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Napoli (Fi): “I torinesi non hanno diritto ai voli Alitalia?”

Da molti mesi i torinesi che devono raggiungere Roma, e coloro che da Roma devo recarsi a Torino, dispongono di due soli voli Alitalia: uno al mattino presto per Roma, e un volo serale da Roma per Caselle. Una situazione surreale è scandalosa per una compagnia che è stata gratificata di 3 miliardi di euro dallo Stato, come se in quei soldi non ci fossero anche le tasse dei torinesi.

Ha perfettamente ragione l’ad di Caselle, Andrea Andorno, a denunciare l’effettivo stato di abbandono dell’aeroporto di Caselle da parte di quella tornata a essere la compagnia di bandiera. Mi chiedo di che cosa si stanno occupando i ministri grillini e torinesi al governo, dai vice ministri Castelli e Giorgia ai ministri Azzolina e Dadone. Dobbiamo pensare che a loro non interessa nulla dei disagi che devono affrontare i torinesi? Mi chiedo se sia davvero uno sforzo insostenibile per Alitalia raddoppiare almeno i voli per Roma, portandoli a 4 giornalieri.

on. Osvaldo Napoli, direttivo di Forza Italia alla Camera

CCNL rider, Grimaldi: “contratto ‘pirata della strada’

“Conte fermi i furbetti della gig-economy, e prenda in mano la nostra Proposta di Legge al Parlamento: no al cottimo, sì a tutele di un vero contratto di lavoro”

“È un contratto ‘pirata della strada’, ditemi se vi sembrano condizioni dignitose. Sapevamo che le aziende, pur di mantenere i privilegi dello sfruttamento del caporalato digitale, avrebbero firmato un contratto di comodo con qualsiasi sindacato disponibile, e così è stato: il CCNL rider sottoscritto nelle scorse ore è ai limiti della decenza. Noi crediamo che il pagamento a cottimo sia una pratica fuori dal tempo e molto pericolosa per i lavoratori perché, per un fattorino in bicicletta, essere pagato a consegna significa sentirsi obbligato a correre più veloce e mettersi in pericolo per fare più consegne possibile. Invece nel contratto firmato il pagamento a cottimo rimane e, nonostante quanto si legge, è addirittura più penalizzante di quello attualmente in vigore: una consegna da 15 minuti (più o meno la norma) viene pagata 2,50€ e tutte le consegne al di sotto dei 15 minuti vengono penalizzate; una consegna da 7 minuti verrà pagata la miseria di 1,16€” – è il pensiero di Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione Piemonte, in merito alla firma del primo Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro firmato da AssoDelivery , associazione che rappresenta l’industria italiana del food delivery, e il sindacato UGL.

“Se nella situazione attuale, per riuscire a guadagnare 10€ in un’ora (con una piattaforma che pagava 2.50€ per ogni consegna) un fattorino deve riuscire a fare quattro consegne in quel lasso di tempo – prosegue nel suo ragionamento Grimaldi –, con le regole del CCNL il rischio è che un rider debba correre come un disperato nella speranza di riuscire ad effettuarne più del doppio, sempre che gli arrivino gli ordini: a me – attacca Grimaldi – non pare proprio un contratto a tutela dei lavoratori, ma che avvantaggia solo le piattaforme del food delivery”.

“La nostra posizione è sempre stata agli antipodi – continua Grimaldi, da sempre impegnato nella battaglia a tutela dei ‘fattorini’ – fin dal novembre del 2018, quando in Consiglio regionale è stato approvato un nostro emendamento che vieta il cottimo nei servizi di consegna a domicilio in Piemonte, prima regione a farlo. Ma questo non bastava, per questo abbiamo successivamente presentato una proposta che riscrivesse le regole del gioco, ridefinisse il concetto di subordinazione e garantisse le tutele del lavoro, regolarizzando i lavoratori della gig economy a livello nazionale, e prevedendo di estendere a rider, fattorini e a tutti i lavoratori delle piattaforme tecnologiche i diritti da cui erano, e saranno anche dopo la firma di questo CCNL, esclusi: condizioni contrattuali formulate per iscritto, il riconoscimento delle spese commisurate all’utilizzo dei propri mezzi, il diritto a godere di tutele assicurative e previdenziali, l’accesso alla formazione, il divieto della retribuzione a cottimo e un orario di lavoro settimanale non inferiore alle otto ore e, soprattutto, un salario (minimo orario legale) dignitoso”.

