società- Pagina 48

La Polizia di Stato presenta le sue attività a Tennis & Friends

/

Ritorna a Torino per la terza Edizione, promosso dalla Onlus “Friends for health” in veste di Official Charity delle Nitto ATP Finals, il Tour 2023 Tennis & Friends – Salute e Sport,  che avrà luogo dal 15 al 17 settembre, inaugurando la  Settimana Europea dello Sport.

La manifestazione, nata nel 2011 con l’obiettivo principale di diffondere la cultura della prevenzione e la promozione dello sport allo scopo di salvaguardare la salute del cittadino, quest’anno avrà come tema “La  prevenzione è Giovane”, rilanciando l’hashtag #beactive .

Per l’occasione, presso lo Stadio del Tennis, nella sede del Circolo della Stampa Sporting in corso Giovanni Agnelli 45, sarà allestito “Il Villaggio della Salute”, con 48 diverse aree specialistiche ove oltre 200 medici offriranno alla collettività la possibilità di effettuare visite specialistiche, screening e cheek up completamente gratuiti e di partecipare a convegni e webinar divulgativi.

Anche la Polizia di Stato parteciperà alla tre giorni di sensibilizzazione sul tema della prevenzione nelle sue varie forme con un proprio stand nell’area interna del circolo, quale punto informativo volto a promuovere i mezzi e le tecnologie in uso alla Polizia di Stato nelle sue diverse articolazioni, realizzato con la collaborazione di personale della Divisione Anticrimine – Ufficio Minori e dell’UPGSP della Questura, dei Compartimenti Polizia Stradale e della Polizia Ferroviaria, del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica – Polizia Postale e delle Comunicazioni “Piemonte e Valle d’Aosta”, del Gabinetto Interregionale della Polizia Scientifica di Torino.

Nell’arco delle singole giornate, le specialità della Polizia di Stato presenti terranno dei momenti informativi su materie di specifica competenza, con proiezione di slides e video esplicativi e distribuzione di materiale divulgativo ed informativo in merito alle tematiche illustrate.

In tutte  e tre le giornate dell’evento, interverranno le sottoelencate specialità dell’UPGSP:

La Squadra a Cavallo, che illustrerà l’importante attività di avvicinamento all’ippoterapia svolta dalla Polizia di Stato;

Il Reparto Cinofili, che svolgerà delle dimostrazioni sull’attività quotidianamente svolta, con esibizioni aperte al pubblico ogni mattina, alle ore 10.30 .

Il Nucleo Artificieri, che descriverà le caratteristiche del mezzo specializzato esposto allo stand, impiegato negli interventi di competenza.

                              

 

                                                                                                              IL CALENDARIO DELLE ATTIVITA’ DELLA POLIZIA DI STATO

 

Venerdì 15 settembre

Dalle ore 09.30 alle ore 13.30, la manifestazione sarà dedicata ai ragazzi delle scuole primarie e secondarie di Torino e provincia, con l’obiettivo di promuovere lo sport come regola di vita e di disciplina, come rispetto del prossimo senza discriminazioni, veicolando l’importanza della prevenzione con modalità ludico-ricreative. Anche ai ragazzi saranno offerti percorsi clinici gratuiti di prevenzione.

In tale giornata è stata calendarizzata la presenza allo stand di personale della Polizia di Stato idoneo a svolgere interventi specifici:

–       La Sezione Polizia Stradale di Torino fornirà consigli di sicurezza stradale, illustrando i contenuti della campagna di sicurezza stradale, denominata “Progetto Icaro”.

–       Il Compartimento Polizia Ferroviariaillustrerà i contenuti del progetto educativo per le scuole superiori denominato “Train to be cool”, con approfondimenti sulle norme comportamentali per la sicurezza e la prevenzione di reati in ambito ferroviario.

–       Il Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica del Piemonte e Valle d’Aostaillustrerà la propria attività con incontri su tematiche di settore. Per l’occasione sarà presente il veicolo Fiat “FullBack”, un pick-up appositamente allestito per il supporto tecnico scientifico in occasione degli interventi della squadra sopralluoghi sulla scena del crimine.

–       Il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica – Polizia Postale e delle Comunicazioni “Piemonte e Valle d’Aosta” illustrerà ai giovani studenti le regole di comportamento in merito all’uso consapevole delle nuove tecnologie per evitare di incorrere nei rischi della rete, nonché il fenomeno del Cyberbullismo.

–       L’Ufficio Sanitario Provinciale della Questura di Torino, con una postazione dedicata all’interno del “Villaggio della Salute”, offrirà screening urologici gratuiti anche attraverso l’impiego di un ecografo in dotazione all’ufficio.

 

 

Sabato 16 settembre

L’evento sarà aperto al pubblico con orario continuato dalle 10.00 alle 18.00. Sono in programma specifici interventi su tematiche di particolare attualità e di interesse per la collettività, anche attraverso la collaborazione di medici specialisti appartenenti e non all’Amministrazione della Pubblica Sicurezza.

Il Compartimento Polizia Ferroviaria illustrerà i contenuti del progetto educativo per le scuole superiori denominato “Train to be cool”, con approfondimenti sulle norme comportamentali per la sicurezza e la prevenzione di reati in ambito ferroviario.

L’Ufficio Sanitario Provinciale della Questura di Torino, con una postazione dedicata all’interno del “Villaggio della Salute”, offrirà screening urologici gratuiti anche attraverso l’impiego di un ecografo in dotazione all’ufficio.

Inoltre, sono stati organizzati i seguenti convegni di settore:

–          dalle ore 11.00 alle ore 13.00 personale della Sezione Polizia Stradale, unitamente al Primo Dirigente Medico della P. di S. dott.ssa Gilda Donatella LULY, svolgerà un intervento volto a sensibilizzare la popolazione sui rischi alla guida in stato di alterazione e sulla percezione del rischio;

–          dalle ore 15.00 alle ore 16.00 il Commissario Capo della P. di S. dott.ssa Lucia LAZZARA, funzionario della locale Squadra Mobile e il dottor Marco BERTOLUZZO, criminologo clinico, terranno un incontro sul tema della prevenzione delle truffe agli anziani, moderato dall’Ispettore della P. di S. Antonio ZULLO, esperto in criminologia in forza presso l’Autocentro di Torino.

–          dalle ore 16 alle ore 17.00 il Primo Dirigente Medico della P. di S. dott.ssa Gilda Donatella LULY ed il Professor Paolo F. BARCUCCI, psicoterapeuta e docente dell’Università di Torino, terranno un momento informativo sul tema della ludopatia, moderato dall’Ispettore della P. di S. Antonio ZULLO, esperto in criminologia in forza presso l’Autocentro di Torino.

 

Domenica 17 settembre

L’evento sarà aperto al pubblico con orario continuato dalle 10.00 alle 18.00.

 

Il Compartimento Polizia Ferroviaria illustrerà i contenuti del progetto educativo per le scuole superiori denominato “Train to be cool”, con approfondimenti sulle norme comportamentali per la sicurezza e la prevenzione di reati in ambito ferroviario.

