POLITICA
Leggi l’articolo su L’identità:
LE FILIPPICHE – M. come “Mona”: ecco perché la sinistra non sa comunicare
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LE FILIPPICHE – M. come “Mona”: ecco perché la sinistra non sa comunicare
“Abbiamo appreso da un’inchiesta della trasmissione “Report”, andata in onda il 2.2.2025 su Rai 3, che la Regione Piemonte finanzierebbe il programma tv “Dalla parte degli animali” condotta da Michela Vittoria Brambilla su Rete 4, con uno stanziamento di circa 60 mila euro destinato ad avere, durante il programma, spazi sui luoghi pet friendly del Piemonte. Ho presentato un’interrogazione per fare chiarezza su questa decisione, dal momento che non capisco l’effettiva ricaduta in termini di interesse pubblico” dichiara la Consigliera regionale del Partito Democratico Laura Pompeo.
“La tutela degli animali è un tema molto importante, ma è doveroso verificare come vengono impiegati i soldi pubblici. Chiedo alla Giunta di chiarire quali siano le motivazioni e i criteri adottati per il finanziamento di questo programma e se siano stati rispettati i principi di trasparenza e correttezza nella gestione delle risorse regionali” prosegue la Consigliera regionale Pd.
“Voglio capire – precisa Laura Pompeo – quanto la Regione abbia effettivamente stanziato, con quali modalità siano stati assegnati i fondi e quale sia il ritorno effettivo per il Piemonte in termini di promozione territoriale o di altre finalità di pubblico interesse. Non vorremmo trovarci di fronte all’ennesimo caso di utilizzo disinvolto delle risorse pubbliche per finalità poco chiare. I cittadini piemontesi meritano trasparenza e rispetto e occorre capire come vengono spesi i loro soldi”.
Si è tenuta oggi, in IV Commissione, un’informativa dell’Assessore alla Sanità sul Parco della Salute di Torino. Per il Gruppo del Partito Democratico sono intervenuti la Presidente del Gruppo Pd Gianna Pentenero, il Vicepresidente della Commissione Sanità Daniele Valle e le Consigliere regionali Pd Monica Canalis e Nadia Conticelli che stanno portando avanti un lavoro di squadra di analisi sui singoli aspetti del progetto del Parco della Salute.
“Molte sono le questioni che restano aperte sul Parco della Salute e insieme ai colleghi del Partito Democratico abbiamo voluto evidenziare come la strada riguardante progettazione e organizzazione sia sempre più in salita. Ci sembra che l’Assessore Riboldi, ogni volta, si limiti a annunciare la realizzazione di nuovi edifici all’interno del Parco, ma non parli di una loro gestione e soprattutto non ci presenti un’analisi globale, un progetto di insieme. Continuano a essere evocati investimenti INAIL, ma siamo sicuri che possano coprire ogni cosa? Siamo di fronte a una progettualità caratterizzata da uno spezzettamento nella gestione e questa è una direzione completamente sbagliata” dichiara la Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Gianna Pentenero.
“Inail pare essere diventata la bacchetta magica che finanzia tutti i sogni della Regione, ma dopo 7 anni di Cirio non si è ancora visto un mattone targato Inail (in Piemonte come nel resto d’Italia, salvo un solo caso). L’aumento nel 2024 del finanziamento Inail serviva per sostenere l’aumento dei costi e il dietrofront sui partenariati di Cuneo e Alessandria: dovrà dunque aumentare ancora? E come lo restituiremo?” interviene il Vicepresidente della Commissione Sanità Daniele Valle.
“Lo slittamento a fine 2025 del termine della bonifica smentisce le precedenti previsioni e condiziona la realizzazione dell’opera. A forza di spostare in avanti le scadenze il progetto rimarrà sulla carta” afferma Monica Canalis che ha chiesto spiegazioni sulle tempistiche di bonifica dei lotti di Città della Salute.
“Accorpare le aziende ospedaliere Sant’Anna e Regina Margherita significa disinvestire sulla salute della donna, sulla prevenzione e sulla cura ginecologica, ma anche sulla neonatologia. L’assessore Riboldi oggi in commissione ha confermato la volontà di unire i due ospedali in un’unica azienda, separandola da Città della Salute, e riportando indietro al materno infantile queste aziende, rispetto agli importanti progressi per la prevenzione e il trattamento di malattie ginecologiche, come i tumori dell’utero, delle ovaie e della mammella. In questo modo si indebolirà anche il settore dell’ostetricia, ma poiché invece oggi si va sempre di più verso gravidanze ad alta complessità, con l’aumento dell’età delle partorienti, oltre al progresso della medicina che consente di affrontare la gravidanza anche a donne con patologie” conclude Nadia Conticelli.
