Ecco le prime denunce per la violazione del decreto
Non tardano ad arrivare le prime denunce per la violazione delle disposizioni del DPCM del 9 Marzo che stabilisce le misure per il contenimento del Virus CoVid-19
Questa notte, alle ore 2.30, un cittadino rumeno è stato sorpreso fuori casa, da una pattuglia della Squadra Volante, senza valido motivo. L’uomo, trentenne, si trovava all’angolo in via Ormea/via Cellini
Alla richiesta degli agenti della motivazione per cui stesse violando l’obbligo di rimanere a casa l’uomo è apparso molto imbarazzato; infatti, non se la sentiva di ammettere che si trovava a quell’angolo in quanto in cerca di una prostituta. Per l’uomo, che ha contravvenuto senza fondato motivo alle disposizioni previste nel Decreto, è scattata la denuncia per inosservanza dei Provvedimenti dell’Autorità.
Poco prima, due cittadini italiani di 38 e 45 anni, in una centralissima via Garibaldi deserta, si introducono all’interno del negozio Lush dopo averne rotto la vetrata a calci. L’arrivo di una Volante del Comm.to Centro li disturberà e impedirà la piena consumazione del furto. Si tratta di due cittadini italiani con numerosissimi precedenti di polizia; i due, oltre ad essere arrestati per tentato furto aggravato in concorso, sono anche stati denunciati per l’inosservanza dei provvedimenti di cui al DPCM emanato il 9 Marzo u.s.
Pusher tradito dai quaderni di scuola del figlio
Sequestrati 3 kg di hashish dagli agenti del commissariato Dora Vanchiglia
Giovedì sera gli agenti del commissariato Dora Vanchiglia hanno arrestato un cittadino quarantottenne di origine marocchina per detenzione e spaccio di sostanza stupefacente.
L’ uomo era stato notato in p.zza della Repubblica in compagnia di un soggetto in sella ad una bicicletta. I due, alla vista delle forze dell’ordine, si erano separati immediatamente. Il quarantottenne diretto ai “carretti” del mercato, dove appoggiava su un banco un involucro di colore scuro. Gli agenti appureranno trattarsi di un panetto di hashish di 100 grammi, ancora confezionato, con un’etichetta bianca riportante la scritta “AMNESIA” apposta. Gli operatori del commissariato sequestrano dunque la sostanza e perquisiscono l’uomo, rinvenendo nelle tasche del giubbotto 525 euro e due cellulari. Estesa la perquisizione allo stabile di residenza del pusher, gli investigatori, coadiuvati dall’Unità Cinofila, scoprono, all’interno di un garage, una busta contenente altri panetti di hashish, per un peso totale di circa 3 Kg. Ogni panetto presenta l’etichetta bianca con scritto “AMNESIA”, identica a quella del panetto sequestrato sul carretto del banco. Dapprima il quarantottenne nega l’utilizzo del locale ma alcuni quaderni scolastici con riportato nome e cognome del figlio lo smentiscono. Nel medesimo garage i poliziotti trovano inoltre un motociclo, risultato poi essere provento di furto. Il cittadino di origine marocchina viene arrestato per detenzione e spaccio di sostanza stupefacente e denunciato per ricettazione.
Sette fedi per sette denunce
Sono circa le 17 di lunedì scorso. Una pattuglia della Squadra Volante transita su Strada del Villaretto
Alla vista dei poliziotti, due soggetti che stanno viaggiando nella direzione opposta, lanciano dal finestrino dell’autovettura un sacchetto di plastica. Insospettiti da quanto appena accaduto, gli operatori controllano il veicolo ed i suoi occupanti. Si tratta di due cittadini italiani, verosimilmente appartenenti alla comunità sinti piemontese, di 44 e 45 anni. Entrambi gli individui indossano indumenti assimilabili ad una divisa di operatore di pubblico servizio, corredata da alcuni accessori come auricolari e mascherine di tipo ospedaliero. Al momento della perquisizione gli agenti rinvengono 2 spray al peperoncino e 2640 euro in contanti, denaro di cui gli uomini non sono in grado di motivare la provenienza. Nel frattempo, una seconda pattuglia recupera il sacchetto gettato poco prima. Al suo interno i poliziotti trovano 13 collane, 5 bracciali, 16 anelli, 20 pendenti, 14 orecchini, 2 orologi, 4 spille, 2 gemelli e 7 fedi nunziali, di cui tre con incise date e nomi dei legittimi proprietari. I due soggetti, con precedenti specifici di polizia, vengono arrestati per ricettazione.
Scoperti i ladri della palestra
Il 3 marzo scorso, personale del Commissariato P.S. “Barriera Milano” ha eseguito alcune perquisizioni nei confronti di tre cittadini italiani residenti nella cintura torinese
M. L., nato a Moncalieri (TO), classe 1979.
D. F., nato a Torino, classe 1987.
P.S,, nato a Moncalieri (TO), classe 1971
in seguito all’emissione delle misure cautelari del divieto di dimora nei comuni di Nichelino e di Moncalieri per due di essi. I tre si resero responsabili, nel mese di marzo 2018, di un furto aggravato ai danni di un cittadino italiano presso una palestra nel Quartiere San Paolo, con le modalità utilizzate dai cosiddetti ladri sportivi.
L’indagine è nata dalla denuncia presentata presso gli Uffici del Commissariato da un cliente della palestra che lamentava di aver subito il furto degli effetti personali di valore – un orologio Rolex del valore di circa 8.000 euro, un telefono Samsung, documenti e carte di credito – custoditi in una celletta di sicurezza sita nella hall di fronte al desk reception della palestra ove si era recato nella pausa pranzo per allenarsi. Le indagini immediate e coordinate dal P.M. Viglione, effettuate dal personale della Polizia Giudiziaria del Commissariato “Barriera Milano”, tramite acquisizione immagini di video sorveglianza dei luoghi interessati, nonchè incroci dei tabulati telefonici e testimonianze dirette, hanno permesso di ricostruire la dinamica degli eventi, tra l’altro perfettamente corrispondenti a quanto emerso nel corso di analoga indagine effettuata dalla Questura di Milano che aveva portato all’arresto di sinti di origine piemontese specializzata in furti/truffe presso le palestre. In particolare, gli investigatori appuravano che quel giorno, uno dei malfattori, M.L., introdottosi con un escamotage all’interno dei locali della palestra, fingendosi cliente, lamentava a personale addetto ala reception di aver perso le chiavi del lucchetto della celletta che custodiva i suoi effetti personali e chiedeva quindi di tranciare il lucchetto con una tronchese per recuperare le proprie cose. Dopo pochi minuti, uno dei complici,D.F., utilizzando le carte di credito ed i documenti appena rubati, acquistava presso l’ipermercato Carrefour di corso Grosseto due cellulari IPhone per un valore complessivo di 1.800 euro.
Le indagini hanno permesso di ricostruire attimo per attimo il modus-operandi del sodalizio, di seguito corredato da immagini degli impianti di video-sorveglianza. I primi due malfattori avevano agito in perfetto coordinamento: mentre all’interno degli spogliatoi della palestra era già entrato il primo, il secondo teneva d’occhio la vittima nei suoi movimenti all’interno della reception, con la scusa di prendere informazioni per iscriversi; nel frattempo, osservava il numero della cassetta di sicurezza ove il denunciante riponeva i suoi averi. Una volta che questi si recava in sala pesi per fare ginnastica, il complice già all’interno degli spogliatoi, ricevute precise indicazioni dall’altro malfattore, simulava di voler aprire la propria cassetta: temporeggiava qualche secondo, fingendo di cercare le chiavi del lucchetto indosso o nello zaino che aveva al seguito, richiamando così l’attenzione della addetta alla reception; dopodiché si rivolgeva al desk richiedendo appunto l’aiuto della ragazza, la quale, rassicurata dal fatto che lo stesso fosse in grado di elencare nei minimi particolari quanto fosse stato lasciato all’interno della celletta, tramite una tronchese recideva il lucchetto dell’inconsapevole vittima, che nel frattempo si stava allenando. Nel corso di una delle perquisizioni domiciliari eseguite, finalizzate alla ricerca di refurtiva riconducibile ad orologi di valore, carte di credito e corpi di reato afferenti ai fatti, gli genti del Commissariato hanno sequestrato un Rolex datejust da donna, trovato al polso della figlia di M. L., colpito dall’ordinanza, di soli 11 anni. Questo particolare lascerebbe pensare che al fine di evitare che il Rolex venisse individuato e quindi sottoposto a sequestro, la famiglia abbia pensato di sottrarlo alla perquisizione apponendolo al polso della minore.
I poliziotti, allertati, lo arrestano
Personale del Commissariato Barriera Milano, lo scorso sabato notte, ha sorpreso in via Botticelli tre soggetti intenti a trasportare un ingente carico di rame a bordo di autovettura
L’auto procedeva a velocità sostenuta e a fari spenti in direzione di piazza Sofia, “bruciando” anche un semaforo rosso.
Insospettita anche dall’evidente ribassamento del veicolo, la pattuglia di polizia si è così messa al suo inseguimento ed ha visto l’auto entrare all’interno di un parcheggio per gli autobus. Poco dopo, gli occupanti sono scesi dalla stessa dividendosi in opposte direzioni.
I poliziotti sono riusciti a fermare uno dei tre fuggitivi, un cittadino rumeno di 23 anni, in Italia senza fissa dimora, con numerosi precedenti per reati contro il patrimonio. Il ventitreenne ha tentato di nascondersi sotto uno degli autobus dal quale, però, spuntavano i piedi. Per non venire fuori ha sferrato calci in direzione degli agenti che si erano a lui avvicinati.
All’interno dell’auto abbandonata sono stati poi rinvenuti 320 kg di rame, già lavorato (sguainato e suddiviso in composizione intrecciata utile al trasporto) dunque frutto di un furto non appena consumato. L’uomo è stato sottoposto a fermo di P.G. per ricettazione in concorso e denunciato per violenza o minaccia a P.U. Sono in corso indagini per il rintraccio dei due complici.
Ai domiciliari militante di Askatasuna
La Digos di Torino, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica, ha dato esecuzione alla misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di A.R., militante del centro sociale Askatasuna, per i reati di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, danneggiamento seguito da incendio ed inottemperanza a provvedimenti dell’Autorità, commessi nella serata dello scorso 7 dicembre durante una mobilitazione NoTav.In quella circostanza, una settantina tra militanti di Askatasuna ed aderenti all’ala oltranzista del movimento No TAV nonché altri antagonisti di diverse regioni si rendevano responsabili del lancio di bombe carta e pietre all’indirizzo dei contingenti delle forze dell’ordine, rendendo necessario l’utilizzo calibrato di lacrimogeni per disperdere i facinorosi.