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Intelligenza artificiale, rischi e vantaggi

Se ne discute martedì 14 novembre in piazza dei Mestieri alla presenza di  Carlo Giacometto e Claudia Porchietto

Obiettivo Piemonte presenta il libro dal titolo “INTELLIGENZA ARTIFICIALE E NOI? UNA SFIDA ALLA NOSTRA UMANITÀ”. La sede di presentazione sarà Piazza dei Mestieri,  in via Jacopo Duranti nella Sala Polifunzionale, martedì 14 novembre alle ore 18.30.

Parteciperanno Carlo Giacometto, presidente di Obiettivo Piemonte, Claudia Porchietto, presidente diSmartCommunitiesTech, Antonio Palmieri, Fondatore e presidente Fondazione Pensiero Solido. Moderatrice la giornalista Cinzia Gatti.

Si tratta di una raccolta di venticinque contributi chiari e comprensibili a tutti, testi brevi, che focalizzano i punti chiave del rapporto tra l’uomo e l’intelligenza artificiale. Pensatori laici e religiosi, accademici,  ricercatori, esponenti  delle grandi aziende tecnologiche, ricercatori sociali,  tecnologi, imprenditori, professionisti e manager si sono confrontati su questo tema rispondendo a domande quali il modo in cui possiamo orientarci tra scenari apocalittici e concezioni salvifiche della tecnologia. Ci si è  interrogati anche sul modo di capire potenzialità e rischi dell’intelligenza artificiale.

Mara Martellotta

Con Don Gallo (e De André), osando la speranza

Sono passati dieci anni da quando il cuore generoso di Don Gallo ha cessato di battere. Don Andrea, partigiano e “prete di strada” si spense nel suo letto della Comunità genovese da lui fondata a San Benedetto al Porto, assistito dai suoi ragazzi.

