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Raffaella De Chirico: dialogo tra artisti storicizzati e giovani artisti

RITRATTI TORINESI 

 

Raffaella De Chirico è una gallerista di provenienza torinese con un importante percorso che è iniziato con la collaborazione presso la nota galleria Mazzoleni, è proseguito nel 2011 con l’apertura della sua prima galleria Raffaella De Chirico Arte Contemporanea in via Vanchiglia 11/A fino ad approdare alla città di Milano, che oggi rappresenta il suo luogo di riferimento lavorativo, senza dimenticare Torino e tutti gli artisti con cui ha lavorato e con i quali continua a collaborare.

Nel 2011, dopo l’importante esperienza lavorativa nella galleria Mazzoleni, Raffaella De Chirico apre un suo spazio con un focus artistico ben preciso, ovvero quello di creare un dialogo intessuto nelle varie esposizioni tra artisti storicizzati ( ovvero tutti quegli artisti dimenticati dal mercato, ma con alle spalle un percorso artistico importante) e i giovani artisti di talento con le loro opere inedite o quasi del tutto inedite. Si tratta di una modalità di esposizione in cui si sviluppa un percorso tracciato da tempo, ovvero tra passato e presente.

La carriera di Raffaella De Chirico prosegue con l’apertura di una nuova galleria in via della Rocca 19 a Torino, a pochi passi da piazza Maria Teresa, una galleria formata da due spazi distinti, uno dedicato agli artisti emergenti, l’altro dedicato agli artisti storicizzati.

 

In epoca Covid la galleria si è trasformata direzionandosi sugli artisti cosiddetti di “secondo mercato” (le cui opere vengono messe sul mercato dopo una prima compravendita gallerista-artista), una modalità di esposizione e commercio dell’arte direzionata ai circuiti privati dedicati ai collezionisti, anziché a quelli pubblici vietati nel periodo pandemico, quando non era possibile allestire mostre aperte al pubblico.

Una terza galleria torinese viene aperta da Raffaella De Chirico in via Barbaroux 16.

“Lo spazio di Via Barbaroux – precisa Raffaella De Chirico – è stato protagonista di quattro importanti personali, la prima del torinese Fabio Perino, la seconda del talentuoso artista albanese Arjan Shehaj, la terza di Matteo Procaccioli della Valle, con una proposta di architettura di viaggio abbinata a una selezione polaroid del progetto ‘Private’, di cui era presente il libro curato da Benedetta Donato e, infine, quella di Sergio Ragalzi, che comprendeva una testa atomica, un’ombra atomica, un embrione, una scimmia liquida e una testa atomica a scultura, e con cui prosegue la mia collaborazione considerandolo l’artista più strutturato con cui abbia lavorato. Proprio di Sergio Ragalzi porterò in mostra a New York le sue “Teste atomiche” e le “Scimmie”, tra i soggetti più conosciuti di questo artista e oggetto di diverse esposizioni da me curate”.

“Sempre di Ragalzi ricordo – aggiunge Raffaella De Chirico – la bellissima esposizione temporary, in occasione di Artissima, di una sua opera intitolata “La Grande Madre”, avvenuta in un locale sfitto di via Mazzini a Torino e che ha un valore oltre che artistico anche emotivo per me perché ha coinciso con la malattia terminale di mia madre. Questa sua Grande Madre piena di connotati femminili molto forti mi ha sempre emozionato e lo ritengo un tema personale molto caro. Considero Ragalzi un artista importante che ebbe grande visibilità negli anni Ottanta e Novanta e che aveva come gallerie di riferimento Sargentini con l’Attico a Roma ( nota per aver esposto i dodici cavalli vivi di Jannis Kounellis), la Bruno Grossetti a Milano e la Paludetto a Torino. Con questo artista vorrei organizzare proprio a New York Armory Show del 2024.

“A Torino – precisa Raffella De Chirico – gestisco gli artisti di primo e secondo mercato a seconda del cliente, e l’esposizione di opere viene soddisfatta attraverso mostre temporary, di cui la parte espositiva verrà mostrata a maggio durante i festival della fotografia. Si tratterà di una collettiva di fotografia ospitata in uno spazio temporary che sto scegliendo in questo periodo e di cui faranno parte tre artisti storicizzati e altri inediti, come sempre all’interno delle esposizioni da me organizzate”.

A Milano Raffaella De Chirico, dopo l’apertura di un primo spazio in via Farini, ha deciso di esplorare il quartiere di Brera aprendo una nuova galleria in via Monte di Pietà 1/a. La zona è dotata di una bella visibilità, ricca di turisti, di modo che la galleria possa godere del cosiddetto “pubblico casuale”. In galleria si accede tramite appuntamento.

La gallerista ha deciso di privilegiare, anche grazie all’apertura di questa galleria a Brera, l’attività di art advisor e di curare non più di due mostre all’anno, anteponendo la qualità artistica alla quantità.

 

Mara Martellotta

 

 

 

 

 

 

 

 

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Idaflora, inclusione sociale e non solo al Caffè dell’Orto di Torino

RITRATTI TORINESI 

Idaflora è una donna energica e dinamica, oltre che solare. Gestisce a Torino il Caffè dell’Orto, un circolo AICS ospitato in un edificio che dall’esterno sembra una vera e propria casa delle bambole.

“Il Caffè dell’Orto – spiega Idaflora – offre i prodotti del Consorzio Sale della Terra, nato a Benevento nel 2017, e che ha come tematica quella dell’inclusione sociale. Quattro anni fa, in via Mazzini, avevamo aperto un piccolo negozio chiamato ‘Il Sale della Terra’, capace di ospitare piccoli eventi, e il nostro desiderio era quello di avere uno spazio più ampio come quello che ci è stato concesso per realizzare il Caffè dell’Orto, che coincide con una Portineria di Comunità presente nel quartiere San Paolo. Da anni collaboriamo con la Rete Italiana di cultura popolare che ha coinvolto abitanti del quartiere e volontari nella riqualificazione dei territori cittadini. Noi stesse abbiamo partecipato alla riqualificazione di Lungo Dora Savona, dove all’interno dell’istituto Lagrange è presente una Portineria di Comunità. La terza Portineria di Comunità è rappresentata dall’edicola di Porta Palazzo, in via Milano”.

“Abbiamo scelto la dicitura ‘Caffè dell’Orto’ – continua Idaflora – per il suo riferimento evangelico al Caffè dell’Orto di casa Betania. È presente una pluralità di attività che il Caffè offre, oltre a serate che possono essere organizzate per compleanni e eventi di vario genere. Il Caffè dell’Orto organizza laboratori gratuiti di pittura, psicologia, incontri di presentazioni librarie, incontri dedicati al gioco degli scacchi e momenti pomeridiani di ripetizioni scolastiche. Anche a Benevento sono presenti il Consorzio Sale della Terra e il Caffè dell’Orto.

