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Mirafiori, la sindaca in visita a proGIreg

Nel pomeriggio di mercoledì, Chiara Appendino ha fatto una visita tecnica a Mirafiori ad alcuni luoghi emblematici di proGIreg, il progetto finanziato dalla Commissione Europea per sperimentare soluzioni basate sulla natura per la rigenerazione urbana di aree postindustriali in Europa e in Cina, accompagnata da Alberto Unia, Assessore all’Ambiente, e dai tecnici di ogni reparto comunale deputato.

 
Torino, nello specifico nel quartiere Mirafiori, è l’unica città italiana in cui sono organizzati i Living Lab di proGIreg. Le altre città sono Dortmund (Germania), Zagabria (Croazia) e Ningbo (Cina), città all’avanguardia nella rigenerazione urbana in cui vengono sperimentate infrastrutture verdi e 8 tipologie di soluzioni basate sulla natura (“nature based solutions”), che possono svolgere un ruolo importante nella vita urbana quotidiana
 
I luoghi visitati a Mirafiori sono stati il cantiere di Orto WOW, in cui OrtiAlti ha progettato un tetto verde, un giardino per gli insetti impollinatori in cassone ed alcune arnie per rigenerare, con la partecipazione attiva dei cittadini, la vecchia fabbrica di macchine agricole di via Onorato Vigliani 102 per la nature based solution 5 “pareti e tetti verdi”.
 
Poi la visita si è spostata nell’area di sperimentazione di nuovo terreno fertile rigeneratonature based solution 2 “new soil”, dedicato alla silvicoltura tra gli orti circoscrizionali e il Mausoleo della Bela Rosin, a cura di Dual e Environment Park.
 
Lultima tappa è stato Orti Generali, il parco di 160 orti urbani e 3 ettari di attività di riqualificazione urbana sul torrente Sangone, con city farm, apiari e orti collettivi in cui i cittadini da un anno possono sperimentare la nature based solution 3 “Social garden – orti urbani di comunità”, a cura di Associazione Coefficiente Clorofilla. 
 
Sono partner del progetto, oltre a Città di Torino, anche Fondazione della Comunità di Mirafiori, Politecnico e Università di Torino e i numerosi dipartimenti coinvolti, Environment Park, Dual e terze parti che collaboreranno fino al 2023 allo sviluppo di infrastrutture verdi.  Nelle 36 azioni di proGIreg scienziati, ricercatori, progettisti lavorano insieme ai cittadini di ogni età per creare, provare e migliorare le soluzioni per rigenerare le città.
l progetto proGIreg implementa nel quartiere Mirafiori di Torino e nelle altre città europee installazioni sperimentali “nature based solutions”, come la messa a punto e l’utilizzo di pareti e tetti verdi, nuovo terreno fertile, orti urbani gestiti collettivamente nelle scuole e tra le case, giardini per gli impollinatori e la realizzazione di corridoi verdi.
 
Chiara Appendino ha commentato: «Grazie a proGIreg, ho avuto modo di entrare personalmente in contatto con una serie di utilissime iniziative che creano valore aggiunto per l’intera comunità, unendo attenzione all’ambiente, al sociale e all’innovazione. Invito le cittadine e i cittadini ad informarsi e prendere parte a questi progetti che stanno animando sempre più Mirafiori.»

La 500 torna a stupire nella versione elettrica. E dopo 63 anni rilancia Mirafiori

E’stata presentata in anteprima mondiale a Milano  la Nuova 500, la prima vettura di FCA  full electric che si propone di rivoluzionare il mondo dei veicoli a zero emissioni

Dalla  prima generazione, quella degli anni Sessanta, la 500 torna a stupire. Fin dalle origini è stata un  fenomeno di costume  targato Torino.

Sempre sulla cresta dell’onda da  63 anni, ora potrà anche significare la rinascita di Mirafiori. L’autonomia della Nuova vettura arriva a 320 km con ciclo WLTP, grazie alle batterie Lithium-Ion con  una capacità di 42kWh.

L’India rifiuta i pasti agli italiani. La Farnesina invita ad arrangiarsi

“La situazione è in costante evoluzione e non è possibile fare previsioni di sorta. Le suggeriamo pertanto di tenere monitorato detto sito e di contattare la Compagnia Aerea prima della partenza per avere conferme sull’operatività dei voli.