Il suo ricordo fa affiorare le memorie degli incontri con il Don, gli insegnamenti della sua straordinaria umanità. Don Andrea Gallo, angelicamente anarchico, ha sempre lottato dalla parte giusta: quella degli sconfitti, dei respinti e dei disperati, di chi non ha voce e potere ed è stato relegato ai margini di una società sempre più spietata e genuflessa davanti alle logiche delle banche e dell’economia. Dalla comunità di San Benedetto al Porto Don Gallo guardava il mondo, coinvolgeva tutti e non escludeva mai nessuno. Sapeva dare forza e speranza. “Bisogna sempre osare la speranza”, ripeteva spesso, e spronava a non smettere mai di “sperare l’impossibile”, di inseguire l’utopia. Citava l’uruguaiano Eduardo Galeano (il giornalista che scrisse un libro meraviglioso, Le vene aperte dell’America Latina) dicendo: “L’utopia sta all’orizzonte, mi avvicino di due passi, lei si allontana dieci passi più in là. Per quanto io cammini, non la raggiungo mai. Quindi, a che serve l’utopia? Serve a questo: a camminare”. E in fondo questo era lo spirito del Don. Mettersi in cammino e non rassegnarsi, attraversare il nostro tempo adoperandoci, nonostante tutto, per costruire un altro mondo possibile, più libero e più solidale. Lui camminava con il Vangelo in una mano e la Costituzione repubblicana nell’altra. Come il suo grande amico Fabrizio De André, trasmetteva con passione e concretezza la sua umanissima e libertaria buona novella. Erano entrambi mossi dall’amore per gli ultimi, i reietti. Negli anni del liceo Fabrizio era l’alunno del cugino di Don Gallo, Giacomino Piana, che insegnava religione mentre il Don era viceparroco nella chiesa della Madonna del Carmine, a poche decine di metri dalla famosa Via del Campo. Il 14 gennaio del 1999, tre giorni dopo la morte di De André, Don Gallo scrisse una lettera aperta all’amico di sempre che vale la pena leggere per intero: “ Caro Faber,da tanti anni canto con te, per dare voce agli ultimi, ai vinti, ai fragili, ai perdenti. Canto con te e con tanti ragazzi in Comunità. Quanti «Geordie» o «Michè», «Marinella» o «Bocca di Rosa» vivono accanto a me, nella mia città di mare che è anche la tua. Anch’io ogni giorno, come prete, «verso il vino e spezzo il pane per chi ha sete e fame». Tu, Faber, mi hai insegnato a distribuirlo, non solo tra le mura del Tempio, ma per le strade, nei vicoli più oscuri, nell’esclusione. E ho scoperto con te, camminando in via del Campo, che «dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior». La tua morte ci ha migliorati, Faber, come sa fare l’intelligenza. Abbiamo riscoperto tutta la tua «antologia dell’amore», una profonda inquietudine dello spirito che coincide con l’aspirazione alla libertà. E soprattutto, il tuo ricordo, le tue canzoni, ci stimolano ad andare avanti. Caro Faber, tu non ci sei più ma restano gli emarginati, i pregiudizi, i diversi, restano l’ignoranza, l’arroganza, il potere, l’indifferenza. La Comunità di san Benedetto ha aperto una porta in città. Nel 1971, mentre ascoltavamo il tuo album, Tutti morimmo a stento, in Comunità bussavano tanti personaggi derelitti e abbandonati: impiccati, migranti, tossicomani, suicidi, adolescenti traviate, bimbi impazziti per l’esplosione atomica. Il tuo album ci lasciò una traccia indelebile. In quel tuo racconto crudo e dolente (che era ed è la nostra vita quotidiana) abbiamo intravisto una tenue parola di speranza, perché, come dicevi nella canzone, alla solitudine può seguire l’amore, come a ogni inverno segue la primavera [«Ma tu che vai, ma tu rimani / anche la neve morirà domani / l’amore ancora ci passerà vicino / nella stagione del biancospino», da L’amore, ndr]. È vero, Faber, di loro, degli esclusi, dei loro «occhi troppo belli», la mia Comunità si sente parte. Loro sanno essere i nostri occhi belli. Caro Faber, grazie! Ti abbiamo lasciato cantando Storia di un impiegato, Canzone di Maggio. Ci sembrano troppo attuali. Ti sentiamo oggi così vicino, così stretto a noi. Grazie. E se credete ora che tutto sia come prima perché avete votato ancora la sicurezza, la disciplina, convinti di allontanare la paura di cambiare verremo ancora alle vostre porte e grideremo ancora più forte per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti. Caro Faber, parli all’uomo, amando l’uomo. Stringi la mano al cuore e svegli il dubbio che Dio esista. Grazie. Le ragazze e i ragazzi con don Andrea Gallo, prete da marciapiede”. Rileggendola ora, cinque lustri dopo, mantiene intatta l’attualità e la carica di denuncia morale. E a noi, cosa resta? Non ci resta altro da fare che continuare a camminare, ognuno per come sa e per come può, in direzione ostinata e contraria. Don Andrea Gallo ha costruito ponti nella chiarezza dei fondamenti della Costituzione italiana che ha sempre difeso con passione, e nella linearità ideale del  Vangelo che ha vissuto come vita donata e ricevuta senza avere in cambio nulla. Nei miei ricordi di famiglia, grazie al nonno, si rammentava la storia di un italiano caduto sul finire degli anni trenta in difesa della Repubblica spagnola sull’Ebro. L’epigrafe sulla sua tomba, nella sua essenziale semplicità e dignità, diceva tutto di lui: “Aquì esta un hombre”. Qui c’è un uomo. Anche per Don Gallo varrebbero le stesse parole, ascoltando la sua voce che invitava a costruire un futuro, a proseguire il cammino, senza scordare che “chi sceglie un’ideologia può anche sbagliare; chi sceglie i poveracci, i senza voce, i fragili, non sbaglia mai”.

Marco Travaglini

A CioccolaTò Francesco La Rocca presenta “Le Perifantaferìe” con Petunia Ollister

LE PERIFERIE DI TORINO RACCONTATE… DOLCEMENTE!

