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Il Consiglio dice no al referendum su autonomia differenziata

Il Consiglio regionale ha respinto a maggioranza la richiesta di indizione di referendum per abrogare la legge sull’autonomia differenziata.

La proposta era arrivata dal primo firmatario Domenico Rossi (Pd) che durante il suo intervento ha chiamato in causa il presidente Cirio che “anche questa volta si sottrae al confronto su un tema tanto importante per i piemontesi e per tutti gli italiani. Ha umiliato il Consiglio adottando pochi giorni prima della discussione una delibera con la quale la Regione si costituisce contro i ricorsi di Puglia e Sardegna di fronte alla Corte Costituzionale. Al nostro Paese non servono venti sanità diverse, venti sistemi scolastici diversi o venti sistemi di energia, al contrario serve un progetto comune, una visione. Siamo di fronte a una legge antistorica, che produce diseguaglianza, che danneggia il sistema economico e non aiuta l’Italia a essere competitiva nel nuovo assetto internazionale”.
Critiche a cui si sono aggiunti i consiglieri Gianna PenteneroAlberto Avetta e Domenico Ravetti.
Per la capogruppo Avs, Alice Ravinale, “è grave l’assenza di Cirio durante questa discussione ed è altrettanto significativo il silenzio della maggioranza. Le regioni italiane già oggi hanno un’ampia autonomia, soprattutto sulla sanità, determinata dal titolo V. La proposta di Calderoli si porta dietro quella che è stata chiamata “la secessione dei ricchi”, a scapito delle regioni più povere, superando i meccanismi di solidarietà. Anche il Piemonte rischia di essere danneggiato da un governo che vuole più autonomia ma toglie risorse alle regioni, un paradosso. Troviamo inoltre assurdo che si deleghi a un comitato e non alle forze politiche la scelta sui livelli essenziali delle prestazioni.
“Non mi stupisce l’assenza del presidente Cirio – ha spiegato la capogruppo M5S Sarah Disabato – non era presente nemmeno quando è stata istituita una commissione ad hoc. La nostra Regione è fragile sotto molti aspetti, Cirio dovrebbe saperlo bene. La situazione economica del Piemonte non è minimamente comparabile con quella di regioni del nord “più ricche”. Questa riforma diventerà un boomerang per il nostro territorio e provocherà la fuga del personale sanitario, danni dal punto di vista della competitività e dello sviluppo economico, disuguaglianze e discriminazioni”.

“I processi democratici che passano dalle Assemblee devono essere sempre rispettati – ha dichiarato Gianna Gancia (Lega) – e ricordo al consigliere Rossi che la Cei non rappresenta lo stato italiano. Il centrosinistra parla come se questo paese fosse uniforme, dove tutto funziona in egual modo, ma il mio impegno nella Lega è cominciato proprio perché l’unico modo per tenere insieme un paese è il federalismo. Ricordiamoci che stiamo parlando di soldi delle persone che pagano le tasse, che fanno fatica, che vivono una tassazione elevatissima”. Il capogruppo Fabrizio Ricca ha aggiunto, in sede di dichiarazione di voto, che “stiamo discutendo di un’opportunità per la nostra regione e per il paese, mentre il centrosinistra strumentalizza. Se oggi i cittadini piemontesi sapessero di cosa state davvero parlando, verrebbero a chiedervene conto. La legge sull’autonomia mira a garantire l’unità del paese”.
Sempre in dichiarazione di voto, il capogruppo Fdi, Carlo Riva Vercellotti ha ricordato che “chi ha memoria degli ultimi 23 anni sa che il Partito Democratico si sta arrampicando sugli specchi. L’autonomia differenziata è una creazione della sinistra che ha voluto il titolo V. Sicuramente il tema dei Lep è stato fermo per troppo tempo. Però già Chiamparino e Bonaccini, governatori di centrosinistra, hanno chiesto ulteriori forme di autonomia. Anche Emiliano, governatore PD della Puglia, era convinto che ogni regione dovesse fare queste richieste, così come è paradossale che una regione a statuto speciale come la Sardegna si opponga. Le vostre critiche ci fanno capire che state andando a sbattere e noi non vi fermeremo. Se si vogliono ridurre i costi ed efficientare i servizi, chiedere ulteriori forme di autonomia, in forma responsabile e nel saldo principio che la legge si fonda sul rispetto dell’unità nazionale, può essere un’opportunità”.
“Questi interventi sono serviti a chiarirmi le idee – ha spiegato il capogruppo Fi, Paolo Ruzzola – la proposta che votiamo oggi ha grande legittimità ma è pretestuosa. Quando sento dire dal Pd che i tempi sono cambiati rispetto a quando loro hanno votato la maggiore autonomia, mi chiedo cosa sia cambiato tra le loro richieste, che hanno fortemente voluto, e le nostre. Abbiamo votato la legge a Roma, Forza Italia ha istituito un centro di studio per analizzare nel dettaglio la legge. Faremo in modo che nessuno rimanga indietro e che il provvedimento venga applicato in maniera corretta”.
Per il presidente della Lista Cirio, Silvio Magliano, “Don Sturzo già nel 1921 si manifestò come uno dei principali regionalisti del nostro tempo. Ragionare sulle deleghe vuol dire scommettere sulle capacità delle classi dirigenti di dimostrare di avere tutte le caratteristiche per governare al meglio. Ci auguriamo che i Lep vengano rispettati e attuati non creando ulteriori divisioni, non vogliamo lasciare indietro nessuno e su questo saremo determinati”.
Nella replica l’assessore all’Autonomia Enrico Bussalino ha chiarito che l’iter della legge sta andando avanti nel solco della legalità e nel rispetto della Costituzione italiana. L’autonomia differenziata rappresenta un’opportunità per il Piemonte e per tutto il paese, aumenta l’efficacia e l’efficienza dell’azione amministrativa e snellisce gli iter burocratici che spesso rappresentano un ostacolo per cittadini e imprese. Ogni regione poi è assolutamente libera di chiederne o meno l’applicazione per le materie che ritiene opportune nel pieno rispetto dei principi costituzionali. La volontà della Giunta è di collaborare e ascoltare tutti per un migliore assetto istituzionale e organizzativo per il Piemonte.

