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Ruffino (Fi): “Conte esautora il Parlamento e azzoppa la democrazia”

Come nel gioco delle scatole cinesi, il presidente del Consiglio continua a svuotare il Parlamento e i ministeri di ogni potere per concentrarli nelle proprie mani attraverso task force, comitati tecnici, manager e consulenti vari che rispondono a lui e, in seconda battuta o in caso di temporanea assenza, ai due dignitari di corte Patuanelli e Gualtieri.

In nessun altro dei Paesi dell’Unione europea si assiste a una simile concentrazione di potere nella figura del presidente del Consiglio. Neppure Orban ha osato mortificare così il Parlamento ungherese. Dall’Europa arriveranno 196 miliardi di euro e nessuna delle istituzioni dello Stato, dal Parlamento alle Regioni e ai Comuni, avrà voce in capitolo per decidere le priorità dei programmi e quindi la destinazione di quelle risorse. Si aggiunga che per la sanità, comparto fra i più bisognosi di interventi su larga scala, si prevede nel PNRR lo stanziamento di appena 9 miliardi quando l’Unione europea aveva calcolato per il settore una cifra  intorno ai 36 miliardi da erogare attraverso il Mes pandemico. Le decisioni di Conte, senza una marcia indietro, sono davvero scandalose e configurano un azzoppamento della democrazia parlamentare.

on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

Grimaldi: “Stop al mercatino di Natale dei tamponi rapidi”

Screening di massa; Grimaldi (LUV): “Se si preferisce il tracciamento dei focolai si faccia davvero e si fermi il mercatino di Natale dei tamponi rapidi senza regolamentazione dando a tutti la possibilità di farlo legalmente”.

“Ringraziamo il gruppo di lavoro degli epidemiologi che hanno letto e valutato la nostra proposta, avevamo anche noi avanzato dubbi dal punto di vista organizzativo ma eravamo convinti che, in virtù dell’utilità di monitorare tutti i piemontesi, tali difficoltà potessero essere superate. A differenza di Cirio il parere degli esperti lo teniamo talmente in considerazione che emenderemo il nostro testo affinché sia più rispondente alle reali possibilità ed esigenze della nostra Regione. Dobbiamo però essere altrettanto onesti: non siamo affatto sicuri che le raccomandazioni contenute per migliorare il sistema di tracciamento dei contatti screening in determinati contesti che, per le proprie caratteristiche, richiedono strategie di monitoraggio mirate, in primis personale sanitario e tutte le famiglie e il personale coinvolto nel mondo della scuola siano state ascoltate e organizzate dalla Giunta. In fondo stiamo parlando di un dejavù perché quelle sono raccomandazioni che gli esperti avevano formulato già la scorsa estate ma che la nostra Regione è stata del tutto incapace di fare. Se vogliamo evitare la terza ondata è bene che i progetti per fronteggiarla sia già pronti. Noi purtroppo attendiamo ancora di conoscerli” – è il commento di Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi.

Sappiamo che lo screening nelle scuole non è mai partito, quello nelle strutture sanitarie è andato a singhiozzo e non ha incluso molti operatori non sanitari che negli ospedali ci lavorano, e il tracciamento è saltato a inizio ottobre, non appena i contagi hanno ripreso timidamente a salire; cosa è davvero cambiato nel frattempo?” – si chiede Marco Grimaldi.

“Infine, se la Regione non ritiene di poter e dover monitorare tutti i piemontesi, nel mondo reale si sta scatenando il “mercato di Natale” che non è come quelli colorati nelle nostre piazze pre-Covid – prosegue Grimaldi – ma la corsa dei tanti privati a fare test rapidi, confondendo spesso l’offerta degli antigenici con i sierologici, offrendoli a prezzi esorbitanti (anche 75 euro per un test che ne dovrebbe costare 30) e senza inserire il risultato nel registro regionale. Alcuni lo avranno fatto in buona fede, ma molti sono semplicemente farabutti che speculano sulla legittima voglia delle persone di incontrarsi in sicurezza durante le feste anche in rispetto dei decreti nazionali; è compito della Regione mettere un freno ai mercatini del tampone sottotraccia, prima che si arrivi al mercato nero – conclude Grimaldi – con tamponi fatti ad ogni angolo da persone non adeguate, senza ricevuta e con l’esito scritto sulla carta da pacchi. Possiamo consultare in fretta MMG e farmacie per capire come rendere questo desiderio legale e possibile?”.

Boni: “La candidatura di Damilano fa acqua da tutte le parti”

Riceviamo da Igor Boni (+Europa e Radicali Italiani; candidato alle primarie del centrosinistra) e pubblichiamo
“Oltre a essere Presidente della Film Commission Piemonte, fondazione che nasce grazie alla Città di Torino e alla Regione, e avere innumerevoli altri incarichi, l’ipotetico candidato a Sindaco di Torino del centrodestra, sostenuto dalla Lega, ha una ulteriore pesantissima incudine di conflitti di interesse con la politica. Qualcuno lo avverta.
Come può immaginare chi riceve dalla Regione Piemonte concessioni sulle acque che gli fruttano decine di milioni di euro di introiti, di fare il Sindaco della città capoluogo che dovrà giornalmente, con la Regione, strutturare progetti, chiedere fondi, investire, programmare?
Sparea e Valmora e altri cinque marchi valgono letteralmente oro e lo valgono in virtù di concessioni pubbliche. L’imprenditore Damilano sindaco si troverebbe quindi nella posizione di trattare politicamente e istituzionalmente ogni giorno con il concedente (la Regione) ed essere contemporaneamente concessionario come produttore di acque minerali. E oggi l’ipotetico candidato Sindaco Damilano riceve l’endorsement dal Presidente Cirio che guida l’ente che fornisce le concessioni all’imprenditore Damilano. Roba da matti.
Più che civismo in questa candidatura ci vedo approssimazione e inciviltà politica che spero vivamente il resto della coalizione di centrosinistra voglia con me denunciare senza timore e senza mezzi termini”.

Costanzo (M5S): “Sbloccare i fondi per l’alluvione”

“In riferimento agli eventi meteorologici che si sono verificati nei giorni dal 9 al 19 maggio e dal 3 all’11 giugno 2020 nel territorio dei comuni di Baldissero Torinese, di Castiglione Torinese e di San Mauro Torinese era stata stanziata dal Governo la somma di 530mila euro a carico del Fondo per le emergenze nazionali. Apprendiamo ora che i fondi già stanziati dal Governo per i primi lavori di messa in sicurezza a seguito della dichiarazione dello stato d’emergenza sarebbero ancora bloccati per la mancata firma sull’ordinanza del capo dipartimento di protezione civile della Regione. Per questi motivi abbiamo chiesto conto ai dirigenti della Protezione Civile e in particolare ai Settori tecnici competenti per i finanziamenti per interventi di ripristino danni al patrimonio pubblico in caso di eventi calamitosi”. Così in una nota la deputata torinese del M5S Jessica Costanzo.

Todos candidatos. Ma cosa hanno in mente per Torino?

Direi proprio che la scelta dei candidati a sindaco è, e continuerà ad essere in alto mare. Sia ben chiaro, sia a destra come a sinistra.

I pentastellati non fanno testo. Semplicemente si sono evaporati. Una sola cosa hanno portato a casa. Lo stipendio, buono stipendio, per gli assessori e la Sindachessa. Buttalo via, ovviamente per loro che ne avevamo tanto di bisogno. Per loro, ovviamente solo per loro la città di Torino ha fatto un’opera di bene. Salvini docet:  Damilano nostro candidato per Torino. Ovviamente nessuno in Lega obbietta. Mica sono scemi. La ” Siberia ” nostrana è vicina. Ed eccolo il langarolo Farinetti che lo appoggia. Da buon commerciante va dove tira il vento. Magari dice addio al suo sodale Alessandro Baricco e la scuola Holden che fine farà ? Oggi una sola certezza, è piena di debiti, con una situazione aggravata dal Covid . Magari come è sempre stato pagherà pantalone. Comunque la vedo grigia per loro. Anche Enzo Ghigo appoggia Damilano. Colpo basso alla Porchietto.

Fratelli d’Italia non si espone. Ma state tranquilli che il Gigante buono ( Crosetto ) non sta a guardare. Peggio a sinistra. Sembrerebbe che Mauro Salizzoni ci stia ad essere candidato. L’inossidabile Anna Rossomando rilancia la sua candidatura. Enzo La Volta pare fuori dai giochi e Lo Russo non arretra manco di un millimetro,  deciso di vendere cara la pelle. Va bene per Igor Boni.

Lui il candidato a qualcosa lo fa per vocazione. Per ora Calenda e liste civiche tacciono in attesa degli eventi. Encomiabili vecchi amici come Livio Cognolato, Pierino Crema ed Antonio Sucamiele la buttano solo sui contenuti. Disperatamente urlano: facciamo, discutiamo di contenuti per salvare Torino. Gli fa eco Giorgio Ardito, forse li precede. Dopo i contenuti, la scelta del candidato. Hanno ragione da vendere, ma mi sa che la realtà sta andando da un’altra parte. Dunque? E perché mai arrendersi ? Abbiamo fatto 30 e facciamo 31. Tanto non abbiamo nulla da perdere.

Vorremmo che sia centro destra che centro sinistra dicessero che cosa vogliono e soprattutto cosa possono fare per Torino.
Siamo illusi? Possibile, probabile ma, almeno fin quando abbiamo un filo di voce,  continueremo nello scriverlo: Torino non ha bisogno di chiacchiere ha bisogno di fatti.  Vedremo… sperando.

Patrizio Tosetto

“Ciao Lidia”, Rifondazione saluta la staffetta partigiana Menapace

“Se al potere c’è l’ingiustizia la resistenza è un dovere” (dal discorso tenuto in piazza Castello a Torino nel 2017 in occasione della Festa della Liberazione)

Dopo una lunga ed esemplare esistenza la compagna Lidia Menapace, la staffetta partigiana come lei amava essere chiamata, ci ha lasciato. Aveva 96 anni ma chi l’ha conosciuta di persona sa della sua grande carica, del  suo spirito indomito e giovanile. Doti che insieme al suo intenso trascorso politico, culturale, di partigiana, di femminista militante e di molto altro l’hanno fatta amare da tantissime perone. Noi ci onoriamo di averla avuta da sempre come compagna di Rifondazione Comunista. Tra i miei ricordi di Lidia c’è quello di un congresso provinciale di Rifondazione a Bolzano, sua città di residenza. C’eravamo accordati la sera prima con un gruppo di compagni di trovarci la mattina, presto, davanti alla sede del congresso per i preparativi vari.  Arrivammo quando Lidia era già lì, puntualissima, all’orario prestabilito, pronta a dare una mano. Erano appena tre anni fa.  Lidia era fatta così, a dispetto dell’età avanzata sentiva di avere ancora tante energie da spendere sul piano dell’impegno culturale, politico, dell’antifascismo, della difesa della Costituzione nata dalla lotta di Liberazione. Lo ha fatto fino in fondo, finché ha potuto, spostandosi da un posto all’altro, da una manifestazione all’altra, richiestissima in ogni dove, con la sua immancabile borsa a tracolla, con spirito sereno. Ricordo ancora il passaggio conclusivo al suo appassionato discorso pronunciato in piazza Castello, a Torino, sempre tre ani fa, a conclusione della tradizionale fiaccolata del 24 aprile per la Festa di Liberazione: ”se al potere c’è l’ingiustizia,  la resistenza è un dovere”. Faremo tesoro di questo tuo messaggio. La tua testimonianza all’insegna della resistenza, della speranza, dell’ottimismo è un incoraggiamento per tutti noi a guardare avanti, a non smettere mai di lottare per una società migliore e più giusta. Buon viaggio Lidia.

Ezio Locatelli, segretario provinciale Rifondazione Comunista di Torino

 

Boni: “Perché Damilano non lascia gli incarichi pubblici?”

A proposito dell’annuncio di candidatura a sindaco per il Centrodestra di Paolo Damilano Igor Boni (candidato alle primarie del centrosinistra, nella foto) commenta:
“Cominciamo bene, davvero bene. Chi da molti anni è alla presidenza della Film Commision Piemonte, Fondazione alla quale partecipa il Comune, che ha come presenza fissa nel CDA l’Assessore alla cultura del Comune, che è evidentemente connesso indissolubilmente alla politica e nella politica del Comune, farebbe cosa buona a dimettersi prima di cominciare a mettere il suo nome sul tavolo per fare il Sindaco di Torino. Lo dico io che a marzo ho deciso di lasciare l’incarico di AU dell’Ipla, Spa pubblica, proprio perché volevo eliminare ogni possibile conflitto d’interesse anche al di là delle questioni meramente legislative. Per inciso l’ho fatto dopo che l’Azienda è tornata completamente in equilibrio dopo anni di impegno durissimo.
Damilano comincia con il piede sbagliato. Ci racconta di essere un civico in virtù di una posizione assunta grazie alla politica torinese, mantiene la posizione e i conflitti conseguenti, presentando di sé una immagine totalmente falsata”.

Sanlorenzo: politica e umanità che ci mancheranno

Anche Dino Sanlorenzo ci ha lasciati. Grande compagno ed amico,  90 anni di cui 75 passati con passione.

