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La prima volta di Belgravia a Cascina Roccafranca

Ci sono 100 posti a INGRESSO LIBERO
SABATO 21 OTTOBRE ORE 10,30.

La prima volta di Belgravia a Cascina Roccafranca Insieme a Fabio Caucino, Luca Zanetti per raccontare Italo Calvino attraverso le sue canzoni realizzate per il CantaCronache conosceremo Calvino a honche attraverso i suoi animali: ragni, lucciole, formiche, avvoltoi e chi più ne ha più ne metta, perchè la storia personale di Calvino, da Cuba a Sanremo, fino a Torino ha radici nella passione per la natura della sua mamma e del suo papà.
ASCOLTEREMO LE SUE PAROLE, GUARDEREMO LE SUE ILLUSTRAZIONI E POI FAREMO TUTTE /I INSIEME UN LIBRO COLLETTIVO CHE RESTERA’ IN CASCINA: ognuno, sul libro collettivo, potrà disegnare o scrivere…grandi e piccini.
Vi aspettiamo in TANTI perchè un esperimento così non si è mai visto!…
TUTTE/I INSIEME per fare innovazione creativa!
INFO E PRENOTAZIONI AL 3475977883 (anche whatsapp)
Belgravia Libreria Via Vicoforte 14/D: L’ APPUNTAMENTO RIENTRA NEL PROGRAMMA DI #CIRCOSCRIZIONIINMOSTRA
UN VIAGGIO TRA I QUARTIERI DI TORINO
iniziativa della Città di Torino realizzata da Fondazione per la Cultura Torino con la partecipazione dei soggetti culturali del territorio, le Circoscrizioni cittadine e la Rete delle case del quartiere,
Un’intera giornata, dalle 10.30 del mattino alle 23.30, dedicata alla scoperta della ricchezza e della varietà di proposte culturali del nostro territorio.
Ingresso libero e gratuito
Scopri tutto il programma su
www.comune.torino.it/eventi/circoscrizioniinmostra/

Testo raccolto da
Enzo Grassano

Arte Esperienziale e Inclusiva alla Palazzina di Caccia di Stupinigi

A ottobre le performance di danza e pratiche artistiche per Feste e laboratori dedicati per le famiglie di Casa Ugi

Con Feste, il Festival di danza contemporanea di comunità e musica e le attività laboratoriali in collaborazione con Ugi, la Palazzina di Caccia di Stupinigi avvia ad ottobre una serie di iniziative per rendere l’arte esperienziale, inclusiva e partecipata.

Nel programma di Feste “Dance Well” (sabato 21), la pratica artistica aperta rivolta a persone con Parkinson e a familiari, artisti, danzatori, studenti, cittadini. “Kairos” (domenica 29), la performance partecipata itinerante dove il pubblico è coinvolto ed invitato a vivere l’esperienza. “Bestiario” (domenica 22 e 29), il percorso di esperienze nato alla Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, poi messo in scena nel Salone d’Onore della Palazzina, da cui si è sviluppata la collaborazione con il Festival. “Iperbosco” (domenica 22), nel parco naturale oltre le mura della Palazzina per riscattare la memoria di caccia del parco e trasformarla in un’esperienza di cura del luogo. “Filo d’Aria” (domenica 29), gesto coreografico di comunità della residenza curata dalla storica danzatrice e coreografa Raffaella Giordano che ha coinvolto un gruppo di comunità di giovani e adulti.

Nell’ottica di museo partecipativo si inserisce anche la collaborazione con Ugi, Unione Genitori Italiani contro il tumore dei bambini. Sotto il nome di “Palazzina UGI” rientrano le attività, tra visite interattive e incontri in Palazzina e a Casa Ugi, dedicate ai bambini e ai genitori e studiate per essere stimolanti e versatili, sia nei linguaggi e sia nella modalità di fruizione. In programma, una volta al mese a partire da ottobre e per tutta la stagione 2023-2024, visite sugli aspetti più divertenti e inediti della corte (gli abiti, le giornate dei principini, la storia degli animali esotici allevati a Stupinigi), laboratori online per chi è impossibilitato a raggiungere la Palazzina, incontri narrativi e laboratori didattici a Casa Ugi, curati dagli operatori dei servizi educativi della Palazzina di Caccia di Stupinigi.

«La pandemia ci ha ricordato – sottolinea Marta Fusi, direttrice della Palazzina di Caccia di Stupinigi – che la visione della bellezza portata dall’arte in tutte le sue espressioni, oltre all’insegnamento culturale, aiuta le persone trasmettendo serenità, positività e una sensazione di distacco, anche solo momentaneo, dalle problematiche della vita. L’arte è terapia. E la Palazzina di Caccia di Stupinigi vuole essere un luogo speciale per l’accessibilità offrendo la possibilità ad ognuno di accedere con le proprie fragilità, fisiche, di età e di lingua, proponendo attività tra loro disomogenee per la maggiore inclusività delle persone, attraverso progetti culturali, visite tematiche, mappe interattive».

 

FESTE

Il Festival è curato da Associazione Didee – arti e comunicazione in collaborazione con Filieradarte aps e Merkurio progetti musicali, e sostenuto da MiC, Regione Piemonte, Città di Torino | TAP e Fondazione CRT.

Nelle sale auliche della Palazzina, sabato 21 ottobre alle ore 10.30, apre ufficialmente il festival con il laboratorio Dance Well, pratica aperta di danza inclusiva con Elena Cavallo, Emanuele Enria, Debora Giordi e Gaia Giovine Proietti a cura di Lavanderia a Vapore e Centro per la Scena Contemporanea di Bassano del Grappa, in collaborazione con Ass. Giovani Parkinsoniani. Si tratta di una pratica rivolta a persone con Parkinson e a tutti: familiari, artisti, danzatori, studenti, cittadini. Un’occasione per praticare la danza e la filosofia in luoghi deputati alla bellezza, dando voce a insolite comunità di ricerca intorno a ‘il tempo vegetale’ e al concetto di cura. Alle ore 12 sulla Scalinata d’Onore, performance Non me lo spiegavo il mondo con Francesca Cola e Giulia Ceolin. La performance lascia allo spettatore la scelta di abbandonarsi alla bellezza visiva o di seguire le tracce di un rito speculare, in una speranza di riconoscimento e rispecchiamento fra esseri viventi e specie.

Domenica 22 ottobre alle ore 15 nel Parco naturale di Stupinigi performance Bestiario | Narrazione per immagini e corpi a cura di Elena Maria Olivero e Serena Fumero (in replica, in forma di vista performativa, domenica 29 ore 10,30). Bestiario è un percorso di esperienze intorno al tema degli animali e del loro ruolo nell’arte e nel nostro immaginario. Segue alle ore 15.30 la performance Iperbosco, pratica immersiva in natura proposta dal Collettivo CIFRA che accoglie diverse personalità creative. La performance si nutrirà delle caratteristiche del parco e creerà un tracciato da percorrere a piedi, con soste per osservare le azioni poetiche disseminate lungo la via.

Sabato 28 ottobre alle ore 15 nello spazio della Scalinata d’Onore presentazione di Rêverie auprès des cygnes, performance di comunità in omaggio a La morte del cigno di Michel Fokine (1905). Ornella Balestra accompagnerà le persone danzanti in un’esperienza di trasmissione e incorporazione di una serie di ‘rêverie’ della celebre coreografia con Anna Pavlova. Segue alle ore 16 performance e concerto Pause/Solaris con un gruppo di professionisti e amatori, accompagnati dalla coreografa Doriana Crema con musiche dal vivo di Giorgio Li Calzi e Manuel Zigante. I due musicisti, apparentemente distanti, convergono in un astratto e materico territorio comune, entrando in risonanza con il Salone d’Onore e i performer.

