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La cooperativa Arcobaleno compie trent’anni

Numerose e variegate attività sociali

I cittadini torinesi spesso associano il nome della cooperativa Arcobaleno alla ben nota raccolta della carta porta a porta, ma la realtà  di questa cooperativa risulta ben più complessa e variegata.

“La cooperativa Arcobaleno – spiega il suo Presidente Tito Ammirati – quest’anno  compie il suo trentesimo anno di vita; per la nostra stessa natura di cooperativa sociale, esprimiamo un’attività di lavoro capace di offrire opportunità a persone svantaggiate che, altrimenti, non potrebbero averle.

Siamo da sempre alla costante ricerca di equilibrio tra il fare impresa e avere cura della persona e dell’ambiente”.

“La prima iniziativa con cui abbiamo avviato l’attività  – spiega il Presidente Ammirati – è  stato il progetto Cartesio, il servizio della raccolta di carta e cartone, reso iconico e indimenticabile dall’inconfondibile cestino giallo da 50 litri, che veniva posizionato negli androni dei condomini torinesi.

Il servizio Cartesio – aggiunge il Presidente- effettuato per conto di Amiat, viene svolto con il sistema del porta a porta, senza costi aggiuntivi, a vantaggio di tutti coloro che pagano la tassa raccolta rifiuti, dai privati agli uffici, dalle ditte alle grandi utenze. Si tratta della sezione della cooperativa  he ha il maggior numero di addetti, 180, nata nel lontano 1993, attraverso una iniziale fase di sperimentazione.

Il Circolo di Legambiente, insieme al Comune di Torino, proposero, infatti, una sperimentazione  di questa raccolta differenziata nell’area del quadrilatero storico torinese. La situazione oggi risulta profondamente cambiata, essendo approdati alle eco isole, dove, nella Spina 3, sono presenti anche i cassoni dedicati alla carta. Nel corso degli anni si è modificata la tipologia di raccolta cartacea; oggi prevale la presenza del cartone su quello della carta, essendo diminuito il consumo individuale di riviste e quotidiani. All’inizio della raccolta, a partire dal ’93, i mezzi noleggiati erano soltanto due e le persone impiegate sei.

Nel ’95 Amiat e il Comune di Torino diedero vita a un appalto triennale. Il primo luglio 1995 nacque ufficialmente  il servizio Cartesio. Poco dopo i cestini di cartone, che erano stati adottati per la raccolta della carta, furono sostituiti dai cestini di plastica e, in seguito, questi sarebbero stati internalizzati dentro i cortili dei condomini”.

“Attualmente  – aggiunge il Presidente  Ammirati – ci troviamo di fronte a una situazione ibrida; una parte di Torino espone questi  cassonetti; in altri quartieri torinesi la raccolta avviene ancora all’interno delle abitazioni. Amiat sta affrontando questo processo di cambiamento e gli ultimi quartieri coinvolti sono quelli di vanchiglia e Vanchiglietta”.

“In realtà la filosofia della nostra cooperativa- prosegue il Presidente Ammirati – è sempre stata, sin dall’inizio, quella di investire nell’innovazione e nelle nuove imprese. Nel lontano 2008 abbiamo iniziato a installare impianti fotovoltaici,  settore nel quale avevamo impiegato 34 addetti. Questa sezione è poi stata chiusa per il cambiamento delle esigenze di mercato.

Abbiamo poi instaurato delle relazioni strutturate con il mondo accademico e l’Università di Torino per avviare alcuni progetti di ricerca sulle alghe, dalle quali poter poi ricavare un combustibile, rendendoci in seguito conto che si sarebbe trattato di un processo troppo costoso da poter essere realizzato”.

“Questi quattro lunghi anni di confronto con i professori dell’Università  –  aggiunge il Presidente – ci hanno suggerito un nuovo modo di processare le materie vegetali per ricavare del materiale adatto al mondo della nutraceutica. Biosfered e Abel sono due aziende controllate da Arcobaleno, che si occupano dellacommercializzazione e della produzione di materie vegetali per il mondo della nutraceutica .

Abel Nutraceuticals sviluppa e utilizza tecniche estrattive all’avanguardia per la creazione di estratti botanici per gliintegratori alimentari e produce innovativi trasformati vegetali funzionali per il settore alimentare.

Gli estratti sono ottenuti facendo uso di tecniche innovative e dell’utilizzo di tecnologie a basso impatto green. L’agenzia ha ricevuto la certificazione ISO 22000 inerente la sicurezza in campo alimentare”.

“Un’altra attività di cui da anni abbiamo iniziato a occuparci – prosegue il Presidente della Cooperativa  Arcobaleno – è  quelladella gestione della logistica e del trattamento  dei rifiuti derivanti da apparecchiature elettriche e elettroniche (RAEE). Si tratta di rifiuti che richiedono un processo in accordo a particolari normative, eseguito da aziende specializzate, per evitare la tossicità  di alcune materie prime costituenti, che potrebbero arrecare danni all’ambiente e alle persone. Tra questi rifiuti figurano  piccoli e grandi elettrodomestici, apparecchiature informatiche e telefoniche.

Tale attività viene svolta dalla Transistor, azienda controllata dalla cooperativa che, grazie alla lavorazione di rifiuti elettronici e informatici, recupera materie prime seconde”.

“Le persone che lavorano nella cooperativa Arcobaleno –  precisa il Presidente – sono oggi in tutto 310. Abbiamo una sede in via Paolo Veronese 202; nel 2008, per venire incontro  a un’esigenza da parte di una cooperativa sociale di Chivasso, l’abbiamo incorporata e, così,  Cascina Rapella è  diventata la seconda sede di Arcobaleno, presente nella frazione La Mandria di Chivasso. La terza sede è  poi nata a Leini’, dove abbiamo trasferito l’attività  legata al recupero dei rifiuti elettronici e informatici. Nascerà una quarta sede a Mappano, che ospiterà l’attività di produzione degli estratti vegetali.

La cooperativa Arcobaleno si occupa anche di un prezioso servizio di digitalizzazione e archiviazione, vale  a dire di dematerializzazione dell’archivio fisico, per poter usufruire più facilmente di quello sotto forma digitale. Offriamo inoltre un servizio di distruzione certificata di documenti secondo gli standard di GDPR”.

Ultima attività in ordine di tempo in cui la  cooperativa è  impegnata, insieme a quaranta realtà piemontesi che operano nel sociale, è rappresentata  dalla presentazione di una proposta di legge regionale d’iniziativa popolare per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico.

“L’esperienza di Arcobaleno come cooperativa sociale di inserimento lavorativo – spiega il suo Presidente Ammirati – ci ha portato a conoscere molto spesso e da vicino gli effetti disastrosi che accompagnano questo fenomeno che di giocoso e piacevole non ha nulla. La risposta è  a due livelli, quello di sostegno,  cura e vicinanza a chi ne cade vittima, e quello di costituire delle reti che accrescano  la capacità di incidere sulle scelte che le istituzioni devono saper assumere. Auspichiamo che il percorso  avviato ci consegni una legge che consideri il problema come merita, che non trasformi le persone in vittime sacrificali per affari melmosi.

In questi trent’anni il nostro obiettivo è rimasto sempre lo stesso: garantire qualità dei servizi offerti e simultaneamente offrire  opportunità a persone con fragilità diffuse, insomma trent’anni da funamboli!”.

MARA MARTELLOTTA

Ises: giovani e non nel mondo del lavoro

ISES è  l’acronimo di un’associazione di volontariato nata all’inizio degli anni Novanta grazie all’intuizione del dottorGiovanni Rangoni, che ha desiderato creare una struttura simile ad altre associazioni presenti in Europa, in area tedesca, olandese, francese, spagnola, austriaca e svizzera…

La mission di ISES è  quella di svolgere un’attività a livellointernazionale, inviando esperti in zone del mondo che si trovino in uno stato di necessità o in via di sviluppo, quali l’Estremo Oriente, l’America Latina, l’Africa e alcune aree dell’Europa stessa.

“A causa della pandemia – spiega il Presidente di ISES, il dottor Carlo Bagliani – l’attività internazionale è  stata fortemente ridotta negli ultimi due anni. A parte i contatti a distanza con Egitto, Uganda e Angola, e per il problema sanitario con Cina e Mongolia, l’unica missione in trasferta è  stata quella effettuata nella zona di Rosario e Santa Fe’ dal socio volontario Angelo Ferrero. In questi territori è stata avviata un’iniziativa per sopperire alla carenza di cibo e alla salinità dell’acqua, che viene prelevata attraverso i pozzi dal sottosuolo, realizzando orti comunitari con trattamento idroponico.

In ambito europeo abbiamo dato l’appoggio esterno al progetto “EvolYou”, promosso e organizzato dal past president ISES dottor Enrico Gennaro, che ne è stato il “project leader” per il Centro Servizi per il Volontariato Vol.To. L’iniziativa favorisce l’inserimento lavorativo dei giovani e, oltre all’Italia, vede coinvolti la Germania, la Francia, la Spagna, il Belgio e la Finlandia”.

“A  causa della pandemia  – spiega il Presidente dottor ūCarloBagliani – è  anche iniziata la diffusione on-line in ambito nazionale dell’undicesimo corso di formazione per ISES giovani, rivolto a persone che si trovano in disagio socio economico, sui “Sistemi Elettrici e Fotovoltaici”, tenuta dal nostro volontario Maurizio Palladin, oltre a altre lezioni di carattere generale, propedeutiche alle attività lavorative.

Abbiamo anche avviato la registrazione al dodicesimo corso dal titolo “Dall’agricoltura all’alimentazione”, con referente il socio e volontario dottor Giuseppe Magnaghi. Questi due corsi on-line non sono rivolti soltanto a persone anagraficamente giovani, ma sono aperti a tutti; il numero dei partecipanti per corso è di ventiaspiranti per corso”.

“Il prossimo 27 aprile – aggiunge  il dottor Carlo Bagliani – grazie alla collaborazione con la Fondazione ENGIM (l’ex Collegio degli Artigianelli in corso Palestro 14), è in fase di organizzazione un convegno sul tema dell’importanza del fattore umano nella gestione di una struttura complicata ( il pilota di aereo) e di una struttura complessa ( il chirurgo). Promossa su richiesta del socio Achille Mannini, ingegnere aeronautico, si porrà a confronto  l’influenza del fattore umano nella gestione di un volo aereo con quella presente in un intervento chirurgico. Si tratta di un incontro organizzato dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino, che darà crediti formativi ai partecipanti”.

“Abbiamo anche in programma – precisa il dottor Bagliani – il supporto per uno spettacolo teatrale che si terrà al teatro dell’istituto San Giuseppe con io filmato dall’opera “Bolero, prigionia di un amore”. Promosso dal Lions Club Solferino e dall’associazione SVS (Soccorso Violenza Sessuale), che opera presso l’Ospedale Sant’Anna di Torino, con la partecipazione dell’etoile Luciana Savignano.

Una sezione di grande interesse è  poi quella di “ISES Cultura”, che ha visto protagonista la lezione magistrale del professor David Bellatalla, tenutasi presso la Biblioteca Civica Centrale di Torino,  grazie alla collaborazione  con l’associazione AmicoLibro, in occasione della presentazione del libro “Il Grande Viaggio”, Premio Chatwin Viaggi di Carta 2020”.

MARA MARTELLOTTA

“Cinemautismo 2022” Al Greenwich Village

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Ritorna in presenza la rassegna cinematografica dedicata allo “spettro autistico”

Sabato 2 aprile

Tre film. Tutti proiettati in una sola giornata, ad ingresso libero, al cinema “Greenwich Village”, in via Po 30, a Torino. L’appuntamento è per sabato 2 aprile, data in cui si celebra la “Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo 2022”. E data in cui ritorna “in presenza”, dopo due anni di proiezioni in streaming, “Cinemautismo”, la prima rassegna cinematografica italiana dedicata allo “spettro autistico” alla sua XIV edizione.

Curata da Marco Mastino e Ginevra Tomei e organizzata dall’“Associazione Museo Nazionale del Cinema” ( con il patrocinio di Regione Piemonte, Città Metropolitana, Città di Torino, Fondazione “Paideia” e “Comitato Siblings Onlus”), l’iniziativa offre al pubblico non solo la possibilità di condividere le storie raccontate dai film in programma, ma anche momenti di dibattito e confronto, da sempre caratteristiche distintive della rassegna. “La possibilità di ritornare in un cinema dopo questi anni ‘virtuali’ – commentano i curatori – ci emoziona moltissimo. Finalmente potremo tornare ad avere uno spazio di condivisione e dibattito perché ‘Cinemautismo’ è anche questo: un’esperienza individuale, ma anche collettiva, in cui ci si parla e ci si confronta, sempre a partire ovviamente dai film, sull’autismo, ma anche su vari aspetti della vita. Quest’anno con ‘Cinemautismo’ attraverseremo continenti (abbiamo film da Argentina, Stati Uniti e Israele) e varie fasi della vita. Parleremo di infanzia, ma anche del divenire adulti e delle relazioni. Cercheremo di affrontare molteplici temi, come molteplici sono gli aspetti della vita delle persone autistiche e – in effetti – di ognuno di noi”. Tre i film in programma, si diceva. Tre film che hanno ricevuto importanti riconoscimenti in alcuni dei più famosi festival cinematografici internazionali. Il tutto concentrato nella giornata di sabato 2 aprile.

 

Si inizia  con “Una escuela en Cerro Hueso” di Betania Cappato, delicato film argentino che racconta l’esperienza della piccola Ema e della sua famiglia in un nuovo villaggio e in una nuova scuola (ore 15.30 “Greenwich Village”). La regista, sorella di una persona autistica, ha ottenuto con questo suo primo lavoro autobiografico la menzione speciale della giuria al “Festival di Berlino” del 2021 nella Sezione “GenerationKPlus”.

La giornata prosegue con la proiezione di “Dina” di Dan Sickles e Antonio Santini, pluripremiato documentario americano – tra cui il Gran Premio della Giuria della sezioni documentari al “Sundance Film Festival” del 2017 – che racconta la storia d’amore tra Dina, eccentrica donna di periferia, e Scott, usciere dei magazzini “Walmart”, entrambi nello spettro autistico (ore 18.00 Greenwich Village).

La sera si conclude con “Here We Are” di Nir Bergman, pellicola israeliana selezionata in concorso ufficiale al “Festival di Cannes” del 2020, che racconta del rapporto tra un padre e il figlio autistico ormai divenuto adulto (ore 21Greenwich Village). Il film, distribuito da “Tucker Film”, uscirà il 5 maggio nelle sale italiane con il titolo “Noi due”.

g.m.

Per info: Cinema “Greenwich Village”, via Po 30, Torino; tel. 011/281823 o www.cinemautismo.it

Nelle foto:

–       “Una escuela en Cherro Hueso”

–       “Dina”

–       “Here We Are”

 

Il Centro mobile del Moige contro il bullismo

22,3% degli studenti delle scuole superiori è stato vittima di bullismo da parte dei pari 

l’8,4% ha subito episodi di cyberbullismo.

877mila ragazzi e ragazze di nazionalità straniera nelle scuole senza procedure per il contrasto a episodi di discriminazione e bullismo

 Centro mobile del Moige in Piemonte per migliorare il sistema di prevenzione e contrasto alla violenza sui minori stranieri, perpetuata attraverso atti di bullismo e cyberbullismo su base etnica.

 

Oggi 30 marzo 2022, presso il Comune di Bioglio, arriverà il tour del Centro mobile di sostegno e supporto contro il bullismo del Moige con operatori esperti per incontrare ragazzi, docenti, genitori e operatori comunali. Il tour in Piemonte proseguirà domani 31 marzo a Pozzolo Formigaro.

Le tappe di Bioglio e Pozzolo Formigaro rientrano nel tour nazionale della campagna “MOBLITIamoci!”, promossa dal MOIGE – Movimento Italiano Genitori con il contributo del Ministero dell’Interno e co-finanziato dall’Unione Europea per garantire una maggiore e migliore integrazione e pari opportunità per i minori di tutte le nazionalità.

Secondo i più recenti dati raccolti dalla Piattaforma Elisa (MIUR, 2021) in Italia il 22,3% degli studenti e studentesse delle scuole superiori è stato vittima di bullismo da parte dei pari e l’8,4% ha subito episodi di cyberbullismo. Rilevanti sono anche i dati emersi relativi alla matrice discriminatoria degli atti di prevaricazione: il 7% degli studenti riporta l’aver subito bullismo basato sul pregiudizio, ovvero prepotenze fondate sul proprio background etnico.

In questo contesto diventa fondamentale ideare nuove modalità di prevenzione e contrasto su quella particolare forma di violenza che possiamo definire come bullismo etnico, in cui le prepotenze sono agite nei confronti di bambini e ragazzi con background migratorio. Questa necessità diventa tanto più urgente se consideriamo i dati sulla presenza ormai strutturata di studenti stranieri nelle classi scolastiche che, secondo l’ultimo aggiornamento MIUR relativo all’anno scolastico 2019/20 evidenzia che  sono risultati iscritti nelle scuole del nostro paese 877mila ragazzi e ragazze di nazionalità straniera.

 

A seguito di un’approfondita analisi sul territorio nazionale, l’Associazione aveva riscontrato l’assenza di un quadro istituzionale chiaro e condiviso, volto a contrastare gli episodi di discriminazione e bullismo ai danni di minori stranieri, così come la mancanza di procedure e di standard operativi ai quali far riferimento, che consentano un accesso paritario alle misure di tutela.

 

MOBILItiamoci nasce con l’obiettivo di colmare questo gap, per una reale integrazione culturale e sociale che inizi già dall’infanzia, creando una società del domani più tollerante e rispettosa delle differenze. Il progetto prevede un percorso formativo mirato per gli operatori del settore, la creazione di una rete territoriale, la stesura di un vademecum di buone prassi e standard da rispettare e un monitoraggio attento e continuo del fenomeno e dei risultati raggiunti.

 

Si tratta di un progetto socialmente innovativo alla luce di quanto emerso dalla nostra analisi, assolutamente necessario. – Commenta Antonio Affinita, Direttore Generale del MOIGELa nostra società sta diventando sempre più multietnica e multiculturale, ed occorre valorizzare le differenze,  comprenderle, capire le diverse necessità che possono avere, e quali ostacoli si presentino sul percorso di integrazioni special modo  per i minori stranieri. MOBILItiamoci è ascolto e osservazione, ma anche azioni concrete in risposta alle esigenze dei minori, creando una rete locale e nazionale di persone che sappiano interfacciarsi con le criticità che affrontano i bambini stranieri nel nostro paese, ponendosi come un supporto, trovando la soluzione migliore e imparando a prevenire e contrastare episodi di discriminazione e bullismo”.

“La tazza blu” per la prevenzione del suicidio in età adolescenziale

L’associazione presieduta da Rocchina Stoppelli si batte da anni per la causa

Adolescenza e suicidio. Paiono due termini così distanti, invece, purtroppo, non lo sono e questo rappresenta un problema sempre più grave a Torino e anche nell’intera regione piemontese.

Sulla base di quanto accertato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, il suicidio rappresenta, infatti,  la seconda causa di morte per gli adolescenti di età compresa tra i 15 e i 20 anni e si sta presentando come un fenomeno di recente comparsa anche tra i ragazzi tra i 10 e i 14 anni.

A  denunciarlo è Rocchina Stoppelli, presidentessa dell’Associazione La Tazza Blu, nata nel gennaio 2019, in ricordo di Giulia che, nel giugno 2017, si è  tolta la vita e proprio nell’agosto di quell’anno avrebbe compiuto diciassette anni. Il nome dell’associazione si rifà alla tazza blu che Giulia aveva ricevuto in regalo da alcuni amici e amiche e che, a sua volta, si richiama, alla sua serie televisiva preferita “Il Doctor Who“. Essa non è nient’altro che una vecchia cabina telefonica blu della polizia inglese, che il dottore utilizza per viaggiare nello spazio e nel tempo.

Giulia, prima di compiere questo gesto estremo, ha lasciato alcune lettere nelle quali ha scritto “ Non so perché lo faccio”  È molto probabile che non abbia riconosciuto i pensieri che la attraversavano e che non sia riuscita a dare loro voce adeguata, trovando  le parole giuste per esprimerli.

L’associazione  “La Tazza Blu” si pone come obiettivo primarioquello di provare a riconoscere e dar voce  a questi pensieri suicidari, che attraversano la mente degli adolescenti, promuovendo due attività, una di prevenzione e una di intervento traumatico. Si occupa dello sviluppo di progetti rivolti agli ambienti frequentati dai giovani, coinvolgendo tutta la comunità  educante, dagli insegnanti ai genitori.

Purtroppo, oggi è ancora piuttosto difficile per l’Associazione poter entrare nelle scuole per parlare di suicidio. Pare sia un argomento che faccia ancora troppa paura.

“La Tazza Blu” organizza eventi pubblici rivolti alla sensibilizzazione sui temi del suicidio, in collaborazione con specialisti di vari enti, istituzioni e altre associazioni.

Scopo primario dell’associazione, in cui operano dodici volontarie/i, è  quello di occuparsi di proporre progetti in tutti i luoghi frequentati dai giovani. Fondamentale risulta, per l’associazione, la costruzione di una rete di relazioni rivolte a concentrare l’attenzione sul tema del suicidio nell’età adolescenziale da parte delle istituzioni scolastiche, sanitarie e politiche. La Presidentessa della Tazza Blu, Rocchina Stoppelli, è  assolutamente  convinta che il suicidio in adolescenza non sia mai una scelta, ma una condizione di sofferenza emotiva, spesso molto difficile da riconoscere.

Nell’ambito di queste preziose iniziative vi è stata la proiezione  di un docufilm al Glocal Film Festival, dal titolo “I’ll stand by you“, avvenuta al Cinema Massimo, a Torino, domenica 13 marzo scorso.

Il primo marzo scorso è  anche nato un sito, dal nome “Papageno.news” che fornisce indicazioni sul modo più corretto di trasmettere informazioni sul tema del suicidio o tentato suicidio, soprattutto nel caso di adolescenti. Il sito si rivolge soprattutto ai professionisti della comunicazione e dell’informazione, ma anche a tutti coloro che intendano pubblicare contenuti su queste tematiche,  attraverso i social media, i video o attraverso il mezzo cartaceo. Il sito è  nato dal progetto pilota “Prevenzione del suicidio in adolescenza” del Dipartimento di Scienze della Sanità  pubblica e pediatriche dell’Università di Torino, coordinato dal professor Benedetto Vitiello e dalla ricercatrice Chiara Davico e sostenuto dalla Fondazione CRT. Il progetto è  anche frutto di una collaborazione avviata da due anni tra il Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” dell’Università di Torino e i neuropsichiatri del Dipartimento  di Scienze della Sanità  pubbliche e pediatriche del medesimo ateneo.

MARA MARTELLOTTA

Senza dimora, non senza storia: esperienze di vita attraverso l’arte

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Prossimo incontro il 30 marzo

E’ partito  il 23 febbraio alle 18:30 dalla “Fabbrica delle e” in corso Trapani 91/b a Torino e on line il
ciclo di incontri “Senza dimora, non senza storia” organizzato dall’Associazione Avvocato di Strada
Odv con il contributo della Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza ONLUS.

Gli appuntamenti, si inseriscono tra gli eventi “Extra” del Homeless More Rights, il Festival dei
diritti delle persone senza dimora a cui nell’ottobre 2021 a Bologna hanno partecipato oltre 800
persone, 25 relatori e 6 moderatori e che vedrà la sua seconda edizione a ottobre 2022
(https://homelessmorerights.it/).

Quattro gli incontri torinesi che avranno come filo condutture le vite e le storie delle persone
senza dimora e come queste vengono raccontate attraverso diverse forme di arte e
comunicazione: fotografia, arti grafiche, letteratura, cinema e giornalismo.

L’obiettivo è quello di sensibilizzare la società, le istituzioni e la politica sull’accesso ai diritti per le
persone che vivono in povertà e in condizioni di fragilità, questa volta mettendo in luce come il
fatto di vivere in un contesto di disagio, non significhi non avere dignità, una storia da raccontare,
qualcosa a cui si tiene.

Relatori, personalità che nel panorama della cultura nazionale e torinese si sono contraddistinte
nelle diverse forme comunicative e che si sono trovate ad affrontare temi importanti come quello
legato alla vita delle persone senza dimora.

Date, tema e relatori degli incontri:
Incontro 1 | 23 febbraio h. 18:30
“La dignità dentro l’immagine – La vita senza dimora attraverso fotografia e arti grafiche”
con Raffaele Palma e Paolo Siccardi
Incontro 2 | 30 marzo h 18:30
“Tra le righe – Come la letteratura può indagare l’animo di chi ha perso tutto”.
con Antonella Frontani e Enrico Pandiani
Incontro 3| 27 aprile h 18:30
“Dritto al cuore. Il cinema come strumento di sensibilizzazione sociale”.
con Davide Ferrario e Stefano Rogliatti
Incontro 4 | 25 maggio h 18:30 – 19:30
“Il racconto delle difficoltà. Informare senza cadere nella strumentalizzazione”
con Marco Castelnuovo e Matteo Spicuglia

Pugaciòff, “luposki della steppaff”

Nella sua prima storia, “Il lupo della steppa” (“Cucciolo” n.10/1959), verrà presentato a Cucciolo e Beppe, che lo “adotteranno” come cane da guardia, da un buffo ometto, cosacco del Don, chiamato Ivan Ilià. In seguito assunse le fattezze di un animale antropomorfo ed eretto (come, del resto, fecero Cucciolo e Beppe), acquisendo anche il “dono” della parola, esprimendosi con un russo maccheronico esilarante (il pane era il paneff, l’acqua acquoski, macchina macchinawsky, e così via…)

Pugaciòff, il “luposki della steppaff“, è un personaggio dei fumetti ideato nel 1959 da Giorgio Rebuffi che lo inserì, come comprimario, nelle storie di Cucciolo e Beppe, pubblicate dalle Edizioni Alpe. Gianpaolo Bombara, vicepresidente dell’associazione culturale ComixCommunity, sul sito di Rebuffi (morto a 86 anni,nel 2014 ) raccontò che alla guida della grande insurrezione cosacca sul finire del Settecento, c’era un rivoluzionario cosacco del Don, Emel’jan Ivanovič Pugačëv (talvolta italianizzato in Emiliano Pugaciòf ), dal cui nome, probabilmente,  Rebuffi si era ispirato per il suo personaggio. All’inizio, e per parecchio tempo, Pugaciòff si presentò come un vero e proprio canide a quattro zampe, capace di esprimersi solo attraverso la rappresentazione dei propri pensieri. Infatti, nella sua prima storia, “Il lupo della steppa” (“Cucciolo” n.10/1959), verrà presentato a Cucciolo e Beppe, che lo “adotteranno” come cane da guardia, da un buffo ometto, cosacco del Don, chiamato Ivan Ilià.In seguito assunse le fattezze di un animale antropomorfo ed eretto (come, del resto, fecero Cucciolo e Beppe), acquisendo anche il “dono” della parola, esprimendosi con un russo maccheronico esilarante ( il pane era il paneff, l’acqua acquoski, macchina macchinawsky, e così via…). Il “luposki della steppaff” era un personaggio dal carattere deciso, irascibile, sovversivo e “divorato” da una fame atavica. Il suo bersaglio preferito (e unico scopo della vita, al punto di volerselo mangiare, crudo o cotto) era il grasso malfattore Bombarda, antagonista storico di Cucciolo, Beppe e Tiramolla.

Il povero Bombarda– con il suo degno socio Salsiccia –, terrorizzato dal luposky, prese poi le sue contromisure, piazzando nella piscina del suo giardino una guardia del corpo efficacissima, lo squalo Geraldo. Il successo del lupo fu clamoroso, in Italia e all’estero.Tra il 1959 e il 1970 furono pubblicate un centinaio di storie sull’ albo “Cucciolo” e sugli “Almanacchi e Strenne di Cucciolo”, pubblicate da Edizioni Alpe. In seguito alla chiusura della casa editrice, a metà anni ottanta, altre storie videro la luce per conto della Vittorio Pavesio Production, sul Tiramolla di A. Vallardi Editore ed altri. Luciano Tamagnini, capo redattore della rivista “Fumetto”, presentando il volume “Pugaciòff & dintorni”, scrisse così del “luposki” : “..forse è proprio perché Pugaciòff non rinuncia ad essere se’ stesso che ancora oggi è fresco e vivace. […] E allora “Attenti al lupo”, cioè attenti a non dimenticarlo perché è uno dei più bei personaggi dell’immaginario italico e perderlo sarebbe come perdere un po’ di noi stessi”. Parole sante, anzi – per dirla come il lupo della steppa –  “parolaski santeff”.

Marco Travaglini

Climate Is Not Cool sbarca a Spina 3 dal 28 marzo al 3 aprile

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Dal 28 marzo al 3 aprile la zona di Spina 3 ospiterà Climate Is Not Cool, progetto artistico della compagnia teatrale Crack24 che indaga il tema della crisi climatica: tra spettacoli di varietà, azioni urbane e un confronto diretto con la cittadinanza, per promuovere una consapevolezza attiva dell’ambiente.

Per tutta la settimana ci si potrà imbattere nel “Salotto Urbano”, uno spazio di confronto itinerante con i residenti di Spina 3 per dialogare su come il tema ambientale viene percepito nella quotidianità, sulle problematiche che comporta e sulle iniziative locali adottate per affrontare la crisi climatica. Il tutto con tanto di divano portato a spalla dagli artisti per le vie del quartiere per permettere a chiunque di “acclimatarsi” e chiacchierare in libertà.

Le iniziative comprendono inoltre “Sguardi aperti”, la trasposizione in un ambiente quotidiano della pratica di consapevolezza della Schiera di Gabriele Vacis e Roberto Tarasco, una biciclettata organizzata grazie alla collaborazione con Bike Pride per tutta Spina 3, e infine le “Variazioni Climatiche” le due serate di restituzione artistica a base di stand-up, narrazioni, canzoni, e interventi di esperti che si terranno il 2 e il 3 aprile al Centro Congressi del Parco Scientifico Tecnologico per l’Ambiente Environment Park di via Livorno 60.

È possibile assistere liberamente a tutti gli eventi in programma. La prenotazione è necessaria per partecipare alla biciclettata ed è consigliata per le due serate Variazioni Climatiche, scrivendo alla mail crackventiquattro@gmail.com

 

ClimateIsNotCool #Spina 3 è prodotto dalla compagnia Crack24 con il patrocinio della Città di Torino, il sostegno di Fondazione CRT +Risorse ed Eppela, il Comitato Territoriale IrenCollabora, e la collaborazione di ARCI Torino, P.E.M., Parco Tecnologico Environment Park, Bike Pride, Novacoop, Parco Dora Shopping Centre, Santibriganti Teatro, Comitato Torino Respira, Comitato Dora Spina 3

 

Per informazioni e prenotazioni:

 

www.crack24.it

crackventiquattro@gmail.com

Instagram: @crackventiquattro

Facebook: Compagnia Crack24

 

Climate Is Not Cool #Spina 3

 

Da Lunedì 28 marzo a Venerdì 1° aprile

Salotto Urbano

In diversi punti del quartiere appariranno un divano e un cartello con su scritto “Acclimatiamoci”. Chiunque, abitante del quartiere o passante, è invitato a prendere posto nel nostro spazio di confronto itinerante. Non sarà una semplice chiacchierata ma un momento di condivisione e di dialogo sincero: qual è il vostro ambiente? Come lo vivete? Quando vi siete accorti che qualcosa stava cambiando? Le storie raccolte entreranno a far parte della drammaturgia del varietà che concluderà il festival.

 

Martedì 29 marzo

h.17.30 Aperitivo al Circolo Risorgimento

Siete tutti invitati a fare aperitivo assieme a noi. Tra un bicchiere e l’altro si parlerà di clima, di ambiente, del quartiere, in totale relax.

Circolo Risorgimento – Via Giovanni Poggio, 16

 

Sabato 2 aprile

h. 16.00 – Sguardi Aperti

Se vi troverete a passeggiare tra i negozi del Parco Dora Shopping Centre, potrete assistere ad una particolare azione urbana “perfomativa” che si svilupperà a partire dalla pratica teatrale Schiera. Si tratta di una pratica di consapevolezza che ci mette in ascolto e abbiamo la fortuna di praticarla con i suoi creatori Gabriele Vacis e Roberto Tarasco, in collaborazione con la Compagnia P.E.M.

Questa tecnica è già uno spettacolo di per sé, ma portata fuori dalla sala prove, in un ambiente quotidiano, diventa un gesto veramente rivoluzionario.

Piazzale di fronte all’ingresso della Novacoop – Via Livorno, 48

 

h. 21.00 – Variazioni Climatiche – Restituzione artistica

Serata di restituzione artistica, tra stand-up, narrazioni, canzoni, corti teatrali, interventi di esperti e di cittadini, cercheremo di offrirvi la possibilità di approfondire il vostro punto di vista sull’argomento.

Centro Congressi dell’Environment Park – Via Livorno 60

Ingresso libero fino a esaurimento posti

Prenotazione caldamente consigliata

 

Domenica 3 aprile

h. 14.30 – Biciclettata con Bike Pride

Basta con queste auto! Grazie alla collaborazione di Bike Pride Bici-T, sarà possibile visitare il quartiere in bicicletta, ascoltando racconti e aneddoti sui luoghi che attraverserete.

Partenza da Via Livorno 60, di fronte all’ingresso del Centro Congressi dell’Environment Park.

Si arriverà giusto in tempo per parcheggiare la bicicletta e rilassarsi un attimo prima di assistere alle Variazioni Climatiche.

Per motivi di sicurezza i posti sono limitati a 30, quindi la prenotazione è obbligatoria.

 

h. 17.30 – Variazioni Climatiche – Restituzione artistica

Seconda serata di restituzione artistica, tra stand-up, narrazioni, canzoni, corti teatrali, interventi di esperti e di cittadini, cercheremo di offrirvi la possibilità di approfondire il vostro punto di vista sull’argomento.

Centro Congressi dell’Environment Park – Via Livorno 60

Ingresso libero fino a esaurimento posti

Prenotazione caldamente consigliata

Nasce in Piemonte l’Ossservatorio nazionale suicidi

Una società che non ha paura di parlare del suicidio è una società in cui chi soffre non ha paura di chiedere aiuto. Per questo è al via la creazione dell’Osservatorio Nazionale Suicidi (ONS), un Centro Studi per la cura delle depressioni e la prevenzione del suicidio ma soprattutto un luogo di consapevolezza, partecipazione e solidarietà sociale.

Ogni anno nel mondo si suicidano circa 1 milione di persone: 1 persona ogni 40 secondi. Per questo occorre fare luce sullo stigma insopportabile che molto spesso viene taciuto, nascosto, lasciato sprofondare nel buio. La luce racchiude la ragion d’essere dell’Osservatorio Nazionale Sucidi: da una parte quello di far vedere persone e famiglie che soffrono, dall’altra eliminare lo stigma sociale che li confina nel buio e nel silenzio che li fa scomparire. La luce rappresenta la speranza per chi crede di non avere più una ragione per andare avanti. È simbolo di rinascita. ONS farà luce dando vita al Centro Studi ONS per creare una società più consapevole, aperta e solidale, dove chi soffre non è più lasciato al buio.

 

Vogliamo creare un luogo dove la consapevolezza generi sensibilità e attenzione al fine di sviluppare strumenti che siano in grado di svolgere una funzione preventiva e terapeutica nel contrasto al fenomeno dei suicidi, creando una cultura della vita che sia responsabilità collettiva” – dichiara Raffaele Abbattista, ideatore di ONS. “Vi presentiamo l’Osservatorio Nazionale Suicidi, vi presentiamo l’Operazione Nuova Speranza”.

 

In Italia gli ultimi dati ISTAT disponibili sul suicidio risalgono al 2019. In questo anno i suicidi sono stati 3.680 con un’incidenza di vittime maggiore al Nord. Nella sola regione Piemonte il tasso di mortalità per suicidio è dello 0,82 per 10.000 abitanti. Per considerare l’andamento complessivo della salute mentale degli Italiani ci si può anche riferire al consumo di farmaci antidepressivi come indicatore indiretto. Secondo il Rapporto sull’Uso dei Farmaci in Italia del 2020 si stimano 3 milioni di depressi, tra depressione maggiore e altre tipologie di disturbi depressivi e circa il 6% delle persone di età compresa tra i 18 e i 69 anni hanno riferito sintomi depressivi e percepiscono una compromissione del proprio benessere psicologico. Durante la fase più dura della pandemia diversi psichiatri hanno lanciato un allarme, presentando dati in crescita di suicidi legati alla crisi sanitaria, sociale ed economica causata dal Covid.19. Si stima che il Covid-19 abbia generato nel mondo 53,2 milioni di nuovi casi di disturbo depressivo maggiore, con un incremento del 27,6% rispetto al 2020.

 

L’Osservatorio Nazionale Suicidi nasce da un’idea di Antonio, Nunzia e Raffaele che hanno deciso di ricordare il loro figlio e fratello Giuseppe, trasformando il dolore di una perdita in un nuovo modello di speranza. La famiglia ha dato vita al “Comitato per la Fondazione Giuseppe Abbattista” con lo scopo di supportare il progetto ONS nella sua totalità. Il centro studi ONS sarà un punto di riferimento nazionale sull’approfondimento e la divulgazione dei temi inerenti la depressione e il suicidio. Il progetto prevede la nascita di una struttura dove offrire ai pazienti e alle loro famiglie una proposta ambulatoriale capace di soddisfare le loro esigenze, sia attraverso percorsi multidisciplinari da effettuare presso gli ambulatori, sia con la possibilità di ricevere terapie presso day hospital. Attraverso gli studi medici e i laboratori sarà possibile svolgere visite ed esami, sia in modalità privata sia in supporto al Centro di Salute Mentale territoriale secondo accordi definiti in fase di realizzazione del progetto. La struttura, inoltre, sarà dotata di un centro diagnostico capace di eseguire esami clinici finalizzati alla ricerca e al miglioramento dell’approccio terapeutico.

 

Sarà il Piemonte la casa del Centro Studi ONS proprio per dare un segnale di luce ad uno dei territori italiani dove la media del tasso di suicidio è più alta ed è fondamentale lavorare di concerto con le istituzioni locali al fine di creare un legame forte e risposte concrete per il territorio.

 

Il Centro studi ospiterà inoltre un coworking medico-scientifico che sarà allo stesso tempo uno spazio di riflessione e di confronto per mettere a disposizione dei professionisti uno spazio dedicato all’interno del quale potranno dedicarsi al proprio lavoro in assoluta riservatezza, ma anche un catalizzatore per generare nuove idee e riflessioni. All’interno della struttura sarà presente anche una biblioteca, un luogo accessibile a tutti dove approfondire, studiare e ricercare nozioni e informazioni, uno spazio studi ed eventi riservato all’organizzazione di eventi e momenti formativi e a tavoli di lavoro tematici.

 

In ultimo ONS vuole dedicarsi anche ad un altro importante ambito: quello dell’alta formazione. Saranno strutturati all’interno dell’istituto un Master in sociologia che abbia come finalità quella di fornire strumenti per indagare le criticità del tessuto sociale che possano portare la persona e sentirsi non considerata; un Master in Psicologia orientato alla formazione di figure professionali che sappiano supportare non solo il paziente ma anche i sopravvissuti: le famiglie che affrontano una perdita legata al suicidio. Infine, un Master in giornalismo dedicato alla narrazione del tema del suicidio e dei fatti di cronaca ad esso legati.

 

Chiara Caucino, Assessore regionale alla famiglia e alle fragilità: «Il fatto che, nel mondo, si tolga la vita, mediamente, una persona ogni 40 secondi rappresenta un dato inaccettabile, ma anche uno stimolo per affrontare con convinzione ed efficacia un tema che, in passato, era stato trattato in maniera forse superficiale o ritenuto, da alcuni, quasi ineluttabile. Al contrario – prosegue l’esponente della giunta regionale – la scienza ci dice che una prevenzione tempestiva è in grado di prevenire migliaia di suicidi, ed è nostro dovere, come Istituzioni, andare in questa direzione. Per questo auspico che dell’Osservatorio Nazionale Suicidi (ONS), un Centro Studi per la diagnosi e la cura delle depressioni, in Piemonte, possa avvenire nel più breve tempo possibile e fin da ora posso garantire che offrirò tutto il mio sostegno all’iniziativa, sensibilizzando anche, in questo senso, tutta la giunta regionale. Il mio ringraziamento va a Raffaele Abbattista, ideatore di ONS, per aver colto nel segno e per aver posto le basi per un’iniziativa che, sono certa, sarà in grado di fare la differenza e di salvare numerose vite umane»

 

Roberto Merli, Direttore Struttura Complessa Psichiatria ASL Biella: «Il suicidio appartiene alla storia dell’essere umano. Considerate le dimensioni del fenomeno e la stretta relazione con molti aspetti della sofferenza umana, esso non dovrebbe essere considerato un problema filosofico, ma un’importante questione sanitaria e sociale e quindi pertinente alla salute pubblica. Affinché si possa organizzare un’azione preventiva in ambito suicidario, è indispensabile conoscere sempre di più e meglio i numerosi elementi in gioco. Recentemente, la pandemia da COVID-19 ha contribuito ad aggiungere ulteriori fattori di rischio suicidario, colpendo direttamente o indirettamente alcuni settori cruciali, come quelli della scuola e del lavoro. Mirate misure di sostegno da parte degli amministratori pubblici giocano nella prevenzione del suicidio un ruolo fondamentale. Anche il sistema sanitario, attraverso i Servizi di Salute Mentale, può intervenire a sostegno della prevenzione e del superamento delle crisi suicidarie, soprattutto quando si riesce a creare un lavoro di rete con altre agenzie pubbliche e private, ed a compiere un’operazione culturale di formazione ed informazione sull’argomento rivolta sia ai professionisti della salute sia al pubblico. »

 

Raffaele Abbattista, Ideatore di ONS: «Il silenzio è il rumore più violento che l’essere umano possa udire. Il buio il luogo più impervio in cui ci si possa perdere. Per questo immaginiamo uno spazio dove la luce vinca sul buio e il dialogo sia consapevolezza. un luogo dove far sorgere ONS – Operazione Nuova Speranza: un simbolo di rinascita della comunità, voglio pensare alla possibilità di uno studio sul campo capace di sensibilizzare tutti i cittadini creando una coscienza rispetto al tema dei suicidi. Vogliamo creare un Centro Studi a porte aperte, dove tutte le istituzioni le Associazioni e gli Enti del Terzo Settore, che lavorano su questi temi, possano trovare casa. Il suicidio non è una questione strettamente personale o familiare, la sua prevenzione non è responsabilità esclusiva del sistema sanitario nazionale, riguarda la società nel suo complesso. Riguarda ciascuno di noi. Dobbiamo lavorare perché il suicidio non sia silenzio e chiedere auto non è vergogna!»

 

Dal Monferrato alla Slovacchia per aiutare il popolo ucraino

VIAGGIO IN SLOVACCHIA, FRONTIERA POCO CONOSCIUTA DRAMMA DELL’UCRAINA. UNA DELEGAZIONE MONFERRINA HA PORTATO AIUTI PER I PROFUGHI

 

Nell’ambito del  dramma della guerra che ormai da un mese insanguina l’Ucraina, invasa dai russi,  c’è quello, particolarmente tragico della fiumana dei profughi e profugati che abbandonano il loro Paese per cercare scampo all’estero. In questi giorni i riflettori dei media si sono soffermati spesso sulla Polonia e sulla Romania che costituiscono la prima tappa di accoglienza per le migliaia e migliaia di donne, bambini, anziani che cercano scampo dai bombardamenti e dai combattimenti, lasciando alle spalle tutto quello che avevano. Ma niente o pochissimo si è parlato della Slovacchia che attraverso il suo confine orientale confina con un angolo di Ucraina incastonato tra Ungheria e Polonia. Qui, nella provincia che ha come capoluogo Kosice, è arrivata da subito una massa di profughi che hanno la città di Uzhorod, di circa 150mila abitanti, l’ultimo centro ucraino vicinissimo al confine slovacco e quindi all’Unione Europea. E al di là del confine, appunto in Slovacchia, sono adesso circa 250mla le persone che stanno cercando di fuggire dagli orrori della guerra. Senza clamori anche qui la macchina della solidarietà si è messa in moto e adesso, sono arrivati la Croce Rossa internazionale, l’Ordine di Malta. Ed è qui e da qui, visto il legame che esiste tra il Piemonte, e nello specifico il Monferrato Casalese e la Slovacchia, che sono arrivati nei giorni scorsi gli aiuti da Casale Monferrato, dalla Diocesi di Casale e dal volontariato monferrino. I legami sono molteplici: Casale Monferrato è gemellata con Trnava, tra la Diocesi di Sant’Evasio e quella di Bratislava – Trnava esistono legami che hanno portato negli anni diversi sacerdoti slovacchi a Casale, dal giugno scorso c’è un gemellaggio tra il Santuario di Crea e quello di Klokociov, appartenente alla Diocesi  di Kosice (anche se sarebbe meglio parlare di Eparchia che segue il rito greco-cattolico), siglato dal vescovo Gianni Sacchi con l’arcivescovo monsignor Cyril Vasil, nativo di Kosice e per 11 anni a Roma come segretario della Congregazione delle Chiese Orientali.

La delegazione, guidata dal sindaco di Casale Monferrato, Federico Riboldi e dal rettore del Santuario di Crea, monsignor Francesco Mancinelli, che parla correntemente la lingua slovacca, con l’architetto Filippo Maria Doria, Stefano Granziero degli Amici del Po e alcuni volontari ha portato un tir di aiuti di vario genere, varcando il confine ucraino in una angolo che, al momento, non è ancora stato toccato direttamente dal conflitto, mentre quelli in denaro sono pervenuti all’Eparchia di Kosice impegnata sul campo nell’accoglienza. “Alla frontiere – dice monsignor Mancinelli – c’è un flusso continuo di auto, ma anche di tante donne e bambini che varcano il confine a piedi. Sono scene che non ti fanno rimanere indifferente, che fanno venire le lacrime agli occhi. Sul fronte slovacco sono ben organizzati, ci sono sempre due/tre pullman pronti per accoglierli”. Un particolare che è stato molto apprezzato della spedizione italiana è che tutti i pacchi consegnati (ed erano gli unici in questo senso) avevano il contenuto scritto all’esterno in italiano, slovacco e ucraino in modo da facilitarne le operazioni di smistamento. Nel corso della missione è avvento anche l’incontro con il cardinale Michael Czerny, canadese nato nella Repubblica Ceca, inviato speciale di papa Francesco. Il sindaco di Casale, Federico Riboldi ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno operato per raggiungere l’obiettivo: Diocesi di Casale, Croce Rossa, Scout, Misericordia, Amici del Po,  i volontari, i Comuni di Oviglio e Stroppiana e le scuole di Madonnina e del Sacro Cuore.

Massimo Iaretti