Il Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica del Piemonte e Valle d’Aosta illustrerà la propria attività con incontri su tematiche di settore garantendo la presenza del veicolo Fiat “FullBack”, un pick-up appositamente allestito per il supporto tecnico scientifico in occasione degli interventi sulla scena del crimine della squadra sopralluoghi.

 

La Divisione Polizia Anticrimine svolgerà attività informative in materia di violenza di genere, con la divulgazione della campagna nazionale permanente denominata “Questo non è amore”, nonché dell’App “YOUPOL” al fine di veicolare la cultura della legalità.

Nello specifico, è stato organizzato il seguente convegno di settore:

–          alle ore 12.00 il Commissario Capo della P. di S. dott.ssa Paola FUGGETTA introdurrà il tema della devianza giovanile con approfondimento dell’aspetto della violenza sessuale con la partecipazione della dr.ssa Paola CASTAGNA, ginecologa responsabile del Centro di Coordinamento Regionale del Piemonte per la violenza domestica, nonché responsabile del Servizio Violenze Sessuali dell’Ospedale Sant’Anna e della dr.ssa Claudia MALLAMACIpsicologa in servizio presso il predetto centro S.V.S.

 

L’Ufficio Sanitario Provinciale della Questura di Torino, con una postazione dedicata all’interno del “Villaggio della Salute”, offrirà un servizio gratuito di prevenzione salute.

AI for MUSE. Intelligenza artificiale e realtà virtuale al servizio dei musei

Dall’app I-Muse ai musei virtuali

Il progetto nasce dalla collaborazione tra Politecnico e Università di Torino,

con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo.

Un’esperienza di vista più immersiva e completa, che crea suggestioni e collegamenti tra opere anche si collezioni differenti e addirittura ne struttura di nuove, non nello spazio fisico, ma in quello virtuale: è il progetto AI for MUSE, che utilizza l’intelligenza artificiale, la realtà virtuale e le app per migliorare l’esperienza di visita nei musei.

Il progetto nasce dalla collaborazione tra Università di Torino e Politecnico, con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito della prima edizione del bando “Intelligenza Artificiale, uomo e società”. La sperimentazione parte da Torino e coinvolge otto realtà museali: Reggia di Venaria Reale, Museo Egizio, Palazzo Madama, GAM- Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea e MAO – Museo d’Arte Orientale, Museo Nazionale del Cinema, Museo Nazionale dell’Automobile e Pinacoteca Agnelli. Insieme a loro, partner del progetto sono Associazione Abbonamento Musei, Osservatorio Culturale del Piemonte e Big Data Analysis Lab del Comune di Torino.

L’APP I-MUSE

Il primo risultato di Ai for MUSE è l’app I-MUSE, sviluppata in collaborazione con la società Synesthesia e messa a disposizione degli utenti da luglio 2023, nell’ambito del progetto “Una notte al museo” promosso dall’Associazione Club Silencio.

L’app (disponibile per iOS e Android) consente agli utenti di migliorare e amplificare la loro esperienza di visita, con percorsi personalizzati, approfondimenti suggeriti sulla base delle loro preferenze e la possibilità di scoprire sia le opere esposte sia quelli custodite nei magazzini e archivi.

Grazie a I-Muse dunque è possibile allargare gli orizzonti di visita, superando l’idea di musei separati e mettendo le collezioni in dialogo. I visitatori potranno fruire del patrimonio come se fosse custodito in unico grande museo, a portata di app.

Il funzionamento è semplice. Una volta scaricata l’app si impostano i temi di interesse a cui si aggiungeranno mano a mano le opere in mostra, attraverso il Qrcode posto di fianco all’opera. Tutto questo permetterà ad I-Muse di conoscere meglio l’utente e dunque di proporre suggerimenti in linea con il profilo.

Tra le molte funzionalità di I-Muse anche il gaming sviluppato dalla società Garycom, con una sezione apposita dell’app che permette di giocare con le collezioni.

Tra i vantaggi per i musei non solo quello di offrire una migliore esperienza di visita ma anche di acquisire dati sulle preferenze degli utenti, permettendo così di migliorare i percorsi, ottimizzare gli ingressi anche attraverso ticketing dedicati e più in generale conoscere meglio il proprio pubblico.

CORE AI

Tra gli altri servizi, l’app I-MUSE restituisce ai suoi utenti anche i collegamenti evidenziati dall’intelligenza artificiale CoreAI, realizzata dal Dipartimento di Automatica e informatica del Politecnico nell’ambito del progetto, che crea in modo automatico connessioni trasversali a cui potrebbe pensare un esperto di Storia dell’Arte, considerando contemporaneamente diversi aspetti quali il periodo artistico, la corrente di appartenenza, lo stile, il soggetto e le affinità formali. Se, per esempio, alla Pinacoteca Agnelli ci si sofferma su La Baigneuse Blonde di Renoir, I-Muse mostrerà le connessioni con Ritratto di signora di Giovanni Boldini conservato nelle collezioni della GAM. Oppure, se si visita il Museo Egizio e ci si sofferma sulla Statuetta di Tauret del XII secolo a.C., l’app suggerisce di andare ad ammirare anche la statua della GAMDadAndroginErmete del 1987 di Luigi Ontani.

MUSEI VIRTUALI

Proprio il superamento delle barriere tra le singole collezioni è anche l’orizzonte in cui si muove una terza attività sviluppata nell’ambito del progetto AI for MUSE dal Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico, che ha progettato venti musei virtuali su temi trasversali, come per esempio il cambiamento climatico, il cibo, il movimento, il tempo che ospitano opere da tutti gli otto musei coinvolti in uno spazio virtuale appunto comune. Il progetto vuole mettere a fuoco nuovi punti di vista sulle collezioni esistenti, sia dal punto di vista curatoriale, che architettonico, infatti anche dal punto di vista delle architetture virtuali proposte, ciascun museo è basato su una rappresentazione simbolica del proprio tema. Per esempio, il museo virtuale dedicato al tempo è basato su un corridoio che rappresenta il tempo lineare, intersecato a un anello quadrato che rappresenta il tempo circolare. Ogni museo è navigabile liberamente, e soffermandosi sulle riproduzioni di opere e reperti appaiono le didascalie. I venti musei virtuali saranno visitabili in una piattaforma web in corso di sviluppo con il Dipartimento di Automatica e Informatica.

LE RICERCHE ALLA BASE DI AI FOR MUSE

La condivisione di esperienze culturali tra amici e l’influenza dei prezzi sui consumi nei musei emergono come temi chiave in tre recenti studi condotti nell’ambito delle scienze sociali. Questi studi, basati su ricerche originali, forniscono nuove prospettive sui comportamenti culturali e sugli effetti sociali nei consumi di beni culturali.