Il Consorzio ha sedi anche a Milano, nel quartiere City Life, in un negozio gestito da persone in difficoltà e che offre tutti i prodotti del Consorzio; a Lecce e a Napoli. Il Consorzio Sale della Terra, che si è esteso anche a città come Torino, è nato l’11 luglio 2016 a seguito di un percorso di oltre vent’anni di cooperazione sociale, affondando le radici nell’azione della Caritas Diocesana di Benevento.

Sale della Terra è una rete di economia civile che ha raggiunto una vocazione nazionale, con 300 dipendenti, diversi storie in Italia, una rete di nodi di economia civile formata da strutture ricettive e ristorative (pasticcerie, alberghi diffusi e bistrot) e un’ulteriore rete di fattorie e orti sociali. I nodi di economia civile Sale della Terra accolgono persone che hanno attuato percorsi di riabilitazione sociale e lavorativa, impegnati in progetti terapeutici e riabilitativi individualizzati con budget di salute, misure alternative alla detenzione, con fragilità sociale ed economica.

La rete Sale della Terra è impegnata nell’incrementare percorsi di accoglienza connessi a politiche di sviluppo locale, attraverso diversi progetti SAI (Sistemi di Accoglienza e Integrazione), in particolar modo realizzati nei comuni che hanno aderito alla rete dei ‘Piccoli Comuni del Welcome’. Il Consorzio Sale della Terra, oltre a promuovere un’agricoltura coesiva, sostiene un artigianato inclusivo che rappresenta il valore di una produzione capace di unire il ‘To care” delle relazioni con l’arte di creare, riprodurre e riutilizzare. La produzione dell’artigianato inclusivo comprende borse, arredi da giardino, bomboniere, accessori per le produzioni vinicole e agricole, oggettistica in feltro e una linea tessile. Il principale attrezzo di questo artigianato inclusivo è il telaio, un annodo di fili che creano tessuti di relazioni tra le persone. Un altro aspetto del Consorzio Sale della Terra è quello del turismo esperienziale; nei borghi del Welcome è possibile fare esperienze di vita partecipando in prima persona alle attività di Sale della Terra.

“Abbiamo partecipato – conclude Idaflora – a un bando per l’implementazione della parte esterna del Caffè dell’Orto e siamo in attesa dell’arrivo di alcuni fondi da parte del PNRR e di un altro bando per organizzare laboratori di cucina internazionale e, all’esterno, creare aree studio. I prodotti del Consorzio si distinguono in quelli agricoli e in quelli di artigianato. I primi sono rappresentati da vini, paste, olio e prodotti di pasticceria.

 

Mara Martellotta

 

 

 

 

 

 

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Gabriele Pantaleo, il talentuoso esperto seo da oltre 13 anni aiuta le imprese nel Web

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Ospite al Salone del Libro 2024 di Torino con Vendi Senza Costi

Gabriele Pantaleo, giovane imprenditore e esperto di marketing digitale con oltre 13 anni di esperienza nel settore, è il fondatore dell’agenzia PNT Solutions SRL,con sede a Torino ma operativa in tutta Italia. La sua missione è aiutare le imprese a sviluppare una presenza online vincente, creando siti web professionali e ottimizzandoli per ottenere visibilità sui motori di ricerca.

La sua agenzia, PNT Solutions SRL, si è affermata come punto di riferimento per le aziende italiane che cercano soluzioni efficaci nel campo del marketing digitale e della SEO. Gabriele, con la sua esperienza consolidata, si è guadagnato la reputazione di essere uno dei consulenti SEO più richiesti nel panorama italiano.

Uno degli elementi distintivi del lavoro di Gabriele è la sua passione per il web marketing, che lo ha spinto a creare siti web su misura per le esigenze specifiche di ogni cliente. La sua attenzione al dettaglio si riflette nella progettazione di siti web intuitivi, facili da navigare e progettati per coinvolgere gli utenti in modo efficace.

Oltre alle sue competenze nella progettazione e ottimizzazione dei siti web, Gabriele ha condiviso la sua esperienza nel suo libro intitolato “Vendi Senza Costi“. Questo manuale pratico è indirizzato alle imprese che desiderano aumentare le vendite online senza dover affrontare spese eccessive. Nel libro, Gabriele fornisce consigli chiari e pratici su come creare un sito web professionale, posizionarlo efficacemente sui motori di ricerca e sfruttare i social media per massimizzare le opportunità di vendita.

Vendi Senza Costi e Gabriele Pantaleo: Ospiti al Salone del Libro 2024

Il Salone del Libro di Torino 2024 offrirà l’opportunità perfetta per incontrare questo giovane talento di persona e scoprire direttamente da lui i segreti del successo nel mondo del marketing digitale. La sua partecipazione all’evento rappresenta un’occasione unica per i lettori e gli imprenditori interessati a migliorare la loro presenza online e aumentare le vendite senza costi aggiuntivi.

Durante la sua presentazione al Salone del Libro, Gabriele condividerà insight preziosi, risponderà alle domande del pubblico e offrirà consigli pratici basati sulla sua vasta esperienza nel settore. I partecipanti avranno l’opportunità di interagire direttamente con lui e di approfondire argomenti specifici legati al marketing digitale e alla SEO.

Non perdete l’occasione di incontrare Gabriele Pantaleo al Salone del Libro di Torino e di accedere a un tesoro di conoscenze e consigli che possono trasformare la vostra presenza online e migliorare le vostre strategie di vendita. Gabriele incarna il connubio perfetto tra competenza professionale e passione per il web marketing, e la sua presenza all’evento è un’opportunità da non lasciarsi sfuggire per chiunque desideri navigare con successo nel mondo digitale.

CRISTINA TAVERNITI

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Emiliano Paoletti: al Polo del ‘900 memoria storica e apertura al futuro

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Emiliano Paoletti è direttore del Polo del ‘900 dall’aprile 2022

Uno degli esempi più significativi frutto di un progetto di rigenerazione urbana torinese è sicuramente il Polo del ‘900, nato nel 2016 o meglio sorto dalla riconsegna ai cittadini dei palazzi di San Celso e San Daniele, realizzati da Filippo Juvarra nel 1700.

“Il Polo del ‘900 ingloba 24 enti partecipanti – spiega il suo direttore Emiliano Paoletti – di cui alcuni sono enti residenti e altri non residenti, ma tutti collaborano alle attività del Polo, quali il Centro culturale Franco Antonicelli e il Centro studi Piero Gobetti. I 24 enti partecipanti rappresentano un punto di riferimento nella ricerca storica, sociale, culturale e economica del Novecento, oltre che nel campo della salvaguardia dei valori della resistenza, della democrazia e delle libertà. Il Polo del ‘900 pone anche a disposizione del pubblico spazi per eventi, spettacoli, sale di lettura, biblioteche, archivi, una caffetteria e un cortile”.

“Soci fondatori del Polo del ‘900 – aggiunge Emiliano Paoletti – sono la Città di Torino, la Regione Piemonte e la Fondazione Compagnia di San Paolo. Uno dei due edifici del Polo del ’900 è in particolar modo dedicato al Museo diffuso della Resistenza, che proprio quest’anno, in occasione dei vent’anni dalla sua inaugurazione, è stato oggetto di un importante intervento di restauro e ammodernamento del suo percorso espositivo, grazie a un contributo straordinario del Comune di Torino. A breve si insedierà il nuovo Consiglio di Amministrazione del Museo che, tra l’altro, procederà all’individuazione del suo direttore. Il Polo ha assunto una certa notorietà a livello anche nazionale e non solo, per l’unicità del suo progetto, e ha avuto l’onore di ricevere due visite da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la prima nel 2018 in tempi pre covid, la seconda quando è intervenuto a un evento il 2 agosto scorso”.

“Per l’ottantesimo anniversario della Resistenza, che di fatto ha inizio dopo l’8 settembre 1943 – aggiunge il direttore del Polo del ‘900 Emiliano Paoletti – abbiamo contribuito alla realizzazione della mostra dal titolo “DisobbediResistere. Gli internati militari italiani”, curata da ANCR, ISTORETO e istituto Salvemini, aperta fino al 2 febbraio prossimo nella galleria Immagini di palazzo San Celso.

Con la lectio magistralis tenuta da Giuseppe Filippetta, già direttore dell’Archivio Storico e della Biblioteca del Senato, abbiamo inaugurato il triennio dedicato all’ottantesimo della Resistenza, un percorso che coinvolge molti degli enti partecipanti, con il coordinamento scientifico dell’ISTORETO, una interessante iniziativa per la quale ogni anno dal 2023 al 2025 una parola chiave ( un verbo all’infinito) coglie gli elementi essenziali che hanno caratterizzato gli anni 1943, 1944 e 1945, permettendo di definire una cornice di senso capace di collegare passato e presente, tenendo unita la riflessione storiografica del dibattito culturale e civile. Si sono anche tenuti un seminario e una conferenza dedicati agli scioperi avvenuti nelle fabbriche nel ’43: disobbedire era un atto simbolico di rifiuto che segnò quel tempo.

La prima parola è, appunto, “disobbedire”. La seconda “combattere”. La terza “sognare”. Questa iniziativa recherà un percorso di mostre, eventi, seminari e rassegne cinematografiche. Nel 2023 abbiamo anche realizzato una collaborazione editoriale con il quotidiano Domani sui temi della Liberazione”.

“Queste attività sono state rese possibili grazie al contributo del Comune di Torino che ha finanziato in parte il restauro del Museo e in parte le attività per l’ottantesimo della Resistenza – precisa Emiliano Paoletti – a cui si è aggiunto un contributo da parte della Regione Piemonte per il coordinamento di una neocostituita rete della guerra e della memoria a cui aderiscono diversi enti del territorio piemontese.

In questo quadro va poi contestualizzato il progetto che riguarda l’ottantesimo anniversario dell’eccidio della Benedicta, località che si trova in provincia di Alessandria. La Regione Piemonte è impegnata nella realizzazione di un memoriale, della costruzione di un percorso museale cui partecipano diversi enti piemontesi, tra i quali alcuni dell’Alessandrino, impegnati nel mantenere viva la memoria di quel tremendo eccidio.

È già stato approntato l’edificio che ospiterà il materiale del memoriale dell’eccidio. Si tratta di una costruzione particolarmente originale nelle sue funzioni, che si adatta a un paesaggio montano, e che sarà aperto dalla primavera fino a fine estate”.

“Un’altra tematica – spiega Emiliano Paoletti – a cui abbiamo dedicato molto spazio nell’autunno di quest’anno è stata quella del mare, che consideriamo un tema trasversale, in quanto dietro a questo termine si celano altre parole come il colonialismo, i rapporti con i Paesi africani, il tema delle migrazioni, il ruolo del mare nel traffico internazionale delle merci e delle persone e l’inquinamento. Il progetto integrato è stato coordinato dall’Unione culturale Franco Antonicelli, con la partecipazione di diversi enti e molte attività tra cui la mostra ‘Archeoplastica’, curata dall’ISMEL, in collaborazione con l’associazione omonima che, da decenni, si occupa della pulizia delle spiagge. Allestita a fine settembre, è durata per tutto il mese di ottobre.

Le tre parole chiave che hanno ispirato la programmazione del Polo nel 2023 sono mare, polvere e orizzonti. Il mare è inteso come spazio di transito tentato o riuscito di corpi e merci, il lavoro sulle navi e nei porti. Il mare come spunto di ricerca e produzione culturale. ‘Polvere’ è la seconda parola, cui si accompagna l’immagine ‘Vortici di polvere’, scelta da Omero per rappresentare la furia della battaglia nell’Odissea. Da allora il sodalizio tra l’immagine della polvere e le descrizioni di guerra non si è più sciolto, sopravvivendo anche nella letteratura contemporanea. Un sodalizio che non si nutre solo con l’associazione visiva del campo di battaglia, ma soprattutto si alimenta della metafora profonda e antica che lega la polvere alla morte, tanto che, a partire dalle guerre del Novecento, ‘polvere’ è il prodotto della guerra. ‘Polvere’ è stata una winter school di tre giorni a cui hanno partecipato oltre 50 studenti universitari, coordinata dall’associazione Vera Nocentini insieme ad altri nostri Enti. Il terzo termine scelto è ‘orizzonti’, che mira alla possibilità di riattivazione del dialogo con l’immaginario politico e sociale delle nuove generazioni, portando attenzione alla visione di chi guarda la propria vita con una traiettoria proiettata nel futuro, alla ricerca di orizzonti di senso. Con Orizzonti verranno indagate tre esperienze sociali e politiche che hanno contrassegnato il periodo 2001-2021: il ‘movimento dei movimenti’, al secolo ‘No Global’, il ‘Movimento Studentesco dell’Onda Anomala’, il movimento ‘No Tav’. Il progetto rivolge la sua attenzione alle voci di una nuova generazione e mette al centro il lavoro di tre giovani ricercatrici, di un giovane collettivo chiamato ‘Stasis’ che si occupa di ricerche multimediali e che si avvale della collaborazione di una casa editrice torinese, Morsi, nata nel 2020. Ne nascerà una pubblicazione ad hoc, in cui le ricerche storiche dialogheranno con le illustrazioni, e l’incontro conclusivo sarà incentrato sulla partecipazione politica e i nuovi linguaggi.

