato” . “What you want, Baby I got   All I’m askin’, Is for a little respect”. Gran bel pezzo – continuai. Sapete che addirittura questa canzone incisa da un grandissimo come Otis Redding e poi dalla leggendaria Aretha Franklin è diventata l’inno, alla fine degli Anni ’60, di alcuni movimenti antirazzisti, negli Stati Uniti?E se tanto mi dà tanto, non vi sembra che anche noi potremmo prendere quasi come nostro inno ufficiale questa canzone?


Risolino (e come diversamente?) di Cosimo, che “minaccia”: Il rispetto si deve guadagnare. Parole sante! Parliamone! Domani, prof, porto la cassetta(allora si usavano ancora le musicassette, i cd erano in allora oggetti assolutamente futuribili) e ce la sentiamo in classe…magari la teniamo anche qui e ogni tanto ce l’ascoltiamo! Grande Ale! Piano piano, la classe si stava trasformando, nella sua larga maggioranza, sia pure con qualche silenziosa perdurante ma tangibile resistenza da parte del gruppo “eversivo” guidato dal Mimmo che non voleva essere chiamato Mimmo, in un celestiale consesso scolastico degno delle migliori Orsoline. Un miracolo. Da girone infernale a inaspettato, quasi Eden.  La campanella – salvifica – suonò. La “sfida all’Ok Corral” l’avevo, almeno inizialmente, superata. In classe entrò una giovane e carina collega di Educazione Fisica. I ragazzi uscirono in corridoio per raggiungere la palestra. Fu allora che Cosimo detto Mimmo (ma solo per gli amici) mi si avvicinò e mi sussurrò appena, con aria circospetta di chi non voleva più di tanto dare nell’occhio: Il rispetto s’ha da guadagnare! Io lo fissai e gli sussurrai, con aria “mafiosa” pari se non superiore alla sua: Parliamone! E (per grazia divina) con Mimmo ne abbiamo parlato tanto. Con lui e con centinaia di altre ragazze e ragazzi della “Levi”. Per quattordici lunghi anni. I “migliori anni” della mia scuola. La migliore scuola delle mie scuole.

Gianni Milani

Casa, 8 torinesi su 10 amanti dell’ordine

Un’attenzione che non solo migliora la vivibilità ma dà risalto alla cura verso
l’estetica e il design.

Nella ricerca di stile e atmosfera, luminosità (67%), arredi (31%) e verde (21%)
sono gli aspetti più curati.

Le tendenze future? Multifunzionalità (33%) e sostenibilità (21%).

Roma, 20 marzo 2023 – Ben 8 torinesi su dieci sono molto attenti all’ordine in casa.

E di questi, se il 35% ne fa una regola del buon vivere quotidiano, il 21% porta questo
impegno a livelli di estrema meticolosità e compie grandi sforzi affinché tutto sia
sempre perfetto e organizzato. Un’attenzione che non solo ne migliora la vivibilità, ma
– senza oggetti fuori posto nei diversi ambienti – aiuta a far percepire la cura verso gli
elementi estetici, di stile e design.

Lo rileva l’Osservatorio Sara Assicurazioni*.
Gli abitanti di Torino dichiarano infatti una grande attenzione all’estetica degli
ambienti e all’organizzazione degli spazi secondo il proprio gusto e personalità: in
questa ricerca di stile e di atmosfera, gli aspetti più curati sono la luminosità (67%), gli
arredi (31%), le tinte di pareti e pavimenti (23%) e il verde (21%). La cura dei dettagli
si spinge fino ai quadri (13%), alle librerie (13%) e alla scelta di diffusori di fragranze
(10%).

Lungi dall’essere fattori puramente esteriori, stile e design sono anzitutto elementi
propedeutici al benessere tanto che il 37% dichiara di sentirsi meglio in una casa
ben arredata. Anzi, loro compito è anche rendere l’abitazione più accogliente. In
questo senso, l’ambiente che i torinesi amano (e curano) di più è la cucina (23%).
E guardando al futuro? Negli orientamenti dei torinesi spicca la multifunzionalità (33%),
ovvero la creazione di ambienti adatti a diversi scopi. Uno spazio sempre maggiore sarà
dato alla sostenibilità (21%).

