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Youung Divercity a Settimo

Due giornate ricche e arricchenti, quelle che hanno caratterizzato la seconda edizione di Young Divercity

Dal confronto tra giovani e decisori politici sono moltissimi gli spunti che sottolineano l’importanza di alcuni temi come la costruzione di una scuola dignitosa, la necessità di spazi (di espressione o sportivi) per il proprio benessere psicologico, la ridefinizione di spazi già esistenti ma a misura di giovani come quello di Biblioteca Archimede o del Centro Famiglia .

Tanti anche i focus ricorrenti come l’importanza della socialità, di una comunicazione più efficace, ma anche di una facilitazione per una partecipazione più attiva dei giovani alla città, ad esempio nella creazione di eventi.

Grazie a coloro che hanno preso parte a questi giornate, dimostrando come i/le giovani possono portare una voce e essere un motore di cambiamento per la città

A cura di Centro Studi Sereno Regis Orso CooperativaSociale Comune di Settimo Torinese
Co-finanziato dall’Unione Europea

(Facebook Informagiovani Settimo)

#youngdivercity
#youngdivercity2ndedition
#partecipazioneattiva
#settimotorinese
#giovani

A “Parla con Me” tecnologie 4.0, digitalizzazione e intelligenza artificiale

Nella puntata del 21 dicembre

 

Il 21 dicembre 2023, dalle ore 18:00 alle ore 19:00, andrà in onda la seconda puntata della quinta edizione di “Parla con Me”, condotto da Simona Riccio, Agrifood & Organic Specialist e fondatrice della trasmissione, che si concentra sull’agricoltura di precisione, l’industria 4.0, la digitalizzazione, l’intelligenza artificiale e l’innovazione all’interno del sistema agroalimentare.

Ospiti della puntata del 21 dicembre saranno Cristiano Spadoni, Project Development e Leader Image Line e Reporter Agronotizie; Salvatore Filippo Di Gennaro, ricercatore presso il CNR IBE (Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto per la BioEconomia); Francesco Civolano, tecnico agronomo e analista dati presso Ifarming srl. Image Line si occupa di servizi Internet, banche dati e soluzioni informatiche per l’agricoltura. Completano il panorama di portali informativi e banche dati appartenente a Image Line, agronotizie.it, il portale aggiornato quotidianamente e dedicato all’innovazione e all’agricoltura. Il CNR svolge attività di ricerca in ambito di agricoltura di precisione e field phenotyping. Hanno esperienza di acquisizione in analisi di dati telerilevati da piattaforma UAV e di parametri microdinamici da reti di sensori wireless per lo studio della variabilità spaziale e temporale della risposta ecofisiologica e produttiva delle colture. Ifarming è una Start-Up innovativa che promuove una agricoltura di precisione sostenibile, accessibile e remunerativa, riutilizzando le più moderne tecnologie sviluppate grazie alle potenzialità dell’IoT (intelligenza artificiale).

Parla con Me sarà trasmesso in diretta sulla pagina Linkedin Top Voices e sul profilo Facebook di Simona Riccio, oltre che sul canale Youtube della trasmissione.

La missione di Parla con Me si estende al coinvolgimento dei giovani promuovendo un cambio generazionale in un mondo che richiede sostenibilità e leggerezza.

Per ulteriori informazioni, consultare il sito www.parlaconmeofficial.it

 

Mara Martellotta

Charlie Brown, Snoopy & company … quelle poetiche “strisce” immortali

Cuneo dedica una “mostra immersiva” all’opera di Charles M. Schulz, il più grande cartoonist del XX secolo

Fino al 1° aprile 2024

Cuneo

“Se poesia vuol dire capacità di portare tenerezza, pietà, cattiveria a momenti di estrema trasparenza, come se vi passasse attraverso una luce e non si sapesse più di che pasta sian fatte le cose, allora Schulz è un poeta”: così scriveva Umberto Eco nell’introduzione alla prima raccolta in italiano dei celebri “Peanuts” (“Arachidi”), fra i fumetti più popolari di tutti i tempi, creature immortali di Charles Monroe Schulz(Minneapolis, 1922 – Santa Rosa 2000), “autore della più lunga storia illustrata mai raccontata nella storia dell’umanità”. “Le 17.897 strisce e tavole pubblicate dal 2 ottobre del 1950 al 13 febbraio del 2000 sono una tenera, a tratti feroce seduta di autoanalisi: la terapia di un fumettista rimasto fanciullo che si confronta con il mondo, gli affetti le relazioni con gli altri e gli slanci di fantasia”: il tutto abbondantemente condito da toccanti suggestioni di ingenua “poesia” messa su carta in forma di parole e disegni.


Federico Fiecconi
, giornalista, esperto dell’“immaginario disegnato” (inviato speciale a “Cartoonia e dintorni” per diverse testate, all’attivo oltre 300 reportage, pubblicazioni e interviste) con queste sue affermazioni si pone in linea con le parole di Eco e, ancora una volta dimostra, la piena “venerazione”  portata avanti per tutta la vita per quel “genio gentile” di Schulz che ebbe modo di intervistare per la prima volta, nei primi anni ’80, nel suo studio in “One Snoopy Place”, a Santa Rosa, nella California del Nord. Ed é proprio a lui, al romano Fiecconi (autentica garanzia!) che si deve la curatela della rassegna “Charles M. Schulz, una vita con i ‘Peanuts’. Mostra immersiva nell’opera del più grande ‘cartoonist’ del XX secolo”, ospitata, fino a lunedì 1° aprile 2024, presso lo “Spazio Innov@zione” di via Roma 17, a Cuneo. Promossa da “CRC Innova” e Associazione Culturale “Cuadri” (in accordo con il “Charles M. Schulz Museum” di Santa Rosa), l’esposizione permette ai visitatori di entrare in dialogo con la vita di Schulz (Schulz vedi Charlie Brown) e di immergersi nel mondo ideato dal mitico fumettista: storia, timeline e curiosità vengono raccontate attraverso oggetti, videowall e applicazioni interattive. Uno spazio apposito è anche dedicato ai più piccoliin chiave ludica e interattiva”, interagendo attraverso frasi celebri e disegni.  “La storia di un timido ragazzo di provincia – spiega Andrea Borri, presidente di ‘Cuadri’ – che supera un difficile apprendistato e arriva ad essere il fumettista più pubblicato al mondo può essere di grande ispirazione per le nuove generazioni … Proprio in quest’ottica, i contenuti dell’esposizione sono stati interamente realizzati in inglese ed in italiano, rendendo l’opera di Schulz comprensibile al pubblico più vasto”. Pubblicata quotidianamente per quasi 50 anni, la striscia dei “Peanuts” (il termine venne scelto perché indicava a teatro i posti più economici riservati solitamente ai bambini, ma non piaceva per nulla a Schulz che ebbe a definire la scelta “ridicola e senza senso o dignità”) è apparsa fino alla morte dell’autore su 1600 quotidianiin ben 75 Paesi. E ancora oggi, le repliche (nel suo testamento, Schulz richiese espressamente che non si disegnassero nuove strisce basate sulle sue creature) sono distribuite e pubblicate ogni giorno sui quotidiani di decine di Paesi del mondo: in Italia, dal “Post”. Della popolarità e dell’influenza della “striscia” – nonché dei suoi personaggi più celebri, soprattutto Charlie Brown, Snoopy e Linus – si parlerà, nell’ambito della mostra cuneese in un incontro, programmato per sabato 21 ottobre, ore 18, presso lo “Spazio Incontri” della “Fondazione CRC” (via Roma, 15) , fra Claudio Massari – per trentadue anni agente per l’Italia con la sua “BIC Licensing” dei diritti commerciali dei “Peanuts” – e il curatore della mostra, Federico Fiecconi, di cui già si è detto.

Il 13 febbraio 2000, venne pubblicata l’ultima “striscia” dei “Peanuts”. Esattamente il giorno dopo la morte del suo creatore, Charles Schulz, che affidava a Snoopy il compito di congedarsi dal suo pubblico con queste parole: “Cari Amici, ho avuto la fortuna di disegnare Charlie Brown e i suoi amici per quasi cinquant’anni. E’ stata la realizzazione del mio desiderio d’infanzia. Sfortunatamente, la mia situazione non mi permette più di disegnare una striscia ogni giorno. La mia famiglia non vuole che nessun altro continui a disegnare i Peanuts al posto mio e per questo devo annunciare il mio ritiro. Sono grato ai miei editori per la fedeltà che mi hanno dimostrato in tutti questi anni e ai fan dei miei fumetti per l’affetto e il sostegno che mi hanno dato. Charlie Brown, Snoopy, Linus, Lucy … come potrò mai dimenticarli…”.

