RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO- Pagina 56

Sul Giorno del Ricordo

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani in occasione del Giorno del Ricordo, celebrato giorno 10 febbraio, istituito con la Legge 92/2004, in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale del secondo dopoguerra intende evidenziare la lodevole iniziativa promossa dalla regione Toscana, dal titolo: “Viaggio di studio sul Confine orientale”, finalizzata alla visione “autoptica” da parte degli studenti dei luoghi teatro dei fatti storici relativi alle foibe.

Si potrà seguire il percorso sui siti della Regione Toscana e Toscana Notizie, sulla pagina Facebook Toscana Memoria all’indirizzo https://www.facebook.com/toscanamemoria/ e sulla pagina Facebook dell’Istituto ISI Pertini di Lucca all’indirizzo https://www.facebook.com/pertini.lucca.gov.it/ e con gli hashtag #toscanamemoria e #giornoricordo.

In coincidenza della giornata del 24 marzo dedicata al diritto alla verità sulle gravi violazioni dei diritti umani e per la dignità delle vittime (ONU) gli studenti dell’ISI Pertini di Lucca, con il supporto della prof.ssa Katia Giannelli, interverranno nel corso del dibattito di approfondimento culturale, organizzato dall’Area di potenziamento socio-economico dall’istituto, dietro interessamento del DS, prof.ssa Daniela Venturi,  e dal Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani per condividere con i propri coetanei punti di riflessione ed esperienze vissute. Tutte le scuole che vorranno aderire potranno contattare il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani (email: coordinamentodirittiumani@gmail.com); successivamente verranno divulgate le modalità operative per la partecipazione.

È fondamentale il recupero della memoria storica di avvenimenti così significativi e drammatici per il nostro Paese; informare le giovani generazioni sul proprio passato anche se doloroso, costruisce l’unico viatico per l’acquisizione della consapevolezza dell’importanza di valori universali come la pace, la tolleranza e la giustizia. La civiltà si costruisce attraverso la cultura. Le Foibe, luogo simbolo di una tragedia italiana, possono e devono diventare motivo di riflessione, perché venga contrastata ogni forma di violazione della prerogative altrui e la vita umana venga considerata sacra.

Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani si associa al pensiero espresso recentemente dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sulla ricorrenza: “Le stragi, le violenze, le sofferenze patite dagli esuli giuliani, istriani, fiumani e dalmati non possono essere dimenticate, sminuite o rimosse. Esse fanno parte, a pieno titolo, della storia nazionale e ne rappresentano un capitolo incancellabile, che ci ammonisce sui gravissimi rischi del nazionalismo estremo, dell’odio etnico, della violenza ideologica eretta a sistema”.

prof. Romano Pesavento

Presidente Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani

 

Sgravi e posteggi per salvare il commercio

Corso Grosseto e dintorni: sulla durata dei lavori pende la spada di Damocle dell’amianto e del ricorso da parte del Comune di Venaria. Gli esercenti hanno bisogno di ossigeno: la Giunta che cosa risponde?

Sgravi fiscali e disponibilità di posti auto: queste le due priorità per cercare di salvare il tessuto commerciale di corso Grosseto. Mentre residenti ed esercenti chiedono tempi certi, sulla durata del cantiere pendono non una ma ben due spade di Damocle: la presenza di amianto alla base del Cavalcavia e il ricorso presentato da parte del Comune di Venaria. Si parla di ritardi che potrebbero misurarsi nell’ordine dei cinque o sei mesi. Solo gli sgravi fiscali e nuovi posti auto a disposizione dei clienti potrebbero dare ossigeno al tessuto commerciale della zona. Ma se per quanto riguarda i posti auto le prospettive non sono negative (c’è già l’ordinanza), sugli sgravi la Giunta fa, ancora, orecchie da mercante: che cosa si aspetta? La totale desertificazione di tutta la zona?

:

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

Manuela Morfino – Capogruppo Moderati, Circoscrizione Cinque Torino.

Alberto Masera – Coordinatore III Commissione, Moderati, Circoscrizione Cinque Torino.

