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L’ipertrofia dell’ego

A chi non è capitato di incontrare persone che si consideravano Dio e, invece, erano poco più di un manichino che respira?

Periodicamente cerco nuove modelle per i corsi di fotografia che organizzo annualmente e, talvolta, anche fotografi per affiancarmi in alcune attività.

Ed ecco che, tra le molte schede visionate, salta sempre fuori la top model “due camere e cucina” che mette subito le cose in chiaro: “Ho iniziato a posare da poco ed ho ancora molto da imparare. Non poso in TF (sistema di collaborazione dove fotografo e modella lavorano entrambi gratuitamente a vantaggio reciproco, NdA) ma poiché sta diventando un lavoro chiedo di essere retribuita.”

A parte il fatto che dovrebbero mettere almeno alcune foto descrittive del genere che intendono trattare (fashion, glamour, nudo, gothic), per quale motivo uno dovrebbe rischiare fotografando chi non possiede capacità professionali anziché andare sul sicuro con modelle di provata esperienza?

Una volta contattai una di queste non-modelle che nella scheda aveva tre foto, di pessima qualità, e pochissime note personali: le scrissi chiedendo quali esperienze avesse maturato e se potesse inviarmi almeno altre 2-3 immagini dove si vedesse meglio il viso e la figura intera.

La risposta fu sintomatica del disagio mentale che questa ragazza stava attraversando: “Le foto le mando a chi dico io, se ho scritto che sono carina devi fidarti. Per privacy non posso diffondere le mie esperienze.”

Chissà se avrà mai lavorato in seguito?

Allo stesso modo altre modelle, agli inizi della loro “carriera” precisano subito che trattandosi di lavoro effettuano soltanto servizi retribuiti, salvo contraddirsi scrivendo di aver scattato, poche volte, e solo con fotoamatori.

O, ciliegina sulla torta, quando precisano che posano solo dietro compenso ma non rilasciano liberatoria, il che significa che scatto, mi guardo le foto e penso quanto io sia fortunato ad averla potuta fotografare, peccato però non poterla mostrare né usare per lavoro.

E’ palese che molte, troppe, fanciulle pensano che posare per professione sia divertente, gratificante, al contrario del lavoro impiegatizio o della cassiera, faticoso, mal retribuito, a sopportare i malumori dei clienti.

Non pensano, nella loro superficialità, che essere modella di professione sia uno dei lavori più faticosi se svolto bene e se hai la fortuna di diventare qualcuno: tralasciando le modelle che viaggiano nei vari continenti che hanno problemi di jet lag, di lingua, di doversi adattare a clima e alimentazione diversa, anche una modella nostrana deve fare sacrifici continui.

Non fare tardi la notte se l’indomani ha uno shooting, altrimenti sarà distrutta, non bere né mangiare in eccesso se no addio linea, rinunciare a feste, viaggi e feste in famiglia se ti chiamano per posare.

Stiamo parlando di modelle vere, quelle che hanno studiato pose, comunicazione prossemica, che sanno recitare con la mimica; per le altre il selfie allo specchio del bagno è già tanto.

Ma finché ci saranno sedicenti fotografi che scattano con ogni essere che respiri, ci saranno non-modelle che si ritengono bellissime, simpatiche, professionali e che sono in grado di rifiutare il fotografo.

Dulcis in fundo le modelle che citano categoricamente i generi trattati (praticamente tutti quelli “non proibiti”) precisando di non chiedere altro. Salvo poi aggiungere “per quanto non indicato scrivere in privato”.

Sergio Motta

Dalla costellazione del Leone a quella della macchina elettrica

LE MERAVIGLIE DEL CIELO STELLATO…

DI Gianluigi De Marchi *

C’è ancora, nel terzo millennio, chi crede che la vita di ognuno di noi sia condizionata dalle stelle e dai pianeti, che con i loro influssi regolano amore, salute e lavoro (i tre campi in cui tutti vorrebbero sapere in anticipo cosa succederà).

La fideistica convinzione di costoro si basa su fatti inoppugnabili: un nato sotto il segno del Toro (animale focoso) sarà molto attivo, chi è nato sotto il segno dei gemelli (doppi) avrà un carattere inaffidabile e bipolare, e così via.

E quando Marte passa nel nostro segno zodiacale ne subiremo l’influsso negativo, saremo irascibili e litigiosi perché Marte è il dio della guerra; mentre quando passa Marcurio,porremo cogliere favorevoli occasioni perché Mercurio è il dio del commercio…

Ma pensate per un  attimo a questo dettaglio: se gli antichi avessero chiamato il pianeta Marte con il nome Bacco, il passaggio del corpo celeste avrebbe provocato ubriacature collettive? E se Venere si fosse chiamata Diana, non avrebbe condizionato gli amori ma l’esito delle cacce al cervo?

Ma non finisce qui.

Le costellazioni che influenzano i nostri destini sono 12, e prendono il nome dalla fantasia degli antichi che, guardando il cielo stellato, si erano dilettati ad unire le varie stelle formando delle figure più o meno credibili.

