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Accordo di collaborazione tra VolTo ETS e Piemonte Innova

Con  l’obiettivo della digitalizzazione del Terzo Settore

 Vol.To ETS e la Fondazione Piemonte Innova hanno siglato un accordo di collaborazione, ponendo la firma su un protocollo destinato a imprimere nuovo slancio al Terzo Settore.

Con l’ avvio di questa partnership, i due enti si impegnano a tracciare una rotta di modernizzazione per le associazioni di volontariato, mettendo al centro l’adozione di tecnologie digitali e lo sviluppo di una gestione più efficace. Questo accordo, con un orizzonte temporale di tre anni, supera i confini della mera collaborazione presente, aprendo la strada alla creazione di sinergie innovative per il futuro.

VolTo ETS e la fondazione Piemonte Innova collaboreranno attivamente per esaltare le rispettive competenze ed esperienze. L’intento è quello di soddisfare con efficacia le necessità delle associazioni e dell’ambito del Terzo Settore, semplificando alcune attività quali l’integrazione delle tecnologie digitali e la formazione professionale.

L’intesa prevede un piano di supporto incentrato su elementi cruciali, quali la sicurezza informatica, il GDPR ( Regolamento Generale sulla Protezione dei dati) e la gestione efficace delle relazioni con i clienti (Customer Ralationship Management) oltre a iniziative specifiche. La collaborazione tra VolTo ETS e Piemonte Innova mira a valorizzare le abilità di ogni ente e rafforzare l’offerta formativa, favorendo al contempo uno scambio proficuo di conoscenze ed esperienze. Questa collaborazione include anche la gestione degli spazi di VolTo ETS all’interno dell’”innovation block”, l’area di sperimentazione innovativa realizzata da Camera di Commercio di Torino con la riqualificazione e degli edifici storici di piazzale Valdo Fusi, contribuendo a rafforzare la dinamicità dell’ambiente innovativo torinese. Si prevedono inoltre incontri regolari per favorire l’apprendimento reciproco, e azioni specifiche per consolidare le competenze dei giovani, promuovendo la loro esperienza nel campo del volontariato, del servizio civile, della mobilità internazionale, nonché attraverso attività di informazione sull’uso degli strumenti digitali. Agendo come agenzia di servizi per gli enti del Terzo Settore, VolTo ETS si dedica a rafforzare il loro impatto sociale, a migliorare le pratiche gestionali e accrescere le competenze. Nel 2022 ha fornito 14.038 servizi a 1.133 enti, rappresentando l’82% dei 1.377 enti accreditati. Partecipe nel Comitato per l’imprenditoria sociale della Camera di Commercio di Torino, VolTo ETS è tra i principali attori di Torino Social Impact, un’iniziativa volta a stimolare l’imprenditorialità e gli investimenti a impatto sociale. Fondazione Piemonte Innova, già Torino Wireless, fin dal 2003 è stata al centro dell’innovazione come fulcro del primo distretto tecnologico italiano nel settore delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione (ICT), oggi è un partneriato pubblico e privato che ha la missione di accelerare le imprese su programmi di ricerche e innovazione, supportare innovazioni di comunità e territori e abilitare la digitalizzazione dei soggetti più fragili, come piccole e medie imprese, organizzazioni no profit e piccoli comuni. La Fondazione Piemonte Innova collabora con il settore cooperativo e l’organizzazione di rappresentanza, come partner di Torino Social Impact e con progetti dedicati al Terzo Settore, come ad esempio il progetto 13 S Innovazione per il Terzo Settore, finanziato dalla Camera di Commercio di Torino e PINS (Piemonte Innovazione per il Sociale), finanziato dalla Regione Piemonte.

Mara Martellotta

Workshop sensoriale e creativo ispirato al testo di Munari Disegnare un albero”

 

 

Domenica 21 aprile 2024 alle ore 11 e alle ore 16 il MAO, Museo di Arte Orientale, ospiterà nelle sue sale un’esperienza sensoriale e creativa ispirata  al testo di Munari “Disegnare un albero”. L’evento sarà  curato da Marta Grespan e si propone di esplorare come ciascuno di noi osservi e presti attenzione al mondo circostante, scoprendone leggi e paradigmi, e come utilizzi la fantasia e la creatività per riprodurlo e ricrearlo.