L’influenza dei prezzi sulle scelte dei consumatori nei musei. Uno studio condotto dal gruppo di Ricerca AI-museums italiano ha analizzato quanto il prezzo dei biglietti d’ingresso ai musei influenzi le decisioni dei visitatori. In termini più semplici, l’elasticità del prezzo si riferisce a quanto le persone cambiano le loro decisioni di visitare un museo quando il prezzo dei biglietti cambia. I risultati di questo studio hanno rivelato che i prezzi dei biglietti hanno un impatto significativo sulle scelte dei visitatori. In altre parole, se i prezzi aumentano o diminuiscono, ciò può avere un notevole impatto sul numero di visitatori e sulla frequenza delle visite. Per esempio, per specifici gruppi di età, l’elasticità del prezzo può variare dal 0,5 al 2,6. In parole povere, questo significa che i cambiamenti nei prezzi possono influenzare in modo considerevole se le persone scelgono o meno di visitare un museo. Questi dati dimostrano che le politiche di prezzo possono avere un impatto significativo sul comportamento dei visitatori dei musei.

Effetti sociali nelle visite ai musei. Un secondo studio ha esaminato gli effetti sociali nelle visite ai musei, concentrandosi sulla regione metropolitana di Torino, in Italia. Il Gruppo di Ricerca AI-museums ha identificato una rete di “peer” basata sulle visite condivise ai musei, rilevando un’interessante scoperta: le visite ai musei sono influenzate in modo rilevante dalle visite dei propri amici. In altre parole, quando le persone vedono i loro amici visitare un museo, sono più propense a farlo anche loro. I dati hanno rivelato che l’elasticità delle visite ai musei rispetto alle visite degli amici è del 40%, il che significa che le persone tendono a visitare i musei più frequentemente quando sono accompagnate da amici. Lo studio ha anche esaminato l’influenza dei peer nelle decisioni di acquistare abbonamenti museali. In termini più chiari, l’elasticità delle decisioni di rinnovo degli abbonamenti rispetto alle scelte dei colleghi è aumentata fino al 30%, soprattutto tra coloro che avevano effettuato almeno 5 visite condivise ai musei con i loro peer.

Effetto dei social media sui consumi culturali. Un terzo studio si è concentrato sull’analisi dei dati di Twitter per comprendere meglio gli effetti sociali nei consumi culturali. Utilizzando i dati del social network, il Gruppo di Ricerca AI-museums ha identificato come le opinioni e le condivisioni su eventi culturali influenzino le decisioni dei consumatori. Hanno scoperto che i tweet relativi ai musei possono avere un impatto significativo sull’interesse del pubblico e sulle decisioni di visitare un museo. Per esempio, un aumento delle attività su Twitter pari al 10% ha mostrato un aumento medio del 2.5% nelle presenze museali.

In sintesi, questi tre studi forniscono una panoramica approfondita sull’importanza dei prezzi, dell’influenza sociale e dell’esperienza condivisa nelle decisioni dei consumatori nei musei e nell’acquisto di abbonamenti museali.

Ai for MUSE è ideato da un team di ricercatori e nasce dalla collaborazione dei due Atenei torinesi, Università di Torino e Politecnico. I Dipartimenti coinvolti sono quattro: Dipartimento di Scienze economico-sociali e matematico-statistiche dell’Università di Torino, (capofila, con referente: Giovanni Mastrobuoni); Dipartimento di Management dell’Università di Torino (referente: Nadia Campaniello); Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico di Torino (referente: Giovanni Squillero); Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino (referenti: Sergio Pace, Manfredo di Robilant).

Nadia Campaniello raccoglie la voce del team di ricercatori e dichiara “L’app I-Muse fa parte di un progetto più ampio, che utilizza un approccio matematico-statistico per studiare il mondo della cultura. L’obiettivo è quello di ampliare in futuro il numero di musei che ne fanno parte, per estendere l’offerta dei percorsi tra musei diversi”.

“Con il bando Intelligenza Artificiale, la cui prima edizione è stata lanciata nel dicembre del 2020 dalla Fondazione Compagnia di San Paolo e la seconda, con dimensione nazionale, nel 2021 con Fondazione CDP, la Compagnia di San Paolo conferma il proprio sostegno a progetti di ricerca innovativi, finalizzati all’avanzamento della conoscenza scientifica nell’ambito dell’intelligenza artificiale e con una ricaduta concreta sul territorio in termini economici e sociali. “– ha dichiarato Francesco Profumo, Presidente della Fondazione torinese – “Un bando proiettato verso il futuro e rivolto a chi, in questo futuro, sarà assoluto protagonista: i giovani. Rientra in questo ambito il progetto di ricerca Artificial Intelligence in Support of Museums che ci dimostra quanto sia importante che intelligenza artificiale e il patrimonio museale dialoghino tra di loro al fine di trovare soluzioni innovative per la formazione dei cittadini di oggi e di domani.”

 

“L’intelligenza artificiale è un elemento sempre più presente nelle nostre vite e ormai è possibile pensare al suo utilizzo anche ad ambiti nei quali fino a poco tempo fa non avremmo immaginato applicazioni, come appunto quello culturale e museale in particolare. Il Politecnico possiede le migliori competenze tecniche e tecnologiche per essere protagonista in questo processo, ma dall’altra parte possiede anche una solida base culturale e competenze multidisciplinari, indispensabili per gestire al meglio i progetti legati all’AI, come ben dimostra questo progetto che vede il coinvolgimento di due Dipartimenti del nostro Ateneo afferenti ad aree culturali molto differenti, ma complementari tra loro, come deve essere sempre più la nostra ricerca”, dichiara il Rettore del Politecnico Guido Saracco.

“la transizione digitale, e l’Intelligenza Artificiale in particolare, è l’occasione per superare finalmente la separazione tra scienze dure e Human Social Sciences and Humanities ha prodotto. È assai significativo che per dare corso al progetto di ricercaArtificial Intelligence in Support of Museums siano intervenuti quattro Dipartimenti dei due Atenei della Città. Creare ambienti virtuali e virtualizzare le collezioni dei nostri musei ci permetterà di connettere le esperienze di vita di ciascuno di noi, non solo come spettatori ma come individui interagenti con i luoghi di conservazione del patrimonio culturale. In ambiti più specifici, oltre ai risultati che qui sono presentati, stiamo svolgendo in molti dei nostri Dipartimenti ricerche assai promettenti sulla Neuroestetica e sui modelli percettivi che le diverse gradazioni di immersività di Realtà mixata (realtà Virtuale e Aumentata) producono sul nostro sistema esperienziale. Ed è proprio di questi giorni anche la mostra DRHA Exibition.” dichiara il Rettore dell’Università Stefano Geuna.

