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Quanto siamo soli quando affidiamo le nostre emozioni più profonde a Facebook?

Quanti vivono da soli in una società che usa la alienazione reciproca come mito sociale? 
Non possiamo più abbracciare sinceramente per colpa del virus oppure delle relazioni sociali formali che non ci accolgono mai, neanche se viviamo sotto lo stesso tetto? 
Tra amici ci si scambiano meme,  tra amanti video porno…
La realtà ontologica è volatile e si adatta perfettamente al virtuale ma sono gli abbracci reali a produrre ossitocina!
Chi può abbracci dal vivo qualcuno e il suo dolore, le sue storie e le sue malinconie.
Quanti non possiamo più abbracciare?
Raccontare le nostre storie è tutto quel che resta, ma nessuno più le ascolta. Perché l’ascolto non è Dolby e neanche 4K. Le emozioni inoltre, fanno male sul serio, perché esiste l’empatia che è un vero e proprio sesto senso.
Scrivere sui Social è l’ultimo messaggio nella bottiglia di persone naufragate nella solitudine post-moderna, anche quando hanno conviventi di ogni generazione. Perché ognuno in casa è alienato dietro un proprio account.
Cosa resterà delle nostre storie, della narrazione personale,  familiare e sociale che abbiamo attivamente o meno contributo a realizzare?
La Grande storia di Marx trovava reperti archeologici. La piccola storia di Foucault trovava narrazioni avite e reperti domestici, diari segreti e anamnesi.
Oggi il diario segreto è pubblicato in contemporanea, sostituisce l’evento, soprattutto quello emotivo e nessuna pietra viene edificata a futura memoria della storia presente. Al massimo murales deperibili di eroi e vittime.
Anche il passaggio da cronaca a storia sarà una ricerca di files multimediali.
L’immateriale dell’emozione e del pensiero permane immateriale per sempre.
L’assenza è l’impossibilità di scrivere un post aggiornato…
Abbracciare qualcuno e ascoltarlo dal vivo è un dovere morale per chi anche nelle videochat ormai non comunica altro che il bisogno di non avere coinvolgimento emotivo. Tuttavia quel abbraccio reale è già un lutto da separazione, perché non ci siamo più abituati.
E per il sesso?
Anonimi incontri fugaci. Una relazione più stabile solo di facciata per i giochi nella realtà che ci pretende ancora animali sociali.  Assenza di contatti sinceri ma desiderio animale, che diventa regressione per stupri stalking e porno vendette.
Eppure l’altro siamo noi.
La relazione con l’altro definisce i nostri confini e dobbiamo imparare in adolescenza a creare una linea di costa per incontrare e lasciare anche persone emotivamente importanti. Invece gli altri oggi sono solo icone o like o peggio oggetti di possesso, con cui vendicarci del banale dolore del lutto quando ci separiamo.
E allora l’altro che muore?
Emozioni di vendetta per l’assente e sensi di colpa si provano da sempre per i morti, ma la pandemia li rende colpevoli della tragedia stessa e della conseguente crisi economica.
Morite come i cantanti. Lasciando opere postume per pubblicare ancora dei post sui social a vostro nome…
E la famiglia? Se non è un compito meccanico o un portale social nuovo da esporre online, allora è solo una frustrazione da cui fuggire.
Abbracci Abbracci Abbracci
Ascolto Ascolta Ascoltiamo
Agisci Agiamo Azioni
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Manlio Converti
Psichiatra

L’Accademia di Medicina di Torino inaugura il suo 178° Anno Accademico

Il 24 novembre alle ore 17.30 l’Accademia di Medicina di Torino inaugura il suo 178° Anno Accademico, con una riunione in streaming

Nel corso della riunione  dopo la relazione del Presidente, Prof Giancarlo Isaia, il Prof Carlo Maurizio Montecucco, Professore di Reumatologia dell’Università di Pavia, introdotto dal Prof Dario Roccatello dell’Università di Torino, terrà una lettura dal titolo “Artrite reumatoide: vent’anni dopo i primi farmaci biologici”.