Nallo (Stati Uniti d’Europa): Il Piemonte pronto a tornare centrale col nucleare?

Interrogazione: Nallo (Stati uniti d’Europa per il Piemonte) sfida la maggioranza
Vittoria Nallo

“La recente apertura del Governo nazionale sul ritorno al nucleare, confermata dalle dichiarazioni dei ministri Pichetto Fratin e Urso, pone una domanda cruciale: il Piemonte sarà all’altezza di questa sfida?” – dichiara così in una nota Vittoria Nallo, Consigliera regionale della lista Stati Uniti D’Europa per il Piemonte che ha interrogato la Giunta regionale. – Nallo prosegue: “Grazie alla presenza di aziende leader nell’industria del nucleare, che esportano tecnologia e know-how in tutto il mondo e centri di ricerca all’avanguardia come il Politecnico di Torino, il Piemonte potrebbe diventare un attore chiave nel programma nazionale promosso dal Governo. Come intende la maggioranza valorizzare le competenze scientifiche, tecnologiche e industriali della regione?”. Conclude: “mentre il Governo promette un quadro normativo, la Regione Piemonte è pronta a cogliere questa opportunità o si limiterà a restare a guardare? L’inerzia rischia di far perdere alla nostra regione un ruolo strategico nella ripresa di una tecnologia che già in passato l’ha vista protagonista”.

Scanderebech (Fi): “Ztl, varco trappola”

Durante la seduta del Consiglio Comunale di ieri è stata discussa l’interpellanza presentata dal Capogruppo di Forza Italia, Federica SCANDEREBECH, con particolare riferimento al varco ZTL posizionato in Via dell’Arsenale, all’altezza dell’incrocio con Via San Quintino.

Dichiara il Capogruppo di Forza Italia: Esprimo preoccupazione riguardo alla disposizione di tali varchi, che sembrano configurarsi come una “trappola” per gli automobilisti, utile più a rimpinguare le casse comunali che a garantire un’efficace regolamentazione del traffico. Sottolinea che: “Questo sistema attuale penalizza gli automobilisti, portandoli spesso a commettere infrazioni senza alcuna volontarietà: a causa della carenza di segnaletica e della complessità del tragitto, i conducenti si ritrovano ad affrontare un percorso lungo e poco pratico che genera ulteriore traffico e un maggior quantitativo di smog”. 