 

Per conoscere AI for Musei e scaricare l’appdownload.aimuseum.art

Cascina Falchera, nuova tappa della campagna di sensibilizzazione contro l’antiziganismo

Nuova tappa della campagna di sensibilizzazione contro l’antiziganismo coordinata dalla cooperativa sociale Liberitutti. Il 15 settembre alle 19,30 a Cascina Falchera a Torino proiezione del cortometraggio Hero e seminario-concerto dell’Alexian Group di Santino Spinelli

Un viaggio nella musica orientale e occidentale fino ad arrivare al flamenco spagnolo: sei musicisti che attraversano l’Europa e il mondo. Fanno 100 concerti all’anno, sono tremila quelli collezionati nella lunga e intensa carriera. Hanno persino suonato per tre Papi: Giovanni Paolo IIBenedetto XVI e Papa FrancescoOra sono pronti ad esibirsi a Torino: l’Alexian Group di Santino Spinelli il 15 settembre alle 19.30 sarà a Cascina Falchera a Torino. La nuova tappa dell’Eurotour 2023 del gruppo musicale rientra tra gli appuntamenti del progetto HERO. Accesso gratuito su prenotazione qui. Nel corso della serata sarà proiettato il cortometraggio contro l’antiziganismo che insieme a una ricerca dell’Università di Padova è una delle principali azioni di HERO (Housing and Employment for ROma people) progetto che ha come capofila Liberitutti Cooperativa Sociale di Torino. Coinvolge l’Italia, la Germania e l’Ungheria e promuove l’integrazione delle minoranze Rom combattendo l’antiziganismo e la discriminazione nell’accesso alla scuola, al lavoro e all’alloggio.

La campagna di sensibilizzazione, ha preso il via in occasione della giornata internazionale dei Rom, l’8 aprile scorso. Ora continua grazie al seminario-concerto dell’Alexian Group: sarà un viaggio di conoscenza che porta sul palco i ritmi della musica etnica rom. Dopo decine di tappe estive in tutta Europa, dalla Spagna alla Romania, dalla Slovenia alla Croazia l’Eurotour 2023 dell’Alexian Group fa tappa a Torino per “donare la nostra cultura attraverso la musica – dichiara Santino SpinelliIl nostro popolo ha radici millenarie in Italia, la maggioranza di noi è integrata e non si sente una categoria speciale. A volte possono persistere distorsioni della realtà: resta inaccettabile. L’ignoranza funzionale è inammissibile all’epoca dell’iperinformazione, ma credo che questi casi siano sempre più marginali. Noi a Torino continueremo a diffondere la nostra cultura che annovera grandi nomi, da Elvis Presley a Charlie Chaplin, da Rita Hayworth ad Antonio Banderas”. “Lo faremo attraverso la musica del popolo rom, ricca di ritmi, melodie e armonie– aggiunge Spinelli- che hanno influenzato compositori come Liszt, Brahms, Schubert, Ravel, Debussy, Dvora, Stravinskij, Cajkovskij e Goran Bregovic”.

Anche in questa occasione l’obiettivo del progetto Hero è quello di far riflettere, ai vari livelli, sulla mancata integrazione, sugli stereotipi e la sfiducia verso le comunità rom. La musica è da sempre una forma di dialogo che abbatte i pregiudizi e diffonde la cultura delle minoranze – sottolinea il project manager Marco BuemiGrazie a questo concerto e al cortometraggio, lanciato in occasione della Giornata internazionale dei Rom, puntiamo a sensibilizzare i cittadini, mediante una nuova contro narrazione, riguardo ai discorsi di odio molto diffusi nei media”.  

Sarà la project manager Domenica Moscato ad accogliere gli artisti a Torino. “Siamo lieti di omaggiare la musica di Santino Spinelli con il suo Alexian group – dice – Da diversi anni la cooperativa Liberitutti si dedica alla promozione della cultura Rom quale patrimonio per sensibilizzare l’opinione pubblica e combattere indirettamente, attraverso la conoscenza, l’antiziganismo. La musica è un elemento significativo di questa cultura, un mezzo per conoscerne valori e tradizioni”. Moscato aggiunge: “Proseguiremo la nostra attività a favore del popolo Rom attraverso le azioni locali che i nostri operatori svolgono quotidianamente, concentrandosi sui problemi concreti quali l’accesso al lavoro e alla casa e la fruibilità scolastica”. 

Quando si parla di Romanì (12 milioni in Europa, 24 milioni nel mondo, 180 mila in Italia) si parla di una cultura millenaria, e uno dei principali rappresentanti italiani di questa cultura è proprio Santino Spinelli. Rom italiano appartenente alla comunità romanès di uno dei più antichi insediamento in Italia (vive a Lanciano, in provincia di Chieti), musicista, compositore, saggista e poeta, docente universitario, ha due lauree (in Musicologia e in Lingue e Letterature Straniere Moderne). E’ tra i fondatori e portavoce dell’ Ucri (Unione delle Comunità Romanès in Italia). E’ stato nominato Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica dal Presidente Mattarella, “in virtù della sua instancabile opera, esemplificata non solo nelle attività accademiche, istituzionali e sociali ma nella sua stessa vita d’artista affermato”. Santino Spinelli è anche ambasciatore dell’arte e della cultura romanì nel mondo dall’International Romani Union nel 2003. La sua poesia Auschwitz è incisa sul monumento che si trova davanti al Parlamento tedesco a Berlino dedicato al genocidio dei Rom e Sinti.

IL CORTOMETRAGGIO HERO Video

Il 15 settembre alla Cascina Falchera alle 19,30 la serata sarà inaugurata con la proiezione del cortometraggio Hero scritto e diretto da Luca Mariani, visibile a tutti qui su YouTube.

Come nel mito di Sisifo, figlio di Eolo, re dei venti, i Rom sembrano essere condannati a sospingere, senza sosta, il grosso macigno dei pregiudizi e degli stereotipi fino alla sommità di un monte”. E’ questo – secondo gli ideatori – lo sguardo ancora così diffuso, atavico e persistente da smontare. Rom e sinti sono una galassia di 22 minoranze in Italia. “Il popolo dei campi”, “il popolo delle discariche”, “gli zingari” (spesso, così sono definiti) ad ogni latitudine mantiene un comune denominatore: il peso dei pregiudizi. Il corto può essere pubblicato sui vostri media, ECCOLO .Nella cartella stampa anche foto di backstage, la ricerca e altri materiali.

Nel corto – realizzato con la collaborazione della scenografa Francesca Antolini – i puppets (in stop motion) sono sovrastati dagli sguardi nocivi di quegli occhi serpente che fanno aumentare il peso (il masso) che piccoli e grandi, vittime della segregazione razziale, sono costretti a portarsi (loro malgrado) sulle spalle. E’ un macigno che cresce a ogni sguardo malevolo, che diventa man mano enorme tanto da allontanarli dai più elementari e stringenti bisogni: la casa, la scuola, il lavoro. Il masso riuscirà a diventare sassolino?

Il progetto è una partnership che coinvolge Liberitutti Cooperativa Sociale (capofila) Grünbau gGmbH, Arci Liguria, Università di Padova, Letra Egyesulet.

Sito https://hero-project.eu/ e pagina Facebook https://www.facebook.com/HEROprojecteu

Borello apre a Chivasso un supermercato “galleria d’arte”

CON CHIVASSO TAGLIATO IL TRAGUARDO DEI 52 NEGOZI DELLA NOTA CATENA DI SUPERMARKET

Qualcuno tra gli ospiti dell’inaugurazione, nel vedere l’allestimento dei prodotti alimentari nei banchi macelleria, gastronomia e formaggi ha detto: “queste composizioni sembrano opere d’arte”.

In effetti Borello Supermercati, nota catena piemontese che con il market di Chivasso,  in via per Piazza d’armi 7, inaugurato oggi pomeriggio raggiunge il traguardo di ben 52 punti vendita, punta molto sulla qualità dei prodotti: la carne, ad esempio, è stata valutata tra le migliori in assoluto a livello nazionale.