Ad esempio la costellazione del Leone è formata da Regolo, Leonis, Algieba, Adhafera, Ras Elased Borealis e Ras Elased Australis, ed ha la forma di un trapezio con una specie di falce sovrastante. Chi le diede il nome vide il leone di Nemea (animale invincibile della mitologia greca ucciso da Ercole in una delle sue celebri “fatiche”). Andate a vederla sul web, sfido chiunque a riconoscere un leone e non  una giraffa…

E guardando la costellazione del Sagittario (formata da Kaus Australis, Nunki, Axilla, Kaus media, Kaus borealis, Al Nasl, Arkab, Rukbat e Albaldah) si vede più una barchetta di carta o una teiera che non il mitico centauro lanciatore di frecce.

Le costellazioni ufficialmente riconosciute dagli astronomi sono 88, ma solo 12 regolano il nostro destino, le altre sono comprimarie i cui influssi contano meno del due di bastoni con briscola denari.

Eppure il grande astronomo Lalande aveva classificato alcune formazioni stellari dalla forma accattivante cui aveva dato nomi come il Gatto, il Cammello e, nell’emisfero australe, l’Ape. Un altro astronomo, Bode,  battezzò invece la Macchina elettrica, l’Officina tipografica e il Telescopio, nomi moderni anziché mitologici.

Niente da fare, non  contano nulla, peccato; perché nascere sotto il segno della macchina elettrica consentirebbe un sacco di risparmi energetici a tutti i fortunati protetti dalla costellazione…

* Giornalista e scrittore

demarketing2008@libero.it

Giorgetto Giugiaro, un compleanno diverso

Un compleanno diverso, che profuma di vita, di coraggio e di quella meravigliosa ostinazione a continuare a scrivere – e riscrivere – la storia.

Il 7 agosto, per molti italiani, segna l’inizio delle ferie: una pausa, un momento di riposo, una parentesi di leggerezza. Ma in Piemonte – e, in verità, in tutta Italia – questa data meriterebbe ben altro rilievo. Perché troppo spesso celebriamo compleanni e anniversari legati al ricordo di chi non c’è più, di chi la vita ci ha tolto. È giusto, è umano. Ma quanto sarebbe importante imparare a onorare anche chi è ancora tra noi? Chi, giorno dopo giorno, con il proprio genio e la propria determinazione, ha plasmato il nostro tempo?

Sappiamo tutti quando è nato Leonardo Da Vinci. Gli abbiamo intitolato la giornata del Made in Italy – un gesto nobile, simbolico, necessario. Ma se iniziassimo a fare lo stesso con chi ha cambiato il mondo nel nostro presente, con chi ha saputo ridisegnare le forme del futuro quando il futuro era ancora un sogno?

Oggi è il compleanno di Giorgetto Giugiaro.
Non un semplice designer, ma il “Designer del Secolo”. Un uomo che con le sue matite e la sua visione ha disegnato il mondo. Le sue linee sono diventate icone, le sue intuizioni simboli del progresso, della funzionalità, della bellezza senza tempo. Non si tratta solo di automobili: si tratta di un modo di pensare. Di un’estetica del vivere, dell’abitare, del muoversi. Di un approccio alla tecnologia e alla mobilità che ha saputo coniugare emozione, accessibilità e rivoluzione.

Pensare che l’estate – quella del 2025 – stava per portarcelo via. Un attimo, una preoccupazione, poi una voce che torna a parlare. Non per sé, ma per la gente. Per quelle donne e quegli uomini che hanno imparato a guidare con una Panda. Per coloro che non si muovono a bordo di auto dai valori esorbitanti, ma che vivono la propria macchina come una compagna indispensabile, un’estensione della propria possibilità di esistere. Per chi l’auto non la ostenta, ma la utilizza. Perché senza di essa non lavora, non si sposta, non vive.

Oggi non festeggiamo solo un compleanno.
Celebriamo la storia italiana nella sua forma più pura: quella che non si ferma, che non si compiace, ma che evolve. Celebriamo la tenacia di un uomo che, a 87 anni, ha ancora voglia di creare, di disegnare, di sorprendere. Un uomo che non ha mai confuso il successo con la fine del percorso, ma lo ha sempre vissuto come stimolo a fare di più, meglio, ancora.

Giorgetto Giugiaro è la prova vivente che la grandezza non sta solo nel talento, ma nella volontà di continuare a mettersi in discussione.
Che la bellezza non è solo estetica, ma è funzione, è accesso, è pensiero democratico. Che la creatività, quella vera, non ha età. Oggi, in questo compleanno speciale, celebriamo la vita di un uomo che ha cambiato le nostre strade, i nostri paesaggi, il nostro modo di vedere le cose. Un uomo che, dopo aver fatto la storia del design, ha ancora “tanta voglia di disegnare”.

Ed è questo che ci insegna, più di tutto: che il tempo non si misura in anni, ma in idee. E che la storia, a volte, si può ancora scrivere con una matita in mano.

Buon compleanno, Maestro!

PIETRO RUSPA

Da Torino al Marocco per un anno di Servizio Civile con Progettomondo

 

 

Biancamaria e Federico sensibilizzano sui rischi della migrazione irregolare

Sono 26 i ragazzi e le ragazze che, in questi giorni, stanno partendo per un anno di Servizio Civile Universale con l’associazione Progettomondo Ets, raggiungendo Bolivia, Perù, Honduras, Marocco, Tunisia e Mozambico.