Anni fa ero andato a trovarlo nel suo piccolo appartamento in corso Regio Parco, foderato di libri che aveva letto. Tutti,  e ne era orgoglioso.
Antifascista d’istinto poi dirigente a Torino come a Roma della federazione giovani comunisti. Di quegli  anni ricordava sempre la passione e la fame. Mandato a Novara per ricostruire un partito dilaniato da divisioni interne. Poi il gran ritorno nella sua Torino prima come consigliere regionale e poi Vice presidente del Consiglio Regionale ed Assessor. Per noi giovani aveva una predilezione. Una volta, nel fine anni 70 o inizio anni 80 ci ritrovammo nella stessa carrozza , rientravamo a Torino dopo riunioni a Roma. Reduce da una riunione istituzionale disse perentorio: non mi beccano più. Ho solo perso tempo e ci sono tante cose da Fare a Torino. Il viaggio duro’ un amen con lui che ” mischiava ” ricordi e analisi politica.
Convinto riformista salutò con entusiasmo il cambiamento del nome al PCI. Molto amico di Domenico Carpanini e Pietro Fassino raccontava delle loro vacanze parigine con famiglia nella piccola pensione. Mai un lusso, sia ben chiaro. Anche qui un uomo d’altri tempi.
A metà  anni 90 al solito funerale di un compagno. Mi prese da parte e mi disse: cavolacci tocca a voi giovani darvi una mossa. Non era contento di come le cose stavano andando nel partito. Soprattutto la piega che stava prendendo.
“Vivacchiano, noi volevamo cambiare il mondo”. Era così Dino, non lo mandava a dire.
Schiettezza, questa una delle sue indubbie qualità.
Negli ultimi dieci anni si aiutava con un bastone. Comunque indomito tra riunioni e funerali. E noi incontrandoci chiedevamo sempre notizie su di lui e sulla sua salute.
Gli anni avanzano e sono impietosi. Lasci un vuoto incolmabile. Nel 1945 avevi solo 15 anni. E della liberazione raccontavi spesso,  del 29 Aprile quando fu impiccato Giuseppe Solaro feroce Federale di Torino. Come sua ultima ferocia aveva organizzato i cecchini. Ebbene,  dicevi sempre che si meritava la morte ma non il linciaggio. La tua umanità era l’ umanità di un uomo giusto. Ciao Dino ci mancherai.

Patrizio Tosetto

E’ morto il presidente Sanlorenzo. Il cordoglio di Allasia e Salizzoni

“Desidero esprimere a nome del Consiglio regionale del Piemonte e del Comitato Resistenza e Costituzione, cordoglio e vicinanza per la scomparsa di Dino Sanlorenzo.

La sua è stata una vita dedicata alla difesa dei valori della Costituzione e degli ideali dell’antifascismo”: è quanto ha dichiarato Stefano Allasia, presidente dell’Assemblea legislativa del Piemonte. Con la scomparsa di Sanlorenzo viene a mancare una delle più importanti personalità della storia del Consiglio regionale.

“Con Dino Sanlorenzo ci lascia un autorevole protagonista della storia della sinistra e della politica piemontese. È stato Dino Sanlorenzo a voler istituire, nel 1977, il Comitato Resistenza e Costituzione, nella convinzione che per sconfiggere il delirio terrorista fosse necessaria una forte presa di posizione istituzionale e una determinata mobilitazione culturale. Era un  dirigente esemplare per serietà e per rigore, e incuteva a tutti noi un senso di disciplina. Serietà, rigore e disciplina che dovrebbero sempre connotare le nostre istituzioni e coloro che le rappresentano” ha voluto sottolineare il vicepresidente Mauro Salizzoni.

Sanlorenzo fu presidente dell’Assemblea dal 1975 al 1980, ispiratore del Comitato Resistenza e Costituzione e promotore, nel periodo più buio degli anni di piombo, del questionario che coinvolse attivamente la cittadinanza nella lotta al terrorismo. Un impegno che gli causò la condanna a morte da parte di Prima Linea e un attentato che venne sventato. Sulla tragica parentesi del terrorismo, nel 1989 scrisse il libro “Gli anni spietati”.

Ghigo sostiene Damilano candidato civico

I torinesi dovranno purtroppo fare i conti con un futuro pieno di difficoltà dovute alla scia nefasta che il Covid lascerà dal punto di vista economico e sociale, oltre ai drammi vissuti da tante famiglie che hanno perso i loro cari.

Anche per questa ragione la nostra città avrà bisogno di un sindaco credibile e competente, con esperienze nel mondo del lavoro e dell’impresa, che voglia unire e non dividere. Ritengo che Paolo Damilano sia la figura adatta“.

Così Enzo Ghigo, già presidente della Regione Piemonte per due mandati e per molti anni leader del centrodestra in Piemonte. “Damilano è un forte candidato civico ideale per il centrodestra che, se vuole avere l’opportunità di vincere – aggiunge Ghigodeve presentarsi unito e coeso a incominciare dalla scelta del proprio candidato, in grado di offrire un progetto politico autorevole e una visione per la Torino dei prossimi anni. E sono convinto che, una volta eletto, Damilano sarebbe l’ideale sindaco di tutti i torinesi, capace di un approccio diretto nei confronti dei tanti problemi irrisolti della città“.

Ci vuole Damilano perché dopo decenni di amministrazioni di sinistra e gli ultimi cinque anni di sostanziale stagnazione pentastellata – conclude Ghigo – i torinesi hanno bisogno di un governo civico in sintonia con il mondo produttivo locale, con quelle realtà che, se non si risolleveranno dalla difficile situazione attuale, manderanno in crisi l’intero sistema economico e sociale torinese. E allora saranno guai ancora più seri per tutti”.