Venerdì 27 ottobre, ore 20. Casa CioccolaTò, piazza San Carlo

Cartella stampa completa scaricabile QUI

Le storie di Mirafiori, Lingotto, Barriera e Vanchiglia si ispirano a dicerie misteriose, leggende metropolitane, finti documenti storici; parlano di luoghi che potrebbero esistere, ma anche no…

Le periferie di Torino arrivano nel cuore della città, in piazza San Carlo, per l’appuntamento Dolci Letture, il format letterario di CioccolaTò, la grande kermesse dedicata al cioccolato in programma dal 27 ottobre al 5 novembre. A raccontarle in modo audace e creativo, venerdì 27 ottobre alle ore 20 a Casa Cioccolatò, è il giovane autore torinese Francesco La Rocca con il suo Le Perifantaferìe, un esperimento letterario che risponde al bisogno delle periferie di essere raccontate fuori dalla cronaca. Un viaggio che conduce il lettore in un gioco fantastico alla riscoperta della bellezza sorprendente che si nasconde in tutti i luoghi vissuti e amati, in qualsiasi città del mondo.

Ad accompagnare l’autore nella presentazione di queste cronache dell’assurdo in forma narrativa c’è la bookblogger Stefania Soma, conosciuta sul web come Petunia Ollister (nella foto).

L’appuntamento di Dolci Letture con Francesco La Rocca è ad ingresso libero fino ad esaurimento posti.

www.cioccola-to.events

In aiuto alle nuove povertà a Torino c’è l’associazione CONTACT

Secondo i dati ISTAT l’incidenza di povertà relativa si attesta al 10,9% della popolazione, stabile rispetto all’11% del 2021 e le famiglie sotto la soglia di povertà sono 2,8 milioni.

Nel 2022 erano in condizioni di povertà assoluta 2,18 milioni di famiglie, che costituivano l’8.2 % del totale partendo dal 7,7 % nel 2021, e oltre 5,6 milioni di individui, con una crescita del 9,7%.

Sempre secondo i dati Istat la percentuale di famiglie che si trovano in uno stato di povertà nel Mezzogiorno è pari al 10,7%; 1,27 milioni i poveri in povertà assoluta, 14,7% la percentuale delle famiglie con una persona di riferimento operaio o assimilato in povertà assoluta.

Esistono, però, nella nostra città, Torino, associazioni come Contact, nata nel 2008, che, grazie alla dedizione e alla esperienza dei suoi volontari, è sempre più attiva nel contrasto alla povertà, al disagio e a quell’esclusione sociale presente a Torino, in particolare nei quartieri delle Vallette e di Borgo San Paolo.

Nel corso degli anni Contact è riuscita ad adoperarsi per contrastare la nuova povertà, quella cosiddetta grigia, spesso formata da impiegati che hanno perso il posto di lavoro, dai padri separati, e il disagio giovanile.

Il contributo di Contact in un contesto in cui la povertà in aumento è davvero prezioso, ma non si ferma qui, perché l’associazione ha assicurato il suo aiuto a disabili motori e intellettivamente lievi, mettendo in campo diversi progetti volti all’aiuto nei confronti degli anziani che versano in difficoltà economiche o hanno problemi di salute.

Oggi diventa più che mai prezioso lo sportello che aiuta le persone in difficoltà, dando loro una grossa mano per accedere ai servizi sociali e sanitari, espletare pratiche burocratiche, fiscali, tributaristiche, previdenziali e per orientare sul tema del lavoro.

L’associazione Contact non soltanto, quindi, si adopera per dare informazioni sul tema del riconoscimento dell’invalidità civile e sulle tematiche di edilizia residenziale, ma è in prima linea nella lotta alla povertà e al disagio, non solo giovanile.

Mara Martellotta

 

Anci e Anfov: Premio Innovazione e Sviluppo

  

 

Ecco i vincitori nazionali e del Piemonte dell’edizione 2023 

Primo premio all’Asp Caltanissetta   e al Comune di Occimiano in Piemonte 

 

Candidate 121 amministrazioni pubbliche da tutta Italia  11 milioni di cittadini coinvolti 

 

Genova, 25 ottobre 2023

 

Nella splendida cornice del 40° Anniversario dell’Assemblea Nazionale di Anci, quest’anno realizzata a Genova all’interno dei locali della Fiera, si è tenuta oggi, 25 ottobre, alle ore 16, la proclamazione dei progetti vincitori del Secondo Premio Nazionale Innovazione e Sviluppo e del Settimo Premio Piemonte Innovazione e Sviluppo Next Generation, iniziativa promossa da ANCI Piemonte e realizzata con la collaborazione di ANFoV (l’Associazione torinese che riunisce i soggetti imprenditoriali ed istituzionali protagonisti della convergenza delle innovazioni tecnologiche nelle comunicazioni) e di ANCI Nazionale.