Durante il workshop al MAO i partecipanti andranno alla ricerca degli alberi e delle loro raffigurazioni in museo e, trovata un’opera a loro congeniale, la riprodurranno con un carboncino su un cartoncino delle dimensioni delle stampe surimono. Seguirà  un’introduzione alla mostra di chasen di Tanimura Tango e la dimostrazione di cerimonia a cura di Leaves powder and…, liberamente ispirata alle cerimonie del tè giapponesi (senchado e sado) e cinese (chayi)

Marte Grespan, di origini trevigiane,  a diciassette anni si è  trasferita in Cina e, quindi, a Londra, Milano e Taiwan. Dal gennaio 2020 vive in Giappone. È  appassionata di tè da anni e, dopo essersi trasferita in Giappone, ha cominciato a praticare diversi tipi di cerimonia, il senchado, il sado e lo chayi. Progetta e realizza  chakai Tea esperienze che mettono in relazione lepersone attraverso culture e discipline diverse, in quanto per lei la diversità è un elemento di arricchimento da condividere con gli altri.

 

Mara Martellotta

“Sorella acqua” … omaggio alla Giornata della Terra

Per l’edizione 2024 della “Giornata della Terra”, il valdostano “Forte di Bard” coinvolge , sul tema dell’“acqua”, gli alunni delle scuole locali

Lunedì 22 e martedì 23 aprile

Bard (Aosta)

“Laudato si’, mi’ Signore, per sor’acqua, la quale è molto utile et humile et pretiosa et casta”. Certo, non ho scomodato, nel mio incipit, qualcuno di poco conto, ma niente meno che il “poverello d’Assisi”, San Francesco, con alcuni degli “immensi” versi, tratti dal suo “Cantico delle creature” (1224, il testo poetico, di cui si conosca l’autore, più antico della nostra letteratura e in cui la lode alla “creazione” si fa essa stessa “grandioso mezzo di lode al Creatore”), per introdurre il tema centrale, quello dell’“acqua”, su cui si incentrano le celebrazioni (per il terzo anno consecutivo) dedicate dall’ottocentesco “Forte di Bard” alla “Giornata Internazionale della Madre Terra”, proclamata per ogni 22 aprile, da una risoluzione dell’“Assemblea Generale delle Nazioni Unite”, adottata nel 2009. Proprio quella “sor’acqua”, ormai da anni e anni così tanto vilipesa e maltrattata da un indifferente e cieco “genere umano”, per il quale l’acqua è invece sempre, e oggi più che mai, “molto utile et humile et pretiosa et casta”. Ah, ricordarselo!

Per ricordarlo allora, e ben ribadire il concetto, la “Fortezza” savoiarda ha messo in calendario (con il sostegno dell’“Assessorato ai Beni e alle Attività Culturali”, di quello allo “Sviluppo Economico, Formazione e Lavoro, Trasporti e Mobilità Sostenibile” della Regione Autonoma Valle d’Aosta e di “CVA – Compagnia Valdostana delle Acque”) una serie di iniziative che coinvolgeranno lunedì 22 e martedì 23 aprilegli 821 alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado della Vallée.

Il via,  lunedì 22 aprilealle 9,30, con l’accoglienza delle varie scuole all’interno del padiglione allestito in Piazza d’Armi e il saluto delle autorità. Nell’occasione saranno anche premiati i lavori realizzati dalle classi nei mesi scorsi sulla base del tema di questa edizione – l’“acqua” – che resteranno esposti al pubblico all’interno della “Cappella” fino a domenica 5 maggio. Le classi prenderanno poi parte ad attività di formazione e scambio interamente dedicate all’educazione ambientale e all’acqua, come fonte di vita e risorsa fondamentale per tutti gli aspetti nella nostra vita quotidiana. La scoperta dell’acqua e del suo valore sarà il filo conduttore di giochi e laboratori che si protrarranno fino alle 16. Gli alunni assisteranno anche ad uno spettacolo realizzato per l’occasione da “Leo Scienza”, Associazione Culturale di Bologna. Il programma verrà replicato nella giornata di martedì 23 aprile. Sarà possibile, inoltre, per le classi, visitare le mostre fotografiche “Wildlife, Photographer of theYear” e “Non c’è più tempo. L’emergenza climatica nelle immagini dell’‘Agence France-Presse’”, affiancate da un laboratorio sulle energie rinnovabili curato dagli studenti del “Liceo ad indirizzo Elettronica ed Elettrotecnica” dell’“Isiltp” di Verrès, destinato agli alunni delle scuole medie. Le due giornate si concluderanno con una merenda a base di prodotti del territorio e con la consegna del gadget ricordo di quest’anno, un “portamerenda” logato “Forte di Bard”.