In ottemperanza alle disposizioni del DPCM relative alle misure di contenimento della pandemia, si potrà seguire l’incontro solo collegandosi al sito

www.accademiadimedicina.unito.it.

Ritorna “Polis Policy- Accademia di Alta Formazione”

La prima delle tre sessioni, il 21 novembre, su Zoom, sul tema “Ripartire dalla persona: solo il lavoro salverà l’Italia”

Polis Policy Accademia di Alta Formazioneè giunta quest’anno alla sua quarta edizione, ha conservato il suo contenuto attento alle tematiche sociali e ai cambiamenti presenti nel nostro Paese; hasemplicemente adeguato la sua forma all‘emergenza Covid in corso, svolgendosi online sulla piattaforma Zoom sabato 21 novembre, per il primo dei tre appuntamenti previsti.

La prima delle tre sessioni ( il 30 novembre e 20 marzo le altre due ) sarà dedicata al tema “Ripartire dalla persona: solo il lavoro salverà l’Italia”. Ne parleranno il professor Paolo Benanti  della Pontificia Università Gregoriana, il Presidente e CEO Ford Authos Francesco Di Ciommo, il Presidente di Assolavoro Alessandro Ramazza, la portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, Claudia Fiaschi, e Guido Capetti, Professore di Storia dell’Arte.

Iniziamo questa quarta edizione di Polis Policy, la nostra Accademia di Alta Formazione -spiega il Presidente dell’Associazione Difendiamo il futuro”, Andrea Donna – con la convinzione che il tema che affronteremo sia di particolare attualità e di sicuro interesse. L’uomo e il lavoro costituiscono, infatti, un binomio inscindibile che, in questa sessione di lavori, verràanalizzato con la messa in campo di strumenti critici, in grado di fornire ai partecipanti la chiave per approcciare il tema in maniera lucida e documentata.

Il format scelto da Polis Policy per queste sessioni di lavoro, come per quelle degli anni precedenti, è da sempre molto agile, pensato per ampliare al massimo la possibilità di interazione tra partecipanti e relatori. La prima parte della sessione si intitola Vision  e rappresenta l’introduzione all’argomento; la seconda, dal titolo Agorà ne costituisce il momento di discussione e di confronto tra punti di vista diversi inerenti la tematica trattata; la terza, Another Vision“, costituisce, infine, un approccio alternativo sul focus della sessione attraverso la visuale artistica.

Polis Policy è il percorso creato dall’Associazione Difendiamo il futuro” e proposto in una fase di grande cambiamento, a livello storico e sociale. Si tratta di una Accademia di Alta formazione,dedicata a quei cittadini che vogliano impegnarsi a vantaggio delbene della “res publica”, intesa come cosa pubblica, attraverso la riscoperta dei valori fondamentali dell’approfondimento e dell’analisi, capaci di renderli maggiormente consapevoli nella loro vita civile e comunitaria.

Oggi l’emergenza sanitaria rappresenta la priorità assoluta, ma appare anche fondamentale adottare una visione prospettica capace di tracciare la strada per la ricostruzione, in modo equo, del nostro Paese, fatto che non può non prescindere dal tema del lavoro.


Mara Martellotta

“La cultura e il processo di cambiamento. Siamo tutti multiculturali”

MotivAzione Ciclo di lezioni/incontri, online in modalità webinar, promossi dalla Fondazione CRC con il patrocinio del Comune di Cuneo

 

Venerdì 20 novembre, ore 18

Marco Aime

“La cultura e il processo di cambiamento.
Siamo tutti multiculturali”

 

Prenotazione obbligatoria su www.fondazionecrc.it

 

 

16 novembre 2020. Dopo le anteprime in diretta streaming che si sono tenute la scorsa primavera sui canali social di Fondazione CRC e i primi due incontri con Stefano Bartezzaghi e Andrea Zorzi, continua, in diretta on-line in modalità webinar, il ciclo di lezioni/incontri della seconda edizione del progetto MotivAzione, promosso dalla Fondazione CRC e realizzato con il patrocinio del Comune di Cuneo, volto a sensibilizzare sulle tematiche educative tutti gli attori che compongono la comunità.

 

Il terzo incontro dal titolo “La cultura e il processo di cambiamento. Siamo tutti multiculturali” si terrà venerdì 20 novembre alle ore 18 e avrà come protagonista Marco Aime.

 

Che la cultura sia un elemento imprescindibile del nostro stare nel mondo è un dato acquisito. Attraverso la diversità dei saperi il mondo è diventato meno estraneo, vivibile; l’uomo nella sua incompletezza crea il mondo in cui abita, lo modifica, lo adatta, lo interpreta: è la sua libertà e la cultura è il contenitore delle sue relazioni con il mondo. Relazioni fatte di scambi, di ibridazioni, spostamenti, circolazione delle idee, contraddizioni e scontri che richiedono un continuo ripensamento della categoria dell’umano.

Marco Aime affronta la complessità di questi temi all’interno della contraddittoria realtà presente e di un futuro segnato da grandi trasformazioni culturali piegate alla globalizzazione e alla superficiale rapidità delle informazioni.

 

Marco Aime insegna Antropologia culturale all’Università di Genova. Ha condotto ricerche sulle Alpi e in Africa Occidentale (Benin, Burkina Faso, Mali). Ha pubblicato favole per ragazzi, testi di narrativa e saggi, tra cui: Le radici nella sabbia (EDT, 1999); Il primo libro di antropologia (2008); L’altro e l’altrove (con D. Papotti, 2012); La fatica di diventare grandi (con G. P. Charmet, 2014) per Einaudi; Verdi tribù del Nord (Laterza, 2012); African graffiti (Stampa Alternativa, 2012); Gli specchi di Gulliver (2006); Timbuctu (2008); Il diverso come icona del male (con E. Severino, 2009); Gli uccelli della solitudine (2010); Cultura (2013); L’isola del non arrivo (2018) per Bollati Boringhieri; La macchia della razza (2013); Etnografia del quotidiano (2014) per elèuthera; Tra i castagni dell’Appennino. Conversazione con Francesco Guccini (2014); Senza sponda (2015) per UTET; Comunità (il Mulino, 2019). Ha curato Atlante delle frontiere (2018, Add editore). Nel 2020 è uscito il suo ultimo libro Classificare, separare, escludere. Razzismi e identità, edito da Einaudi.

 

Le iscrizioni all’evento sono attive sul sito della Fondazione CRC www.fondazionecrc.it.

 

Il prossimo appuntamento

4 dicembre

Taxi1729, Scegli cosa voglio. L’economia per capire il mondo in cui viviamo

L’economia è determinante nel mondo e nel modo in cui viviamo. Nella vita di tutti i giorni il timone delle nostre decisioni, anche economiche, è nelle mani dell’intuito, prezioso risultato di milioni di anni di evoluzione. Da una parte questo ha il pregio di farci scegliere in modo rapido anche in situazioni complesse, dall’altra capita che ci faccia fare errori grossolani. Scegli cosa voglio mette a confronto ciò che sarebbe ragionevole scegliere e ciò che realmente scegliamo per mostrare che le due cose spesso non coincidono. Nella nostra mente, infatti, si mettono in moto una gran quantità di scorciatoie istintive condotte dall’esterno che spesso ci portano fuori strada, anche quando ci sentiamo completamente liberi.

Taxi1729 indaga e divulga il funzionamento delle scelte economiche con la convinzione che per essere consapevoli e razionali nelle decisioni sia fondamentale conoscere i meccanismi che guidano le nostre scelte, talvolta senza che ne siamo realmente consci. Talk organizzato in collaborazione con FeduF.