Il Premio, rivolto alle amministrazioni pubbliche e agli enti pubblici, vuole valorizzare i progetti in fase di attivazione o già attivi che siano portatori d’innovazione realizzando le direttive del programma Next Generation UE e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

All’edizione di quest’anno si sono candidate 121 realtà pubbliche da tutta Italia, per un bacino potenziale di cittadini coinvolti di 11 milioni di persone. I progetti candidati sono stati realizzati da molti piccoli e medi comuni (alcuni di poche centinaia di abitanti e altri di qualche migliaio) del nostro Paese, ma anche da ben 9 capoluoghi di provincia, da 10 Aziende sanitarie e da diverse unioni di comuni o di territori omogenei.

Piemonte Innovazione e Sviluppo Next Generation, complessivamente, negli anni, ha raccolto oltre 600 progetti di svariate pubbliche amministrazioni italiane, molti dei quali, dopo essere stati premiati, sono in via di sviluppo o sono stati già messi in atto. I progetti raccolti hanno permesso di creare una banca dati unica nel suo genere, che raggruppa le soluzioni innovative adottate dai comuni per migliorare il proprio territorio anche grazie agli stimoli europei sull’innovazione. Un lavoro che ha permesso anche di “educare” le Pubbliche Amministrazioni al linguaggio proprio della “bandistica” europea, fornendo esperienze utile allo sviluppo sociale, culturale e infrastrutturale dei territori.

I progetti vincitori sono stati valutati da una commissione formata da 10 commissari selezionati tra esperti di comunicazione, innovazione e progettazione per la pubblica amministrazione delle molte e qualificate realtà che sostengono l’iniziativa.

I temi principali che hanno caratterizzati i progetti vincitori riguardano una diffusa apertura verso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, soprattutto per la gestione di apparati amministrativi e di soccorso. I progetti selezionati hanno prospettato la gestione integrata di più strumenti innovativi per ottenere un obbiettivo, come l’utilizzo sinergico di geolocalizzazione, Iot, QR code, app e mappe interattive. Non solo: alcuni progetti hanno immaginato un recupero e rilancio virtuoso del proprio territorio sfruttando le potenzialità di strumenti per la gestione green delle risorse, che può essere replicato in altri territori. Altri parlano si smart grid, di comunicazione ultraveloci già oltre il 5g. Progetti indirizzati sia alla sanità e sicurezza pubblica, sia allo snellimento dei servizi erogati dalla pubblica amministrazione, ma anche alla ripopolazione di territori periferici che hanno subito crisi demografiche. Ciò avviene un po’ in tutte le regioni, dalla Sicilia alla Campania, dalle Marche fino al Piemonte.

 

Ecco i progetti che sono risultati vincitori:

Premio Nazionale Innovazione e Sviluppo Next Generation 2023 

 

  • 1° classificato Premio Nazionale ANCI Innovazione e Sviluppo Next Generation 2023 di euro 10.000 all’Azienda Sanitaria Provinciale di Caltanissetta per il progetto “Rescue-Link”. 
  • Premio Speciale Eolo (fornitura connettività ultra-broadband per 36 mesi) al Comune di Santo Stefano del Sole (provincia di Avellino) per il progetto “Comunità Energetica Koala”. 
  • Premio Speciale Ferpi (fornitura di servizi di consulenza, formazione e sostegno per la comunicazione) al Comune di Pesaro per il progetto CTE Square 

 

Premio Piemonte Innovazione e Sviluppo Next Generation 2023 

 