“Che ci siano forze non riconducibili alla politica e al Parlamento che vogliono mandare a casa il
Governo Meloni è ormai quasi una non notizia perchè è noto anche ai sassi. Semmai, oggi, la vera
sda democratica è quella di battere alla radice quel vizio della ‘via giudiziaria al potere’ che,
purtroppo, caratterizza il dibattito politico nel nostro paese da oltre 40 anni. Cioè da quando il Pci,
all’inizio degli anni ‘80, avanzò il progetto politico “dell’alternativa morale al sistema di potere della
Democrazia Cristiana’. Insomma, si tratta di un tic che fa parte a pieno titolo del codice
deontologico della sinistra ex e post comunista e che, purtroppo, si è protratto sino ai giorni
nostri.
Un vizio che inquina la politica e che, al contempo, indebolisce la qualità della democrazia e la
stessa credibilità delle nostre istituzioni democratiche. Oltre all’ecacia dell’azione di governo.
E battere, oggi, la scorciatoia della ‘via giudiziaria al potere’ è, forse, la vera priorità per far sì che
possa decollare una vera e credibile democrazia dell’alternanza. Che è fatta di progetti politici
alternativi ma senza ricorrere a forze esterne alla politica per battere gli avversari/nemici”.
Giorgio Merlo, Presidente Scelta Popolare.
Leggi l’articolo sul Giornale Lombardo Veneto:
È sempre difficile tracciare un bilancio di un mandato sindacale. Nello specifico, della segreteria
generale della Cisl guidata in questi ultimi anni da Luigi Sbarra. Anni difficili per svariate e
molteplici motivazioni. Dall’irrompere della pandemia al ritorno dei grandi conflitti bellici; dalla
vittoria politica del primo governo di destra-centro alla crescente radicalizzazione del conflitto
politico e culturale. Insomma, un insieme di tasselli che hanno richiesto un grande senso di
responsabilità e una solida cultura di riferimento per cercare di affrontare al meglio i problemi che
di volta in volta si affacciavano all’orizzonte.
Ed è in questo contesto che si inserisce un possibile giudizio sul ruolo che concretamente ha
esercitato la Cisl con il suo gruppo dirigente. Al di là di ogni opinione che si può e deve formulare,
è indubbio che almeno su tre aspetti la Cisl a guida Sbarra ha saputo mantenere una forte e
cristallina coerenza con la sua storia e la sua specificità.
Innanzitutto ha saputo conservare, con coraggio e lungimiranza, il suo profilo di soggetto
autenticamente sindacale. Nessun cedimento nei confronti del governo di turno in carica, nessuna
trasformazione in un movimento politico o, peggio ancora, in una sorta di partito e, men che
meno, nessun ruolo di supplenza – o di egemonia – nei confronti di un partito o di una coalizione.
Lo possiamo dire con franchezza e con altrettanta chiarezza? L’esatta alternativa di quello che è
diventata in questi ultimi anni la Cgil di Landini. Ovvero, non solo la storica e consolidata
tradizione della “cinghia di trasmissione” con il principale partito della sinistra italiana – ieri il Pci e
oggi il Pd – ma, addirittura, una sorta di portavoce di una intera collazione politica. Al punto che
non si sa più se è il cosiddetto “campo largo” che detta l’agenda politica al sindacato di
riferimento o se è la Cgil, con la Uil come ruota di scorta, se la detta alla coalizione progressista.
Insomma, e al riguardo, la Cisl era, ed è, l’esatto opposto di tutto ciò.
In secondo luogo la Cisl è quel sindacato che ha sempre predicato e praticato la cosiddetta
“contrattazione”. Perchè lo storico “sindacato bianco” non ha mai rinunciato a questa sua
originalità e specificità. Certo, per capirci ancora meglio, si tratta di un sindacato che non dichiara
lo sciopero generale contro la manovra di bilancio del Governo prima ancora di averla letta e
discussa con i lavoratori. E questo perchè la Cisl di Pastore, di Macario e di Marini – per citare
solo tre leader storici di questa organizzazione sindacale – ha sempre individuato nella
contrattazione, e senza discriminazione alcuna nei confronti del potere politico o delle altre parti
sociali, lo strumento decisivo per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori e di tutti i cittadini.
In ultimo, ma non per ordine di importanza, la Cisl in questi anni ha saputo anche confermare,
seppure in una cornice politica, sociale e culturale profondamente frammentata e contraddittoria,
le ragioni essenziali e costitutive della sua lunga e ricca storia sindacale. Una storia che poteva
essere messa in discussione in qualsiasi momento se fosse prevalsa l’appartenenza – o la
sensibilità o la simpatia – politica, e partitica, di alcuni suoi dirigenti e militanti rispetto al compito
proprio che deve caratterizzare e accompagnare un’organizzazione sindacale laica e autonoma
dai partiti e dal profilo politico degli stessi governi.
Ecco perché, quando si fa un bilancio seppur approssimativo della gestione di un mandato
sindacale, l’elemento cardine e principale resta sempre quello di verificare concretamente il tasso
di fedeltà, e quindi di coerenza, con gli aspetti specifici e costitutivi della sua storica cultura di
riferimento. Tutto il resto è certamente legittimo ma del tutto secondario e marginale ai ni della
credibilità, dell’autorevolezza e soprattutto della coerenza. In questo caso di un grande sindacato
come quello della Cisl.