Gianni Milani

“Charles M. Schulz, una vita con i ‘Peanuts’”

 Spazio Innov@zione, via Roma 17, Cuneo; tel. 0171/452711 o www.crcinnova.it

Fino al 1° aprile 2024

Orari:dal mart. al ven. 15,30/20; sab. e dom. 9/13 e 15/20

Photo credit: “Charles M. Schulz Museum” e Loris Salussola

Aggiungi un posto a letto

Una certa liberalizzazione dei costumi, viaggiare sempre più facilmente venendo a contatto con culture molto diverse dalle nostre e la disponibilità di materiale esplicito sul web hanno modificato, molto, i costumi sessuali delle persone.

Scopriamo così che presso gli Inuit (eschimesi) è consuetudine prestare la propria moglie allo straniero in segno di accoglienza o che vi sono civiltà dove la famiglia è naturalmente composta da più di due partners.

Basta guardare i numerosi video presenti in rete, da quelli puramente commerciali riservati ad un pubblico di abbonati a quelli divulgativi, spesso realizzati da psicologi e sessuologi, per capire come i costumi sessuali, anche nella bacchettona Italia, si siano modificati verso un allargamento delle vedute, un minor timore verso comportamenti un tempo ritenuti punibili con l’inferno (come se qui stessimo in paradiso).

Pensiamo, ad esempio, al cosiddetto threesome o, per dirla all’italiana, il triangolo che già nel 1978 Renato zero sdoganò con la canzone omonima o al “Pensiero stupendo” con cui lo stesso anno Patty Pravo scandalizzò l’Italia perbenista dell’epoca; da pratica assolutamente bandita e censurabile è diventata nel giro di qualche decennio una esperienza che molte coppie hanno fatto, di comune accordo o su proposta di uno dei due partners, per inserire un po’ di pepe nella relazione di coppia che può risentire spesso della monotonia della routine.

Per mia forma mentis ritengo che nella relazione di coppia non esistano cose possibili e cose vietate a priori, purché fatte di comune accordo, senza violenza, tra persone consenzienti ed in grado di intendere e di volere, e il threesome è una di questa.

Spesso questa pratica viene svolta a senso unico, perché uno dei partner tradizionali si relega o viene relegato dall’altro partner al ruolo di osservatore, passivo (cuckold, letteralmente = cornuto, o cuckquean se donna) anche per impossibilità di soddisfare il/la partner e dunque la coppia diventa di tre elementi, dei quali uno è però puro spettatore; pare, da statistiche affidabili che, complice anche la sindrome metabolica, l’uso smodato di alcool e stupefacenti, lo stress, la disfunzione erettile alla base della maggioranza dei casi sia in costante aumento.

Come ho detto molte volte non sono uno psicologo, quindi non mi occupo di reazioni individuali ad un fenomeno o di motivazioni addotte dal singolo; per mia formazione, preferisco analizzare un fenomeno all’interno della società nella quale si manifestacercando, per quanto possibile, di capire le motivazioni che stanno alla base del medesimo: noia? Voglia di trasgressione? Pura curiosità? Simulazione del comportamento altrui?

Analogamente al threesome, che riveste caratteristiche di saltuarietà, sta prendendo piede il poliamore, fenomeno del quale scrissi su queste pagine nel marzo scorso e che rappresenta una modifica sociale semipermanente della famiglia intesa come nucleo per generare figli, accudirsi vicendevolmente, ecc. Chi viva una simile relazione non ne fa mistero, anche perché è palese per vicini, anagrafe, negozianti di prossimità e rappresenta, fuori da ogni dubbio, una modifica radicale delle abitudini consolidate nei secoli, almeno nelle civiltà maggiormente conosciute; unico limite è la legislazione attuale che non consente la bi- e poligamia.

Messa al bando ogni forma di gelosia, il poliamore è una forma di società familiare innovativa, specie sotto l’aspetto educativo dei figli, economico di contributo alle spese familiari e, proprio per questo, in aumento data la difficoltà di molte persone di arrivare a fine mese da sole.

Non suggerisco mai ai lettori un comportamento piuttosto che un altro, non sponsorizzerò mai un’apertura dei costumi che non sia scaturita dalla volontà dei singoli di farla propria ma mi piacerebbe che ogni giudizio, non solo su simili temi, scaturisse da un’analisi dei pro e dei contro, sentiti tutti gli attori coinvolti, e non fosse sempre solo per sentito dire, per frasi fatte, perché si è sempre fatto così.

L’evoluzione della specie passa anche, e soprattutto, dalla modifica continua dei comportamenti, degli stili di vita e dall’inserimento, nella propria cultura, di elementi derivanti da culture diverse, quando questi siano applicabili e non siano di nocumento.

Abbiamo molteplici esempi di come la nostra cultura stia peggiorando per aver permesso  a culture diverse di entrare prepotentemente nelle nostra (contaminazioni linguistiche, slang, istruzione ridotta a pochi elementi di scarsa utilità, stili di vita distruttivi); perché non provare, liberamente, ciò che può darci piacere, che può aiutarci a superare una crisi, senza preconcetti, senza doversi sempre confrontare con testi sacri di dubbia attendibilità anziché imparare a discernere, da soli, con il nostro intelletto, ciò che è bene da ciò che è male, ciò che danneggia noi o il prossimo da ciò che è, invece, innocuo o, addirittura, costruttivo?

Sarebbe un ottimo esercizio mentale che potremmo poi applicare in moltissimi altri contesti. Mal che vada potremo dire, a ragion veduta “No, grazie, ho già dato”.

Sergio Motta

La Regione contro bullismo e cyberbullismo: finanziati i progetti

41 i progetti approvati dall’assessorato a Istruzione e Merito guidato da Elena Chiorino e presentati dalle scuole del primo ciclo statali e paritarie
IN PRIMA LINEA CONTRO BULLISMO E CYBERBULLISMO: ASSEGNATI 200 MILA EURO ALLE SCUOLE DEL PIEMONTE
I contributi serviranno a realizzare azioni di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo, fenomeni dilaganti che assumono a volte tratti drammatici.
Con le risorse assegnate, è nostra intenzione aumentare le azioni per diffondere la cultura del rispetto in classe. Dal 2020 ad oggi abbiamo già investito oltre 550 mila euro in centinaia di progetti rivolti sia agli studenti che ai docenti nelle scuole della Regione. È mio dovere, prima come madre e poi in qualità di rappresentante delle istituzioni, reagire con fermezza a qualsiasi forma di violenza e alle conseguenze negative che tali fenomeni comportano sul benessere psicologico, sociale ed emotivo delle vittime e dei responsabili. La scuola deve essere un luogo sereno e accogliente per allievi e insegnanti, in cui si rispettano gli altri e se stessi e si promuove la convivenza pacifica. I progetti approvati svolgeranno un compito fondamentale: sensibilizzare i giovani, e le loro famiglie, sugli effetti devastanti provocati da bullismo e cyberbullismo tra cui l’abbandono scolastico, la demotivazione e la depressione. Questi problemi si possono risolvere, o almeno arginare, mettendo in campo azioni e iniziative di sensibilizzazione e di prevenzione” dichiara l’Assessore Regionale all’Istruzione e Merito, Elena Chiorino.
LE RISORSE
200mila euro complessivi è l’importo stanziato dalla Regione per finanziare i progetti. Ogni scuola il cui progetto è stato approvato avrà a disposizione un importo non superiore a 5.000 euro che potrà utilizzare nell’anno scolastico 2023-2024 per svolgere le azioni previste.
I PROGETTI APPROVATI 
31 i progetti presentati dalle scuole statali; 10 quelli delle scuole paritarie. Di questi, 19 sono progetti di scuole pubbliche di Torino e territorio della città metropolitana; 4 progetti dal Cuneese; 3 dall’Alessandrino, 2 dal Biellese, 2 dall’Astigiano, 1 dal Novarese.
Sono 10 i progetti approvati, proposti da scuole paritarie: 6 dal Torinese, 2 dall’Alessandrino, 1 dal Cuneese, 1 dal Novarese.
I CONTENUTI DEI PROGETTI
Ogni progetto dovrà tendere a garantire per ogni allievo lo sviluppo della personalità in un ambiente scolastico sereno. In ambito didattico la scuola dovrebbe favorire un apprendimento significativo in cui lo studente diventi il protagonista attivo, creando occasioni di confronto e di relazione positiva. Sono diversi gli obiettivi dei progetti: prevenire il fenomeno ma anche essere in grado di contrastarlo, affrontandolo secondo un modello di azione volto all’emersione e alla gestione degli episodi di prevaricazione, condiviso dalla scuola nell’ottica della gestione dei conflitti; promuovere la conoscenza di diritti e doveri in internet e delle norme specifiche di contrasto ai bullismi; tutelare e valorizzare la crescita educativa, psicologica e sociale dei minori, proteggendo in particolare i soggetti più fragili; valorizzare il benessere nelle relazioni tra pari; individuare e contrastare gli stereotipi discriminatori, le “etichette”, alla base delle prevaricazioni tra pari; elaborare progetti ispirati al benessere relazionale e alla cultura della legalità in rete con altre scuole e/o con contesti educativi extrascolastici; individuare percorsi alternativi alle sanzioni disciplinari; riconoscere le conseguenze psico – emotive della violenza sulle vittime di bullismo e cyberbullismo.

Salute dei figli a cura di entrambi i genitori in meno di una famiglia su due

I DATI DELL’INDAGINE

In appena il 44% delle famiglie torinesi tutti e due i genitori si occupano della salute dei figli; nella maggioranza dei casi la madre è l’unico caregiver

Il punto di riferimento principale in caso di malattia è il pediatra di libera scelta, con il 57% che vi si rivolge “sempre” o “spesso”

Chi sceglie il pediatra privato dice di farlo per i tempi di attesa minori, la maggior facilità di contatto e la disponibilità a visite a domicilio

La salute dei figli è sicuramente tra le principali preoccupazioni di qualunque genitore. Ma come si occupano concretamente di questo aspetto le famiglie torinesi? Su questo tema si incentra l’ultima indagine dell’Osservatorio Sanità di UniSalute[1], condotto in collaborazione con l’istituto di ricerca Nomisma.

Un primo dato che salta all’occhio è quanto la cura dei figli resti ancora, anche a Torino, una responsabilità prevalentemente materna. Il 97% delle madri interrogate da UniSalute, infatti, dice di occuparsi attivamente – da sole o insieme al partner – della salute dei figli, ad esempio contattando il medico e pianificando i vari controlli. Solo il 47% dei padri, al contrario, dice di gestire questo ambito della vita familiare. Nel complesso, in appena il 44% delle famiglie questa responsabilità è condivisa da entrambi i genitori, con un’evidente disparità di genere che fa gravare questo compito soprattutto sulle donne.

Indipendentemente da chi nello specifico si occupi di questo aspetto, in caso di malattia dei figli il pediatra di libera scelta resta il punto di riferimento, con il 57% delle famiglie torinesi che vi si rivolge sempre (38%) o spesso (19%). Oltre quattro su dieci (41%) si rivolgono però almeno qualche volta a un pediatra privato.

Tra i fattori che spingono le famiglie torinesi a ricorrere a uno specialista privato per la salute dei propri figli, i principali sono i tempi di attesa più brevi, citati dal 39% del campione, la maggior facilità di contatto con il medico, indicata dal 28% degli intervistati, e la possibilità di svolgere le visite a domicilio (22%). Proprio la scarsa disponibilità per visite a domicilio è il principale limite che le famiglie riscontrano nel rapporto col pediatra di libera scelta (citato dal 50% del campione), seguito dalle difficoltà a contattare il pediatra e a prenotare i controlli (43%) e dalla mancanza di disponibilità a svolgere visite nel weekend (30%).

Infine, secondo il sondaggio, le famiglie torinesi preferiscono passare dalla sanità privata anche per alcuni controlli più specialistici: nell’ultimo anno, ad esempio, appena il 13% ha fatto svolgere ai figli una visita oculistica con il servizio pubblico.


[1] Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nomisma a febbraio 2023 su di un campione di 1.200 persone stratificato per età (18-75 anni), sesso ed area geografica con sovracampionamento nelle province di Milano, Torino, Padova, Bologna, Napoli

Natale 2023: arrivano le “Gift cards” del Polo Le Rosine

Dal workshop di “Difesa personale” al seminario “Pronto soccorso fisco”: una vasta gamma di proposte per regalare un’esperienza formativa divertente e personalizzata nel nuovo Polo artistico e culturale di Torino, in via delle Rosine 11.

Per le feste natalizie, il Polo Le Rosine presenta le “Gift Cards” dei corsi, che già sostengono le prime attività sociali dell’Istituto: è stato infatti avviato a fine novembre il Punto di Ascolto per Donne in Difficoltà, che prevede un ciclo di colloqui individuali gratuiti con una psicoterapeuta.

Attraverso le Gift Cards si può regalare un’esperienza formativa divertente e utile, scegliendo fra tanti corsi, workshop e seminari nati per soddisfare interessi e passioni diverse.

Visto il successo riscosso, riparte il workshop “Public speaking”, che in due incontri fornisce gli strumenti per parlare bene, con sicurezza e dare il meglio di sé anche quando si parla in pubblico, utile per chi deve sostenere colloqui di lavoro, prove di esami, concorsi, intervenire in convegni o presentazioni pubbliche.

Pronto soccorso fisco” è invece un breve ciclo di seminari che mira spiegare come affrontare le richieste del fisco per omessi pagamenti, dichiarazioni mendaci, accertamenti o semplici verifiche, tramite gli strumenti di legge che ci consentono di evitare un contenzioso oppure, se necessario, di instaurarlo.

Ai nastri di partenza anche “Difesa personale” o Advanced Self Preservation for Women (A.S.P.W): un workshop pensato e sviluppato dal Maestro Matteo Brianti appositamente per le donne. Il metodo insegnato prevede l’applicazione delle migliori tecniche di difesa estrapolate dal karate Goju-Ryu, dal Kali filippino, dal Jujitsu brasiliano e dal Kobudo. L’obiettivo del workshop non è far diventare le partecipanti delle lottatrici esperte in poche lezioni, ma quello di fornire strumenti efficaci per fronteggiare situazioni spiacevoli e/o di pericolo (pacchetto di 10 ore: 5 incontri di 2 ore ciascuno)

Rilassamento sonoro” è un ciclo di quattro seminari, durante il quale la docente di musica e canto Elisa Spizzo guiderà gli allievi a rilassarsi tramite l’ascolto della musica, la respirazione diaframmatica e la scrittura creativa.

Rivolto a ragazzi dai 12 ai 15 anni, “Costruiamo il personaggio” è invece un workshop di una giornata intera, che mette in luce le potenzialità espressive di ogni partecipante, leggendo e interpretando alcune scene di un’opera teatrale importante e divertente. Infine, “Ascolta il suono della tua voce e capirai chi sei” è un seminario collettivo della durata di 5 ore, per esplorare le nozioni di base sul funzionamento dell’apparato vocale e al buon uso della voce. Al termine del percorso teorico, i partecipanti avranno diritto ad un’analisi vocale, in cui riceveranno indicazioni per lavorare al meglio sul suono della propria voce.

Ci sono anche: workshop teatrali per bimbi dai 6 agli 11 anni, workshop per usare al meglio gli strumenti del web e i social media, workshop di pittura, di calligrafia, di conversazione in lingue straniere, di canto, di fotografia, seminari di psicologia e da gennaio apre il Book Club per gli appassionati della lettura.

“Se non si sogna in grande, si sta solo dormendo” è lo slogan del nuovo Polo culturale artistico delle Rosine, che nasce da un’idea del Direttore generale, Massimo Striglia, e il cui coordinamento e la direzione artistica sono stati affidati all’attrice, scrittrice e drammaturga Sara D’Amario, che mette a servizio dell’Istituto 30 anni di esperienza nel mondo dello spettacolo e della cultura.

Nel nuovo Polo artistico ci sono corsi di dizione, di teatro in italiano, inglese e francese per principianti e amatori di tutte le età, corsi di perfezionamento per professionisti e per chi vuole prepararsi all’ingresso nelle accademie nazionali, corsi di calligrafia, di lingua inglese e francese, di pittura, canto, cucito 4.0, con lezioni dedicate a riparazioni sartoriali, a creazione di accessori e al “re-fashion”. Sono previsti anche workshop di sviluppo delle life skills e Public Speaking, per tutti coloro che interagiscono con il pubblico, insegnanti, impiegati, manager, liberi professionisti, responsabili commerciali. E ancora: seminari di storia del cinema, di criminologia, di medicina olistica e di assistenza fiscale.