La clientela ha dimostrato in tanti anni di attività del marchio Borello di saper apprezzare la competenza e la professionalità dell’azienda, così da consentire la capillare diffusione dei negozi.

All’inaugurazione, in presenza di numerose autorità locali, ha fatto gli onori di casa il patron Fiorenzo Borello. Il supermercato di Chivasso sarà aperto al pubblico a partire da domani.

 

Una domenica speciale nel tempio Guhõzan Renkoji di Cereseto

 

Domenica 10-9-2023 nel tempio Guhõzan Renkoji di Cereseto è stata ufficializzata la cerimonia secondo il rito buddhista dal grande maestro giapponese venerabile Nichiyū Mochida, arcivescovo e amministratore generale del tempio principale di Minõbu-san. L’evento storico ha celebrato l’apertura degli occhi della statua del fondatore Nichiren Daishõnin (1222-1282) e i 750 anni dell’entrata nel monte Minõbu per stabilire il suo primo tempio in Giappone.
La statua in bronzo di due metri che rappresenta il volto del grande santo Nichiren a 32 anni, è stata destinata in Italia a simbolo dell’apertura del buddhismo in Europa e servirà da modello per la realizzazione in scala 10:1 di una statua di venti metri destinata in Thailandia. La statua giunta dal Giappone, unica nel suo genere, è stata eretta in celebrazione nel giardino del tempio ceresetese diretto dal monaco responsabile reverendo Shōryō Tarabini.
I membri dell’associazione per la promozione del buddhismo hanno donato la costruzione della statua incidendo i loro nomi sul piedistallo. Il desiderio della scuola buddhista è il superamento delle reciproche differenze di razze, religioni e valori che possono generare fonte di conflitto, concetto espresso anche da Enzo Lavagno, sindaco di Cereseto.
L’entrata dei monaci ha aperto la cerimonia con le letture del Sūtra, proseguita con il rito dell’apertura degli occhi recitando parole di lode. Hanno partecipato 25 monaci e patriarchi e numerosi membri sostenitori della scuola buddhista provenienti dal Giappone, USA, Germania, Regno Unito e Italia.
Oggi esistono circa 5000 templi buddhisti che sostengono i centri missionari della Nichiren Shū nel mondo tra cui India, Cina, Hawaii, Nord e Sud America, Sud Est Asiatico ed Europa con l’aspirazione di raggiungere la pace mondiale. Nel 2022, per la ricorrenza degli 800 anni della nascita del fondatore della scuola, il reverendo Shōryō ha piantato 800 alberi di ciliegio nel comune di Cereseto. La volontà, l’ispirazione, l’educazione, i suoni e la compostezza dei presenti hanno concretizzato il sogno del reverendo Shōryō.
Giuliana Romano Bussola
Armano Luigi Gozzano 

Festa de l’Unità: rimane l’orgoglio di appartenenza. Ma non è una proposta politica

/

RIECCOCI QUA. Titolo sicuramente accattivante. Festa dell’Unità a piazza d’Armi con il Pd Torinese che non vuole rinunciare nel voler essere un partito. Buon per loro ed ovviamente un in bocca al lupo sulla riuscita. Tra gli sponsor i sindacati e Lega Coop e poi… basta, ma visti i tempi è già qualcosa.

Tempaccio per l’opposizione, comunque un tentativo è  sempre ben visto. E non manca il ricordo con quella vena di tristezza per un tempo che passando non ritorna.  Tempi dove l’Unità vendeva oltre un milione di copie  grazie ai militanti, i cosiddetti compagni di base. Festa dell’ Unità 1981 a Torino, addirittura la Festa Nazionale dell’Unità. Italia 61 dove si costruì persino  un piccolo borgo con annesso ponte di legno che superava Corso Unità D Italia. Poi il comizio  conclusivo del segretario nazionale del partito comunista italiano. Ancora una volta la potenza organizzativa del Partito, con la P maiuscola. Ancora una volta da tutta l’Italia compagne e compagni ad applaudire il Segretario.
Orgogliosi …ma eravamo già i crisi pur non sapendolo o non capendolo. Otto anni dopo cadde il muro di Berlino. Dopo di allora solo gli ottusi non seppero capirlo. Ora passiamo al Pd e Festa dell’ Unità di oggi. Orgoglio Pd e a Torino 15 giorni dibattiti su tutto, dunque sullo scibile umano… orgoglio più per quello che vorrebbe essere che per quel che è. Ciò che noto è che è un dibattito tutto interno, esponenti del PD o di area Pd. Ciò che manca totalmente sono le politiche delle alleanze. Una parte vuole andare in una direzione un’altra nella direzione opposta… concretamente chi vuole l’accordo con i 5stelle e chi vuole un accordo con Calenda e c. Eterno dilemma da oltre tre anni. Tanto il tempo passa e nulla di concreto avviene. E l’unico momento dove il pd può essere competitivo sono le comunali dove esiste il ballottaggio.
Di fatto il 45 % raggiungibile per essere competitivi è una lontana chimera. Sarà come diceva il nostro vecchio Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat: nulla si può verso il destino cinico e baro. Ma almeno per ora la Schlein non impensierisce la Meloni.
Ci mancavano i 35 liguri ex Pd ora Calendiani nel complicare le cose. Poi fino ad un certo punto visto che la segretaria Pd appariva contenta. Aggiungeva: chi la pensa in questo modo, li c’ è la porta d’uscita. Va beh, contenta lei contenti tutti. Comunque strano modo di preparare le elezioni europee.
Una volta io pensavo  che più voti si prendeva più si poteva dire d’aver vinto.  Pazienza, anche su questo sono decisamente demode’.
Situazione fluttuante? Non saprei. Possiamo dirlo in un altro modo. Fossi uno scommettitore inglese, scommetterei sulla vittoria in Regione Piemonte di Alberto Cirio.
Se poi alle europee il Pd rimane inchiodato intorno al 20% , la svolta a sinistra, almeno per ora non ha pagato. Rimane sicuramente l’orgoglio della appartenenza. Bello fino al romanticismo. Peccato che l’orgoglio non sia una proposta politica.
PATRIZIO TOSETTO

Dei delitti e delle pene

Cesare Beccaria, ma pare più verosimilmente Pietro Verri, già nel 1764 analizzò nel saggio “Dei delitti e delle pene” le pene irrogate nella società all’epoca.

E’ palese che il concetto di reato, e più in generale, di infrazione sia estremamente legato all’epoca ed alla latitudine in cui la pena è prevista: tutt’ora nel Vermont una moglie deve chiedere il permesso al marito per indossare la dentiera mentre nel Massachusetts è illegale per la donna stare sopra l’uomo durante un rapporto sessuale; nell’Arkansas è tuttora vigente una legge, promulgata nel 1800, che attribuisce al marito il diritto di picchiare la moglie, ma solo una volta al mese ed in Arizona è illegale detenere più di due vibratori in casa. Risulta chiaro che tali leggi, non ancora abrogate difficilmente trovino applicazione.