Il progetto è coordinato dal Centro studi Piero Gobetti, in collaborazione con Arci Torino, Istituto Antonio Gramsci, Unione Culturale Franco Antonicelli”.

“Il Polo del ‘900 vuole essere anche – conclude il suo direttore – un centro di attualizzazione della storia e dei grandi temi del Novecento, ma anche essere una casa capace di ospitare eventi diversi e di differenti culture, come è stato per la recente Festa della Luce della comunità induista, e rafforzare valori e idee delle nuove generazioni favorendo la loro partecipazione. Un gruppo di giovani ragazze del ‘Club del Cucito’ si ritrova ogni sabato e presenta delle finalità di tipo sociale. Sono loro che hanno cucito 150 fazzoletti inviati a Palermo in occasione delle manifestazioni contro la violenza sulle donne. Sempre al Polo del ‘900 si tiene un laboratorio aperto a tutti, in cui si impara a danzare, includendo tutte le forme di abilità e disabilità. A condurlo è l’insegnante Gabriella Cerritelli. Sempre presso il Polo, la Compagnia PEM con Gabriele Vacis organizza dei laboratori teatrali aperti e delle prove aperte agli spettatori. Si tiene anche una scuola di architettura per bambini e ragazzi, corsi di lingua, con l’impegno di far crescere l’attenzione per i temi dell’inclusione e il desiderio di prossimità nei confronti delle persone”.

Mara Martellotta


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Franco Rabezzana, l’ingegnere dell’Osteria Rabezzana

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“Sono un ingegnere un po’ atipico – racconta Franco Rabezzana – perché, pur avendo insegnato al Politecnico di Torino, e avendo lavorato per i progetti di Ricerca e Sviluppo della Commissione Europea, nel 2012, quando ho preso in mano la società dell’Enoteca Rabezzana, ho cercato in infondere la mia anima di ingegnere in un settore tradizionale come quello del food e della ristorazione, occupandomi degli affari di famiglia. Per prima cosa ho ristrutturato la cascina storica che i miei genitori possedevano nel Monferrato e l’ho trasformata in un relais chiamato ‘San Desiderio’; si tratta di un antico casale che è stato riportato alla vita proprio nel borgo rurale di San Desiderio, a due passi da Asti. Poi nel 2016 ho trasformato gli antichi locali dell’Enoteca, in via San Francesco d’Assisi 23/c, a Torino, affiancando all’originale enoteca l’osteria, sede dell’attuale Osteria Rabezzana”.

“Era il 1911 – continua Franco Rabezzana – quando Luigi Rabezzana, il mio bisnonno, aprì un primo emporio per la vendita di vini di propria produzione a Torino, in via San Massimo; in seguito, mio nonno Carlo inaugurò una prestigiosa enoteca diventata una piola, in piazza Carignano angolo via Principe Amedeo. Nel 1946, all’indomani della seconda guerra mondiale, alla quale hanno partecipato mio nonno Carlo, mio papà Renato e mio zio Luigi, nulla trovarono più come prima, e mio papà Renato trasferì il punto vendita dell’enoteca in via San Francesco d’Assisi 23. Si trattava di una piccola vetrina accanto allo storico pastificio Giustetto, appartenente ai nonni e agli zii da parte materna. Mio nonno Francesco Giustetto aprì nel 1911 il primo grande pastificio torinese in via XX Settembre (poi trasferitosi nell’attuale pastificio Giustetto di via Santa Teresa). Mio fratello Carlo ha seguito le orme paterne e, fino al 2012, ha guidato l’enoteca per poi consegnarla nelle mie mani. Nel solco della tradizione, ho deciso di rinnovare, nel 2016, lo spazio con la ristrutturazione del magazzino al piano inferiore, facendolo divenire una location per eventi culturali. Due anni prima decisi l’apertura di un wine bar con il nome storico dell’Enoteca Rabezzana, ER, a Smithfield, una zona strategica in forte espansione della City di Londra.”

“Il pastificio Giustetto è stato gestito – aggiunge Franco Rabezzana – dai miei zii Gino e Anna, che lo hanno lasciato, all’inizio del 2020, in gestione all’Osteria Rabezzana. Il pastificio produce pasta fresca tipica piemontese accanto a una ricca varietà di gastronomia del territorio, come semolini e insalata russa, oltre ad altri piatti tipici della nostra regione. Nell’Enoteca Rabezzana offriamo i vini del Gruppo Rabezzana, quali la Barbera d’Asti DOC, il Dolcetto di Alba, il Nebbiolo d’Alba DOC, il Grignolino, il Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG, il Barbaresco DOCG, il Barolo Perno DOCG, il Roero Arneis DOGG, lo Spumante Brut e il Moscato d’Asti, alcuni dei quali vengono prodotti sulle colline di San Desiderio. Nell’Osteria Rabezzana offriamo ai clienti un menù regionale piemontese contaminato da piatti siciliani grazie al nostro chef Giuseppe Zizzo, di origini palermitane”.

“Un’altra caratteristica della nostra osteria è rappresentata – spiega Franco Rabezzana – dalle attività culturali, con la presentazione di mostre d’arte, di libri di scrittori torinesi e con il nostro variegato programma musicale. Gli appuntamenti musicali che abbiamo programmato da settembre a dicembre 2023 fanno parte della rassegna intitolata ‘RabMataz’, in onore di Paolo Conte, e ha visto esibirsi artisti appartenenti a generi musicali diversi, ma sempre di altissimo livello, quali cantautori, esecutori di musiche ballabili di Swing e i cantori del teatro Regio, che mercoledì 6 dicembre scorso hanno realizzato i ‘Cori d’opera…che passione”. Non è mancata una carrellata storica sul Tango, con menù a tema, il 25 ottobre scorso, e le melodie romantiche proposte sempre a ottobre dal Trio con brio Hamburg di musica classica. I prossimi appuntamenti della rassegna saranno mercoledì 20 dicembre con il Concerto di Natale, con musiche dal Mago di Oz a Mary Poppins, dal titolo ‘Once upon a time’ con Lil Darling. Ultimo appuntamento musicale dell’anno sarà il Concerto di Capodanno, domenica 31 dicembre, con la Smallable Ensemble Band. L’Osteria Rabezzana è una delle location scelte dal Torino Jazz Festival e dal Moncalieri Jazz Festival, e i suoi mercoledì musicali sono ormai un punto di riferimento non soltanto per i torinesi ma anche per persone provenienti da fuori regione, come Milano”.