Investire nelle infrastrutture sociali dell’Ue: passare dai principi all’azione

DAL CENTRO STUDI SUL FEDERALISMO
 
Olimpia Fontana*

 

 
Dopo aver passato gli ultimi dieci anni alle prese con la grande recessione l’economia dell’Unione europea (Ue) è tornata a crescere, anche grazie alle varie misure di emergenza in ambito finanziario e di politica economica. La crisi ha però lasciato un’eredità pesante a carico della dimensione sociale dell’Ue: le politiche di contenimento del debito pubblico hanno esercitato una forte pressione sulle finanze pubbliche nazionali nel settore degli investimenti, penalizzando in particolar modo quelli in ambito sociale. In parte per effetto della crisi, in parte a causa di una tendenza strutturale verso il basso, l’investimento pubblico in infrastrutture sociali non risulta adeguato rispetto alle sfide presenti e future della società. Nel 2060 gli over 65 saranno quasi il 30% della popolazione dell’Ue e per ciascun anziano in media ci saranno solo due lavoratori, rispetto agli attuali quattro, per cui saranno necessari ulteriori supporti all’assistenza e alla cura della persona. L’invecchiamento della popolazione va messo poi in relazione con un altro fenomeno, attuale, ma con oscure prospettive di lungo periodo: il rischio di finire in povertà in Europa sta aumentando in particolare per i giovanissimi (18-24 anni), anche a causa dell’elevata componente Neet: senza istruzione per una persona diventa sempre più difficile trovare un impiego e tanto meno sentirsi coinvolto nella società.

 

***

Con queste consapevolezze in mente, una “Task Force di alto livello sugli investimenti in infrastrutture sociali in Europa”, presieduta da Romano Prodi e Christian Sautter, è stata incaricata di attirare l’attenzione sul ruolo cruciale delle infrastrutture sociali. Il rapporto della Task Force, Boosting Investment in Social Infrastructure in Europe, oltre a invitare a riflettere sul fatto che esiste nell’Ue un reale fabbisogno di investimenti in infrastrutture sociali – istruzione, salute e assistenza alla persona, housing sociale – di circa 100/150 miliardi di euro all’anno, individua in un maggior coinvolgimento del capitale privato nel settore sociale la via per colmare il gap infrastrutturale. Il punto critico consiste nel fatto che “There is an obvious asynchronicity between the financial industry’s willingness to have infrastructure financing as a fully-fledge ‘asset class’ to invest in and the time needed to build all the missing parts of the underlying framework“. L’auspicata unione tra infrastrutture sociali e finanza dovrebbe seguire una precisa strategia a livello comunitario: la road map prevede entro il 2022 il lancio di una European Social Infrastructure Agenda, cui farà seguito un nuovo Public-Private Fund for Social Investment. Il nuovo modello con cui finanziare infrastrutture pubbliche come scuole, ospedali e case a prezzi accessibili segue la pratica ormai avviata nell’Ue del blending, ovvero l’uso di strumenti finanziari (prestiti, garanzie, capitale proprio) in accostamento a limitate risorse pubbliche per mobilitare un volume di investimenti maggiore.

***

Un buon punto di partenza nel percorso verso il rafforzamento della dimensione sociale è lo European Pillar of Social Rights, presentato ad aprile 2017. Il documento, che raccoglie vecchi e nuovi diritti in ambito di mercato del lavoro e di sicurezza sociale, mira a fornire lo standard comunitario cui i paesi membri dovrebbero tendere. Così il Pillar stabilisce, tra gli altri, il diritto all’istruzione, alla formazione e all’apprendimento permanente, il diritto dei bambini a ricevere cure e istruzione durante la prima infanzia, il diritto per tutti a un’assistenza sanitaria, il diritto all’housing sociale. E in tutti i casi si auspicano servizi di buona qualità a prezzi accessibili. Il Pillar, tuttavia, non è uno strumento legalmente vincolante per i paesi, essendo la politica sociale una competenza esclusiva nazionale. La concreta realizzazione dei diritti sociali è lasciata quindi all’effettiva volontà dei paesi membri, in base allo spazio che la politica sociale occupa all’interno della loro spesa pubblica, che resta in molti casi inadeguata alle necessità, perché sacrificata al contenimento della spesa pubblica.

Per sostenere gli investimenti in infrastrutture sociali il bilancio dell’Ue fornisce il suo contributo, soprattutto attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale e il Fondo sociale europeo, strumenti di bilancio che operano in gestione concorrente tra la Commissione e i paesi membri. Il dibattito sulla prossima programmazione finanziaria post-2020 sembra però guidato da una logica di razionalizzazione delle risorse in cui, per colmare il vuoto in bilancio causato dalla Brexit, saranno soprattutto i fondi strutturali (insieme alla Pac) a ricevere i maggiori tagli, rafforzando invece voci di spesa a più alto “valore aggiunto europeo”, quali la difesa e la sicurezza e il ruolo globale dell’Ue.