“Purtroppo ci aspettavamo questo epilogo – conclude Grimaldi – stiamo infatti ancora aspettando che il Ministero del Lavoro e le Commissioni parlamentari ci chiamino in audizione, questo perché la legge per regolamentare la gig economy è rimasta in qualche cassetto. Ma mentre da Roma si prende tempo, le aziende invece corrono, o meglio fanno correre i rider per le strade, e firmano contratti capestro con sindacati che non rappresentano nessuno, sfruttando una scappatoia che purtroppo è presente nella legge uscita dalla conversione del decreto: le parti avevano 12 mesi per raggiungere un accordo e questa firma last minute serve solo per continuare lo sfruttamento dei fattorini”.

Referendum, cattolici democratici e popolari protagonisti per il No

“L’appello per il No illustrato nei giorni scorsi in una affollata conferenza stampa a Torino ha registrato un crescendo di consensi e di adesioni e, soprattutto, ha rilanciato le ragioni politiche e culturali del cattolicesimo democratico e popolare attorno ad un tema decisivo come la qualità e il futuro della nostra democrazia.

Un appello che, accanto alla massiccia adesione dei popolari torinesi e piemontesi, ha raccolto anche la condivisione di settori culturali affini. Dai settori liberali ad una significativa area della sinistra democratica, dalla esperienza delle sardine ad esponenti politici e culturali dell’area laica torinese. Se, durante le varie presentazioni e confronti pubblici, abbiamo potuto constatare e riaffermare le ‘ragioni’ del No e registrare, al contempo, una forte e convinta motivazione di questo campo per recarsi ai seggi domenica prossima, dall’altro non possiamo non ricordare che sono proprio le ragioni politiche, culturali e costituzionali del cattolicesimo popolare che in questa circostanza sono state progressivamente valorizzate e condivise. Senza alcuna rivendicazione corporativa o di nicchia, c’è stato un sussulto di dignità di quest’area che si è riscontrato a livello nazionale ma anche, e soprattutto, a livello torinese
e piemontese. In un clima, lo vogliamo sottolineare ancora una volta, aperto alle correnti culturali e politiche che su questi temi – dalla difesa della Costituzione alla centralità del Parlamento, da un serio equilibrio dei poteri dello Stato al ruolo e alle funzioni delle Assemblee elettive – hanno trovato una forte convergenza. Ecco perchè il dibattito pubblico emerso dai quesiti referendari non può essere rubricato come una esperienza inutile e passiva. Al contrario, ha innescato un confronto dove sono emerse concezioni diverse, se non alternative, di come si può e si deve declinare la democrazia nella società contemporanea. E dove i cattolici democratici e popolari hanno fatto emergere, ancora una volta, la loro specificità politica e culturale”.

Giampiero Leo. Giorgio Merlo. Alessandro Risso

Pillola Ru486, la Regione precisa

In merito alle polemiche sull’utilizzo della pillola abortiva Ru486 in Day hospital, la Sanità del Piemonte non ha preso, al momento, alcuna decisione.

L’assessore regionale agli Affari legali Maurizio Marrone spiega che “sta verificando con l’Avvocatura regionale eventuali profili di illegittimità del provvedimento del Ministero della Salute rispetto alle disposizioni della Legge 194, in quanto sarebbero emerse delle criticità.

L’argomento non è ancora approdato al tavolo della Giunta regionale, né è stato oggetto di valutazioni etiche da parte dell’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, che attende di conoscere il quadro completo degli approfondimenti legali in corso”.

Scuola, Gallo (Pd): “Ordinanza passo falso di Cirio”

 “Ancora una volta, l’ennesima in un anno di governo regionale, il Presidente della Giunta regionale ha deciso di proseguire su una strada sbagliata, perfettamente consapevole che il Governo l’avrebbe richiamato:

infatti è stata  impugnata a livello nazionale la discussa ordinanza sull’autocertificazione a casa della febbre e sulla successiva misurazione a scuola, una decisione in contrasto con le linee del Governo” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale, Raffaele Gallo.

“In un momento importante come questo e dopo settimane di confusione e di annunci discordanti della Giunta, l’ennesimo passo falso che genera ulteriore confusione per le Famiglie e i nostri ragazzi!” aggiunge l’esponente Dem.

Quando potranno tornare a scuola i ragazzi con disabilità?

“Si parla di mascherine, banchi e termoscanner: non dei diritti di una parte degli alunni, per i quali ancora non conosciamo né data né modalità del ritorno a scuola. Ho chiesto alla Giunta di relazionare urgentemente sull’argomento: quanti degli oltre 15mila ragazzi con disabilità iscritti alle scuole piemontesi di ogni ordine e grado sono già tornati in classe?”