Investire in un immobile tuttavia comporta anche timori, dall’eventualità di danni
domestici (38%) a possibili tentativi di furto (33%), al deterioramento della casa
stessa nel tempo (23%) fino al rischio di eventi naturali e atmosferici anche intensi
(13%). Di fronte a questo, un torinese su tre (31%) considera oggi essenziale
investire in una polizza assicurativa che protegga la casa in modo efficace e
completo.

“L’attenzione anche agli elementi di estetica e design della propria casa è uno dei fattori
che concorrono a creare l’importante significato che questo bene ha da sempre per gli
italiani” – commenta Marco Brachini, Direttore Marketing, Brand e Customer
Relationship di Sara Assicurazioni – “Una polizza assicurativa è una soluzione
efficace che permette di tutelare l’investimento, sia contro il furto sia verso i più diversi
tipi di rischi che possono riguardare tanto l’immobile quanto le persone che ci vivono
all’interno”.

*Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nextplora su di un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età, genere ed area
geografica

Oltre 40 mila poveri a Torino secondo i dati della Caritas

I poveri serviti dalla Caritas in un anno in totale tra quelli censiti  e quelli non registrati  sono oltre 40.000 nella sola città di Torino e 70.000 nell’intera diocesi. Questa la fotografia del report  “Poveri in mezzo a noi”,  presentato al convegno diocesano di Torino, in occasione della XXXIV Giornata Caritas. Il rapporto, scrive l’agenzia Sir,  è stato “costruito a partire dalle rilevazioni della rete di centri di ascolto dell’intera arcidiocesi di Torino per offrire elementi utili a costruire una fotografia aggiornata della povertà sui nostri territori”.
Lo scorso anno sono state 92 le realtà di Centro di ascolto  della Caritas che hanno caricato i dati nel territorio della diocesi. Le Caritas Parrocchiali sono 130, mentre sono 120 le Conferenze di San Vincenzo, 90 i Gruppi di Volontariato Vincenziano: si tratta di più di  350 centri parrocchiali di servizio di carità. Hanno preso parte alla raccolta dati nel sistema informativo 350 volontari. E sono più di 1.100 i volontari attivi nei Centri censiti. Se si calcolano quelli dei centri che non raccolgono dati e quelli della San Vincenzo e dei GVV sono più di  3.000.

Iniziative a Torino il 21 marzo, Giornata per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale

La Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale si celebra ogni anno a partire dal 21 marzo 1960, quando, durante una manifestazione pacifica contro le leggi dell’apartheid, la polizia sudafricana aprì il fuoco uccidendo 69 persone.

Proclamando questa giornata internazionale nel 1966, con la Risoluzione 2142 (XXI), l’Assemblea Generale dell’ONU ha sottolineato la necessità di un maggiore impegno per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale.

Per l’occasione sono numerose le iniziative organizzate in Città: è disponibile il programma in formato (.Pdf )

È possibile misurare la Felicità Civica? La risposta al polo culturale Lombroso 16

 

“PRIMO RAPPORTO SULLA FELICITÀ CIVICA”

della città di Torino

In occasione della

Giornata mondiale della felicità 

Promosso da

Associazione Culturale Nessuno

Dipartimento di Psicologica dell’Università di Torino

 

Lunedì 20 marzo

Ore 17.30

Via Cesare Lombroso 16

È possibile misurare la Felicità Civica? E quali sono gli indicatori che permettono di mappare il benessere degli abitanti di una città e dei suoi quartieri, in modo tale da mettere in atto azioni concrete e migliorarne la qualità della vita?

 

È quanto si è proposto di individuare il progetto Felicità Civica, un percorso di ricerca-intervento ideato dall’Associazione Culturale Nessuno e dai suoi innovatori sociali, avviato a maggio 2019 e vincitore del “Bando CivICA – Progetti di Cultura e Innovazione Civica” di Compagnia di San Paolo.