  • 1° classificato Premio ANCI Piemonte Innovazione e Sviluppo Next Generation 2023 di euro 10.000 al Comune di Occimiano (provincia di Alessandria) per il progetto “Un Paese Su Misura”;
  • 2° classificato Premio ANCI Piemonte Innovazione e Sviluppo Next Generation 2023 di euro 6.500 al Comune di Gattinara (provincia di Vercelli) per il progetto “Notifiche Digitali e Alfabetizzazione digitale”;
  • 3° classificato Premio ANCI Piemonte Innovazione e Sviluppo Next Generation 2023 di euro 3.500 al Comune di Mombello (provincia di Torino) per il progetto “PistAAA: La Blue Way Piemontese”;
  • Premio speciale Innovazione e Sviluppo Next Generation BBBell (composto da una fornitura cloud e connettività wireless ad elevate prestazioni per 24 mesi) al Comune di Sangano (provincia di To) per il progetto “Destinazione Terra 2100”;
  • Premio speciale Innovazione e Sviluppo Next Generation Fondazione CRC di euro 5.000 al Comune di Rifreddo (provincia di Cuneo) per il progetto “Rifreddo Landscape Lab. Laboratorio Civico

 

I risultati dei lavori della Commissione e il materiale relativo alla premiazione saranno pubblicati sul sito del Premio (https://www.anci.piemonte.it/piemonteinnovazione/).

Il Piemonte ha la nuova legge su nidi e scuole d’infanzia

DAL CONSIGLIO REGIONALE – Potenziare la qualità dell’assistenza ai bambini da 0 a 6 anni e i servizi a supporto della natalità. È uno degli obiettivi del Ddl sulla “Disciplina dei servizi educativi per l’infanzia e le disposizioni relative al sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita sino ai sei anni”, presentato dall’assessore Elena Chiorino e approvato dall’aula di Palazzo Lascaris all’unanimità.

Chiorino, durante l’intervento conclusivo, ha spiegato che questo testo porta al centro i bambini e le loro famiglie, puntando sulla qualità di un sistema educativo che vuole essere anche uno strumento a sostegno dell’occupazione femminile, un supporto nella conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Il provvedimento di 36 articoli (relatore Federico Perugini – Lega) intende garantire una pluralità e un’equilibrata distribuzione di offerte educative e di istruzione rivolte a questa fascia di età, con l’obiettivo di rispondere in modo adeguato alle esigenze dei bambini e delle loro famiglie.
Assume un ruolo centrale l’avvicinamento e il consolidamento tra i settori 0-3 e 0-6 anni. Si rafforza poi il ruolo della Regione: alla tradizionale funzione di programmazione e regolazione dell’offerta educativa si aggiungono la promozione qualitativa del sistema integrato, con la formazione innovativa e dedicata degli operatori, i coordinamenti pedagogici territoriali, i poli dell’infanzia, un tavolo inter-istituzionale permanente e una Conferenza regionale del sistema integrato 0-6.
La legge consentirà la valorizzazione del ruolo dei Comuni e un ordinamento dei servizi regionali 0-3 anni, costituito da nidi di infanzia e micronidi (anche aziendali e aperti al territorio), le sezioni primavera e i servizi integrativi, come il nido in famiglia, lo spazio gioco per bambini e il centro per bambini e famiglie.
Soddisfazione per l’approvazione del provvedimento dal capogruppo della Lega Alberto Preioni, che ha chiesto un impegno ulteriore: “arrivare ad avere gli asili nido gratis in Piemonte anche per contrastare la denatalità, come già avviene in altre regioni italiane”.
Per Carlo Riva Vercellotti (Fdi) questa legge è un passo significativo per l’innovazione dei servizi educativi nella fascia 0-6 anni, settore finora disciplinato da una norma di 50 anni fa, che richiedeva un adeguamento non solo rispetto alla sopravvenuta normativa nazionale ma anche alle mutate esigenze della società.
Silvana Accossato (Luv) ha aggiunto che pur riconoscendo il costruttivo lavoro svolto, anche con il contributo delle opposizioni, avrebbe osato ancora di più nel recepire nel testo quelle le sperimentazioni e innovazioni che il territorio ha prodotto in questi anni sul tema. La consigliera ha presentato alcuni emendamenti al testo di cui cinque approvati in aula.
Diego Sarno (Pd) ha affermato che il suo gruppo ha lavorato molto per far riconoscere la priorità nei finanziamenti alle scuole e ai servizi educativi pubblici, a garanzia di un diritto universale e per la gratuità degli asili nidi ha proposto di utilizzare le risorse disponibili del fondo Vita nascente.

