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Topo d’auto arrestato per l’autocertificazione del proprietario

I fatti accaduti in zona San Salvario

 

Venerdì notte gli agenti della Squadra Volante, durante un posto di controllo, fermano un uomo a bordo di un’autovettura, privo di documenti al seguito.

Nervoso ed evasivo rispetto alle domande poste dai poliziotti, questi, cittadino italiano di 32 anni, fornisce una serie di versioni che appaiono sin da subito poco veritiere. Anche sulla proprietà del veicolo da lui in uso al momento del controllo, il soggetto non è in grado di fornire indicazioni al riguardo, ne’ esibire un certificato di guida. Gli operatori, in seguito, scopriranno che il trentaduenne non aveva mai conseguito la patente di guida, motivo per cui sarà sanzionato.

Temendo che l’automobile sia provento di furto viene effettuata una perquisizione all’interno del mezzo, rinvenendo un’autocertificazione intestata ad un soggetto sconosciuto. L’italiano a questo punto dichiara di aver scoperto la macchina con la relativa chiave inserita nel nottolino della portiera, e di aver così deciso di appropriarsene per fare ritorno al suo comune di residenza, in provincia di Torino.

L’uomo, con numerosi precedenti di Polizia, è stato arrestato per furto aggravato, denunciato per aver violato il divieto di ritorno nel comune di Torino, valido per i prossimi due anni, e sanzionato in quanto inottemperante alle vigenti misure adottate per il contrasto all’epidemia da covid19.

Fattorino della droga preso con 50 chili di amnesia

 

 Sequestrata amnesia purissima 

Il 23 febbraio scorso, la Squadra Mobile di Torino ha sequestrato oltre 50 chilogrammi di sostanza stupefacente occultati in due garage sotterranei del comprensorio residenziale di Largo delle Alpi di Nichelino (TO) e nella disponibilità di un giovane che è stato arrestato in flagranza.

Gli investigatori erano stati allertati dalle segnalazioni ricevute in merito ad un fattorino, dipendente di una nota azienda privata del settore, che durante le ore di lavoro, oltre alla corrispondenza, avrebbe effettuato consegne di droga nei comuni di Nichelino e Moncalieri.

Identificata la vettura utilizzata dal giovane, una Fiat Panda a noleggio, grazie ad una serrata attività di pedinamento, gli investigatori appuravano che la presunta base operativa era situata nei garage sotterranei di Largo delle Alpi di Nichelino.

Proprio in quel comprensorio, nel pomeriggio del 23 febbraio scorso, gli agenti decidevano di fermare il sospettato mentre si accingeva ad uscire da uno dei due box di cui era risultato avere la disponibilità ed in cui veniva rinvenuta e sequestrata sostanza ad effetto stupefacente per un peso complessivo di oltre 50 chilogrammi, (20 di hashish e oltre 32 di marijuana), nonché bilance elettroniche, macchine per sottovuoto, sacchetti per il confezionamento e circa 7.000 euro in contanti.

La marijuana sequestrata era di diverse tipologie e su ogni sacco era riportata la denominazione corrispondente; su alcuni erano stati applicati adesivi con le caricature dei noti calciatori “Maradona” e “Cassano”. La maggior parte della sostanza era del tipo “Amnesia”, negli ultimi tempi molto ricercata tra gli assuntori.

L’arrestato è un cittadino italiano di 29 anni, incensurato, residente a Moncalieri (TO)

Torino, festeggiano incuranti delle norme anti Covid: multati

Sospese dalla Polizia due feste private

Diverse le persone sanzionate amministrativamente

In sette stavano mangiando e grigliando carne all’interno di un’area privata di un complesso abitativo in via Bibiana quando sono stati sorpresi dagli agenti del Commissariato Madonna di Campagna giunti sul posto a seguito di una segnalazione. Stavano festeggiando la guarigione di uno dei partecipanti violando l’attuale normativa sugli assembramenti e per questo motivo sono stati sanzionati amministrativamente. È accaduto martedì e durante la contestazione da parte degli operatori uno degli ospiti, una cinquantaduenne italiana, è stata denunciata all’Autorità Giudiziaria per oltraggio a Pubblico Ufficiale. La donna ha più volte inveito nei confronti dei poliziotti nonostante fosse stata più volte redarguita in merito.

Un’altra festa privata è stata invece interrotta sabato sera in via Stradella. Anche in questa occasione gli agenti delle volanti sono giunti a seguito di segnalazioni. La musica era davvero alta ed anche gli schiamazzi associati. In effetti, all’interno del locale, erano presenti una trentina di persone, bambini compresi. Stavano festeggiavano un compleanno incuranti delle norme anti Covid-19.

