RITRATTI TORINESI- Pagina 2

Franco Rabezzana, l’ingegnere dell’Osteria Rabezzana

RITRATTI TORINESI

“Sono un ingegnere un po’ atipico – racconta Franco Rabezzana – perché, pur avendo insegnato al Politecnico di Torino, e avendo lavorato per i progetti di Ricerca e Sviluppo della Commissione Europea, nel 2012, quando ho preso in mano la società dell’Enoteca Rabezzana, ho cercato in infondere la mia anima di ingegnere in un settore tradizionale come quello del food e della ristorazione, occupandomi degli affari di famiglia. Per prima cosa ho ristrutturato la cascina storica che i miei genitori possedevano nel Monferrato e l’ho trasformata in un relais chiamato ‘San Desiderio’; si tratta di un antico casale che è stato riportato alla vita proprio nel borgo rurale di San Desiderio, a due passi da Asti. Poi nel 2016 ho trasformato gli antichi locali dell’Enoteca, in via San Francesco d’Assisi 23/c, a Torino, affiancando all’originale enoteca l’osteria, sede dell’attuale Osteria Rabezzana”.

“Era il 1911 – continua Franco Rabezzana – quando Luigi Rabezzana, il mio bisnonno, aprì un primo emporio per la vendita di vini di propria produzione a Torino, in via San Massimo; in seguito, mio nonno Carlo inaugurò una prestigiosa enoteca diventata una piola, in piazza Carignano angolo via Principe Amedeo. Nel 1946, all’indomani della seconda guerra mondiale, alla quale hanno partecipato mio nonno Carlo, mio papà Renato e mio zio Luigi, nulla trovarono più come prima, e mio papà Renato trasferì il punto vendita dell’enoteca in via San Francesco d’Assisi 23. Si trattava di una piccola vetrina accanto allo storico pastificio Giustetto, appartenente ai nonni e agli zii da parte materna. Mio nonno Francesco Giustetto aprì nel 1911 il primo grande pastificio torinese in via XX Settembre (poi trasferitosi nell’attuale pastificio Giustetto di via Santa Teresa). Mio fratello Carlo ha seguito le orme paterne e, fino al 2012, ha guidato l’enoteca per poi consegnarla nelle mie mani. Nel solco della tradizione, ho deciso di rinnovare, nel 2016, lo spazio con la ristrutturazione del magazzino al piano inferiore, facendolo divenire una location per eventi culturali. Due anni prima decisi l’apertura di un wine bar con il nome storico dell’Enoteca Rabezzana, ER, a Smithfield, una zona strategica in forte espansione della City di Londra.”

“Il pastificio Giustetto è stato gestito – aggiunge Franco Rabezzana – dai miei zii Gino e Anna, che lo hanno lasciato, all’inizio del 2020, in gestione all’Osteria Rabezzana. Il pastificio produce pasta fresca tipica piemontese accanto a una ricca varietà di gastronomia del territorio, come semolini e insalata russa, oltre ad altri piatti tipici della nostra regione. Nell’Enoteca Rabezzana offriamo i vini del Gruppo Rabezzana, quali la Barbera d’Asti DOC, il Dolcetto di Alba, il Nebbiolo d’Alba DOC, il Grignolino, il Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG, il Barbaresco DOCG, il Barolo Perno DOCG, il Roero Arneis DOGG, lo Spumante Brut e il Moscato d’Asti, alcuni dei quali vengono prodotti sulle colline di San Desiderio. Nell’Osteria Rabezzana offriamo ai clienti un menù regionale piemontese contaminato da piatti siciliani grazie al nostro chef Giuseppe Zizzo, di origini palermitane”.

“Un’altra caratteristica della nostra osteria è rappresentata – spiega Franco Rabezzana – dalle attività culturali, con la presentazione di mostre d’arte, di libri di scrittori torinesi e con il nostro variegato programma musicale. Gli appuntamenti musicali che abbiamo programmato da settembre a dicembre 2023 fanno parte della rassegna intitolata ‘RabMataz’, in onore di Paolo Conte, e ha visto esibirsi artisti appartenenti a generi musicali diversi, ma sempre di altissimo livello, quali cantautori, esecutori di musiche ballabili di Swing e i cantori del teatro Regio, che mercoledì 6 dicembre scorso hanno realizzato i ‘Cori d’opera…che passione”. Non è mancata una carrellata storica sul Tango, con menù a tema, il 25 ottobre scorso, e le melodie romantiche proposte sempre a ottobre dal Trio con brio Hamburg di musica classica. I prossimi appuntamenti della rassegna saranno mercoledì 20 dicembre con il Concerto di Natale, con musiche dal Mago di Oz a Mary Poppins, dal titolo ‘Once upon a time’ con Lil Darling. Ultimo appuntamento musicale dell’anno sarà il Concerto di Capodanno, domenica 31 dicembre, con la Smallable Ensemble Band. L’Osteria Rabezzana è una delle location scelte dal Torino Jazz Festival e dal Moncalieri Jazz Festival, e i suoi mercoledì musicali sono ormai un punto di riferimento non soltanto per i torinesi ma anche per persone provenienti da fuori regione, come Milano”.

“Nel 2023 – conclude Franco Rabezzana – abbiamo aperto la Vineria Rabezzana in via Monferrato, che sta diventando un vera e propria via del food. Offriamo pranzi veloci, merende sinoire, tapas, spritz e un’offerta di vini di altissima qualità. Anche alla Vineria Rabezzana abbiamo introdotto gli spettacoli musicali, in concomitanza con gli aperitivi del venerdì sera. Siamo l’unico locale che ospita spettacoli nel dehor e porta la musica in via Monferrato.