 

Si informa altresì che rimane comunque demandata al singolo ogni decisione in merito al viaggio da intraprendere”. È la esauriente risposta della Farnesina ad una richiesta del tour operator CTC, relativa ad un gruppo di turisti attualmente in India. Poverini, i funzionari ovviamente. Hanno dovuto inventarsi una montagna di parole inutili per comunicare un solo concetto: “arrangiatevi”…

 

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Disciplinati e perplessi

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Ormai tutti gli ottimisti che hanno preso sottogamba il corona virus, tacciono perché  anche loro  sono impauriti. Chi ha preso sotto gamba il virus, e’ stato innanzi tutto  il governo che nel mese di gennaio  ha confuso il razzismo con i controlli sanitari preventivi, assumendosi una responsabilità storica terribile che lo condannerà  davanti al tribunale della storia, senza appelli

Oggi ci accorgiamo che anche il tanto celebrato sistema sanitario italiano potrebbe non reggere all’urto, persino nelle regioni del Nord. Il  Governo annaspa, è  diviso, fa una comunicazione sbagliata, contraddittoria, pasticciata, allarmista.
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Chiude tutte le scuole italiane, con un effetto  devastante a livello internazionale. Crea un comitato tecnico scientifico, ma non segue le sue indicazioni perché il comitato riteneva non utile, ai fini di contenere l’epidemia,  la chiusura delle scuole. Tutti siamo molto preoccupati. Condannare gli anziani agli arresti domiciliari è un gravissimo  indicatore di disperazione, di mancanza di progetti coerenti e adeguati per tutelare la salute degli Italiani.
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E’ auspicabile una crisi di governo? No. E’ opportuno andare ad elezioni? In questo momento no. Ma certo Conte si è rivelato poco affidabile e il ministro Speranza  quasi politicamente  inesistente. Siamo ormai quasi la dantesca nave senza nocchiere in gran tempesta. Un’ idea  retorica molto remota, tornata attuale. La mancanza di persone in cui aver fiducia crea gravissimi problemi in tutti i cittadini . Anche i militanti politici in privato sono in allarme. Certi  decreti e certe ordinanze sembrano purtroppo sempre di più alle gride   manzoniane. Certo, non c’è la peste come nel ‘600, ma non ci sembra di vivere in un paese avanzato e moderno come ci eravamo illusi.
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Lo stesso progresso diventa un mito. L’ economia è alla corde, il nostro patrimonio turistico è stato distrutto. Milano  ha perso i suoi primati, Torino, già in crisi da anni, è  boccheggiante e il sindaco è  diventato afono dopo aver parlato di una grande festa dopo il superamento  del contagio . Un’uscita improvvida. Anche certi apparati tecnici non entusiasmano. I tempi di Bertolaso sono lontani e forse neppure lui potrebbe fare miracoli. Nella scuola si vede la povertà politica del Governo. Le lezioni on line  sono   un’ improvvisazione dell’ultima ora. Solo il 10 per cento delle scuole ha esperienza in questo ambito. Il fatto poi che non si pensi al recupero delle lezioni perse in giugno appare un’altra assurdità .
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La ministra che dice che l’anno scolastico sarà comunque  valido fa della demagogia spicciola, direi sessantottina, quando le scuole erano bloccate dalla occupazione degli studenti. Un’ultima nota di sconforto: Camera, Senato e Quirinale annullano tutte le manifestazioni. Una scelta che all’ estero avrà una ricaduta devastante. Conte parla di timoni, ma i viaggiatori della barca  Italia sono allarmati proprio perché comprendono che il timone non  è nelle mani migliori, a voler essere gentili.  Stiamo vivendo  una tragedia italiana. Cerchiamo di essere comunque disciplinati perché questo ci impone l’ essere  dei buoni italiani. Ma nessuno può imporci di essere sereni  e fiduciosi.

Le nuove date al Centro Congressi dell’Unione industriale

Il recente Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, emesso il 1 marzo 2020, riporta direttive e misure di prevenzione da adottare per tutti i luoghi pubblici, compreso il Centro Congressi

 

Riceviamo e pubblichiamo / A tal proposito – emersa la volontà comune di riprendere gradualmente la normale attività quotidiana della città, pur mantenendo sempre una certa attenzione nei confronti della salute dei cittadini – il nostro Centro Congressi ha ripreso la propria attività lunedì 2 marzo 2020, rispettando accuratamente le indicazioni preventive in materia di contagio.

