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Didattica, Ruffino (Fi): “Un pc alle famiglie a basso reddito”

“Serve un forte intervento da parte governo per dotare le famiglie in difficoltà di strumenti informatici utili alla didattica a distanza, tanto più se il ritorno a scuola sarà direttamente a settembre.

E’ poi indispensabile che la connessione a internet raggiunga tutti i territori, perché senza strumenti e connessioni uguali per tutti le distanze diventano incolmabili, anche quelle psicologiche.

Oggi, infatti, le famiglie a basso reddito vivono il momento della didattica a distanza come un ulteriore limite e disagio. Non si può più attendere, si parta da qui, senza pretesti e la ministra Azzolina dia un segnale certo ed immediato per dimostrare che la scuola italiana contrasta e non incentiva le diversità e non si può continuare a fingere che il problema del digital divide non esista. Presenteremo emendamenti al decreto Cura Italia con l’intento di annullare il divario digitale che mai quanto oggi ci pone davanti un’Italia a due velocità”. Così, in una nota, la deputata di Forza Italia Daniela Ruffino.

Radicali Italiani e +Europa: “Commissione differita”

Riceviamo e pubblichiamo / Covid-19/Radicali Italiani e + Europa Torino chiedono commissione d’inchiesta “differita” su gestione emergenza da parte della Regione Piemonte. Prima sconfiggere tutti insieme il contagio, poi verificare responsabilità politiche e amministrative. Anche per evitare in futuro di ripetere errori e inadeguatezze se dovesse ripresentarsi stato di emergenza.

La dichiarazione congiunta di Igor Boni (presidente Radicali Italiani), Patrizia De Grazia (coordinatrice Associazione radicale Adelaide Aglietta), Marco Cavaletto (presidente + Europa Torino) e Alberto Nigra (presidente +Europa Piemonte):

E’ innegabile che la gestione dell’emergenza Covid da parte della Giunta Cirio sia stata contrassegnata finora da una serie di errori, inadeguatezze, sottovalutazioni, rispetto ai quali non è ammissibile accampare la giustificazione “siamo stati travolti da uno Tsunami, nessuno poteva prevedere e regolarsi di conseguenza”.

E’ necessario ed urgente che il Consiglio Regionale (ai sensi del combinato disposto dell’art. 31, comma 1, lettera b) dello Statuto regionale e dell’art. 43 del Regolamento consiliare) istituisca una commissione d’inchiesta per accertare le responsabilità politiche ed amministrative di quanto accaduto presso l’Unità di Crisi a partire dalla sua istituzione, lo scorso 22 febbraio, fino al termine della sua attività.

L’operatività della Commissione d’inchiesta dovrà essere differita; i suoi lavori dovranno iniziare il giorno dopo la fine dello stato di emergenza, proclamato per sei mesi dal Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020.

Chiedere ora il commissariamento della Regione Piemonte da parte del governo centrale rappresenta un salto nel buio. Nel pieno dell’emergenza non si può sfiduciare chi la gestisce, ma si può e si deve semmai esercitare un doveroso controllo sugli atti e sui comportamenti dei decisori.

Una volta superata l’emergenza, sarà l’ora di verificare l’operato della Giunta regionale, in particolare dell’Assessorato Sanità, della Direzione Sanità e dell’Unità di crisi. Non solo per rispetto ai cittadini piemontesi (anche di quelli portati via dal Covid-19) ma anche perché ricostruire i vari passaggi, a partire da febbraio, sarà prezioso per non ripetere gli stessi errori e le stesse inadeguatezze se dovesse ripresentarsi lo stato di emergenza.

Le opposizioni alla Giunta regionale: “Rispondano a noi sul dramma delle Rsa”

Coronavirus, conferenza stampa della Regione. PD, LUV, Moderati, Lista Monviso: “Rispondano a noi  sulla situazione del Piemonte”

“Si può rispondere alle opposizioni, che chiedono da settimane dati aggiornati rispetto a quelli errati del 30 marzo, sconvocando le sedute di Consiglio e Commissioni e convocando una conferenza stampa? Vista l’irritualità di tutto ciò, anche se certamente non siamo soliti suggerire ai giornalisti ciò che dovrebbero dire, ci tocca chiedere loro di porre le domande che le opposizioni avrebbero rivolto alla maggioranza nelle sedi istituzionali: a che punto è lo screening sui piemontesi?

Perché a inizio crisi Cirio e Icardi hanno giustificato i pochi tamponi col rispetto rigoroso delle indicazioni dell’ISS e ora li attribuiscono alla scarsità di laboratori analisi? Quali sono i dati aggiornati sui pazienti positivi nelle Rsa, rispetto a quelli errati comunicati il 6 aprile e risalenti al 30 marzo? Quanti sono i tamponi effettuati nelle Rsa? Quanti medici, operatori e pazienti infettati ci sono? Quante sono le morti per Covid nelle Rsa? A che punto sono i tamponi sul personale medico (inclusi i medici di famiglia) e sui più esposti? Che cosa è accaduto con la delibera approvata, non pubblicata, poi modificata, per ospitare pazienti positivi nelle RSA? Perché si è perso tempo a cercare di portare in RSA ammalati di Covid anziché verificare la riapertura ad hoc di padiglioni di ospedali abbandonati?”- così le forze di opposizione del centrosinistra (PD, LUV, Moderati, Lista Monviso) intervengono sulla conferenza stampa virtuale – con la presenza degli Assessori Icardi e Caucino – convocata dall’Unità di Crisi della Regione per oggi alle 17, allo scopo di fare il punto sulla situazione nelle Residenze socio-assistenziali del Piemonte.

“Ma le domande non sono finite” – proseguono i Capigruppo (Ravetti, Grimaldi, Magliano e Giaccone) e i segretari delle opposizioni – “per quale ragione il Piemonte non ha coordinato gli acquisti di dispositivi di protezione individuale e perché non ha prevenuto la carenza di reagenti e personale dei laboratori di analisi? È stato attuato e come il ‘piano hotel’ annunciato tre settimane fa da Icardi, per collocare i dimessi dagli ospedali negli alberghi? Si sono individuate strutture per la quarantena dei pazienti positivi in luoghi diversi dalle case o dai reparti Covid? Chi si occupa in Piemonte degli approvvigionamenti per chi è in quarantena e non ha famiglia in Piemonte? Perché i ritardi nella realizzazione delle USCA? Perché i medici di base sono stati lasciati soli? E ancora, si comincia a parlare di riaperture, ma i lavoratori entrati in contatto con pazienti positivi che presentano sintomi sono stati sottoposti a tamponi anche per rientrare in servizio?”

“La maggioranza” – concludono le opposizioni – “attraverso il Capogruppo della Lega Preioni riempie i giornali con critiche verso i medici e la sanità piemontese: hanno attaccato anche noi da quando, oltre un mese fa, abbiamo chiesto più tamponi e uno screening a tappeto nelle case di riposo. Ma ora la situazione drammatica nelle RSA è davanti agli occhi di tutti. Non è compito delle opposizioni sostituirsi al ruolo delle autorità competenti e degli inquirenti, tanto meno trovare i responsabili di eventuali reati, ma certamente non è compito di chi governa quello di addossare le colpe ad altri o negare i dati”.

Coronavirus, Ravetti (Pd): “Dissenso sulla gestione politica”

“Vi dico questo: avremmo dovuto ottenere parte della documentazione sulle attività svolte nelle RSA del Piemonte a tutela degli ospiti e dei lavoratori. Abbiamo bisogno di relazioni, elaborazioni di dati, cronoprogramma degli interventi, è una documentazione necessaria per svolgere un’analisi in vista della Commissione Sanità, in un primo momento programmata per oggi, ma che è stata rinviata a venerdì 17.

Per oggi invece, lo scopro ora, è stata convocata una conferenza stampa per presentare quei dati e quelle relazioni.

Qual è la vera ragione che ha convinto la Lega e il Presidente a rinviare la Commissione?

E’ una modalità per evitare il potenziale conflitto tra le nostre analisi e le loro? Mi sbaglio?

Voi sapete che ho fatto il possibile per dare forza all’Istituzione regionale, privilegiando la via del confronto con la Giunta. L’ho fatto perché in gioco non c’era qualche percentuale di voti in più per il mio Partito, ma la vita delle persone. E quando la posta in palio è così alta si deve avere la consapevolezza che lo spazio va occupato per affrontare insieme i problemi.

Prendo atto che sin dal principio, e ancor più ora che viviamo la fase più difficile della crisi, questo confronto è stato evocato più volte da alcuni e in qualche circostanza è stato abbozzato, ma nei fatti in generale non è mai stato attivato.

E’ chiaro che in queste ore non è arrivato un segnale di svolta e nemmeno un convinto cambio di passo da parte della Giunta regionale. Anzi, oggi, mi trovo di fronte a un ulteriore elemento negativo che va ad aggiungersi a tantissimi altri.

Per questo manifesto apertamente il mio dissenso sulla gestione politica della crisi. Una gestione fatta in solitudine e troppo spesso in conflitto con i protagonisti che più di altri hanno combattuto “a mani nude” il covid-19”.

 

Domenico Ravetti, capogruppo Pd Regione

Rifondazione: “Commissariare la sanità regionale”

“Fermiamo incompetenze e irresponsabilità. Commissariare la sanità lombarda e piemontese”

Riceviamo e pubblichiamo la dichiarazione di Antonello Patta e Ezio Locatelli, rispettivamente segretario regionale Lombardia e segretario provinciale di Torino di Rifondazione Comunista, componenti della direzione nazionale Prc-Se:  

“Ormai la misura è colma in Lombardia e in Piemonte, le giunte politiche che hanno avuto la responsabilità istituzionale e  giuridica di gestire la sanità regionale hanno toccato il fondo per gli errori commessi nella gestione della emergenza COVID 19. La denuncia drammatica e lucida dell’Ordine del medici di Medicina Generale, che non sono una covo di bolscevichi, li mette tutti in fila con assoluta precisione:

  • La mancata chiusura del pronto soccorso di Alzano e la mancata zona rossa in Val Seriana
  • La ospedalizzazione spinta senza corridoi sanitari specifici, che ha trasformato gli ospedali da luoghi di cura a luoghi di contagio
  • L’abbandono totale della rete dei medici di base, che avrebbero potuto e dovuto fermare la prima ondata del contagio; non sono stati allertati e da soli hanno fronteggiato un contagio virulento.
  • L’abbandono delle RSA senza indicazioni e materiale di protezione e la folle decisione di occuparne i posti vuoti con convalescenti da COVID 19,
  • Il sistema dei tamponi fatti con criteri inaccettabili (neppure agli ospedalieri con sintomi e a molti malati gravi a casa)
  • L’assoluto ritardo nelle forniture del materiale necessario.
  • La beffa dell’ospedale alla fiera di Milano che da 400 posti in terapia intensiva si è ridotto a ospitarne 20, con personale strappato in altri ospedali, solo per dimostrare che “il privato è efficiente”. Hanno dimostrato il contrario, ma hanno sperperato miliardi e tolto risorse agli ospedali pubblici.

Il risultato di questi errori, su di una sanità pubblica già stressata da tagli e sottodimensionata nel personale, è pagato dai cittadini e dalle cittadine: più morti, più sofferenze, più contagi imboccando un tunnel che sembra senza fine. I numeri dei deceduti anche quelli ufficiali sono tremendi . Il “caso Lombardia e Piemonte “ sono esempio negativo e motivo di indagine sul perché questi territori ricchi e di “ eccellenza “ non abbiano saputo contenere questa epidemia .  E poiché Fontana e Cirio non mostrano la consapevolezza del disastro, vanno avanti ciecamente senza trarre le conclusioni logiche, bisogna reagire. La Caporetto bellica ha avuto come conseguenza la destituzione dei generali responsabili di quella sconfitta, stessa cosa deve essere fatta per la gestione pericolosa dell’emergenza sanitaria.

Che venga commissariata la sanità in Lombardia e in Piemonte

L’emergenza coronavirus andrà avanti ancora per molto tempo. Salviamo le vite dei lombardi e dei piemontesi”.

“Buoni taxi, quadro desolante”

 “Un terzo è inutilizzato e le liste d’attesa sono inchiodate”

Inconcepibile che, a fronte di un certo numero di revoche (67 in media ogni anno dal 2017 al 2019), le liste d’attesa (970 cittadini) non “scorrano” in proporzione; inaccettabile richiedere a persone con disabilità permanenti di certificare periodicamente il loro diritto ai buoni: si identifichino procedure per evitarlo. Il 30% di inutilizzo è una percentuale monstre. Negli ultimi dodici mesi di consiliatura, l’Amministrazione provi a razionalizzare: poniamo rimedio a questo scempio.

Buoni taxi, il quadro che emerge è desolante. Le risposte fornite a verbale dalla Giunta in risposta alla mia interpellanza sul tema oggi discussa in Consiglio Comunale lo confermano. Due elementi su tutti: il 30% di inutilizzo è una percentuale enorme e preoccupante; il fatto che, nonostante diverse decine di revoche ogni anno, le liste d’attesa non “scorrano” di un equivalente numero di richiedenti è incomprensibile e non accettabile.

Con questi fondi a bilancio non possiamo permetterci un’aliquota di inutilizzo dei buoni che arriva a sfiorare un terzo del totale. Ci sono casi di disabilità permanente: smettiamo di chiedere a queste persone di fare revisioni mediche dal momento che, a meno di miracoli, certe situazioni non cambiano. Si applichino piuttosto procedure per evitare di “rivedere” queste persone.

Numeri. 
I buoni effettivamente usufruiti sono stati 32mila nel 2016, 29mila nel 2017 e nel 2018, 25mila nel 2019. Il totale è 1.030 beneficiari, divisi in varie categorie. Gli utenti sono 786. I cittadini in lista di attesa sono 970 (158 in priorità). Nel 2017 sono stati revocati o cancellati 68 permessi, 88 nel 2018, 46 nel 2019. Nel 2019 sono stati utilizzati 58mila buoni.

Siamo arrivati a dodici mesi dalle prossime elezioni amministrative. Sappiamo bene come vanno le cose: è proprio in questi ultimi mesi, di solito, che le Giunte si “ricordano” della disabilità. “Magia” dell’approssimarsi delle elezioni. Bene: sappia l’Amministrazione Cinque Stelle che il lavoro da fare è molto.

Urge una riorganizzazione e una razionalizzazione dell’intero sistema: mettiamo al più presto fine a questo scempio.

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

Stecco (Lega): “Riconoscenti ai medici”

Il Presidente della Commissione Sanità della Regione: “In prima linea nella lotta al coronavirus. Lavoriamo assieme per riformulare una sanità migliore”

“I medici di famiglia sono stati e saranno sempre la prima linea, sia nell’emergenza che nella normalità, avendo un ruolo insostituibile di raccordo tra i cittadini e le famiglie, e tutto il sistema sanitario regionale. I medici di medicina generale si sono dimostrati uno dei cardini fondamentali della lotta al coronavirus, e lo dimostra sia il fatto che hanno pagato anche loro un prezzo salato in termini di contagi e di morti come purtroppo anche medici, infermieri, tecnici ospedalieri, sia il fatto che sempre da loro sono giunte molte proposte migliorative recepite durante quest’emergenza. Su di loro si baserà la ricostruzione di una sanità territoriale piu’ efficiente, che si aggiunge al grande lavoro da fare con tutte le categorie per una sanità ospedaliera che tenga conto di quanto ci è successo con la pandemia oltre che dei problemi pregressi non risolti . Dobbiamo farlo però mettendo da parte le polemiche, con la massima capacità di dialogo e di comprensione reciproca, lavorando tutti assieme con Regione, Consiglio Regionale, Commissione Sanità, tutti gli Ordini Professionali con un unico scopo : far ripartire la sanità piemontese imparando dalle sue fragilità per renderla piu’ forte, facendo leva sui suoi punti di forza per puntare sempre di piu’ all’eccellenza, nell’interesse primario dei nostri cittadini e pazienti”.

Alessandro Stecco

Pellicani l’intellettuale libero

Di Pier Franco Quaglieni / La scomparsa durante le festività pasquali di Luciano Pellicani ha fatto sì che il silenzio sia calato sulla sua opera e il ricordo della sua figura sia stato minimo. Eppure il prof. Pellicani è stato un importante punto di riferimento per il pensiero socialista non succubo dell’egemonia comunista

La tentazione a uniformarsi ai comunisti fu la maledizione del socialismo italiano che dovette attendere l’invasione dell’ Ungheria del 1956 per iniziare timidamente  a rompere l’alleanza con il PCI che continuò nelle amministrazioni locali e regionali ,malgrado l’unificazione socialista di dieci anni dopo.

Una subordinazione culturale continuò dopo la fine del partito unificato perché le anime demartiniane e manciniane del partito erano intimamente  filocomuniste. Solo con Craxi ci fu la svolta, il cui ispiratore coerente e lucidissimo fu Luciano Pellicani, che approfondì  la tesi di un socialismo riformista, autonomista, distinto e distante dal PCI. Pellicani non volle diventare la mosca cocchiera del nuovo corso socialista e non divenne neppure deputato. Bobbio mi disse della sua indipendenza di studioso e come  come direttore di “Mondo Operaio”. Il suo apporto alla storia del socialismo italiano è confrontabile a quello Ugo Guido Mondolfo. Pellicani non esitò a delineare un socialismo affrancato dal marxismo che neppure Giuseppe Saragat ebbe a pieno il coraggio di concepire nel 1947 con la “scissione” di Palazzo Barberini , continuando a riconoscere  in Marx  un riferimento come fece anche Carlo Rosselli. Se fu Craxi a dare una sterzata decisa al Partito, fu Pellicani l’intellettuale “”non organico”a dare sostanza storica e culturale a quella scelta ,riprendendo e rielaborando le impostazioni del socialismo, considerato non scientifico ed utopistico dai marxisti, in primis quello di Proudhon. Pellicani seppe andare molto oltre, dedicando un libro a Hitler e Lenin considerati i due volti del totalitarismo, una tesi ancora oggi non totalmente accolta dalla sinistra .Nel libro I cattivi maestri della sinistra analizzò criticamente alcuni “mostri sacri” considerati  come delle icone intoccabili : Gramsci, Togliatti, Lukacs, Sartre, Marcuse, andando totalmente controcorrente rispetto  ad una cultura predominante ed  incapace di assumere le distanze volte a ridimensionare miti del tutto ingiustificati. Egli non esitò ad affermare che il marxismo non era una teoria economico – politica mal applicata ,ma che era una teoria totalmente sbagliata. A queste conclusioni i comunisti italiani non giunsero mai neppure dopo il crollo del Muro di Berlino, continuando a distinguere il socialismo realizzato da quello teorizzato da Marx e Lenin. Dopo le polemiche aspre su di lui, calò il silenzio su questo intellettuale libero che continuò ad esercitare il suo ruolo di studioso senza paraocchi ideologici dopo la caduta di Craxi. Se il Partito Democratico avesse voluto  e saputo dare ascolto a Pellicani invece che a tanti piccoli intellettuali di cartapesta ,oggi non sarebbe nella situazione in cui si trova. Lo stesso Renzi fu incapace di fare i conti con quel socialismo liberale, libertario e democratico espresso da Pellicani. Molto stimato da Giovanni Sartori, Pellicani resta uno studioso da cui bisognerà ripartire per verificare il significato di un nuovo socialismo nel futuro della storia politica non solo italiana.

Acerbo-Locatelli(Prc-Se): “Cuba esempio di solidarietà, criminale blocco USA”

Rifondazione Comunista da’ il benvenuto al nuovo contingente di medici cubani arrivato in Piemonte.

Cuba continua a essere un esempio di solidarietà e internazionalismo, valori che hanno caratterizzato sempre la rivoluzione cubana.

Confidiamo che si allarghi tra le forze politiche e nell’opinione pubblica la consapevolezza del carattere criminale del blocco che gli USA hanno inasprito nonostante la pandemia.

 L’amministrazione Trump sta cercando di impedire in tutti i modi che Cuba e Venezuela possano assistere i propri cittadini.

 Ricordiamo che il blocco USA è illegale ed è stato condannato dall’assemblea dell’Onu da molti anni e costa al popolo cubano enormi sacrifici.

 

 Maurizio Acerbo, segretario nazionale

Ezio Locatelli, segretario federazione di Torino

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Ruffino (Fi): “Il Governo acceleri la Fase 2”

Il provvedimento del governo per assicurare liquidità alle imprese è un’autentica beffa per migliaia di piccoli e medi imprenditori.

Nessuna impresa vedrà un euro prima di due o tre mesi, cioè quando probabilmente molte di loro avranno chiuso per fallimento e licenziato i dipendenti. Il governo ha messo il muro della burocrazia fra le proprie decisioni e i loro effetti concreti. Ad allungare i tempi c’è poi l’attesa delle autorizzazioni europee, necessarie per un Paese che non ha margini fiscali per agire autonomamente.

È l’insieme di queste circostanze che carica il dibattito sulla riapertura di una drammaticità che non ha altrove. Le cronache ci informano che domani riaprono molte attività in Spagna, Paese come il nostro senza grandi margini di spesa pubblica. Il governo Conte ha tragicamente sbagliato i tempi: se non arriva liquidità nelle casse delle imprese, l’Italia dovrà accelerare la riapertura con gravi rischi sanitari. Se non accelera la fase-2 migliaia di imprese saranno destinate al fallimento. E sarà il fallimento del governo.

on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia