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Ruffino (Fi): “Minigonna, battaglia fra sessismo e buon gusto”

Dove cade l’occhio dei professori è un problema che riguarda i professori, le loro famiglie e la scuola nel suo complesso. Come vestono le nostre ragazze non può diventare in ogni caso una questione da affrontare e risolvere con argomentazioni più o meno pruriginose.

Più urgente mi sembra essere un’altra questione: che cosa insegna la scuola, oltre i programmi e la didattica curricolare? C’è stato un tempo in cui a scuola si insegnava educazione civica ma, in particolare, si trasmettevano alcuni valori propri del civismo, come saper distinguere luoghi e situazioni per conformare ad essi i nostri comportamenti non per ipocrisia ma per rispetto. Ecco, già solo distinguere i banchi della scuola dal tavolo del bar sarebbe un bel passo avanti, perché in classe si va e si sta per imparare, al bar si va per divertirsi: due attività entrambe importanti ma fra loro molto diverse. Per le quali si impongono atteggiamenti un po’ diversi.  La vera battaglia da combattere è fra il sessismo, sempre in agguato, specie fra gli uomini, e la riscoperta del buongusto.

on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

“Scarpe&Scarpe”, Costanzo (M5S): “Quali soluzioni per l’impatto occupazionale?”

L’azienda torinese “Scarpe&Scarpe”, con sede a Borgaro Torinese, ha annunciato lo scorso 9 settembre, dopo l’incontro con i sindacati, la chiusura di 11 punti vendita in Italia.

L’emergenza sanitaria aveva infatti comportato un calo delle vendite nell’ordine dell’80%, unito alla chiusura forzata dei 154 negozi della catena a partire dall’8 marzo. Così il 4 aprile scorso l’azienda aveva presentato istanza di concordato preventivo al tribunale fallimentare di Torino, mentre ora si è passati alla chiusura definitiva di 11 punti vendita.
“Abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare sul tema – afferma Jessica Costanzo (M5S), deputata piemontese della Commissione Lavoro – La chiusura di 11 punti vendita, nonostante sia meno impattante di quanto temuto all’inizio, necessita comunque di un monitoraggio da parte del Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico. Occorre – continua Costanzo – vigilare sulla eventuale chiusura di nuovi punti vendita e sulla garanzia di accesso agli ammortizzatori sociali da parte di tutti i dipendenti. Chiediamo inoltre che il Ministero valuti con i sindacati nuove soluzioni per ridurre al minimo l’impatto sui lavoratori delle chiusure” conclude Costanzo.

A Torino i si’ vincono con il 60,74 per cento

A Torino sono andati alle urne 49 elettori su cento, invece nel referendum del 2016 erano stati 71.

L’affluenza in città è stata del 48,51 per cento.

Il 39,26% dei  partecipanti ha votato ‘no’, il 60,74 per cento ha votato ‘si’’.

I dati giungono dal Comune di Torino.

Scuola, Montaruli: “Governo perdente contro i bogianen”

La parlamentare di FdI commenta la decisione del tribunale regionale che conferma la misurazione della febbre a scuola

“La decisione del TAR è buona notizia. Abbiamo sempre sostenuto la politica del buonsenso. Solo un Ministro come la Azzolina poteva fare i capricci e impugnare la misurazione della febbre a casa. Pensi a coprire le cattedre vuote e a garantire la sicurezza dei nostri studenti.” Così la parlamentare torinese Di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli in una nota. “Dal Piemonte mandiamo avvisi di sfratto al Governo sempre contro i cittadini tranne quando serve a loro”.

Referendum: l’affluenza a Torino

REFERENDUM COSTITUZIONALE 20 E 21 SETTEMBRE AFFLUENZA ALLE ORE 23 DI DOMENICA

Alle 23.00, ora di chiusura dei seggi della prima giornata, l’affluenza totale dei votanti ai seggi di Torino è stata del 36,97%.

lunedì 21 settembre, i seggi riapriranno alle ore 7.00 fino alle 15.00. Successivamente si svolgeranno le operazioni di spoglio delle schede.

AFFLUENZA ALLE ORE 18.30

Alle ore 18.30 l’affluenza totale dei votanti ai seggi di Torino è stata del 28,13%.

Prossima rilevazione dell’affluenza alle ore 23, orario di chiusura dei seggi.