Pensiamo soltanto alla pena di morte, da noi soppressa una prima volta nel Granducato di Toscana nel 1786 e poi, definitivamente, con l’entrata in vigore della nostra Costituzione il 1° gennaio 1948 (l’ultima sentenza fu eseguita 5 marzo 1947, a La Spezia, con la fucilazione di Emilio Battisti, Aurelio Gallo e Aldo Morelli, condannati a morte per crimini commessi durante la Repubblica Sociale Italiana).

O, ancora, pensiamo ancora al “delitto d’onore” ed al “matrimonio riparatore” cancellati dal nostro codice penale il 5 settembre 1981che, fortemente sbilanciati a favore del maschio, erano di fatto un’assoluzione a priori per reati che ora sono invece sanzionati in modo pesante: per il primo si è passati dalla non punibilità all’aggravante del legame di parentela.

E che dire dei reati, ormai cancellati dal codice penali fin dalla fine degli anni ’60, di “adulterio” e di “concubinato”?

A mio parere, però, vi sono reati che, pur essendo universalmente considerati tali, sarebbero da punire in modo diverso, e non mi riferisco alla maggior severità della pena ma al maggior effetto deterrente.

E’ di questi giorni la proposta al vaglio del Governo di vietare il cellulare ai minori condannati per gravi reati: al di là dell’applicabilità di tale pena (qualche amico presterà loro il telefono) è evidente che il telefono sia diventato una prolunga del nostro corpo, un oggetto senza il quale non usciamo al punto che il legislatore, cercando una punizione che sia veramente tale e, al contempo, sia dissuasiva nei confronti della reiterazione del reato sceglie questo mezzo. Tra uscire e non messaggiare o telefonare, la seconda ipotesi sembrerebbe la più efficace.

Perché mandare in carcere chi è concusso, chi avvalendosi del proprio status di pubblico ufficiale lucra ai danni dello Stato, quindi di tutti i contribuenti? Molto meglio la confisca di tutto ciò che ha acquisito illecitamente, magari anche dei beni (mobili ed immobili) posseduti fuori dal reato, interdizione perpetua dai pubblici uffici (così non potrà reiterare il reato) introducendo, come sanzione, l’inidoneità alla funzione dirigenziale anche nel settore privato, il divieto di apertura della partita IVA ecc.

Sicuramente essere poveri non è piacevole, ma è molto più spiacevole essersi arricchiti e tornare nuovamente poveri per effetto di una condanna.

Il nostro ordinamento considera il carcere come un luogo ove il detenuto non soltanto sia punito per il reato commesso ma venga rieducato affinché non commetta più (gli stessi?) reati; è evidente che questo nobile intento dei nostri Padri costituenti, che all’art 27 della Costituzione hanno precisato che la condanna deve tendere anche alla rieducazione, sia purtroppo disatteso per motivi quanto mai variegati: mancanza di strumenti formativi, sovraffollamento delle strutture, carenza di personale di sorveglianza, taglio dei costi e così via.

Poiché sono convinto che prevenire sia più costruttivo che combattere, credo che un deterrente sia meglio che una punizione. Io sono in contatto epistolare con alcuni detenuti in alcune prigioni degli USA ed ho insegnato nella Casa circondariale di Torino  e vedo la sostanziale differenza tra i due sistemi penitenziari; in Italia, data la non certezza della pena, i tempi giudiziari lunghi che possono portare alla prescrizione del reato (tranne l’omicidio, per il quale la prescrizione non esiste) e la speranza tipicamente nostrana di non essere beccati, il carcere non viene visto con quella gravità come, invece, avveniva qualche decennio fa.

Ritengo, pertanto, che sarebbe il momento di rivedere nel suo insieme tutto il sistema giudiziario e penitenziario: avete presente quando, a naja, commettevi un’infrazione al Codice di disciplina, venivi consegnato con CPR (Camera di Punizione di Rigore) e, al termine della naja, dovevi scontare ancora i giorni trascorsi in CPR? Ecco, era un ottimo sistema per non sbagliare. La CPR venne abolita nel 1978 quando altri istituti vennero creati a tutela di tutto il personale militare. Dimenticavi di salutare per primo un superiore o, come previsto dal 2° comma dell’art. 27, non rispondevi al saluto? A seconda dell’umore del superiore (e dal suo carattere) per 2-3 giorni non andavi in libera uscita, dimenticandoti cinema, pizza, ragazza, pub e così via.

Ora è all’esame del parlamento un provvedimento che dovrebbe riguardare tutti i giovani, in particolare per normare diversamente le sanzioni per violenza sessuale, baby-gang, ecc; in attesa di visionare il DdL spero di poter produrre per tempo alcuni emendamenti che, andando nella direzione prevista dalla nostra Carta costituzionale, da un lato reprimano la condotta deviata e, al contempo, rieduchino i giovani ad un corretto comportamento nella società.

Sergio Motta

Franchino er Criminale: I tramezzini torinesi? Bocciati!

Con un video pubblicato mercoledì 6 settembre, Franchino er Criminale, noto youtuber romano, stronca Torino e i suoi tramezzini.

 

I tramezzini di Torino? NCSP: Non ci siamo proprio. A dirlo è Franchino er Criminale, al secolo Alessandro Bologna, youtuber romano che da danni è un punto di riferimento per i giovanissimi, mio nipote compreso. Ha un seguito di 377 mila iscritti su Youtube, 216 mila su Instagram e 211 mila su Tik Tok. I suoi video ricevono migliaia di visualizzazioni. Solo quello su Torino, di cui parleremo fra poco, ha totalizzato più di 130 mila visualizzazioni nelle prime dieci ore di pubblicazione.

 

Ma cosa fa Franchino er Criminale? Va in giro per bar, ristoranti, trattorie, mangia o compra cibo da asporto, lo paga e poi lo recensisce. Le sue critiche considerano i prodotti, la cottura, il servizio e il rapporto qualità/prezzo. Spesso va a provare locali suggeriti dai suoi stessi follower. Franchino er criminale non ha paura di spendere bene per mangiare e bere, ma ha un occhio di riguardo per il cibo da strada, soprattutto per quello che consumano i ragazzi, magari universitari e dunque più attenti al portafogli. I modi sono quelli da borgataro, come si dice a Roma, ma le critiche sono ben argomentate e sottolineate dal fatto che sono sue opinioni.

Ma veniamo al disastro torinese. Franchino chiede ai suoi follower dove mangiare un buon tramezzino a Torino. I follower rispondono e lui parte alla volta della “ex capitale”. Qui trovate il video integrale del tour per trovare il tramezzino migliore. Franchino si reca in 4 posti diversi e ordina due tramezzini.

 

La prima tappa che fa è “dove il tramezzino è stato inventato”, ovvero da Mulassano che riceve uno zero su tutti i fronti. I due tramezzini sono secondo lui immangiabili. Il primo è farcito da una battuta di pomodorini insapore mentre il secondo contiene uno strato di burro e tre alici che Franchino associa a quelli “della grande distribuzione, presi alla Metro”. Il pane sarebbe immangiabile e il prezzo, 4 euro a pezzo, inaccettabile. E c’è pure il mistero dello scontrino che Franchino dice di non aver visto o forse di aver dimenticato nel locale. Lo youtuber ci tiene a specificare che è disposto a pagare anche di più ma, da chi ha inventato il tramezzino, si aspetta una farcitura degna di un panino gourmet.