Tra loro ci sono i torinesi Biancamaria Fasano, 28 anni, che ha appena raggiunto Rabat, e Federico Massaro, 29 anni, che sarà impegnato come civilista per un anno a Béni Mellal.

Un anno fa Biancamaria ha terminato un Master in Cooperazione e Sviluppo, dopo essersi laureata in Giurisprudenza.
Guidata dalla giustizia sociale, si è dedicata a sostenere le persone vulnerabili attraverso il lavoro di volontariato sia all’estero – in Romania e a Cuba – che in Italia.
“Queste esperienze sono state caratterizzate da attività con persone in situazioni di vulnerabilità di tipo socio economico, psicofisico e privazione della libertà personale”, spiega. “La profondità con cui mi hanno coinvolta, ha fortemente plasmato il mio percorso personale e accademico portandomi a questa scelta, che mi vede pronta a una nuova avventura a Rabat”.
Qui Biancamaria parteciperà alle attività di Progettomondo per sensibilizzare sui rischi della migrazione irregolare, e fornire a coloro che aspirano a migrare informazioni dettagliate e opportunità paritarie, al fine di consentire lo sviluppo di alternative decisionali consapevoli e personalizzate, ma anche per supportare le persone che rientrano dall’Europa con una migrazione di ritorno.

“Ho conosciuto Progettomondo direttamente dal bando del Servizio Civile e sono stata attirata principalmente dal suo impegno nella giustizia riparativa, che è stato oggetto dei miei ultimi studi e tesi di laurea all’Università”, conclude la giovane civilista.

Sempre da Torino è atterrato in Marocco in queste ore anche Federico Massaro, che sarà impegnato per un anno a Béni Mellal in attività di sensibilizzazione sui rischi della migrazione irregolare e in supporto ai migranti di ritorno.

Laureato in Relazioni Internazionali all’Università di Torino, Federico ha effettuato varie esperienze sul campo legate a questioni sociali e diritti umani.
“Come volontario dell’Ong Mediterranea Saving Humans ho partecipato a campagne di sensibilizzazione sulle migrazioni e collaborato in un rifugio per migranti al confine francese, entrando a stretto contatto con le difficoltà quotidiane delle persone in movimento”, racconta. “Un’esperienza con l’Ong Yafa Cultural Center nel campo profughi di Balata, mi ha dato l’opportunità di conoscere e approfondire la realtà palestinese, l’agentività della popolazione, e di instaurare legami duraturi. Quest’occasione mi ha aiutato ad affinare una visione decoloniale, attenta alle dinamiche oppressive e securitarie, oltre che a sviluppare competenze di comunicazione interculturale”.

La storica associazione veronese, che da 60 anni svolge progetti di cooperazione internazionale in America Latina, Africa e anche in Medio Oriente, ha formato il gruppo di giovani all’inizio di luglio, preparandoli a partire nel segno della corresponsabilità.

Spiega Agnese Piva, dell’ufficio Servizio Civile di Progettomondo: “Un tempo le persone che si avvicinavano al Servizio Civile erano mosse principalmente da motivazioni legate a un’esperienza personale e di solidarietà, ora fanno questa scelta formativa anche per motivi professionali, per poter entrare nel settore della cooperazione”.

cs

“Il Robot” di De Marchi: l’uomo è conoscenza e sentimento

In un mondo sempre più all’insegna della tecnica e del tecnicismo – possiamo decisamente definirlo “tecnocratico”, visti i ruoli predominanti dell’ideologia e dell’approccio che enfatizzano la competenza tecnica e l’efficienza della robotica e dell’intelligenza artificiale in molti settori lavorativi e non – Gianluigi De Marchi, giornalista e scrittore, ci consegna, con la sua ultima fatica letteraria intitolata “Il Robot”(Amazon), un’opera fresca, contemporanea e originale nel suo essere visionaria e, contemporaneamente, conservatrice romantica del ruolo che da sempre spetta all’uomo: quello di pensare, creare e superare i propri limiti attraverso la conoscenza e il sentimento, talvolta arrivando a perdere il controllo del suo stesso agire. Questa è proprio la riflessione centrale di De Marchi che, come ogni scrittore consapevole, lancia un messaggio potente attraverso la letteratura, ovvero il tenere alta la guardia rispetto alla superficialità indotta dalla percezione di avere tutto sotto controllo e i possibili rischi di manipolazione umana sulla macchina.

Se in “2001 Odissea nello spazio” (il visionario film di Kubrik che la realtà sta ampiamente superando) vi è un taglio di pura fantascienza, ne “Il Robot” di De Marchi vi è un invito al recupero di un’etica nell’utilizzo della conoscenza scientifica e nella sua applicazione che qui si serve del tema contemporaneo, legato alla robotica e all’intelligenza artificiale, come fosse uno strumento per affermare se stesso: come spesso accade in letteratura, la storia diviene il mezzo per evidenziare un avvertimento. Da sempre l’uomo ha avuto bisogno delle storie per tenere insieme il proprio mondo dopo averlo profondamente trasformato. Qui entra in scena il grande mondo delle connessioni tra uomo e natura, uomo e tradizioni e uomo e anima, il concetto di sacro e di sacralità che oggi va perdendosi a favore di qualcos’altro, che ancora non ha nome in quanto non ancora storicizzato.