I diritti di alunni e studenti con disabilità dovrebbero essere al primo posto nella lista delle urgenze e delle priorità: sono ancora, invece, di fatto esclusi dal dibattito di questi giorni. Mentre politica si divide su mascherine, banchi e termoscanner, stiamo ancora aspettando indicazioni precise su tempi, termini e modi del ritorno in classe per gli alunni e gli studenti con disabilità. Quanti dei 15mila ragazzi con disabilità che, dalla Scuola per l’Infanzia alla Scuola Secondaria di Secondo Grado, sono iscritti alle scuole piemontesi sono già tornati in classe? Ho chiesto alla Giunta di rendere conto a Palazzo Lascaris su questo argomento: è in gioco il diritto allo studio di tanti.
Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Grimaldi (LUV): “‘bogia nen’? Cirio piuttosto non faccia il ‘bòcia’”

“Il Governo impugna e Cirio gongola;  il Presidente cerca lo scontro coi Ministri, ma governare il Piemonte non è un gioco”

Il governo ha impugnato l’ordinanza della Regione Piemonte che raccomanda alle scuole di misurare la febbre agli allievi all’ingresso e, se non è possibile, di verificare che l’abbiano fatto le famiglie chiedendo un’autocertificazione.

“‘Bogia nen’? Cirio piuttosto non faccia il ‘bòcia’; il Presidente cerca lo scontro coi Ministri, ma governare il Piemonte non è un gioco” – commenta il capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione, Marco Grimaldi. “Ma Cirio lo sa che se qualche scuola ha misurato la febbre agli studenti, non lo ha fatto certo grazie ai termometri finanziati dalla Regione? Già, perché nonostante i proclami, le conferenze stampa e i post sui social, neppure un euro dei 500mila promessi dalla Giunta sono stati versati alle scuole. Zero domande, zero iban, zero termometri” – la conferma arriva indirettamente dall’Assessore Gabusi che ha risposto oggi all’interrogazione urgente di Grimaldi.

“Cirio e la sua Giunta hanno creato una gran confusione – prosegue Grimaldi – a partire dalla promessa di mettere un medico in ogni scuola, possibilità prontamente smentita da Icardi, passando per gli annunci di nuovi stanziamenti per dotare ogni istituto scolastico di termoscanner, fino ad arrivare al balletto delle ordinanze nelle quali Cirio raccomandava alle scuole di misurare la febbre agli studenti prima dell’inizio delle lezioni, idea che ha fatto infuriare tutto il mondo della scuola, specie per l’intempestività della proposta, arrivata a soli tre giorni dall’inizio delle lezioni e dopo che ogni istituto aveva messo a punto un proprio programma di rientro consono alle linee guida ministeriali”.

“Nessun termometro è stato pagato dalla Regione Piemonte anche perché la delibera di stanziamento è di venerdì scorso, a sole 72 ore dal suono della prima campanella; insomma – conclude Grimaldi – da parte di Cirio c’è stata solo propaganda e oggi abbiamo la conferma del vero obiettivo della sua manovra: stare qualche giorno sulle prime pagine dei giornali. Da questo punto di vista, l’impugnativa del Governo per noi è una brutta notizia: ora Cirio potrà fare la vittima e dire che lui ci aveva provato. Che tristezza”.

Ospedale Als To5, Salizzoni: “Rischiamo di perdere tempo”

Il vice Presidente del Consiglio regionale: “Fare certezza sui rischi idrogeologici ma il documento con cui si chiede un nuovo studio sul sito è solo una manovra dilatoria”

 

Riaprire la discussione sulla localizzazione del nuovo ospedale unico dell’AslTO5 significa perdere ulteriore tempo, ripartire dalla casella iniziale, e, quindi, mettere in forse questa infrastruttura. Ma quanto fatto e deciso negli ultimi cinque anni era tutto uno scherzo? Strutture obsolete come quelle di Moncalieri e di Chieri quanto possono ancora reggere? La sanità piemontese ha bisogno di ospedali moderni, efficienti, sicuri e dotati di attrezzature di ultima generazione:

così il vice Presidente del Consiglio regionale Mauro SALIZZONI commentando l’approvazione da parte dell’Aula dell’Ordine del giorno relativo al nuovo ospedale dell’AslTO5.

“L’area Vadò era stata individuata alla fine di un faticoso confronto con le amministrazioni locali, ed era stata scelta soprattutto guardando la logistica – ricorda Mauro SALIZZONI nel suo intervento durante il dibattito consiliare – Un precedente studio aveva già escluso il rischio alluvionale. Visto che permangono dubbi in proposito, si è ritenuto di procedere ad un’ulteriore perizia. Tutti concordiamo sul fatto che si debbano avere certezze in tal senso ma un conto è procedere ad una nuova perizia, altro è chiedere di riaggiornare lo studio sul nuovo ospedale della TO5, la cui sede non può certo essere condizionata dal colore politico di questa o quella amministrazione”.

“La scelta del sito dove realizzare il nuovo ospedale deve corrispondere a precisi criteri, deve essere un ospedale comodo da raggiungere e deve essere baricentrico-aggiunge ancora Mauro SALIZZONI-Ma la baricentricità non è da intendersi come un’astratta distanza tra punti geometrici, bensì occorre tenere conto della distribuzione della popolazione nell’area dell’Asl, ovvero la densità abitativa. Più di un terzo degli abitanti sono concentrati a Moncalieri e Nichelino. Il rischio è molti cittadini finirebbero con il far riferimento al futuro Parco della Salute, che, quindi, potrebbe risultare sottodimensionato in termini di posti letto”.

Tavolo ex Embraco, Costanzo (M5S): “Un buon inizio”

Questa mattina, in Prefettura a Torino, si è tenuto il primo tavolo tra la Sottosegretaria al Mise Todde, la Sindaca di Torino Appendino, il vescovo Nosiglia e il neo-commissario straordinario dell’Acc Wanbao Maurizio Castro.

All’illustrazione del piano di rilancio del sito di Riva Presso Chieri, messo a punto da Governo e Invitalia, ha partecipato anche la deputata piemontese Jessica Costanzo (M5S), da sempre attenta agli sviluppi della vertenza.
“Questo incontro – commenta Costanzo – è sicuramente un buon inizio. Il Governo dimostra il suo impegno serio, dopo aver lavorato a testa bassa senza annunci e attirandosi a volte per questo le critiche di lavoratori e sindacati.
Il Fondo per la gestione della crisi d’impresa introdotto dal Decreto Rilancio con i 100 milioni di euro stanziati – afferma Costanzo – inizia infatti a dare i suoi frutti, oggi visibili concretamente con il nuovo progetto di creazione del polo nazionale per la produzione di compressori per frigoriferi in cui confluiranno l’ex Embraco e l’ex Acc di Mel, in crisi dopo l’uscita del gruppo cinese Wanbao.  L’obiettivo – continua Costanzo – è quello di strutturare finalmente un vero piano industriale, ciò che era sempre mancato nelle infelici gestioni precedenti. Ho apprezzato molto l’atteggiamento del dottor Castro, nominato commissario straordinario, che ha evitato di sbilanciarsi con numeri e proclami e ha riconosciuto il grande lavoro della sottosegretaria Todde, affermando di non aver mai trovato, in quarant’anni di carriera, qualcuno di esigente e pragmatico come lei.
“Questo progetto – prosegue Costanzo – parte dalla consapevolezza che la specializzazione è la chiave del successo dell’operazione e che d’ora in avanti si eviterà in ogni modo la competizione tra siti. Il cambio di paradigma molto apprezzabile: integrazione sarà la parola chiave, poiché si è visto che negli anni pregressi mettere uno contro l’altro siti che si occupano di produzione dei medesimi beni non ha portato a nulla di buono. La diversificazione è importante: occorre puntare sul know-how e sulle competenze dei lavoratori che dovranno comunque essere riaggiornate dopo lo stop di ben quattro anni per le note vicende.
Salvare l’ex-Embraco – conclude Costanzo – è da sempre obiettivo del governo. Ora, per rispetto di tutti i lavoratori e delle loro storie, occorre mettere da parte ogni trionfalismo e concentrarsi finalmente su una seria politica industriale”.

Tra le pieghe e le piaghe del COVID-19

Il Movimento per la vita di Torino annuncia la presentazione dell’ultimo libro scritto dal giornalista e direttore del quotidiano “La Croce” Mario Adinolfi.

Riceviamo e pubblichiamo / Il libro “Il Grido dei penultimi” verrà presentato dal prof. Valter Boero, presidente del Movimento per la vita di Torino (ore 18 del 16 settembre presso l’Istituto Internazionale Don Bosco in Torino, via Caboto 27) porta lo sguardo su una realtà volutamente nascosta dalle necessità di audience dei media. Non solo, con lo sguardo sui “penultimi”, sarà possibile riflettere sulla nostra vita personale e guadagnare una prospettiva nuova sulla realtà che ci circonda.

C’è una realtà taciuta a cui Mario Adinolfi, ha dato voce raccogliendo toccanti testimonianze.

Emerge da queste testimonianze, la fragilità di tante famiglie e soprattutto la necessità di puntare sul rafforzamento di questa struttura; unica capace di resistere alla forza distruttiva delle avversità naturali e di quelle antropiche.

L’appuntamento è per il 16 settembre 2020, presso l’Istituto Internazionale don Bosco, via Caboto 27 alle ore 18:00.

Munirsi di mascherina e prenotare il posto (info@vitatorino.org) per le solite ragioni di sicurezza COVID.