Il pusher nascondeva 25 mila euro e tre chili di marijuana

Rivoli: Operazione  “Verde Rafforzato”

Sequestrati a giovane incensurato 3 kg di marijuana purissima e oltre 25 mila euro, a nulla solo valsi gli allarmi delle vedette poste a presidio dell’abitazione.

Lo scorso venerdì sera, gli agenti del Commissariato di Rivoli, nel corso dell’operazione “Verde Rafforzato”, hanno sequestrato circa 3 kg di marijuana presso l’abitazione di un giovane italiano, classe 1997, disoccupato, convivente con  la madre e l’anziano nonno. Il nome dell’operazione si deve alla tipologia di droga sequestrata meglio nota come “amnesia”, una specie caratterizzata da un alto livello di THC, con effetti molto potenti.

L’organizzazione del ragazzo era meticolosa e variava in ragione delle limitazioni imposte dalle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria: a ridosso del week end, l’abitazione del ragazzo vedeva un continuo via vai di giovanissimi di Giaveno e Coazze. Ma è nell’ultima settimana, stante l’incombere della zona “arancione” che i “rifornimenti” diventano più frequenti, con un notevole aumento degli introiti per lo spacciatore.

Il servizio di vigilanza del fortino della droga era organizzato sul modello delle grandi piazze di spaccio: all’esterno dell’abitazione vigilavano alcune “vedette”, sempre ragazzi sui 20 anni, per mantenere il monopolio dello spaccio e soprattutto prevenire gli interventi delle forze dell’ordine. All’arrivo dei poliziotti, infatti, le vedette, colte di sorpresa, hanno iniziato a dare l’allarme: “arrivano i carabinieri”; ma erano gli agenti di polizia del Commissariato di Rivoli che, in velocità, sono riusciti ed entrare nell’abitazione e a trarre in arresto il giovane spacciatore.

I poliziotti scoprono che dietro le apparenze di una normale abitazione familiare, con giardinetto, pulita ed in ordine, al piano di sopra si cela una centrale di spaccio organizzata . All’interno di un armadio, chiuso con catena, un ingente quantitativo di sostanza stupefacente: circa 3 kg di marijuana purissima, dal valore di mercato di circa 35 mila euro, accompagnata da tutta la strumentazione utile al relativo confezionamento, tra cui la macchina termosaldatrice. Oltre alla sostanza gli agenti del Commissariato di Rivoli hanno trovato anche circa  25 mila euro, sottoposti a sequestro, provento dell’attività di spaccio già svolta dal ragazzo.

La sostanza era destinata al week end di movida, ultimo in zona gialla per i piccoli comuni di Giaveno e Coazze. Il giovane italiano, subito tratto in arresto e tradotto in carcere, è al suo primo arresto. Privo di precedenti e di buona estrazione sociale, aveva iniziato l’attività di spaccio da non troppo tempo, probabilmente ingolosito dal facile guadagno,  riuscendo a mettere su un’organizzazione capace di “muovere” decine di migliaia di euro a carico, destinato ad una platea di giovani e giovanissimi dei comuni limitrofi. La sostanza spacciata era tutta di tipo marijuana, trovata dagli Agenti di Rivoli in buste di plastica ammassate nell’armadio, trasparenti in modo da evidenziarne l’intenso colore verde.

Torino: un amore non corrisposto. Arrestato dalla Polizia per atti persecutori

Si tratta di un 50enne marocchino con precedenti di Polizia

Sottoposto alla misura cautelare del Divieto di Dimora nel Comune e nella Provincia di Torino della durata di 5 anni e già denunciato all’Autorità Giudiziaria per tentata violenza sessuale, continua a perseguitare quell’amica che non aveva contraccambiato le sue avance.

Si conoscono da circa due anni, lei occasionalmente lo ha ospitato in casa essendo un ragazzo bisognoso di aiuto offrendogli pasti caldi e compagnia. Negli ultimi mesi però il suo atteggiamento è cambiato, è diventato possessivo e insistente nella richiesta di prestazioni sessuali nonostante la donna si fosse più volte rifiutata ribadendo che il loro era un rapporto di sola amicizia. A fine febbraio ha sporto denuncia nei suoi confronti a seguito di un tentativo di violenza. Ciononostante le chiamate sono comunque insistenti, anche da numero privato, si presenta in tutti i luoghi frequentati dalla donna, anche sul posto di lavoro, dove la stessa per evitare di farsi notare prova anche a non posteggiare la macchina in posti troppo visibili, fino a ieri quando lo ha sorpreso per l’ennesima volta. Era lì che la osservava mentre era a pranzo con una sua amica. Esausta e molto provata ha contattato la Polizia. Gli agenti delle volanti hanno arrestato l’uomo, un cittadino marocchino di 50 anni con diversi precedenti di Polizia, per atti persecutori.

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Bike sharing… a costo zero

I fatti accaduti la settimana scorsa

Sono circa le 5 del mattino in via Breglio quando una pattuglia della Squadra Volante nota un uomo, cittadino marocchino di 32 anni, a bordo di una bicicletta a noleggio. Il trentaduenne, alla vista degli agenti, accelera sensibilmente la pedalata. Gli operatori, insospettiti, lo controllano. Il velocipede in uso allo straniero presenta, sul telaio posteriore, il codice identificativo comune a tutti i mezzi a noleggio, mentre il “lock”, che ne determina l’utilizzo, risulta danneggiato, rendendo così inutilizzabile il sistema di bloccaggio. Ad avvalorare la tesi che la bici sia provento di attività illecita, è la totale mancanza di smartphone in uso al marocchino. Contattato il responsabile della società di bike sharing, questi comunica ai poliziotti di aver perso traccia del mezzo intorno a metà gennaio, in quanto non risultava più essere noleggiato da alcun cliente, ma che nell’ultima settimana era stato appurato che la bicicletta, del valore di oltre 800 euro, si “muoveva” liberamente per la città, cambiando rapidamente posizione così da impedire ai dipendenti della ditta il rintraccio.

Il reo, irregolare sul territorio nazionale, è stato arrestato per ricettazione.

Autoriparazione abusiva: migliaia di litri di gasolio senza certificati

La scorsa settimana, a seguito di un esposto presentato da due cittadini che segnalavano una serie di inadempienze relative allo smaltimento di rifiuti e di un’attività di autoriparazioni abusiva da parte di una società di trasporti su un piazzale in strada della Pellerina, sede sociale della stessa Società segnalata, il Reparto Specialistico della Polizia Commerciale della Polizia Municipale ha effettuato un sopralluogo ispettivo per verificare la veridicità di quanto denunciato.

Giunti sul posto, in una zona della città fuori poco frequentata, i ‘civich’ si sono trovati di fronte a uno scenario inaspettato, una vera e propria discarica a cielo aperto. Su un’area di circa 9.000 metri quadri, in parte cosparsa di rottami di parti meccaniche, copertoni, pezzi di carrozzerie di autovetture e camion e di numerosi altri rifiuti di ogni genere, gli agenti della Municipale, oltre all’attività di autotrasporto, hanno rilevato che era in atto anche un’attività di autoriparazioni, rivelatasi abusiva a seguito di successivi accertamenti.

A preoccupare i ‘civich’ è stata la presenza sul piazzale di due grandi cisterne piene di gasolio contenenti fino a 9.000 litri di combustibile, prive delle previste certificazioni di prevenzione incendi e della SCIA. Gli agenti, valutato il potenziale pericolo, hanno quindi richiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco che sono giunti immediatamente sul posto, procedendo alle verifiche del caso e all’accertamento sanzionatorio.

Le aree destinate a deposito rifiuti, comprese anche le due cisterne di gasolio e tutto ciò che era depositato su di esse, sono state poste sotto sequestro giudiziario e l’amministratore unico della Società responsabile del fatto, un uomo di nazionalità marocchina, è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per attività di gestione di rifiuti non autorizzata, in violazione dell’art. 256 lettera a-b D. L .vo 152/06.

L’area dove invece veniva svolta l’attività di autoriparazione, circa 200 metri quadri di superficie, è stata invece posta sotto sequestro amministrativo e l’amministratore unico della Società è stato sanzionato per omessa iscrizione all’albo imprese di autoriparazione ai sensi della Legge 122/92  e per violazione dell’art. 241 del Regolamento d’Igiene (mancanza di SCIA sanitaria), per un totale di 5.200 euro.

La Polizia Municipale sta effettuando ulteriori controlli sulla regolarità edilizie delle strutture presenti sull’area, mentre i Vigili del Fuoco si stanno occupando delle due cisterne di gasolio.

Aggredita e rapinata della borsa sotto casa

E’ accaduto  in corso Peschiera

Erano da poco passate le 20.30 e stava rientrando a casa dal supermercato quando, un uomo, che un attimo prima aveva incrociato all’angolo di corso Peschiera impegnato in una conversazione telefonica, la insegue e l’aggredisce sotto il portone di casa. Le porta via la borsa a tracolla, dopo averla strattonata più volte perché riesce a sfilargliela, e poi scappa. La donna lo insegue, entrambi scivolano per terra e ne nasce una colluttazione. Il rapinatore dopo averla colpita con un pugno alla spalla guadagna la fuga. Le urla disperate della vittima attirano l’attenzione di un uomo che sta portando a spasso il cane. Il reo, inseguito dalla donna, sta correndo proprio nella sua direzione, così prova a fermarlo, ma il ladro con una spinta forte lo fa cadere. Durante la fuga, il ladro svuota la borsa riuscendo a impossessarsi del portafogli ma un altro passante, notata la scena, interviene e lo insegue fermandolo in via Fattori. Il ladro, un 46enne italiano, prova a guadagnarsi la fuga dicendo di essere in possesso di un coltello.

Gli agenti della Squadra Volante poi intervenuti arrestano il quarantaseienne, con precedenti di polizia a carico.

Arresti, Siulp: “la polizia deve adempiere sempre al proprio dovere”

Riceviamo e pubblichiamo la dichiarazione del Segretario Generale del Siulp di Torino Eugenio Bravo a proposito delle considerazioni dei magistrati area DG sulle forze dell’ordine in relazione ai troppi arresti derivanti dallo spaccio di droga, resistenza a pubblico ufficiale e reati minori.

Purtroppo, piaccia o non piaccia, le forze dell’ordine devono adempiere in modo esemplare al
loro dovere, che riguarda il perseguire i reati a prescindere dalla loro gravità. Alla luce di questo
dato assodato poiché la sicurezza dei cittadini, il contrasto alle attività illegali, tra le quali rientrano
sicuramente le attività antidroga con il contrasto allo spaccio che imperversa nella nostra città e
che non può considerarsi un reato minore, diventa impossibile per i poliziotti decidere
arbitrariamente quale tipologia di reati sia meglio perseguire.

Inoltre, se per i servizi antidroga la pianificazione e la meticolosa organizzazione risulta più
fattuale, molto più complesso è agire preventivamente in modo programmato su reati
estemporanei come le rapine e i furti. Tra l’altro la presenza nel territorio di circa 20 pattuglie a
turno, garantite con grandi sacrifici da parte di molti uffici di polizia che hanno dovuto ridurre
drasticamente il loro personale, e l’impiego degli RPC, è significativa sull’importante attività di
prevenzione che viene svolta.

Siamo assolutamente d’accordo sulle osservazioni dei magistrati di DG circa l’esagerato
accumulo di pratiche giudiziarie concernenti anche reati minori che, per questa ragione,
richiederebbero un reale aumento di organico anche per gli uffici giudiziari.

Poiché i servizi di polizia sono organizzati per contrastare l’attività criminale e garantire la
sicurezza dei cittadini, l’unica soluzione per evitare i continuativi arresti delle forze dell’ordine è
la depenalizzazione dei reati minori che, tuttavia, per quanto concerne lo spaccio di droga o la
resistenza a pubblico ufficiale sarebbero per il Siulp una scelta sconsiderata.

E proprio sugli arresti per resistenza rappresentati giornalisticamente come reati più o meno
discutibili, il Siulp di Torino si permette di rammentare il dato allarmante che ci ricorda come, in
Italia, ogni tre ore viene aggredito e ferito un appartenente alle forze dell’ordine che
rappresentano di certo, si spera, istituzioni che non possono essere considerate “minori…”; alla
luce di questo dato gli arresti per resistenza, per quanto ci riguarda, continua Eugenio Bravo, non
sono banali attività operative limitative della libertà delle persone, ma una inevitabile scelta
operativa dettata dalla necessità di assicurare alla giustizia una persona violenta che reagisce
contro i legittimi rappresentanti dello Stato.

In conclusione, il Segretario del Siulp della provincia torinese, ribadisce l’importanza di percorrere
la strada della deterrenza reale e non solo quella codificata della consumazione dei reati,
realizzabile solo attraverso la certezza di pene esemplari anche nei confronti di reati come lo
spaccio di droga e resistenza a pubblico ufficiale; pene che scoraggino i criminali a distribuire la
morte e ad aggredire violentemente ed impunemente le forze dell’ordine.

Aveva infranto il vetro dell’auto di un lavoratore in pausa pranzo

Ha approfittato della momentanea assenza del proprietario dell’auto, allontanatosi per consumare il pranzo lo scorso lunedì in centro città.

Dopo aver atteso che la vittima scomparisse dalla visuale, dopo aver girato lungo la via, il reo ha infranto il finestrino anteriore destro della macchina con una candela di accensione, allettato da una sacca lasciata sul sedile. L’uomo, infatti, un cinquantaseienne italiano con pregiudizi di polizia, e pregiudicato per reati di natura predatoria, fa uso saltuario di stupefacenti e fare piccoli furti è per lui un mezzo per procurarsi denaro.

Un passante che transitava nei Giardini Reali ha notato la scena e ha avvisato il Numero Unico di emergenza, facendo sì che nell’arco di pochissimi minuti intervenisse una Volante del Comm.to Dora Vanchiglia sul luogo. Gli agenti hanno rintracciato il ladro e lo hanno fermavato, riuscendo anche a recuperare l’intera refurtiva che sarebbe successivamente stata riconsegnata all’ignaro proprietario.