 

Il cui lavoro è confluito nel Questionario della Felicità Civica, elaborato dall’Associazione in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Torino. Uno strumento innovativo che, nell’arco temporale compreso da giugno a ottobre 2022, ha consentito di mappare i bisogni urbani coinvolgendo gli abitanti delle 8 Circoscrizioni del capoluogo sabaudo, i quali hanno potuto compilare il questionario sia online, sia in forma cartacea nei diversi punti informativi diffusi sul territorio.

 

La mappatura – che si staglia come una delle più grandi ricerche sul benessere soggettivo mai svolte in Europa – ha conseguito oltre 3.500 compilazioni (quindi una persona maggiorenne su duecento dei cittadini torinesi), i cui risultati e dati raccolti saranno presentati presso la Sala Molinari del Polo Culturale Lombroso16, in via Cesare Lombroso 16, nel corso del “Primo rapporto della Felicità Civica” della città di Torino, in programma lunedì 20 marzo a partire dalle ore 17.30.

 

L’evento, organizzato in occasione della Giornata mondiale della felicità, prevedrà gli interventi dei promotori del progetto: Alessandro Mercuri, psicoterapeuta e Presidente dell’Associazione Culturale Nessuno; Monica Molino, ricercatrice del Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Torino; e Stefano Di Polito, sceneggiatore e regista. A contribuire al dibattito e a portare i propri saluti istituzionali, anche i sostenitori della ricerca, ossia: Alberto Anfossi, Segretario Generale della Fondazione Compagnia di San Paolo, Daniela Converso, Direttrice del Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Torino, e Chiara Foglietta, Assessora alla Transizione ecologica e digitale, Innovazione, Ambiente, Mobilità e Trasporti.

 

«Abbiamo iniziato a riflettere sul tema della Felicità Civica nell’arco del 2018 – precisa Alessandro Mercuri –, quando il CENSIS ha pubblicato un rapporto in cui definiva l’Italia come “il Paese del rancore sociale”, poi tramutato in “odio sociale” l’anno successivo. Di qui, l’esigenza di una ricerca che ponesse in luce il benessere soggettivo, partendo dal presupposto che le politiche pubbliche non possano basarsi solo sul PIL, ma anche, e soprattutto, sulla felicità civica: un obiettivo comune che la società deve perseguire, per gli individui e per la comunità nel suo complesso».

 

«Sulla base di tali presupposti – prosegue il Presidente dell’Associazione Culturale Nessuno –, il Questionario della Felicità Civica ha trovato rapida diffusione nella città di Torino e nei suoi 34 quartieri, ottenendo un grande e positivo riscontro da parte della cittadinanza, che ha dimostrato la propria voglia di contribuire alla felicità civica e di condividere le proprie opinioni al riguardo».

 

Il questionario, infatti, si è configurato come un inedito “esercizio di futuro“: una riflessione, avviata a partire da dati reali, sugli scenari desiderabili e sulle proposte in grado di instaurare un benessere sociale duraturo ed equanime, al fine di “pianificare” la felicità civica di Torino e il suo equilibrio sociale, sia dal punto di vista psicologico, sia da quello sociologico, pubblico ed economico.

 

Per farlo, sono stati analizzati nel dettaglio i principali indici connessi alla felicità e alla qualità della vita di tutto il mondo, tra cui: il “Better Life Index” dell’OCSE, il “World Happiness Report” dell’ONU, il “Gross Happiness Index” del Buthan, il “Benessere equo e sostenibile urbano” dell’ISTAT, il “Genuine Progress Indicator”, l’indice della Qualità della vita e la Qualità regionale dello sviluppo.

 

Il risultato della disamina è, quindi, consistito nell’elaborazione dei dodici indicatori della felicità civica, ognuno dei quali si configura alla stregua di una “sfida civica” – per la società nel complesso e la città nello specifico – e identifica un ambito di intervento di primaria importanza, verso cui orientare ragionamenti e pianificazioni per la costruzione di un futuro sereno e all’insegna del benessere.