 

Ventisettesima Giornata della Colletta Alimentare. Un gesto concreto anche a Torino, il 18 novembre

L’iniziativa solidale promossa dalla Fondazione Banco Alimentare Onlus si svolgerà in tutta Italia sabato 18 novembre prossimo.

Torna in questa data l’appuntamento con la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, l’iniziativa promossa dalla Fondazione Banco Alimentare Onlus durante la quale si potranno acquistare alimenti non deperibili da donare alle persone in difficoltà, aiutate dalle organizzazioni partner territoriali convenzionate con le ventun sedi del Banco Alimentare.

In più di 11.000 supermercati in tutta Italia, oltre 140.000 volontari di Banco Alimentare, riconoscibili dalla pettorina arancione, inviteranno ad acquistare prodotti a lunga conservazione come olio, verdure o legumi in scatola, polpa o passata di pomodoro, tonno o carne in scatola e alimenti per l’infanzia.

Tutti gli alimenti donati saranno poi distribuiti a quasi 7.600 organizzazioni partner territoriali convenzionate con Banco Alimentare (mense per i poveri, case-famiglia, comunità per i minori, centri d’ascolto, unità di strada, etc..) che sostengono circa 1.700.000 persone.

La Colletta Alimentare è un gesto semplice, a testimonianza che la solidarietà e il dono rendono realmente umana la convivenza civile e vincono l’indifferenza, causa vera di tante ingiustizie – afferma Giovanni Bruno, presidente di Fondazione Banco Alimentare Onlus. Facciamo un appello affinché la partecipazione sia tanta e si possa dare insieme un aiuto concreto a chi è in difficoltà”.

Sarà possibile donare la spesa anche online su alcune piattaforme dedicate: per conoscere le varie modalità di acquisto dei prodotti e le insegne aderenti all’iniziativa è possibile consultare il sito www.colletta.bancoalimentare.it .

Per la prima volta Benedetta Parodi è il volto della Colletta Alimentare e commenta così la sua partecipazione: “Ogni anno Banco Alimentare organizza la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare e in questa occasione mi unisco all’invito a compiere un gesto semplice, concreto e alla portata di chiunque. Aderisco da sempre, ma quest’anno sono ancora più felice di aver aiutato gli amici di Banco Alimentare partecipando anche allo spot tv e li ringrazio per avermi coinvolta in questa bellissima iniziativa” conclude Benedetta Parodi.

La Colletta Alimentare, gesto con il quale la Fondazione Banco Alimentare aderisce alla Giornata Mondiale dei Poveri 2023 indetta da Papa Francesco, è resa possibile grazie alla collaborazione con l’Esercito, l’Aeronautica Militare, l’Associazione Nazionale Alpini, l’Associazione Nazionale Bersaglieri, la Federazione Nazionale Italiana Società di San Vincenzo De Paoli ODV, la Cdo Opere Sociali e il Lions Club International.

Main sponsor: UnipolSai Assicurazioni, Plenitude, PwC in Italia, Coca-Cola, Terranova.

Partner istituzionale: Intesa Sanpaolo

Partner logistico: Poste Italiane, Number 1 Logistics Group, Amazon

IN PIEMONTE
La Colletta Alimentare 2023 coinvolgerà oltre 1.300 punti vendita e 12.000 volontari. L’obiettivo è quello di superare la raccolta dello scorso anno che ha visto donare 570 tonnellate di alimenti, l’equivalente di 1 milione e 140mila pasti.

 

Per informazioni:

Chiara Lignarolo

comunicazione@piemonte.bancoalimentare.it

 

Femminismi tra Italia e Francia

“Voce alle donne” è  il programma di incontri italo-francesi proposto dall’ Ambassade de France en Italie e dell’ Institut français Italia , dedicato ai diritti delle donne, ai femminismi e pari opportunità. Appuntamento a Torino con Femminismi tra Italia e Francia: una storia incrociata mercoledì 25 ottobre 2023 alle ore 18.00 Circolo dei lettori via Bogino 9 a Torino
Con Daniela Adorni | Maëlle Caugant | Beatrice Manetti | Michelle Zancarini-Fournel | Chiara Stagno
Come si strutturano e si studiano i femminismi tra Italia e Francia? Dalla Rivoluzione francese alla generazione #MeToo attraverso i movimenti post 1968 quali sono i loro modelli tra policentrismo, storia nazionale, locale, ideologie.e organizzazione?