Conclude SCANDEREBECH (FI): Nell’anno in corso (al 4 settembre u.s.) le sanzioni presenti nel sistema informatico relative all’accesso alla ZTL tramite il varco collocato in Via Arsenale/Via San Quintino sono state 3.458 e 4.890 quelle relative al varco ZTL in via XX Settembre, percorso obbligato per chi si imbatte nel varco di Via Arsenale angolo via San Quintino. Questi numeri sottolineano la necessità di una riflessione sulla segnaletica e sull’effettiva utilità di tali varchi, che rischiano di essere percepiti come strumenti per incrementare le entrate comunali a discapito della chiarezza e della sicurezza stradale”.

(foto archivio)

Zangrillo: ‘felici di avere di nuovo in Forza Italia Enrico Costa’

“Accogliamo con entusiasmo il ritorno di Enrico Costa tra le fila di Forza Italia! La sua scelta rafforza la nostra squadra, che si arricchisce dell’esperienza di un parlamentare di lungo corso competente e appassionato. La sua professionalità e la vasta conoscenza dei temi della giustizia rappresentano un valore aggiunto. Il suo impegno costante, l’integrità e la dedizione dimostrata in difesa dei principi di legalità e giustizia sono sempre stati un punto di riferimento e continueranno ad essere un contributo fondamentale per il bene del nostro Paese, sulla scia di quel garantismo che per Forza Italia rappresenta un segno distintivo. Siamo felici di averlo nuovamente al nostro fianco, pronti ad affrontare uniti le nuove sfide e a raggiungere i nostri obiettivi. Bentornato!” Lo scrivono in una nota il segretario di Forza Italia Piemonte, e ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, con i vicecoordinatori Roberto Rosso, Diego Sozzani e Roberto Pella.

Incidente al Salone dell’auto, il caso finisce in Consiglio comunale

DA PALAZZO CIVICO

Sull’incidente verificatosi intorno alle ore 12.15 di domenica scorsa in piazza San Carlo a Torino, nella giornata conclusiva del Salone Auto, con una Lancia 037 da rally che, sbandando, ha travolto una dozzina di persone, il sindaco Stefano Lo Russo ha fornito comunicazioni in Sala Rossa, così come richiesto dai gruppi consiliari di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Torino Bellissima, Movimento 5 Stelle e Torino Libero Pensiero.

Lo Russo ha espresso vicinanza a contusi e feriti, augurando loro una pronta guarigione. Ha poi spiegato che il Salone prevedeva un’esposizione statica e una dinamica di veicoli e un programma di “sfilate” (non di “gare”, con un limite orario di 30 km/h), scortate da staffette gestite dall’organizzazione, con un percorso transennato per escludere il traffico e contenere il pubblico.

Ha quindi precisato che la manifestazione non eraqualificabile come pubblico spettacolo e che il soggetto organizzatore è l’unico responsabile.

Il primo cittadino ha poi sottolineato che, in occasione della riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica dello scorso 5 settembre, l’assessore alla Sicurezza e la direttrice generale del Comune di Torino, avevano invitato l’organizzazione dell’evento a sensibilizzare i piloti su rumori eccessivi e manovre azzardate.

L’organizzatore – ha detto Lo Russo – ha dichiarato di avere fatto un briefing operativo, illustrando modalità e norme di comportamento da tenere, che sono state accettate dai conducenti, firmando un atto di manleva.

Il sindaco ha poi il letto verbale di accertamento dei fatti redatto dalla Polizia Municipale di Torino, che ha registrato accelerazioni dell’auto per 12,35 metri e ‘scarrocciamenti’ per 15,30 metri prima di impattare sulle transenne.

Lo Russo ha espresso soddisfazione per aver riportato il Salone dell’Auto in un momento così difficile per l’automotive a Torino, con un gran successo di pubblico e di critica, e ha spiegato che l’incidente “poteva capitare in qualunque punto del tracciato”.

Tutti gli eventi, anche i concerti, i cortei e il Tour de France, possono provocare incidenti. Dobbiamo quindi fermare la Città?” – ha aggiunto, ritenendo “fuori luogo certi riferimenti al passato”.

Il rischio non è mai sopprimibile a zero” – ha affermato, auspicando vengano accertate tutte le responsabilità sul fatto e invitando a discutere su che tipo di città desideriamo e se vogliamo che Torino sia una meta turistica.

La strada più facile è non fare le cose” – ha concluso.

Nel dibattito in Consiglio Comunale, DomenicoGarcea (Forza Italia) ha chiesto una maggiore sicurezza per i partecipanti e gli spettatori, in considerazione di un incidente che – ha detto – poteva avere conseguenze molto più gravi. La sensazione, per il consigliere di Forza Italia, è che le tragedie del passato non abbiano insegnato nulla sull’importanza della sicurezza negli eventi di piazza. Per Garcea resta evidente l’eccesso del pilota, aggravato dal pubblico troppo vicino alle auto e senza adeguate barriere protettive. E le transenne non sono barriere protettive – ha rimarcato, ritenendo comunque una scelta giusta portare eventi importanti nel centro della città, anche nell’ottica di potenziare l’offerta turistica.

Abbiamo avuto una città bellissima per tre giorni con un grande evento legato all’auto – ha sottolineato PaoloDamilano (Torino Bellissima) – grazie agli organizzatori e a coloro che hanno contribuito in vario modo alla realizzazione del Salone. Torino ha bisogno di questi eventi – ha sostenuto, precisando che un incidente può capitare, ma che occorre fare tesoro di questa esperienza per migliorare le misure di sicurezza. Si è quindi detto dispiaciuto che un incidente, anche banale, abbia rovinato quanto di buono la città ha saputo far vedere con questo riuscito evento.

La Lega non è alla ricerca di colpevoli, ma di soluzioni per evitare il ripetersi di incidenti simili – ha dichiarato Giuseppe Catizone (Lega), precisando che l’Amministrazione comunale non avrebbe colpe, ma che serve studiare. Perché – ha evidenziato – forse si poteva evitare l’esposizione dinamica in piazze auliche, anche se ci si troverebbe di fronte a una responsabilità soggettiva e non ci sarebbero colpe da parte degli organizzatori. Forse sarebbe meglio organizzare questo tipo di eventi in zone dove ci possono essere maggiori misure di sicurezza – ha concluso.

Per Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) gli eventi possono essere pericolosi e le masse di persone che si affollano sono difficili da gestire. Pur condividendo la scelta del “fare”, ha chiesto di prendere spunto da quello che è successo, con un occhio al futuro, per cercare di rendere la manifestazione più sicura per la cittadinanza.

Fabrizio Ricca (Lega) si è detto dispiaciuto che l’incidente sia accaduto in una piazza che evoca brutti ricordi, ma si è schierato a fianco del sindaco per avere riportato in città un evento che altri avevano fatto scappare. Averlo recuperato – ha dichiarato – vuole dire rimettere Torino al centro del panorama internazionale dell’automotive. L’evento va organizzato di nuovo – ha aggiunto – ma serve farlo bene, magari evitando manifestazioni dinamiche. Ricca ha quindi chiesto al sindaco di continuare a organizzare grandi eventi e di mantenere alta l’attenzione su una città che sta dimostrando la sua capacità di accoglienza turistica.

Il consigliere Enzo Liardo (Fratelli d’Italia) ha quindi sottolineato come fortunatamente non ci sia stata una tragedia, precisando che non si tratta di difendere il sindaco, ma la città e i suoi eventi, per i quali piazza San Carlo è fondamentale. Per i prossimi anni – ha aggiunto Liardo – sarà opportuno creare una più adeguata “zona cuscinetto” per il pubblico.

Andrea Russi (M5S) ha ricordato la sua contrarietà, già precedentemente espressa, all’uso di piazza San Carlo per eventi di questo tipo. Poteva essere una tragedia – ha sostenuto – nonostante la velocità non elevata. Chi ha tolto le balle di fieno protettive dal transennamento? – si è chiesto il consigliere, sostenendo di avere visto auto di Formula 1 sfrecciare ad alta velocità. Il profilo delle colpe non è chiaro – ha concluso, invitando a evitare scarichi di responsabilità e chiedendosi se il sindaco autorizzerebbe di nuovo una tale iniziativa.

Ivana Garione (Moderati) ha invitato l’Amministrazione a continuare sulla strada intrapresa, sottolineando come il Salone dell’Auto sia importante. Il programma di maggioranza – ha ribadito – sostiene che la vocazione turistica debba procedere insieme a quella industriale e l’automotive è importante per Torino. Non era una corsa del resto, ma una semplice sfilata, ha precisato, ricordando come in ogni manifestazione di massa possano esserci incidenti imponderabili.

Federica Scanderebech (Forza Italia), rivendicando il successo del Salone dell’Auto, ha invitato a riflettere sull’opportunità di continuare a utilizzare piazza San Carlo per manifestazioni con grande affluenza di pubblico, con persone stipate dietro transenne.

Siamo consapevoli che il rischio zero non esiste, ma non dobbiamo mai rinunciare ad avere maggiore sicurezza e a continuare a vigilare – ha affermato Ferrante De Benedictis (Fratelli d’Italia), auspicando che l’incidente non getti discredito sull’evento e sull’immagine della città e che l’auto continui a essere un’occasione di sviluppo per Torino.

Per Silvio Viale (+Europa & Radicali Italiani) è una vergogna citare la tragedia del 3 giugno 2017. Gli eventi si devono continuare a fare e il sindaco deve decidere quali – ha dichiarato, condividendo quanto detto dal sindaco e dal consigliere Damilano.

Elena Apollonio (Alleanza dei Democratici – DemoS) si è dichiarata soddisfatta per la discussione equilibrata e costruttiva. Perché è evidente – ha dichiarato – che per Torino riprendere il Salone dell’Auto è un’iniziativa importante, considerando che l’automobile fa parte del patrimonio genetico della città e che è giusto promuovere eventi che valorizzino il territorio, senza farsi scoraggiare da un incidente che nessuno avrebbe voluto e che rischia di offuscare un evento da 500 mila visitatori. Eventi come questo – ha rimarcato – vanno invece potenziati con un ripensamento e maggiore sicurezza. La consigliera ha infine invitato a non dimenticare la gratuità dell’evento, che ha permesso di accedere al ‘salotto buono’ della città a molti che non lo conoscevano.

Sara Diena (Sinistra Ecologista) ha ribadito che la posizione del suo Gruppo è chiara da sempre, avendo sempre chiesto di escludere le zone pedonali e quelle auliche dalla manifestazione, oltre ad avere insistito per avere misure di sicurezza adeguate che, forse, avrebbero permesso di evitare l’incidente. Per la consigliera, la vocazione turistica della città non deve passare in primo piano rispetto alla sua vivibilità da parte dei torinesi. Anche Sinistra Ecologista è orgogliosa che Torino sia la città dell’auto, ma – ha concluso – Stellantis ha appena annunciato nuovi tagli a Mirafiori.

Per Dorotea Castiglione (M5S) si devono fare i grandi eventi nella nostra città, come Atp ed Eurovision, e devono essere un vanto, non macchiati da episodi come quello di domenica scorso. Benvenuto il Salone dell’auto, quindi, nella città che è capitale dell’auto e che deve continuare a esserlo. La consigliera ha però domandato se sia opportuno farlo in una strada pedonale come via Roma.

Tiziana Ciampolini (Torino Domani) ha espresso solidarietà alle vittime e alle loro famiglie, apprezzando la relazione del sindaco. Ha poi invitato le forze sociali e produttive a discutere su futuro dell’automotive, pedonalizzazioni, mobilità alternativa e proposte turistiche per collocare Torino sempre più in alto nelle classifiche sulla qualità della vita.

Anche per Claudio Cerrato (PD) è necessario ragionare sul ruolo di Torino e sulla mobilità in città, ricordando che quella torinese è una delle Amministrazioni più attente in Italia al tema della sicurezza e auspicando un ulteriore sviluppo dell’automotive nel territorio.

Nella replica, il sindaco Stefano Lo Russo ha ringraziato il Consiglio Comunale per il dibattito, sottolineando “l’intrinseco legame tra Torino e l’auto”, confermato dalle centinaia di migliaia di persone che hanno affollato il Salone. La sfida – ha affermato – è quella di coniugare la dimensione delle aree urbane e le pedonalizzazioni con la crescita della produzione di auto in città, evitando la “polemica spicciola”. Continuiamo a credere nei grandi eventi – ha concluso il primo cittadino – per rilanciare Torino.

Referendum cittadinanza, la firma del sindaco Lo Russo

Stamattina alle 12.30 si è tenuta la conferenza stampa di lancio della mobilitazione torinese sul referendum cittadinanza (www.attivati.referendumcittadinanza.it) promosso a cui ha partecipato +Europa, Possibile, Partito Socialista Italiano, Radicali Italiani, Italia Viva e le associazioni CoNNGI, Gruppo Abele, Libera e Idem Network.
Andrea Turi segretario di +Europa Torino dichiara: “Dopo la firma del Segretario del PD Elly Schlein anche il sindaco di Torino Stefano Lorusso ha firmato la richiesta di referendum. Siamo molto contenti, il fronte referendario si allarga e così anche la possibilità di raccogliere 500.000 firme entro fine settembre”.
Alla conferenza stampa hanno preso parte i consiglieri comunali di maggioranza Silvio Viale di +Europa, Ahmed Abdullahi e Pierino Crema del PD e Tiziana Ciampolini di Torino Domani oltre che l’Assessore Jacopo Rosatelli. I consiglieri regionali presenti erano Vittoria Nallo di Stati Uniti D’Europa Piemonte e Giulia Marro di Alleanza Verdi e Sinistra – Possibile.

Ambrogio (Fdi): “Torino quintultima in sicurezza? non stupisce”

“Per certi versi non stupisce che il report annuale del Sole 24 Ore inchiodi Torino al quintultimo posto in fatto di sicurezza e criminalità: sfilate elettorali a parte, mancano soluzioni concrete da parte del Comune, a ben vedere impegnato solo a parole sul tema”. Ad affermarlo Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia e componente della Commissione Bilancio di Palazzo Madama.
“Sono infatti arrivate dal Governo – continua la Ambrogio – le uniche azioni concrete: le assunzioni tra le Forze dell’Ordine, il potenziamento dell’operazione ‘Strade Sicure’, il rinnovo del contratto collettivo nazionale del comparto e, in ultimo, le tante novità introdotte dal ddl Sicurezza, soprattutto in fatto di occupazioni abusive. Dal Comune nulla, nemmeno sul fronte della Polizia Locale che è fortemente sotto organico. Sulla sicurezza la sinistra continua a guardare e anzi, dati alla mano, a peggiorare”.

Salizzoni (pd): “Parco della salute: meno delle Molinette2”

“In Commissione sanità, questa mattina, ho sollevato il tema del Parco della Salute di Torino e dopo cinque anni di attesa perché venisse individuato il privato finanziatore e costruttore del Parco della Salute di Torino, abbiamo avuto la conferma dei nostri peggiori sospetti: il progetto è fermo alla costruzione del nuovo ospedale e non ci saranno né didattica, né ricerca. Quello che avrebbe dovuto essere il “Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione di Torino” si limiterà ad essere il “Parco della Salute”, senza “Ricerca, né Innovazione” e non saranno previsti spazi dedicati all’Università, al Politecnico e a quelle imprese che intendano fare ricerca, anche sulle terapie innovative” dichiara il Consigliere regionale Pd Mauro Salizzoniportavoce Pd in Commissione Sanità del Consiglio regionale del Piemonte.

“Spero davvero di essere smentito – prosegue il Consigliere regionale Pd – ma, nel progetto (che non è ancora stato pubblicato), non compaiono aule per la didattica, ma soltanto sale riunioni, una per ciascun reparto, che certamente non sono sufficienti per la formazione di nuovi medici e specializzandi. Questo significa che studenti e docenti dovranno ogni volta uscire dall’ospedale, attraversare l’area del Palazzo della Regione, prendere la metropolitana, fare alcune fermate fino a corso Dante e da lì raggiungere le aule lungo il Po, in via Marenco o Galileo Galilei, dove l’Università sta costruendo un nuovo polo della didattica di Medicina, rinunciando così alla struttura del Campus come l’avevamo pensata. Avrebbe dovuto esserci una “torre della didattica” da affiancare al nuovo ospedale, separata in modo da poter economizzare sulle utenze, ma vicina in modo da abituare gli studenti alla vita dell’ospedale e da creare un ambiente propizio alla ricerca, pubblica e privata. Un ospedale è aperto 24 ore 365 giorni l’anno, mentre l’università chiude la notte e i festivi: quindi i due spazi dovrebbero essere separati, ma vicini!”

“Invece l’Università sta rinunciando ad aderire al progetto, non senza motivo, dal momento che il terreno da destinare alla didattica e alla ricerca è ancora da bonificare e lo sarà ancora per qualche anno, visto che i soldi per la bonifica sono stati spesi tutti nell’area destinata all’ospedale e nuovi fondi per intervenire sulle altre aree non sono nemmeno stati stanziati” sottolinea Mauro Salizzoni.

“Il Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione non doveva certo ridursi a essere semplicemente le Molinette 2. Purtroppo, in base a questo progetto, sarà ancora meno” conclude Salizzoni.