 

Per quanto riguarda i cicli culturali – per ragioni di efficienza organizzativa – sono rinviati gli incontri dei Caffè Letterari di lunedì 2 marzo e gli Appuntamenti del mercoledì mattina di mercoledì 4 marzo.

In particolare, la presentazione del libro di Marilù Oliva dal titolo “L’Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre” verrà posticipata a lunedì 6 aprile, sempre alle ore 15.00.

L’appuntamento del mercoledì mattina dedicato a Giulio Einaudi, ospiti Mimmo Fiorino a colloquio con Massimo Novelli e Franco Vaccaneo, sarà rimandato a mercoledì 1 aprile 2020, alle ore 10.00.

Salvo ulteriori imprevisti imputabili a nuove disposizioni delle Autorità competenti, il prossimo appuntamento sarà lunedì 9 marzo alle ore 15.00 con Elena D’Ambrogio Navone che, insieme a Gianni Oliva e Marco Castelnuovo, presenterà il recente libro “Le notti di Kos” nell’ambito dei Caffè Letterari 2020.

Mamma e lavoratrice, che stress

In occasione della Festa della Donna viene naturale una riflessione sulla condizione delle madri lavoratrici, tra diminuzione delle nascite e aumento diffuso dello stress. Che la soluzione sia l’home working?

 

Tra il 2011 al 2017, in Italia, quasi 170mila donne hanno lasciato il lavoro soprattutto per la difficoltà nel coordinare impegni di lavoro e famiglia, lo dice l’Ispettorato nazionale del lavoro. C’è chi ha la fortuna di avere nonni efficienti o chi può permettersi la baby sitter e quindi può continuare a lavorare seppur con qualche sacrificio; chi invece non ha alternativa per l’accudimento dei propri figli e si trova costretta a lasciare il posto di lavoro.

 

Secondo l’ultima ricerca svolta da Sitly, piattaforma specializzata nella ricerca di babysitter, il 72% delle mamme intervistate in Italia ammette che la conciliazione tra lavoro e famiglia è possibile, ma non è semplice, anzi. Così anche quelle mamme che scelgono di conservare l’occupazione non riescono a trovare un proprio equilibrio personale. Secondo il Household Longitudinal Survey (il più grande sondaggio di questo tipo mai realizzato in Inghilterra) è risultato che le donne lavoratrici con figli mostrano livelli di stress più elevati del 18% rispetto alle donne senza figli. E il 34% delle mamme coinvolte nella ricerca di Sitly ha ammesso di essere fortemente stressato.

 

Denatalità

Non c’è da stupirsi se la denatalità è un processo più che mai attuale nel Bel Paese: 116mila nati in meno in Italia, nel 2019, dai dati Istat di recente pubblicati.

I fattori che aumentano il ‘fertility gap’, cioè la differenza tra quanti figli una madre desidererebbe e quanti figli ha realmente, sono la disoccupazione, così come il grado di istruzione, ma anche la difficoltà nel conciliare impegni famigliari e professione. Dalla ricerca Beaujouan/Berghammer i risultati emersi in Italia sono preoccupanti: le donne italiane vorrebbero quasi 2,1 figli a testa ma ne hanno 1,4. Cercare di andare in aiuto alle donne lavoratrici potrebbe essere uno dei tasselli per contrastare il fenomeno.

 

Stress lavoro-correlato

Secondo l’Accordo europeo del 2004, accolto nel nostro Paese da un Accordo interconfederale del 2008, lo stress lavoro-correlato assume, a livello internazionale, europeo e nazionale, la connotazione di ‘oggetto di preoccupazione sia per i datori di lavoro, sia per i lavoratori’. Nessun luogo di lavoro e nessun lavoratore può essere considerato immune dallo stress. Un tema che non dovrebbe essere sottovalutato dunque soprattutto quando si parla di mamme, donne, lavoratrici.

 

Lo smart working è la soluzione?

Per i ricercatori della Household Longitudinal Survey né il lavoro da casa né quello flessibile hanno effetti benefici sui livelli di stress delle mamme lavoratrici: la diminuzione dello stress, da questi studi, è da correlare soprattutto al numero di ore lavorative, oltre che alla possibilità di godere di aiuti esterni, al supporto del partner,, al numero dei figli da accudire.