 

 

La seconda tappa è al franchising Trivè dove trova il tramezzino con la gobba, tipico del Veneto. Ne prende uno al pollo che definisce insapore e uno con mortadella e pistacchio. I prezzi sono ancora più alti, la qualità migliora leggermente ma il voto si alza di poco. Il pane sarebbe industriale e “moscio” e il locale si becca un bel tre. Franchino mostra inoltre fastidio per prodotti che lui definisce “da foodpornari”, storpiando un noto hashtag di Instagram, #foodporn, usato per foto di cibo bello da vedere ma talvolta un po’ troppo fantasioso. Quella mortadella al pistacchio, spesso con aggiunta di burrata, è un accostamento tanto modaiolo quanto poco apprezzato da chi, come lui, ricerca tradizione e veridicità in cucina. Insomma, Franchino er Criminale vuole la roba buona e vera, non le invenzioni acchiappa foto.

 

Trivè è una start up tutta torinese fondata da Ivan Daniele che ha ideato un locale aperto tutto il giorno e tutti i giorni, per servire prodotti diversi nei diversi momenti della giornata. Dalla colazione all’aperitivo. Lo raggiungo al telefono e, come intuibile, alle critiche e ai modi di Franchino non ci sta.

 

“Quando siamo partiti abbiamo fatto una ricerca e abbiamo constatato come il panino più veduto fosse il tramezzino. Noi abbiamo ripreso il tramezzino veneziano, lo abbiamo ingrandito e riproposto con farciture diverse. Quindi per prima cosa vorrei far notare che il prezzo è proporzionale alle dimensioni.

 

Vorrei far notare che Franchino vorrebbe pagare 1.50 euro un tramezzino come se fosse a Roma, ma il caro vita a Torino è superiore e ne va tenuto conto. Il food cost del tramezzino, anche solo con prosciutto e mozzarella, per noi supera l’euro e cinquanta, venderlo ai prezzi che dice lui è per noi impossibile.

 

Non solo, il gusto è dettato dalle richieste dei clienti. Uno dei panini più venduti è con avocado e salmone. I nostri tramezzini sono diventati famosi perché sono i nostri clienti ad averne decretato il successo. Io non penso che tutti i nostri clienti siano stolti. Non metto in dubbio le sue competenze culinarie, accetto le sue opinioni ma non i suoi modi. Dicendo che il pollo non sa di nulla, significa che i nostri clienti non capiscono nulla. Prepariamo 60 kg di pollo a settimana perché piace ai nostri clienti. Noi siamo partiti con un locale in via Amendola e ne abbiamo aperti altri proprio per il successo ottenuto.”

 

Quello che Ivan Davide mette in luce è quanto sia ingiusto paragonare Torino a Roma. Chi vi scrive ha la famiglia nella capitale e può testimoniare quanto fare la spesa al supermercato sia più oneroso a Torino.

 

Il tour di Franchino prosegue con critiche alla GTT e alle buche per strada che rendono Torino più simile a Roma, afflitta dagli stessi problemi. E su questo alzo le mani: a lamentarci di GTT e buche siamo in tanti anche a Torino.

 

La terza tappa è corredata da nuova delusione. Tramezzino Torino, questo il locale in Via Fratelli Calandra, è chiuso nonostante l’orario segnalato su Google e sulla vetrina. Ad ottenere la promozione sono Zucca e il Bar D’Acaja, quest’ultimo non in centro.

 

I Torinesi sembrano non averla presa molto bene e in effetti sulla pagina Facebook della Stampa Franchino viene sommerso da insulti che in alcuni casi sfociano nel diffamatorio. Le accuse vanno da “quali competenze ha per criticare” a “è stato in galera ed è dedito alle scommesse”. Dalla sua pagina Instagram Franchino smentisce dicendo di avere la fedina penale pulita e minaccia di intraprendere, giustamente, provvedimenti legali.

Come sempre succede nel web c’è chi difende i locali e chi difende Franchino, tanto da andare su Google e riempire la pagina di Mulassano di recensioni negative senza esserci mai entrato. A chi giova questa sassaiola virtuale?

 

Prova a mitigare i toni Maria Luisa Coppapresidente di Ascom Confcommercio di Torino e Provincia che ci ha dichiarato: “Da anni il tramezzino è un punto di forza di Torino. Non faccio nomi, ma credo che prima di lanciare negatività tipiche del digitale bisogna ragionare e capire cosa è successo. Non metto in dubbio che Franchino sia un bravissimo youtuber ma magari ciò che ha assaggiato non incontra il suo gusto. Accetto la critica ma resto della mia opinione e invito tutti a tornare da Mulassano e a scoprire anche altri luoghi in città”.

 

 

Ma tiriamo le somme. Franchino ha ragione nelle sue critiche? Sì, sono appunto le sue opinioni, come lui stesso ripete durante tutto il video. Possiamo prendere queste critiche come spunto per migliorare? Io dico di sì. A tutti sarà capitato di mangiare in un locale e di non trovare prodotti di qualità o piatti bene serviti. Cosi come può capitare di assaggiare qualcosa che non rientra nei nostri gusti ma fa impazzire qualcun altro.

 

Mi associo al pensiero di chi dice che il caro vita è maggiore rispetto a centro e sud e i prezzi possono per tanto aumentare.

 

Ma può anche succedere che un locale abbassi la guardia e, per motivi che non staremo ad analizzare, abbassa la qualità di ciò che propone. Questo non va bene e non aiuta Torino e la sua vocazione turistica. Nell’era di internet ogni cliente è un potenziale Franchino er Criminale, con vasto seguito ed eco mediatica. E andrebbe servito al meglio. Come va servito al meglio ogni turista in visita in città. Forse bisognerebbe fare tesoro degli spunti che ha fornito, seppur dolorosi. Insomma, consideriamo quello di Franchino come uno di quei ceffoni pieni d’amore che ti aiutano a crescere. Lo youtuber ama mangiare bene e fa male sentirgli dire che “è deluso dalla città che ha inventato il tramezzino”.

 

Su una sola cosa non mi sento di appoggiare lo youtuber. Mulassano emette sempre lo scontrino. Ha persino un rituale ben preciso, quello della ruota per decidere chi paga. Se la ricevuta non è stata emessa potrebbe essere stata una dimenticanza. Tutti sbagliamo, non sbaglia solo chi non lavora.

 

Loredana Barozzino

A Torino il primo master per esperti nella progettazione a sostegno delle persone con disabilità

È previsto per il mese di marzo 2024 l’avvio del master in “Esperto/a in progettazione personalizzata e partecipata in attuazione della Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità (CRPD)”, organizzato dal Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino.