Per maggiori informazioni sulle gift cards, dettagli su corsi, workshop, seminari, date e prezzi: https://www.lerosine.it/gift-card/

Una festa per i volontari civici torinesi

Una grande festa del volontariato quella che ha visto protagonisti  nei giorni scorsi nella sala del Teatro Ragazzi e Giovani in corso Galileo Ferraris circa 220 volontari di tutte le età, tra Senior civici e i Giovani per Torino, che ogni anno offrono il loro contributo per tantissime attività organizzate dalla Città di Torino, enti e associazioni.

A salutarli e ringraziarli per l’impegno profuso nella cittadinanza attiva c’erano il Sindaco Stefano Lo Russo e l’Assessora alle Politiche giovanili Carlotta Salerno.

“Vi ringrazio perché, con il vostro impegno, rappresentate Torino– ha detto il Sindaco – una città fatta di donne e uomini, più o meno giovani, che dedicano un po’ del proprio tempo non soltanto a loro stessi ma alla comunità cittadina. Sono convinto che quando si fa attività di volontariato si torna a casa con molto più di quanto si è donato e la vostra presenza così numerosa oggi lo conferma e ne siamo davvero molto contenti”.

Una partecipazione, quella del volontariato civico torinese, in costante crescita, in modo particolare tra i più giovani: sono 7553 le volontarie e i volontari iscritti a Giovani per Torino. Le adesioni, cresciute esponenzialmente dopo la pandemia, hanno contato 1001 nuove iscrizioni soltanto nel corso di quest’anno. E sempre quest’anno oltre un migliaio di questi volontari ha collaborato attivamente ad eventi organizzati dall’amministrazione comunale ed altri enti in molti ambiti, dall’ambiente ai grandi eventi, passando per sport, arte, turismo, informazione.

Medesimo trend anche per i Senior civici che contano 1882 iscritti.
Sono state 204 le nuove adesioni nel 2023. Sempre quest’anno i Senior hanno dato il loro contributo collaborando ad attività in 17 biblioteche civiche, 29 scuole di ogni ordine e grado, 2 progetti di cura “Natura e Ambiente“ e in 10 musei, fondazioni e associazioni.

“La vostra presenza qui oggi testimonia impegno, passione e dedizione – ha aggiunto l’assessora Salerno- e per questo sono davvero molto felice di poter condividere questo momento di festa con voi. Colgo l’occasione per ricordare che tutti possono diventare volontari aderendo ad uno dei progetti del Comune di Torino e la preziosa collaborazione dei volontari è fondamentale in tantissimi progetti e attività dell’amministrazione di cui beneficiano i torinesi e tutto il territorio”.

Piemonte a “misura di famiglia”. Nei Comuni arrivano i Municipality Family Manager

Gli attestati sono stati consegnati questa mattina nel Palazzo della Regione. Le nuove figure, che sono state adeguatamente formate in questi mesi, opereranno nei 11 Comuni piemontesi sopra i 20mila abitanti che hanno ottenuto il finanziamento per il bando «Comuni amici della Famiglia», voluto dalla stessa Caucino e nato grazie al protocollo d’Intesa con la Provincia Autonoma di Trento.
E’ partito operativamente, questa mattina, nella Sala Trasparenza del Palazzo della Regione, con la cerimonia di consegna degli attestati a 27 Municipality Family Manager da parte dell’assessore regionale alla Famiglia, Chiara Caucino, il progetto «Comuni amici della Famiglia», che in Piemonte al momento coinvolge 11 centri sopra i 20 mila abitanti.
Le nuove figure (assessori, funzionari e Consiglieri comunali) hanno completato il percorso formativo in presenza e online e sono pronti a svolgere il loro nuovo ruolo nel contesto del progetto varato lo scorso anno attraverso il protocollo d’Intesa firmato dalla Regione con la Provincia autonoma di Trento.
I nuovi manager hanno conseguito la certificazione grazie a un corso che ha permesso loro di conoscere la metodologia del new public family management, il know-how specialistico e la strumentazione tecnico-amministrativa, la capacità di redigere il Piano famiglia, di supportare il Comune nell’attuazione del Piano stesso, attraverso la valorizzazione e l’attivazione delle risorse presenti sul territorio e di aggiornare annualmente lo stato di attuazione del progetto.
Per selezionare i «Comuni amici della Famiglia» la Regione ha stanziato complessivamente quasi 300mila euro (299mila e 750) per un totale complessivo di 11 Comuni finanziati (requisito fondamentale era avere più di 20mila abitanti).
A maggio, in una prima fase, sono stati stati finanziati i progetti presentati da 8 Comuni:
-ambito provinciale della Città metropolitana di Torino (Comuni di Grugliasco,  Moncalieri e Torino)
-ambito provinciale di Cuneo (Comuni di Bra e Mondovi)
-ambito provinciale di Vercelli (Comune di Vercelli)
-ambito provinciale di Biella (Comune di Biella)
-ambito provinciale di Alessandria (Comune di Tortona)
Successivamente, a seguito di disponibilità di ulteriori risorse, è stato possibile aggiungere, altri 3 Comuni: Casale Monferrato, Venaria e Collegno per un impegno di spesa pari a 79.750 euro.
Per ciascun progetto il massimo assegnabile è stato determinato in 27.500 euro, con un cofinanziamento minimo obbligatorio del 10 per cento da parte dei Comuni stessi.
La certificazione, ai Comuni, è stata rilasciata a seguito di uno specifico percorso che comprende, come colonna portante, l’adozione di un Piano famiglia, per cui sarà determinante la nuova figura del Municipality Family Manager.
Si tratta, come detto, della parte più significativa dell’applicazione piemontese di quel «modello Trento», «sposato» proprio da Caucino, che ha deciso di importare in Piemonte, adattandole, ovviamente, alla differente realtà socio territoriale.
« Quella di oggi è una pietra miliare nel progetto “Comuni amici della Famiglia” – spiega Caucino – in quanto i nuovi Municipality Family Manager rappresentano figure fondamentali per l’attuazione delle azioni concrete all’interno dei Comuni, saranno coinvolti nella concreta co-progettazione e realizzazione degli interventi per le famiglie, nella definizione e nell’attivazione di interventi nell’area ambiente e qualità della vita, con particolare attenzione agli interventi per le famiglie di nuova formazione, nella definizione e attivazione di interventi nell’area della comunità educante e soprattutto nei servizi alle famiglie stesse».
«L’evento odierno – conclude Caucino – non vuole certamente essere un punto di arrivo, ma di partenza, per rendere il Piemonte una Regione sempre più “family friendly” nella speranza che sempre più Comuni – anche grazie al lavoro dei nuovi Manager – possano aderire al progetto e al network nazionale».

Il generale al Lions e il sindaco

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Continuano sul “Corriere della Sera” le polemiche per la cena con conferenza del gen. Vannacci al CRAL comunale organizzata da un Lions femminile. Appare preoccupante che il sindaco Lo Russo si sia mosso per sapere della conferenza  al CRAL, non condividendo egli i contenuti del libro. Non sapevamo che lo Russo avesse interessi culturali che non hai manifestato, ma il suo muoversi in questa occasione suona come una censura nei confronti del CRAL comunale. E’ inaccettabile una interferenza di questo tipo, come è, secondo tradizione, l’attacco volgare e goffo della CGIL all’iniziativa.  Il generale deve essere libero di presentare il suo libro senza che politici pongano divieti preventivi. Escluderei solo le sedi militari per ovvie ragioni, avendo egli in corso una contestazione disciplinare proprio per il libro.

Stefano Lo Russo, sindaco di Torino

Confermo invece il giudizio sul Lions che usa il libro per raccogliere soldi per beneficenza. Un club di donne potrebbe scegliere di meglio. Ma se il sindaco si muove in modo forse poco decoroso, il Lions centrale tace. Tace perché vicino alle idee del generale o perché rispetta le idee del suo club femminile e non vuole interferire? Sono domande a cui si dovrebbe trovare una risposta. La sola idea di usare un libro di quel tipo per fare beneficenza, appare aberrante. La cultura è altra cosa. Come è altra cosa il contenuto del libro del generale che ha scelto di usare la penna come una scimitarra. Donne del Lions, almeno a Natale, siate pacifiche!

PS: i Lions si trovano di norma al CRAL a cena?