Desidero esprimere la mia solidarietà ad un rinomato locale del centro città che nella notte è stato derubato da anonimi ladri.
Il Consiglio regionale riduce le spese
Continua il contenimento della spesa del Consiglio regionale, attraverso un ridimensionamento dei costi della politica e dei costi della struttura che ha anche visto una diminuzione di personale.
Il dato emerge dalla illustrazione, da parte del presidente Stefano Allasia, del Bilancio di previsione finanziario del Consiglio Regionale del Piemonte per il triennio 2021-23, approvato nell’Aula di Palazzo Lascaris con il voto favorevole della maggioranza e del gruppo M5s, e il voto di presenza delle altre opposizioni.
Il fabbisogno 2021 ammonta a 48,8 milioni di euro in diminuzione rispetto al previsionale del 2019 che superava i 49 milioni. Un fabbisogno che dovrebbe ulteriormente diminuire nel 2022 e 2023 scendendo a 47,5 milioni. Nel 2010 la cifra ammontava a 74 milioni.
Attraverso la razionalizzazione delle risorse, proseguono le spese di investimento (oltre 23 milioni) per consentire la manutenzione straordinaria degli immobili, di rilevanza storica e artistica, del Consiglio regionale e l’implementazione dei sistemi informatici volta alla digitalizzazione e dematerializzazione delle procedure amministrative.
VALLE (Pd): “in quattro mesi 12 sedute, oltre 40 soggetti auditi”
Torino 29 dicembre 2020 – Oggi in Consiglio Regionale, come prevedeva la Delibera dell’Ufficio di Presidenza istitutiva del gruppo di indagine, ho relazionato sui primi mesi di attività di indagine. Il gruppo si è ritrovato 12 volte audendo oltre 40 soggetti nell’arco di quattro mesi: strutture regionali, sindacati, rappresentanze datoriali e associazioni. In questo modo si sono raccolte opinioni e dati importanti sulla prima fase dell’epidemia di covid19, che è andata da febbraio a giugno.
In questi primi mesi sono sempre stati garantiti dalla maggioranza gli spazi necessari al gruppo di indagine, tuttavia sarebbe auspicabile per i prossimi mesi poter contare su una calendarizzazione degli spazi per le riunioni che offra maggior respiro, al fine di consentire la partecipazione degli assessori competenti.
Molte delle questioni aperte, ad esempio l’implementazione del sistema tamponi e le relative politiche d’accesso, il supporto alle RSA, i temi legati alle nuove assunzioni o alla realizzazione di posti letto, hanno avuto una naturale continuazione in quello che è avvenuto negli ultimi mesi, nella c.d. seconda ondata. Nei prossimi mesi sarà quindi possibile una analisi “a bocce ferme” che non è stata possibile nei mesi caldi dell’emergenza, dove questi temi venivano affrontati secondo le contingenze del momento in quarta commissione.
Da marzo a ottobre è possibile rilevare che si è finalmente conclusa l’evoluzione della c.d. catena di comando, che ha trovato un assetto definitivo. Difficile però non rilevare che spesso le esigenze di comunicazione hanno confuso la reale portata dei singoli provvedimenti e che molte scelte organizzative hanno spesso inseguito i problemi invece di anticiparli. Inoltre la decisione di individuare due gruppi distinti ha impedito dall’origine di sviluppare una positiva riflessione legata all’integrazione di territorio e ospedale, che vengono così esaminati come due realtà che non trovano contatto e che ha portato i due gruppi ad adottare approcci divergenti rispetto alle delibere istitutive e differenti fra loro: il gruppo Monchiero legando la sua rivisitazione della rete all’individuazione dei nuovi posti letto di terapia intensiva, il gruppo Fazio individuando invece un più generale tema di rivisitazione della sanità di territorio.
Nei prossimi mesi, oltre ai temi già citati, un focus particolare sarà rivolto ai temi delle carceri e dell’associazionismo, sollecitati da diversi commissari partecipanti al gruppo.
Daniele Valle, Coordinatore Gruppo di indagine sul Covid19
L’approvazione degli ordini del giorno, di maggioranza e opposizione, con l’impegno al governo di risarcire i gestori degli impianti sciistici relativamente ai costi fissi, rappresenta un importante passo avanti per quanto riguarda il sostegno al sistema montagna. Bene, però, farebbe il governo a cambiare strategia, evitando di inseguire le conseguenze economiche del Covid e anticipare, invece, le misure necessarie nei diversi scenari che dovessero presentarsi da qui a tre mesi.
Il presidente Conte e il ministro Gualtieri dovrebbero saggiamente prevedere le risorse necessarie per risarcire il sistema montagna sulla base dei diversi livelli di diffusione della pandemia, fino a ipotizzare i costi da affrontare nel caso di un blocco totale della stagione sciistica. Perché si tratta di dare qualche certezza aggiuntiva non solo agli operatori della montagna ma anche agli appassionati dello sci e della montagna in generale. Con le politiche dei risarcimenti ex post si tampona l’emergenza per i danni già provocati ma non si accende una luce sugli sviluppi futuri prossimi. E questo è necessario fare oggi.
on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia
Le agenzie di viaggio chiedono aiuto al Governo
Il Consiglio comunale dedicato all’approvazione del bilancio L’assessore Panichelli: “Intendiamo sostenere i servizi sociali e l’istruzione”
Il Consiglio comunale di Volpiano, riunitosi lunedì 28 dicembre, si è aperto con il ricordo di Gianfranco Conterio, sindaco di Volpiano dal 1988 al 1997, morto il 25 dicembre all’età di 78 anni. Nelle parole del sindaco Emanuele De Zuanne, del presidente del Consiglio comunale Giuseppe Richiardi e della consigliera Monica Camoletto, sono state evidenziate le caratteristiche di un uomo molto impegnato per la comunità, sia come medico che come amministratore pubblico, tollerante e, al contempo, estremamente schietto nell’esprimere le proprie convinzioni; Gianfranco Conterio è stato l’ottavo sindaco di Volpiano dal secondo Dopoguerra e il primo a essere eletto direttamente dai cittadini.
La seduta è stata in gran parte dedicata all’approvazione del bilancio di previsione 2021/2023 e agli atti connessi, a partire dal Documento unico di programmazione (Dup). L’assessore al Bilancio Giovanni Panichelli ha sottolineato gli effetti economici della pandemia sui conti degli enti locali e il sostegno dato dal governo attraverso un fondo di 3,5 miliardi di euro, successivamente rifinanziato, per consentire alle amministrazioni di affrontare le difficoltà e che ha significato per il Comune di Volpiano un contributo di oltre 700mila euro.
Nel dettaglio, il bilancio di previsione 2021/2023 del Comune di Volpiano, l’ultimo di questa amministrazione, trova il punto di equilibrio a 17 milioni e 871mila euro, con 2 milioni di euro destinati ai servizi sociali, un milione e mezzo all’istruzione e alla mobilità, un milione per sviluppo sostenibile e ambiente, 732mila per sicurezza e ordine pubblico e 460mila per beni e attività culturali. «L’intenzione dell’amministrazione – ha sottolineato Panichelli – è sostenere il più possibile gli aspetti sociali e l’istruzione, in linea con quanto fatto negli anni precedenti».
Non sono state apportate modifiche né all’addizionale comunale Irpef, mantenendo gli attuali scaglioni e l’esenzione per i redditi inferiori a 10mila euro, né all’Imu, che il legislatore ha previsto sia ora comprensiva anche della Tasi, né alle tariffe dei servizi pubblici a domanda individuale. Su quest’ultimo punto, l’assessore Panichelli ha riportato i dati del portale OpenCivitas, che mette a confronto la spesa e la tipologia dei servizi erogati dagli enti locali italiani, che evidenziano «per Volpiano una qualità nettamente superiore alla media, con valore complessivo pari a otto in una scala da uno a dieci, e dieci per quanto riguarda il settore sociale e l’asilo nido».
Come dare torto al senatore Mauro Laus. E’ decisamente deprimente scegliere online il candidato a sindaco. Che potrebbe essere una donna, visto che si è candidata anche Gianna Pentenero da Chivasso. Molto nota come consigliere ed Assessore regionale.

Quei leader politici ma anche spirituali…
È consuetudine, ormai anche da settori che hanno contribuito nel tempo a distruggere e a criminalizzare politicamente la classe dirigente del passato, rimpiangere quei leader e quegli statisti.
Certo, essendo di fatto impossibile tracciare qualsiasi confronto con la classe dirigente contemporanea.
Del resto, dopo avere teorizzato per molti anni la lotta senza quartiere contro la
politica, i suoi strumenti essenziali e le sue modalità concrete, era abbastanza scontato che prima
o poi si approdasse ad una non classe dirigente. Cioè ad una consorteria dove a prevalere erano
disvalori quali l’incompetenza, l’inesperienza, l’improvvisazione, la casualità e l’odio implacabile
contro tutto ciò che era semplicemente riconducibile al passato. E l’avvento al potere dei 5 stelle
non poteva che essere la naturale conseguenza di tutto ciò. Certo, aiutato da contributi non
casuali come, ad esempio, la violenta e spregiudicata operazione di potere denominata
“rottamazione”, o l’esaltazione dell’”anno zero” intesa come volontà di distruggere e sfregiare chi
ti ha preceduto. Il tutto culminato con le parole d’ordine che tuttora segnano in profondità
l’esperienza e la prassi dei 5 stelle. Cioè il “vaffaday”.
Ora, c’è un aspetto essenziale, e forse volutamente trascurato, che però vale ricordare e
rammentare quando si ricorda la classe dirigente democratico cristiana che ha saputo guidare ed
orientare laicamente, con sapienza ed intelligenza, il nostro paese per quasi 50 anni. Ovvero, la
dimensione spirituale di quei leader e di quegli statisti. Un osservatore disattento potrebbe
sostenere che tutto ciò è un affare che riguarda la coscienza del singolo e che non può e non
deve condizionare l’attività politica e di governo. Eppure proprio quei leader e quegli statisti sono
stati i principali difensori della laicità dell’azione politica da un lato e gli alfieri decisivi della
importanza e della centralità delle nostre istituzioni democratiche. Cioè dello Stato. Ma l’elemento
che ha caratterizzato il profilo e la natura di quelle persone è stato la profonda spiritualità che li
animava. Erano uomini e donne di Stato ma, al contempo, erano anche punti di riferimento per
quelle comunità ecclesiali e di credenti che credevano nell’impegno politico e nella difesa e nella
promozione dei ceti popolari attraverso l’azione politica e di governo. Ecco la specificità di quella
classe dirigente, oggi praticamente introvabile ed evaporata. Un elemento che, certo, interessa e
coinvolge principalmente la storia e l’esperienza del cattolicesimo politico italiano, ieri come oggi.
Ma rappresenta anche un elemento che interessa e coinvolge l’intera storia del nostro paese.
Laici o credenti che siano non fa alcuna differenza. Certo, leader e e statisti che non ostentavano
simboli religiosi, che non ambivano ad essere “cattolici professionisti” di turno per dirla con Mino
Martinazzoli nè potevano essere tacciati di diventare “sepolcri imbiancati” per citare un altro
grande leader democratico cristiano, Carlo Donat-Cattin. Erano, molto più semplicemente e
discretamente, credenti e politici. Ma punto di riferimento sia della comunità ecclesiale e sia della
comunità politica.
Una tradizione, o meglio una esperienza umana, civile e religiosa che, purtroppo, non siamo stati
in grado di proseguire, di inverare e di declinare anche nella società contemporanea. Al di là dello
scorrere inesorabile del tempo e del profondo cambiamento delle diverse fasi storiche.
Ecco una delle tante lezioni che possiamo trarre dal passato, che non tramonta e che non va
rottamato, quando ripercorriamo la miglior stagione del cattolicesimo politico, sociale
democratico nella storia del nostro paese. E cioè, nel rigoroso rispetto della laicità dello Stato e
della stessa azione politica, non esiste un leader politico cattolico democratico se, accanto al
progetto politico che interpreta e che rappresenta in quel particolare momento storico non è
accompagnato anche, e soprattutto, da una solida e non ostentata spiritualità. Senza alcuna
deviazione clericale e confessionale ma con la consapevolezza che l’ispirazione cristiana continua
ad essere fonte inesauribile per una seria, ricca e costruttiva azione politica. A livello locale come
a livello nazionale.
Giorgio Merlo
L’avvocato Massimo Gotta, del foro di Torino, ha ricevuto l’incarico di vice presidente nazionale di Meritocrazia Italia, l’associazione “nata poco più di due anni fa con l’intento di promuovere la spontanea valorizzazione del merito, della formazione e della premialità dell’impegno, con il fine ultimo di perseguire giustizia ed equità sociale, quali presupposti per la riscoperta di valori primari dimenticati ed il rilancio del Paese.
Avvocato specializzato in diritto civile e commerciale, già presidente dell’associazione forense Aiga, distretto di Torino, attivo nell’ambito della politica forense sin dagli inizi della professione, Massimo Gotta ha accolto la nomina con grande entusiasmo e senso di responsabilità, ritenendo che la stessa possa favorire la crescita della neo associazione, che già annovera migliaia di iscritti su tutto il territorio nazionale, anche a livello regionale.
“Questa nomina è il frutto del grande impegno, della serietà, della competenza e dello straordinario garbo di Massimo, che nel suo percorso in Meritocrazia Italia ha sempre dimostrato un grande senso istituzionale, rivestendo prima il ruolo di coordinatore regionale e poi di consigliere di presidenza” il commento del presidente nazionale di Meritocrazia Italia, Walter Mauriello.
Ok al ddl sul turismo itinerante
La commissione Turismo (presidente Claudio Leone) ha licenziato a maggioranza il ddl 85 che modifica la legge regionale sui complessi ricettivi all’aperto e sul turismo itinerante, approvata nel 2019.
Come ha spiegato l’assessore Vittoria Poggio, il provvedimento si è reso necessario dopo le osservazioni, i pareri e le impugnazioni da parte di alcuni Ministeri (Mibact e Interni) e dell’Autorità Garante della concorrenza e del mercato. In particolare, sono stati mossi rilievi sulla compatibilità ambientale per quanto riguarda gli allestimenti ricettivi all’aperto, nonché sul rischio di generare confusione con le norme vigenti nel settore tecnico-edilizio.
Il presidente del gruppo Pd Raffaele Gallo è intervenuto nel dibattito e ha affermato che “alcune modifiche al testo del disegno di legge sul turismo itinerante sono effettivamente quelle richieste dal Governo, altre rispondono alla necessità di chiarimento o coordinamento del testo. Sul tema del garden sharing, invece, vogliamo portare avanti una riflessione ampia e articolata e per questo motivo abbiamo chiesto di stralciare tutte le parti che riguardano questo argomento”.
La Commissione ha quindi accolto all’unanimità la proposta di rinviare a un’ulteriore norma gli interventi non oggetto di rilievo governativo.