Come ingegnere ho sempre cercato di consolidare progetti di innovazione nella nostra società e, a partire dal 2019, ho avviato la prima campagna di crowfunding seguita da altre tre. Hanno aderito circa 240 soci a queste quattro campagne, che costituiscono una vera e propria comunità di prodotti e servizi. In particolare la terza e la quarta campagna di crowfunding sono state create per attuare un nuovo vigneto di Ruchè biologico, un vigneto 4.0 altamente innovativo, nell’ambito del quale i soci che hanno aderito alla campagna hanno avuto in adozione una barbatella del nostro vigneto. Su questo vigneto altamente innovativo stiamo presentando dei progetti di ricerca in collaborazione con l’Università di Torino e di Milano, per sperimentare soluzioni alternative per un vigneto del futuro.

Per sviluppare al meglio le nostre potenzialità, stiamo pensando a un rafforzamento della nostra società per aprire nuovi punti vendita in città e non solo. Stiamo ricercando finanziamenti e collaborazioni con altri attori del food che siano della nostra dimensione e con i quali sia possibile confrontarsi per creare nuove realtà”.

 

Mara Martellotta

 

 

 

 

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Castagnoli, compositore e uomo di cultura

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Castagnoli, profondo conoscitore di musica nato a Roma da una famiglia di scienziati è docente di composizione al conservatorio G. Verdi di Torino. Nel capoluogo piemontese ha tenuto corsi al DAMS, diretto la rivista Quaderni della Musica Nuova, studiato lettere antiche e archeologia all’università, laureato in storia della musica e diplomato in composizione con Gilberto Bosco, Carlo Pinelli, Ruggero Maghini e in pianoforte con Maria Golia. Si è perfezionato con Brian Ferneyhough alla Hochschule di Friburgo e con Franco Donatoni alla Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, dove aveva insegnato presso la Scuola Nazionale di Cinema. Il padre Carlo era originario di Gonzaga, terra di origine della celebre famiglia signori di Mantova dove per molti anni fu vicepresidente dell’Accademia Virgiliana. Studiò alla normale di Pisa e fu docente alle università di Roma, Parma e Torino. Scoprì l’esistenza dell’antiprotone esposto alla radiazione cosmica, fu pioniere della fisica astro particellare organizzando e contribuendo alla realizzazione dei laboratori sotto al Monte Bianco, Gran Sasso e sul Cervino. A Torino fu direttore dell’Istituto di Cosmo Geofisica e fu commemorato all’Accademia delle Scienze come socio onorario. Diresse per 40 anni il Giornale di Fisica e la città di Mantova gli dedicò un monumento nei giardini locali. A Roma conobbe la moglie Giuliana Cini, torinese di nascita che contribuì allo studio del flusso dei raggi cosmici sulla terra e alla comprensione fisica del rapporto terra-sole.
Il loro figlio Giulio Castagnoli vinse i concorsi internazionali di composizione ad Amsterdam, il premio Bucchi a Roma e il Gran Prix Italia con la Radio Opera prodotta per Rai-Radio Tre su libretto del pittore Ugo Nespolo. Collabora con i compositori Sergio Liberovici e Giacinto Scelsi, a cui dedica un saggio pubblicato in Germania. Aperto a diversi contesti artistici, collabora con i poeti Carlo Cignetti e Mary de Rachewiltz (figlia di Ezra Pound), con lo scrittore Dario Voltolini e il regista e attore teatrale Glauco Mauri. Incontrò John Cage, compositore e teorico musicale americano, una delle personalità più significative nell’evoluzione della musica contemporanea del ‘900. Conobbe Luciano Berio, altro suo saggio mentore che diresse a Bologna i madrigali di Castagnoli e insieme pubblicarono un’opera per Casa Ricordi. Berio gli commissionò il concerto per violoncello e doppia orchestra per la stagione dell’Accademia di Santa Cecilia. Nella primavera del 1972, Berio diresse la trasmissione “C’è musica e musica” sul canale Rai Nazionale, proponendo una alternativa musicale analizzando le composizioni dai Beatles a Beethoven.
Castagnoli ha all’attivo oltre 150 composizioni e riceve commissioni per le principali istituzioni ed enti in Europa (Rai, Biennale di Venezia, Teatro Regio di Torino, Radio France, Deutschland Radio, Radio Genève) e in Asia, Usa, Australia, Argentina, Cuba e Giappone. In Norvegia ha partecipato alla composizione di un’opera simultanea connessa ad internet tra Copenaghen, S. Francisco e New York. È invitato a conferenze internazionali e fu selezionato per le Giornate Mondiali della musica ISCM di Hong Kong ed è stato compositore ospite del Senato di Berlino e di Daad per gli anni 1998-99. Pubblica saggi sulla politica musicale, libri e inserti musicali in particolare sui lieder di Schumann. È pronipote del compositore e pianista fiorentino Edgardo Del Valle de Paz della comunità di Livorno e cura la rassegna musicale organizzata dalla Comunità della Sinagoga di Casale Monferrato dedicata ad autori di tradizione ebraica o legati all’ebraismo, come Mario Castelnuovo-Tedesco, allievo di Edgardo Del Valle e amico di Andrés Segovia. Inoltre ha composto la Missa Sancti Evasii per coro, orchestra e strumenti barocchi commissionata dal vescovo Zaccheo, eseguita nel duomo di Casale con una fusione musicale visionaria tra Oriente e Occidente.
Utilizza gli strumenti musicali per le loro proprietà fisiche, senza dimenticare che i genitori erano filosofi della materia. La sua struttura compositiva complessa, coraggiosa, unica e arbitraria utilizza tecniche innovative come la musica elettronica e non permette alterazioni come adottate in passato da Max Brod sulle opere di Kafka e Janácek, vittime indifese del provincialismo ceko, proteggendo così la propria esecuzione integrale come solo  Stravinskij e Beckett hanno saputo fare. In età giovanile, Castagnoli fu componente di un gruppo musicale in qualità di sassofonista e al maestro non è sfuggita l’armonia e la melodia del jazz adottate dallo stesso Stravinskij e da Gershwin con versioni personali non solo dei songs negri ma anche con fraseggi di Bach, Mozart e Chopin, come pure Duke Ellington trascriveva musiche di Grieg e Tchaikovskj. Castagnoli ha il piacere di inventare con sottili riflessioni e sorprendere con estatica fantasia, trasformando con chiarezza ogni nota in grande arte raffinata ed espressiva come un irreale messaggio cifrato.
È direttore artistico del Casale Coro, il nostro gruppo vocale classico che si è esibito con il Musikkollegium di Berna, Filarmonica della Romania ad Alba Music Festival Italy&Usa, Orchestra e Coro della Cappella Sistina da papa Francesco a Roma, Festival estivo di Cap Ferrat in Costa Azzurra e in numerose chiese e basiliche torinesi. Risiede tra Torino e Casale, dove abita con il figlio Carlo e la moglie Erika Patrucco (violoncellista) figlia di musicisti (il padre Mario violista e critico musicale e la madre Luciana pianista). Dotato di un geniale senso compositivo, ha incentrato la sua poetica su concetti, stili e immagini di mondi sonori di diverse civiltà musicali, proseguendo le evoluzioni secolari del grande fiume della musica ed evitando la forma poco meditata degli ultimi decenni.
Armano Luigi Gozzano
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Luca Rolandi: la Circoscrizione, una città nella città