***

Per questi motivi la strategia definita dalla task force prevede il coinvolgimento del risparmio privato, che è presente sul mercato in grandi quantità – si stima in 26.000 miliardi di euro il valore di mercato dei fondi gestiti dalle istituzioni finanziarie solo nell’Ue – e alla ricerca di impieghi sicuri di lungo termine. Il modello di finanziamento, il futuro Fund for Social Investment, sembra ricalcare quello dello European Fund for Strategic Investment (EFSI), il braccio finanziario del piano Juncker. Già con l’EFSI sono stati finanziati progetti in infrastrutture sociali, ma questi rappresentano solo il 4% dei progetti totali, essendo il piano Juncker maggiormente rivolto ai settori dell’energia, della ricerca e innovazione e alle piccole e medie imprese. Istituire, quindi, un fondo dedicato esclusivamente all’investimento sociale può servire a dare maggior copertura alle infrastrutture sociali.

***

Dall’altra parte, però, l’utilizzo degli strumenti finanziari in alcuni casi può non essere lo strumento più adatto. Se si ricorre al blending si fa ampio affidamento sugli investitori privati, che potrebbero non materializzarsi proprio nei paesi in cui il bisogno di infrastrutture sociali è più alto, ma dove la capacità di attirare investimenti è bassa, per motivi legati a scarse capacità di progettazione delle amministrazioni locali (i principali attori degli investimenti sociali) o alla presenza di mercati finanziari non sviluppati. In questi casi, la forma di supporto attraverso i contributi dei fondi strutturali sembra essere la più adatta rispetto a strumenti di mercato.Il Pillar dei diritti sociali, oltre a ricevere sostegno da un Fondo dedicato, avrebbe bisogno di un riconoscimento esplicito nell’ambito del Semestre europeo, ad esempio all’interno delle raccomandazioni che la Commissione annualmente invia ai paesi membri (sempre che le raccomandazioni vengano poi rispettate). Oppure, garantendo agli investimenti sociali nazionali un trattamento più favorevole rispetto alla regola del bilancio in pareggio. Alla base di ogni discorso sul rafforzamento della dimensione sociale vi dovrebbe essere una riflessione adeguata sul peso che variabili come infrastrutture sociali, disoccupazione giovanile, rischio di povertà, hanno effettivamente all’interno del complesso sistema digovernance economica dell’Ue, e dell’eurozona in particolare. In quest’ottica, il progetto di riforma dell’Ue dovrà avvenire assicurandosi che le innovazioni nell’architettura economico-finanziaria non procedano a (ulteriore) scapito di quella sociale.
*Ricercatrice del Centro Studi sul Federalismo

BATZELLA (MLI), SANITA’: “SERVONO MISURE URGENTI CONTRO LE AGGRESSIONI A INFERMIERI E PERSONALE SANITARIO”

“LA SICUREZZA SUL POSTO DI LAVORO DEVE ESSERE GARANTITA”

 

All’interno degli ospedali, e in particolare nei pronto soccorso, è necessario garantire – con la massima urgenza – misure idonee a proteggere la sicurezza degli infermieri e di tutto il personale sanitario. L’episodio che si è verificato l’altro giorno nel pronto soccorso dell’ospedale di Ciriè (Asl TO4), dove un paziente ha aggredito tre infermieri, non è che l’ultimo di una lunga serie. Con sempre maggiore frequenza, infatti, il personale ospedaliero è vittima di aggressioni da parte di utenti che per svariati motivi danno in escandescenza. Il problema è ormai noto da tempo, lo conoscono bene sia l’assessore alla Sanità Saitta, sia i direttori generali delle diverse Aziende Sanitarie e Ospedaliere. E in particolare a conoscere bene il problema è proprio il direttore generale dell’Asl TO 4, che già in più occasioni è stata protagonista sulle cronache quotidiane per aggressioni e violenze contro il personale. Ma nonostante le continue denunce anche da parte delle forze sindacali, ad oggi nulla è cambiato. E’ ora di passare dalle parole ai fatti e di mettere in atto, in tempi rapidi, misure di sicurezza che tutelino il personale sanitario, già costretto a turni di lavoro estenuanti per il sovraccarico di lavoro e per la grave carenza di personale che affligge il comparto sanitario. La sicurezza sul posto di lavoro è fondamentale: deve essere garantita. Non è ammissibile lavorare nel timore di essere aggrediti.

