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Nicoletta Cardillo nel direttivo Unoe

La piemontese Nicoletta Cardillo (amministratore di D&N Eventi Srl di Casale Monferrato) nel direttivo di Unoe – Unione nazionale organizzatori eventi

Nicoletta Cardillo,titolare della D&N marketing s.r.l. e socio amministratore della società D&N Eventi Srl di Casale Monferrato (insieme ad altre due socie imprenditrici) è stata eletta in rappresentanza del Piemonte nel direttivo dell’Associazione di Categoria U.N.O.E. -Unione nazionale organizzatori eventi,da parte dell’assemblea che si è svolta a Roma e che ha a sua volta eletto Presidente, il romano Alessandro Pollak .

Unoe è un’associazione di categoria che annovera nelle sue file i più noti organizzatori di eventi tematici, enogastronomici, concerti, spettacoli, fiere e mercatini. La D&N Eventi è l’organizzatrice della Mostra regionale di San Giuseppe, uno dei maggiori eventi piemontesi sul territorio.

Unoe unisce e compatta esperienze decennali di tanti operatori e pone tra i suoi obiettivi il dialogo costruttivo tra loro e le istituzioni.

Spiega Nicoletta Cardillo :

U.N.O.E. Sorta durante il periodo del lockdown si é rafforzata più che mai negli ultimi mesi, operando al suo interno una grande cernita che ha prodotto come risultato odierno, tra gli associati, una affinata scrematura e la presenza tra le sue fila, di operatori del settore tra i più determinati del Nord Centro e Sud Italia, Isole comprese.

Gli obbiettivi di U.N.O.E. sono numerosi ma tra i più importanti spicca sicuramente la salvaguardia di questa categoria lavorativa importante per l’economia Italiana e che troppe volte dall’inizio della pandemia globale è stata trascurata e abbandonata a se stessa!

Altra Mission importantissima di U.N.O.E. è quella di confrontarsi al più presto con le Istituzioni per affrontare svariate tematiche di carattere legislativo, tra cui la sicurezza degli Eventi e le linee guida anti-covid.

Il Presidente e tutti i componenti del Direttivo si sono subito attivati per dare il proprio contributo a seconda del ruolo che gli è stato conferito.

In occasione del DPCM emanato il 18/10/2020 per la categoria Fiere ed Eventi, sono state emanate disposizioni poco comprensibili,unica nota positiva è il consenso chiaramente espresso per le Manifestazioni Fieristiche di carattere Nazionale e Internazionale mentre restano bloccate solo le Fiere Locali e le Sagre.

U.N.O.E. si è attivata per riuscire a fare chiarezza e in tempi brevi verrà pubblicato il Comunicato Stampa Ufficiale con le dichiarazioni del Presidente Alessandro Pollak e dei due Vc. Presidenti, Alessia Littarru e Carla Marivo.

Roma, giallo all’Atac

Roma – Si sa che alla municipalizzata romana, incaricata del trasporto pubblico,  le casse sono sempre in profondo rosso, così come che l’attaccamento al lavoro da parte di alcuni dipendenti lasci alquanto a desiderare.

Come in tutti gli uffici, anche a ll’Atac i certificati di malattia, che durante le feste salgono di parecchio, si inviano in modalitá online. Tuttavia, se il certificato medico riguarda l’assenza per malattia di un figlio, basta consegnarlo manualmente.

Scoppia il giallo: una marea di certificati di malattia, tutti uguali e con lo stesso timbro, ma non con la stessa grafia, arrivano  all’Atac con oltre 11mila dipendenti e un tasso di assenteismo record. I   certificati di malattia spediti all’azienda sarebbero centinaia, tutti con lo stesso timbro di un medico arabo. Tutti scritti a mano, ma la scrittura cambia ogni volta, tanto che all’Atac hanno pensato a dei falsi e hanno chiesto una perizia calligrafica per accertare il fatto.

A questo punto  le ipotesi sono almeno due: la prima è che il medico arabo, da cui provengono i certificati, non sia coinvolto; l’altra che il bollettario sia stato trafugato e, con il “fai da te”, ciascun dipendente coinvolto si sia compliato il suo certificato ed abbia anche reiterato il falso più volte. La Procura della Repubblica sta indagando sulle ipotesi di reato, ma a noi viene anche qualche altro sospetto in merito al perché il medico arabo non si sia accorto dello smarrimento di un blocchettario.  Altra ipotesi, ben peggiore, che ci possa essere collusione….!

Potrebbero scattare dei licenziamenti, almeno si spera.

Per concludere, suona strano che all’Atac ci abbiano messo così tanto tempo ad accorgersi del fatto!

Tommaso Lo Russo

La Fondazione Collegio Carlo Alberto inaugura l’Anno Accademico

Mercoledì 21 ottobre, ore 18.00 Evento online

 

Mercoledì 21 ottobre alle ore 18.00, si tiene l’Inaugurazione dell’Anno Accademico 2020-2021 della Fondazione Collegio Carlo Alberto, che quest’anno si svolgerà online su Zoom previa registrazione al link: https://2020inauguralceremony.eventbrite.it.

 

L’incontro sarà aperto dai saluti del Rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna e del Presidente della Compagnia di San Paolo, Francesco Profumo. A seguire Giorgio Barba Navaretti, Presidente della Fondazione, illustrerà le attività del Collegio Carlo Alberto nel nuovo anno accademico.

 

La lezione inaugurale “Attitudes, Aptitudes, and the Emergence of the Modern Economy” sarà tenuta dal Prof. Joel Mokyr, Northwestern University, storico dell’economia di fama mondiale.

 

Il Prof. Mokyr è Robert H. Strotz Professor of Arts and Sciences e professore di Economia e Storia alla Northwestern University. Si occupa soprattutto di storia dei cambiamenti tecnologici e dell’industrializzazione, con un focus sulle radici economiche e intellettuali del progresso tecnologico e della crescita economica; è autore di libri pluripremiati, dei quali il più recente è “A Culture of Growth” (2016).

 

Nella sua lezione si soffermerà sulle origini dello sviluppo economico europeo che ha seguito la Rivoluzione Industriale, analizzando soprattutto il ruolo dei cambiamenti culturali che hanno permesso alle élite europee di farsi propulsori del progresso economico e tecnologico.

 

La lezione sarà introdotta da Aldo Geuna, Carlo Alberto Fellow e professore di Economia all’Università di Torino.

Alla fine arriva l’ansia

Provare ansia è una sensazione assolutamente normale, fa parte del nostro istinto di sopravvivenza, rappresenta un campanellino che indica uno stato alterato dell’umore in direzione di un’allerta.

L’ansia è un’emozione di base che attiva nell’individuo risorse mentali e fisiche e svolge delle funzioni importanti nella vita di ognuno. È importante avere la capacità di percepire ciò poiché permette a noi esseri umani di riconoscere situazioni, momenti epensieri poco gradevoli, e di saperli individuare. L’ansia può sorgere per fattori più svariati. Dipende dalla persona e dalle nostre priorità. Chiaramente diventa nociva quando è eccessivamente elevata rispetto alla realtà che stiamo vivendo o rispetto ad un definito problema che abbiamo o pensiamo di avere. In questo caso è fondamentale trovare il modo di spostarla  all’esterno con degli esercizi di “esternalizzazione emotiva” affinché il flusso interiore, generato dall’ansia, trovi una via di scarico all’esterno. Elemento importante di cui essere sempre coscienti è rappresentato dal fatto che tutti gli stati d’animo, come arrivano, così vanno via. L’umore non è una linea retta, ma è composto da variazioni continue di differente durata, poiché noi siamo esseri viventi dotati di umore volubile ed il corpo, in un meccanismo complesso fra fisico e mente, si muove per reazioni chimiche. Ciò è rilevante ed essenziale da tenere a mente per non essere mai preoccupati se abbiamo sali e scendi interiori. Il fattore determinante è saperli riconoscere, dandogli un nome ed esternalizzandoli verso l’esterno, così da non incorrere in una somatizzazione, che non ci rende padroni di noi stessi e toglie lucidità al nostro operato. In base alla distanza tra la realtà che accade e i nostri desideri che vorremmo accadessero si inserisce l’ansia, ma dobbiamo essere consapevoli nel riconoscerla e accettarla, poiché è normale che appaia tanto più desideriamo una cosa e tanto più numerose appaiono le variabili che possono mettere a rischio la realizzazione della cosa desiderata. Fondamentale è non vivere con l’esigenza del controllo né con l’esclusiva priorità del merito, poiché potrebbe accadere e accade che, per quanto massimo impegno sia possibile mettere in un obiettivo, questo non si realizzi. Ciò è l’anarchia del destino che non possiamo controllare, ma soltanto accettare, anche dopo aver fatto il nostro massimo. Questa capacità di accettazione del dato di realtà si chiama maturità e costruirla ogni giorno dentro di noi rappresenta la differenza fra chi vive costantemente in bilico fra nevrosi e psicosi e chi svolge una vita sana.

Dott. Davide Berardi – Psicologo/Psicoterapeuta Sistemico Relazionale

Contatti: davide_berardi_78@yahoo.it

Testimoni di fratellanza

Lunedì 26 ottobre si terrà la consegna ufficiale del Premio internazionale “TESTIMONI DI FRATELLANZA”, istituito nel 2018 da Artaban, Onlus di cooperazione e aiuto umanitario, operante in Burkina Faso, Mali, Nicaragua, Ecuador e Perù.

La cerimonia si svolgerà nel corso di una cena solidale presso la “Locanda sul Po” di Torino, Viale Parco Michelotti, 21/A. Per esigenze connesse al Covid, è richiesta la prenotazione entro e non oltre mercoledì 21 (salvo esaurimento anticipato dei posti disponibili, chiamando i nn. 335.5733801 Roberto Veglia – 331.5024259 Artaban Onlus – 333.5807549 Paolo Pensa/Le Rose Nere). Il menù allestito dallo chef Damiano prevede: Vitello tonnato, Insalata tonno e fagioli con cipolla di Tropea, Insalata viennese, Melanzane imbottite e Flan di zucca con fonduta: Penne alla campagnola e Rabaton alla alessandrina; Bocconcini di cinghiale al civet, con contorno; Dolce della casa; Vino, acqua e caffè. Il contributo richiesto è di 35,00 euro, tutto incluso.
Con questa iniziativa, Artaban intende offrire un riconoscimento tangibile a chi si è distinto in attività concreta di aiuto al prossimo, senza farsi distrarre dal falso mito della fama e della notorietà. Si tratta di una serie di riconoscimenti tangibili da assegnare a chi si è davvero adoperato sul campo, e non davanti alle telecamere o nei convegni, per garantire il proprio sostegno – economico e morale – a chi è esempio di fratellanza e non trasforma l’aiuto in un business personale o di gruppo.
La prima edizione ha visto come protagonista del 2018 fr. Albino Vezzoli, dei Fratelli della Sacra Famiglia, per la totale dedizione nei confronti di chi era più in difficoltà, trasformando il suo gesto d’amore in opportunità di sviluppo per tutto il Burkina Faso.
Quest’anno, Artaban Onlus ha individuato in Paolo Fornetti e in Paolo Pensa i nuovi “Testimoni di fraternità”, ex-aequo per il loro impegno: un cammino nel mondo del rugby solo apparentemente diverso, entrambi sospinti da uno scopo di solidarietà, quella vera e concreta che sa fare la differenza e costruire ponti per ridurre le sofferenze e la solitudine dell’emarginazione, della fame, del disagio sia in Italia che in altri Paesi.
Il mondo del rugby è infatti perfettamente in linea con il concetto di fratellanza alla base del premio: prima in campo, dove il senso della squadra è sempre prevalente sul singolo, e poi in quello che si definisce “Terzo tempo”, nel dopo partita quando le squadre avversarie si ritrovano per brindare e mangiare insieme.
Pensa e Fornetti hanno aggregato attorno a sé giovani richiedenti asilo, per lo più sbandati o in difficoltà oggettive. Attraverso la pratica del rugby, con le sue regole rigorose, li hanno aiutati ad inserirsi tra la popolazione che li ospita e – oggi – tifa per loro, hanno trovato loro un lavoro, li sostengono nello studio e nell’apprendimento della lingua italiana.

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Il 24 e 25 ottobre nasce nel Verbano il Parco letterario Nino Chiovini

Il Parco nazionale della Val Grande e l’Associazione Casa della Resistenza danno vita a un parco letterario dedicato a  Nino Chiovini, partigiano, storico e scrittore verbanese con una “due giorni” il 24 e 25 ottobre.

L’iniziativa è patrocinata dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte. Il progetto, nell’ambito della rete degli attuali 25 parchi letterari promossi e istituiti da Paesaggio Culturale Italiano in collaborazione con la Società Dante Alighieri, si prefigge di valorizzare i luoghi di ispirazione dell’autore e di altre figure importanti della storia culturale e scientifica del territorio della Val Grande e delle aree limitrofe attraverso la realizzazione di itinerari storico-paesaggistici, la valorizzazione della cultura sociale, antropologica e dei valori di libertà propri di quelle aree montane. La val Grande è l’area selvaggia più vasta d’Italia, una wilderness a due passi dalla civiltà, stretta tra l’entroterra del lago Maggiore e le alpi Lepontine.

L’iniziativa del Parco Letterario Nino Chiovini, il primo istituito sul territorio piemontese, si colloca all’interno delle finalità della Carta europea del turismo sostenibile.

Sabato 24 ottobre,alle 16,30,presso la Casa della Resistenza di Verbania Fondotoce, verrà siglata la convenzione tra Paesaggio Culturale Italiano, Parco nazionale Val Grande e Associazione Casa della Resistenza. Dopo i saluti istituzionali interverranno Stanislao de Marsanich, presidente della rete dei parchi letterari (“La rete italiana dei Parchi Letterari”), Lidia Chiovini, Gianmaria Ottolini e Pieranna Margaroli (“La figura di Nino Chiovini”), Tullio Bagnati, direttore del parco nazionale Val Grande (“Il perché del parco letterario:finalità,strumenti e programmi”).

Domenica 25 ottobre è prevista una escursione nei luoghi di Nino Chiovini all’Alpe Aurelio ( Vrèi nel dialetto locale), costituita da un gran numero di antichi corti maggengali a ridosso della Colma di Cossogno, sulle prealpi verbanesi. Il ritrovo è previsto per le 9.00 del mattino nella piazza del municipio di Miazzina (Vb) seguendo gli antichi sentieri percorsi per secoli da generazioni di pastori. All’Alpe Aurelio,  in occasione della ristampa de “Le ceneri della fatica”, verranno lette pagine di questo libro di Chiovini. Sono previsti il pranzo al sacco e il rientro alle 16,30. In caso di maltempo l’iniziativa sarà annullata.

Nino Chiovini (Biganzolo, 1923 – Verbania, maggio 1991) è stato un partigiano, scrittore e storico, studioso della Resistenza e della cultura contadina di montagna delle valli tra il Verbano, l’Ossola e la Val Vigezzo. Una figura importante, difficilmente inquadrabile in una sola definizione. Le sue passioni e l’impegno di narratore,storico, antropologo, appassionato di sociologia rappresentano un tutt’uno. E il collante di tutto, capace di generare un fermento emotivo, è stata la sua forte e determinata etica civile, la passione per la storia, l’abilità nello scrivere, la capacità di intuire e comprendere i fenomeni sociali. Nei suoi libri sulla civiltà rurale montana ( “Cronache di terra lepontina”, “A piedi nudi”, “Mal di Valgrande” e “Le ceneri della fatica”, uscito postumo) così come nei volumi dedicati alla lotta partigiana (“I giorni della semina”, “Classe IIIa B. Cleonice Tomassetti. Vita e morte” e i due volumi pubblicati postumi “Fuori legge??” e “Piccola storia partigiana”) il suo impegno di ricerca emerge con grande forza e  nitidezza.

Marco Travaglini

Weigmann, un signore di altri tempi

E’ mancato l’Avv. Marco Weigmann,  a capo di uno degli studi legali più importanti d’Italia con sede a Torino, Milano e Roma.

 

Di Pier Franco Quaglieni 


Un grande lutto per l’avvocatura italiana e per quella torinese. Ma Weizmann si era anche occupato di cultura in modo appassionato, particolarmente come vicepresidente della Fondazione “Filippo Burzio” di cui era stato uno dei fondatori. Il nostro rapporto era nato nel 1988 quando scrissi un elzeviro su “La Stampa “ per ricordare Filippo Burzio nel quarantennale della morte. Burzio ingegnere ed umanista, docente universitario e giornalista, direttore de “La Stampa“ nel 1943 e nel 1945, era stato quasi  totalmente dimenticato. Quell’articolo suscitò un vasto interesse, in primis nel generale di Corpo d ‘Armata Giovanni De Paoli che era stato allievo di Burzio alla Scuola di Applicazione e d’Arma di Torino. De Paoli organizzò al suo Rotary una mia conferenza su Burzio. A quell’ incontro intervennero tra gli altri gli avvocati Vittorio Chiusano e Marco Weigmann, quest’ultimo   molto amico del figlio dell’intellettuale torinese, Antonio Burzio, che viveva nel culto di suo Padre. Chiusano, Weigmann , De Paoli e chi scrive diedero vita,  poco tempo dopo, al Centro “Filippo Burzio“.

 

Chiusano venne nominato Presidente e Weigmann vice presidente. Da allora la storia del Centro “Burzio “, divenuto successivamente Fondazione , è stata legata indissolubilmente al nome di Weigmann che ha posto la sua intelligenza e la sua cultura giuridica con infinita generosità al servizio della memoria storica di Burzio. Senza il suo sapiente e discreto apporto non ci sarebbe mai stata la Fondazione “Burzio“ di cui ha curato gli interessi in particolare dopo la morte di Antonio Burzio che lasciò tutti i suoi averi alla Fondazione. Con dedizione Weigmann seppe amministrare la Fondazione in modo oculato ed illuminato. Non volle mai apparire. Era un uomo che non amava la ribalta, ma l’impegno con quella sobrietà tutta  piemontese che Burzio considerava una grande virtù. Io sento il rammarico di non aver collaborato alla Fondazione come avrei dovuto. Alla morte improvvisa di Chiusano,  proposi a Weigmann di assumere la presidenza, ma rifiutò. Insieme pensammo a Valerio Zanone come Presidente.  Con Weigmann presidente forse la Fondazione avrebbe mantenuto una maggiore coerenza con i suoi fini statutari, ma soprattutto con lo spirito delle origini a cui  Zanone era rimasto  estraneo perché in quegli anni totalmente occupato in politica. Weigmann non accettò la presidenza neppure       alla morte di Zanone e la scelta cadde sul giornalista Alberto Sinigaglia con Weigmann vicepresidente.  L’avvocato torinese resta anche legato al mio amico Romolo Tosetto che fu il suo maestro. Tosetto e’ stato un uomo di altissimi sentimenti civili manifestati in particolare nel Lions ed anche nel Centro Pannunzio.  Lo studio Tosetto – Weigmann alla morte di Tosetto divenne lo studio Weigmann che è cresciuto in questi anni a livello anche internazionale. Era un uomo pacato e profondamente buono. Aveva un’eleganza innata , forse aveva anche una qualche timidezza, malgrado il consolidato e brillante  successo professionale. Era un gentiluomo di antico stampo. A volte ci si vedeva al Circolo del  Whist, l’ambiente più ovattato di Torino a lui molto caro. Ricordo con rimpianto anche le serate che Marco vi organizzava per la Fondazione “Burzio” ogni anno in vista del Natale. Mi fu affettuosamente vicino in un momento difficile della mia vita e in tante occasioni venne ad ascoltarmi in qualche conferenza. Una volta Chiusano mi volle conferenziere alla Scuola di Applicazione e  d’Arma su Burzio e Gobetti. Avrei voluto parlare del liberale autentico Burzio in contrapposizione al “liberalismo rivoluzionario” e, secondo me, in parte illiberale di Gobetti.

 

Avevo con me un’ampia documentazione, ma l’arrivo improvviso in sala della nuora di Gobetti Carla mi suggerì di evitare, in una sede istituzionale come quella ,qualsivoglia polemica. Così improvvisai un altro discorso in cui parlai a braccio e quasi esaltai Gobetti pur senza convinzione. Vittorio Badini Confalonieri che era venuto a sentirmi si stupì del mio discorso.  Weigmann, che conosceva le mie idee in proposito , aggiunse  che aveva capito il mio imbarazzo e mi ringraziò  per aver evitato fratture. Era un uomo mite. Non l’ho mai sentito in tanti anni alzare anche solo leggermente la voce. Nella storia dell’avvocatura italiana Marco Weigmann è destinato a restare come uno dei maggiori nomi  a cavallo tra i due secoli . Tosetto  mi elogiò più volte Weigmann, il mio ex allievo Federico Restano divenuto socio del suo studio, credo che  contribuirà a tramandarne l’insegnamento. In effetti è stato anche un Maestro che non verrà dimenticato. Il suo stile  pacato resta un esempio di straordinario e calmo equilibrio anche nei momenti più difficili. Ricorderò sempre il suo sorriso rasserenante. Sempre e ovunque. Un modo d’essere sempre più raro in questi tempi così calamitosi.

Scrivere a quaglieni@gmail.com

 

Golf e chef stellati uniti per la ricerca

Golf e chef stellati, questo l’inedito abbinamento della 21/ma “Pro Am della Speranza- The Green is Pink”, appuntamento di sport e solidarietà che ha permesso di raccogliere 95 mila euro a favore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro. Si è trattato di uno dei più importanti eventi della campagna “Life is Pink”, il mese in rosa lanciato dalla Fondazione per sensibilizzare e raccogliere fondi a favore della lotta contro i tumori femminili.

La manifestazione, che si è svolta martedì’ 13 ottobre al Royal Park I Roveri, si è confermata un grande successo. Vi hanno partecipato 18 squadre, in rappresentanza di altrettante aziende che hanno aderito all’iniziativa benefica. Durante la gara, tra una buca e l’altra, i giocatori hanno potuto gustare piatti preparati da alcuni dei più grandi chef della nostra regione: Matteo Baronetto (Ristorante Del Cambio), Max Chiesa (Kensho Restaurant), Guido Perino (Casa Amélie), Carmelo Damiano (Ristorante Giudice), Carlo Ricatto ( Ristorante Bricks), Fabio Montagna (Osteria Bacalhau), oltre al Birrificio Soralamà e al ristorante del Royal Park I Roveri. E’ stato un break speciale organizzato in collaborazione con Città del Gusto Torino – Gambero Rosso, che da oltre un anno supporta la Fondazione con eventi e iniziative speciali legate al food, come “La Partita del Cuoco” e le “Cene per la Ricerca”.

Al termine della gara, durante la cerimonia di consegna dell’assegno simbolico, il Presidente della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, Allegra Agnelli, ha ringraziato partecipanti, chef e sponsor per il generoso sostegno fornito alla campagna “Life is Pink”, che prosegue con diverse iniziative, tra le quali le t shirt e le shopper con il cuore rosa (si trovano alla Rinascente e negli store torinesi Fisico, Mondo e Hangover).

Giunta alla terza edizione, Life is Pink raccoglie fondi destinati all’acquisto di strumentazioni d’avanguardia e al finanziamento di campagne di screening gratuiti presso l’Istituto di Candiolo IRCCS per combattere i principali tumori femminili.

Le squadre che hanno partecipato alla 21/a Pro A m della Speranza- The Green is Pink sono state Allianz, Banca Patrimoni, BasicNet, Cofifast Srl, Fondazione Bassanini/Golf Club Margara, Beko, Iveco, Juventus, Lavazza, RTL, Investitalia, Romec, Guido Gobino, Bus Company, Cavourese, Maserati Forza SpA, Arriva Italia, Famiglia Proto.

 

 

Un supporto importante per la realizzazione dell’evento è arrivato da La Stampa, Rinascente, Damilano, Strike, Tn Italy, Getty, Sparea, Bricodolce, Baronio, Battaglio, Pepino e Balocco.

Con “Quartieri solidali” un aiuto alle famiglie in difficoltà

In questo periodo di grave crisi per molti, la Fondazione Cascina Roccafranca, in collaborazione con la Circoscrizione 2, ha attivato il progetto “Quartieri solidali”con lo scopo di sostenere le famiglie in difficoltà a Mirafiori.

In questa fase del progetto l’aiuto sarà dedicato in particolar modo alle famiglie con bambini piccoli da 0 a 6 anni. A questo scopo si sta lavorando su due fronti, da un lato una raccolta fondi per acquistare prodotti per la prima infanzia, dall’altro una raccolta di prodotti per bambini che si realizza in Cascina.


In 13 anni di attività la Cascina Roccafranca è diventata il cuore del quartiere di Mirafiori Nord. Un centro culturale, un luogo di aggregazione, un contesto per sviluppare forme di cittadinanza attiva e un centro civico innovativo. Il ruolo che svolgiamo per il quartiere è importante e, anche in questo momento di difficoltà per tutti, la Cascina Roccafranca vuole essere presente e sostenere la comunità.

Come funziona “Quartieri solidali”?

La donazione di prodotti per bambini

COSA PUOI DONARE:

– Pannolini

– Libri e giocattoli prima infanzia in buono stato

– Album in bianco e da disegnare

– Pennarelli, matite, colori, ecc.

Puoi portarli in Cascina Roccafranca, via Rubino 45, Torino: lunedì e giovedì ore 9,30 – 12 martedì e mercoledì ore 15,30- 18

La donazione in denaro

Puoi fare una donazione sul conto corrente che Fondazione Cascina Roccafranca ha appositamente attivato e ci occuperemo noi di acquistare i prodotti necessari alle famiglie in difficoltà del quartiere.

Dona sul conto corrente è intestato a Fondazione Cascina Roccafranca

IT 94M0501801 000000016976318

Per informazioni: Cascina Roccafranca, via Rubino 45 – Torino

Tel. 011 01136250 – mail: inforoccafranca@comune.torino.it