Gli italiani a Matteo Renzi avevano dato una fiducia immensa e un consenso smisurato perché pensavano potesse risollevare, dal letto, quel malato terminale che si chiama Italia.
Fiducia mal riposta e gli italiani, compresi gli elettori del PD e quel “credo in un unico Matteo” non lo professano più e la fiducia gliela hanno ritirata. Ciononostante, lui pensa ancora di esser il PD, o almeno il partito che ne è rimasto. Eppure la parabola del divin Matteo è in caduta libera dal 2014, dopo tanti successi raggiunti e altrettanti insuccessi non ancora finiti Venendo alle ultime boutade, quello che è squallido è che prima del direttivo del PD, Renzi abbia annunciato da Fazio che non se ne farà niente dell’accordo con i Cinque Stelle, ancora prima di deciderlo in direttivo. Vale a dire, Renzi è il PD e gli altri non contano nulla e i luoghi della democrazia sono la televisione. In altre parole, dal Parlamento a scendere alle altre istituzioni fino ad arrivare a tutti gli altri organismi non contano più nulla e tutto si decide in su twitter, facebook, televisione o meglio ancora uno – stile duce- decide per tutti senza il consenso degli altri. Eppure l’Italia avrebbe bisogno di un rinascimento, un senso e consenso che quasi nessuno di questi politici sembra perseguire. Gli italiani si aspetterebbero: meno slogan, battute da campagna elettorale e più serietà, ma da parte di chi? Intanto il mondo va avanti e non si ferma per aspettare quegli impiastri di italiani.
Tommaso Lo Russo