Scopri di più https://www.alliancefrto.it/evenement/voce-alle-donne/

#femminismo #donne #italia #Farncia #femme #donne

Caffè e mercati storici di Torino e del Piemonte, un patrimonio da censire e tutelare

AL VIA IL PRIMO CENSIMENTO REGIONALE DI CAFFÈ STORICI E «MERCATI STORICI E DI TRADIZIONE»

 

Per ottenere il riconoscimento i caffè dovranno certificare almeno 70 di attività, mentre per le due tipologie di mercati ne serviranno 40. L’assessore Poggio: «Con l’approvazione del Consiglio regionale nasce il primo elenco delle eccellenze della cultura e del commercio»

La Regione darà avvio al primo censimento dei caffè storici e dei mercati di valore storico e di tradizione , luoghi che hanno segnato la storia dei costumi Piemontesi. Se ne contano centinaia sul territorio regionale, ma non erano mai stati censiti: caffè e mercati piemontesi saranno catalogati dopo aver ottenuto il riconoscimento del carattere storico e di tradizione documentando il possesso di requisiti come ad esempio l’autenticità degli arredi.

Una volta raccolti, i dati verranno utilizzati dai Comuni per comporre una mappa dei luoghi di interesse culturale e commerciale preziosi per la nostra comunità. Successivamente, sarà compito della Regione istituire gli elenchi regionali dei caffè storici e dei mercati di valore storico e di tradizione, secondo quanto previsto da un disegno di legge per il quale è già stato avviato l’iter legislativo.

«Con l’approvazione oggi da parte del consiglio regionale stiamo facendo nascere il primo elenco delle nostre eccellenze con una riforma – ha sottolineato l’assessore alla Cultura, Turismo e Commercio, Vittoria Poggio – che colma un vuoto. Prima non c’era un quaderno regionale che mettesse in risalto i nostri tesori che sono prima di tutto da scoprire, poi da tutelare e infine da valorizzare. Sarà un lavoro lungo – ha aggiunto l’assessore – ma prezioso che lasceremo in eredità come testimonianza di attaccamento ad una storia che già a metà del ‘700 vedeva nascere i primi caffè letterari nel capoluogo e ancora prima intorno al 1.300 di alcuni mercati che esistono ancora oggi».

Non tutti i caffè e i mercati potranno accedere al riconoscimento. A titolo esemplificativo, tanto per la qualificazione di caffè storico quanto per la qualificazione di mercato di valore storico di tradizione sono richiesti almeno settanta anni di svolgimento della medesima attività, che si riducono a quaranta per i mercati di mero valore storico.

L’intervento legislativo servirà a valorizzare le caratteristiche strutturali dei locali, gli stili e gli arredi originari dei caffè storici e, analogamente, le caratteristiche storiche del luogo di insediamento per le attività commerciali su area pubblica, prescrivendone la tutela ed il mantenimento.

Sono milionario, anzi sul lastrico

Ai tempi del totocalcio, unico gioco a scommesse oltre al totip ed all’enalotto che però avevano meno sostenitori, i “tredici” erano attesi non soltanto da chi aveva giocato ma anche da chi sperava di scoprire chi fosse il vincitore.

Col passare degli anni e le modifiche intervenute non soltanto nella società ma anche nei regolamenti di gioco, il superenalotto ha sicuramente spodestato gli avversari ed ogni settimana ci si aspetta di vedere se il jackpot aumenterà o verrà finalmente vinto e da chi.

Non so voi ma io mi sono sempre domandato, pur non giocando, nel casso vincessi o ereditassi una somma simile cosa farei, come la impiegherei e come cambierebbe la mia vita; personalmente continuerei a condurre la vita attuale almeno fino alla pensione salvo, forse, permettermi un’auto più comoda, un monolocale dove lavorare senza interferire con le abitudini di casa e poco altro.

Quanti ne conosciamo anche solo per sentito dire che, invece, da milionari sono precipitati in miseria?