Sottolinea Ornella Badery, presidente dell’ “Associazione Forte di Bard”: “Le ‘Giornate della Terra’ coniugano l’attenzione che il ‘Forte’ pone da sempre da un lato al mondo della scuola e, dall’altro, alle tematiche connesse all’ambiente e alla tutela della biodiversità. Uno sforzo importante che, quest’anno, si è aperto a tutte le scuole della regione e che ha raccolto un’ampia adesione. La tematica scelta per questa edizione, l’‘acqua’, ha consentito di rafforzare ulteriormente le collaborazioni con il mondo della scuola e dell’impresa”.

Gianni Milani

Nelle foto: Immagini di repertorio e di Leo Malafaia, “Un ragazzo emerge dalle acque invase dal petrolio davanti alla spiaggia di Itapuama”, dalla mostra “Non c’è più tempo”

FROM/TO cartoline da Torino, il racconto per immagini della Torino di Piero Ottaviano

#dodiciperdiciassette. Inaugura giovedì 18 aprile, alle ore 18

 

Il progetto diffuso di Piero Ottaviano si articola in 48 scatti in bianco e nero, formato12×17, che racconta per immagini la Torino dagli anni Novanta fino ad oggi. Saranno esposte da giovedì 18 aprile a venerdì 10 maggio presso Phos, centro fotografia Torino, Flashback Habitat.

L’inaugurazione del 18 aprile avverrà con il talk FROM/TO iconografia di una città tra documento e immaginazione, in conversazione con Elisabetta Buffa, presidente di Phos.

FROM/TO è un progetto fotografico che si prefigge di suggerire quanto la cartolina rimandi ad una relazione tra i media, nell’interazione tra scrittura e immagine. L’autore sceglie una caratteristica che possa dare realmente forza, valore e riconoscibilità all’operazione, la sua diffusione. La cartolina, per sua natura, viaggia, porta il suo messaggio altrove e sopravvive nel tempo.

Nell’occasione dell’inaugurazione sarà possibile scegliere una cartolina già affrancata per spedirla, scrivendo una dedica e dando vita al concept del progetto, che consiste nello scambio. Un viaggio tra mittente e destinatario che lega in un unico fil rouge il corpus delle cartoline, trasformate in opere d’autore. Un’esperienza di viaggio vissuta attraverso le immagini . Alcune lasciate tra le pagine di un libro per segnalare un punto di partenza o di arrivo, altre clandestine e riposte in un cassetto, altre ancora appese alle pareti di casa.

Con l’obiettivo di portare Torino nel mondo il percorso della città avviene attraverso un medium nato nella seconda metà del Novecento, tradizionale, analogico, materico che racconta mediante scorci e riprese frontali la passione per la cartolina di Piero Ottaviano, per sottolinearne le valenze simboliche. La collezione di fotografie torinesi è cresciuta e si è ampliata nel tempo, attraversando le trasformazioni e le contraddizioni sociali di una città, che sembrano non averla sfiorata. Piero Ottaviano prosegue nel corso degli anni la sua narrazione, cambiando macchine fotografiche, ottiche, sperimentando modi e visioni differenti per testimoniare una bellezza mai scalfita, quella di Torino.

MARA MARTELLOTTA

Food for profit: domenica 21 aprile al cinema Esedra

Una proiezione da non perdere quella di domenica 21 aprile presso il Cinema Esedra di Torino (Via Bagetti 30) dove l’associazione Slowfood Torino Città in collaborazione con Slow City Turin (Comunità SlowFood) daranno la possibilità di assistere alla proiezione di un documentario che sta già facendo parlare di sé raccogliendo molteplici consensi: “Food for profit“.

Si tratta del primo lungometraggio che mostra il filo che lega l’industria della carne alle lobby e al conseguente legame con il potere politico, in grado di “far aprire gli occhi sull’industria della carne e sulle spaventose torture degli animali negli allevamenti intensivi sovvenzionati con i nostri soldi, sulla nostra salute e su quella del pianeta“.

Un documentario investigativo, ma dall’approccio cinematografico, scritto e diretto da Giulia Innocenzi e Pablo D’ambrosi, che tenta di mostrare “non solo l’orrore degli allevamenti intensivi e la connivente protezione politica di cui godono, ma con una squadra di esperti internazionali affronta le principali problematiche legate a questo tipo di produzione industriale: inquinamento delle acque, sfruttamento dei migranti, perdita di biodiversità e antibiotico resistenza“.

Un po’ di chiarezza sui liberali dopo la pubblicazione del “manifesto torinese”

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IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Il manifesto “liberale”  torinese ha  creato un po’ di confusione a livello locale e nulla di più. Miei amici romani con cui sono stato, non ne sapevano nulla.
Per i non addetti andrebbe comunque distinto il termine “liberale”  contrapposto a quello “illiberale”  in senso molto ampio, anche se molti liberali senza virgolette sono “illiberali” e settari come molti dei grigi firmatari torinesi del manifesto, che è una dichiarazione anti destra  che rivela una certa ignoranza storica di fondo.  In primis andrebbe dimostrato che essere anti destra sia liberale. La destra storica erede di Cavour fu certamente liberale, come liberale fu la sinistra di Depretis, mentre quella di Crispi fu reazionaria e forcaiola ed anticipò la svolta reazionaria di fine ‘800.

Andrebbe anche fatta una riflessione sulla parola liberal-democratico con o senza  trattino che fu oggetto di raffinate ed inutili discussioni.  Nei liberal-democratici

Mario Pannunzio

rientrarono anche i repubblicani malgrado i due La Malfa rifiutassero quella appartenenza che ebbe solo Francesco Compagna, secondo il quale Pannunzio fu un “liberale duro e puro” e non un radicale. Pininfarina e Gawronski sono stati due deputati liberal-democratici al Parlamento come non fu neppure Bettiza. Una analoga riflessione dovrebbe riguardare Marco Pannella leader radicale profondamente liberale. Un autorevole giornalista ha citato come appartenenti alla cultura liberal-democratica  Bobbio e Alessandro Galante Garrone che invece si possono definire liberal-socialisti o socialisti liberali, ambedue vicini al PCI come lo fu Gobetti e  lo furono molti suoi seguaci. I gobettiani in genere come Antonicelli (che finì fiancheggiatore di “Lotta continua”) finirono tutti nel PCI: la sinistra indipendente – come mi disse Lucio Libertini con coraggio – fu indipendente da tutti salvo che dal PCI che faceva eleggere i vari intellettuali  comunisteggianti.

Giovanni Giolitti

Gobetti stesso non fu mai veramente liberale perché la sua “Rivoluzione liberale” fu un ossimoro: i rivoluzionari non sono mai liberali, ma sono giacobini e i liberali non sono mai rivoluzionari, ma riformisti o conservatori. Forse queste cose quasi tutti i cento firmatari torinesi non le sanno. Essi non dovrebbero ignorare che i grandi liberali furono Cavour, Minghetti, Lanza, Giolitti, Francesco Ruffini, Soleri, Croce, Einaudi, Malagodi, Gaetano Martino, Vittorio Badini Confalonieri, Pannunzio,  Matteucci, Leoni, oltre a Popper e agli Austriaci. Spesso siamo ancora fermi alle giravolte di Francesco Forte, socialista con conversione berlusconiana  o altre corbellerie del genere. Nei berlusconiani gli unici liberali di rilievo sono stati Antonio Martino, Alfredo Biondi e  Giuliano Urbani, mentre nella sinistra stento a riconoscere dei liberali.  Questa è una realtà oggettiva che attende smentite perché i Liberali veri non presumono di possedere la verità.

Nuovi Gobetti un po’ attempati

IL COMMENTO Di Pier Franco Quaglieni

Un manifesto di circa cento persone, in verità non tutti intellettuali (evito di citarne i nomi), merita sempre attenzione.  Se poi a ispirarlo e illustrarlo è un avvocato di lungo corso come Fulvio Gianaria, esso merita di essere letto e meditato. A due mesi dal voto, appare strumentalizzabile e anche un po’ fuori tempo perché il manifesto di Croce del 1926 ebbe ben altre firme e guardava al fascismo con una profondità di pensiero che qui non si coglie anche perché oggettivamente non ci sono le condizioni per scriverlo. Manca anche l’interlocutore Giovanni Gentile e il delitto Matteotti. Fa sorridere Elena Caffarena, figlia del più noto Mino, funzionario e dirigente del PLI , quando scrive: “ Ci unisce il desiderio di vedere un nuovo Risorgimento. Vogliamo ispirare chi la pensa come noi”. L’idea sarebbe buona,  ma mancano gli ispiratori. Neanche una parola diretta a sostegno di Israele, ma solo giri di frase. I liberali, i liberal-democratici sono stati sempre dichiaratamente filoisraeliani. Stupisce la conversione al liberalismo di Massimo Negarville, figura oggettivamente lontana da vecchi e nuovi risorgimenti, anche lui autorevole firmatario. Gobetti nel suo slancio non sempre rigoroso aveva un’attenuante: era giovane ed immaturo. Un‘attenuante che non si può concedere a molti dei firmatari. Sempre cento o quasi,  come quelli che ebbero bisogno dell’Ungheria invasa per dimettersi dal PCI togliattiano che difendeva i carri armati di Mosca.  I liberali non si agitano per l’eguaglianza sociale ma per libertà che consente ai più capaci e meritevoli di liberarsi dal soffocante egualitarismo livellatore. Farmacisti, politicanti vari della I repubblica e improvvisati saggisti provenienti dal pci, si sono dimenticati anche di denunciare la corruzione correntizia in particolare del  Pd odierno  che allontana dal voto i cittadini e dà il potere ai capi bastone, fomentando il populismo di ogni colore, anch’esso incompatibile con il liberalismo. Non sono dimenticanze da poco. Ma molti il liberalismo l’hanno conosciuto in un corso al Cepu, come dice Dino Cofrancesco.

La fabbrica della felicità targata Pastiglie Leone

La storica azienda delle caramelle più famose d’Italia, rinasce nel nuovo stabilimento di Collegno, con tante novità dedicate soprattutto al pubblico, a partire dall’autunno prossimo.

È del 14 aprile il nuovo spot pubblicitario della “Fabbrica della felicità “ per pastiglie Leone, dai toni, dai costumi dei personaggi  coinvolti, dalle atmosfere fiabesche e oniriche, che ricordano un po’ quelle della “Fabbrica di Cioccolato”, il famoso film con protagonista Johnny Depp. 

Leone è la Fabbrica della Felicità da quasi 170 anni” spiega Mario De Luca, Marketing Director dell’azienda torinese. “Con il nuovo spot vogliamo raggiungere un pubblico sempre più vasto e diffondere la filosofia del Brand: un inno alla bontà e alla gioia di vivere, un’esplosione di allegria e squisitezza tutte italiane, in grado di viaggiare per il mondo e far vivere a chiunque – e ovunque – dei momenti di pura spensieratezza. I nostri prodotti sono unici perché realizzati da una squadra che lavora in perfetta armonia per rendere le iconiche pastiglie il linguaggio universale della felicità” 

Recente anche  la presentazione alla stampa e alle istituzioni del territorio locale e regionale, della nuova sede per Leone 1857, accolti dalla Presidente di Leone, Michela Petronio insieme al marito Luca Barilla. Le novità che porta in serbo per il futuro e le stesse dolcezze delle quali è ambasciatrice addirittura dai tempi di Cavour, regalano felicitá sin dall’ingresso in azienda. Leone è un’azienda dolciaria innovativa e sorprendente dal 1857, che racchiude nel proprio DNA gusto, bellezza e italianità, per offrire momenti di piacere sofisticato e spensierato allo stesso tempo. Tutto ha inizio più di 166 anni fa quando Luigi Leone aprì una confetteria ad Alba e cominciò a produrre piccole pastiglie di zucchero, diventando in pochi anni il fornitore ufficiale della Real Casa Savoia. Oggi, Leone è il brand di pastiglie più vendute in Italia: completano la gamma squisite gelatine, gommose e caramelle e raffinato cioccolato, prodotte con materie prime eccellenti e ricette tradizionali dell’antica confetteria italiana, della quale intende farsi rappresentante nel mondo, regalando piccoli momenti di inaspettata felicità.

La Fabbrica della Felicità – 7.000 mq di superficie di cui una parte destinata all’area esperienziale e l’altra alla produzione – ambisce a diventare una vera e propria destinazione turistica e rappresenta una tappa fondamentale nell’evoluzione di questa eccellenza italiana, già protagonista a settembre dello scorso anno di un rebranding che ha modernizzato il “volto” dello storico marchio.

“La decisione di investire in Leone” spiega Michela Petronio, presidente del brand “è stata motivata dalla volontà di rilanciare un marchio storico del food italiano, celebre per la sua qualità e autenticità. Leone rappresenta non solo un prodotto di alta qualità, ma anche un simbolo dell’italianità nel mondo. Abbiamo scelto di investire in quest’azienda perché pensiamo che abbia il potenziale per conquistare nuovi mercati essendo un marchio unico con prodotti distintivi.

Siamo entusiasti di inaugurare i lavori per la nuova Fabbrica Leone, che non sarà solo un centro di produzione, ma una vera e propria destinazione per tutti quelli che vorranno entrare nel mondo del brand. Questo ambizioso progetto consentirà al pubblico di immergersi nel magico processo di trasformazione delle materie prime in caramelle e cioccolato, offrendo un’esperienza coinvolgente, senza precedenti. Sarà un luogo dove la magia prende vita e dove sveleremo i segreti di questa antica confetteria, affascinando tutti coloro che vi entreranno.”

 

La progettazione, a opera dello studio di architettura milanese Piuarch, ha avuto come obiettivo quello di esaltare, attraverso l’espressione artistica del nuovo fabbricato, l’” anima” dell’industria dolciaria, guardando il futuro e l’innovazione ma non dimenticando la tradizione e l’artigianalità di Leone.

Chiara Vannini

Radio RBE, la radio oltre la radio

Radio RBE o Radio Beckwith è  un’emittente radiofonica nata a Torre Pellice nel 1984 da un gruppo di giovani appassionati della val Pellice, desiderosi di affrontare questa sfida radiofonica in una valle valdese.

“L’editore è  l’associazione culturale Francesco Lo Bue – spiega Matteo Scali- e la radio è stata dedicata al personaggio di CharlesJohn Beckwith, generale britannico ferito a Waterloo, che si stabilì nelle valli valdesi e ne divenne benefattore e evangelizzatore. Fece costruire molte scuole che ancora oggi portano il suo nome e la radio ha voluto intitolarsi a lui per ricordarne i grandi meriti in val Pellice. Morì a Torre Pellice il 19 luglio 1862.

Abbiamo deciso anche di intitolare la radio a lui perché non volevamo creare una radio confessionale, ma una radio sul territorio, una radio comunitaria.

In analogico la radio in FM nelle province di Torino, Cuneo e, in Liguria,  nella provincia di Savona, a Cengio e in Val Roia. Abbiamo la possibilità di trasmettere in streaming il segnale  che, online, è fruibile da tutti”.

“Il consolidamento della redazione è  avvenuto – spiega Matteo Scali – nel 2000,quando stava arrivando il digitale che affiancava come mezzo nuovo la radiofonia. Abbiamo introdotto la tecnologia dei podcast per rendere l’informazione più fruibile e adeguata fino poi a giungere all’apertura, nel 2022, della TV.

Il primo momento della giornata si articola in due programmi di informazione con due rassegne stampa della prima pagina e della pagina culturale.

Segue poi una trasmissione intitolata ‘Café blue’, che affronta tematiche legate al territorio e al cibo, musica e curiosità dal mondo dell’arte e della cucina con Claudio Petronella.

Dopo la pausa di metà pomeriggio è presente una trasmissione dedicata all’ecumenismo e al mondo della chiesa evangelica.

Radio RBE propone anche una breve meditazione quotidiana dal lunedì  al sabato alle 7.20 e in replica alle 19.15 con i predicatori e le predicatrici delle chiese valdesi e metodiste.

Le celebrazioni del culto vengono proposte in collaborazione con le chiese valdesi del Pinerolese, sia in versione audio sia video. Il formato radiofonico del culto è  leggermente più breve di quello televisivo.

Vi sono poi ricorrenze che seguiamo con particolare interesse, come il 17 febbraio, quando si ricorda il fatto che, nel 1848, re Carlo Alberto, con le Lettere Patenti, concesse i diritti civili e politici ai sudditi valdesi. Ogni anno, in quella data, le comunità valdesi si ritrovano per momenti di culto e di celebrazione, tra i quali l’accensione dei falò della libertà. In occasione della Pasqua e della festa del 15 agosto trasmettiamo in diretta.

Non mancano programmi che affrontano confronti politici che trattano le tematiche che stanno a cuore al territorio non soltanto circoscritto alle valli valdesi. Per il futuro lo slogan che vogliamo portare avanti è quello di diventare sempre di più  una “radio oltre la radio”, in relazione con il territorio e la sua comunità”.

 

Mara Martellotta