 

Il progetto MotivAzione

Il nucleo portante attorno a cui è stato costruito MotivAzione è il tema del benessere a scuola come elemento essenziale per la buona riuscita scolastica, a cui si legano la scoperta del talento e delle intelligenze multiple, l’innovazione tecnologica e didattica, le scelte future consapevoli e le tematiche multiculturali. Gli eventi sono rivolti al grande pubblico per sensibilizzare su temi educativi, con la finalità di responsabilizzare, animare e rendere attiva e motivata la comunità educante.

In parallelo agli incontri pubblici, MotivAzione promuove seminari dedicati specificamente agli insegnati, e finalizzati a rafforzare il loro ruolo e a farne il cardine del processo educativo.

 

La registrazione del primo incontro, che ha avuto per protagonista Stefano Bartezzaghi, è disponibile sul sito della Fondazione CRC, al link www.fondazionecrc.it/index.php/blog/130-news/blog/823-torna-il-ciclo-di-incontri-di-motivazione

 

Per informazioni e prenotazione: www.fondazionecrc.it

Inps, invalidità: nuovi medici e tecnologie

Intervenire con urgenza sulla carenza di medici legali dell’Istituto e mettere a sistema innovazioni che permettano di accelerare, semplificandoli, tempi e modi della gestione delle pratiche di invalidità, che a causa della pandemia hanno subito ritardi critici e pesano su cittadini già fragili e in attesa.

Sono questi alcuni degli obiettivi che l’Inps sta perseguendo con la massima attenzione, sia sul fronte delle risorse umane che delle tecnologie e della collaborazione istituzionale.

La complessità di iter, la pluralità di soggetti coinvolti, di cui l’Inps è ultima parte dopo Regioni e aziende sanitarie, e l’articolata, spesso non lineare, regolamentazione normativa, non rendono il processo agile. Ma, soprattutto, la sospensione degli accertamenti sanitari in periodo di lockdown ha avuto inevitabilmente un impatto critico per gli utenti in attesa, che l’Inps ha costantemente monitorato e cercato di risolvere.

Nel periodo gennaio ottobre 2020 sono pervenute 2.183.893 domande complessive, di cui 531.730 revisioni, caricate automaticamente sul sistema Inps. Nello stesso periodo sono stati definiti 1.544.082 verbali, di cui 976.393 provenienti dalle ASL, 279.289 definiti nei CML delle regioni dove l’Istituto opera in convenzione e 288.400 definiti per revisioni ex lege 114/2014. Nel 2019, i tempi medi di conclusione dell’iter sanitario per le domande di prima visita erano di circa 3 mesi, con tempi notevolmente inferiori nei casi di accentramento delle visite in Inps. Nello 2020 le restrizioni sanitarie a tutela di utenti e operatori stanno aggiungendo allo stesso processo in media ulteriori 15-20 giorni.

Per evitare eccessive dilatazioni delle attese e sbloccare la situazione, sin da settembre l’Inps ha convertito l’accertamento da visita in presenza a riscontro solo documentale, innanzitutto per i pazienti oncologici, ed ora per tutte le categorie di utenti. Inoltre, l’Istituto sta lavorando per standardizzare il processo di acquisizione della documentazione sanitaria attraverso la domanda di  invalidità civile: a breve metterà a disposizione la possibilità per il cittadino di visualizzare il verbale sanitario attraverso soluzioni digitali (ad esempio con il QR code, supportati dalle associazioni di categoria degli invalidi), oppure la possibilità per i Patronati di consultare autonomamente lo stato delle domande, mentre è stato avviato il progetto che mira a rendere possibile il caricamento della documentazione sin dal momento iniziale della domanda, al fine di fornire immediatamente alla Commissione tutte le informazioni per la definizione, laddove possibile, del verbale agli atti.

Per sollecitare la risoluzione degli iter, tenendo presente che l’Istituto non può intervenire sulle autorità sanitarie regionali, l’Inps sta infine promuovendo nelle regioni iniziative per sensibilizzare le Asl e accelerare la calendarizzazione delle visite.

L’urgente necessità per l’Inps di assumere medici interni per l’accertamento dell’invalidità è stata ulteriormente sottolineata dal Presidente Tridico con un appello esplicito agli organi di governo e al Parlamento in occasione della presentazione della Relazione annuale dell’Istituto, il 29 ottobre presso la Camera dei Deputati. Inoltre, sta per essere emanato un Atto di Indirizzo ministeriale per la stipula dell’Accordo Collettivo Nazionale tra Inps e Organizzazioni Sindacali per il personale medico addetto alle attività medico- legali in materia previdenziale e assistenziale Inps.

Una particolare attenzione all’incremento del numero dei medici sarà necessaria anche per far fronte al contenzioso che è concentrato in specifiche aree geografiche, in particolare nelle grandi aree metropolitane. In questo senso, è stato già avviato il reclutamento di 93 medici legali e, a breve, sarà aperta una selezione per un ulteriore contingente di medici specialisti in aree di specifica attività dell’Istituto.

Servono ancora le circoscrizioni?

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Se ne parla da sempre delle tanto vituperate circoscrizioni, non solo a Torino. Chi voleva eliminarle, chi accorparle, ora sono 8 ma erano 10 e si voleva ridurle a 5.Vengono percepite come un qualcosa di scarsa utilità e verso la quale si manifesta una pressoché assoluta mancanza di interesse per la maggior parte dei cittadini.

Vediamo quali sono le funzioni che svolgono le circoscrizioni; da un lato esse sono uno strumento di partecipazione, consultazione e coinvolgimento dei cittadini e, dall’altro, rappresentano un’articolazione organizzativa dei comuni per lo svolgimento di alcuni servizi e di altre attività amministrative delegate. Ora, riguardo al primo aspetto è innegabile che la partecipazione dei cittadini si sia ridotta alla mera elezione dei propri rappresentanti all’interno dei consigli.

Le circoscrizione non sono state un effettivo veicolo di partecipazione anche per via della inefficacia degli strumenti di cui i rappresentanti-Consiglieri hanno a disposizione. Decentramento amministrativo, poi, si è limitato spesso ad un’articolazione minima dei servizi amministrativi di base, come per esempio i servizi di anagrafe, strutture che i processi in corso di digitalizzazione della pubblica amministrazione renderanno ben presto obsolete. Il consigliere di quartiere, inoltre, quasi sempre non riesce a dare risposte alla complessità dei bisogni (scuola, welfare, sanità, sport) perché altri sono i soggetti demandati a risolvere tali criticità; e così la sua attività si esaurisce, nel migliore dei casi, in un’attività di ascolto e, nel peggiore dei casi, in quella di semplice referente “nullafacente”.

Cosa si può fare? Trasferire più competenza ed indipendenza ai consigli di quartiere aumentando i budget a disposizione del comune, il quale dovrebbe individuare e cancellare tutti gli sprechi che ancora ci sono. Trasformare e riorganizzare in municipalità le circoscrizioni, adottandole di facoltà decisionali e non solo di parere. Senza tutto questo sono inutili ed una perdita di tempo. Servono soltanto per agganciare voti soprattutto per i candidati consiglieri comunali, i quali,per la maggior parte, scompaiono dal territorio appena vengono eletti, lasciando da solo il “povero” consigliere di quartiere inerme ad ascoltare e ricevere le arrabbiature degli abitanti.

Vincenzo Grassano

“Cambia la forma, non la sostanza”: Giornata della Colletta Alimentare

Per ragioni di sicurezza, quest’anno nei supermercati italiani non verranno raccolti direttamente gli alimenti, ma si potranno acquistare dal 21 novembre all’8 dicembre delle “gift card” da 2, 5 e 10 euro

Il  valore sarà convertito in cibo non deperibile che verrà distribuito alle circa 8mila strutture caritative convenzionate che sostengono oltre 2.100.000 persone.

I punti vendita aderenti in Piemonte a questo link: https://www.bancoalimentare.it/it/node/5480

 

Le card possono essere acquistate anche sul sito www.mygiftcard.it, dove sono già disponibili.

Un corso per la cultura del turismo accessibile e inclusivo 

Un’occasione di crescita professionale e personale per guide turistiche, accompagnatori e operatori  della filiera turistica: dal 26 novembre al 5 dicembre.

 

Partirà il prossimo 26 novembre e durerà fino al 5 dicembre, il corso di formazione (interamente online) voluto, pensato e progettato da Cityfriend, la start-up innovativa a vocazione sociale nata per sviluppare una nuova cultura del turismo accessibile e inclusivo sul territorio nazionale. Obiettivo principale: rendere più facile e serena l’esperienza turistica delle persone con disabilità e bisogni specifici.

21 ore di formazione su disabilità motorie, intellettive, relazionali, sensoriali con 9 relatori impegnati da tempo nel campo del turismo e della disabilità.

Da Andrea PanattoniAlessandro Parisi e Luisa Pavesi, fondatori di Cityfriend a Paola Barbieri, training manager; da Giulia La Marca, psicologa, travel blogger e influencer, al medico neurologo Angelo Cerracchio; e poi Arianna Porzi,  Presidente ANGSA Piemonte, Franco Lepore, disability manager della città di Torino; e Brunella Manzardo, esperta di disabilità nell’arte.

“Affinché questo avvenga è necessario rafforzare nuove sensibilità e competenze sull’approccio, la conoscenza e l’accoglienza delle diverse disabilità” ricorda Luisa Pavesi, Ceo di Cityfriend.

La formazione presso online si rivolge a: 

  • guide turistiche
  • accompagnatori turistici
  • dipendenti di strutture ricettive (hotel, ristoranti, bar)
  • dipendenti di realtà culturali (musei, parchi, intrattenimento)
  • consulenti per il turismo e imprenditori
  • persone che vogliono migliorare la propria professionalità in ambito turistico • diplomati/laureati in corsi relativi al turismo
  • figure del mondo sociale e socio-sanitario

Informazioni e programma su:

 https://www.cityfriend.it/formazione/

https://sites.google.com/view/corso-formazione-turismo

Francesca Lavazza presidente di Adisco Piemonte

Francesca Lavazza ha assunto la carica di Presidente di Adisco Sezione Piemonte. In oltre venti anni di attività, la sezione piemontese di ADISCO ha contribuito in maniera significativa alla ricerca scientifica, alla cultura della donazione del sangue cordonale e alla riqualificazione degli spazi ospedalieri dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, sotto la guida di Maria Teresa Rey Lavazza, che ne è stata Presidente fino alla sua scomparsa lo scorso luglio.

 

Proprio con Francesca Lavazza in carica è stato avviato il 21 ottobre scorso l’ultimo grande intervento dell’associazione, che porterà alla realizzazione degli Ambulatori di Oncologia pediatrica del primo piano dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino. Il progetto architettonico, a cura dello studio Miroglio & Lupica Architetti, si articola su una superficie di più di 1000 mq: il futuro reparto si articolerà in 15 ambulatori4 camere di degenza temporanea3 sale di attesa7 studi medici, oltre ad una serie di servizi e spazi riservati al personale ospedaliero. Il cantiere avrà una durata prevista di 5 mesi, in modo da poter rendere disponibili i locali per la primavera 2021. .

 

Anche il rinnovato reparto sarà sinergico alle attività di Oncoematologia Pediatrica. Sostiene Franca Fagioli, Direttrice del Dipartimento Patologia e Cura del Bambino Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino: La riqualificazione degli ambulatori porterà a una migliore assistenza per i pazienti, affetti da patologie oncologiche e ai loro familiari, che dovranno usufruire del servizio. Gli interventi comporteranno la realizzazione di quattro elementi chiave per gli ambulatori

1.   un doppio percorso di entrata e uscita: uno dedicato ai pazienti isolati da contatto, e l’altro a tutti gli altri pazienti non isolati inclusi i pazienti off-therapy;

2.   stanze di visita confortevoli e a misura di bambino e adolescente dotate di tutti gli strumenti necessari per visitare un bambino/adolescente off-therapy.;

3.   una sala di attesa e un ambulatorio dedicati ai pazienti sottoposti a Trapianto di Cellule Staminali Emopoietiche ( in quanto pazienti altamente immunodepressi e particolarmente a rischio infettivo

4.   spazi adeguati alla gestione delle sperimentazioni cliniche (gestione dei pazienti coinvolti, dei documenti, dei prodotti biologici, dei farmaci sperimentali) che devono necessariamente avvenire in condizioni sicure e controllate

5.   spazi adeguati per effettuare colloqui psicologici con pazienti e familiari.  L’attività riguarda tutte le nuove diagnosi e i pazienti off therapy che necessitano di sostegno. Nello specifico occorre che presso lìAmbulatorio vi sia un numero di spazi adeguati per interventi psicologici sia con bambini piccoli sia con adolescenti e genitori.

 

Tanti, negli ultimi anni, i progetti a supporto dell’ospedale infantile di Torino: la creazione, nel 2013, del Day Hospital di Oncoematologia pediatrica; l’apertura, nel 2016, del reparto L’Isola di Margherita, pensato per bambini e ragazzi colpiti da malattie rare o inguaribili che necessitano di un sostegno concreto a tutto campo; l’inaugurazione, nel 2018, del nuovo Pronto Soccorso Pediatrico del Regina Margherita; l’ultimo grande intervento, nel 2019, che ha messo a disposizione dell’ospedale infantile una rinnovata degenza di Oncoematologia pediatrica.

 

“In questi anni di attività, sotto la guida di mia madre Maria Teresa Rey Lavazza, ADISCO Sezione Piemonte ha contribuito, in maniera solida e continuativa, al rifacimento di quattro reparti dell’Ospedale Infantile Regina Margherita e ai progressi nella qualità della ricerca scientifica e medica –  dichiara Francesca Lavazza, presidente ADISCO Sezione Piemonte . “Sulla linea delle azioni degli ultimi anni, pianificheremo il futuro dell’associazione per i prossimi 20 anni con l’ambizione, e la concretezza che hanno sempre caratterizzato progetti e interventi di ADISCO Sezione Piemonte. L’obiettivo è di creare un vero e proprio modello economico di proficua collaborazione tra pubblico e privato. Un modello, quello di ADISCO Sezione Piemonte, che può essere di ispirazione per altre realtà che operano a livello nazionale ed internazionale”.

 

 

IL NEGOZIO SOLIDALE DI NATALE

 

Tra le iniziative portate avanti da ADISCO Sezione Piemonte ritorna l’appuntamento con il Natale, nonostante il difficile momento attuale dovuto alla diffusione del Coronavirus e ai provvedimenti ministeriali, che hanno portato alla temporanea chiusura al pubblico dello store di via Lagrange: sulle pagine social di ADISCO Sezione Piemonte (Facebook: Adisco Piemonte; Instagram: adisco_piemonte), sarà possibile vedere l’offerta del negozio e vivere l’atmosfera natalizia che ha sempre caratterizzato lo store di via Lagrange 5/D.

Per qualunque informazione sui prodotti disponibili, personalizzazioni e modalità di consegna/spedizione dei prodotti, è possibile chiamare il numero 349 076 53 95. I prodotti, tutti dedicati al Natale e alle idee regalo, sono moltissimi: dalle decorazioni agli alberi di Natale, dai dolci e panettoni ai servizi per la tavola, fino alle composizioni regalo, gioielli e bijoux.

