L’isola del libro
Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
Willa Cather “Il canto dell’allodola” -Fazi- euro 18,50
E’ inedito in Italia questo romanzo scritto dall’americana Willa Cather (1873- 1947) nata in Virginia, poi trasferitasi con la famiglia nel Nebraska, dove visse a stretto contatto con gli immigrati cechi e scandinavi. Fu anche insegnante e giornalista: nel 1906 si trasferì a New York lavorando per il “McClure’s Magazine”e soggiornò a lungo in Francia, ad Avignone. Scrittrice prolifica pubblicò vari romanzi e vinse il Premio Pulitzer nel 1923 con “Uno dei nostri”. In America conobbe grande fama perché seppe dare voce alla gente di frontiera, raccontando il grande Ovest che conosceva bene, perché ci era nata e aveva insegnato a Pittsburg.
“Il canto dell’allodola” è la storia della giovane Thea Kronberg, nata nell’entroterra americano a inizi 900, a Moonstone nel Colorado: piccola cittadina al confine col deserto, popolata da emigrati europei in cerca di nuove opportunità.
La famiglia di Thea è di origini svedesi, figlia di un pastore metodista, quarta di sette fratelli, e la seguiamo a partire dai suoi 11 anni, mentre accudisce il fratellino ultimo nato, ma soprattutto prende lezioni di pianoforte da un maestro tedesco che l’ha particolarmente a cuore.
Thea è intelligente, sensibile e piena di entusiasmo, sa far breccia negli animi di uomini saggi come l’affascinante dottor Archie (incastrato in un matrimonio infelice) o far platonicamente innamorare di sé lo sfortunato macchinista Ray. E’ grazie a loro che spicca il volo verso Chicago, dove alloggerà in vari pensionati, farà lavoretti per mantenersi e prenderà lezioni di musica. Nella grande città ventosa e frenetica scoprirà che il suo vero talento non è per i tasti del pianoforte, ma per il canto.
La sua è la storia di «…una persona fuori dal comune in un mondo molto, molto comune», come intuisce ben presto il dottor Archie che la sprona a volare più alto. La bellissima parabola di come si può nascere da gente rozza e diventare migliore.
Pare che la storia di Thea sia ispirata all’incontro della scrittrice con la cantante Olive Fremstad, soprano e mezzo soprano famoso all’epoca, che cantò anche con Enrico Caruso ( pure lei svedese e nata nel Minnesota).
Willa Cather fu a sua volta un personaggio da romanzo che, secondo i biografi, ebbe un solo grande amore, l’amica Isabelle McClung alla quale dedicò proprio “Il canto dell’allodola”.
Sylvia Townsend Warner “Il cuore vero” -Adelphi- euro 18,00
Sylvia Townsend Warner (1893-1978) è stata un’importante scrittrice, nata e sospesa tra 800 e 900: vicina al primo per stile di scrittura, ma proiettata nel secondo per i temi trattati. Fu una donna decisamente anticonformista, femminista, visse 40 anni con la poetessa Valentine Acklad, lottò per i diritti degli omosessuali e combatté in Spagna nella Guerra Civile.
“Il cuore vero” rimanda al poema di Apuleio “Amore e Psiche” e narra la storia della 16enne orfanella Sukey Bond.
Una vicenda tristissima segnata dalla perdita dei genitori a 11 anni, lei primogenita e unica femmina di una nidiata di bambini che il destino sparpaglierà in adozione. Viene separata dai fratellini e mandata in orfanotrofio per 5 anni, poi spedita a servizio in una landa desolata e umida dell’Essex nel 1873.
E’ li che conosce e si innamora –ricambiata- del giovane Eric: biondo, svagato, inoffensivo e tenerissimo. Condividono l’amore per gli animali e la natura, ma lui non è come gli altri. Da tutti è considerato “un idiota”, malato di mente senza speranze di guarigione, reietto che la madre ha allontanato vergognandosene. Quando Eric ha l’ennesima crisi convulsiva lo allontanano da Sukey e sbattono lei in mezzo alla strada.
Ma è innamorata, combattiva e per niente disposta a rinunciare a quel legame. Il romanzo narra le sue peripezie e la sua battaglia per ritrovarlo, incluso un incontro nientemeno che con la Regina Vittoria.
Sono pagine che rimandano ai grandi scrittori vittoriani, come Thomas Hardy e la sua “Tess dei d’Ubervilles”, ma con una modernità straordinaria. Sukey dovrà lottare contro la cattiveria delle altre servette, ma anche contro persone altolocate che irradiano insensibilità e spietatezza.
Una critica arguta che la Townsend fa delle signore dell’epoca che si ammantavano del buonismo di opere di bene per sentirsi più nobili, ma poi dei bisognosi se ne infischiavano altamente.
Pagine che possiamo decodificare come manifesto femminista, con l’eroina Sukey dal “cuore vero” che non si ferma davanti a nulla pur di trovare il suo Cupido. Un altro personaggio femminile che la Townsend ci ha lasciato dopo “Lolly Willowes” (Adelphi 2016), storia di una donna che diventa strega per sfuggire ai lacci della società degli anni Venti
Alessandro Robecchi “I cerchi nell’acqua” -Sellerio- euro 15,00
Il protagonista dei romanzi di Robecchi, Carlo Monterossi -autore di televisione spazzatura e col pallino da investigatore casuale- in questa avventura cede il primo piano ai due poliziotti Tarcisio Ghezzi e Antonio Carella, sullo sfondo di una Milano sotterranea che li vede impegnati in due indagini parallele, scandite in capitoli alterni.
Tarcisio Ghezzi, 60 anni e in odor di pensione dopo 40 anni «di onorato servizio, sposato con Rosa, niente figli, zero carriera, tanti chilometri per poco reddito…» ha in corso una sua battaglia personale e un torto da raddrizzare.
Antonio Carella è il collega più giovane, lavoratore instancabile che non va mai in vacanza oppure usa le ferie(ne ha una tonnellata da smaltire, ma proprio non è capace di fermarsi e riposare) per risolvere vecchi casi. E anche lui ha un fatto privato di cui occuparsi.
Entrambi sono sulle tracce di due ex detenuti. Quello di Ghezzi è il 66enne Pietro Salina, ladro maldestro e sfortunato, fuori dal carcere da qualche anno, che in passato è stato il protagonista del primo caso risolto da Ghezzi.
Invece Carella è alle costole di tal Alessio Vinciguerra, 39enne rammollito e un po’ ingrassato, ora di nuovo libero dopo neanche 5 anni di galera.
Inutile dire che i due poliziotti sono un po’ le pecore nere della questura, due cani sciolti con caratteri ed età diversi; in comune un forte senso di giustizia e l’empatia per le sofferenze altrui. Mentre conducono le loro battaglie private, intanto c’è un caso bollente da risolvere. L’omicidio dell’artigiano e famoso restauratore Crodi, picchiato a morte nel suo magazzino-laboratorio.
Un gran bel rebus che parte senza indizi: nessun segno di scasso né di furto, zero tracce o testimoni. Poi qualcosa si ingarbuglia, una signora della Milano super- bene muove le sue pedine e denuncia che nell’atelier non c’è più il suo preziosissimo orologio di epoca napoleonica, quello che Crodi doveva sistemare per la vendita niente meno che a Sotheby’s per 170.000 euro. Alla denuncia della madama seguirà un coro di altri clienti, in una bagarre anche mediatica che complicherà le cose…..
E il resto a voi scoprirlo tra continui colpi di scena e un filo sottile che segna il confine tra poliziotti e malavitosi, che forse a volte si può travalicare…
Il civismo autentico di Alex Zanardi
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / Anche Papa Francesco ha voluto interessarsi di Zanardi, i politici per fortuna si sono astenuti dalla solita passerella mediatica. Forse solo Pertini sarebbe accorso al suo capezzale, ma Pertini con la sua limpidezza poteva permetterselo perché aveva stabilito con gli Italiani un rapporto speciale, direi unico. Alex Zanardi è un grande italiano oltre che uno sportivo eccezionale. E’ uomo che non si è mai arreso di fronte al dolore e alle prove a cui è stato costretto ad assoggettarsi. E’ uno che non molla.
Stato di emergenza e libertà
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / Lo stato di emergenza verrà prorogato dal presidente del consiglio al 31 dicembre
Dove sono gli intellettuali italiani?
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / Felice Balbo di Vinadio, uno dei pensatori e intellettuali italiani del secondo Novecento più liberi ed inquieti, diceva che è compito degli intellettuali quello di vigilare e guardare lontano, impedendo alla nave di finire sugli scogli, non quello di dare una mano per disincagliarla
Morricone a proposito di monarchia e Risorgimento
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / In morte di Ennio Morricone è uscita sui giornali anche questa sua dichiarazione : “Piansi anche per il Re, quando perse il referendum e fu costretto all’esilio. Per me la Monarchia era l’Italia del Risorgimento, che finiva per sempre”
Alassio tra i piaceri della vita e la religiosità
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / Sono ormai da alcuni giorni tornato in uno dei miei luoghi di villeggiatura preferiti da sempre . Quando con la mia famiglia andavo in vacanza a Bordighera,la mia tendenza – più che spostarmi nella vicina Costa Azzurra come facevano tanti-era di andare ad Alassio dove colsi per la prima volta, ragazzino, cos’era la gioia dell’estate
Frenesia dell’estate e pandemia
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / Mario Soldati parlava della frenesia dell’estate, della voglia di sole, di mare, di sesso che con il caldo diveniva sfrenata gioia di vivere. Erano anni liberi e felici. Quelli che ad Alassio Mario Berrino aveva definito della “Gran Cagnara“ estiva
L’isola del libro
Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
Ilaria Bernardini “Il ritratto” -Mondadori- euro 19,00
Valeria Costas è una famosa scrittrice 55enne che per 25 anni è stata l’amante dell’imprenditore di successo Martín Aclà, sposato con la pittrice Isla Lawndale (da tempo non dipinge e non espone) ed hanno tre figli. Dalla radio Valeria apprende che Martín ha avuto un ictus e da quel momento la sua vita vira bruscamente.
E’ semplicemente magnifico questo romanzo della scrittrice milanese 43enne Ilaria Bernardini, che parla di amore, tradimento, rimpianti, fraintendimenti, omissioni, segreti, lutti e ferite inferte dalla vita.
Valeria che è sempre rimasta nell’ombra, ma con Martin ha condiviso viaggi, case e passione e una bella fetta di vita – senza mai chiedere di più perché in fondo così le andava bene così- ora sprofonda nel terrore di non poterlo più rivedere. E cosa s’inventa per avere sue notizie e potergli stare più vicina? Chiede alla moglie di Martin di farle un ritratto da usare per la copertina del suo nuovo libro. Isla accetta, riesuma tele e pennelli, e invita Valeria a posare per lei nella sua casa londinese.
Trama a dir poco geniale e carica di suspense. Inizia così il via vai dell’amante nella casa di Martin, l’incontro con la moglie che sembra non sapere del tradimento del marito, l’approccio con la problematica figlia della coppia, Antonia, che sembra avere più feeling con Valeria che con sua madre Isla, i suoi turbolenti fratelli gemelli.
Situazione ambigua e anche pericolosa perché Valeria più volte, di soppiatto, si infila nella stanza in cui Martin incosciente è tenuto in vita dai macchinari.
Che cosa implica sapere che al piano di sopra l’amore della tua vita sta per morire, entrare in confidenza con sua moglie e i suoi segreti, non poter vivere questa tensione alla luce del sole? L’amante non ha diritti, però è anche la depositaria dei tanti racconti di vita familiare che Martin le ha fatto negli anni. Ma sa davvero chi è Martin e com’è stata la sua vita nella famiglia che non ha voluto lasciare, i tre figli concepiti con la moglie mentre in parallelo vedeva l’amante?
Infiltrandosi nella sua casa e conoscendo la sua famiglia Valeria scopre che in fondo di lui sa ben poco, sembra che di Martin ce ne fossero due, e con lei era un uomo diverso. Sono multiple le domande cardine del romanzo. Chi siamo davvero? Quanto possediamo le persone che amiamo? Quale può essere il collante di un matrimonio? Quanto è sbagliato tradire e cos’è il tradimento? Cosa lega due donne diverse unite dall’amore per lo stesso uomo? E come andrà a finire? Gustatevi il romanzo fino al finale che… forse vi sorprenderà.
George Simenon “Il signor Cardinaud” – Adelphi- euro 16,00
George Simenon è stato molto più del padre del commissario Maigret, e grazie all’editore Adelphi scopriamo da anni la sua verve come grande romanziere prolifico, autore di circa 500 romanzi (in parte firmati come Simenon e in parte con pseudonimi). Una produzione sterminata in cui i gialli del suo celebre Jules Maigret sono 76.
Il romanzo “Il signor Cardinaud” è del 1941, e Simenon mette in campo tutta la sua raffinata bravura nell’entrare nel cuore e nell’anima del suo personaggio.
Hubert Cardinaud è un piccolo borghese, impiegato che si da delle arie perché è il primo della sua scalcagnata famiglia ad aver fatto un salto di qualità. Una domenica mattina al ritorno dalla messa rientra a casa e anziché trovare come sempre la moglie ad aspettarlo con i due figli si ritrova il vuoto. La sua Marthe che amava da sempre, fin da quando era un ragazzino 15enne, se n’è andata. Ha lasciato la piccola Denise di 8 mesi alla vicina, ha preso tutti i risparmi che erano in casa e ha fatto perdere le sue tracce. Hubert si ritrova con pochi spiccioli in tasca, due bambini da gestire e una moglie da rincorrere, stanare e riportare all’ovile.
Il romanzo è la cronaca fedele dei suoi pensieri quando scopre che Marthe è scappata con un altro uomo e dei suoi tentativi per barcamenarsi durante la ricerca della moglie. La donna che amava da sempre ha spezzato la solita routine e forse è fuggita perché non si riconosceva più nel ruolo in cui l’aveva incasellata Hubert.
Un caso come tanti nella vita, ma che Simenon racconta scandagliando soprattutto la vita interiore dei suoi protagonisti…..un romanzo psicologico con finale a sorpresa.
Juan Gabriel Vásquez “Gli informatori” -Feltrinelli- euro 18,00
In questo romanzo dello scrittore, nato a Bogotà nel 1973, ci sono la Colombia e una pagina di Storia poco conosciuta durante la 2° Guerra Mondiale. Quella del destino degli immigrati tedeschi che quando il paese sudamericano si schierò contro l’Asse del Male (Germania, Italia e Giappone) creò delle Liste Nere (se venivi iscritto perdevi i diritti civili ed eri isolato in appositi luoghi) in cui finirono imbrigliati anche profughi tedeschi in fuga dalla follia hitleriana e che col nazismo non avevano nulla da spartire.
Su questo sfondo storico l’autore colloca la vicenda dei Santoro –padre e figlio- e un racconto che scruta il potere e i limiti delle parole, il perdono e le colpe dei genitori che ricadono sui figli.
Il padre Gabriel è un avvocato, famoso oratore studioso dei classici, vedovo che si è ritirato in una sorta di eremitaggio. E’ in rotta col mondo ma soprattutto col figlio (anche lui, voce narrante, si chiama Gabriel junior) che ha scritto il libro “Una vita in esilio” protagonista l’ebrea scampata al nazismo Sara Guterman, amica di gioventù del padre. Gabriel senior ha pubblicamente deriso e criticato aspramente l’opera del figlio. Ma cosa ha determinato un simile atteggiamento e quanto è profondo e irrimediabile il solco creatosi tra i due?
Il romanzo inizia con il padre che deve subire un intervento rischioso e tenta di riallacciare il rapporto con il figlio che non vedeva da anni e da lì in poi è un susseguirsi di sviluppi imprevedibili, tentativi di riavvicinamento, riemergere del passato e morte che ribalta le cose.