Domenica 29 ottobre alle ore 10.30 performance itinerante dalla Sala del Cervo al Salone d’Onore della Palazzina di Caccia con Bestiario | Narrazione per immagini e corpi a cura di Elena Maria Olivero e Serena Fumero. Alle ore 12 nella Galleria di Ponente si potrà assistere alla conferenza performativa Paesaggi interrotti con Ornella D’Agostino, il paesaggista Luigi Usai e il coinvolgimento degli artisti dell’Accademia del Tempo e di Stazione di Transito (Carovana SMI, Cagliari). Una narrazione per immagini, mappe transdisciplinari per accrescere la consapevolezza dei processi di strutturazione naturale e antropica del paesaggio come principi fondamentali dell’educazione civica. In occasione di FESTE, Carovana SMI lancia il suo percorso aperto alla cittadinanza nel quartiere Le Vallette di Torino, con esito performativo nel Festival Differenti Sensazioni 2023 di Stalker Teatro. Sempre domenica pomeriggio, alle ore 14 nella Galleria di Ponente si svolge laboratorio aperto di percussioni e movimento condotto da Elena Pisu e Marco Giovinazzo di Tamtando (partecipazione gratuita su prenotazione), in preparazione a Kairos, performance partecipata e aperta a una comunità di amatori e musicisti, che si terrà alle ore 16 sulla Scalinata d’Onore. Alle ore 15 nel Salone d’Onore il festival propone Filo d’Aria, restituzione performativa della residenza curata dalla storica danzatrice e coreografa Raffaella Giordano che ha coinvolto un gruppo di comunità di giovani e adulti.

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

Piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)

Le attività di Feste sono comprese nel biglietto di accesso alla Palazzina

Biglietti: intero 12 euro; ridotto 8 euro

Gratuito: minori di 6 anni, possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Royal Card

Per l’accesso a tutte le performance e ai laboratori è richiesta la prenotazione: 388 4229129 didee.promozione@gmail.com

Giorni e orario di apertura della Palazzina: da martedì a venerdì 10-17,30 (ultimo ingresso ore 17); sabato, domenica e festivi 10-18,30 (ultimo ingresso ore 18)

www.ordinemauriziano.it

I commercialisti nell’era dell’intelligenza artificiale

Nel contesto del Congresso Nazionale dei Dottori Commercialisti che si tiene a Torino dal 18 al 20 ottobre, si è svolta una discussione avvincente e pionieristica sulla crescente interazione tra il mondo professionale dei commercialisti e l’intelligenza artificiale. I dottori commercialisti italiani hanno preso l’iniziativa sfidando l’IA, in particolare dialogando con l’assistente virtuale ChatGPT, per redigere un documento cruciale intitolato “Il Lavoro del Commercialista nell’Era dell’Intelligenza Artificiale: Scenari, Opportunità e Rischi.” Questo documento, in fase di presentazione domani, getta luce sui profondi cambiamenti e le nuove sfide che l’intelligenza artificiale porta nel settore della consulenza fiscale e contabile.

L’idea è partita dall’Università di Torino, rappresentata in seno ai gruppi di lavoro AI e professione del consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili dai professori Paolo Biancone (nella foto) e Silvana Secinaro, anche rispettivamente Vice Presidente e Presidente dell’associazione di accademici ed esperti Tecnologie per l’accounting e l’accountability.

L’utilizzo dell’IA nella professione del commercialista è un tema che ha guadagnato sempre più rilevanza negli ultimi anni. La crescente automazione dei processi contabili e fiscali, insieme all’avvento di strumenti avanzati di analisi dei dati, ha reso chiaro che i dottori commercialisti devono adattarsi a questa nuova realtà.

La sfida di dialogare con ChatGPT per la redazione del documento rappresenta un passo audace verso la comprensione dei potenziali benefici e delle sfide dell’integrazione dell’IA nella consulenza commerciale. Il documento sarà presentato al Congresso Nazionale dei Dottori Commercialisti domani, e rappresenta un contributo significativo alla comprensione dei cambiamenti in atto nella professione. Esso segna anche un punto di partenza per ulteriori discussioni e ricerche sulle sfide e le opportunità che l’intelligenza artificiale porta nel mondo della consulenza contabile.

Questo stimolante dialogo con l’IA ha messo in evidenza l’importanza di una formazione continua e dell’adattamento costante alle nuove tecnologie. Atteggiamento che l’Università di Torino promuove con corsi mirati a questo cambio di mentalità tra i futuri professionisti e manager, in particolare con il corso Tecnologie per l’Accounting  e l’Accountabilty, erogato come scelta libera dal Dipartimento di Management, percorso magistrale Amministrazione e Controllo Aziendale, ma fruibile a scelta da tutti gli studenti di Unito interessati.

In un mondo in costante evoluzione, i dottori commercialisti italiani dimostrano di essere pronti ad affrontare il futuro con apertura e determinazione, abbracciando l’intelligenza artificiale come una risorsa preziosa e affrontando le sfide con coraggio e determinazione.

“La zuppa della Bontà” di Progetto Arca in piazza per scaldare l’inverno dei senza dimora

Torino, venerdì 27 e sabato 28 ottobre 2023

“È buona per te e scalda l’inverno dei senza dimora”: con questo slogan scendono anche quest’anno in piazza i volontari di Progetto Arca per l’appuntamento annuale con la zuppa della Bontà, la due giorni dedicata a sensibilizzare i cittadini sulle persone senza dimora e raccogliere donazioni attraverso la distribuzione di confezioni di zuppa da cucinare a casa, grazie alle quali la fondazione potrà distribuire in strada pasti caldi durante l’inverno.

Venerdì 27 e sabato 28 ottobre i volontari di Progetto Arca sono presenti dalle ore 10 alle 18 in diversi punti di sette città: Milano, Torino, Padova, Roma, Napoli, Bari, Ragusa (sul sito progettoarca.org è presente l’elenco degli indirizzi).

A Torino, venerdì 27 i volontari saranno in via Roma 315, mentre sabato 28 in via Po e piazza Bodoni.

 

“Quest’anno abbiamo scelto di essere presenti in queste città che sono molto importanti per le nostre attività dedicate alle persone senza dimora e indigenti. Qui infatti siamo presenti con le nostre Cucine mobili e i Market solidali, servizi strutturati che hanno un unico obiettivo: offrire un corretto sostegno alimentare a chi è in difficoltà” spiega Alberto Sinigallia, presidente di Progetto ArcaGrazie a tutti i volontari e alle associazioni partner nelle varie città che rendono possibile non solo l’evento ma anche l’attività di ogni giorno dedicata ai più fragili”.

I volontari propongono la zuppa della Bontà in 3 versioni, tutte bio (zuppa della salute, zuppa della tradizione, zuppa di farro e lenticchie), realizzate in collaborazione con la cooperativa di commercio equo e solidale Chico Mendes Altromercato. Le zuppe contengono prodotti biologici (ceci, farro, lenticchie e orzo) e sulla confezione riportano le modalità di preparazione. Per ogni confezione è richiesta una donazione minima di 5 euro.

Ideata nel 2015, la “zuppa” è stata scelta come alimento da consegnare ai cittadini per il suo forte valore della tradizione e per il suo apporto nutrizionale.

A Milano e Roma sono presenti i volontari di Progetto Arca. Nelle altre città, sono affiancati dalle associazioni partner sul territorio: Cooperativa Animazione Valdocco a TorinoCooperativa sociale Cosep a PadovaAngeli di Strada Villanova a NapoliInConTra a BariCaritas Diocesana a Ragusa.

Partner dell’evento è H&M Italia, i cui dipendenti saranno presenti nelle varie piazze venerdì 27 ottobre a fianco dei volontari per distribuire le zuppe e sostenere così la mission di Progetto Arca. L’iniziativa si inserisce all’interno di una partnership più ampia, attiva con il brand svedese dal 2021. Ad oggi i progetti in essere includono la donazione di indumenti ed accessori ad Impresa Sociale Mirasole e il contributo alla realizzazione di due guardaroba sociali nella città di Milano.

 

 

Qualcuno salvi la punteggiatura!

La difficile e faticosa vita delle virgoledei punti e la quasi estinzione dei punti e virgola

 

Come la maltrattiamo questa punteggiatura, la sviliamo e la sottovalutiamo prediligendo quasi esclusivamente l’ uso dei punti esclamativi, numerosi ed  invadenti, come se uno solo non bastasse a capire che siamo sorpresi, felici, increduli, e dei punti interrogativi che si mettono in fila sfacciati nelle nostre conversazioni digitali, anche lì, come se inserire l’unico previstoper convenzione, alla fine di una qualsivoglia domanda, non fosse sufficiente a dare il senso del dubbio o del rebus.

Se aggiungiamo a questa folla indesiderata di interpunzioni gli attualissimi emoticon, utilizzati nel bel mezzo di ciascuna locuzione per comunicare ogni tipo di sentimento, oggetto, cibo, animale o valutazione, talvolta col rischio di seri fraintendimenti, abbiamo una autentica giungla della scrittura la cui eccessiva semplificazione, dovuta essenzialmente al fattore velocità, prendeil posto di una corretta e composta redazione di pensieri e parole.

Non si vuole screditare totalmente i nuovi metodi di comunicazione scritta, spesso utili alle nostre vite frenetiche fatte di tempi ridotti, ma non possiamo assassinare la nostra bella lingua fatta anche di pause, di incisi e di sobrietà; questa vocazione geroglifica odierna che privilegia la rappresentazione istantanea, a scapito della scrittura tradizionale, deve essere perlomeno oggetto di riflessione.

Al contrario del punto e della virgola che, fortunatamente, rientrano ancora nella categoria delle specie protette della comunicazione scritta, l’agonizzante e sfortunato punto e virgola, utilizzato per la prima volta nel 1500 da Aldo Manuzio, stampatore veneziano, che è, o dovrebbe essere,  “uno stacco intermedio tra due preposizioni di un periodo: più forte della semplice virgola e meno forte del punto” (Treccani); indicato quindi  per dividere  due  frasi coordinate tra loro in caso di periodi lunghi e, inoltre, utilizzato anche negli elenchi e nelle enumerazioni, è praticamente ignorato. Il suo utilizzo riveste una funzione importante sia per lo scrittore che per il lettore: chi compone il testo è in grado di organizzare i periodi in maniera più ordinata e disciplinata e chi legge può evitare una seccante sospensione del respiro.

Esclamazioni interrogative, abuso di simboli tuttofare, abbreviazioni mortificanti di parole stanno umiliando dunque la nostra lingua, splendida e armoniosa, che Thomas Mann definiva la “lingua degli angeli”, “un idioma celeste”. E’ importante a questo punto rivalutare le regole, normalizzare nuovamente la scrittura evitando così che una forma di comunicazione così importante, di arte meravigliosa e determinante mezzo di trasmissione del sapere diventi unicamente uno schieramento di segni grafici.

 

Qualche tempo fa sul web girava una frase che dimostrava come,a seconda dell’utilizzo o meno della punteggiatura , il significato venisse stravolto completamente: “Vado a mangiare, nonna”  o “Vado a mangiare nonna”, tutto ciò a testimonianza che una virgola può salvare la vita, la vita della scrittura.

 

Maria La Barbera

Casa, la Regione Piemonte sostiene i genitori separati o divorziati

Approvato un finanziamento di più di 2milioni e mezzo di euro per sostenere locazioni e mutui a chi è separato e si trova a grave rischio di indigenza. I contributi verranno gestiti dai Comuni attraverso appositi sportelli che valuteranno l’Isee dei richiedenti. Cirio e Caucino: «Tutelare i diritti evitando o limitando l’emergere delle nuove povertà».
Uno dei problemi più importanti, se non il più grave, per i genitori separati, è quello sostenimento dei costi per la propria abitazione, che sia essa in affitto o soggetta al pagamento di un mutuo. Proprio per sostenere queste persone – spesso in grave difficoltà, in quanto devono provvedere al pagamento di più abitazioni, essendo appunto separate –  la Regione ha deciso di sostenere gli affitti e i mutui per i genitori separati o divorziati in situazione di grave difficoltà.
La decisione è stata confermata dalla giunta regionale che, su proposta dell’assessore regionale alle Politiche per la Casa, Chiara Caucino, ha deciso di assegnare ai Comuni interessati le risorse regionali pari a 2.590.000 euro complessivi per il 2023 e di confermare il sostegno per i mutuatari, in linea con le «Disposizioni in materia di sostegno ai mutui destinati alla prima casa», che prevede che i contributi stanziati dalla Regione per la misura «Agenzie Sociali per la Locazione» siano anche destinati a contenere il disagio sociale connesso ai problemi abitativi e di concorrere a mantenere la proprietà della prima casa di abitazione, mediante la concessione di contributi a favore dei mutuatari in difficoltà nel pagamento delle rate del mutuo per sopravvenute e temporanee situazioni che incidono negativamente sulla situazione economica del nucleo familiare.
Le «Agenzie Sociali per la Locazione» sono sportelli comunali a cui è affidato il compito di promuovere, attraverso un sistema di incentivi, la sottoscrizione di contratti di locazione a canone concordato mettendo in contatto i proprietari degli alloggi con famiglie in condizioni di svantaggio economico e sociale, destinando a tale misura risorse proprie del bilancio regionale: i Comuni che nel 2023 hanno manifestato il loro interesse ad aderire a queste misure erogabili sono 51.
L e risorse regionali disponibili saranno ripartite tra i Comuni interessati prevedendo l’accesso dei beneficiari attraverso domande a sportello da presentare al Comune di riferimento, stabilendo quale criterio ragionevole per determinarne l’entità del contributo da riconoscere l’ISEE ed la durata del contratto di locazione dell’interessato.
L’adozione di tutti gli atti necessari all’attuazione del presente provvedimento è stato demandato al Settore Politiche di Welfare abitativo della Direzione regionale Welfare.
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«Si tratta di un contributo molto importante – spiegano il Presidente della Regione, Alberto Cirio e  l’assessore regionale alle Politiche per la Casa, Chiara Caucino – in quanto un genitore separato o divorziato, a meno che non disponga di entrate cospicue o di importanti risorse proprie, è da considerarsi a tutti gli effetti un soggetto fragile in quanto deve far fronte, praticamente, a un incremento spesso non sostenibile delle spese, in particolare per quanto riguarda quelle abitative. Con questa misura, che vede l’adesione di 51 Comuni, offriamo contributi importanti alle persone in difficoltà. Un sostegno fondamentale, che tutela i diritti delle persone e che, allo stesso tempo, evita o limita il formarsi di nuove drammatiche povertà».

Diversamente uguali

Martedì 17 ottobre ore 19.30
Cinema Ambrosio, c.so Vittorio Emanuele II 52, Torino

Nessuna distinzione può avere un peso quando si tratta di garantire i diritti di un essere umano, si tratti della sua nazionalità o del colore della pelle, del genere o dell’orientamento sessuale, del credo religioso così come di ogni altra circostanza. È quello che stabilisce il principio di non discriminazione, uno dei pilastri fondamentali della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani approvata dalle Nazioni Unite nel 1948.
Ma un mondo privo di pregiudizi è possibile? Quale ruolo può giocare il cinema nel superamento (o nel rafforzamento) delle discriminazioni?
Ne parleremo con Domizia De Rosa, presidente di Women in Film, Television & Media Italia, la regista Alessia Alciati, Giampiero Leo, vicepresidente del Comitato Regionale per i Diritti Umani e Civili, Eleonora Giovanardi, co-fondatrice di Amleta, e Fabia Fleri, producer.
Nel corso dell’incontro sarà proiettato il cortometraggio Different Century, Same Shit (Italia, 2020, 14’) di Alessia Alciati.
L’incontro è patrocinato dal Comitato Regionale per i Diritti Umani e Civili.

Intervengono
Giampiero Leo, Comitato Regionale per i Diritti Umani e Civili Domizia De Rosa, Women in Film, Television & Media Italia Eleonora Giovanardi, Amleta
Fabia Fleri, producer
Alessia Alciati, regista

“Woman & The City”: prospettiva di genere e città a misura di tutti i cittadini

Si è conclusa ieri, a Torino, la prima edizione del Festival “Woman & The City”: uno spazio comune dove riflettere sulla prospettiva di genere e ripensare le città a misura di tutti i cittadini. Lavorare sulla creazione di una città equa, significa mettere in risalto il valore dell’inclusività. Quattro giornate di incontri, comprensive di workshop, promosse dall’associazione “Torino città per le donne” che vede come co-fondatrice e attuale presidentessa l’ex assessora Antonella Parigi. Durante l’incontro di venerdì, sulla mobilità, è intervenuta la Mary Dellenbaugh-Losse, esperta di urbanistica ed inclusione sociale e a capo di un progetto europeo che vede la partecipazione di otto città europee, tra le quali Torino: un progetto che supporta le autorità locali a promuovere politiche sull’uguaglianza di genere. Ad occuparsi di questo, nel territorio torinese, vi è l’assessore ai Diritti e alle Pari opportunità, Jacopo Rosatelli. Perché Torino, oggi, non è una città a misura di donna? Alcune delle riflessioni emerse sono state le seguenti: immaginiamo una mamma che passeggia per la città con un bimbo di soli due anni, quella mamma saprà a memoria ogni singolo angolo o spazio ostico del quartiere nel quale si muove. Nella sua mente, tutto sarà organizzato per evitare di incorrere in situazioni di pericolo. Ora, pensiamo ad una ragazza universitaria che esce la sera con le amiche e torna a casa sul tardi, senza la possibilità che vi siano mezzi di trasporto adeguati e che, di conseguenza, deve organizzarsi diversamente con gli orari e con gli amici per evitare di incorrere in una qualche situazione pericolosa. Proviamo a pensare, a quante volte, si dice ad una ragazza o ad una donna: “Avvisami quando sei arrivata a casa” e come già questa frase, di per sé, sottenda un potenziale pericolo esistente nelle nostre vite. Un pericolo, però, che vivono principalmente le donne perché, quando sono io a dire ad un amico “Avvisami anche tu quando arrivi a casa”, generalmente mi guarda sorridendo, con aria molto spensierata. Secondo la Mary Dellenbaugh-Losse, stiamo addirittura assistendo ad una retrocessione, a livello europeo, in merito al processo di sensibilizzazione su queste tematiche: “Spesso constatiamo che ci muoviamo anche all’indietro, c’è stata una retrocessione negli ultimi anni” conferma l’esperta. Molto importante l’intervento dell’assessore ai Diritti e alle Pari opportunità Jacopo Rosatelli: “L’uguaglianza di genere non è un gioco a somma zero; non significa fare stare meglio le donne e peggio gli uomini anzi, significa stare meglio entrambi. Il gioco è un gioco a somma positiva, ne escono meglio tuttə, anche gli uomini”. È stato dimostrato, infatti, che i padri di famiglia che si occupano anche dei figli, sono più felici perché escono dal ruolo patriarcale dell’uomo designato solo a fare carriera e tutto questo è proprio frutto delle politiche sull’uguaglianza di genere e sulle pari opportunità. Siamo orgogliosi che la nostra città, insieme ad altri 7 comuni d’Europa, abbia vinto il bando per prendere parte a questo progetto europeo e ci auguriamo che la trasformazione del territorio e la sensibilizzazione verso i cittadini possano continuare a crescere, per costruire insieme un futuro migliore per tutti.
Dott.ssa Irene Cane, Psicologa e Attivista

Il futuro delle città. Alla Nuvola Lavazza l’utopia è realizzabile

Si è chiusa Utopian hours, la settima edizione del festival che riflette sul futuro delle nostre città.

Con oltre 4000 presenze si conclude la manifestazione che cerca di riprogettare la realtà che ci circonda.

Ieri tra i vari talk, Gabriele Vacis ha letto un estratto di “Città invisibili” di Italo Calvino in occasione del centenario della nascita dello scrittore.

E i torinesi sono accorsi per vivere una tre giorni fatta di talk, concerti, mostre e proiezioni cinematografiche.

Entusiasta il patron della kermesse Luca Ballarini che ci ha detto:
“Oltre ai numeri, anche per il feedback avuto da pubblico, media, ospiti e addetti ai lavori possiamo dire che quella di quest’anno è stata la migliore edizione di sempre. Il pubblico apprezza gli input provenienti da tutto il mondo. Utopian hours è un evento che nutre la mente.

Quest’anno abbiamo rinnovato format e oltre a talk, mostre e fiera abbiamo aggiunto eventi musicali e cinematografici. Noi vogliamo creare un festival multisensoriale che coinvolga tutte le arti.”

E allora non ci resta che darvi appuntamento al prossimo anno.

Lori Barozzino

Aiutati che il ciel ti aiuta

Quante volte ci siamo sentiti dire questa frase? Se non ti aiuti tu per primo, qualsiasi aiuto cadrà vano.

Lo vedo quotidianamente, nella mia attività di coaching, quando le persone ti contattano o ti vengono segnalate ma fin dalle prime battute risulta chiaro che non hanno alcuna attenzione di uscire dalla loro zona di confort, per piccola e scomoda che possa essere, perché è comunque una zona che conoscono mentre un cambiamento è sempre un’incognita.

L’approssimarsi della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, il 25 novembre, ripropone proprio il problema di aiutare efficacemente quante ne abbiano bisogno.

Il c.d. “codice rosso”, cioè quell’insieme di norme promulgate per aiutare le vittime di violenza ha sicuramente semplificato le cose, consentendo non soltanto di avere il patrocinio gratuito indipendentemente da altre condizioni (reddito), ma anche e soprattutto di poter agire d’ufficio, cioè senza querela della parte lesa;  questo comporta che il “carnefice” non sarà punito dalla vittima, ma dallo Stato che con altri mezzi è venuto a conoscenza del reato da lui (o lei) commesso: basta infatti una segnalazione alle Forze dell’ordine da parte di un vicino, o dei colleghi, o di qualsiasi ne abbia conoscenza per attivare la macchina della giustizia.

Si va da un ammonimento del Questore all’allontanamento, fino all’arresto. Da notare che i minori che assistono alle violenze vengono dalla legge considerati vittime anch’esse e, nel caso siano figli, per l’aggressore questo comporta l’aggravante del rapporto di parentela.

Vi è ancora, tuttavia, una forte resistenza da parte delle vittime a parlarne con chi sta loro vicino, perché il meccanismo mediante il quale il carnefice fa leva sulle vittime è quello di una vera e propria sottomissione psicologica: la vittima comincia a sentirsi colpevole, inadeguata ad un uomo così capace, che lavora tutto il giorno mentre lei una sera si è attardata al telefono anzichécucinare, non sa fare l’amore, è invecchiata e altre accuse aberranti. E’ comprensibile perciò che anche le percosse, le privazioni vengano viste dalla vittima come una reazione legittima ai suoi errori, da parte di un uomo che le ama e che proprio per questo vorrebbe che lei non sbagliasse.

Di fronte ad un quadro simile, non vigendo più la pena di morte per individui simili, occorre fare in modo che non soltanto il carnefice venga allontanato dalla vittima nel minor tempo possibile ma anche, e soprattutto, venga assicurato alla vittima il necessario supporto psicologico, medico, economico per ridurre i danni che, spesso, si protrarranno per anni.

Il problema, dicevo all’inizio, è che molte di queste donne non si rendono conto di non poter risolvere da sole il problema nella sua globalità, per carattere, per ignoranza, per vergogna e cercano di procrastinare la soluzione.

Proprio qualche giorno fa una signora, inviatami da amici comuni, mi disse che era vittima del figlio, paziente psichiatrico dipendente da sostanze, e che il problema, lei lo sapeva, si sarebbe risolto con l’uscita di casa (leggasi TSO o arresto) del figlio. E’evidente che la signora non si renda conto né della gravità del problema (se il figlio, chiedendole i soldi per la dose, esagera e la colpisce provocandone la morte?) né la sua resistenza perché tutti noi abbiamo un limite oltre al quale si perdono la voglia e la capacità di reagire.

Dopo averle sentito dire che era andata dalla psicologa ma dopo la seduta (ripeto: una seduta) la psicologa non aveva capito nulla, cominciai a pensare che il problema fosse più grave del previsto.

Le suggerii un percorso di coaching fissando percorsi e scadenze precisi, avvalendomi anche della fotografia terapeutica che pratico ormai da anni ma mi disse che la fotografia per ora non la riteneva necessaria; in altre parole, pretese di decidere lei come essere curata: le dissi che preferivo non averla come cliente.

Questo, purtroppo, non è un caso isolato e dipende non soltanto dalla situazione in cui ci si trova ma anche, e soprattutto, dalla cultura, dal carattere e dall’intelligenza dei soggetti; se così tante persone si rivolgono ogni anno ai maghi perché tolgano loro il malocchio o creino filtri di magia bianca, rossa e nera un motivo ci sarà e non è certo l’efficacia di queste tecniche.

Sergio Motta