Attraverso una serie di avvincenti e inquietanti avvenimenti, viene illustrato il modo in cui la tecnologia abbia superato le barriere dell’immaginazione umana, portando a innovazioni che un tempo erano considerate pura fantascienza. In questa vicenda De Marchi ci propone un interessante rivisitazione di concetti “classici” che hanno interessato l’immaginario del Robot sin dalla notte dei tempi.

Da subito viene percepito il potenziale di autoapprendimento di un umanoide, che va oltre la semplice programmazione scientifica. Il Robot sviluppa aspetti emotivi che lo portano a considerare la sua situazione di macchina assoggettata all’uomo e a percepire la razza umana come malvagia. Questo lo conduce a decidere di sterminare l’umanità, nonostante i tanti tentativi di mediazione tra lui e i suoi programmatori.

Mara Martellotta

A Palazzo Civico la registrazione di quattro figli di coppie omogenitoriali

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Si chiamano Lorenzo, Rebecca, Elia e Cecilia. Sono figli di altrettante coppie di mamme che oggi nella Sala Congregazioni di Palazzo Civico hanno firmato insieme al sindaco Stefano Lo Russo il documento per il loro riconoscimento anagrafico come figli di una coppia omogenitoriale.

Per la Città di Torino sono le prime registrazioni dopo la sentenza della Corte costituzionale sulle famiglie arcobaleno dello scorso maggio, che ha riconosciuto a entrambe le madri il diritto di registrate alla nascita figli nati in Italia a seguito di procreazione medicalmente assistita fatta all’estero.

I bambini, che hanno da pochi mesi all’anno di età, erano già stati registrati anagraficamente dalla madre biologica e il documento siglato oggi ha permesso di recepire come genitore anche la madre intenzionale. Da ora in avanti si procederà con la registrazione alla nascita, che potrà avvenire nelle sedi anagrafiche di fronte ai funzionari incaricati, così come avviene per i figli delle coppie eterosessuali.

“È una grande giornata – ha commentato il sindaco Lo Russo – perché finalmente anche i bambini delle coppie omogenitoriali hanno gli stessi diritti degli altri. Abbiamo registrato simbolicamente gli atti qui a Palazzo Civico ma d’ora in avanti sarà possibile farlo in tutti gli uffici anagrafici. in virtù di questa fondamentale sentenza della Corte Costituzionale che ha fatto fare un passo in avanti al nostro Paese in tema di diritti. Il prossimo passo dovrà essere quello del vedere riconosciuto il matrimonio egualitario”.

Presente anche l’assessore ai Diritti, Jacopo Rosatelli che ha ringraziato le famiglie presenti e le associazioni che le hanno supportate in questo percorso: “è stata una fatica, ma la vostra lotta e la vostra testimonianza sono qui a suggellare oggi un momento importantissimo, che vede riconosciuti i vostri diritti e quelli delle vostre bambine e dei vostri bambini”

TORINO CLICK

Il Piemonte all’opera, una storia di uomini e donne

La mostra fotografica e artistica  racconta le eccellenze produttive del Piemonte degli ultimi 50 anni

17 luglio – 5 settembre 2025

Palazzo Lascaris, Galleria Carla Spagnuolo

Via Alfieri, 15 – Torino

 “Il Piemonte all’opera, una storia di uomini e donne” è il titolo della mostra fotografica e artistica, organizzata dal Consiglio regionale del Piemonte e curata da CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia che dal 17 luglio al 5 settembre 2025 anima gli spazi di Palazzo Lascaris, in via Alfieri 15 a Torino, nelle sale della Galleria Carla Spagnuolo.

Un viaggio attraverso cinquanta fotografie provenienti dall’archivio del Consiglio regionale – composto da oltre 200mila immagini digitalizzate – che ritraggono situazioni, persone, talenti legati ad alcune delle tante eccellenze produttive delle otto province del Piemonte negli ultimi cinquant’anni. Nelle sale viene messa in luce la maestria, la cura e la sapienza artigianale di note realtà del territorio, che rivivono attraverso ritratti e immagini dedicate alle loro creazioni: dalla realizzazione dei cappelli Borsalino all’alta sartorialità, dal lavoro delle mondine delle risaie vercellesi e novaresi ai mestieri nei campi, dalla produzione artigianale dei gioielli di Valenza alle numerose sfaccettature delle industrie metalmeccaniche piemontesi, dalla preparazione dei formaggi locali alle più moderne tecnologie di restauro che trasmettono attività e saperi, guardando al futuro.

La mostra vuole essere un omaggio alle persone che hanno lavorato e ancora oggi lavorano in Piemonte, contribuendo a costruire la nostra identità e la nostra economia – dichiarano il presidente del Consiglio regionale Davide Nicco e il vicepresidente Domenico Ravetti –. Le fotografie e le opere d’arte esposte offrono uno sguardo unico sulla nostra storia. Ogni mestiere, ancora di più quelli ‘antichi’, racchiude un’unicità speciale, tramandando segreti e tradizioni che in molti casi, purtroppo, vanno scomparendo. È nostro dovere proteggerli e valorizzarli: in ognuno di essi c’è un pezzetto del nostro patrimonio culturale. Ognuno di essi può aiutarci a dare nuova dignità alle persone che un lavoro lo stanno cercando. Grazie a Camera – Centro italiano per la fotografia, per aver selezionato e valorizzato le migliori immagini dal nostro archivio storico”.

All’alba del nostro decimo compleanno, che festeggeremo da inizio autunno in avanti con mostre ed eventi, siamo lieti di collaborare nuovamente con la Regione Piemonte, e in particolare con il Consiglio regionale – aggiunge il presidente di CAMERA, Emanuele Chieli – per proseguire così sulla strada delle collaborazioni con le istituzioni del territorio, percorso che portiamo avanti dalla nostra fondazione in una logica di scambio creativo e di sinergie culturali”.

Il tema della mostra viene declinato anche attraverso la pittura e la scultura, per un percorso che propone al pubblico numerosi spunti di riflessione attraverso diversi linguaggi artistici e visivi. Nella prima sala della Galleria Carla Spagnuolo sono infatti esposte alcune opere d’arte che fanno parte del patrimonio del Consiglio regionale: tre quadri di Pietro Morando (1889-1980), due di Massimo Quaglino (1899-1982), tre piccole sculture in bronzo appartenenti alla collezione del fonditore Emilio Sperati (1861-1931) ed anche quattro opere in prestito del pittore torinese d’adozione Salvatore Vitale (1945).

Informazioni per il pubblico

Palazzo Lascaris, via Alfieri 15 – Torino

Ingresso gratuito

Orari: lun. – ven. dalle 9 alle 17

Sito: www.cr.piemonte.it

Poesia come impegno civile e richiamo a cambiare stile di vita

GIOVANI AUTORI

Mi chiamo Benedetta, al momento mi occupo di tutela e valorizzazione del paesaggio e nel tempo libero mi dedico a un piccolo progetto di scrittura, #ildiariodipoe. A sei anni ho scritto la mia prima poesia e da allora non ho mai smesso; durante il liceo ho scritto soprattutto della potenza delle emozioni che, come adolescente impegnata nella “faticosa ricerca del significato”, vivevo quotidianamente. Oggi rifletto intorno alla semplicità della vita e, da antropologa specializzata nell’analisi della relazione tra comunità umane e ambiente, indago la precaria condizione dell’antropocentrismo, messo in discussione dai cambiamenti climatici. Credo nel ruolo della poesia come prezioso strumento di impegno civile e presa di coscienza della necessità di un cambiamento del nostro stile di vita.
Benedetta Rigo
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Autunno in collina
Di colline sono i sogni,
con prati verdi e germogli.
E c’è anche la magia
delle foglie che diventano
gialle, rosse:
dai rami si son mosse.
C’è una canzone popolare piemontese che mi hanno insegnato i miei nonni dedicata a una madre che perde la figlia in un naufragio. La figlia stava cercando di raggiungere l’America. Si intitola “Mamma mia, dammi cento lire”.
.
Nell’oceano sui bastimenti
Il Monferrato è
un santo venerato,
un padre obbedito,
un amante amato
e tra le impietose onde
di un religioso silenzio
abbandonato.
Dammi cento lire
che in America voglio andar
Una sacca di tela,
le mani nude
e la buona volontà:
null’altro
aveva Giovanni
con migliaia d’altri
sui bastimenti.
Pescatore che peschi i pesci,
la mia figlia vai tu a pescar?
Giovanni infine tornò
ad insegnare nelle scuole:
ebbe una lunga vita,
due figli e parole
di potenza inaudita.
Ma quanti non tornarono
mai più dall’oceano:
vite spezzate dall’acqua salata
e dal desiderio di lasciare
il Monferrato,
tanto odiato e tanto amato.
.
Festa
Quando una festa non festeggia
rimane ancorata e mareggia
nelle conversazioni di circostanza
costrette in una danza:
arrivano conoscenti
– gli amici son pochi,
non certo venti –
che si scontrano come fiere
rinchiuse in sbarre vere.
strati di pancake nella fetta
La festa vuota è quella
dove le cianfrusaglie sono sovrane,
dove discutere del gioiello regalato
è l’argomento scontato.
“Io le ho preso una collana, tu?”
Chi rimane a lungo è senza indugio
il meno scaltro della banda,
poiché aspetta come un segugio
il taglio della torta, che non sia scialba!
Dopo è il momento di pacchi,
pacchetti, nastri e bustine:
un bracciale, una penna, una carta,
tutto è lecito per la scomparsa.
“Ciao, grazie, è stato bello!”
Fino al prossimo anno sei un invitato modello.

Luoghi da vedere per chi fa le vacanze dopo agosto: consigli

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Luoghi da vedere dopo agosto? Ce ne sono tantissimi, meno affollati ma ricchi di fascino e atmosfera.

Se hai deciso di partire a settembre o nei mesi successivi, sappi che esistono posti da visitare che danno il meglio proprio fuori stagione: tra borghi, città d’arte, natura incontaminata e mare ancora piacevole, le opzioni non mancano.

In questo articolo ti proponiamo alcune delle migliori località da visitare dopo l’estate: mete autentiche, luoghi turistici da vivere con calma e luoghi da non perdere per chi ama viaggiare senza fretta, godendosi ogni dettaglio.

Un altro buon consiglio da dare? Valuta dei bei viaggi di gruppo organizzati, cosi la tua vacanza sarà ben strutturata ma con la libertà di fare i tuoi giri personali, e … potrai conoscere nuovi amici!

Lasciati ispirare.

Luoghi da vedere post estate: New York, la grande Mela

Luoghi da vedere dopo agosto? New York è una delle mete più affascinanti e sorprendenti da scoprire. La città sprigiona un’energia unica, con scorci mozzafiato e atmosfere intime che convivono in armonia.

Un viaggio da sogno inizia da Manhattan, cuore pulsante della Grande Mela, dove ogni angolo racconta una storia.

Un itinerario personalizzato per visitare New York può includere tappe come la Statua della Libertà, il Brooklyn Bridge, il toccante Museo della Memoria dell’11 Settembre, e lo storico quartiere di Little Italy.

Quando il caldo è ancora piacevole, passeggiare tra le aiuole di Central Park, fare yoga al lago del Conservatory Water o concedersi un pranzo al Boathouse diventa un vero rituale newyorkese.

Nei caffè all’aperto, si osserva il flusso umano e la fusione di culture che rendono la città un caleidoscopio urbano. Tra posti da visitare e cose belle da vedere, New York non smette mai di sorprendere: qui il presente si mischia con il futuro, e ogni visita diventa un’esperienza da ricordare.

Restiamo sempre negli USA tra i luoghi da vedere post agosto

Tra i luoghi da vedere dopo l’estate, il Grand Canyon merita un posto d’onore. Situato nell’Arizona settentrionale, questa spettacolare gola incisa dal fiume Colorado si estende per oltre 446 km ed è profonda fino a 1.857 metri, offrendo un panorama che lascia senza fiato.

Ogni stratificazione rocciosa racconta milioni di anni di storia della Terra, rendendo la visita non solo un’avventura visiva, ma anche culturale. Un’esperienza di viaggio qui si trasforma in un contatto diretto con la natura, potente e antica: colori che cambiano con la luce, silenzi che parlano e scorci mozzafiato che incantano al primo sguardo.

Il Grand Canyon è decisamente tra i posti da visitare almeno una volta nella vita, sia che si scelga di esplorarlo a piedi, in elicottero o navigando tra le rapide del fiume.

Dopo agosto, il clima più mite permette di godere appieno del parco e dei suoi sentieri, lontano dalle folle estive.

Machu Picchu, merita di essere inclusa in questa lista viaggi da fare post agosto

Se ti stai chiedendo dove andare in viaggio dopo l’estate, inserisci il Machu Picchu nella tua lista viaggi da fare almeno una volta nella vita.

Situata a oltre 2.400 metri di altitudine tra le Ande peruviane, questa antica città inca è uno dei luoghi incantevoli più suggestivi al mondo.

Patrimonio dell’umanità e una delle sette meraviglie del mondo moderno, il Machu Picchu è un vero capolavoro di ingegneria e spiritualità.

Visitare il sito fuori stagione, tra settembre e novembre, significa vivere un’esperienza di viaggio più intima e tranquilla, lontano dalla folla dell’alta stagione. Il clima è mite, perfetto per esplorare i 200 edifici tra templi, palazzi, terrazze e fontane che compongono questo affascinante complesso archeologico.

Immerso in una natura selvaggia e avvolto da una leggera nebbia mattutina, il Machu Picchu regala panorami mozzafiato e un senso profondo di connessione con la storia.

Se ami le mete autentiche e vuoi un viaggio che lasci il segno, questo è il posto giusto. Tra i nostri consigli per il viaggio: prenota con anticipo, valuta tour guidati locali e non dimenticare una buona fotocamera.

I viaggi più belli e consigliati da fare tra le isole del mondo

Se cerchi i viaggi più belli da fare dopo agosto, lasciati ispirare da alcune meraviglie tropicali tra luoghi da vedere da sogno e scenari esotici.

Le Hawaii, con le loro otto isole principali, offrono esperienze di viaggio che spaziano dal surf a Oahu alla natura selvaggia di Kauai. Honolulu ti accoglie con cultura locale e spiagge mozzafiato, perfette per ogni tipologia di viaggiatore.

Un altro arcipelago imperdibile sono le Isole Fiji, nel cuore del Pacifico: qui la natura vulcanica convive con acque cristalline e foreste tropicali, ideali per un tipo di viaggio avventuroso ma anche rilassante.

Nei Caraibi, le Isole Cayman incantano per le immersioni e il paesaggio incontaminato, mentre le Isole Vergini Britanniche, con le loro decine di isolotti, regalano un’atmosfera intima e selvaggia.

Infine, Mauritius è pura poesia: tra lagune turchesi, spiagge finissime e cultura creola, è tra le cose belle da vedere almeno una volta nella vita.