 

Porti ciascuno la sua arte: a Respira Torino si fa cultura dalla finestra

Ragazze e ragazzi di Respira Torino mettono in scena spettacoli aperti ad artisti di ogni tipo. Il palco? Una finestra in Borgo Rossini. E il virus non li ha fermati

Affacciati alla finestra e dimmi chi sei. «Molte cose nascono per caso, ma quella casualità, talvolta, è sospinta da una propulsione, dall’energia che orbita attorno ai corpi che la innescano. Respira Torino nasce così», scrive in uno dei suoi componimenti Moise, studente e poeta che dell’iniziativa è stato tra i fondatori. Respira Torino è un progetto culturale il cui embrione va ricercato sui prati del parco del Valentino. Lì un gruppo di ragazze e ragazzi si radunava – era l’estate 2019 – per ascoltare proprio i versi di Moise. Ispirava, quell’atmosfera decameronesca. Così nacque l’idea: “Creiamo un palco”. La scelta, inconsueta, ricadde su una finestra al 48 di via Modena, nel cuore di Borgo Rossini. Uno spazio aperto su un pubblico composto primariamente dai passanti, che per caso si sarebbero imbattuti nelle esibizioni degli artisti. «Il primo spettacolo, a ottobre di un anno fa, è stato preparato in pochissimi giorni. Ma dopo averlo finito ci siamo detti: si è creato qualcosa per cui varrà la pena spendere del tempo», ci dice Roberto Luis, che del progetto è stato fin da subito l’anima organizzativa.

Respira Torino è uno spettacolo composto da molte arti: musica, poesia, danza, teatro, letteratura si mettono in scena attraverso i corpi, le voci e i movimenti di ragazze e ragazzi che alla finestra si alternano. Tutti accomunati da un tema. così l’esperienza poliartistica si mostra coerente nel suo svolgimento. «Ognuno dà un’impronta unica e privata dell’arte che offre, dimodoché dalla nostra finestra si possano udire molteplici ed eterogenee passioni», raccontano gli organizzatori, al momento undici universitari, artisti che danno voce ad altri artisti.

Unica e privata, l’arte così intesa è una finestra: tutti da essa si possono affacciare per dare al mondo un assaggio di sé. E’ questa l’idea che si cela dietro agli eventi, che nei piani di chi li mette in scena dovrebbero tenersi una volta al mese. Così è stato da ottobre a dicembre 2019. Poi la pandemia ha sconvolto i piani, e il ritorno alla cornice di via Modena – già fissato per marzo – è stato rimandato a data tutt’ora da destinarsi.

Nel frattempo il gruppo non è rimasto immobile. Con #RespirodaCasa, Respira Torino si è messo in scena attraverso i social: gli artisti si ritraevano in video e poi venivano trasmessi su Instagram durante le loro performance. L’iniziativa ha avuto un discreto successo: l’account del progetto gode infatti di buona notorietà tra gli universitari torinesi. Da giugno in poi, si è tornati dal vivo. Con le dovute precauzioni – muniti di mascherina, all’aperto e a distanza -, ragazze e ragazzi hanno animato l’Associazione Culturale Qubì (anch’essa con sede in Borgo Rossini) e poi l’Associazione Culturale Comala, in corso Ferrucci, quartiere Cit Turin. D’altronde il radicamento territoriale nell’area del Campus Einaudi non vuole essere un limite alle possibilità di espansione del progetto. Che addirittura punta a riprodursi in altre città.

Così ci racconta Roberto Luis: «Per noi il futuro è già qui, siamo sopravvissuti con entusiasmo al primo anno e ora ci stiamo rilanciando, nonostante la pandemia ci abbia tolto una vera interazione con il pubblico. Vogliamo partecipare ai bandi che il Comune ci offrirà e aumentare e consolidare le collaborazioni esterne. Ma anche trovare nuovi palchi in cui esibirci, in attesa di tornare in via Modena».

L’altro grande obiettivo di Respira Torino – che sta portando avanti anche un progetto fotografico con Vincenzo Solano, collaboratore de Il Torinese –  è diventare un’associazione: «Era uno dei pilastri che ci eravamo dati: ora vogliamo portarlo a compimento». Il passaggio, assicurano gli organizzatori, non farà perdere a Respira l’animo del laboratorio. Alla finestra continueranno a incontrarsi arti della più diversa specie e artisti con qualcosa da raccontare. In uno spirito di ragionata collaborazione. In un incontro che è soprattutto condivisione di molteplici sguardi sul mondo.