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Il grande accordo di Bruxelles: cosa accadrà?

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Le decisioni prese a Bruxelles dal Consiglio europeo dopo quattro giorni di discussioni non possono essere valutate oggi. Certamente può esaltarle, considerandole storiche, il presidente del Consiglio che ha rivelato indubbiamente una certa capacità che  non era così scontata; possono considerale un traguardo determinate forze politiche, mentre le opposizioni possono legittimamente essere critiche e sospettose, anche se le parole di Salvini appaiono ancora una volta eccessive.

Stupisce che il Presidente della Repubblica abbia espresso il suo pubblico plauso  al Presidente del Consiglio, instaurando un precedente che, in termini istituzionali, non ci piace. Credo che il presidente Conte debba al più presto riferire in Parlamento e quindi al Paese della sua missione europea. Conte certamente si è giocato tutto a Bruxelles, ma solo quando si passerà, nel 2021 inoltrato, a ricevere i fondi europei a titolo di prestito e a titolo di aiuti a fondo perduto (più i primi che i secondi) sarà possibile valutare in concreto se l’Italia ha fatto un buon affare.
Oggi bisogna augurarci  per il bene dell’Italia che a Bruxelles Conte abbia avuto successo, ma non ci sono certezze in proposito. All’indomani della trattativa europea emergono anche preoccupazioni sulle condizionalità connesse agli aiuti e ai prestiti. È un tema che va approfondito e chiarito subito perché l’esempio della Grecia commissariata e sfruttata dai vertici europei non si può dimenticare. L’Italia è oggi prostata dal Covid 19 e da una crisi economica che può distruggerci. I fondi europei arriveranno il prossimo anno. Si pone il problema di come affrontare i problemi dell’oggi e dell’autunno prossimo.Qui il governo rivela molta improvvisazione e tanta intempestività. Molte imprese sono state abbandonate a se’ stesse, il turismo sta boccheggiando in modo allarmante e il governo non è riuscito a far qualcosa di concreto per affrontare la crisi con il rilancio dell’economia. La politica dei sussidi non può certamente rivitalizzare  il Paese, ma può  solo creare dei nuovi poveri alle dipendenze dello Stato padrone . Molte scelte economiche, da Alitalia ad Autostrade, rivelano un nuovo statalismo, in alcuni casi assistenziale. L’esatto opposto di un’economia liberale. Con queste premesse sarà difficile usare i fondi europei nel modo giusto perché certi pregiudizi ideologici continueranno a pesare. Da europeista convinto da sempre ,non mi ritengo soddisfatto di quanto e’ stato deciso a Bruxelles. Non è una pagina storica perché  ci rivela un’Europa divisa e gretta, persino un’Europa che passa sopra al fatto che Orban ha travalicato le regole europee della democrazia liberale. E’ un’Europa migliore rispetto a quella che abbiamo visto negli ultimi anni, ma un’Europa lontanissima da quella sognata dai padri fondatori. Mancano i grandi statisti europei e dobbiamo accontentarci di surrogati. Merkel al posto di Adenauer, Conte al posto di De Gasperi sono segni evidenti di un  forte degrado della politica. Ed anche le versioni al femminile dell’ Europa non sono purtroppo delle soluzioni salvifiche  ai gravi problemi che  ci troviamo di fronte. Anche questo si è visto a Bruxelles negli ultimi giorni che andranno valutati sulla lunga distanza e non certo oggi.Oggi vale la sospensione di giudizio, quella che i Greci chiamavano Epoke’. Una sospensione critica perché ci sono comunque elementi allarmanti per il futuro che si vedono già oggi. Non appare neppure chiaro se vorranno o meno richiedere il Mes , una questione che divide il Governo e che appariva molto importante ed oggi è stata derubricata come secondaria. Anche in questa direzione le idee appaiono piuttosto confuse , malgrado riguardino la spesa sanitaria.
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Dentix, Costanzo (M5S): “Fare luce sul mistero delle cliniche odontoiatriche”

“Riapriremo non appena finalizzata la messa in sicurezza degli ambulatori”: ecco cosa troviamo ancora oggi affisso sulle vetrine degli studi Dentix Italia, la catena odontoiatrica presente su tutto il territorio nazionale, nonostante fortunatamente l’emergenza sanitaria sembri alle spalle.