 

dodici indicatori individuati sono i seguenti:

 

1. Terza età e invecchiamento;                               7. Benessere soggettivo;                                           

2. Famiglia e casa;                                                   8. Salute;

3. Cultura e accesso alla cultura;                           9. Relazioni sociali;                          

4. Scuola, giovani e formazione;                          10. Innovazione, tecnologia e impatto sociale;                

5. Ambiente, territorio e spazi pubblici;              11. Sicurezza;

6. Lavoro e tempi di vita;                                      12. Identità, differenze e partecipazione.

 

 

Ma perché un questionario, e perché proprio questi indicatori?

 

«Perché, come direbbe il premio Nobel Joseph E. Stiglitz – spiega Monica Molino, ricercatrice del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino –, “Ciò che si misura influisce su ciò che si fa. Se non si misura la cosa giusta, non si fa la cosa giusta”. Misurare e spiegare il benessere soggettivo, interrogando direttamente le persone, può fornire, infatti, informazioni che non si trovano nelle statistiche economiche convenzionali e che possono essere particolarmente utili e rilevanti per orientare le azioni di promozione del benessere individuale e sociale. Conoscere come stanno le persone, le loro opinioni e percezioni potrà, dunque, aiutarci a individuare la cosa giusta da fare per la promozione della felicità nei diversi quartieri della nostra città».

 

 

In seguito all’incontro del 20 marzo, i risultati del Questionario della Felicità Civica saranno, poi, ulteriormente approfonditi in un “tour” delle Circoscrizioni, dove istituzioni e cittadini avranno l’opportunità di dialogare e confrontarsi a partire dai dati ottenuti e di immaginare traiettorie per promuovere la Felicità Civica.

 

Sul sito felicitacivica.it sono disponibili maggiori informazioni e indicazioni per iscriversi.

 

 

Informazioni

 

L’evento in programma lunedì 20 marzo inizierà alle ore 17.30. In seguito ai saluti istituzionali, alla presentazione dei risultati della ricerca e alle testimonianze dei compilatori del questionario, sarà offerto un aperitivo nel corso del quale poter condividere riflessioni, opinioni e pensieri sulla Felicità Civica a Torino.

 

Per presenziare all’incontro, iscriversi al seguente link Eventbrite: http://bit.ly/3J73T1R.

 

 

 

POLO CULTURALE LOMBROSO16

 

Il Polo Culturale Lombroso16 nasce come luogo di contaminazione di idee, competenze, impegno e professionalità sui temi della letteratura, dell’arte e del design. La collaborazione tra Associazioni culturali del territorio, Biblioteche Civiche e Circoscrizione ha l’ambizione di creare un Polo Culturale che sia di riferimento su questi temi per la Città di Torino.

 

Gli spazi di via Cesare Lombroso 16 vogliono, dunque, essere luoghi utili alla promozione di attività incentrate sulla creatività e sono, inoltre, destinati a ospitare coworking e ad accogliere eventi, workshop e corsi proposti da associazioni, enti, circoli, organizzazioni pubbliche e private e singoli cittadini.

 

Tecnologia o rispetto dei clienti?

Ho sempre sostenuto che la tecnologia possa, anzi debba, facilitare la nostra quotidianità, semplificare alcuni processi, ridurre i tempi e, ove possibile, i costi per migliorare complessivamente la qualità della vita.

Molte app installate sui nostri smartphone ci consentono, con un semplice comando vocale, di sapere che tempo farà, di accendere la stufa o la lavatrice a chilometri di distanza, segnalarci se un intruso sia entrato in casa nostra e molto altro.

Ma che dire dei call center totalmente automatizzati?

Ho spesso necessità di raggiungere il centralino di enti sia pubblici che privati, commerciali e no, ma non di rado ho dovuto aggiustarmi diversamente, magari recandomi in un negozio di quel brand per avere un contatto de visu che mi risolvesse, o almeno ci provasse, il problema.

Quante volte, appena raggiungiamo quel numero, sentiamo “Digitare 1 per X, 2 per Y, 3 per Z”, ma il “digitare X per parlare con un operatore” spesso manca.