Finanziato da Fondazione Time2, il master è l’unico in Italia dedicato alle nuove figure di sostegno ed è il primo realizzato a livello nazionale per formare esperti nella progettazione personalizzata e partecipata in sostegno al progetto di vita delle persone con disabilità, rispettosa della convenzione ONU per i diritti delle persone disabili (CRPD).

Il nuovo percorso di studi prevede 35 posti ed è stato co-progettato con la Fondazione Time2, fondazione creata da Antonella e Manuela Lavazza.

Il master nasce in seguito all’approvazione della legge 227/21, intitolata “Delega al governo in materia di disabilità”, che promette di avviare un cambio di passo radicale nei confronti della conquista della cittadinanza delle persone con disabilità. Attraverso questa legge l’Italia si prepara a mettere in campo una riforma profonda dei servizi rivolti alle persone disabili, volta a superare in modo deciso assistenzialismo, custodia e istituzionalizzazione e rendere esigibili i diritti descritti dalla Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità.

 “Per attuare la riforma in arrivo e rispondere alla richiesta sempre più pressante che viene dalle persone con disabilità e dalle loro famiglie, così come dagli operatori più attenti, è necessario formare professionalità nuove; servono professionisti capaci di lavorare sui contesti per rimuovere le barriere che oggi impediscono alle persone con disabilità di partecipare al mondo di tutti. Il master, che vanta fra i propri docenti i più qualificati esperti nazionali sul tema, si propone di accompagnare la riforma dei servizi che discenderà dai decreti attuativi della 227/21 che sono in approvazione. L’istituzione del Garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità, approvata dal Consiglio dei ministri nelle scorse settimane, è il primo dei grandi cambiamenti in arrivo. Gli operatori e le operatrici che il master formerà saranno in grado di accompagnare le proprie organizzazioni nella riorganizzazione: passo necessario per adeguare i servizi al mandato di cittadinanza piena per tutti e tutte che la Convenzione ONU ci prescrive”, ha dichiarato la Prof.ssa Cecilia Marchisio, membro della commissione redigente i decreti attuativi e direttrice del master.

‘’Fondazione Time2 da tempo ha intrapreso un percorso di ricerca su gli strumenti migliori per favorire il passaggio all’età adulta di giovani con disabilità. E’ una fase della vita difficile per chiunque, ma per i giovani con disabilità lo è di più, anche perché sono ancora dominanti modelli culturali che guardano alle persone con disabilità come a ‘quasi cittadini’, cui in fondo è preclusa la possibilità di aspirare ad un progetto di vita realmente personale e partecipe dei contesti di vita di tutti. La Convenzione Onu e le normative che ne derivano, tra cui la legge 227/2021, invece ci chiedono di cambiare e fare spazio ad un’idea di società non discriminante, realmente inclusiva perché capace di offrire sostegni personalizzati, necessari per realizzare le aspettative e i progetti di vita delle persone con disabilità. Il master risponde alla necessità di aggiornare le competenze degli operatori e di chi organizza i servizi per le persone con disabilità. E’ uno dei tasselli fondamentali del cambiamento che Fondazione persegue.’, dichiara Samuele Pigoni, Segretario Generale di Fondazione Time2.

Il nuovo percorso di studi, del valore di 60 crediti e della durata di 18 mesi, prevede 35 posti.
Il costo è di 2.700€, ma sarà parzialmente coperto da 35 borse di studio del valore di 2000€ ciascuna, offerte dalla Fondazione Time2. Pertanto, il costo effettivo per ogni partecipante sarà di 700€.

Alcuni docenti del Master:

  • Cecilia Marchisio – Direttrice del corso
  • Natascia Curto
  • Ciro Tarantino
  • Nerina Dirindin
  • Aurelia Rivarola
  • Ranieri Zuttion

Per ulteriori informazioni: https://fondazionetime2.it/master/

Nata nel 2019 per volontà di Antonella e Manuela Lavazza, Fondazione Time2 lavora sui contesti e sulla loro accessibilità e lo fa insieme alle persone e alle organizzazioni con l’obiettivo di promuovere una cultura che favorisca i diritti dei giovani con disabilità di costruire il proprio progetto di vita indipendente e partecipare al mondo di tutte/i, senza forme di discriminazione o separazione.

Prendendo come riferimento culturale e valoriale la Convenzione ONU per i Diritti delle persone con disabilità (2006), Fondazione Time2 si discosta dal tradizionale approccio di cura e assistenzialistico per adottare un ruolo operativo, erogativo e culturale volto a favorire la partecipazione e il protagonismo delle persone con disabilità, sulla base dei

principi di autodeterminazione e di uguaglianza.

Per questo Fondazione Time2 realizza programmi operativi, culturali ed erogativi con un approccio collaborativo e orientato al cambiamento dei contesti di vita dell’intera società.

 

Dead drops, il social network murale

Un’idea del tedesco Aram Bartholl per scaricare e caricare gratis file di ogni genere (o quasi).

Parola d’ordine? Condividere. E’ questo l’obiettivo del progetto social di Aram Bartholl, un artista concettuale tedesco, divenuto famoso per Dead Drops, una iniziativa che permette lo scambiogratis di diversi file, dai manifesti politici alle poesie o alla musica, attraverso una semplice usb installata all’interno di una parete e quindi decisamente accessibile. Bartholl e’ conosciutoanche per la realizzazione di Maps ovvero installazioni dei celebri “segnaposto” di Google Maps e per Forgot your password un libro che raccoglie in ordine alfabetico quasi 5 milioni di password “rubate”da Linkedin.

Oltre a poter caricare e scaricare file di qualsiasi tipo (con dei divieti per alcune categorie come quella pornografica) questa iniziativa puo’ essere diffusa da chiunque abbia voglia e possibilita’ di murare una chiavetta con le modalita’ previste dal progetto, dotata dei file Readme.txte deaddrops-manifest.txt“, e di segnalare la sua posizione al fine di aggiornarne la lista che e’contenuta insieme alle istruzioni nel sito http://deaddrops.com.


La creazione di questi “contenitori urbani di files” ha avuto un grande successo sin dai primi 5 installati nell’ottobre del 2010 a New York tanto che oggi sono almeno 1700 sparsi in tutto il mondo e rintracciabili nel sito web del progetto;  grazie a questa diffusione e’ nato un vero e proprio movimento che ha come obiettivo quello della liberta’ d’informazione e di tracciare un“cammino verso il cambiamento”, come recita il suo manifesto.

Prima di decidere di partecipare attivamente al progetto si raccomanda di leggere il suo programma per comprenderne gli obiettivi, ma anche le istruzioni che suggeriscono per esempio di sigillare la chiavetta USB prima di murarla, di assicurarsi che il muro abbia un aspetto curato e gradevole e di scattare qualche foto da inviare insieme alla posizione.

Liberate i vostri file nel cemento! Dead Drops” è una rete anonima, offline, di condivisione di file peer to peer nello spazio pubblico” dice il sito del progetto. Una iniziativa molto creativa e interessante che permette lo scambio di informazioni gratis, la condivisione di contenuti interessanti e nuovi per chiunque voglia partecipare, una fruizione inclusiva e libera di musica, poesie, immagini, un modo per acquisire ed elargire  dati senza limite.

MARIA LA BARBERA