 

Informazioni utili

Richiesta duplicato della tessera elettorale
La Città di Torino invita gli elettori a controllare la propria tessera elettorale e ricorda che, in caso di tessera smarrita o con gli spazi tutti timbrati, occorre richiedere un duplicato o una nuova tessera:

  • rivolgendosi all’ufficio elettorale di corso Valdocco 20, oppure
  • direttamente all’ufficio di anagrafe della Circoscrizione di residenza, oppure
  • on-line compilando l’apposito form presente su “Torino Facile”. Il ritiro della tessera è possibile a partire dal 3° giorno lavorativo presso lo sportello informazioni dell’anagrafe di circoscrizione selezionato in fase di richiesta, il servizio sarà attivo dal 31 agosto sino al 15 settembre.

Nello “Speciale Referendum Costituzionale” tutte le informazioni.

Apertura straordinaria dell’ufficio elettorale e degli uffici anagrafici
Apertura straordinaria dell’ufficio elettorale di corso Valdocco 20, e degli uffici anagrafici per il rilascio della tessera elettorale smarrita o della tessera elettorale con tutti gli spazi timbrati, venerdì 18, sabato 19, domenica 20 e lunedì 21 settembre 2020.
Gli orari degli uffici

Contratto riders, Artesio: “Pigrizia e veti incrociati producono danni”

“Gli spazi vuoti vengono occupati. Così, senza una legge e senza un diffuso processo di concertazione, è stato sottoscritto tra Assodelivery e UGL un contratto che riconduce al cottimo le prestazioni dei riders.

Eppure ci avevamo provato a Torino. Proprio qui, perché qui ci sono state le prime denunce e i licenziamenti a seguire, perché qui c’è stata la prima causa al Tribunale del Lavoro, perché da qui i parlamentari dell’epoca hanno presentato la proposta di legge sulla gig economy, perché qui il Consiglio regionale del Piemonte ha presentato al Parlamento una proposta di legge che vieta il cottimo nelle consegne a domicilio –  lo  afferma  la consigliera di Torino in Comune  Eleonora Artesio .
 
Qui infatti il 2 luglio 2018 il consiglio comunale ha approvato una mozione di Torino in Comune per impegnare alla costituzione di un tavolo tra istituzioni, rappresentanze delle piattaforme, organizzazioni sindacali, espressioni delle parti per la redazione di un codice di comportamento “Carta dei diritti fondamentali dei lavoratori della gig economy”, non sostitutivo dei contratti (ovviamente impossibile), ma di cornice ai requisiti essenziali di dignità del lavoro. Fatto? Niente affatto. Prima si è aspettato il Governo che, certo, avrebbe risolto in specie col Ministro Di Maio, poi ci si è fermati per la non scontata disponibilità di tutti gli interessati e per la fatica di dover conciliare diffidenze e resistenze, sicché proprio non ci si è messi al lavoro. Al lavoro continuano ad andare i riders nelle condizioni che sappiamo, per nulla tutelate da questo precedente del contratto UGL, non casualmente sottoscritto da Assodelivery che, viceversa e sempre non casualmente, non ha mai riconosciuto per i riders il contratto collettivo per la logistica. Triste rilevare la debolezza di quella  politica che, volendo proclamarsi nuova, in questo caso ha solo dimostrato di essere incapace”  – conclude Artesio.

Ru486: “Dalla parte delle famiglie”

In questi giorni è viva in Piemonte la polemica sulla delibera del Ministro della Salute, che prolunga dal 49° al 63° giorno di gravidanza la possibilità di somministrare la pillola RU486 per l’aborto farmacologico, in day hospital o presso le strutture consultoriali. 

È molto curioso (se non sospetto) che in un periodo di pandemia il Ministro Speranza abbia dato priorità a questo provvedimento sui cui aspetti scientifici non possiamo approfondire (è noto che quanto più procede la gravidanza tanto meno è “efficace” il farmaco).
Ora pare che la tematica potrebbe essere portata in Giunta o in Consiglio, anche se il Governatore ha al momento dichiarato che tale proposta deve essere ancora vagliata dalla maggioranza.
 Il dibattito che ne è immediatamente seguito ha assunto i soliti risvolti ideologici con dichiarazioni che, come sempre, non possono portare ad una reale discussione sulla tematica.
 Il Popolo della Famiglia del Piemonte è impegnato da sempre a sottolineare il diritto di ogni individuo a nascere e l’altrettanto importante diritto di ogni donna a poter vivere in maniera serena e responsabile il proprio desiderio di maternità all’interno della sua relazione sessuale.
Chiediamo pertanto a tutti coloro che hanno a cuore la tutela della vita umana e della salute delle mamme che ci si adoperi per creare le condizioni per cui in tutto il Piemonte nessuna donna sia più costretta a non poter accogliere il figlio che porta in grembo.
Noi da tempo abbiamo offerto soluzioni concrete al problema dell’aborto, come la proposta di legge denominata Reddito di Maternità già depositata in Parlamento con oltre 51000 firme di cittadini e cittadine italiane, che sostiene con 1000 euro al mese per i primi 8 anni di vita le mamme che decidono di dedicarsi esclusivamente alla crescita ed all’educazione dei loro figli.
Chiediamo ai Parlamentari piemontesi ,che vogliono assicurare alle donne più diritti, di portarla in Aula e di farla approvare, così come chiediamo ai Consiglieri di promuovere un’analoga iniziativa in Regione. Se non c’è questa volontà politica si trovino altre soluzioni per essere vicini alle mamme alle prese con una gravidanza difficile o inaspettata, magari iniziando proprio dall’applicazione integrale della stessa legge 194, che invita “a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza” (art. 2, d).
La politica è l’arte del possibile orientata al bene comune: uno scontro ideologico sulla pelle dei figli e delle loro mamme non potrà portare alcun contributo positivo su un argomento così importante per i cittadini e per l’Italia, un Paese che oggi più che mai ha bisogno di ri-nascere.
Mario N. Campanella
Coordinatore regionale
Popolo della Famiglia

Tav, Ruffino (Fi): “Chi risarcirà la valle?”

“Un territorio provato, messo a ferro e fuoco da anni, dove si sono consumati scontri brutali che hanno messo in ginocchio un intero territorio.

Gli arresti recenti di alcuni esponenti del Movimento No Tav sono la conseguenza ovvia di provvedimenti assunti dalla magistratura, le cui sentenze vanno sempre rispettate. Non si tratta, dunque, di ingiustizia, di abominio, o di sentenze politiche ingiuste, come qualcuno dalle parti del M5S sta dicendo in queste ore, ma del normale decorso della giustizia. Il punto è un altro, ovvero, chi risarcirà la Valle di Susa per tutti i danni subìti in questi anni, per essere stata dilaniata da scontri feroci, di attività di protesta violente contro il cantiere Tav, decine di episodi che hanno messo a dura prova un intero territorio, l’elenco sarebbe lunghissimo. Dunque, la nostra solidarietà, oggi, va al territorio, alla popolazione e alle forze dell’ordine, da sempre impegnate per evitare la degenerazione degli scontri”. Lo dichiara Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia.

I Radicali e Segre ricordano la breccia di Porta Pia

Sabato 19 settembre 2020 / 150° ANNIVERSARIO DELLA BRECCIA DI PORTA PIA, RADICALI E ASSOCIAZIONI MANIFESTERANNO A TORINO SABATO 19 SETTEMBRE ALLE ORE 16 IN VIA XX SETTEMBRE (ALTEZZA DUOMO) DI TORINO. ALLE 17  CERIMONIA COMMEMORATIVA IN PIAZZA SAVOIA SOTTO L’OBELISCO CON L’AVV. BRUNO SEGRE.

Alle ore 16, in occasione del 150° Anniversario della Breccia di Porta Pia si svolgerà a Torino una manifestazione sit-in promossa dai Radicali in Via XX Settembre (davanti al Duomo) di Associazioni e organizzazioni politiche per ricordare la Breccia di Porta Pia, il grande evento di liberazione, grazie all’esercito piemontese, dal potere temporale della chiesa  

Da Via XX Settembre ci recheremo al suono della marcia dei bersaglieri in Piazza Savoia, sotto l’Obelisco-Monumento dedicato alle Leggi Siccardi del 1850, che abolirono i privilegi goduti dal clero cattolico, allineando la legislazione piemontese e successivamente quella italiana a quella degli altri stati europei.

Alle ore 17 in Piazza Savoia aprirà la manifestazione la marcia dei bersaglieri con l’intervento dell’Avv. Bruno Segre, Presidente onorario dell'”Associazione nazionale del Libero Pensiero Giordano Bruno”, fondatore della rivista L’Incontro.

Nessuna istituzione italiana ha previsto manifestazioni commemorative in occasione di questa storica data. A distanza di 150 anni i valori della laicità e della separazione tra Stato e chiesa sono sempre più ignorati e a rischio con continue invasioni di campo della chiesa negli affari interni dello Stato italiano.