Come spiego spesso nelle mie conferenze e come ho avuto modo di scrivere su queste colonne, moltissimi responsabili di azienda badano unicamente al ritorno economico (e spesso non ne sono capaci) anziché alla soddisfazione del cliente, che è la vera mission di un’impresa, assumendosi il rischio di impresa.

Chi ha impostato questi call center ha probabilmente considerato, tra le problematiche più frequenti, quelle sei, sette degne di essere risolte meccanicamente (guasto sulla linea telefonica, blackout, fuga di sostanze) non considerando che è quasi impossibile considerare ogni possibile disservizio all’utenza, che richiederebbe perciò una risposta (ed una soluzione) personalizzata.

Se io, utente, non ottengo una soluzione al mio problema posso essere tentato di cambiare gestore o fornitore o azienda che si occupa della manutenzione o, comunque, operatore economico; al di là del fattore rischio, però, c’è soprattutto la mancanza di rispetto verso i clienti, che sono quelli che permettono all’imprenditore, o agli azionisti, o ai soci, di dividersi gli utili a fine esercizio. Se vengo trattato bene è più probabile che accetti ulteriori servizi proposti da quell’operatore e possa anche accettare piccoli rincari nel costo dei servizi.

E che dire degli elimina coda nei quali puoi scegliere tra alcune voci, una delle quali è “Altro”? Inevitabile che quell’uno o quei due sportelli dedicati all’altro avranno una coda modello processionaria, mentre negli altri sportelli vi saranno una o due persone in coda.

Se, invece, la tecnologia ci viene erogata da un ente pubblico le cose si complicano, perché lo Stato (e gli enti locali) non devono perseguire finalità di lucro ma devono contenere i costi; non si capisce perciò perché investire migliaia (se non milioni di euro) in informatizzazione, con un servizio non soddisfacente, mentre alcune persone passano il tempo guardando il soffitto.

Il top lo raggiungono quei soggetti, pubblici o privati, ai quali invii una mail che, se verrà letta, non sarà mai oggetto di risposta generando nel mittente il dubbio “sarà arrivata a destinazione?”, “sarà stata letta?”, “staranno valutando cosa rispondere?”

Alla base di tutto ciò ci sono sostanzialmente due fattori: in primis la mancanza di rispetto verso gli utenti, chiunque essi siano, che meritano comunque attenzioni e la soluzione dei loro problemi. In secondo luogo, l’adibizione a compiti organizzativi anche complessi di persone inesperte o svogliate: per clientelismo, per motivi politici, per restituire un favore, alcune persone vengono adibite a ruoli per i quali non sono portate, affidando loro responsabilità che se non vengono onorate creano maggiori disagi di quelli che avrebbero dovuto risolvere.

Sergio Motta

A Torino si gioca (gratis) con la scienza

WINS SCIENCE&TECH DAY

Tanti laboratori gratuiti per bambini e ragazzi dai 4 ai 14 anni

Sabato 18 marzo dalle 15 alle 19|Via Traves 28, Torino

Prenotazione al seguente link: https://blog.worldinternationalschool.com/sciencetechday-1

Pilotare un aereo con un vero simulatore di volo, esplorare il corpo umano, scoprire la matematica, la fisica e la logica con i robottini E.DO, imparare giocando con i mattoncini DUPLO®, cimentarsi nella costruzione di una pala eolica funzionante e provare la realtà aumentata. Diventare fotografi per un giorno e scoprire tutte le forme di energia per vivere in un mondo sempre più green.

Sono solo alcuni dei laboratori gratuiti che WINS – World International School of Torino propone sabato 18 marzo in occasione di Wins Science&Tech Day. Un pomeriggio dicato a tutti i bambini e i ragazzi dai 4 ai 14 anni che vogliono divertirsi con la scienza, la matematica, la robotica, la tecnologia e la creatività digitale… Dalle 15 alle 19 il Campus della scuola internazionale di Via Traves 28 si trasformerà in un enorme playground della scienza e della tecnologia all’interno del quale i giovani partecipanti potranno spostarsi liberamente diventando piccoli scienziati per un giorno.

Tante le attività e gli esperimenti condotti dai numerosi partner esperti nel settore e dai docenti WINS che terranno i laboratori in inglese, per unire lingua e scienza in un pomeriggio di divertimento e apprendimento.

Alcuni dei laboratori di WINS SCIENCE & TECH DAY:

BRICKS 4 KIDZ® – ”Mi piace mangiare…bene”
Impara l’importanza di mangiare sano e divertiti con i mattoncini DUPLO®.

AERO CLUB TORINO – “Preparati al decollo!”

Allaccia le cinture e mettiti al comando di un jet con il simulatore di volo che ti farà diventare pilota per un giorno sotto la guida di piloti professionisti.

E.Do – Dimentica i libri per un istante e impara a programmare con i robot e.DO!” con i docenti WINS

Usa i robot e.DO per scoprire i segreti della programmazione e sviluppare la logica induttiva.

YGA ITALY – “La scienza per tutti”
Costruisci una pala eolica, realizza un’auto con sensori di movimento e rendi la tua casa più smart per un futuro più sostenibile.

VENCO Services Srl – “Esplora il mondo della cybersecurity”

Partecipa al laboratorio e scopri di più sulla sicurezza informatica!

LABORATORIO DI FOTOGRAFIA – “Ti svelo qualche trucco per le tue fotografie!”

Impara a padroneggiare al meglio la macchina fotografica grazie ai consigli del fotografo professionista Vincenzo Solano.

EICOM – “Prepara bombe di semi, sale aromatizzato e impara come risparmiare energia con la mascotte Poddy”

Sperimenta, crea e divertiti scoprendo la natura e tutte le forme di energia per un mondo più green.

REKORDATA – “Giochiamo con la realtà aumentata!”

Gioca con un personaggio 3D da te creato e proietta oggetti 3D muovendoti nello spazio circostante.

GRUPPO LARC – “Esplora il corpo umano!” 

Costruisci uno scheletro con tutte le sue ossa e impara a riconoscere gli organi.

WINS SCIENCE LABS: Tantissimi laboratori tenuti dagli insegnanti internazionali di WINS: scopriamo come la temperatura influenza il movimento, come il ghiaccio interagisce con altre sostanze, come scandagliare gli oceani con un sonar, addentriamoci nella fisica, nella chimica e nella biologia…e molto altro!

Wins Science & Tech Day è realizzato in collaborazione con: Aeroclub Torino, BRICKS 4 KIDZ®, E.DoEICOM, Gruppo Larc, Rekordata, Venco Services Srl, Vincenzo Solano Fotografo, YGA ITALY.

L’ingresso è gratuito previa prenotazione al seguente link: https://blog.worldinternationalschool.com/sciencetechday-1

WINS – World International School of Torino

Via Traves 28, Torino

Tel. 011 197 2111

www.worldinternationalschool.com

Il futuro delle Città passa da Torino con la quinta edizione del Cities Forum

Oltre 750 sindaci e delegati provenienti da 160 città d’Europa e di tutto il mondo arriveranno a Torino il 16 e 17 marzo per la quinta edizione del Cities Forum, il più importante evento dedicato alle politiche urbane che la Direzione Generale per la Politica Regionale e Urbana della Commissione Europea organizza a cadenza biennale. Alle Officine Grandi Riparazioni una due giorni di workshop e dibattiti vedrà i rappresentanti di città grandi e piccole confrontarsi sulle politiche europee che riguardano la dimensione urbana, con particolare attenzione per innovazione, transizione ecologica, cambiamento climatico, inclusione sociale.Dopo l’edizione di Porto nel 2020, l’ultima prima della pandemia, erano 19 le città in lizza: la scelta dei commissari europei è ricaduta su Torino, prima città italiana ad ospitare l’evento, che l’ha spuntata su Tallin e Lubiana superando, nel nostro paese, anche Milano e Genova. Merito di una candidatura che ha messo in luce i grandi investimenti in rigenerazione urbana e coesione sociale degli ultimi decenni: gli oltre 70 milioni dei progetti Urban a Mirafiori e Barriera di Milano, i 120 milioni dei fondi Pon Metro-React e i 140 ancora in fase di investimento di Pon Metro-Plus. Delegati e giornalisti stranieri avranno modo di vedere anche da vicino i luoghi delle trasformazioni urbane della città grazie alle sei visite di casi studio che, la mattina del 16 marzo, li porteranno a Cascina Roccafranca, Beeozanam, all’Energy Center al Lingotto, al Serming e all’area Open Incet, alla casa nel Parco e agli orti di Mirafiori, alle Ogr Tech, all’Environment Park, ai Bagni Pubblici di via Agliè e i laboratori di via Baltea.