Ritratti torinesi

 

Giornalista professionista, dal lontano 1996 ricercatore presso la Fondazione Carlo Donat Cattin, che ora fa parte del Polo del Novecento, Luca Rolandi è dall’ottobre del 2021 presidente della Circoscrizione 2.

“L’accorpamento delle Circoscrizioni 2 e 10 – afferma il Presidente della Circoscrizione 2 Luca Rolandi – è avvenuto all’inizio del 2016, unendo Santa Rita, Mirafiori Sud e Mirafiori Nord. Si tratta di un accorpamento che ritengo sia stato sbagliato in quanto Santa Rita è un quartiere dinamico, con commerci molto attivi e comprende con Mirafiori Nord ben 103 mila abitanti. Mirafiori Sud avrebbe dovuto essere accorpata più razionalmente al Lingotto. Vi sono stati, comunque, fatti importanti che si sono mantenuti nel tempo, come l’anagrafe a Cascina Giajone, che rimane un centro polifunzionale di importanza vitale. La sede ufficiale, invece, è stata collocata a Mirafiori Sud dove è presente anche un piccolo polo anagrafico. La Cascina Giajone rimane un importante luogo circoscrizionale e diventerà un polo della formazione e del lavoro”.

“L’aspetto negativo a cui ho assistito in seguito all’accorpamento delle due Circoscrizioni – aggiunge Luca Rolandi – è stato la riduzione dell’organico, passato da duecento dipendenti a sessanta/sessantacinque con una età media di sessant’anni. Se verrà fatta un’altra riforma nel decentramento senza adeguati uffici amministrativi, le Circoscrizioni saranno destinate a morire. È inutile eleggere un Consiglio di Circoscrizione con venticinque consiglieri quando poi non si ha la possibilità di essere produttivi”.

“Cascina Giajone non verrà abbandonata; – spiega Luca Rolandi – rispetto all’uscita dei servizi amministrativi diventerà il polo del lavoro, della formazione, dello studio e dell’istruzione. Diventerà l’ufficio del lavoro del Comune e un campus universitario. L’offerta online la consideriamo vincente, tanto che l’80% dei servizi sono offerti con questa modalità. Dobbiamo attingere ai fondi per questa trasformazione e compiere un investimento notevole sul tema del lavoro. Il primo obiettivo da perseguire è quello di rendere fruibili gli spazi della Circoscrizione che non sono ancora utilizzati. Accanto alla Cascina Giajone, oltre alla realizzazione di un centro per l’impiego, verrà riqualificata la biblioteca ‘Passerin d’Entreves’ e creata un’aula studio.”

“I tantissimi spazi inutilizzati – dichiara Luca Rolandi – aspettano di essere riorganizzati e rimessi in sicurezza. Uno di questi è ‘L’isola che non c’è’, che è un CPG (Centro di Protagonismo Giovanile), in attesa di essere coinvolto nei lavori previsti di ristrutturazione del PNRR. Qualche iniziativa è stata presa per il Centro Torino in Strada delle Cacce; questa struttura la si utilizza per Estate Ragazzi ma, purtroppo, non basta il PNRR a portare a completamento un progetto nelle periferie. È necessaria una volontà centralizzata che parta dalla città di Torino e dal piano regolatore. Esistono a Mirafiori Sud, per esempio, delle aree industriali dismesse come in Strada del Portone, in Corso Settembrini e in Strada Castello di Mirafiori, che avrebbero la necessità di essere al più presto riqualificate, e di ricevere nuove destinazioni d’uso, mentre non si conoscono tempistiche definite.”

“Un altro obiettivo che ci poniamo come Circoscrizione – afferma Luca Rolandi – è quello del recupero delle aree verdi; tra giardini e aree giochi bimbi ne contiamo cinquantaquattro. Sarebbero necessari almeno 250/300.000 Euro per cambiare i tappeti antitrauma. Poi è necessaria la sostituzione delle altalene e di alcune piante, come al Parco Colonnetti e al Parco di Piazza d’Armi. Avevamo sviluppato un progetto di consultazione della cittadinanza per recuperare un’area di Piazza d’Armi, che poi è stata rivalorizzata due anni fa con l’organizzazione di Eurovision. Purtroppo, finito Eurovision, tutto è andato a perdersi, perché non si dà esecutività ai progetti proposti e così, in quell’area, sono venuti a aggregarsi alcuni nomadi provenienti da altre zone e che lì hanno trovato la loro sede senza alcun tipo di servizio”.

“Un altro aspetto sicuramente lodevole è quello di creare un presidio sociale. – precisa Luca Rolandi – La Circoscrizione può anche far da raccordo con le Case del Quartiere e le varie associazioni di volontariato distribuite sul territorio, creando aggregazione sociale e diventandone punto di riferimento. Proprio poco tempo fa, insieme alla Presidente della Circoscrizione 1 e a quello della Circoscrizione 7 abbiamo chiesto di creare una portineria di comunità, similmente a quella presente a Porta Palazzo, che è diventata un punto di riferimento per costruire relazioni, scambiarsi informazioni, idee e suggerimenti. Il luogo ideale può essere un’edicola dismessa o una bocciofila. A proposito di bocciofile, dieci sono ancora operative, una è stata bruciata due settimane fa e un’altra vandalizzata di recente. Diciannove bocciofile sono oggi a rischio di abbandono, e abbiamo istruito, a questo proposito, dei bandi per poterle utilizzare. Villa Amoretti è attiva come sede di una biblioteca pubblica; le due case del quartiere della Circoscrizione sono Cascina Roccafranca e Fondazione Mirafiori, che si trova vicino a Via Artom, nel Parco Colonnetti. Cascina Roccafranca è stata riqualificata grazie al progetto Urban 2 negli anni Duemila. Nell’ambito dei bandi che abbiamo istruito per riutilizzare le bocciofile a rischio abbandono, la Luigi Ferraris, dentro Parco Rignon, diventerà la sede dell’Ecomuseo che, un tempo, si trovava presso Cascina Roccafranca. Un’altra biblioteca degna di essere ricordata è la ‘Cesare Pavese’, ubicata in Via Cesare Pavese angolo Via Artom, a Mirafiori Sud”.

“Abbiamo iniziato con tre bandi e entro l’anno proseguiremo con altri cinque – aggiunge il Presidente della Circoscrizione 2 – che riguardano le portinerie di quartiere, aspetti di vicinato, il concreto aiuto per la spesa delle famiglie disagiate e le società sportive. Al ‘Majorana’ apriremo una palestra, mentre la vecchia palestra della scuola è stata trasformata in palestra di quartiere, a disposizione della cittadinanza per la pallavolo, la ginnastica e il basket. Per quanto riguarda la piscina ‘Gaidano’, verrà chiusa nel mese di luglio 2024 e riaperta nel mese di marzo del 2025, per consentire gli interventi previsti dal PNRR. Il problema è che a fine anno la piscina non potrà più disporre di personale, quindi le possibilità sono quelle di creare un bando oppure di chiuderla, dato che le tre persone che vi lavorano andranno in pensione. Non di minor importanza sono i CPG, di cui abbiamo menzionato ‘L’isola che non c’è’; in Santa Rita è presente il ‘Centro anch’io’ di Via Ada Negri, cui si affiancano il ‘Centrodentro’ di Corso Siracusa e il ‘Centro Torino’ di Strada delle Cacce”.

“Nei programmi è anche previsto un piano giovani – conclude Luca Rolandi – È stato indetto un bando sull’educativa di strada, che consiste nell’acquisire educatori che opereranno per due anni sul territorio, destinati ai ragazzi NEET, espressione di disagio scolastico e di emarginazione sociale. Qui l’investimento sarà importante, di 50.000 euro in due anni. Il compito degli educatori di strada sarà quello di fornire un orientamento scolastico e aiuto nello studio e creare interesse per la musica attraverso un lavoro di animazione sociale importante, come si faceva negli Anni Settanta/Ottanta”.

Se ci sono stati nella Circoscrizione alcuni problemi, che Luca Rolandi non nasconde, come quello degli sgomberi di Via Scarsellini e di Via Poma, d’altra parte ci sono fatti positivi da registrare, quali la riqualificazione del Giardino “Nuova Delhi” in Corso Correnti, che ha previsto una riorganizzazione delle attrezzature, delle migliorie nell’illuminazione e l’inserimento di nuove piante e nuovi giochi. E a Luca Rolandi, appassionato di storia del movimento cattolico e del movimento operaio, l’entusiasmo per il ruolo di consigliere di Circoscrizione non manca.

Mara Martellotta

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Marco Bani di Vol.To: comunicare il volontariato

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Il Centro Servizi Vol.To ETS– spiega Marco Bani, giornalista pubblicista, che fa parte del suo Consiglio Direttivo con le deleghe alla comunicazione, alla scuola e ai rapporti con le piccole associazioniè un’associazione riconosciuta del Terzo Settore di secondo livello (un’associazione di associazioni) composta da circa 150 organizzazioni socie.

Appena andato in pensione sono entrato a far parte del Consiglio Direttivo di Vol.To, mi pareva il passaggio più naturale dopo gli anni lavorati in Telecom, perché sin dalla mia gioventù, ho fatto volontariato passando la domenica pomeriggio in Barriera di Milano a far compagnia ai ragazzi delle case popolari e poi con l’Associazione “Il Cammino” occupandomi a seguire ed aiutare i ragazzi delle famiglie del quartiere, nell’espletamento dei loro compiti scolastici. Ho sempre partecipato, da volontario, alla giornata della Colletta Alimentare ed alla raccolta farmaci del Banco Farmaceutico.

Il Centro Servizi Vol.To è finanziato attraverso il Fondo Unico Nazionale alimentato dai contributi delle fondazioni di origine bancaria.  Il suo compito principale è quello di supportare edaiutare le associazioni, erogando servizi di supporto tecnico ed informativo e tutto ciò che può risultare utile nell’espletamento delle loro attività, al fine di promuovere e rafforzare la presenza ed il ruolo dei volontari in tutti gli Enti del Terzo Settore che sono 1350 circa, i cui i volontari mettono a disposizione tempo e competenze per promuovere la cultura, tutelare il patrimonio artistico del territorio e accrescerne la fruibilità, rispondere ai bisogni delle persone in condizioni di fragilità, tutelare i diritti, migliorare e umanizzare i servizi sanitari, occuparsi degli animali e dell’ambiente”.

Vol.To offre l’opportunità a cittadini, imprese, istituzioni e scuole di vivere pienamente l’esperienza della solidarietà, aiuta gli aspiranti volontari a trovare l’organizzazione giusta, mediante un servizio gratuito  di orientamento, si occupa di Volontariato aziendale creando percorsi per i dipendenti; orienta e accompagna chi è interessato alla costituzione di una nuova associazione; supporta enti pubblici e privati per i progetti di Servizio Civile (siamo iscritti all’Albo del Servizio Civile Universale a livello nazionale) e nel coinvolgimento dei giovani che nel 2023 sono stati circa 150; lavora con le scuole e la comunità educante per la partecipazione sociale, la crescita umana e il benessere dei bambini/e e ragazzi/e.

“Il volontariato – precisa Marco Bani è un caleidoscopio a 360 gradi, di cui il 60% circa è un volontariato di tipo sanitario, di assistenza ospedaliera, ai malati ed alla disabilità; vi sono i volontariati ecologici, dell’ambiente, della protezione civile, dedicatiai ragazzi con difficoltà nell’aiuto al post scuola, i volontari animalisti, di aiuto agli anziani, utilissimo durante il Covid, per raggiungere gli anziani soli, un’altra forma altrettanto preziosa è  quella culturale e afferente i musei, volto alla diffusione della cultura..

Concludendo ricorda Marco Bani – che il volontariato non è un hobby, un passatempo effimero, il volontariato richiede costanza, determinazione, sensibilità e spirito di sacrificio. Sembra strano, ma fare il volontario arricchisce per primo chi decide di farlo, perché fa incontrare realtà stupende, dove la  gratuità, parola ormai desueta, la fa da padrona. Si può affermare che una vita spesa in aiuto agli altri è una vita più piena, quindi pensateci a dare anche solo una piccola parte del vostro tempo per gli altri.

Mara Martellotta

Le sperimentazioni artistiche della fotografa e visual artist Loredana Frisoli

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Le fotografie artistiche della visual artist torinese Loredana Frisoli sono percorse da rigore compositivo e attenzione alla qualità dei cromatismi. Il suo senso estetico si sposa alla sua eclettica personalità ed entrambi le consentono di tradurre contenuti e concetti ispirati anche dalla semplice quotidianità. Alle figurazioni nette l’artista alterna declinazioni informali vigorose, raggiungendo il risultato di una base variegata di progetti fotografici come in quello denominato “Metamorphosis”, in cui l’artista vede prevalere l’esigenza di rappresentare l’universo estetico e astratto, che connota il desiderio intimo di espressività libera da quei vincoli figurativi presenti in altri suoi progetti artistici. In questa serie, che si adatta anche agli interni abitativi e a quelli degli uffici, ella struttura le sue opere in sequenze di pura sperimentazione informale, dove la configurazione grafico espressiva si libera in una esasperata contrapposizione cromatica. Il risultato è un piacevole e efficace connubio tra forma e colore, intessuto in un equilibrio e in un’armonia grafica espressiva che risulta funzionale alla rappresentazione dell’espressività dell’artista, a metà tra istinto e razionalità. Metamorphosis è il frutto di un progetto artistico avviato nel 2012, quando l’artista decide di oltrepassare i limiti dell’arte figurativa per addentrarsi nell’astrattismo, e si protrarrà fino al 2016, anno in cui il progetto troverà il suo completamento naturale.

Loredana Frisoli nasce a Torino nell’autunno del 1964 e collabora per sei anni con lo studio fotografico “Fotoflash” in Torino, specializzandosi in lavori di fotoritocco e fotoritratti in studio, seguendo anche un corso serale di fotografia presso lo storico circolo fotografico “La Mole di Torino”. Ha poi collaborato con “Fotoarchivio internazionale “ in qualità di gestione dell’archivio fotografico e delle relazioni esterne, realizzando poi, dalla metà degli anni Duemila, in collaborazione e su commissione, servizi fotografici di taglio editoriale per la Regione Piemonte e per un fotografo giornalista, Roberto Borra.

Sue fotografie e servizi sono comparsi sulla rivista Italy Italy, distribuita in Canada e Usa, e Rivista 20, bimestrale di arte contemporanea. Dal 2015 fa parte dello staff grafico dell’Associazione culturale “Collettivo 37 Arte Contemporanea” a Torino.

E mail lore.art@virgilio.it

Mara Martellotta

Ivana Posti, speaker e conduttrice televisiva. Sognare si può e non è peccato radio web

RITRATTI TORINESI

 

Il sogno di condividere la bellezza, l’amore per la vita, per i versi,la poesia, la musica el’ arte, tutto tradotto con una certa leggerezza. Portare un sorriso in un mondo pieno di brutture: così nasce “Sognare si può (e non è peccato)” la pagina social di Ivana Posti, speaker e conduttrice televisiva, che dal 2019 è diventata una web station che trasmette rubriche e interviste in diretta creandone successivamente dei podcast.

Uno spazio in cui gli ospiti possono raccontare i propri sogni. Si parla di libri, di eventi, di progetti inseguiti e realizzati.

Ivana Posti nasce a Basilea, in Svizzera, il 14 luglio 1965, da genitori umbri. Vive e lavora a Torino, dove la famiglia si stabilisce rientrando in Italia quando aveva  pochi mesi, a causa della normativa svizzera che impediva agli emigranti di tenere con sé i propri figli nati prima dei 3 anni di permanenza lavorativa sul  territorio. L’amore per la natura legata ai luoghi di origine della famiglia, per la semplicità  la spingono a scrivere e disegnare fin dai primi anni di età.

Il suo sogno editoriale si realizza in tarda età, quando con Faligi Edizioni escono tre pubblicazioni: una raccolta di poesie dal titolo “Trent’anni di cuore o giù di lì” – “Le filastrocche di zia Ivana”  e “Quello strano click” un racconto sulla maternità mancata, esperienza personale raccontata senza filtri dal punto di vista emotivo. Uno dei suoi sogni è quello di portarlo nuovamente in stampa. L’incontro con Arte Città Amica la riavvicina al mondo dell’arte e della poesia. Dalla collaborazione con GRP Televisione prende quindi vita un format  da lei condotto, dal titolo “Scrittori in Onda”  in cui l’autore si racconta avvicinandosi al pubblico anche da un punto di vista umano oltre che intellettuale. La voglia di raccontare  i sogni della gente le offre l’opportunità di condurre su Radio Crossover Disco una trasmissione dal titolo appunto “Sognare si può”.  Ha collaborato con Radio Torino al fianco di Roberto Maree. Ha creato radio web per conto di terzi. Fino a realizzare una realtà propria in cui accogliere e condividere le esperienze dei sognatori.  Molti i personaggi che nel tempo hanno condiviso emozioni al suo microfono regalandole attimi di grande emozione e crescita personale.

Walter Rolfo, Alberto Macario, scrittori, poeti come Dario Voltolini, Paola Giovetti,  psicologi avvocati, pittori, associazioni come Amar Piemonte, medici, solo per fare alcuni esempi. Il colonnello Mario Giuliacci ha raccontato l’uomo  dietro al metereologo.  Poesia a Merenda è una delle rubriche periodiche di successo più durature del canale, Carmelo Cossa scrittore e poeta uno dei primi che hanno creduto nel sogno di Ivana Posti rendendolo reale. Le emozioni sono il succo della vita, i sogni ne sono l’essenza. Empatia e curiosità creano quel mix emotivo che permette di stabilire un contatto con il pubblico attraverso la semplicità e il sorriso. Segnaliamo tra gli altri appuntamenti, quello con ‘Una finestre nel mondo di arte e musei’ in cui Mara Martellotta  illustra agli ascoltatori mostre e eventi culturali presenti sul territorio.

Da alcuni anni la collaborazione con Radio Moncalieri e Radio Stella Piemonte ha arricchito l’esperienza di Sognare si può, permettendole di raggiungere un ulteriore nuova fascia di ascoltatori.

Molti nuovi progetti in arrivo. Nell’attesa per chi avesse piacere di curiosare  si possono visionare  gli episodi  sul canale YouTube  Ivana Posti Sognare si può o sulla pagina Ivana Posti, Sognare si può, oppure ancora sul Spotify

Mara Martellotta

Mago Charlie, nuova proposta tra i maghi torinesi. Geometra, lavora come tecnico

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Come è nato l’interesse per la magia?
Ad una festa di compleanno alcuni anni fa. C’era un mago bravissimo che girava tra i tavoli. Mi ha incantato con i giochi delle carte. Effetti che mi hanno colpito. Il mago era Marco Aimone, mago professionista e presidente del Circolo Amici della Magia di Torino. Alla fine della serata mi ha invitato ad una lezione gratuita presso il Circolo. Sono stato letteralmente folgorato dagli effetti della nobile arte e così ho deciso di iscrivermi.
Che cosa ti affascina della magia?
Il mondo delle illusioni e del fantastico perché riesce a trasportarti e farti tornare bambino.
Raccontaci come funziona il Circolo
Il Circolo offre la possibilità di partecipare alla sezione didattica. Può accedervi chiunque, dai bambini ai ragazzi agli adulti. Le lezioni si svolgono con lo scopo di insegnare tecniche di cartomagia, con le monete, corde, foulards e tutto ciò che attiene allo spettacolo della nobile arte magica.
Al Circolo vengono inoltre organizzate serate spettacolo con maghi professionisti di caratura internazionale ma anche con apprendisti come il sottoscritto; si svolgono conferenze con maghi di tutto il mondo come Giobbi, DaOrtiz, Tamariz, Gascon solo per citarne alcuni…
Oltre alle conferenze e corsi ti capita di utilizzare la magia nella vita di tutti i giorni e fare sparire persone antipatiche?
Lo farei volentieri ma non sono ancora così bravo!
Scherzi a parte la magia fa parte delle cose belle della mia vita e continuo a seguire i corsi per imparare nuovi effetti e affinare le tecniche già acquisite. E con il gruppo “Nuove proposte” partecipo alle esibizioni per diffondere tra il pubblico il nostro mondo. Con me ci sono altri maghi, amici come Claudio Gabbani e Marco Petrasso (in arte Pedro) con i quali condividiamo serate e spettacoli.
Ti capita di essere invitato dagli amici per serate divertenti?
Più che invitato succede che con gli amici, che conoscono la mia passione per la magia, li intrattenga per mezz’oretta con i trucchi. Ho avuto occasione di intrattenere per beneficenza persone anziane o con disabilità. Il divertimento donato alle persone fragili è un regalo a loro ma anche a me stesso.
Se un “non mago” o babbano per dirla alla Harry Potter volesse avvicinarsi al vostro mondo cosa deve fare?
Il Circolo della Magia è sempre aperto a chi desidera avventurarsi nel nostro mondo. E proprio il mese prossimo sabato 4 novembre ci sarà l’annuale Open Day, giornata nella quale il Circolo aprirà le porte per mostrare i locali, le suggestioni della magia e le dimostrazioni dal vivo con diversi maghi.
Il Circolo della Magia ha sede in Torino – via Juvarra 13 presso l’ex Caffè Procope nel palazzo degli Artigianelli.
Telefono +39 347.2916559

Guido Calleri di Sala, dalle energie rinnovabili alla cultura

Ritratti torinesi

 

Torinese, 55 anni, il suo nome si lega alla dimora storica della famiglia, il palazzo dei Conti di Bricherasio, in provincia di Torino, che egli gestisce da qualche anno.

Esperto nel settore delle energie rinnovabili, Guido Calleri di Sala ha due figli, Melania e Matteo, e il suo nome riporta alla memoria proprio  un palazzo tuttora esistente, che ha vissuto fasti nel passato, il palazzo dei Conti di Bricherasio.

Venne costruito a cavallo tra il Seicento e il Settecento ai piedi della collina del castello, dove sorgevano le fortificazioni distrutte nel corso dell’assedio del 1594 in cui Bricherasio, occupata dai francesi, venne riconquistata dalle truppe dei Savoia,  dopo quaranta giorni di bombardamenti. Nel parco, come testimonianza storica, si può ancora vedere ciò che è rimasto delle mura di quelle fortificazioni. Nel palazzo nacque nel 1706 il conte Giovanni Battista di Cacherano di Bricherasio, comandante delle truppe austropiemontesi che il 19 luglio 1747 sconfissero i Francesi nella battaglia del colle dell’Assietta. Tra Otto e Novecento frequentò il palazzo Emanuele Cacherano di Bricherasio, tra i primi esponenti della nobiltà italiana a intuire le enormi potenzialità dell’industria meccanica volta alla produzione di automobili a uso privato.  Erail primo luglio del 1899 quando Emanuele Cacherano di Bricherasio convocò nel suo studio,  nella sua residenza torinese, un gruppo di aristocratici e notabili per siglare l’accordo costitutivo della prima società che prese il nome di FIAT. Per l’occasione Bricherasio convocò il celebre pittore Delleani, amico di famiglia, per abbozzare il soggetto che ritrasse lo storico evento.

Residenza nobiliare per oltre due secoli, il palazzo dei Conti di Bricherasio venne adibito dal dopoguerra a residenza estiva e fu da quel periodo che iniziò a disegnare l’attuale architettura del parco di oltre quattro ettari, che oggi conta una cinquantina di specie arboree e almeno venti specie arbustive per un totale di oltre mille alberi.

Dominato da stili che attingono sia al giardino inglese di prima maniera sia alla vena del collezionismo botanico il parco presenta grandi macchie arboree che si contrappongono ad ampie radure a prato con laghetti e rigagnoli.

Il palazzo dei Conti di Bricherasio è inserito nei beni culturali sottoposti a  vincolo di tutela dalla Sovrintendenza del Piemonte e fa parte dell’ADSI, Associazioni Dimore Storiche italiane e del consorzio turistico del Pinerolese con cui collabora ad organizzare diversi eventi, quali, per esempio,  quello dedicato al bicentenario della nascita della Cavalleria di Pinerolo oppure il percorso Benessere come quello in programma il 15 luglio prossimo.

Da quest’anno partecipa alla rassegna letteraria, giunta alla sua quarta edizione, dal titolo “Bellezza tra le righe”, in collaborazione con il Castello di Miradolo e con Casa Lajolo  di Piossasco. Sono nove incontri,  di cui il primo inaugurato lo scorso 25 giugno con la presentazione del libro di Beppe Pezzetto,  dal titolo “Pala e Tequila”. Il prossimo 30 luglio presenteremo alle 17 il libro dell’autrice Bruna Macaluso e la rassegna si concluderà  con la presentazione di un libro divertente e al tempo stesso ironico, dal titolo “De rebus brevi” di Marco De Candia, in arte Mark Mc Candy.

“Bellezza tra le righe” rappresenta una rassegna di ottime letture che ogni anno porta autori e libri nei giardini storici di alcune dimore del Pinerolese. In questa edizione sono casa Lajolo,  il castello di Miradolo e palazzo Bricherasio.

“Come ADSI siamo aperti l’ultima domenica ogni mese tra aprile e ottobre, quando i nostri visitatori saranno condotti a conoscere gli interni e il parco. Le visite del parco fanno parte di un progetto in collaborazione con l’Istituto Agrario di Osasco, dove un gruppo di studenti porta i visitatori alla scoperta del parco e delle sue bellezze.

Ad ottobre chiuderemo poi la stagione ospitando le Giornate del Fai d’autunno”.

MARA MARTELLOTTA

Innovazione, design, architettura. Incontro con Alessandro De Cillis

Ritratti torinesi

Alessandro De Cillis co Founder @ CMO di Designtech

Designtech non comprende solo il design ma anche molti altri settori significativi connessi al design. Si tratta di un hub di innovazione tecnologica focalizzato sul design, ma che coinvolge anche i settori dell’arredo, dell’architettura, della costruzione e del real estate.
“A Milano – spiega Alessandro De Cillis – co Founder @ CMO di Designtech – Designtech ha sede presso Mind Innovation District ed è membro di Federated Innovation, il network che accelera i processi di creazione e di innovazione di Mind. Mind rappresenta un’area di un milione di metri quadrati in cui nascerà la città tecnologica del futuro là dove era presente l’ex Expo di Milano, Banca Intesa, tra Rho e Milano.
Designtech aiuta le aziende a integrare l’aspetto tecnologico TRA AZIENDE E STARTUP relativo a quattro ambiti: l’arredo, l’architettura, le costruzioni e il real estate”.
“Designtech mette al centro il tema dell’innovazione tecnologica su una serie di verticali che sono quelle di Furniture, Architecture, Construction e Real Estate. La città del futuro deve essere una città tecnologica e l’architettura deve essere coinvolta nella verticale della construction.
Nel maggio del 2020 veniva  progettato Designtech, che nel maggio del 2022 ha inaugurata la prima sede, nell’ottobre del 2022 veniva inaugurato al Milano Certosa District la Tech lounge C.Sapce, uno spazio in cui si possono organizzare eventi phygital e registrare podcast. In Certosa Designtech inaugurerà entro la fine del 2023 la Cofactory, uno spazio industriale dove potranno prendere sede le startup e prototipare i propri prodotti tecnologici innovativi.
Designtech ha partecipato al Salone del Mobile 2023 realizzando la prima area espositiva dedicata alle start up e con il Fuorisalone nel corso della Milano Design Week ha gestito 3 mila metri quadrati di esposizione di designer che hanno presentato le proprie soluzioni in materia di design.
“Mind Milano innovation District e Milano Certosa District aprono le porte alle idee- aggiunge Alessandro De Cillis – di chi guarda al futuro, attraverso la ricerca scientifica e la formazione, l’impresa, il tempo libero e la socialità. All’ingresso di Milano stanno prendendo forma centri di eccellenza internazionali dedicati al progresso delle persone e degli ambienti di lavoro. Si tratta di distretti dove convivono perfettamente condivisione e conoscenza, opportunità di crescita per il territorio e per il Paese. Lo spazio sostenibile è incentrato sulla persona e sui suoi valori, sull’inclusione, sui rapporti sociali, sulla crescita responsabile.
Mind e Certosa rispondono a tre sfide, del benessere, dell’ambiente e dell’impatto sociale”.
Mind e Certosa – precisa Alessandro De Cillis – possobno assolutamente essere un modello esportabile anche a Torino. L’imprenditore Stefano Buono, founder di Liftt, di fronte alla dichiarazione di Torino malata di “debolismo”, ha replicato, infatti, che si tratta di una città perfetta per fare impresa. Qui a Torino ci sono talenti veri. La componente che cresce, che investe, che ragiona su come investire sul futuro è quella capace di dare una mano a ridurre le distanze”. Un progetto come Designtech ha tutte le potenzialità per emergere a Torino e ottenere i risultati sperati.

MARA MARTELLOTTA

Mark Mc Candy, uno scrittore dalla felice vena ironica

RITRATTI TORINESI

Mark Mc Candy, al secolo Marco De Candia, è un autore dalla felice vena ironica. Nato a Bari, dove ha vissuto per oltre cinquant’anni, ama molto Torino, città nella quale si è trasferito da anni per seguire i figli negli studi e lavorare nell’ambito dell’information technology.

Autore poliedrico e dalla sottile ironia, Mark Mc Candy, 61 anni, ha una vera passione per la scrittura, tanto da aver dato alle stampe già tre libri di racconti, di cui due in tempi pre-pandemici, nel 2017 e 2018, con la casa editrice Edizioni Radici Future.

I primi due libri, raccolte di racconti brevi, si intitolano “Avanti c’è un post” e “Solo post in piedi”, ad indicarne la genesi, carica di sottile ironia, avvenuta sul web sotto forma di post.

Il terzo libro “De Rebus Brevi”, pubblicato in aprile, ha già nel titolo l’espressione della cifra che contraddistingue Mark Mc Candy, usando la lingua latina per definire la brevità dei racconti. Al titolo si associa una copertina in cui l’autore, in uno scenario di rovine romane, ricorda l’imperatore Nerone che, invece di suonare la lira, strimpella sulla macchina da scrivere.

Il tempo è raffigurato attraverso il simbolo di una clessidra, che potrebbe sembrare persino anacronistico rispetto alla successione di tempi rapidi della società contemporanea ma, proprio per questo, assume un profondo valore simbolico.

Ma in fondo l’originalità e la verità di questo volume di Mark Mc Candy risiede proprio nella sua consapevolezza dell’importanza nell’attualità della brevità e della sintesi.

“De rebus brevi”, presentato in anteprima con successo a Torino Comics, ha fatto il suo debutto ufficiale presso il caffè Fiorio, tanto amato da re Carlo Alberto e luogo storico del centro di Torino. A promuovere la presentazione è stata l’Associazione “Vitaliano Brancati”, di cui è presidente Giovanni Firera che ha definito Mark Mc Candy “una piacevolissima sorpresa nel panorama degli scrittori torinesi. Si tratta di un libro fantastico. Il piacere è di averlo diretto e organizzato al Caffè letterario Fiorio a Torino”.

A dialogare sul libro sono stati Giovanni Firera, Maurizio Vanni, direttore del Lucca Center of Contemporary Art, Giuseppe Mastruzzo, direttore dell’International University College di Torino, e Guido Calleri di Sala, vice presidente del Caffè Letterario Fiorio.

I racconti di Mark Mc Candy hanno il ritmo dei tempi che viviamo e presentano una carrellata di situazioni brevi o brevissime, tali da poter essere lette sullo smartphone. Tanti e attuali i temi affrontati, sui costumi, usi che evolvono, sulle difficoltà di comunicazione oggi presenti in una società dove risultano sempre più frequenti nell’uso termini come bitcoin, firma digitale, metaverso, blockchain.

Mark Mc Candy, si può definire giustamente un “narratore di nuova generazione”, che, dotato di un umorismo fuori del comune, è riuscito a conquistarsi i favori di un pubblico molto ampio e trasversale di lettori. Ha scritto una lettrice di “aver trovato Mark per caso su Facebook e aver letto i suoi racconti con piacere, perché parlano della quotidianità di ognuno di noi, con garbo, sensibilità e ironia”.

Mark Mc Candy tratteggia, infatti, con sottile ironia i passaggi epocali della nostra società, conducendo il lettore a scoprire vizi privati e pubbliche virtù, analfabetismi funzionali e problemi di inclusione tipici della nostra epoca.

Il lettore viene condotto per mano tra casse di supermercati, piccoli paesi di provincia, spiagge e viali alberati dove uomini e donne si innamorano, litigano, si sorprendono.

L’autore si muove con disinvoltura nel cogliere le difficoltà che le persone “legate a schemi classici” hanno nell’affrontare i temi della sessualità, della tecnologia, dei rapporti di coppia oramai sempre più fluidi definendosi quasi un “fotografo”, che usa un caleidoscopio per sottolineare situazioni che cambiano continuamente in base al punto di osservazione.

Mark Mc Candy si è poi cimentato in una scrittura, più vicina a quella del romanzo, dando vita ad un racconto “Il faro di Ullapool”, tradotto anche in inglese, che potrebbe diventare nei prossimi mesi un bel libro per adolescenti.

“De rebus brevi” sarà protagonista di altre presentazioni, la prima delle quali avverrà al Salone Internazionale del Libro di Torino il prossimo 19 maggio alle ore 20. Seguirà l’8 giugno presso la Libreria torinese Belgravia, alle 18, il 14 giugno a Bari presso la Terrazza della Banca Generali e, nei giorni seguenti, in altre località pugliesi.

MARA MARTELLOTTA