“Peccato – spiega Jessica Costanzo, parlamentare piemontese del M5S in Commissione Lavoro – che gli ambulatori non abbiano mai riaperto, che i pazienti non riescano più a mettersi in contatto con le cliniche e che molti di loro abbiano già pagato le cure attraverso finanziamenti.
Il quadro è davvero allarmante, perché coinvolge pazienti, dipendenti e fornitori. A Settimo Torinese, ad esempio, i lavoratori sono preoccupati per il loro impiego: sono stati lasciati da settimane senza notizie certe su una possibile riapertura, nonostante la ripartenza di alcune aziende concorrenti. Anche dalla sede amministrativa di Milano tutto tace. Ricordiamo che sono oltre 60 gli studi dentistici aperti in tutta Italia e concentrati in 12 regioni, con oltre 400 lavoratori coinvolti”.
“La situazione – puntualizza Jessica Costanzo – è davvero oscura. A tutto questo si aggiunge il sospetto di un ‘modus operandi’ per cui i medici delle varie sedi Dentix avrebbero spinto i pazienti ad accendere un finanziamento, suggerendo cure odontoiatriche non necessarie, ma soprattutto mai erogate e già pagate.
Sullo sfondo c’è possibile fallimento Dentix, con voci di difficoltà economiche e di un problema di liquidità che metterebbe a rischio la sopravvivenza stessa di Dentix Italia. “Per tutti questi motivi – conclude Costanzo – abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare”.

Rifondazione chiede le dimissioni di Icardi

Mercoledì 22 luglio, alle ore 11, si terrà un presidio-conferenza stampa davanti all’entrata principale Ospedale Molinette, in corso Bramante 89/90, Torino, organizzato da Rifondazione Comunista – Sinistra Europea.

Presente il segretario provinciale Ezio Locatelli. L’iniziativa è volta a denunciare il tentativo della Giunta Regionale, con l’assessore regionale Icardi in testa, di procedere alla privatizzazione di ospedali (a cominciare dall’ospedale di Tortona) e di servizi (il sovracup) con grande dispendio di risorse pubbliche e nessuna garanzia di funzionalità, come decenni di esternalizzazioni hanno ampiamente dimostrato, al solo scopo di soddisfare le richieste di ampliamento degli spazi di intervento dei grandi gruppi privati. Intanto si allungano i tempi di attesa per visite o interventi sanitari vari. Oltre 100 mila sono i cittadini che da marzo ad oggi (a nostra conoscenza) di cui l’assessore a capo della sanità regionale dice di non avere dati certi. Anche in questo caso si punta a sfruttare i ritardi e la situazione di caos, non per assumere personale, ma per privatizzare gli sportelli e servizi essenziali per i cittadini. Su questi e altri temi, che mettono a repentaglio il servizio sanitario pubblico, Rifondazione Comunista illustrerà le sue proposte in occasione del presidio alle Molinette, il primo, ne seguiranno altri  in diversi ospedali della provincia e della regione.

 Rifondazione Comunista  Torino

Gallo (Pd): “Dall’assessora nulla sull’occupazione femminile”

 “Ho interrogato, oggi, l’Assessora regionale al Lavoro Elena Chiorino per fare il punto sul tema dell’occupazione femminile.