Dichiara il sindaco Stefano Lo Russo: “La scelta di Torino come città ospite rappresenta un importante riconoscimento per le politiche di rigenerazione urbana e gli investimenti degli ultimi trent’anni ma anche l’occasione per presentare quelli che verranno, grazie ai 654 milioni stanziati dal Pnrr e dal Pnc che si tradurranno in numerosi progetti di riqualificazione in tante aree della città, proseguendo la sua trasformazione da città a vocazione unica manifatturiera a città dalle molte vocazioni a partire da quelle dei saperi, della cultura e dell’innovazione. Sarà inoltre una preziosa occasione di scambio e di confronto con altri primi cittadini e amministratori da altre nazioni, dai quali attingere le migliori pratiche e a cui rivolgo un caloroso benvenuto”.

Il forum vedrà la presenza del vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans e della commissaria per la Coesione e le Riforme Elisa Ferreira e punterà i riflettori sui recenti sviluppi delle politiche e delle iniziative chiave che coinvolgono le città, come l’Agenda Urbana dell’UE, la Missione dell’UE per le cento città climaticamente neutre ed il manifesto del Nuovo Bauhaus europeo, che verrà presentato in anteprima nel corso del panel dal titolo “La bellezza salverà il mondo?”, come modello di sviluppo inclusivo, sostenibile e bello.

Spiega l’assessora alle Politiche per l’ambiente, l’energia e lo sviluppo tecnologico, Chiara Foglietta: “Il New European Bauhaus, o Bauhaus europeo, rappresenta il collegamento tra il Green Deal e le nostre case, gli spazi che abitiamo e viviamo, arricchendoli di una dimensione culturale e creativa. Nei mesi scorsi la Città di Torino ha deciso di dotarsi di una declinazione locale dell’iniziativa europea, coinvolgendo in un percorso di ascolto e co-progettazione più di un centinaio di soggetti. Attraverso tre workshop che si sono svolti da giugno a ottobre 2022, all’interno del Centro di competenza per l’innovazione sociale, che ha sede a Incet, grazie al supporto del Comitato torinese NebTo e della Fondazione Brodolini, e con una successiva fase di condivisione e confronto online, sono stati definiti 6 principi ispiratori in cui la nostra Città si riconosce e che guideranno gli interventi NEB dei prossimi anni. I principi verranno presentati alla Commissione europea durante il Cities Forum, anche nella loro “versione fumetto” grazie all’opera dell’illustratore Cristiano Spadavecchia. Il Manifesto si pone 2 macro-obiettivi: integrare i principi e i valori del New European Bauhaus nelle future politiche urbane della Città di Torino; diffondere e condividere l’iniziativa europea e sensibilizzare il territorio sui principi cardine del NEB, che sono la sostenibilità, l’inclusione e la bellezza.”

Ai partecipanti in arrivo da Barcellona, Lione, Amsterdam, Riga, Tallinn, Praga, Goteborg, Vienna, Budapest, Roma Monaco di Baviera, Toronto, Helsinki e molte altre città si aggiungeranno, il 15 marzo, anche Sindaci e assessori di 39 città del Sud Italia che – come Torino- sono inserite nel Programma Nazionale Metro Plus 2021-2027 per un incontro organizzato dalla Città di Torino in collaborazione con l’Agenzia per la Coesione Territoriale nell’ambito del progetto SEED per la creazione del Centro di Competenza Italiano per l’Innovazione Sociale.

Qui il  programma del Cities Forum 2023