IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
In un lucido articolo pubblicato sul “Corriere della Sera” del 18 luglio 2024 da Luciano Violante – uno studioso prima ancora che uno statista di cui ho grande considerazione – leggo questa importante riflessione: “Occorre uno sforzo culturale capace di reinquadrare il mondo, un pensiero superiore che vada oltre le contingenze e proponga un futuro diverso. E ancora : “La politica occidentale si suiciderebbe, se continuasse a pensare, per forza di inerzia, con i vecchi modelli del razionalismo illuministico. Senza un pensiero superiore che si alzi dalle contingenze e proponga un nuovo futuro, l’Occidente rischia di finire nelle grandi mostre di antiquariato (…)” .




LETTERE







Definire liceo del Made in Italy (non usando la lingua italiana !) significa non sapere cosa sia un liceo e come ci si deve muovere nella politica scolastica di un paese già da tanti anni in preda alla confusione e alla crisi , nonché alla progressiva desertificazione degli studi. L’idea di lanciare in fretta e furia un nuovo liceo, nel panorama scolastico italiano ha rivelato fin da dicembre una certa improvvisazione velleitaria. Il Governo Meloni dovrebbe avere più di ogni altro a mente la riforma Gentile di cent’anni fa ,studiata per anni, organica e capace di dare una svolta davvero innovativa alla scuola italiana dopo la Riforma Casati del 1859. Ma un Gentile odierno non c’è e il ministro attuale è un semplice professore, anche piuttosto accademicamente modesto, senza una preparazione in materia scolastica. Si limita spesso a mandare gli ispettori nelle scuole sulla base delle notizie che escono sui giornali e spesso deve fare retromarcia .




Dopo aver paralizzato Palazzo nuovo e il Politecnico e i vari imbrattamenti, oggi i filo palestinesi torinesi in un corteo hanno imbrattato il monumento al Fante, un monumento inaugurato nel 1961 per il centenario dell’Unita’ e del Regno d’Italia. Non credo che i vandali antisemiti sappiano chi siano stati i fanti, la forza più numerosa del nostro Esercito nel Risorgimento e nella storia italiana successiva. Sono fanatici ignoranti che si limitano agli slogan e alla violenza verbale e fisica. Ma come è possibile che in questa città questi estremisti siano lasciati a briglia sciolta, padroni di edifici e di strade? D’accordo: evitiamo le tensioni e gli scontri, ma c’è un limite a tutto. Le associazioni combattentistiche e d’arma devono farsi sentire e protestare. Ne va di mezzo la dignità dei soldati d’Italia offesi da personaggi che vanno fermati . Con le buone o con le cattive. Perché Torino non può accettare di essere terreno di prepotenze, danni, violenze assolutamente incompatibili con le regole della democrazia.Va ripristinata la legalità repubblicana palesemente infranta.




Il ministro Sangiuliano alla scadenza di un mandato di nove anni, per cui cambiarono anche lo statuto intendeva, non potendoci più essere conferme, sostituire alla presidenza del Museo egizio la madamina amata dall’Avvocato sulla ribalta dalle Olimpiadi invernali 2006. Con più articoli e un appello si è formata una falange macedone dei conformisti a sostegno della signora per una proroga. In effetti si potrebbe pensare ad una conferma a vita della “signora delle mummie”. Forse prevedendo tra cent’anni di accogliere lei stessa in qualche sala del museo come attrazione museale?
un libro non meramente celebrativo, ma capace di ricostruire la vita e l’opera di un personaggio inquieto del primo Novecento. Si parte dalla nascita e dalla formazione in Sicilia a cui resterà sempre legato, per poi analizzare la sua passione fascista come accadde a tanti Italiani che confusero il patriottismo con il nazionalismo. Molti vissero quell’esperienza quasi senza accorgersene, mentre Brancati ne uscì a testa alta. Poi il libro pone l’accento sulla collaborazione all’ “Omnibus” di Longanesi dove Brancati conobbe Pannunzio di cui divenne collaboratore nel dopoguerra al “Mondo”. Viene ricordato il tenero e pur effimero amore che lo legò ad Anna Proclemer, il ritorno ad insegnare in Sicilia e, fatto molto importante, il rapporto ideale tra Brancati e il giovane Sciascia. Il siciliano Vullo così legato alla sua terra, ma così cosmopolita nei gusti e nelle idee, ci offre un profilo assai sottile e profondo di Brancati, ma anche della letteratura e del mondo siciliano. A me piace sottolineare come Brancati, che rimase un liberale dopo le frequentazioni romane, tornò a fare il professore a Caltanissetta senza tentare di diventare un intellettuale engagé come tanti. Soldati mi sottolineava il suo spirito libero nel contesto di una cultura che stava per essere egemonizzata manu militari dal pci di Alicata e Ingrao.
cancellato il post. Oggi è fatto oggetto di un linciaggio violentissimo inaccettabile. C’è chi ne richiede anche la rimozione da professore ordinario, una richiesta assurda perché dalla cattedra vinta si può essere solo rimossi in casi gravissimi e comprovati e con procedure chiare a tutela dell’ imputato. La inamovibilità dei professori non è un arcaico privilegio, ma è a tutela della libertà di insegnamento contro cui il potere e i faziosi possono avventarsi, inventandosi pretesti. La scienza va tutelata sempre. Questo in Occidente lasciando ai russi l’onta di aver rinchiuso nel ghetto Sacharov.
Ho letto anch’io sui giornali. Una prassi davvero mai sperimentata prima. Presidenti come Ghigo, Bresso, Viglione, Calleri mai avrebbero accettato interventi così pesanti. Questa è molto più che partitocrazia e va oltre anche al famoso manuale Cencelli.