 Uff. Stampa: 337-798942

ANNIVERSARIO BRECCIA DI PORTA PIA

La Breccia di Porta Pia fu l’episodio del Risorgimento che sancì l’annessione di Roma al Regno d’Italia avvenuta il 20 settembre 1870 con l’ingresso dell’esercito piemontese nella città papalina. Decretò la fine dello Stato Pontificio quale entità storico-politica e fu un momento di profonda rivoluzione nella gestione del potere temporale da parte dei papi. L’anno successivo la capitale d’Italia fu trasferita da Firenze a Roma (legge 3 febbraio 1871, n. 33). L’anniversario del 20 settembre è stato festività nazionale fino al 1930, quando fu abolito a seguito della firma dei Patti Lateranensi.

 

OBELISCO DI PIAZZA SAVOIA

L’obelisco di Piazza Savoia a Torino fu messo in ricordo delle leggi Siccardi del 1850 di separazione tra Stato e chiesa, e che abolirono il Foro ecclesiastico e molti privilegi di cui godeva la chiesa.

Sul monumento si legge anche l’epigrafe: «Abolito da Legge IX Aprile MDCCCL il Foro ecclesiastico, popolo e municipio posero IV Marzo MDCCCLIII»

Il monumento contiene i nomi degli 800 comuni che sostennero entusiasti l’opera, scolpiti su tutti i lati. Il giorno della posa della prima pietra, il 17 giugno 1852, furono murati nel basamento i numeri 141 e 142 della Gazzetta del Popolo, una copia della legge Siccardi, monete, semi di riso, grissini e una bottiglia di vino Barbera.

I travagli del centrosinistra in attesa del voto

A Torino accordo fatto nel centrosinistra per come scegliere il candidato sindaco. Garante l’inossidabile Chiampa. Primarie: e lui porterà Saracco Rettore del Politecnico. 

Incontro con Mauro Laus, dove il senatore ha garantito di essere a disposizione. In altre parole ha deciso con Chiampa qualcosa per non presentarsi alle primarie e c’era anche la possibilità di una sua vittoria. C’ è anche Il prof Mario Calderini in panchina pronto ad ogni evenienza. Insegna a Milano ma è pendolare.
Vive nella nostra città ed ha insegnato al Poli. Deve la sua fama nell’essere stato Presidente di FinPiemonte ai tempi della Governatrice Mercedes Bresso anche lei  (per puro caso) docente al Poli. Grande amico di Calderini ora è Andrea Giorgis. Oramai nel centrosinistra torinese se non hai una laurea con 25 anni d insegnamento (possibilmente o in giurisprudenza o al Poli) non vai da nessuna parte.  Segretario regionale e provinciale PD? Dignitoso ed aristocratico silenzio. Gli altri pretendenti ? Se vorranno e soprattutto se  raccoglieranno le firme necessarie potranno correre.  Da La Volta al candidato del senatore Lepri. E gli altri partitini legati a Renzi o Calenda? C’ è spazio per tutti. Ma a una condizione: mai con i cinquestelle anche al secondo turno.  Poi che ora Bonaccini ha chiesto a Matteo Renzi di rientrare nel Pd, per il  toscanaccio si sta aprendo, anzi si è aperta una prateria. Chi sta rischiando di brutto è Nicola Zingaretti che ci ha messo la faccia sul referendum ed ha il 97% del suo popolo schierato per il No.  Giggjno l’unica cosa che fa da Ministro degli esteri è passare a fine mese ed incassare lo stipendio.  Situazione nel Mediterraneo fuori controllo. Quel mediterraneo che Giggino aveva collocato sulle sponde della Russia.  Se regge ancora la Toscana il pd la sfanga.  Poi mi sa c’è solo la Campania con De Luca che di fatto è uno che, oramai, gioca il proprio.  In Puglia vincerà il centrodestra o per meglio dire perderà l’ attuale governatore Emiliano, grande sponsor dell’accordo con i pentastellati che voteranno altri che non Emiliano. Se Scalfarotto arriva al 3 per cento Matteo Renzi se la ride.  Per il resto cappotto centrodestra. A Torino si aspetta il voto di Venaria. Solo per avere conferme.  Spariscono i grillini e il ballottaggio tra destra e sinistra. Massima curiosità per ciò che verrà detto il 22 settembre con la solita certezza che al governo nulla cambierà, con buona pace di Orlando che vorrebbe il rimpasto.
Patrizio Tosetto