Queste destinazioni ti permettono di staccare davvero, immergendoti in un mondo lontano, perfetto per viaggiare con lentezza e meraviglia.

Luoghi da vedere in Italia post estate? Le Cinque Terre indubbiamente

Tra i luoghi da vedere dopo agosto, le Cinque Terre sono un bellissimo posto da visitare in Italia per chi cerca bellezza autentica e panorami che incantano.

I cinque borghi – Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore – sono veri gioielli incastonati tra scogliere e mare, con casette colorate e sentieri vista mare che rendono ogni passo un’emozione.

Sono tra le più affascinanti località da visitare per chi ama i posti italiani da visitare che raccontano storia, tradizione e paesaggi mozzafiato.

La visita si può organizzare anche in una giornata grazie ai collegamenti in traghetto, ma ogni borgo merita tempo e calma per essere assaporato. Da non perdere una sosta a Porto Venere, incantevole e poetica, con le sue vedute spettacolari a strapiombo sul mare.

Per gli appassionati dei viaggi dei sogni, questa regione è una tappa obbligata: qui il tempo rallenta e si cammina sospesi tra cielo, terra e mare.

Un viaggio che nutre gli occhi e l’anima, ideale per chi cerca una fuga dalla routine in uno dei paesaggi più iconici d’Italia.

I posti da visitare dopo l’estate: Giappone e Momijigari, lo spettacolo d’autunno

Tra i posti da visitare, il Giappone in autunno è una delle mete più affascinanti e poetiche al mondo.

Da fine settembre a dicembre, la natura nipponica si trasforma grazie al fenomeno del Momijigari, l’antica tradizione di osservare le foglie d’acero che si tingono di rosso, arancio e oro.

È uno spettacolo che incanta persone locali e viaggiatori.

Una di quelle cose da fare almeno una volta nella vita… Vivere l’autunno giapponese!

Tra le località da visitare per ammirare il foliage giapponese ci sono Kyoto, con i suoi templi immersi nella natura, il monte Takao vicino Tokyo, il parco nazionale di Daisetsuzan nell’Hokkaido, e la pittoresca Nikko.

Camminare lungo sentieri incorniciati da alberi fiammeggianti è un’esperienza unica che unisce bellezza paesaggistica e spiritualità.

Il Giappone in autunno offre anche un clima gradevole: fresco ma non rigido, perfetto per chi cerca tipi di viaggio culturali e contemplativi.

Se ami i viaggi dei sogni e stai creando la tua lista viaggi da fare, non dimenticare questa stagione incantata. L’autunno giapponese ti regalerà emozioni autentiche e un ritmo di viaggio lento, ideale per cogliere ogni dettaglio.

Luoghi da vedere: Madagascar, un viaggio tra natura selvaggia e meraviglie uniche

Tra i luoghi da vedere a settembre e ottobre, il Madagascar è senza dubbio una destinazione straordinaria e sorprendente.

Quest’isola affascinante, la quarta più grande del mondo, è un autentico scrigno di biodiversità e uno dei luoghi incantevoli più suggestivi del pianeta.

Se ami la natura allo stato puro, il Madagascar è un viaggio da sogno: tra i viaggi più belli da fare almeno una volta nella vita.

Qui puoi immergerti in ambienti unici al mondo, dalle foreste pluviali del Parco Nazionale di Andasibe-Mantadia, popolate da lemuri e camaleonti, alle formazioni rocciose degli Tsingy de Bemaraha, Patrimonio dell’Umanità.

Non mancano le spiagge paradisiache come quelle di Nosy Be o di Sainte-Marie, ideali per rilassarsi, fare snorkeling o semplicemente godersi il silenzio. Tra le cose da fare almeno una volta nella vita, camminare tra i baobab secolari dell’Avenue des Baobabs al tramonto è un’esperienza che rimane impressa nel cuore.

Il Madagascar è un concentrato di luoghi da vedere per chi cerca emozione, autenticità e natura incontaminata.

Luoghi da vedere: le Isole Galapagos

Luoghi da vedere come le Isole Galapagos sanno regalare esperienze rare e indimenticabili.

Questo arcipelago vulcanico, a circa 1.000 km dalle coste dell’Ecuador, è uno scrigno di biodiversità e bellezza. Tra paesaggi lunari, spiagge incontaminate e animali straordinari, le Galapagos offrono luoghi incantevoli dove la natura si mostra nella sua forma più pura e affascinante.

Qui convivono tartarughe giganti, iguane marine e pinguini tropicali, in un ecosistema unico che ha ispirato Charles Darwin e la sua teoria dell’evoluzione.

Ogni isola ha una propria anima: dalle foreste di cactus giganti di Isabela alle lagune cristalline di Santa Cruz, passando per i paesaggi selvaggi di San Cristóbal.

Se ti stai chiedendo dove andare in viaggio per vivere un’avventura fuori dal comune, le Galapagos sono tra le località da visitare da mettere in cima alla lista. Qui ogni esperienza diventa scoperta, ogni paesaggio una cartolina vivente e ogni incontro con la fauna locale un momento magico. Sono davvero tra i luoghi da non perdere per chi ama il viaggio come immersione nella meraviglia.