I recentissimi dati diffusi dall’Istat confermano, infatti, che sono proprio le donne a essere maggiormente esposte alle devastanti conseguenze economiche e sociali causate dalla pandemia. Particolarmente allarmante è il significativo aumento del numero di donne inattive che, nel lungo periodo, rischia di contribuire a un progressivo distacco e ritiro dal mercato del lavoro” afferma il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“Altre regioni italiane, come l’Emilia Romagna, sono già intervenute per individuare soluzioni a questo problema che rischia di diventare sempre più allarmante anche alla luce dei cambi di abitudini legate allo Smart working, individuando insieme ai rappresentanti di tutti i soggetti interessati misure a sostegno dell’occupazione femminile” spiega Gallo.

“Con questa interrogazione a risposta immediata – prosegue Raffaele Gallo – ho voluto aprire la discussione e chiedere all’Assessora se non reputi necessario e urgente che venga delineato un quadro preciso e aggiornato del mercato del lavoro, con particolare attenzione all’occupazione femminile per acquisire gli elementi conoscitivi che consentiranno interventi mirati e concreti. L’Assessora Chiorino, nella sua risposta, ha semplicemente esposto i dati dell’Ires sul tema, rinviando alle prossime statistiche di ottobre le proprie valutazioni, senza indicare alcun tipo di linea guida! Una risposta per me inaccettabile su un tema così delicato per il quale si devono assumere decisioni subito!”.

Italia dei Valori: solidarietà ai ristoratori e agli operatori del turismo

A nome mio e del Partito, scrive Paolo Cuomo membro esecutivo nazionale e coordinatore regionale del Lazio, esprimo la nostra sentita solidarietà ai ristoratori ed agli operatori del turismo di tutta Italia che stanno vivendo forti criticità economiche e di fatturato per l’assenza del turismo internazionale e per la discutibile misura dello smart  working.

Questo spirito di solidarietà dell’IDV assume un peculiare valore e spessore di fronte alle parole gravemente offensive ed inaccettabili espresse dal viceministro Castelli in una recente intervista televisiva. Invece di aiutare ed incoraggiare, con misure efficaci e durature gli operatori del turismo ed i ristoratori, conclude l’esponente Idv , il viceministro Castelli manifesta il pensiero più becero e umiliante della politica dei 5 stelle.

Quella volta che Giuliano Ferrara mi salvò

Pure una cooperativa agroforestale ho fondato. Non da solo, si intende. Allora il numero minimo era 9 persone. Stiamo parlando del 1978, per me un anno decisamente pieno di avvenimenti. Ero talmente ” brillante” (vera definizione incosciente) che mi licenziai da un lavoro sicurissimo: impiegato Inps, mi licenziai senza alcuna alternativa, semplicemente non mi piaceva quel lavoro
e i suoi orari. 7, 30 –  14 compreso il sabato.

Tutta la mattina a scrivere cartellini degli assicurati. Non contento a febbraio mi sposo senza una lira in tasca. Tutti i soldi della liquidazione di mio padre, morto all’improvviso, investiti nel comperare l’alloggio di via Cherubini. Fortunatamente la mia futura sposa, maestra d’asilo di Torino passava a tempo pieno raddoppiando lo stipendio. Nessun viaggio di nozze, nessuno dei due aveva la patente e dunque nessuna auto. Ogni sei  mesi 360 mila lire di mutuo da pagare e il suo stipendio di 126 mila lire.