 

 

Stefania Batzella,

Consigliera regionale Movimento Libero Indipendente

Lega, Salvini in Piemonte

COMUNICAZIONE 

In vista delle prossime elezioni politiche il quotidiano “il Torinese” pubblica gratuitamente in questo spazio interventi, comunicati e notizie inviatici da candidati, segreterie o esponenti politici di tutti i movimenti e partiti. Scrivere a: edizionibest@libero.it

***

Proseguono gli appuntamenti del segretario federale e candidato premier Matteo Salvini, che farà tappa, nella giornata di sabato 10 febbraio, in tre diverse città del Piemonte. Ad accompagnarlo, il segretario del Piemonte e candidato alla Camera, Riccardo Molinari

 

 

Un sabato ricco di appuntamenti per la Lega e per il suo segretario federale, Matteo Salvini, che prosegue la propria campagna elettorale in tre diverse città del Piemonte, accompagnato in tutte le tappe dal Segretario Nazionale e candidato alla Camera, Riccardo Molinari. La giornata di sabato 10 febbraio inizierà infatti con l’incontro tra il candidato premier al Cinema Monviso di Cuneo, in via XX Settembre, alle ore 10.30.

 

Salvini si sposterà poi a Novi Ligure, per incontrare nel primo pomeriggio, attorno alle 14, i lavoratori dell’Ilva ed i trasportatori, riuniti dinnanzi all’entrata della fabbrica. La giornata di eventi si concluderà poi a Novara, a partire dalle 16, in piazza Puccini, dove il segretario federale della Lega incontrerà i cittadini ed i candidati alle prossime elezioni politiche.

TORINO, OSVALDO NAPOLI: “SVOLTA? PER LA GIUNTA SERVE INVERSIONE A U”

Osvaldo Napoli, capogruppo di Forza Italia al Comune commenta le parole dell’esponente di M5S Marco Chessa:

   Ho stima e considerazione per Marco Chessa, esponente grillino di grande equilibrio e apertura al  confronto senza pregiudizi. Per questo motivo, il sindaco Appendino farà bene ad accogliere il suo invito a “cambiare il passo”. Ho cercato, in tempi non sospetti, di richiamare l’attenzione del sindaco sulle insufficienze della sua giunta, sulla necessità di uscire dall’arroganza dell’autosufficienza numerica perché essa non sempre coincide con l’autosufficienza politica, come i fatti si stanno incaricando di dimostrare.

     Dopo due anni e dopo una sequenza ininterrotta di errori, la svolta chiesta da Chessa e forse assecondata dal sindaco rischia di essere un pannicello caldo. Alla giunta Appendino serve oggi un’inversione a U, abbandonando lo spirito di autosufficienza per fare un bagno di umiltà e soprattutto per riconnettersi con le esigenze della società torinese. Se il M5s pensa di affrontare la crisi di rappresentanza con un rimpasto di giunta tutto interno al mondo grillino allora non ha compreso l’intensità e la profondità di quello che sta accadendo in città. A Torino serve una giunta civica in cui si ritrovino tutte le energie migliori della società. È la sollecitazione che rivolgo al sindaco da alcun mesi, e non per partigianeria ma per la semplice ragione che un’iniezione di buon senso serve a Torino e alla credibilità della politica.

“Discriminazioni nel mondo della scuola”

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, intende intervenire sulle continue iniziative (striscioni; manifesti etc.) di carattere xenofobo che in questi ultimi giorni stanno inquietando il mondo della scuola e l’opinione pubblica.

L’intolleranza nei confronti del “diverso” sta toccando livelli allarmanti, producendo fenomeni sociali di assai grave entità, il cui effetto conclusivo consiste in criminalità, instabilità e sciovinismo.

I cambiamenti in atto, rapidissimi nella loro concatenazione e manifestazione, impongono un ripensamento serio dell’offerta formativa in termini di saperi civici, competenze di cittadinanza ed educazione alla Legalità.

La spirale estremista di violenza in cui stiamo precipitando non ammette deroghe: il fatto che l’età dei giovanissimi bulli / criminali / “eversori” si stia abbassando precipitosamente dimostra inequivocabilmente che qualcosa non funziona in termini di efficacia educativa. E se è vero che non tutte le scuole, fortunatamente, sono interessate da episodi così drammatici e brutali è anche doveroso ammettere che alcuni concetti dati per scontati negli anni precedenti vanno invece difesi ad oltranza e approfonditi sempre più nelle aule dei nostri istituti.

Probabilmente espressioni di malessere e odio sociale, costruito anche artificiosamente da alcuni media e social, sono frutto di disagio, ignoranza e povertà. Non a caso, storicamente, nei contesti di fragilità economica o incertezza politica, le esplosioni di violenza tendono a moltiplicarsi.

A questo punto rispetto a tali carenze / bisogni manifestati con cruenta immediatezza, lo Stato deve rispondere attraverso soluzioni di carattere trasversale: investimenti in cultura ed istruzione; certezza del diritto; aiuti alle famiglie in difficoltà; interventi finalizzati all’occupazione e alla salvaguardia dei posti di lavoro.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani propone di sviluppare nei vari cicli scolastici azioni educative atte a far comprendere, sin dalla più tenera età, i doveri / diritti della cittadinanza responsabile e l’approfondimento di temi fondamentali per il vivere civile, quali il concetto di libertà; democrazia; solidarietà; uguaglianza, fondamento della nostra Costituzione.

“La malattia che porta al totalitarismo non è mai di quelle malattie che si chiamano incurabili, contro le quali l’organismo colpito non può nulla. È una malattia di cui muore l’organismo che vuole veramente morire, e che rinunzia perciò a difendersi” (Altiero Spinelli)

prof. Romano Pesavento

Presidente Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani

 

“+EUROPA CON EMMA BONINO” DENUNCIA “L’IRRESPONSABILITA’ DELLA CITTA’ METROPOLITANA”

COMUNICAZIONE 

In vista delle prossime elezioni politiche il quotidiano “il Torinese” pubblica gratuitamente in questo spazio interventi, comunicati e notizie inviatici da candidati, segreterie o esponenti politici di tutti i movimenti e partiti. Scrivere a: edizionibest@libero.it

***

“VIOLA DA 80 GIORNI IL PROPRIO STATUTO NON RISPONDENDO ALLA RICHIESTA DI REFERENDUM SU SECONDA LINEA METRO E CONTRO CONSUMO DI SUOLO”

 

I due referendum consultivi, richiesti con delibera popolare alla Città Metropolitana lo scorso 17 ottobre, prevedono la consultazione dei cittadini in merito al finanziamento della seconda linea della metropolitana con i proventi del Road-pricing (pedaggio in entrata dei veicoli) e misure per il contenimento del consumo di suolo. Dopo la risposta dei 31 ottobre da parte del Vice-Sindaco metropolitano Marco Marocco, che annunciava l’inoltro della proposta agli uffici competenti in vista della discussione in Conferenza dei Capigruppo, non c’è stata più alcuna comunicazione, in violazione del comma 15 dell’articolo 42 dello Statuto che recita “L’amministrazione ha l’obbligo di esaminarle tempestivamente e di far conoscere all’interessato la relativa decisione, entro trenta giorni“.

 

Dichiarazione di Silvja Manzi (Capolista alla Camera per +EUROPA e candidata all’uninominale nel Collegio 2) e Igor Boni (Candidato alla Camera e primo firmatario della proposta)

“E’ francamente inammissibile che una istituzione come la Città Metropolitana non rispetti il proprio Statuto. Sono oltre 80 giorni che attendiamo di conoscere una risposta nel merito della nostra delibera popolare sottoscritta dai cittadini, risposta che non c’è stata malgrado le sollecitazioni. Eppure, lo diciamo da anni, la seconda linea della metropolitana è il principale provvedimento da cui passa la riqualificazione di Torino nord, che rappresenta la parte di città su cui occorre investire. Non si tratta di parole ma di progettare il futuro della Torino che vogliamo. Sono anni che chiediamo di utilizzare il Road-Pricing per trovare i finanziamenti utili alla costruzione dell’opera, ora vogliamo un referendum metropolitano per chiedere ai cittadini se sono d’accordo con noi. Questa amministrazione, che si riempie la bocca di democrazia diretta e partecipazione, non si degna nemmeno di rispondere.

Piemonte, Legambiente: “La Regione dica no alla deriva petrolifera voluta da Shell”

Martedì 6 febbraio conferenza dei servizi per esaminare la richiesta di attività di prospezione tra le provincie di Novara, Vercelli, Biella

 

No a nuove estrazioni petrolifere. E’ chiaro il messaggio che Legambiente lancia alla vigilia della conferenza dei serviziconvocata in Regione Piemonte per la richiesta di Shell di autorizzare attività di prospezione e possibili nuove trivellazioni in un’area di 462 km2 tra le provincie di Novara, Vercelli, Biella e Varese. L’obiettivo finale di Shell è quello di “valutare l’opportunità di effettuare ulteriori attività di verifica dell’esistenza del giacimento” nell’area del permesso di ricerca di idrocarburi denominato “Cascina Alberto”, territorio compreso tra i comuni di Gattinara, Ghemme, Sizzano e le aree protette del Ticino e del Lago Maggiore, zone che hanno un’economia prevalentemente basata sul turismo con centinaia di migliaia di presenze all’anno con un’offerta che si basa su natura e paesaggio. La Shell utilizzerebbe due tecniche di prospezione del terreno. La prima, chiamata “vibroseis”, prevede onde elastiche prodotte facendo vibrare una massa di una certa dimensione e trasmettendo le vibrazioni al suolo. La seconda tecnica prevede invece che le onde elastiche vengano innescate facendo detonare una carica esplosiva direttamente nel terreno.

“Siamo fermamente contrari alla deriva petrolifera nella nostra Regione a cominciare dalle prime attività di ricerca e prospezione sia per il rischio a cui verrebbero sottoposti il territorio e la popolazione, sia perché il petrolio è una vecchia energia fossile causa di inquinamento, dipendenza economica, conflitti e protagonismo delle grandi lobby. Piuttosto che diventare terreno di conquista delle compagnie petrolifere l’area dovrebbe essere tutelata e valorizzata per la sua vocazione turistica e la pregiata produzione vitivinicola –dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. L’Accordo di Parigi indica una strada da seguire e non è certamente quella di investire nelle fonti fossili che non solo continuano a diminuire nei consumi -negli ultimi 10 anni il gas è diminuito del 14% mentre il petrolio del 39% dal 2000 ad oggi- ma che non possono garantire quella sicurezza energetica di cui tanto si parla. Il futuro è nelle fonti rinnovabili, già oggi competitive e in grado di soddisfare il 32% dei consumi elettrici nazionali e in Piemonte il 39%. Un grande risultato che dimostra come si debba guardare a un modello energetico sempre più distribuito, pulito, innovativo e integrato nei territori. Per questo chiediamo alla Regione Piemonte di opporsi al tentativo di Shell, coerentemente con gli impegni che il nostro governo ha preso alla Cop21 di Parigi”.

Liberi e Uguali: “In Turchia c’è un signore che mette in galera deputati, magistrati, giornalisti e insegnanti”


COMUNICAZIONE 

In vista delle prossime elezioni politiche il quotidiano “il Torinese” pubblica gratuitamente in questo spazio interventi, comunicati e notizie inviatici da candidati, segreterie o esponenti politici di tutti i movimenti e partiti. Scrivere a: edizionibest@libero.it

***

​​”In Turchia c’è un signore che mette in galera i deputati dell’opposizione, i magistrati , i giornalisti, e gli insegnanti violando sistematicamente i diritti umani. In Turchia c’è un signore  che massacra le popolazioni curde e quelle milizie che hanno sconfitto il Califfato dell’Isis mente il suo regime intratteneva rapporti opachi con settori terroristici. A Roma il presidente turco Erdogan,  che a quanto pare rifiuterà pure di incontrare la stampa italiana ed internazionale, avendo evidentemente paura della verità,  dovrà ricevere dalle nostre autorità parole nette e chiare a difesa dei democratici incarcerati per le loro idee, e a difesa dei valori di libertà su cui si fonda la nostra Repubblica. Erdogan deve sapere che non ci sarà nessuna tolleranza o ambiguità verso un regime sanguinario e spietato. L’Italia dimostri di aver la schiena diritta di fronte a personaggi di questa risma.” Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali.