Nella serata di ieri i militanti del movimento “La Barriera Torino” hanno affisso, davanti a varie sedi del Partito Democratico e in altri luoghi della città, finti manifesti elettorali raffiguranti Ilaria Salis come candidata alle elezioni europee del Partito Democratico, accompagnati da altri manifesti raffiguranti, si legge in una nota “il volto tumefatto di una delle vittime dei pestaggi dell’attivista antifascista italiana e della “Hammerbande”, l’organizzazione terroristica internazionale di cui lei è parte”.
SARNO – CANALIS (PD): “STRAVOLGE IL CONCETTO DI CASA POPOLARE: AVEVAMO RAGIONE!”
4 aprile 2024 – La II Commissione del Consiglio regionale è stata chiamata a esprimere il parere sulle modifiche al “Regolamento dei punteggi in attuazione dell’articolo 8, comma 1, della legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 Norme in materia di edilizia sociale” a seguito dell’approvazione della nuova legge sull’edilizia sociale.
“Viene confermato, totalmente discriminatorio, il nuovo Regolamento per l’assegnazione delle case popolari. E la stessa denuncia è stata avanzata dai sindacati degli inquilini delle case popolari. La Giunta Cirio, infatti, dà più valore agli anni di residenza che alle fragilità sociali. Richiedenti titolari di pensioni o assegno sociale ricevono 1 punto, mentre chi risiede nel territorio regionale da almeno 15 anni ne riceve 3. Per non parlare dei nuclei monogenitoriali con presenza di figli minori che si vedono assegnare 3 punti e sopravanzare da chi risiede in Piemonte da 20 anni e 25 anni rispettivamente con 4 e 5 punti! Legare punteggi così alti al periodo di residenza e non al reale bisogno è una vergogna. È un affronto a chi vive in situazioni di difficoltà.” dichiarano i Consiglieri regionali del Partito Democratico Diego Sarno e Monica Canalis.
“Durante la discussione della nuova legge sull’edilizia sociale – affermano gli esponenti dem – avevamo denunciato più volte che il provvedimento avrebbe sovvertito il concetto di base per il quale sono state create le case popolari: il bisogno, il sostegno alle fragilità. Questo Regolamento non fa che confermare i nostri timori. Il Presidente Cirio ha voluto una legge profondamente sbagliata, che creerà un vulnus profondo nelle assegnazioni, trasformando, in molti casi, il bisogno in un elemento secondario. Continueremo a denunciarlo in tutte le sedi possibili e una volta tornati al governo del Piemonte aboliremo questo abominio”.
|
|
Vignale: “Nella lista civica per sostenere Cirio”
Ex Gondrand, Fdi: “Bene ripresa lavori”
MARRONE-MARINO-LOMANTO: “ADESSO AVANTI FINO AD ABBATTIMENTO TOTALE PER EVITARE NUOVE OCCUPAZIONI”
“Finalmente i lavori all’Ex Gondrand sono ripartiti. Adesso è importante continuare a lavorare per smantellare tutti i ruderi che altrimenti rischiano di tornare ad essere occupati dai balordi” a dichiararlo sono l’assessore alle Politiche Sociali della Regione Piemonte Maurizio Marrone e la capogruppo di Fdi in circoscrizione 6 Verangela Marino che insieme al presidente della Circoscrizione 6 Valerio Lomanto si erano attivati nelle scorse settimane per verificare con Arpa l’avanzamento dei lavori, anche rispetto alle bonifiche da amianto. “I lavori devono essere svolti in sicurezza, nell’interesse dei lavoratori e dei residenti, ma è altrettanto importante procedere in maniera spedita. Per questo motivo siamo soddisfatti delle ruspe che, dopo lo stop per i controlli delle scorse settimane, da ieri sono tornate ad abbattere le strutture interne al cantiere. Ci auguriamo che i lavori possano proseguire innanzitutto sugli edifici che non presentano problemi rispetto all’amianto, per poi giungere alla bonifica completa. Ogni giorno in più che passa aumentano i soggetti che provano a tornare a bivaccare dentro alla Ex Gondrand. L’unico modo per scongiurare il pericolo di una nuova occupazione è l’abbattimento totale”.
Nella seduta del 3 aprile 2024, il Consiglio Comunale di Torino ha approvato due documenti, proposti rispettivamente da Sara Diena (Sinistra Ecologista) e da Silvio Viale (+Europa & Radicali Italiani), che invitano il Governo a non abbandonare Ilaria Salis, detenuta da oltre 400 giorni in un carcere ungherese di massima sicurezza.
Quello di Ilaria Salis è un caso che appare non isolato nel contesto ungherese – ha dichiarato in aula Sara Diena (Sinistra Ecologista), prima firmataria di un ordine del giorno – e chiediamo quindi alla Città di esprimere la nostra preoccupazione per i nostri connazionali che vengono detenuti in condizioni che non rispettano i diritti umani.
Le negazione dell’estradizione di Gabriele Marchesi, co-imputato con Ilaria Salis – ha affermato Silvio Viale (+Europa & Radicali Italiani) – evidenzia le differenze tra il sistema giudiziario italiano, che, come ha detto il presidente della Repubblica Mattarella, è ispirato a valori europei, e quello ungherese e quindi il Governo deve intervenire per riequilibrare la situazione.
Il documento proposto da Sara Diena, un ordine del giorno discusso nella seduta del 14 marzo 2024 della Commissione Diritti e pari opportunità, in seduta congiunta con la Conferenza dei Capigruppo, presieduta da Elena Apollonio(Alleanza dei Democratici – DemoS), invita asollecitare il trasferimento della detenuta in Italia echiede che il Governo esprima una “ferma condanna verso le denunciate violazioni dei diritti umani” e promuova una “indagine indipendente sul trattamento subito da Salis”.
L’ordine del giorno presentato da Silvio Vialeimpegna sindaco e Giunta a richiedere con urgenza al Governo di “esprimere una ferma condanna verso le denunciate violazioni dei diritti umani e promuovere un’indagine indipendente sul trattamento subito da Salis”, oltre a ribadire di intensificare gli sforzi diplomatici per garantire il rispetto dei diritti e sollecitare il trasferimento di Ilaria Salis in Italia. Il testo chiede anche di rivolgere un appello al presidente della Commissione per i diritti umani del Parlamento Europeo affinché si esprima sulla specifica situazione di Ilaria Salis in Ungheria, nonché su quella delle persone detenute nelle carceri europee e sottolinei l’importanza del rispetto dei diritti umani in tutto il territorio europeo.
L’odg a prima firma Sara Diena è stato approvato all’unanimità (25 voti favorevoli su 25 consigliere e consiglieri presenti).
L’odg a prima firma Silvio Viale è stato approvato con 20 voti favorevoli, 1 contrario e sei astenuti.
Nel dibattito in aula, Elena Apollonio (Alleanza dei Democratici – DemoS) ha evidenziato la necessità di richiamare l’attenzione sul rispetto dei diritti umani.
L’Italia non può accettare che una propria concittadina debba subire un simile trattamento – ha rimarcato Tiziana Ciampolini (Torino Domani).
Ilaria Salis non è stata abbandonata e ci sono centinaia di altri italiani detenuti nel mondo di cui nessuno parla – ha denunciato GiuseppeCatizone (Lega) – e le carceri italiane forse non sono meglio di quelle ungheresi: il caso non va politicizzato.
Il caso è molto delicato e non dovrebbe essere il Comune di Torino a occuparsi di Ilaria Salis, ritenuta tra i leader di un commando a cui sono attribuiti cinque attacchi violenti e brutali contro esponenti dell’estrema destra – ha dichiarato Giovanni Crosetto (Fratelli d’Italia), ribadendo la propria vicinanza personale a Ilaria Salis e alla sua famiglia e invitando a non politicizzare il caso, di cui si sta occupando il Governo.
È importante tenere alta l’attenzione, sia sul singolo caso, sia sull’intero sistema carcerario ungherese, che non sembra rispettare gli standard europei e tendere a una rieducazione delle persone condannate – ha detto Luca Pidello (PD).
Per Alice Ravinale (Sinistra Ecologista) non deve essere mai considerato sconveniente andare in piazza a manifestare: è un diritto in Italia e in Europa.
Bruxelles – 03-04-2024- Si delinea con chiarezza un intricato scenario di potere e favoritismi dietro l’acquisto dei vaccini Pfizer nell’Unione Europea. L’inchiesta in corso della Procura europea (European Public Prosecutor’s Office o EPPO) sul Pfizergate solleva dubbi cruciali riguardo alla trasparenza e all’integrità delle istituzioni europee. Le pesanti accuse di interferenze nelle funzioni pubbliche, distruzione di prove, corruzione e conflitto di interessi rivolte alla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, richiedono una risposta immediata e inequivocabile – dichiara l’europarlamentare della Lega Alessandro Panza, che nel marzo del 2022 era intervenuto in merito al Parlamento europeo -.
Mentre la Commissione rimane in silenzio, come era rimasta durante il mio intervento in aula, chiediamo un’indagine approfondita e trasparente, affinché coloro che hanno commesso eventuali illeciti siano chiamati a rispondere delle proprie azioni senza alcuna remissione – conclude Panza.
Fissolo (Moderati): il metano in via Brenta
DA PALAZZO CIVICO – A seguito di numerose segnalazioni, Il Capogruppo dei Moderati Simone Fissolo ha presentato un’interpellanza per l’allacciamento al metano in via Brenta. Il problema del mancato allacciamento al metano in via Brenta è stato oggetto nel corso degli anni di diverse interpellanze: la numero 4963 del 2016, la numero 6600 del 2018, la numero 1648 del 2020 e la numero 279 del 2021.
Via Brenta è una traversa di via Ala di Stura e pur essendo in territorio cittadino ad oggi non è raggiunta dalle condutture del metano. Grazie anche a quest’ultima interpellanza, presentata dal capogruppo dei Moderati, la situazione si è finalmente sbloccata.
Fissolo, con soddisfazione, ha dichiarato: “Era incomprensibile che nel 2024, in un’area metropolitana, ci fossero ancora abitazioni non allacciate alla rete del gas metano. Questa mancanza era pericolosa perché, oltre al disagio dei residenti registrato a più riprese, generava anche un rischio per la sicurezza dovuto alla necessità di usare le bombole a gas”.
“ Sono felicissimo di poter comunicare ai residenti che nelle prossime settimane Italgas comincerà il cantiere per la fornitura di gas in via Brenta ” conclude Fissolo.
“ATTO GRAVE. LO RUSSO CERCA CONCORDIA CON ANTAGONISTI PIÙ CHE CON LA REGIONE”
“Non bastava l’annullamento dei sopralluoghi ad Askatasuna. Il Comune di Torino ha annullato anche la commissione di Controllo di Gestione convocata per questa mattina che avrebbe dovuto affrontare il tema dell’emendamento anti-Askatasuna del Dl regionale sui Beni Comuni, da poco entrato in vigore a tutti gli effetti” ad annunciarlo è l’assessore alle Politiche Sociali della Regione Piemonte Maurizio Marrone, dopo la comunicazione da parte del Comune di Torino secondo cui “la presidente del Consiglio Comunale non ha autorizzato” la commissione che di fatto avrebbe dovuto chiedere conto al sindaco Lo Russo e agli uffici tecnici dell’applicazione della norma. “È palese che il Comune stia fuggendo dal problema per il grosso imbarazzo in cui si trova – prosegue Marrone -. Il fatto però che si impedisca lo svolgimento di una commissione di controllo di gestione è particolarmente grave, dal momento che si tratta di un organo presieduto dalla minoranza proprio con il compito di verificare la corretta applicazione delle norme da parte del Comune.
Tra sopralluoghi annullati e tentativi di eludere l’applicazione della legge regionale sembra quasi che Lo Russo ultimamente cerchi la concordia istituzionale con gli antagonisti piuttosto che con la Regione”.
Il Pci, una storia italiana
Nel gennaio del 1921, centotre anni fa, veniva fondato a Livorno il Partito Comunista Italiano. Una storia politica che terminò trentatré anni fa, il 3 febbraio 1991 quando, durante il suo XX° Congresso, la maggioranza dei delegati approvò la svolta della Bolognina voluta da Achille Occhetto e diede vita al Partito Democratico della Sinistra mentre la minoranza dissenziente scelse di costituire il partito della Rifondazione Comunista. Da tempo, ben oltre il centenario celebrato nel 2021, si sono svolte e si svolgono moltissime iniziative legate all’evento con convegni, celebrazioni, giornate di studio mentre moltissimi libri sono stati pubblicati e altri certamente arriveranno nelle librerie. L’originale vicenda dei comunisti italiani verrà analizzata, studiata e riproposta sotto varie angolature perché, in fondo, si tratta di una storia collettiva che per sette decenni nell’arco del ‘900 ha coinciso e si è sovrapposta a quella della nazione.
La lotta antifascista, la Resistenza, la Costituzione repubblicana, la costruzione della democrazia, le tante battaglie sociali e civili, una fitta rete di “buon governo cittadino” in tantissime amministrazioni comunali e regionali restano a testimonianza di quanto i comunisti siano stati “dentro” la storia di questo Paese e l’abbiano influenzata. Tra i tanti libri e le varie testimonianze una è particolarmente originale e s’intitola Voi personaggi austeri, militanti severi.., parafrasando il testo dell’Avvelenata, una delle più note canzoni di Francesco Guccini. L’autore del libro, edito qualche tempo fa dalla torinese Impremix Visual Grafika, è Marco Travaglini, un ex dirigente della sinistra piemontese. Nei ventisei racconti che riempiono le 128 pagine del libro ( l’ex ministro Livia Turco ne ha curato la prefazione) lo scrittore-giornalista – torinese d’adozione, nato a Baveno sulle rive del lago Maggiore – racconta le “storie di compagni che sapevano ridere anche di se stessi”. Dare conto di questa straordinaria e articolata vicenda umana, fatta di gesti generosi e impegno civile, così come di ipocrisie e di errori storici, momenti drammatici e un enorme sforzo pedagogico di massa non era un compito facile, soprattutto facendo la scelta di raccontare episodi che si propongono di strappare un sorriso. Storie, tra l’altro, che hanno come sfondo fatti reali.
In alcuni casi vissuti in prima persona dall’autore che è stato l’ultimo segretario provinciale del PCI della Federazione di Verbania (realtà della quale è stato praticamente coetaneo avendo entrambi visto la luce nell’autunno del 1957, quando si separò dalla realtà novarese) e, come tale, ha potuto viverne da protagonista una fase importante della storia e le successive evoluzioni. Quasi tutti i racconti si svolgono in Piemonte, tra l’Ossola, le terre delle risaie e il biellese, le terre dei laghi Maggiore e d’Orta, con qualche puntata nella lomellina pavese e sulla sponda magra del Verbano, in Lombardia. Dalle lotte operaie dell’acciaieria Cobianchi alle cene elettorali a base di polenta e coniglio in Valle Strona, dalle avventure di un comunista omegnese tra le risaie vercellesi a caccia dei voti dei monarchici al tempo della “legge truffa” alla strana bandiera che sventolò sulle Settimane musicali di Stresa, queste storie – ricche di situazioni grottesche generate perlopiù da malintesi- strappano sorrisi nel dar conto di una importante e per certi versi non comune vicenda umana. “Nei racconti cito vicende più o meno note, utilizzando solo una parte di una vasta casistica immagazzinata dalla memoria”, afferma l’autore. “Naturalmente, come insegnava Piero Chiara, quel che mancava a raggiungere l’effetto narrativo l’ho aggiunto. Del resto, nessuna realtà è buona per sé”. Apparentemente fatti “tutti d’un pezzo”, i protagonisti di questi racconti dimostrano – il più delle volte loro malgrado, inconsapevolmente – di non esser privi d’ironia. Sorridono, ammiccando a malintesi e disavventure di questo o quell’altro loro “compagno”.
Sono vicende, in gran parte tramandatesi oralmente e arricchitesi con il trascorrere del tempo fino a diventare sempre più grottesche e ironiche, modificandosi e ingigantendosi un poco come i pesci nei racconti dei pescatori. Storie romanzate ma sempre con un fondo di verità (con le opportune modifiche a nomi e cognomi) a riprova dell’umanità di quelle donne e quegli uomini che all’ombra della stessa bandiera hanno contribuito a fare la storia di un partito che è stato tanta parte della realtà politica e della società italiana. Livia Turco, già ministro e autorevole esponente di quello che un tempo fu il Pci di Berlinguer, oggi Presidente della fondazione Nilde Iotti, nella sua prefazione ha scritto: “il bel libro di Marco Travaglini ci consente di fare un tuffo in una storia bellissima, di incontrare la comunità dei comunisti italiani. Per raccontarla sceglie il modo più autentico ed efficace. Racconta le persone in carne ed ossa, i loro contesti di vita, la loro quotidiana normalità. Questa umanità generosa avrebbe dovuto molto di più entrare nella narrazione e nella rappresentazione dell’Italia. Sono convinta che l’idea e la pratica della politica raccontata in queste pagine sia non solo moderna, ma necessaria. In questa nostra società, in questo nostro tempo, ciò che alimenta le passioni tristi è la solitudine, la fragilità delle relazioni umane.
C’è bisogno di comunità e di compagnia”. Tutti i principali protagonisti di quelle vicende, ambientate negli anni dal primo dopoguerra agli anni ’80, hanno fatto parte di quel PCI voluto da Togliatti nel 1944 come un “partito nuovo” con l’obiettivo di trasformare l’ossatura clandestina e resistenziale dell’organizzazione comunista in un partito di governo, progressista e democratico. Una lunga storia testimoniata da documenti, congressi, atti parlamentari, campagne elettorali, libri – a partire dagli straordinari Quaderni dal carcere di Antonio Gramsci – fino a quaderni della propaganda con i quali il partito organizzava la sua presenza nei territori e tra la gente. Travaglini sorride e ricorda la “Guida al segretario di cellula”, uno dei manuali per la propaganda capillare che riportavano, in copertina, le citazioni di Togliatti per definire la linea. Ne legge un brano: “..il Partito si sviluppa e si rafforza quando sa lavorare non soltanto per chiusi interessi di organizzazione e di gruppo, ma per gli interessi di tutto il popolo e di tutta la nazione”. I suoi anni sono stati però gli anni di Berlinguer, del colpo di stato in Cile e del compromesso storico, del rinnovamento culturale e politico del Pci a partire dalla “questione morale” (l’eccesso di occupazione dello spazio pubblico da parte dei partiti), della capacità de gli ultimi tempi della segreteria berlingueriana di immaginare una strategia fondata su una nuova lettura della società italiana.
Si coglie, tra le righe dei racconti, una lieve nota malinconica e qualche rimpianto non solo per gli anni più belli della gioventù. “ E’ vero. Per certi versi mi manca quel partito”, dice il giornalista e scrittore, ormai lontano dalla politica attiva. “Non era per nulla esente da difetti, anche seri; era certamente imperfetto ma al tempo stesso autentico, popolare, molto più vicino alle necessità delle persone di quanto non sia la politica oggi. Continuerà a mancarmi e sono certo che questo sentimento è comune a molti pur avendo coscienza che ciò che è stato fa parte della storia e va considerato con rispetto, senza indulgere in nostalgie”.
B.C.