Lega e Regioni, “Con l’autonomia differenziata l’Italia s’è desta”

La riflessione aperta del giornalista radiotelevisivo cattolico Maurizio Scandurra, opinionista a ‘La Zanzara’ di ‘Radio24’, dà il benvenuto alla legge voluta dal partito di Matteo Salvini.

E’ stata una splendida giornata di verità, libertà ed equilibrio quella celebratasi sabato 14 settembre scorso alle pendici del Monviso. La Lega ha festeggiato l’ambito traguardo dell’autonomia differenziata, figlia di una lunga battaglia di giustizia che si chiama indipendenza, secessione, amore per il Paese.

Quello onesto. Quello che produce. Quello che desidera premiare il merito, le capacità, l’onestà, il buonsenso, il risultato.

Il Ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoli – insieme al Capogruppo alla Camera dei Deputati e segretario piemontese del Carroccio Riccardo Molinari, al Senatore Giorgio Bergesio membro della Commissione di Vigilanza Rai nonchésegretario cuneese del partito, all’assessore regionale Enrico Bussalino (Autonomia, Sicurezza e polizia locale, Immigrazione, Logistica e infrastrutture strategiche, Enti locali) – ha chiarito con dovizia e schiettezza di argomenti, e definitivamente, il pregio indiscusso di un obiettivo epocale conquistato duramente in decenni di lotte di equità partite con Umberto Bossi e ora saldamente affidate nelle mani sapienti di Matteo Salvini.

All’evento presente tutto lo Stato Maggiore della Lega piemontese, con gli onorevoli Elena Maccanti e Alessandro Benvenuto, i consiglieri regionali Fabrizio Ricca (capogruppo), Gianna Gancia e Andrea Cerruti, gli ex consiglieri regionali Stefano Allasia e Sara Zambaia oltre a numerosissimi sindaci, assessori, consiglieri comunali, giornalisti ed esponenti della società civile fra cui anche Luca Pantanella, Vice Presidente Nazionale della FMPI – Federazione Medie e Piccole imprese che in regione conta oltre 500 aziende su un totale di più di 6mila in tutto lo stivale.

L’autonomia differenziata è ben altra cosa rispetto alle fandonie menzognere della solita sinistrucola urlante e piangente che fa dell’allarmismo sterile, della disinformazione organizzata e strumentale, della discesa in piazza e della mistificazione le sole, povere “armi” con cui cercare di fare il lavaggio del cervello agli italiani (per quelli che abboccano, naturalmente, e fortunatamente sono una risicatissima minoranza).

E’ un atto dovuto fondamentale che tutela anche il Sud, in primis. Perché? Semplice: le regioni del Nord che producono e trainano il Paese sono ben disposte ad aiutare quelle più vicine all’Equatore, condividendo parte degli avanzi virtuosi. A sol patto, però, che queste dimostrino, nel primario e irrinunciabile rispetto dei propri interessi, di aver controllato a fondo ogni singolo euro pubblico dove finisce e come viene impiegato, a differenza di quanto oggi (e da sempre, ahimé), accade.

Questo significa migliorare le proprie performancesfinanziarie e gestionali a vantaggio della moltiplicazione del numero e dell’efficientamento della qualità dei servizi ai cittadini, risolvendo l’annoso e drammatico problema storico di un’arretratezza tra regioni che, evidentemente, fa gola solo al PD, a Sinistra Italiana, ai M5S, ai soliti Verdi fissati con la tutela delle nutrie più che con la manutenzione pro sicurezza di argini e greto dei fiumi.

L’autonomia differenziata è la svolta che il Paese aspettava per essere finalmente e veramente competitivo, accentuando in crescendo le prestazioni fondamentali della vita civile.

Creando terreno fertile per nuovo sviluppo in grado di incrementare il tenore di vita di chi già c’è.

E attrarre così nuovi, potenziali investitori garantiti da una semplificazione più agile della burocrazia destinata alle imprese.

“Cari” compagni, mettetevi il cuore in pace. L’era del clientelismo sfrenato pronto a produrre poltrone inutili e incarichi superflui nella pubblica amministrazione è ormai agli sgoccioli.

L’era dei giri di denaro a vuoto fra Stato e Regioni che alimentano solo complesse partite contabili, altrettanto.

Adesso una volta per tutte l’Italia, grazie alla Lega di Matteo Salvini, s’è desta.

MAURIZIO SCANDURRA