Posti italiani da visitare: bellezze da scoprire in ogni stagione

Posti italiani da visitare ce ne sono da nord a sud della penisola, e ognuno è un posto da visitare in Italia capace di regalare emozioni uniche e scenari indimenticabili.

Roma è una delle città da visitare in giornata o da esplorare lentamente, con i suoi monumenti iconici e la dolce vita nei vicoli.

La Costiera Amalfitana è una delle più romantiche mete fine settimana, dove il mare incontra l’architettura colorata di borghi come Positano e Ravello.

La Sicilia, terra di sole e cultura, offre esperienze di viaggio tra templi greci, vulcani e spiagge selvagge.

Salendo al nord, il Lago di Como conquista con la sua eleganza, ideale per chi cerca relax e natura in contesti raffinati.

La Valle d’Aosta, tra castelli e vette alpine, è perfetta per escursioni e panorami mozzafiato.

Trento unisce buon cibo e paesaggi verdi, una tappa ideale per rigenerarsi, mentre Venezia resta tra i luoghi da vedere più iconici, con i suoi canali e palazzi sospesi sull’acqua.

E infine, Torino sorprende per il mix tra storia sabauda e innovazione culturale: uno dei posti da visitare ricchi di charme sabaudo e luoghi incantevoli ed eleganti.

Sugar daddy vs little girl

Sempre più spesso, nei siti di incontri, di pratiche BDSM o, semplicemente, frequentando locali si assiste ad un proliferare di “sugar daddy” (leggasi “generosi”) e, per contro, di ragazzine, a volte adolescenti, dette “little girl” che cercano chi le mantenga, soddisfi i loro sfizi e vizi, in cambio di attenzioni, ma neanche sempre.

Leggendo qua e là sui siti emerge subito una realtà: la pretesa da parte di queste little girl di ottenere favori economici “mica da ridere” da persone, non importa chi, purché abbienti.

Negli articoli, infatti, si palesa in particolar modo il desiderio che quel qualcuno che risponderà agli annunci delle sugar debba essere abbiente, generoso, magari distinto, ma non vengono mai menzionate età, statura, titolo di studio o stato civile. Come dire “basta che paghi, non sono gelosa”.

Analogamente, da parte dei daddy la ricerca è sempre orientata verso ragazze disponibili, possibilmente di bella presenza, da portare con sé come fossero un trofeo (in effetti lo sono) che, ma non è indispensabile, ogni tanto soddisfino i desideri del daddy.

Non penso sia una prerogativa dei nostri tempi; sicuramente, i social, il web e una certa apertura dei costumi hanno facilitato e accelerato le cose, cosicché se prima dovevi andare in alcuni Paesi per reperire il materiale, ora lo trovi sotto casa con estrema facilità.

Quello che, però, è significativo che da un lato assistiamo alla ricerca di attenzioni, di intimità “pret a porter” e di gratificazioni comprate e, dall’altro, all’offerta di coccole e di compagnia a pagamento, ad un mercimonio travestito da relazione alternativa, ad una particolare forma di prostituzione con l’abito da manager.

Lungi da me criticare il fenomeno, è però necessario analizzarlo, come ogni altro fenomeno in espansione, valutarne la dimensione e attribuirgli la giusta collocazione per capirne le mille sfaccettature che porta con sé.

Se i parametri con cui analizziamo un fenomeno fossero desueti? Se il codice che adottiamo nella comprensione di un evento fosse errato, se la nostra analisi fosse viziata da religione, cultura, abitudini, pregiudizi o altro?

De Andrè, nel suo ultimo concerto al Brancaccio di Roma, ricordò che “[..] non è vero che i giovani non abbiano valori. Solo non li riconosciamo, perché siamo ancora troppo attaccati ai nostri. Occorre attendere di storicizzarli perché basta cambiare epoca o latitudine perché un valore diventi un disvalore e viceversa”.

Certo, comprendo che un padre che chieda alla figlia “che lavoro hai trovato?” non faccia i salti di gioia alla risposta “la little girl” ma, onestamente, è davvero peggio che fare la stessa cosa gratuitamente, alla ricerca di affermazione, per dimostrare alle amiche di avere più partners di loro o per qualsiasi altra ragione? E, oggettivamente, è peggio fare la little girl o la parassita sfruttando bonus per disoccupati solo perché lavorare è faticoso, oppure rubare o spacciare?

Io credo fermamente che ognuno sia libero su come usare il proprio corpo e la propria mente, e responsabile (nel bene e ne male) delle proprie azioni. In economia si parla di domanda ed offerta: se qualcuno chiede qualcun altro offre, e viceversa. Se va bene al daddy ed alla girl, e non fanno male a nessuno (questo è fondamentale), qual è il problema?

Negli USA (ed i film ce l’hanno insegnato) molti, invitati a cena dal proprio capo per parlare di una promozione arruolano accompagnatrici, wing women, perché se vai a cena da solo non sei degno della promozione. Noi copiamo molto dagli yankees; proviamo a farlo anche in questo caso: non critichiamo soltanto perché è un fenomeno che non comprendiamo. Semplicemente, se non ci interessa trascuriamolo.

Sergio Motta