“Nel 2023 – conclude Franco Rabezzana – abbiamo aperto la Vineria Rabezzana in via Monferrato, che sta diventando un vera e propria via del food. Offriamo pranzi veloci, merende sinoire, tapas, spritz e un’offerta di vini di altissima qualità. Anche alla Vineria Rabezzana abbiamo introdotto gli spettacoli musicali, in concomitanza con gli aperitivi del venerdì sera. Siamo l’unico locale che ospita spettacoli nel dehor e porta la musica in via Monferrato.

Come ingegnere ho sempre cercato di consolidare progetti di innovazione nella nostra società e, a partire dal 2019, ho avviato la prima campagna di crowfunding seguita da altre tre. Hanno aderito circa 240 soci a queste quattro campagne, che costituiscono una vera e propria comunità di prodotti e servizi. In particolare la terza e la quarta campagna di crowfunding sono state create per attuare un nuovo vigneto di Ruchè biologico, un vigneto 4.0 altamente innovativo, nell’ambito del quale i soci che hanno aderito alla campagna hanno avuto in adozione una barbatella del nostro vigneto. Su questo vigneto altamente innovativo stiamo presentando dei progetti di ricerca in collaborazione con l’Università di Torino e di Milano, per sperimentare soluzioni alternative per un vigneto del futuro.

Per sviluppare al meglio le nostre potenzialità, stiamo pensando a un rafforzamento della nostra società per aprire nuovi punti vendita in città e non solo. Stiamo ricercando finanziamenti e collaborazioni con altri attori del food che siano della nostra dimensione e con i quali sia possibile confrontarsi per creare nuove realtà”.

 

Mara Martellotta

 

 

 

 

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Castagnoli, compositore e uomo di cultura

RITRATTI TORINESI

Castagnoli, profondo conoscitore di musica nato a Roma da una famiglia di scienziati è docente di composizione al conservatorio G. Verdi di Torino. Nel capoluogo piemontese ha tenuto corsi al DAMS, diretto la rivista Quaderni della Musica Nuova, studiato lettere antiche e archeologia all’università, laureato in storia della musica e diplomato in composizione con Gilberto Bosco, Carlo Pinelli, Ruggero Maghini e in pianoforte con Maria Golia. Si è perfezionato con Brian Ferneyhough alla Hochschule di Friburgo e con Franco Donatoni alla Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, dove aveva insegnato presso la Scuola Nazionale di Cinema. Il padre Carlo era originario di Gonzaga, terra di origine della celebre famiglia signori di Mantova dove per molti anni fu vicepresidente dell’Accademia Virgiliana. Studiò alla normale di Pisa e fu docente alle università di Roma, Parma e Torino. Scoprì l’esistenza dell’antiprotone esposto alla radiazione cosmica, fu pioniere della fisica astro particellare organizzando e contribuendo alla realizzazione dei laboratori sotto al Monte Bianco, Gran Sasso e sul Cervino. A Torino fu direttore dell’Istituto di Cosmo Geofisica e fu commemorato all’Accademia delle Scienze come socio onorario. Diresse per 40 anni il Giornale di Fisica e la città di Mantova gli dedicò un monumento nei giardini locali. A Roma conobbe la moglie Giuliana Cini, torinese di nascita che contribuì allo studio del flusso dei raggi cosmici sulla terra e alla comprensione fisica del rapporto terra-sole.
Il loro figlio Giulio Castagnoli vinse i concorsi internazionali di composizione ad Amsterdam, il premio Bucchi a Roma e il Gran Prix Italia con la Radio Opera prodotta per Rai-Radio Tre su libretto del pittore Ugo Nespolo. Collabora con i compositori Sergio Liberovici e Giacinto Scelsi, a cui dedica un saggio pubblicato in Germania. Aperto a diversi contesti artistici, collabora con i poeti Carlo Cignetti e Mary de Rachewiltz (figlia di Ezra Pound), con lo scrittore Dario Voltolini e il regista e attore teatrale Glauco Mauri. Incontrò John Cage, compositore e teorico musicale americano, una delle personalità più significative nell’evoluzione della musica contemporanea del ‘900. Conobbe Luciano Berio, altro suo saggio mentore che diresse a Bologna i madrigali di Castagnoli e insieme pubblicarono un’opera per Casa Ricordi. Berio gli commissionò il concerto per violoncello e doppia orchestra per la stagione dell’Accademia di Santa Cecilia. Nella primavera del 1972, Berio diresse la trasmissione “C’è musica e musica” sul canale Rai Nazionale, proponendo una alternativa musicale analizzando le composizioni dai Beatles a Beethoven.
Castagnoli ha all’attivo oltre 150 composizioni e riceve commissioni per le principali istituzioni ed enti in Europa (Rai, Biennale di Venezia, Teatro Regio di Torino, Radio France, Deutschland Radio, Radio Genève) e in Asia, Usa, Australia, Argentina, Cuba e Giappone. In Norvegia ha partecipato alla composizione di un’opera simultanea connessa ad internet tra Copenaghen, S. Francisco e New York. È invitato a conferenze internazionali e fu selezionato per le Giornate Mondiali della musica ISCM di Hong Kong ed è stato compositore ospite del Senato di Berlino e di Daad per gli anni 1998-99. Pubblica saggi sulla politica musicale, libri e inserti musicali in particolare sui lieder di Schumann. È pronipote del compositore e pianista fiorentino Edgardo Del Valle de Paz della comunità di Livorno e cura la rassegna musicale organizzata dalla Comunità della Sinagoga di Casale Monferrato dedicata ad autori di tradizione ebraica o legati all’ebraismo, come Mario Castelnuovo-Tedesco, allievo di Edgardo Del Valle e amico di Andrés Segovia. Inoltre ha composto la Missa Sancti Evasii per coro, orchestra e strumenti barocchi commissionata dal vescovo Zaccheo, eseguita nel duomo di Casale con una fusione musicale visionaria tra Oriente e Occidente.
Utilizza gli strumenti musicali per le loro proprietà fisiche, senza dimenticare che i genitori erano filosofi della materia. La sua struttura compositiva complessa, coraggiosa, unica e arbitraria utilizza tecniche innovative come la musica elettronica e non permette alterazioni come adottate in passato da Max Brod sulle opere di Kafka e Janácek, vittime indifese del provincialismo ceko, proteggendo così la propria esecuzione integrale come solo  Stravinskij e Beckett hanno saputo fare. In età giovanile, Castagnoli fu componente di un gruppo musicale in qualità di sassofonista e al maestro non è sfuggita l’armonia e la melodia del jazz adottate dallo stesso Stravinskij e da Gershwin con versioni personali non solo dei songs negri ma anche con fraseggi di Bach, Mozart e Chopin, come pure Duke Ellington trascriveva musiche di Grieg e Tchaikovskj. Castagnoli ha il piacere di inventare con sottili riflessioni e sorprendere con estatica fantasia, trasformando con chiarezza ogni nota in grande arte raffinata ed espressiva come un irreale messaggio cifrato.
È direttore artistico del Casale Coro, il nostro gruppo vocale classico che si è esibito con il Musikkollegium di Berna, Filarmonica della Romania ad Alba Music Festival Italy&Usa, Orchestra e Coro della Cappella Sistina da papa Francesco a Roma, Festival estivo di Cap Ferrat in Costa Azzurra e in numerose chiese e basiliche torinesi. Risiede tra Torino e Casale, dove abita con il figlio Carlo e la moglie Erika Patrucco (violoncellista) figlia di musicisti (il padre Mario violista e critico musicale e la madre Luciana pianista). Dotato di un geniale senso compositivo, ha incentrato la sua poetica su concetti, stili e immagini di mondi sonori di diverse civiltà musicali, proseguendo le evoluzioni secolari del grande fiume della musica ed evitando la forma poco meditata degli ultimi decenni.
Armano Luigi Gozzano
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Luca Rolandi: la Circoscrizione, una città nella città

Ritratti torinesi

 

Giornalista professionista, dal lontano 1996 ricercatore presso la Fondazione Carlo Donat Cattin, che ora fa parte del Polo del Novecento, Luca Rolandi è dall’ottobre del 2021 presidente della Circoscrizione 2.

“L’accorpamento delle Circoscrizioni 2 e 10 – afferma il Presidente della Circoscrizione 2 Luca Rolandi – è avvenuto all’inizio del 2016, unendo Santa Rita, Mirafiori Sud e Mirafiori Nord. Si tratta di un accorpamento che ritengo sia stato sbagliato in quanto Santa Rita è un quartiere dinamico, con commerci molto attivi e comprende con Mirafiori Nord ben 103 mila abitanti. Mirafiori Sud avrebbe dovuto essere accorpata più razionalmente al Lingotto. Vi sono stati, comunque, fatti importanti che si sono mantenuti nel tempo, come l’anagrafe a Cascina Giajone, che rimane un centro polifunzionale di importanza vitale. La sede ufficiale, invece, è stata collocata a Mirafiori Sud dove è presente anche un piccolo polo anagrafico. La Cascina Giajone rimane un importante luogo circoscrizionale e diventerà un polo della formazione e del lavoro”.

“L’aspetto negativo a cui ho assistito in seguito all’accorpamento delle due Circoscrizioni – aggiunge Luca Rolandi – è stato la riduzione dell’organico, passato da duecento dipendenti a sessanta/sessantacinque con una età media di sessant’anni. Se verrà fatta un’altra riforma nel decentramento senza adeguati uffici amministrativi, le Circoscrizioni saranno destinate a morire. È inutile eleggere un Consiglio di Circoscrizione con venticinque consiglieri quando poi non si ha la possibilità di essere produttivi”.

“Cascina Giajone non verrà abbandonata; – spiega Luca Rolandi – rispetto all’uscita dei servizi amministrativi diventerà il polo del lavoro, della formazione, dello studio e dell’istruzione. Diventerà l’ufficio del lavoro del Comune e un campus universitario. L’offerta online la consideriamo vincente, tanto che l’80% dei servizi sono offerti con questa modalità. Dobbiamo attingere ai fondi per questa trasformazione e compiere un investimento notevole sul tema del lavoro. Il primo obiettivo da perseguire è quello di rendere fruibili gli spazi della Circoscrizione che non sono ancora utilizzati. Accanto alla Cascina Giajone, oltre alla realizzazione di un centro per l’impiego, verrà riqualificata la biblioteca ‘Passerin d’Entreves’ e creata un’aula studio.”

“I tantissimi spazi inutilizzati – dichiara Luca Rolandi – aspettano di essere riorganizzati e rimessi in sicurezza. Uno di questi è ‘L’isola che non c’è’, che è un CPG (Centro di Protagonismo Giovanile), in attesa di essere coinvolto nei lavori previsti di ristrutturazione del PNRR. Qualche iniziativa è stata presa per il Centro Torino in Strada delle Cacce; questa struttura la si utilizza per Estate Ragazzi ma, purtroppo, non basta il PNRR a portare a completamento un progetto nelle periferie. È necessaria una volontà centralizzata che parta dalla città di Torino e dal piano regolatore. Esistono a Mirafiori Sud, per esempio, delle aree industriali dismesse come in Strada del Portone, in Corso Settembrini e in Strada Castello di Mirafiori, che avrebbero la necessità di essere al più presto riqualificate, e di ricevere nuove destinazioni d’uso, mentre non si conoscono tempistiche definite.”

“Un altro obiettivo che ci poniamo come Circoscrizione – afferma Luca Rolandi – è quello del recupero delle aree verdi; tra giardini e aree giochi bimbi ne contiamo cinquantaquattro. Sarebbero necessari almeno 250/300.000 Euro per cambiare i tappeti antitrauma. Poi è necessaria la sostituzione delle altalene e di alcune piante, come al Parco Colonnetti e al Parco di Piazza d’Armi. Avevamo sviluppato un progetto di consultazione della cittadinanza per recuperare un’area di Piazza d’Armi, che poi è stata rivalorizzata due anni fa con l’organizzazione di Eurovision. Purtroppo, finito Eurovision, tutto è andato a perdersi, perché non si dà esecutività ai progetti proposti e così, in quell’area, sono venuti a aggregarsi alcuni nomadi provenienti da altre zone e che lì hanno trovato la loro sede senza alcun tipo di servizio”.

“Un altro aspetto sicuramente lodevole è quello di creare un presidio sociale. – precisa Luca Rolandi – La Circoscrizione può anche far da raccordo con le Case del Quartiere e le varie associazioni di volontariato distribuite sul territorio, creando aggregazione sociale e diventandone punto di riferimento. Proprio poco tempo fa, insieme alla Presidente della Circoscrizione 1 e a quello della Circoscrizione 7 abbiamo chiesto di creare una portineria di comunità, similmente a quella presente a Porta Palazzo, che è diventata un punto di riferimento per costruire relazioni, scambiarsi informazioni, idee e suggerimenti. Il luogo ideale può essere un’edicola dismessa o una bocciofila. A proposito di bocciofile, dieci sono ancora operative, una è stata bruciata due settimane fa e un’altra vandalizzata di recente. Diciannove bocciofile sono oggi a rischio di abbandono, e abbiamo istruito, a questo proposito, dei bandi per poterle utilizzare. Villa Amoretti è attiva come sede di una biblioteca pubblica; le due case del quartiere della Circoscrizione sono Cascina Roccafranca e Fondazione Mirafiori, che si trova vicino a Via Artom, nel Parco Colonnetti. Cascina Roccafranca è stata riqualificata grazie al progetto Urban 2 negli anni Duemila. Nell’ambito dei bandi che abbiamo istruito per riutilizzare le bocciofile a rischio abbandono, la Luigi Ferraris, dentro Parco Rignon, diventerà la sede dell’Ecomuseo che, un tempo, si trovava presso Cascina Roccafranca. Un’altra biblioteca degna di essere ricordata è la ‘Cesare Pavese’, ubicata in Via Cesare Pavese angolo Via Artom, a Mirafiori Sud”.

“Abbiamo iniziato con tre bandi e entro l’anno proseguiremo con altri cinque – aggiunge il Presidente della Circoscrizione 2 – che riguardano le portinerie di quartiere, aspetti di vicinato, il concreto aiuto per la spesa delle famiglie disagiate e le società sportive. Al ‘Majorana’ apriremo una palestra, mentre la vecchia palestra della scuola è stata trasformata in palestra di quartiere, a disposizione della cittadinanza per la pallavolo, la ginnastica e il basket. Per quanto riguarda la piscina ‘Gaidano’, verrà chiusa nel mese di luglio 2024 e riaperta nel mese di marzo del 2025, per consentire gli interventi previsti dal PNRR. Il problema è che a fine anno la piscina non potrà più disporre di personale, quindi le possibilità sono quelle di creare un bando oppure di chiuderla, dato che le tre persone che vi lavorano andranno in pensione. Non di minor importanza sono i CPG, di cui abbiamo menzionato ‘L’isola che non c’è’; in Santa Rita è presente il ‘Centro anch’io’ di Via Ada Negri, cui si affiancano il ‘Centrodentro’ di Corso Siracusa e il ‘Centro Torino’ di Strada delle Cacce”.

“Nei programmi è anche previsto un piano giovani – conclude Luca Rolandi – È stato indetto un bando sull’educativa di strada, che consiste nell’acquisire educatori che opereranno per due anni sul territorio, destinati ai ragazzi NEET, espressione di disagio scolastico e di emarginazione sociale. Qui l’investimento sarà importante, di 50.000 euro in due anni. Il compito degli educatori di strada sarà quello di fornire un orientamento scolastico e aiuto nello studio e creare interesse per la musica attraverso un lavoro di animazione sociale importante, come si faceva negli Anni Settanta/Ottanta”.

Se ci sono stati nella Circoscrizione alcuni problemi, che Luca Rolandi non nasconde, come quello degli sgomberi di Via Scarsellini e di Via Poma, d’altra parte ci sono fatti positivi da registrare, quali la riqualificazione del Giardino “Nuova Delhi” in Corso Correnti, che ha previsto una riorganizzazione delle attrezzature, delle migliorie nell’illuminazione e l’inserimento di nuove piante e nuovi giochi. E a Luca Rolandi, appassionato di storia del movimento cattolico e del movimento operaio, l’entusiasmo per il ruolo di consigliere di Circoscrizione non manca.

Mara Martellotta

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Marco Bani di Vol.To: comunicare il volontariato

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Il Centro Servizi Vol.To ETS– spiega Marco Bani, giornalista pubblicista, che fa parte del suo Consiglio Direttivo con le deleghe alla comunicazione, alla scuola e ai rapporti con le piccole associazioniè un’associazione riconosciuta del Terzo Settore di secondo livello (un’associazione di associazioni) composta da circa 150 organizzazioni socie.

Appena andato in pensione sono entrato a far parte del Consiglio Direttivo di Vol.To, mi pareva il passaggio più naturale dopo gli anni lavorati in Telecom, perché sin dalla mia gioventù, ho fatto volontariato passando la domenica pomeriggio in Barriera di Milano a far compagnia ai ragazzi delle case popolari e poi con l’Associazione “Il Cammino” occupandomi a seguire ed aiutare i ragazzi delle famiglie del quartiere, nell’espletamento dei loro compiti scolastici. Ho sempre partecipato, da volontario, alla giornata della Colletta Alimentare ed alla raccolta farmaci del Banco Farmaceutico.

Il Centro Servizi Vol.To è finanziato attraverso il Fondo Unico Nazionale alimentato dai contributi delle fondazioni di origine bancaria.  Il suo compito principale è quello di supportare edaiutare le associazioni, erogando servizi di supporto tecnico ed informativo e tutto ciò che può risultare utile nell’espletamento delle loro attività, al fine di promuovere e rafforzare la presenza ed il ruolo dei volontari in tutti gli Enti del Terzo Settore che sono 1350 circa, i cui i volontari mettono a disposizione tempo e competenze per promuovere la cultura, tutelare il patrimonio artistico del territorio e accrescerne la fruibilità, rispondere ai bisogni delle persone in condizioni di fragilità, tutelare i diritti, migliorare e umanizzare i servizi sanitari, occuparsi degli animali e dell’ambiente”.

Vol.To offre l’opportunità a cittadini, imprese, istituzioni e scuole di vivere pienamente l’esperienza della solidarietà, aiuta gli aspiranti volontari a trovare l’organizzazione giusta, mediante un servizio gratuito  di orientamento, si occupa di Volontariato aziendale creando percorsi per i dipendenti; orienta e accompagna chi è interessato alla costituzione di una nuova associazione; supporta enti pubblici e privati per i progetti di Servizio Civile (siamo iscritti all’Albo del Servizio Civile Universale a livello nazionale) e nel coinvolgimento dei giovani che nel 2023 sono stati circa 150; lavora con le scuole e la comunità educante per la partecipazione sociale, la crescita umana e il benessere dei bambini/e e ragazzi/e.

“Il volontariato – precisa Marco Bani è un caleidoscopio a 360 gradi, di cui il 60% circa è un volontariato di tipo sanitario, di assistenza ospedaliera, ai malati ed alla disabilità; vi sono i volontariati ecologici, dell’ambiente, della protezione civile, dedicatiai ragazzi con difficoltà nell’aiuto al post scuola, i volontari animalisti, di aiuto agli anziani, utilissimo durante il Covid, per raggiungere gli anziani soli, un’altra forma altrettanto preziosa è  quella culturale e afferente i musei, volto alla diffusione della cultura..

Concludendo ricorda Marco Bani – che il volontariato non è un hobby, un passatempo effimero, il volontariato richiede costanza, determinazione, sensibilità e spirito di sacrificio. Sembra strano, ma fare il volontario arricchisce per primo chi decide di farlo, perché fa incontrare realtà stupende, dove la  gratuità, parola ormai desueta, la fa da padrona. Si può affermare che una vita spesa in aiuto agli altri è una vita più piena, quindi pensateci a dare anche solo una piccola parte del vostro tempo per gli altri.

Mara Martellotta

Le sperimentazioni artistiche della fotografa e visual artist Loredana Frisoli

RITRATTI TORINESI

Le fotografie artistiche della visual artist torinese Loredana Frisoli sono percorse da rigore compositivo e attenzione alla qualità dei cromatismi. Il suo senso estetico si sposa alla sua eclettica personalità ed entrambi le consentono di tradurre contenuti e concetti ispirati anche dalla semplice quotidianità. Alle figurazioni nette l’artista alterna declinazioni informali vigorose, raggiungendo il risultato di una base variegata di progetti fotografici come in quello denominato “Metamorphosis”, in cui l’artista vede prevalere l’esigenza di rappresentare l’universo estetico e astratto, che connota il desiderio intimo di espressività libera da quei vincoli figurativi presenti in altri suoi progetti artistici. In questa serie, che si adatta anche agli interni abitativi e a quelli degli uffici, ella struttura le sue opere in sequenze di pura sperimentazione informale, dove la configurazione grafico espressiva si libera in una esasperata contrapposizione cromatica. Il risultato è un piacevole e efficace connubio tra forma e colore, intessuto in un equilibrio e in un’armonia grafica espressiva che risulta funzionale alla rappresentazione dell’espressività dell’artista, a metà tra istinto e razionalità. Metamorphosis è il frutto di un progetto artistico avviato nel 2012, quando l’artista decide di oltrepassare i limiti dell’arte figurativa per addentrarsi nell’astrattismo, e si protrarrà fino al 2016, anno in cui il progetto troverà il suo completamento naturale.

Loredana Frisoli nasce a Torino nell’autunno del 1964 e collabora per sei anni con lo studio fotografico “Fotoflash” in Torino, specializzandosi in lavori di fotoritocco e fotoritratti in studio, seguendo anche un corso serale di fotografia presso lo storico circolo fotografico “La Mole di Torino”. Ha poi collaborato con “Fotoarchivio internazionale “ in qualità di gestione dell’archivio fotografico e delle relazioni esterne, realizzando poi, dalla metà degli anni Duemila, in collaborazione e su commissione, servizi fotografici di taglio editoriale per la Regione Piemonte e per un fotografo giornalista, Roberto Borra.

Sue fotografie e servizi sono comparsi sulla rivista Italy Italy, distribuita in Canada e Usa, e Rivista 20, bimestrale di arte contemporanea. Dal 2015 fa parte dello staff grafico dell’Associazione culturale “Collettivo 37 Arte Contemporanea” a Torino.

E mail lore.art@virgilio.it

Mara Martellotta

Ivana Posti, speaker e conduttrice televisiva. Sognare si può e non è peccato radio web

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Il sogno di condividere la bellezza, l’amore per la vita, per i versi,la poesia, la musica el’ arte, tutto tradotto con una certa leggerezza. Portare un sorriso in un mondo pieno di brutture: così nasce “Sognare si può (e non è peccato)” la pagina social di Ivana Posti, speaker e conduttrice televisiva, che dal 2019 è diventata una web station che trasmette rubriche e interviste in diretta creandone successivamente dei podcast.

Uno spazio in cui gli ospiti possono raccontare i propri sogni. Si parla di libri, di eventi, di progetti inseguiti e realizzati.

Ivana Posti nasce a Basilea, in Svizzera, il 14 luglio 1965, da genitori umbri. Vive e lavora a Torino, dove la famiglia si stabilisce rientrando in Italia quando aveva  pochi mesi, a causa della normativa svizzera che impediva agli emigranti di tenere con sé i propri figli nati prima dei 3 anni di permanenza lavorativa sul  territorio. L’amore per la natura legata ai luoghi di origine della famiglia, per la semplicità  la spingono a scrivere e disegnare fin dai primi anni di età.

Il suo sogno editoriale si realizza in tarda età, quando con Faligi Edizioni escono tre pubblicazioni: una raccolta di poesie dal titolo “Trent’anni di cuore o giù di lì” – “Le filastrocche di zia Ivana”  e “Quello strano click” un racconto sulla maternità mancata, esperienza personale raccontata senza filtri dal punto di vista emotivo. Uno dei suoi sogni è quello di portarlo nuovamente in stampa. L’incontro con Arte Città Amica la riavvicina al mondo dell’arte e della poesia. Dalla collaborazione con GRP Televisione prende quindi vita un format  da lei condotto, dal titolo “Scrittori in Onda”  in cui l’autore si racconta avvicinandosi al pubblico anche da un punto di vista umano oltre che intellettuale. La voglia di raccontare  i sogni della gente le offre l’opportunità di condurre su Radio Crossover Disco una trasmissione dal titolo appunto “Sognare si può”.  Ha collaborato con Radio Torino al fianco di Roberto Maree. Ha creato radio web per conto di terzi. Fino a realizzare una realtà propria in cui accogliere e condividere le esperienze dei sognatori.  Molti i personaggi che nel tempo hanno condiviso emozioni al suo microfono regalandole attimi di grande emozione e crescita personale.

Walter Rolfo, Alberto Macario, scrittori, poeti come Dario Voltolini, Paola Giovetti,  psicologi avvocati, pittori, associazioni come Amar Piemonte, medici, solo per fare alcuni esempi. Il colonnello Mario Giuliacci ha raccontato l’uomo  dietro al metereologo.  Poesia a Merenda è una delle rubriche periodiche di successo più durature del canale, Carmelo Cossa scrittore e poeta uno dei primi che hanno creduto nel sogno di Ivana Posti rendendolo reale. Le emozioni sono il succo della vita, i sogni ne sono l’essenza. Empatia e curiosità creano quel mix emotivo che permette di stabilire un contatto con il pubblico attraverso la semplicità e il sorriso. Segnaliamo tra gli altri appuntamenti, quello con ‘Una finestre nel mondo di arte e musei’ in cui Mara Martellotta  illustra agli ascoltatori mostre e eventi culturali presenti sul territorio.

Da alcuni anni la collaborazione con Radio Moncalieri e Radio Stella Piemonte ha arricchito l’esperienza di Sognare si può, permettendole di raggiungere un ulteriore nuova fascia di ascoltatori.

Molti nuovi progetti in arrivo. Nell’attesa per chi avesse piacere di curiosare  si possono visionare  gli episodi  sul canale YouTube  Ivana Posti Sognare si può o sulla pagina Ivana Posti, Sognare si può, oppure ancora sul Spotify

Mara Martellotta