 

L’80% delle mamme intervistate da Sitly ritiene però che sarebbe la flessibilità dell’orario di lavoro (che lo smart working garantisce) il primo aiuto contro il loro stress.

Anche l’esperienza dello smart working di cui molte multinazionali si stanno facendo promotrici mette in evidenza come il/la dipendente risparmi tempo, veda diminuire le spese per pranzo e benzina, riesca a conciliare meglio il lavoro con la famiglia, riducendo così lo stress. Infine, il suo essere essere più motivato porta una ricaduta positiva sull’azienda con l’aumento della produttività.

 

Un caso pratico

Da una ricerca Eurostat, nel 2018 il 5.2% degli occupati all’interno dell’UE di età compresa tra i 15 e i 64 anni ha lavorato da casa. Alzano la media Olanda e Finlandia, con il 14% dei lavoratori che trasformano la casa in ufficio; seguono Lussemburgo e Austria. L’Italia è sotto la media, con il 3,6%, così come la Slovacchia e la Repubblica Ceca.

Sitly è una realtà olandese nata nel 2009 e oggi presente in 13 Paesi del mondo. Quasi la totalità dei collaboratori (30 ad oggi) è composta da donne mamme e quasi la totalità ha un accordo di smart working. Proprio in Olanda, notoriamente all’avanguardia per tutto ciò che è il sostegno alla famiglia, si è sviluppata una realtà fortemente in crescita (+47% dei genitori iscritti al sito e +75% di babysitter registrate nell’anno 2019) e che sa supportare la donna nel suo essere lavoratrice.

 

Ps Viene naturale una postilla vista la situazione in cui versa il nostro Paese in questi giorni. Tante aziende hanno promosso lo smart working per i propri dipendenti per evitare spostamenti e occasioni di aggregazione. Che possa essere la prima occasione per testare i vantaggi di questa modalità lavorativa andando, seppur non come obiettivo primario, a supporto delle madri? Parlando della Cina, la rivista Bloomberg ha definito questa scelta ‘Il più grande esperimento di smartworking mai messo in atto’.

 

Tra Torino e Genova la mixology non si ferma

PORTICI & CARUGGI / Mercoledì 4 marzo da Affini Rivendita2 a Torino una serata dedicata ai sapori e alla creatività di due città che non si arrendono. Il Gradisca Caffè di Genova in visita ai colleghi torinesi, per una nuova sinergia all’insegna del bere responsabile e di qualità

 

Oltre la paura e l’allarmismo, perché Torino e Genova non si fermano e rispondono presente anche in questi giorni incerti e difficili.

Mercoledì 4 marzo a partire dalle 19, il cocktail bar Affini Rivendita2 (Piazza della Repubblica 3 a Torino) ospiterà i colleghi del Gradisca Caffè di Genova, in un evento dove saperi e sapori, profumi e colori di entrambe le tradizioni gastronomiche e “miscelatorie” si incontreranno per dare vita a qualcosa di nuovo e stuzzicante.

Una serata all’insegna del divertimento, della mixology e del food pairing per gustare ricette antiche e rivisitate, ma anche un’occasione per ribadire concetti di unità e innovazione.

“Nonostante si tratti di un momento prettamente ludico – Spiega Davide Pinto, proprietario del Gruppo Affini di Torino – Con “Portici & Caruggi vogliamo lanciare un segnale forte di collaborazione e vicinanza. Perché è proprio in momenti confusi come quello che stiamo vivendo a causa del Coronavirus, dove le piccole realtà imprenditoriali come la nostra e Gradisca Caffè rischiano di soffrire maggiormente, che bisogna fare squadra, esaltare le rispettive eccellenze e camminare fianco a fianco. Tutto, chiaramente, nel rispetto della qualità, del bere responsabile e del sano divertimento”.

Dal Vermut al Taggiasco i sapori dei portici torinesi e dei carrugi genovesi saranno i veri protagonisti della serata: un connubio intrigante, esaltato ulteriormente dall’arte miscelatoria di Michele Marzella, bar manager di Affini e da quella culinaria di chef Niccolò Tealdi di Affini,  per un food pairing tutto da scoprire, in collaborazione con i rispettivi colleghi genovesi.