Tredicesima, e poi venne la quattordicesima. 21 anni, avevamo il mondo in mano. Proprio così, due cuori ed una capanna , che poi era un alloggio di 45 metri quadrati. Unico lusso molti libri. Il mese successivo arriva l’idea di fondare la cooperativa. Fu Carlo Foppa, assessore al lavoro di Torino ad avere l’idea. Istituì un fondo di rotazione di 200 milioni anni. Il meccanismo era presto detto. La Coop doveva essere fondata  almeno per metà da giovani in cerca di lavoro e per almeno il 30% di addetti con esperienza nel settore. Fino a 20 milioni a cooperativa restituibili in 5 anni senza interessi. Da aprile a luglio lavoro a tempo pieno. Paga sindacale e ci decurtavamo il 10 % che si lasciava in Coop. All’inizio tanto quanto, ma a luglio che caldo. Zappare la terra ti spezza la schiena. Poi il capo che decide come lavori, quanto lavori e quando ti riposi. Non era per me. Agosto: frugale vacanza in campeggio e nessuna voglia di rientrare. Mi salvò Giuliano Ferrara. Festa Provinciale dell Unità. Patrizio sei sparito, che stai facendo? Mi sveglio alle 6 e crollo alle 10 di sera. Perché non fai il responsabile all’Università dei giovani comunisti? Mi piacerebbe ma devo comunque lavorare. Vieni domani in Federazione che ne parliamo.

La sua idea era questa: al mattino lavori come correttore di bozze alla Paravia, al pomeriggio all’Università, Palazzo nuovo. Accettai subito, entusiasta. I tre mesi più belli della mia vita. Tra la campagna e lo studio preferivo il secondo. Bello il profumo della carta stampata. Tutti i lunedì sera direttivo del Pci in via Mazzini dove mi “abbeveravo” con gli interventi dei professori universitari iscritti al Pci. Poi (finalmente) il grande salto: funzionario a tempo pieno. Paga 300mila lire al mese. 100 della sezione universitaria, 100 del Pci e 1oo della Fgci. Primo anno senza contributi e poi tutto regolare fino al settembre del 1982. Niente da dire, avevo coronato un sogno. C’erano le elezioni universitarie. Solo il 15% degli iscritti al voto. Detto così sembra poco. Ma non per quegli anni… 1977, gli anni di piombo, e Palazzo Nuovo era un covo di novelli terroristi rossi. Per la cronaca la lista di sinistra vinse aggiudicandosi 2 seggi nel cda dell’Ateneo. Io venni eletto nel cda dell’Opera Universitaria che organizzava i servizi per gli studenti. Bella esperienza.

Contenti anche i Riformisti laici, giovani liberali e soprattutto i Ciellini di Gianpiero Leo, loro Capo assoluto. Unici arrabbiati i nostri alleati giovani socialisti. Nessuno di loro venne eletto. In particolare Edmondo Rho loro segretario. Ci teneva molto. Grazie alla disciplina di partito, noi dicemmo di votare solo i nostri ed i nostri vennero eletti. Francamente mi sono divertito molto. Ho iniziato l’anno come impiegato INPS e l’ho finito come amministratore dell’Università. Bella carriera, no? Ma non era tanto la carriera che ci interessava. Era la politica , quella sì ci interessava molto. Era già cominciata l’era del riflusso. Il cosiddetto riflusso verso i fatti propri. Non era più tempo del tutto è politica ed il privato è pubblico. Comunque si sentiva, si capiva che qualcosa bisognava cambiare e la politica serviva a questo. E non tutto è stato buttato via. Qualcosa si è fatto, qualcosa siamo riusciti a fare. Magari poco, ma è sempre meglio che niente. Appunto, un’altra epoca, un altro mondo. Non il “miserere” di oggi. Almeno ci abbiamo provato.

Patrizio Tosetto

Caos CUP, Grimaldi (LUV): “ascoltare i lavoratori della sanità e dei call center”

“Va ridisegnato il sistema, via le risposte in due minuti e mai il call center in Albania”

Tra i problemi di questa fase sanitaria post covid, le difficoltà che i nostri concittadini incontrano per prenotare una prestazione sanitaria nel pubblico è senz’altro quella più urgente da risolvere. Se certamente le liste di attesa sono esplose anche a causa del lungo fermo, dettato dall’impossibilità di garantire le prestazioni sanitarie durante la presenza massiccia del virus in Piemonte, occorre però risolvere da subito la grana relativa all’organizzazione del sistema di prenotazione che – per sua strutturazione – ha due problemi: da un lato offre un servizio in cui prendere la linea è complicato e le telefonate spesso non raggiungono lo scopo preposto, dall’altro rischia di far rotolare molte prestazioni sanitarie sull’intramoenia e sui privati”.