Ho cercato indietro nel tempo le vincite che hanno fatto notizia e vi sono notizie decisamente curiose. Andando al 1947 salta all’occhio la storia di Pietro Aleotti, trevisano, che vinse 64 milioni di lire ma non si accorse di aver realizzato un “12”. Fortunatamente, avendo indicato il suo nome sul retro della schedina (all’epoca era possibile) fu rintracciato e poté ricevere il premio.

Altre volte, invece, un montepremi record viene diviso fra così tanti vincitori da rendere il premio pari ad uno stipendio. E’ il caso del concorso n. 17 del 5 dicembre 1993, il cui montepremi raggiunse la cifra record di 34.470.967.370 lire; peccato che a realizzare il “13” furono 1.472 giocatori che intascarono, comunque, circa 12 milioni a testa, giusto il costo di una berlina.

Il rischio è in agguato quando la vincita è clamorosa e chi vince non è abituato a tali somme o non è pratico del mondo della finanza; in più occasioni qualche vincitore, mal consigliato o per aver voluto far di testa sua, ha investito fino all’ultimo centesimo in azioni, quindi un investimento ad alto rischio, ritrovandosi poi, per il lunedì nero di Wall Street nel 1987 o per lo scoppio della bolla tecnologica all’inizio di questo millennio, per la crisi finanziaria del 2008 o la pandemia di COVID-19 a vedere azzerati o quasi i propri investimenti.

Ma il rischio davvero maggiore è quello di sottovalutare la diminuzione della nostra vincita (o eredità) man mano che la erodiamo in cene e spese pazze.

Ricordate il film “Eccezzziunale veramente” in cui l’interista Franco (uno dei tre personaggi interpretati da Diego Abatatantuono) ritenendo di aver fatto “13” al totocalcio comincia a spendere in auto, hotel, videoregistratore, spese superflue, oltre a licenziarsi dal lavoro, salvo poi scoprire che la schedina era fasulla, sostituita dai suoi amici con una riportante i risultati a fine partite.

Ecco, ho conosciuto alcune persone che agivano nello stesso modo, anche con il TFR: cosa vuoi che siano diecimila euro? Ne ho vinti un milione. Poi era la volta di altri settantamila per l’auto desiderata da anni e così il capitale si avvicinava ai novecentomila… poi la casa, il gioiello alla compagna, le vacanze da sogno e alla fine la banca ti augura lunga vita, almeno quantane basta per rientrare dal rosso.

E’ nella natura umana, salvo rare eccezioni, non programmare a lungo termine perché meno gratificante, perché mentalmente faticoso, perché troppe sono le variabili coinvolte; si preferiscenavigare a vista salvo poi ritrovarsi sugli scogli o in secca.

La componente caratteriale di un individuo ha sicuramente una parte notevole in questo fenomeno, ma molto è dovuto anche agli insegnamenti ricevuti in famiglia, all’imprinting: spendere tutto quanto si guadagna espone senza dubbio al rischio di uscite impreviste, non affrontabili, o di dover rinunciare a qualche evento, anche conveniente, perché non lo si era calcolato.

L’Italia era, fino ad un paio di decenni fa, uno dei Paesi con la maggior propensione al risparmio; ora siamo tra i Paesi messi peggio, dove si chiedono prestiti per andare in ferie anziché rinunciare ad esse, dove non si compra l’auto più economica ma ci si indebita pur di averne una già di fascia medio-alta, complici le aziende che applicano uno sconto sul prezzo di acquisto se accendi un finanziamento a questo scopo.

Non stupisce, quindi, che persone anche con cultura elevata, abituate ad un tenore di vita agiato, trovandosi all’improvviso a disporre di ingenti somme di denaro modifichino il loro stile di vita, per il solo gusto di farlo e non certo per bisogno, per compiacere il proprio ego, per sfoggiare uno stile di vita che non appartiene loro, trovandosi presto o tardi (solitamente presto) a possedere meno di quanto avessero prima di diventare ricchi.

La differenza tra i ricchi e gli arricchiti è sotto gli occhi di tutti: se volete recitare un ruolo che non vi appartiene oltre a dimenticare il copione rischiate di ricevere fischi anziché applausi; posso assicurarvi che diventare ricchi e poi tornare poveri è molto peggio che essere rimasti poveri.

Sergio Motta