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Non dimentichiamoci dei diritti negati a Hong Kong

Sabato 25 luglio, in Piazza Carignano a Torino si è svolto un flash mob per esprimere piena solidarietà alla popolazione di Hong Kong e per denunciare i rischi di una involuzione autoritaria e repressiva del governo cinese.

Hanno partecipato giovani e militanti di quasi tutti i partiti politici (con l’eccezione di L.E.U. e 5stelle) L’incontro è stato aperto da Patrizia De Grazia, mentre Giampiero Leo ha portato l’adesione del Coordinamento interconfessionale e i saluti del Presidente della Regione Alberto Cirio.

Si è anche deciso di dar vita a un gruppo permanente di lavoro su questi temi, presso L’Istoreto (Istituto Storico della Resistenza del Piemonte)

 

Autonomia, Ravetti (Pd): “più vicino a amministratori e cittadini”

“Ringrazio i colleghi che mi hanno affidato il ruolo di Vicepresidente della VII Commissione che si occuperà di Autonomia, Federalismo e Enti locali, affrontando temi importanti e delicati per la nostra Regione” dichiara il neo Vicepresidente della Commissione Autonomia del Consiglio regionale Domenico Ravetti (Pd).

“Questo ruolo – prosegue Ravetti- mi permetterà di essere ancora più vicino agli Amministratori locali e, attraverso le loro esigenze, ai cittadini. Cercherò un costante confronto con il Governo nazionale per ottenere l’autonomia del  Piemonte su specifiche materie, un’autonomia che non leda i principi di solidarietà e coesione nazionale”. “D’intesa con gli amministratori locali – conclude Ravetti- questa Commissione dovrà occuparsi anche di riorganizzare le relazioni tra i nostri Comuni per garantire sempre maggiori servizi di qualità. In questo senso sarà fondamentale aprire un fronte anche sul federalismo fiscale”.

Lanzo presiede la Commissione Autonomia

Si è insediata oggi 30 luglio la Settima Commissione Autonomia, istituita dal Consiglio regionale del Piemonte il 7 luglio. Nella sua prima riunione, la Commissione ha eletto l’ufficio di presidenza: presidente Riccardo Lanzo (Lega, 21 voti), vicepresidenti Domenico Ravetti (Pd, 10 voti) e Davide Nicco (Fdi, 12 voti).

Il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia ha spiegato che lo scopo è quello di rendere il Piemonte una Regione più autonoma, con maggiori competenze: il percorso non sarà semplice ma Allasia si è detto certo servirà a garantire migliori condizioni di benessere ed efficienza a tutti i piemontesi, nel segno della sussidiarietà.

Per il neo presidente della Settima Lanzo, non solo si tratta, ai sensi della Costituzione, di portare avanti le istanze di autonomia differenziata nei confronti del governo centrale. Nel lavoro della “Autonomia”, si opererà anche nei confronti degli Enti locali piemontesi, per un maggiore e migliore raccordo tra le loro attività e quelle della Regione.

Lista civica “la piazza”: “Noi presenti nel 2021”

Con piacere notiamo che nel Centro-sinistra si rincorrono le dichiarazioni di chi vorrebbe coordinare le liste civiche e le forze della società civile che sono in grado di lavorare ad un progetto comune, in vista delle prossime elezioni amministrative del 2021.

Noi della lista civica La Piazza fin dal 2011 lavoriamo sul territorio della Circoscrizione 2 e, da allora, con orgoglio non abbiamo mai smesso di stimolare la partecipazione politica dei cittadini e di rappresentarli nelle istituzioni attraverso i nostri eletti.

Anche il 2021 ci vedrà protagonisti con una nostra lista in Circoscrizione 2 – Torino, con la nostra esperienza e con la nostra presenza di persone sul territorio, come sempre disponibili a contribuire al progetto che si va costruendo tra le forze che si riconoscono nel nostro metodo di azione politica e nei nostri valori: partecipazione, dignità della persona, solidarietà verso gli ultimi, antirazzismo, antifascismo e rispetto dell’ambiente.

 

Lista civica LA PIAZZA

M5S: “Terremo alta l’attenzione su Manital”

“La risposta all’interrogazione della nostra deputata Jessica Costanzo – afferma Massimo Fresc, consigliere comunale del M5S a Ivrea – non fa che confermare l’allarme sull’ex-colosso del Facility management con sede in via Di Vittorio. 

Come gruppo consiliare M5S a Ivrea, terremo alta l’attenzione sulla vicenda Manital e in particolare sulle ripercussioni nei confronti dei lavoratori del nostro territorio interessati dalla procedura fallimentare. Siamo in continuo contatto con i deputati del territorio e seguiamo da vicino la procedura di amministrazione straordinaria”.
“Dall’insolvenza della controllante Manitalidea – continua Fresc – si è purtroppo scatenato un effetto-domino: a cascata c’è stata l’insolvenza del consorzio, che a sua volta non ha quindi più pagato i diversi consorziati coinvolti nelle attività produttive, i quali non hanno potuto pagare le maestranze”.
“Siamo vicini alle migliaia di lavoratori privati del loro stipendio per troppi mesi, e non abbasseremo la guardia finché tutto l’insoluto non sarà stato debitamente versato” conclude Fresc.

Sgarbi, Bocelli, Salvini e la responsabilità

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Sta serpeggiando nel Paese l’idea che il Covid sia ormai alle nostre  spalle e si possa riprendere una vita normale. Le dichiarazioni in un sala del Senato della Repubblica di Sgarbi e Bocelli hanno dato fiato  a queste interpretazioni ottimistiche, prive di fondamento scientifico.

Chi scrive ha denunciato i pericoli per la libertà dei cittadini insiti nei DPCM emanati negli scorsi mesi e ha anche di recente sollevato dei dubbi di  costituzionalità sul rinnovo dello stato di emergenza fino a metà ottobre. In ogni caso un voto del Parlamento ha “sanato“ la situazione e solo un intervento (del tutto improbabile) del Presidente della Repubblica potrebbe riaprire la questione.
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Se sia stato utile  o sbagliato continuare l’emergenza lo vedremo nei prossimi mesi. Ma non ci sembra neppure tollerabile ciò che afferma Sgarbi che minimizza l’entità della pandemia, senza averne titolo. Altrettanto discutibile ci sembra la posizione di Bocelli che ha sentito come una privazione illegittima della libertà il lockdown. Certo non è stato piacevole per nessuno, ma credo che sia una verità incontrovertibile la sua utilità. Non è bastato a salvare migliaia di vite, ma è servito a contenere la pandemia. Ridicolizzare queste cautele a cui si sono assoggettati milioni di Italiani ci sembra sbagliato e Bocelli non può dimenticare di aver cantato nel Duomo di Milano in ricordo delle vittime del Codiv. Sgarbi nella sua incontenibile intelligenza è purtroppo sempre esagerato, ma Bocelli è apparso aver steccato proprio perché appare una persona contenuta. Purtroppo non possiamo pensare ad un’estate senza limiti. Andare ad una cena può rappresentare un pericolo perché non tutti i ristoranti hanno personale che usa le mascherine e i guanti e soprattutto garantisce le distanze di sicurezza. I controlli al riguardo sono troppo blandi. Gli stessi ristoratori non garantiscono in modo formale con certificazioni ufficiali il rispetto delle norme, cosa che potrebbe indurre molti avventori a tornare come clienti,superando le esitazioni. Sottovalutare un nemico sconosciuto come il Covid 19 e’ un atto di irresponsabilità personale e sociale. Prendere sotto gamba la pandemia come ha fatto a Trump a suo tempo si è rivelato esiziale. Chi contribuisce a formare l’opinione pubblica deve essere prudente e non lasciarsi andare agli allarmismi ingiustificati ,ma neppure alle minimizzazioni infondate. A minimizzare ci pensano già i tanti irresponsabili che non usano le mascherine nei luoghi chiusi e non mantengono le distanze di sicurezza. A settembre ci troveremo davanti ad  uno scoglio molto cospicuo: la riapertura in sicurezza   delle scuole. Le persone di cultura, gli intellettuali dovrebbero pensare a questi problemi, invece di indurre alla leggerezza. Compito degli uomini di cultura è quello di vedere le cose con “misura, circospezione,ponderatezza“, diceva Norberto Bobbio tanti anni fa. Anche in questo caso il suo magistero resta più che mai valido. Non a caso le esibizioni e le dichiarazioni di Salvini non hanno nessuna credibilità anche se anch’esse contribuiscono a creare confusione perché anche lui è un uomo pubblico come leader politico e come senatore della Repubblica. Spicca invece per pertinenza ed autorevolezza il richiamo della seconda carica dello Stato, la Presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati, al Governo che ha emarginato il Parlamento per troppi mesi. Era già stata la Casellati ad affermare la necessità di un voto parlamentare sul rinnovo dello Stato di emergenza. Con la sobrietà che le e’ solita, ieri ha evidenziato un’anomalia costituzionale per mesi che anche la prima carica dello Stato forse avrebbe dovuto evidenziare.
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Cirio scrive a Lamorgese: “Basta a nuovi migranti, a rischio equilibrio sanitario”

Il  presidente della Regione Alberto Cirio è intervenuto oggi sulla questione dell’invio di migranti sul territorio piemontese 

“ ULTERIORI INVII METTONO A RISCHIO UN EQUILIBRIO SANITARIO RAGGIUNTO CON SACRIFICI ENORMI”

“Sto seguendo personalmente la situazione e trovo profondamente assurdo che la Regione non possa avere competenza in una decisione del genere, ma debba subire le decisioni del governo nazionale su un tema che può avere conseguenze dirette sulla salute e sulla sicurezza sanitaria del proprio territorio.

Mi sono sincerato quotidianamente, tramite il prefetto di Torino che ringrazio per la consueta efficienza ed attenzione, che nei confronti di queste persone venissero adottate tutte le procedure e le verifiche sanitarie opportune e che le Forze dell’ordine garantissero l’effettivo rispetto della quarantena a cui erano sottoposte.

Ora però diciamo “basta” e l’ho scritto al Ministero degli Interni perché il Piemonte non può garantire oltre queste forme di accoglienza.

Arriviamo da mesi terribili, siamo state una delle regioni più colpite dall’emergenza e stiamo raggiungendo, a fronte di sacrifici enormi, un equilibrio sanitario che non può essere messo a rischio in questo modo.

Quindi ho formalmente chiesto con fermezza al ministro Lamorgese di non voler procedere ad ulteriori invii, che metterebbero fortemente a rischio la tenuta e la sicurezza del nostro sistema sanitario e sociale”.

“Un ennesimo regalo ai cacciatori”

Riceviamo e pubblichiamo / CACCIA:   LA REGIONE LIBERALIZZA PER I CACCIATORI LE STRADE INTERDETTE PER RAGIONI AMBIENTALI

“Ennesimo regalo ai cacciatori dalla maggioranza di centrodestra che determinerà l’aumento esponenziale dei danni all’agricoltura”

 

Il Tavolo Animali & Ambiente, cui aderiscono le Associazioni ENPA, LAC, LAV, Legambiente L’Aquilone, LIDA, OIPA, Pro Natura e SOS Gaia, apprende con sgomento che il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato con i voti della maggioranza di centrodestra filovenatoria la  proposta di legge 41 che prevede l’utilizzo di mezzi motorizzati su strade interdette per ragioni ambientali, (particolarmente fragili quelle di montagna), non solo ai soggetti incaricati ad esercitare operazioni di controllo faunistico, ma anche ai cacciatori.

Come ormai tutti sanno, tranne i nostri amministratori regionali (o fingono di non sapere), la caccia è la prima causa dell’aumento dei danni alle produzioni agricole e degli incidenti stradali.

Pensare di favorire il contenimento dei cinghiali attraverso la possibilità offerta ai cacciatori di accedere alle strade interdette per ragioni ambientali modificando la L.R.n.32/1982 che regola la conservazione del patrimonio naturale e dell’assetto ambientale è perlomeno illusorio.

Le mute di cani utilizzati dalle squadre di caccia al cinghiale, oltre ad avere impatti importanti sulle altre specie selvatiche, stanano i gruppi di cinghiali dalle aree boscate dove non causano danni e ne determinano la dispersione sul territorio. I cacciatori abbattono solitamente gli esemplari adulti di maggiori dimensioni perché producono una maggiore quantità di carne. Gli esemplari giovani vengono raramente presi di mira perché saranno le prede dell’anno seguente. Il branco è abitualmente condotto dalla femmina anziana (quella di maggiori dimensioni) che solitamente è tra le prime vittime. Essa, con messaggi ormonali, riesce a regolare quella che gli studiosi chiamano “sincronizzazione dell’estro” delle femmine giovani.  La sua uccisione determina la destrutturazione del branco, la dispersione dei giovani, la formazione di nuovi branchi e l’anticipazione del periodo fertile dei soggetti giovani.  La specie aumenta il tasso riproduttivo e compensa in breve tempo le perdite con il risultato che il  numero complessivo  degli animali aumenta invece di diminuire.

All’aumentare degli abbattimenti aumentano proporzionalmente  anche i danni.  

La Regione ha così anteposto il divertimento e “l’occupazione militare” del territorio da parte di una minoranza armata agli interessi dei coltivatori e di tutti gli altri cittadini.

Con la dispersione dei cinghiali causata dalla caccia e dalle attività di controllo aumentano gli attraversamenti stradali e gli incidenti e i fenomeni di colonizzazione delle aree periurbane e urbane.

Proprio lo scorso 20 giugno 2020 il “Tavolo Animali & Ambiente” ha realizzato il convegno on line

“CINGHIALE è ora di cambiare. La parola alla scienza. Strategie diverse per una convivenza pacifica con la fauna selvatica” che ha ampiamente motivato il fallimento delle azioni di contenimento del cinghiale attraverso gli abbattimenti e illustrato quali dovrebbero essere le azioni corrette per affrontare il problema dei danni prodotti dalla specie.

Gli interessati possono rivederlo al link  http://www.animaliambiente.it/convegnocinghiale2020.html

Giova ricordare che il cacciatore è l’unico soggetto che non ha interesse a vedere ridotto il numero dei cinghiali sul territorio!

L’approvazione dell’ordine del giorno proposto dal Movimento 5 Stelle volto ad attivare “programmi di sperimentazione che permettano l’allontanamento e il contenimento degli ungulati con metodi innovativi non cruenti” suona come una presa in giro perché i metodi ecologici e preventivi sono previsti dalla legge, esistono e sono efficaci e dovrebbero essere anteposti agli abbattimenti.

Per il Tavolo Animali & Ambiente                                         

Roberto Piana

LAC – Lega Abolizione Caccia

Stato di emergenza. Il diritto oscuro e incerto nella babele italiana

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / L’estensione dello stato di emergenza fino al 15 ottobre (e non al 31 dicembre, come inizialmente  aveva annunciato il presidente del  Consiglio) e’ stata annunciata dal presidente Conte con una dotta lezione di diritto  nel suo intervento al Senato della Repubblica dove più volte la Presidente  Casellati aveva invitato il Presidente del Consiglio a sottoporre al voto parlamentare lo stato di emergenza, non previsto dalla Costituzione se non in stato di guerra, come recita l’articolo ’78 che vincola comunque i “provvedimenti necessari“, senza mai parlare di Stato di emergenza, al voto parlamentare.

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Conte ha esplicitamente detto che non era di per sé necessario ed obbligato  un voto in Parlamento ed ha aggiunto che il dibattito in Senato doveva essere circoscritto agli elementi tecnici e giuridici del provvedimento del rinnovo dello stato di emergenza , senza sconfinare in temi politici, quasi fosse possibile non considerare il fattore politico che in ogni atto del Governo è di essenziale evidenza ed importanza. Un atto di arroganza quello di Conte di considerare il voto del Parlamento quasi superfluo e di vincolare il dibattito parlamentare  a suo  piacimento.
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In effetti Conte si è rivelato il più preparato in materia e il dibattito parlamentare – se si eccettua l’intervento della sen. Bernini e della sen. Pinotti –  è stato inadeguato in quanto ha ripreso le polemiche più stantie senza obiezioni vere  al discorso del Presidente Conte. Un senatore 5 stelle ha  persino divagato in esilaranti argomentazioni storiche che nulla c’entravano con la discussione in atto, una ennesima  prova  dello scadimento di una classe parlamentare davvero inadeguata. Sarebbe stato interessante ascoltare la sen. Bonino che non si è espressa su un tema che tocca le libertà costituzionali, tema molto caro ai radicali delle origini. E’ stato un dibattito tutto politico che non ha smontato la tesi del presidente del Consiglio che venne confutata  dal presidente emerito della Corte Costituzionale Sabino Cassese, uomo delle istituzioni molto cauto che è spinto a vedere nel prolungamento dello stato di emergenza un vulnus alla Costituzione.
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Non si è capito bene se siamo o non siamo in emergenza perché lo stato di emergenza dovrebbe essere dichiarato non preventivamente, ma in presenza appunto dello stato di emergenza effettiva. Dire, come afferma il ministro Speranza, che siamo fuori dalla tempesta, ma non siamo in un porto sicuro equivale ad affermare un’ambiguità di fondo che non significa nulla. Al di là del virus, ci troviamo in ogni caso  di fronte a due emergenze che il governo sottovaluta: gli sbarchi e le fughe di migranti contagiati e non e l’emergenza delle scadenze fiscali di chi non ha potuto lavorare ed è costretto a pagare egualmente le tasse e bollette. Sono emergenze gravi che non vengono considerate. Addirittura Zingaretti invita il governo ad approntare nuove accoglienze di migranti, secondo un modo di vedere le cose che appare davvero incredibilmente fuori da ogni senso della responsabilità, non fosse altro almeno sanitaria.
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Il voto finale ha confermato la maggioranza che regge il governo con un altro 5 stelle che si è dissociato. Appare davvero un Paese incredibile un’Italia che prolunga l’emergenza -unico tra i paesi europei-  e che così distrugge in modo definitivo la sua immagine turistica. Per altri versi appare ridicolo, se non fosse drammatico, prolungare l’emergenza per poter riaprire le scuole a settembre.
In ogni caso, andrebbe ricordato che la via maestra indicata dalla Costituzione in caso di necessità e  urgenza  è il ricorso al decreto – legge di cui tanti governi hanno fatto abuso, fino a legiferare per decreto – legge, senza che nessun Presidente della Repubblica abbia mai eccepito. E’ evidente che – se il decreto-legge non è l’eccezione, ma la norma -non ci sia affatto  da stupirsi dei Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri che diventano vincolanti come leggi, anche se sono atti amministrativi. Nella babele italiana tutto è  diventato possibile e il diritto per primo appare oscuro ed incerto.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

Alpignano eco-logica, futura e solidale

Riceviamo e pubblichiamo / Definite le tre nuove liste che sosterranno la candidatura a sindaco di Steven Palmieri 
 
Alpignano Eco-logica, Alpignano Futura e Alpignano Solidale: sono queste le tre nuove liste elettorali nate dal progetto “Facciamo squadra per Alpignano” che sosterranno la candidatura a sindaco di Steven Palmieri. 
Le tre liste rappresentano altrettanti punti chiave: l’attenzione all’ambiente, alla mobilità sostenibile e alla digitalizzazione; la volontà di innovare non solo attraverso nuovi strumenti, ma dando spazio a nuove energie in politica, in particolare i giovani e le donne; l’obiettivo di costruire una città inclusiva e solidale che non lasci indietro nessuno.
“ Queste liste si ispirano ai valori che più ci accomunano e che stanno alla base del gruppo che ha dato vita al progetto e che ne costituisce il cuore pulsante – dichiara il candidato sindaco Steven Palmieri –  Il richiamo alla città in ogni lista è un modo per sottolineare ancora una volta che la nostra è una proposta concreta fatta da alpignanesi per gli alpignanesi”.
Già definiti anche i tre simboli: quello di Alpignano Eco-logica richiama il profilo del Musinè, quello di Alpignano Futura, attraversato da una freccia che punta verso l’alto, rappresenta il focus sull’innovazione e sulle nuove generazioni, infine Alpignano Solidale ha al centro un cuore, a significare l’attenzione ai temi dell’inclusione sociale, dalle famiglie alle fasce più fragili della popolazione.
“ Abbiamo lavorato sodo per definire questi simboli e siamo molto fieri di poterli renderli pubblici già a luglio, perché questo dimostra la forte comunanza di intenti della nostra squadra, cosa tutt’altro che scontata, e per la quale ringrazio tutti i miei compagni di viaggio – aggiunge Palmieri –  Le tre liste sono il biglietto da visita del nostro progetto; siamo già al lavoro per ultimare il programma che conterrà tutte le nostre proposte per la Alpignano di oggi e di domani, da costruire insieme giorno dopo giorno”.