Queste le parole di Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in regione, a margine del confronto con l’Assessore regionale alla sanità, Luigi Icardi durante la Commissione regionale in merito ai malfunzionamenti del Centro Unico di Prenotazione Regionale.

“La gran parte delle critiche dei cittadini si concentrano sul fatto che il numero unico regionale di prenotazione renda estremamente difficile prendere la linea e parlare con un operatore: i racconti delle telefonate interrotte sono centinaia ma non è un caso. Se spingiamo l’attenzione sull’efficienza – ricorda Grimaldi –, sperando che siano chiamate brevi entro i due minuti a garantirla, sbagliamo di grosso. Occorre invece che le chiamate durino il necessario ad offrire al paziente un servizio all’altezza, garantendo all’operatore il tempo adeguato a sondare tutte le possibilità di visita e di prenotazioni utili ai cittadini piemontesi. Questo lavoro – commenta Grimaldi – spesso richiede un po’ più di tempo e una profonda conoscenza del territorio e delle caratteristiche delle strutture sanitarie piemontesi. È evidente che due minuti di telefonata sono molto pochi e non si possa dare un buon servizio – prosegue Grimaldi – e, da questo punto di vista, non ha nessun senso tentare di abbattere i costi spostando i call center in Albania. Cosa ne può sapere un telefonista che vive aldilà dell’Adriatico di com’è la situazione sanitaria piemontese?”.

“I servizi informatici e online dovrebbero essere più rapidi per i pazienti già presi in carico dal servizio sanitario regionale invece, alla prova dei fatti, le code davanti alle strutture che garantiscono la prenotazione dal vivo sono sempre più lunghe e numerose: com’è possibile – incalza Grimaldi – che si difenda un sistema che non sta funzionando, negando le criticità che anche gli stessi operatori stanno sollevando e scaricando sui lavoratori le colpe dei malfunzionamenti?”

“In breve – afferma Grimaldi – è assolutamente necessario che si faccia una seria customer satisfaction, valutando attentamente le esigenze e i consigli provenienti dall’esperienza del cittadino, del sanitario che lavora nelle strutture e di chi lavora al CUP: sono troppi i buchi nel sistema di prenotazione regionale, lacune che tramutano in una corsa ad ostacoli inaccettabile il processo di cura dei pazienti piemontesi che dovrebbe prendere l’avvio proprio da una telefonata utile e confortevole”.

“Proprio per questo motivo – conclude Grimaldi – il lavoro del Cup è indispensabile per garantire una buona sanità pubblica, pertanto occorre investirci più soldi e aumentare i lavoratori in servizio: a questo proposito si potrebbe da subito eliminare il lavoro alla domenica e distribuire sui restanti giorni l’attuale personale: l’uso del call center in quel giorno è pari a zero”.

“La nuova ZTL? Solo un piano contro i furbetti delle strisce blu”

“La montagna ha partorito il topolino. Le telecamere renderanno impossibile eludere il pagamento del posteggio sperando di “farla franca”: la novità sostanziale è tutta qui, altro che rivoluzione copernicana, Il tessuto commerciale e imprenditoriale sta affrontando una crisi mai vista prima, ma questa Amministrazione priva di qualsiasi contatto con la realtà pensa, evidentemente, che la priorità non sia provare a sostenerlo”

Parole, annunci, conferenze stampa: alla fine la nuova ZTL annunciata dalla premiata ditta Appendino-Lapietra non sarà nient’altro che un sistema di contrasto nei confronti di chi, prima, poteva provare “a fare il furbo”, pagandolo solo in parte o non pagando del tutto il posteggio sulle strisce blu. Una quarantina di telecamere ai varchi e tariffe al consumo per evitare il fenomeno dei “portoghesi”. Davvero non molto di più.

La montagna ha partorito il topolino. Anzi, per essere precisi al momento si è limitata ad annunciarlo.

Perché l’Amministrazione Appendino non ha cercato piuttosto di capire quali siano le reali condizioni dei bilanci dei commercianti? Il rilancio del tema-ZTL (con un investimento da un milione e mezzo) arriva nel momento più sbagliato: questo sarebbe stato piuttosto il momento di mettere ogni euro disponibile sul sostegno al commercio.

Questa misura avrà un esito positivo sulla qualità dell’aria? Ci crederò quando vedrò i dati che lo certificano.

Quanto alle pedonalizzazioni, le sostengo senz’altro: a patto che ci sia disponibilità di parcheggi sotterranei, che sia garantito un servizio di trasporto pubblico efficiente e che le piste ciclabili che conducono al centro smettano di essere trappole pericolosissime soprattutto per gli utenti della strada più deboli: stendere una mano di vernice gialla sull’asfalto, cara Giunta, non basta.

Che la Giunta provi a sfruttare il Covid-19 per affermare il principio secondo il quale le auto sono il male assoluto è e rimane un’operazione squallida.

Questa Giunta si esibisce nell’ennesimo cambio di rotta e dimostra di non avere la più pallida percezione di che cosa sia accaduto e stia accadendo nel tessuto imprenditoriale e commerciale della città. Noi vogliamo che il commercio del centro riparta. E l’Amministrazione?

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

Metro Rivoli, Ruffino (FI): “Primo passo del lavoro di squadra con il sindaco”

“La progettazione del prolungamento della linea 1 della metropolitana di Torino fino al centro di Rivoli è un importantissimo risultato per tutto il territorio ottenuto attraverso un grande lavoro di squadra che ha visto in prima linea anche il sindaco di Rivoli Andrea Tragaioli.
Da parte mia ho presentato un question time al ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Un primo passo legato alle tante attività per far conoscere la necessità dell’opera e nello stesso tempo di sensibilizzazione. Il costo complessivo è stato stimato quasi un milione di euro e la progettazione del prolungamento della metro sarà tra gli interventi per i quali la città di Torino richiederà il finanziamento statale attraverso le risorse del Fondo per la progettazione di fattibilità delle infrastrutture e degli insediamenti prioritari per lo sviluppo del Paese. Nel question time al ministro delle infrastrutture e dei trasporti avevo chiesto quali sono le risorse effettivamente disponibili per realizzare l’intervento e quali iniziative di competenza il governo intenda mettere in campo per consentire il prolungamento come chiesto da tempo dai cittadini e dal sindaco di Rivoli. La realizzazione di questo progetto è fondamentale per il territorio. La linea 1 della metropolitana di Torino costituisce uno degli assi portanti del trasporto pubblico locale”.  Lo dichiara in una nota, Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia.

Insulti e minacce a Laura Castelli dopo la frase sui ristoratori

Una pioggia di insulti e di minacce sui social nei confronti della viceministra Laura Castelli, dopo le sue parole a proposito dei ristoratori in crisi, pronunciate a Tg2 Post.

È la stessa esponente pentastellata a pubblicare alcuni dei commenti contro di lei. “Un attacco, senza precedenti – scrive Castelli – alimentato da una campagna di disinformazione montata ad arte da quella parte di opposizione che racconta di voler collaborare, ma preferisce falsificare le mie parole, piuttosto che favorire un dibattito positivo di confronto economico e politico su un tema estremamente importante come quello del sostegno alle imprese che si vogliono innovare, cosa di cui ho realmente parlato. Questo becero modo di interpretare la politica fa molto più male al Paese, generando tensioni sociali, di quanto faccia male a me”. La sindaca Chiara Appendino  commenta su Facebook: “Esprimo la mia solidarietà a Laura Castelli per questi commenti, semplicemente vergognosi”.