I cocktail, realizzati per l’occasione, andranno dal Cocktail Portici (Gin taggiasco, sciroppo alla maggiorana, limone, albumina e soda) al Cocktail Caruggi (Gin Taggiasco, sherbet basilico e pinoli tostati, gocce di salamoia, crosta di pecorino), mentre i piatti della tradizione ligure andranno dalla farinata alle trofie al pesto con polvere di pomodoro e formaggio prescinseua, dal calamaro ripieno su crema di bieta e chips di riso al pomodoro alla torta ligure.

Coronavirus e altre emergenze

Paese strano il nostro dove ormai si parla solo di  coronavirus e poi si permettono indecorosi e pericolosi  “spettacoli” come questa discarica a cielo aperto. Il bello della vicenda, anzi il brutto della vicenda, è che siamo a Fiumicino vicino ad un rinomato e buon ristorante di pesce. Una porta  d’ingresso per chi arriva a Roma

L’ avventura ai tempi del coronavirus comincia ore prima all’aeroporto di Caselle. Ore 10 ceck-in.  Nessun controllo sanitario e passaggio al metal detector senza scarpe e cintura. Fortunatamente non mi sono caduti i pantaloni. Per la sicurezza si fa questo ed altro. 40 minuti per l’imbarco. Metà aereo vuoto e solo due persone con mascherina. Colgo battute tra due hostess. Sintesi del loro dire: il coronavirus è solo un’ influenza. Mi intrometto presentandomi.

Rincarano la dose. In Spagna non sono preoccupati come da noi. L ‘Alitalia è finita. Morta in un paese morto. Esagerano? Lunedì la notizia: un medico contagiato è guarito e sostiene anche lui che si tratti di una banale influenza. Intanto sono stati bruciati 20 miliardi. Una finanziaria. Atterrato a Roma, piccolo controllo sanitario. Tutto a posto. Girando inevitabile pensare alle polemiche di queste settimane dove la colpa è sempre degli altri. Addirittura c’ è già chi parla di complotto internazionale voluto  o da Dio o da Trump. Nessuno ammette che la casualità fa parte della vita e dunque della Storia.

Su Dio che manda  strali sulla terra per punire gli uomini dei loro peccati, a parlare  sono i soliti ciarlatani. I dietrologi negazionisti del perché avviene qualcosa di non previsto. Complottisti da strapazzo. Ora turchi, rumeni o israeliani chiudono le loro frontiere. Gli si ritorcerà contro, come gli si ritorcerà contro – sia ai turchi come ai greci – la mattanza di profughi. Altro che coronavirus. Una vera e  propria emergenza umanitaria. Ed anche qui è sconsolante l’assenza totale dell’Europa. Sia sull’emergenza coronavirus,  sia  sull’emergenza umanitaria. Tragicamente l’Europa non c’è. Oramai è chiaramente una sovrastruttura con pochi poteri e tante parole. Noi italiani incoerenti? Forse, ma ahimé non i soli. L’impotenza di fronte a questi problemi prodotti dalla globalizzazione è pressoché totale. Non si sa  se tornare indietro o andare avanti e quale direzione prendere. Non si sa per ignoranza o anche per voluta conoscenza. Non si può per possibilità. La politica non ha strumenti. Insisto, non si intravedono vie d’uscita. Altro che bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Qui non c’ è né bicchiere né liquido da metterci dentro.

 

Patrizio Tosetto

Da Torino al Portogallo un nuovo concetto di casa

Un progetto in campo ricettivo che coinvolgerà le più belle terre portoghesi

Lui imprenditore, torinese DOC seppure rientrato recentemente da Londra, lei designer italo-brasiliana trasferitasi recentemente a Torino da Rio da Janeiro. Si sono trovati insieme non solo nella vita privata, ma anche in quella professionale. E’ di Cristiane Parisi l’idea di lanciare un’alternativa al concetto tradizionale di abitazione, utilizzando container houses (sì proprio quelli che vengono utilizzati per il trasporto navale delle merci!), mentre è di Carlo Patetta Rotta l’idea di creare un vero e proprio brand , in.Cube, per progettare veri e propri resort utilizzando unicamente i containers, abitazioni molto più eco-sostenibili di quelle tradizionali. Non si scava, infatti, il terreno per creare fondamenta e l’energia elettrica deriva dall’utilizzo di pannelli fotovoltaici sul tetto. Per gli ospiti del container si abbassano, così, i costi medi di soggiorno senza rinunciare al confort.

“Ho viaggiato molto in Sud-America ed in Europa e da tanti anni avevo il desiderio di avere un pied a terre nelle città e località a me più care – racconta Cristiane – Nel 2015 ero in Uruguay dove presi alcune lezioni di kite-surf ; proprio in questa occasione ho potuto realizzare, con mia grande sorpresa, che il mio istruttore viveva in un…..container. Da allora ho iniziato a seguire questo nuovo trend di mercato e le principali aziende produttrici di questo tipo di abitazioni. La tecnologia utilizzata in questo settore si è evoluta notevolmente e l’utilizzo dei container si sta diffondendo velocemente”.

“Il nostro primo progetto – racconta Carlo – è a Comporta, in Portogallo, una zona a 120 km a Sud di Lisbona ancora sconosciuta a molti, ma parecchio frequentata da più di venti anni dal jet-set internazionale ( Philippe Starck e Christian Louboutin non sono solo presenze costanti d’estate, ma hanno anche comprato casa nella zona). La cantante Madonna, ad esempio, ha trascorso uno dei suoi ultimi compleanni passeggiando a cavallo sulla spiaggia incontaminata di sabbia bianca che si estende per più di 40 km”.

“Grazie a regole molto restrittive da parte delle amministrazioni locali – spiega Cristiane – tutta la zona è ancora incredibilmente selvaggia e pochissimo abitata; sulla spiaggia è letteralmente impossibile costruire, le uniche costruzioni sono piccoli ristoranti ricavati dalle case di pescatori, mantenendo l’antico charme; nell’interno i proprietari terrieri possono costruire solo sul 25% della terreno che posseggono. Il risultato è un posto paradisiaco e unico. Negli anni si è sviluppata qui una vera e propria filosofia, che si potrebbe definire dello “Slow-Living”. Chi viene in questi posti cerca pochi elementi, ma molto precisi: relax, confort, natura incontaminata, privacy e semplicità….persone che, normalmente, vestono solo abiti firmati, qui sono in maniche di camicia e a piedi scalzi tutto il giorno”.

“E’ proprio per queste caratteristiche che abbiamo scelto Comporta come nostro primo progetto – spiega Carlo Patetta Rotta – Non c’e’ dubbio che le nostre abitazioni sono semplici, per la bellezza e il comfort ci penserà Cristiane con il suo bespoke design. Lo stile, invece, sarà categoricamente quello portoghese: azulejos (le famose piastrelle portoghesi), tetti ricoperti di paglia e oggetti in sughero”.

“Un’altra caratteristica fondamentale del nostro resort – aggiunge Carlo – è che sarà posizionato a breve distanza da alcuni dei più bei golf club del Portogallo. In questo modo riteniamo di poter attrarre anche i numerosi giocatori di golf che arrivano da tutto il mondo per praticare il loro sport preferito e, per facilitare questo, stiamo infatti contrattando prezzi vantaggiosi per i nostri ospiti per l’utilizzo dei migliori campi della zona”. Alla mia domanda a che punto del progetto siano, Carlo risponde: “Il terreno è stato identificato e il progetto del resort completato. Adesso siamo in fase di fund-raising, cioè di ricerca degli investitori. Stiamo parlando anche a investitori internazionali, ma in realtà saremmo più contenti di poter coinvolgere investitori italiani che ci possano seguire non solo nel progetto portoghese, ma anche in quelli successivi: il prossimo, infatti, abbiamo già deciso che sarà a Torino”.

Mara Martellotta

INCUBELIVING.COM

Prime lauree in collegamento web al Poli

Al via le prime lauree magistrali in collegamento web al Politecnico di Torino. Il rettore Guido Saracco ha deciso di mettere in atto questa assoluta novità  per fronteggiare l’emergenza Coronavirus e consentire agli studenti di concludere il  percorso di studi nei tempi previsti

Si è iniziato con la  discussione di una tesi in Pianificazione territoriale. In  settimana si laureeranno in videoconferenza 98 studenti di Architettura, 22 di Design e 20 di Pianificazione territoriale, mentre altri  hanno preferito rinviare la discussione. Il Politecnico ha 1.200 studenti nelle zone  rosse, Lombardia, Emilia, Veneto e provincia di Savona, e 6.000 stranieri, molti dei quali sono tornati nel loro Paese,  così come gli studenti del Sud che sono ritornati a casa.